+ SALUTE EMOTIVA NELLANZIANO: Strategie di intervento 1 Linvecchiamento: un discorso monologico o...

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+SALUTE EMOTIVA NELL’ANZIANO:

Strategie di intervento

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L’invecchiamento: un discorso monologico o dialogico?

+ Un obiettivo Assistenziale trasversale:

E’ dare voce all’anziano,

Per dare un volto alle sue emozioni

+ PERCHE’ Guidare l’anziano ad esprimersi?

• Depressione mascherata:

abbassamento del tono dell’umore, difficoltà a verbalizzarlo (Alessitimia),sentimenti di vergogna (utilizzo del sintomo somatico come “aggancio relazionale” con le figure assistenziali, e con i familiari) [Non è lui la causa, ma un fattore esterno LOCUS OF CONTROL ESTERNO; LOCUS OF CONTROL INTERNO: VAORIZZO I FATTORI INTERNI DI CAUSA ]

• Forme di Depressione sottosoglia:

diminuzione del funzionamento sociale,

diminuzione delle abilità sociali.

ALCUNI MOTIVI CLINICI:

+COME

Guidare l’anziano ad esprimersi?

1. Creando degli spazi dedicati :

La loro comunicazione di eventi, fatti, di morti, di ricordi è una

ricerca che non trova luogo, spazio momento adeguato.

Es. Sublimano il tema della morte, parlando della morte degli amici, parenti, parlano un po’ anche della loro, pianificano il momento della loro morte è un modo di prepararsi ad essa

Es. DI TRENTO, convegno Erikson sul welfare nel sociale ed.2008: gruppi di ascolto per anziani in casa di riposo.

Sono passati dal tema centrale dei ricordi, al presente, es. hanno elaborato insieme la morte di una persona nella casa di riposo.

2. Attivando relazioni quotidiane efficaci

+

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Cap. 2 La comunicazione strumento per Il Processo relazionale: obiettivi e strategie

5

CAMBIAMENTO

+

1

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Esplorando le risorse, i bisogni e i desideri.

COME?

+ ATTRAVERSO LA COMUNICAZIONE

• NON E’ CONSOLAZIONE

• NON è AMICIZIA A PAGAMENTO

• NON E’ UNA CONFESSIONE

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Cosa non è la nostra comunicazione:

+

- Evitare le forme negative

- Ricerca delle eccezioni

- Tecnica del ricalco

- Parafrasi

- Uso della domanda ad illusione di

alternativa

Alcune strategie comunicative:

+ Evitare forme negative

La negazione provoca irrigidimento e rifiuto. Orientare in positivo anche i concetti

negativi.

Es. “visto che siete stati così bravi fino adesso vi chiedo di fare una cosa più difficile, vi

chiedo di guardare senza intervenire”.

Questo per non squalificare mai e le persone!

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+

+Tecnica del ricalco (Bandler e Grinder 1975)

Es. La pubblicità ricalca il linguaggio sociale in uso

Imparare ad usare il linguaggio del cliente

+ Ricerca delle eccezioni

Le Domande sulle eccezioni sono dirette ad indagare l’esistenza di

eccezioni positive al presentarsi del problema:

Es. c’e’ stata qualche eccezione o le cose sono sempre andate così?

Es. Le capita sempre o ci sono delle occasioni in cui non avviene?

+ La tecnica dialogica si avvale di:

Domande

Risposte

Parafrasi Strategiche

Che porta a cambiare la percezione del problema.13

+ La domanda:

• Risponde ad uno dei bisogni fondamentali

dell’anziano di comunicare consentendo un dialogo

compiuto (senza interruzioni frettolose,

sdrammatizzazioni, o senza dirottare il dialogo su

terreni a noi più sicuri e confidenziali, che non sono

però quelli portati dal cliente).

• Ci aiuta a fissare gli obiettivi tarati sulla persona.

• Guida la persona e noi operatori a chiarire il

problema.

