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1. Descrizione del soggetto Capofila
La struttura organizzativa del soggetto capofila e le competenze del team di coordinamento
La Provincia di Cremona, in collaborazione con i Comuni e sulla base di programmi da essa proposti, promuove e
coordina attività e servizi, e realizza opere di rilevante interesse provinciale sia nel settore economico,
produttivo, commerciale, ambientale e turistico, sia in quello sociale, culturale, sportivo, ricreativo e dello
spettacolo. La Provincia di Cremona è impegnata per contribuire alla crescita civile, sociale, culturale, turistica
ed economica del proprio territorio, nonché alla conservazione e valorizzazione del patrimonio edilizio e di
quello artistico monumentale.
Tra le finalità perseguite figura anche la valorizzazione dell’ambiente fluviale e dei suoi monumenti naturali,
oltre che l’impegno a promuovere e sostenere le iniziative volte ad affrontare positivamente le questioni
relative alla salvaguardia dell’ambiente, della qualità della vita delle acque, delle opere di difesa e di
sistemazione dell’alveo dei fiumi che attraversano il territorio cremonese.
La Provincia di Cremona organizza l’esercizio delle proprie funzioni attraverso Settori strutturati in servizi
composti da più uffici. Il Settore proponente il progetto “Isole e Foreste” è denominato “Affari Istituzionali”,
ed al suo interno opera il Servizio Pianificazione Progetti Speciali di Sviluppo a cui compete, tra l’altro, il
coordinamento e la gestione di progetti complessi.
La struttura si colloca in staff alla Presidenza per l’espletamento di attività di coordinamento e lettura
integrata e trasversale delle opportunità di sviluppo locale. In sintesi il Servizio si configura come una struttura
organizzativa centrale in grado di utilizzare tutte le opportunità derivanti dai fondi comunitari, nazionali e
regionali: una “cabina di regia provinciale” orientata alla programmazione e al governo dei programmi. Il
servizio ha cominciato a sviluppare le proprie competenze a partire dal 2004, in virtù del processo di
elaborazione e gestione del Patto per lo Sviluppo Territoriale. Il percorso, che ha portato alla costruzione del
documento strategico del Patto, quale modello di politica territoriale e percorso culturale, si è caratterizzato
per la promozione di meccanismi di coinvolgimento ex ante ed in itinere continuo, che hanno favorito la
costruzione di una vision complessiva dello sviluppo del territorio, ed hanno consentito di valorizzare il
contributo dei molteplici attori, nonché di incentivare nuove progettualità e di coordinare le azioni verso
obiettivi comuni e condivisi.
Il lungo processo di analisi e negoziazione (con oltre sessanta incontri e trecento soggetti coinvolte in un arco
temporale durato due anni), è tuttora aperto al contributo progressivo di operatori pubblici e privati
espressione del mondo economico e sociale, nonché di istituzioni pubbliche locali. Il percorso che ha portato
alla stesura del documento finale del Patto e dei progetti in esso contenuti costituiscono il nucleo intorno al
quale si è realizzato l’Accordo Quadro di Sviluppo Territoriale per la Provincia di Cremona, sottoscritto il 14
novembre 2008. Pare opportuno precisare che le numerose progettualità emerse durante il confronto con gli
stakeholders locali presentano i requisiti di piena rispondenza alle priorità espresse dal POR Competitività oltre
alle priorità espresse nel documento attinente il Fondo Aree Sottoutilizzate. I progetti inseriti nell’AQST sono
costantemente monitorati al fine di poter trovare una concreta risposta attraverso le risorse regionali (grazie
all’Accordo Quadro), nazionali e comunitarie.
Per tali motivi la Provincia di Cremona ha inteso leggere il suo ruolo istituzionale di “programmazione” ai sensi
dell’art. 20 del D.Lgs. 267/2000 candidandosi come punto riferimento per gli strumenti di programmazione
negoziata sul territorio per favorirne lo sviluppo economico attraverso l’individuazione e la definizione di
obiettivi strategici condivisi dagli “stakeholders” cremonesi.
La Provincia di Cremona, nell’attività di coordinamento gestione e attuazione del PIA, stante la trasversabiltà
delle operazioni in esso contenute, mette in campo un team di lavoro così organizzato:
Servizio Pianificazione Progetti speciali e di sviluppo:
Chiara Bondioni, Dirigente
Sabrina Satta, posizione organizzativa responsabile di Servizio
Fabio Scio e Simona Bolzoni (collaboratori)
per il coordinamento del PIA;
Franco Lavezzi e Valerio Ferrari, Sett. Ambiente,
Andrea Azzoni, Dirigente del Settore Agricoltura Caccia e Pesca,
Paola Milo, responsabile del Servizio Turismo,
Barbara Manfredini, responsabile del Servizio Promozione Turistica,
Maurizio Rossi, Dirigente del Settore Territorio, Trasporti, Programmazione, per la gestione trasversale e
coordinata delle operazioni.
Dirigente responsabile del Settore Cultura;
Gianfranco Antonioli, Ragioniere Capo
Il team di lavoro risulta estremamente qualificato non solo per la competenza specifica dei singoli Dirigenti di
Settore e Responsabili dei Servizi coinvolti, ma anche per la significativa esperienza acquisita nella gestione e
nel coordinamento di progetti complessi, come si evince dai curriculum vitae allegati.
Il Settore Affari Istituzionali si è avvalso della documentazione cartografica disponibile presso il Settori
Ambiente (Portale Cartografico – Atlante Ambientale); le cartografie di progetto del P.T.C.P., (Carta degli
indirizzi per il sistema paesistico-ambientale, Carta degli indirizzi per il sistema insediativo e per le
infrastrutture, Carta delle opportunità insediative, Carta delle tutele e delle salvaguardie, Carta degli usi del
suolo, Carta del degrado paesistico-ambientale) nonché il Piano delle Piste Ciclabili (contenuto nel PIM)
disponibili presso il Settore Programmazione Territoriale della Provincia, oltre alla documentazione tematica
specifica dei Settori Agricoltura, Caccia e Pesca (Piano Agricolo provinciale) e Turismo (Piano di Azioni 2009-
2011 del Sistema Turistico Po di Lombardia). In merito agli strumenti gestionali, il team di lavoro può avvalersi
di almeno 10 PC collegati in rete, di 5 fax e di almeno 7 stampanti.
Appare opportuno precisare che anche le altre Province mettono a disposizione professionalità operanti nei
settori ambiente, territorio, cultura e turismo per garantire uno sviluppo omogeneo di tutti gli interventi
costituenti il PIA. In particolare, il raccordo tra le varie amministrazioni provinciali verrà concretizzato sia
attraverso la convocazione del Comitato di Coordinamento, previsto all’art 5 “Organismi partenariali- Comitato
di Coordinamento” del Protocollo di Intesa Quadro sottoscritto da tutti i partner di progetto: le Province,
infatti, svolgono un ruolo di coordinamento e di indirizzo che passa attraverso la definizione della strategia e
delle iniziative di sviluppo (e la conseguente implementazione delle stesse), la revisione periodica e l'eventuale
reindirizzo dell'architettura strategica e degli obiettivi del progetto, in funzione degli esiti delle operazioni,
esercitando così un'attività di monitoraggio ex-ante, in itinere ed ex-post. Il supporto al project leader e al
team di lavoro viene garantito anche dai tavoli tecnici, le cui funzioni sono specificate al capitolo 7 del PIA.
2. Descrizione del parternariato
Percorso di costruzione del parternariato
Il PIA “Isole e Foreste” è la risposta alle numerose iniziative avviate nell’ambito del territorio delle quattro
province.
In particolare le quattro Province hanno avviato ciascuna sul proprio territorio un’attività di animazione
finalizzata a definire programmi e progetti funzionali allo sviluppo del territorio.
La verifica di convergenze e sinergie sviluppate nell’ambito dei territori ha poi spinto le quattro Province ad
avviare una serie di confronti che hanno portato alla decisione, condivisa con i territori, di procedere alla
candidatura di un unico PIA.