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“La maggior parte dei problemi non deriva dalle risposte che ci diamo ma dalle domande che ci poniamo” Kant

+ La domanda: COME VA FORMULATAAl fine di guidare l’anziano

1. LE DOMANDE ad illusione di alternativa

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Mangia tutti i giorni mattina mezzogiorno e sera o qualche giorno salta il

pasto?

Ha dormito 2 ore o 6 ore?

Le fa male continuamente, o è un dolore che va e viene?

Mangia?

Ha dormito?

Ha dolore?

+ Parafrasi

In questa fase del colloquio è importante una parafrasi; che confermi che andiamo

nella giusta direzione e che ANCORI la percezione della persona rispetto alla sua

realtà.ES. TX: Mi corregga se sbaglio (posizione volutamente dimessa), lei mi sta dicendo che dorme 5 ore a notte, e che non è un sonno continuato perché spesso si sveglia e poi si

riaddormenta”PZ: sì proprio così

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+ Esempi: le domande ad alternativa e parafrasi:

ES. TX: “Del suo problema tende a parlarne molto, o tiene tutto per sé?”PZ: “Ne parlo con tutti”TX: “ E quando ne parla stai meglio o peggio?PZ: “meglio perché mi scarico”

ParafrasiTX: “mi ha detto che quando ne parla si sente meglio, perché si scarica. Ma qualche tempo dopo sta meglio o sta peggio?”PZ:” Ora che ci penso, dopo mi sento più frustrato”

Parafrasi:TX: “quindi se non ho capito male, lei ne parla molto, e quando ne parla sta bene perché si sente scaricato; ma dopo si sente ancora più frustrato, perché ha percepito ancora di più quanto è forte la sua incapacità”PZ: “Sì, proprio così”

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+PERCHE’ USO LA FORMULA MI CORREGGA SE SBAGLIO?

Il nostro obiettivo è far sentire la persona al centro dell’intervento: attiva.

Il senso di protagonismo, facilita la sperimentazione della prescrizioni in nostra assenza.

Mi corregga se sbaglio fa sentire alla persona che è lei che sta guidando il processo del dialogo di scoperta.

Non è di fronte al care giver che gli dice “Faccia questo o faccia quello”

Si costruisce una RELAZIONE POSITIVA, che amplifica la collaborazione e l’aspettativa della persona rispetto alla terapia.

Inoltre inizia ad avere una conoscenza: - di come FUNZIONA il problema, di COSA FA LUI/LEI

- NON solo DELLE CAUSE (per le quali spesso non può far niente, se non sentirsene schiacciato e vincolato).

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+ OBIETTIVI RAGGIUNTI con la Parafrasi:

1.Consente di semplificare e chiarire il dialogo (In particolare con l’anziano:utilizziamo una comunicazione semplice).

2. Accertarsi che la persona abbia capito

3. Sentirsi ASCOLTATA e CAPITA

4. Dedicare del BUON TEMPO

5. Conosco che strategia normalmente utilizza (Ovvero risorse, credenze) , SCOPRIRE che alcune strategie usate sono disfunzionali (il processo di scoperta è molto più efficace, della

spiegazione di altri!)

7. Costruisco una Buona Relazione

8. Incrementa: LA SUA ASPETTATIVA TERAPEUTICA e LA RELAZIONE TRA TARAPUTA E PZ. Secondo Hubble , Duncan e Miller questo rappresenta il 70% di ciò che provoca

cambiamento.

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+ Cosa abbiamo ottenuto?

1. Informazioni:

- Molte credenze e valori dell’anziano non ci vengono nemmeno dette,

- non sono abituati a verbalizzare, o temono di sbagliare,

2. Il paziente inizia a chiarirsi una mappa del problema, con delle coordinate

3. Inoltre il dialogo è stato rapido ma efficace, la persona si è sentita ascoltata

e capita

4. Non abbiamo sdrammatizzato o tagliato la richiesta della persona.

5. Stiamo guidando la persona a semplificare il problema, e noi stessi ad

individuare l’obiettivo che meglio si sposerà con la persona

6. Aggiriamo la resistenza al cambiamento

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+

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• E’ un incontro guidato, non più ricercato dalla persona.