In particolare per quanto concerne la Provincia di Cremona il PIA rappresenta l’esito di un percorso di
formazione-informazione pubbliche sulle opportunità dei Fondi Strutturali ed in particolare del FESR, intraprese
dal Servizio PPSS, che hanno consentito di avviare un percorso di concertazione dapprima con gli enti locali del
territorio cremonese e in un secondo tempo con le province limitrofe ed i Consorzi per la gestione dei Parchi
insistenti sull’area. Attività di carattere formativo-informativo e di concertazione sono state poste in essere
con scrupolosità anche dalle singole Amministrazioni provinciali in relazione ai territori di riferimento.
Le attività di cui sopra sono sinteticamente riassumibili nella tabella seguente:
Tabella 1 - Incontri di informazione sul territorio provinciale e sul territorio di altre province in ordine alle
nuove opportunità di finanziamento
Data e luogo Area geografica coinvolta e partecipanti
09/07/07 - sede della Provincia a Cremona, circondario cremonese e casalasco - EELL
11/07/07 - sede della Provincia a Crema Circondario cremasco - EELL
2 aprile 2007: Sala Consiliare Comune di
Crema
47 Comuni area Cremasca, G.M. di Crema
23 aprile 2007 – Sala Polivalente in Grumello in
collaborazione con Reindustria
ELLL cremonesi e PMI
21 maggio 2007 – Sala Biblioteca di
Casalmaggiore
EELL area casalasca
06 giugno 2007 – Istituto Santa Chiara in
Casalmaggiore
Rotary e Lions Club di Casalmaggiore e Sabbioneta
16 luglio 2007 – San Giovanni in Croce Associazione Giovani Industriali, ASCOM, CNA
Tabella 2 - Incontri di affiancamento tecnico per la redazione dei progetti da candidare sugli Assi del FESR
con i Comuni delle province coinvolte, gli Enti Parco, il Sistema Po di Lombardia e il GAL Oglio Po
Data e luogo Enti partecipanti
Comune Romanengo 16/07/2007 ore 16.00 Comuni di Romanengo, Soncino, Cataletto di Sopra, Castel
Gabbiano, Moscazzano, Ticengo, Casale Cremasco, Genivolta,
Ricengo, Pianengo, Sergnano, Parco Oglio Nord e al
Coordinatore Sistema Po di Lombardia Sig. Palmiro Donelli
Comune Madignano 19/07/2007 ore 18.00 Comuni di Madignano, Montodine, Crema, Ripalta Guerina,
Castel Gabbiano, Gombito, Ripalta Arpina, Ripalta Cremasca
e Coordinatore Sistema Po di Lombardia Sig. Palmiro Donelli
Romano di Lombardia – Sede Parco 19/07/2007 Parco del Serio e Coordinatore Sistema Po di Lombardia Sig.
Palmiro Donelli
Comune Spino d’Adda 23/07/2007 Comuni di Spino d’Adda e Rivolta, Casaletto Ceredano,
Credera Rubbiano, Parco Adda Sud e Coordinatore Sistema Po
di Lombardia Sig. Palmiro Donelli
Cremona C.so Vittorio Emanuele 25/07/2007 Comuni di Azzanello, Bordolano, Castelvisconti, Corte de’
Cortesi, Pieve d’Olmi, Cremona, Gabbioneta, Corte dei
Frati, Robecco d’Oglio, Ostiano, Scandolara Ripa d’Oglio e
Coordinatore Sistema Po di Lombardia Sig. Palmiro Donelli
Comune Pizzighettone 25/07/2007 ore 21.00 Comuni di Pizzighettone, Formigara, Gombito, Crotta
d’Adda, Spinadesco, Moscazzano, Parco Adda Sud,
Coordinatore Sistema Po di Lombardia
Calvatone - Sede GAL 26/07/2007 ore 17.00 Comuni di Isola Dovarese, Pessina Cremonese, San Daniele
Po, Volongo, Calvatone, Casalmaggiore, Drizzona, Piadena,
Gussola, Martignana di Po, Motta Baluffi, Torricella del Pizzo,
Parco Oglio Sud, Coordinatore Sistema Po di Lombardia
Calvatone –Sede Parco Oglio Sud 24/09/2007
ore 21.00
L’incontro è stato promosso dal Parco per la condivisione
dell’idea progettuale
Isola Dovarese, Pessina Cremonese, Volongo, Calvatone,
Drizzona, Piadena, Gabbioneta Binanuova e Commessaggio
GAL Oglio Po