• Attribuiamo importanza a quello che ci è stato detto.

• Sente di non essere sola

• La persona, nella ricerca di un dialogo, non ha più bisogno

di “concentrasi sui sintomi, o la loro ricerca”, ma ha un

obbiettivo, uno scopo, (anche perché deve raccontarci come è

andata!)

Dire noi alla persona: torni tra due settimane a raccontarmi come è andata.

+Affrontare un Problema alla volta.

+

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-Individuare l’esperienza più piccola che la persona può

mettere in atto,

- L’obiettivo è farle sperimentare un successo

“La politica dei piccoli passi” (Karl Popper)

+

RINFORZARE I RISULTATI POSTIVI Anche se non sono quelli che noi avremmo voluto.

Cerchiamo il successo più piccolo che è riuscito/a ad ottenere.es. Non sono riuscito

TX: Cosa vuol dire che non è riuscito? (Domanda con alternativa): non è riuscito a fare nessun movimento di quelli prescritti, o non è riuscito a farli tutti

Pz: “ al mattino facevo ma non tante volte durante il giorno”TX: molto bene, sono contento che abbiamo rimesso in moto la macchina, è stato molto bravo. E si

sentiva tanto stanco o poco stanco dopo?…. Si ripartirà da lì

Possiamo scoprire che non aveva capito, che non ce la fa, che non è stata assegnata al momento giusto o nella quantità giusta.

L’ATTEGGIAMENTO PUNITIVO O VALUTATIVO è DA EVITARE.

+

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L’ultima fase è la consapevolezza e la ristrutturazione

cognitiva.

+ Cap.1 Relazioni efficaci: Approcci

1. Modello Strategico:- Palo Alto, Bateson, Erikson, Giorgio Nardone- Comunicazione Strategica

2. Approccio Empowerment Oriented:- “empowerment" deriva dal verbo "to empower“

in italiano tradotto con "conferire poteri", "mettere in

grado di”.- Massimo Bruscaglioni

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www.ornellaerminio.eu

+

21/03/09

If the person behaves correctly it is If the person behaves correctly it is their credit, and if they make a their credit, and if they make a mistake, I have done something mistake, I have done something

wrong.wrong.

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PARTE

PRACTICA

+Practical Part

Attività in gruppi multidisciplinari : Gruppi di circa 10 persone, tempo 20 +10 minuti circa 1 animatore per ogni gruppo (medico, farmacista, infermiere, altro

operatore esperto)

I partecipanti, divisi in gruppi, sono invitati a riflettere su di una simulazione di colloquio tra professionista e paziente e ad individuare le strategie comunicative impiegate.

Poi si cimentano in un gioco di ruolo

21/03/09

+1. SIMULATED CONVERSATION

Nella prima parte i partecipanti singolarmente compileranno la tabella in merito alla tecnica comunicativa della negazione, quindi si confronteranno con il gruppo circa le risposte date

Nella seconda parte il gruppo compilerà il dialogo trascrivendo alcune fasi mancanti e identificando le strategie utilizzate.

Al termine dei lavori di gruppo, si vedranno in plenaria alcune risposte date dai gruppi insieme alla docente. Il formatore si sposterà nei diversi gruppi per rispondere ad eventuali chiarimenti o difficoltà.

21/03/09

+2. GIOCO DI RUOLO

Cira 20 minuti

Obiettivo: testare le strategie comunicative e relazionali descritte in Aula.

In ogni gruppo sono individuati come ruoli un operatore sanitario, un anziano e due osservatori dotati di apposita griglia di osservazione.

La persona che “mette in scena” l’operatore dovrà (seguendo la guida strutturata che troverà nel retro del foglio) rispondere al collega che impersona l’anziano, utilizzando le nuove strategie acquisite.

Il collega che mette in scena l’anziano risponderà ipotizzando alcune possibili risposte dell’anziano.

Le due persone che osservano compileranno la guida consegnata trascrivendo le tecniche che vengono utilizzate.

Alla fine il gruppo commenterà i risultati del gioco di ruolo.

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