Settore Ambiente presso la Sede in Via Dante,
134 30/07/07
L’incontro è stato organizzato dal Settore Ambiente per
promuovere le opportunità legate al FESR
Tabella 3 - Incontri con le Province, gli Enti Parco e i Comuni per la definizione complessiva del PIA
Data e luogo Enti invitati
Crema – sede Provincia 17/09/2008 Provincia di Cremona, Liceo Artistico di Crema, parco del
Serio, Comune di Crema, Comune di Casale Vidolasco,
Comune di Pianengo, Comune di Pizzighettone
Cremona- ufficio Ass. Lazzari 15/09/2008 Provincia di Cremona, Comune di Casalmaggiore, Comune di
Cremona, Comune di Romanengo
Cremona – ufficio Ass. Spingardi 25/09/2008 Provincia di Cremona
Crema- sede Provincia 17/09/2009 Provincia di Cremona, Comune di Soncino
Cremona – sede Provincia 01/10/2008 Provincia di Cremona, Comuni di Cremona, Crema e
Casalmaggiore
Calvatone – sede GAL 22/10/2008 Provincia di Cremona, GAL
Cremona – sede Provincia 03/11/2009 Provincia di Cremona, Sistema Turistico
Soncino – sede del Comune 3/11/2008 Provincia di Cremona, Provincia di Brescia, Comune di
Soncino
Cremona- sede del Comune 6/11/2008 Provincia di Cremona, Comune di Cremona, Comune di
Spinadesco, Acciaieria Arvedi, Autostrade Centropadane,
Lodi – sede Parco Adda Sud 14/11/2008 Provincia di Cremona, Provincia di Lodi, Parco Adda Sud,
Sindaci di Rivolta d’Adda, Spino d’Adda, STER di Lodi
Calvatone – sede Parco Oglio Sud – 08/02/2008 Provincia di Cremona, Provincia di Mantova, Parco Oglio Sud
e Comuni area parco
Brescia – sede Provincia 17/03/2009 Provincia di Brescia, Provincia di Bergamo, Provincia di
Cremona
Calvatone sede GAL – 10/04/2008 Provincia di Cremona e GAL
Corte de’ Frati – sede Comune 25/03/2008 Provincia di Cremona, Provincia di Bergamo, Parco Oglio Nord
e Oglio Sud e Comuni interessati
Crema – sede Provincia 17/04/2008 Provincia di Cremona, Comuni di Casale Vidolasco,
Montodine, Ripalta Arpina, Pianengo, Genivolta , Azzanello,
Parco Oglio nord
Crema- sede Provincia 23/04/2008 Provincia di Cremona, Comuni di Crema, Romanengo, parco
Serio
Cremona - sala Giunta 23/05/2008 Province di Cremona, Bergamo, Brescia, Comune di
Commessaggio
Soncino – sede del Comune 26/05/2008 Provincia di Cremona, Comune di Soncino
Cremona Ufficio Ass. Lazzari 27/05/2009 Provincia di Cremona, Comune di isola Dovarese
Crema – sede Provincia 30/05/2008 Provincia di Cremona, Comuni di Spino d’Adda, Parco Adda
Sud
Cremona – sala Giunta 25/07/2008 Provincia di Cremona, Comuni di Cremona, Crotta d’Adda,
Martignana Po, Gussola, Pizzighettone, Formigara,
Spinadesco, San Daniele, Torricella del pizzo, Parco Adda Sud
Cremona- sala Giunta 29/04/2009 Provincia di Cremona, Comuni di Cremona, Spinadesco, San
Daniele, Casalmaggiore, Crotta d’Adda, Spino d’Adda
Robecco – sede Comune 03/04/2008 Provincia di Cremona, Parco Oglio Nord, Comuni di Robecco,
Corte Frati, Gabbioneta, Scandolara R/O
Provincia di Cremona – ufficio Ass. Lazzari
12/01/2009
Riunione tecnica Sett. Affari Istituzionali
Provincia di Bergamo – Ufficio turismo
16/01/2008
Province di Bergamo e Cremona
Soncino - sede Parco oglio Nord 12/02/2009 Provincia di Cremona, Parco Oglio Nord, Comuni di Soncino,
Azzanello, Genivolta
Calvatone sede GAL 02/02/2009 Provincia di Cremona, Provincia di Mantova, GAL Oglio PO
La Provincia di Mantova ha avviato a maggio 2007 un percorso di concertazione sull’intero territorio
provinciale che ha portato all’identificazione di ambiti territoriali omogenei che definissero, attraverso
processi concertativi, le linee strategiche di sviluppo del proprio territorio.
In questo contesto si è delineato un raggruppamento di 10 Comuni mantovani, con Capofila il Comune di
Commessaggio, che, sottoscrivendo un Protocollo d’Intesa, ha identificato le proprie priorità di sviluppo, con
particolare riferimento alla valorizzazione turistica, ambientale e culturale dell’area.
Questa modalità di lavoro, fatta di incontri bilaterali e collegiali, ha consentito di portare avanti in maniera
integrata la candidatura di varie progettualità in una logica di sistema.
I sindaci dei Comuni hanno quindi deciso di aderire in parte alla candidatura del PIA dell’Oglio ed in parte,
appunto, alla candidatura del PIA delle Foreste ed Isole del Po, essendo il territorio punto di confluenza dei
due fiumi.
Accordi ed intese pregresse
L’attività di animazione territoriale e di concertazione con gli enti locali e le associazioni è stata agevolata
dall’esperienza di concertazione con soggetti pubblici e privati del mondo economico-imprenditoriale e sociale
attivata a partire dal 2004 con il percorso del Patto per lo Sviluppo coordinato dalla Provincia di Cremona e
confluito successivamente nell’Accordo Quadro di Sviluppo Territoriale con Regione Lombardia (meglio
descritti nel par. 4).
E’ stata altresì agevolata dai numerosi accordi tra l’Amministrazione Provinciale e numerosi Comuni interessati
dal PIA “Isole e Foreste”: tra gli accordi stipulati si segnalano:
• Protocollo d’intesa tra la Provincia di Cremona ed il Comune di Cremona per la realizzazione del progetto
relativo alla costruzione di un nuovo ostello e struttura ricettiva per turismo fluviale sul fiume Po
• Convenzione tra l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, la Provincia di Cremona, la Camera di
Commercio di Cremona, il Comune di Cremona, il Comune di Crema, il Comune di Casalmaggiore,
l'Associazione Industriali della provincia di Cremona, l'Associazione Piccole e Medie Industrie della provincia di
Cremona, l'Associazione Artigiani della provincia di Cremona, la C.N.A.,le Organizzazioni Sindacali CGIL, CISL e
UIL di Cremona, per il rinnovo dell’attività del Servizio Informativo Economico-Sociale (SIES)
• il Protocollo tra la Provincia di Cremona e i Distretti di Cremona, Crema e Casalmaggiore per l’attuazione
della legge 1/2005.
La concertazione con le altre Province, i Consorzi per la gestione dei Parchi e le varie associazioni sono stati
facilitati dall’intensa attività di relazioni consolidate tra i territorio coinvolti; numerosi sono i progetti
sovraprovinciali già realizzati o in fase di realizzazione e gli accordi sottoscritti tra gli enti locali interessati dal
PIA; tra questi si ricordano:
• Protocollo d’intesa interprovinciale per il coordinamento delle programmazioni territoriali nell’ambito
costituito dalla pianura bergamasca e dall’alto cremasco, sottoscritto il 5 marzo u.s.;
• Accordo di programma tra la Provincia di Cremona e la Provincia di Lodi e il Comune di Dovera in merito alla
rete delle piste ciclabili nel 2000;
• Protocollo d’intesa tra la Provincia di Cremona e quella di Lodi per l’avvio di progetti di valorizzazione
turistica del territorio;
• Convenzione per l’istituzione del Parco di Interesse Sovracomunale Fiume Tormo tra le Province di Cremona,
Lodi e Bergamo;
• Convenzioni con le Province di Lodi e Bergamo per la gestioni di alcuni tratti di ex strade statali ricadenti a
ridosso della linea di confine amministrativo;
• Protocollo d’intesa tra la Provincia di Cremona, la Provincia di Mantova, l’Azienda di promozione turistica
cremonese, il Parco Naturale Oglio Sud, Il consorzio di Bonifica Navarolo Agro cremonese-mantovano e i Comuni
delle province di Cremona e Mantova per la realizzazione del progetto “Il Grande Fiume”;
• Creazione dell’Agenzia per la Logistica e i Trasporti della Lombardia orientale da parte delle Province di
Mantova, Brescia, Bergamo e Cremona;
• Progetto relativo al raccordo ferroviario fra la linea Parma - Brescia e le aree industriali di Casalmaggiore (Cr)
e Viadana (Mn).
Va inoltre sottolineato che le Province di Cremona, Mantova e Lodi operano in stretta sinergia nell’ambito della
Consulta delle tredici Province del Po per il progetto Speciale Strategico del FAS “Valle del Fiume Po”.
Tra i progetti sovracomunali che interessano la provincia di Cremona merita di essere evidenziato il progetto
concordato d’area del cremasco finanziato dal PSR nel 2008.
Si sottolinea peraltro che le attività dei Parchi Adda Sud, Adda Nord e Serio coinvolgono, oltre alle Province,
anche i Comuni dei territori cremonese, lodigiano e bergamasco.
Il parternariato del PIA “Isole e Foreste” è reso ancor più saldo in quanto le Province di Lodi, Cremona e
Mantova fanno parte del Sistema Turistico Po di Lombardia, la cui azione si è sviluppata, principalmente,
intorno a due direttrici che rappresentano l’elemento caratterizzante e specifico dell’offerta turistica
dell’ente: la navigazione fluviale e la fruibilità slow del territorio. A tale riguardo le Province hanno realizzato
nel maggio 2006 il progetto “Il piacere della scoperta - In bicicletta attraverso le province di Pavia, Lodi,
Cremona, Mantova alla scoperta slow di un territorio”, mentre nel 2007 il Sistema ha partecipato al progetto
comunitario BLUe (Building river Landscape across United Europe), un intervento coordinato dalla Regione
Lombardia, con il partenariato italiano delle Regioni Piemonte ed Emilia-Romagna e della Provincia di
Piacenza (quale capofila della Consulta del Po) e dei partner stranieri di Municipalità di Vila Real De Santo
Antonio (PORTOGALLO- ALGARVE), Parc Fluvial Navas-Berga e Consorzio Alba-Ter (SPAGNA – CATALUNYA) e
della Prefettura di Pieria (GRECIA – MACEDONIA) finalizzato alla elaborazione di proposte didattico-culturali
legate alla storia, all’immagine e all’identità della pianura fluviale e alla valorizzazione e promozione delle
stesse secondo una logica di rete. Il Sistema Po di Lombardia ha inserito nei Piani di Azione 2009-2011 circa
270 progetti, di cui la maggior parte è proposta dai Comuni ed Associazioni dei territori cremonese,
mantovano e lodigiano.
E’ utile precisare che le Province, componenti del Comitato di coordinamento ai sensi dell’art 5 dell’accordo
di parternariato, garantiscono il raccordo complessivo dell’intero PIA; i Comuni, i Parchi, gli altri soggetti che
compongono l’Assemblea del parternariato garantiscono la realizzazione delle singole operazioni nonché la
compartecipazione finanziaria per la realizzazione dei progetti; si fanno altresì garanti della coerenza degli
interventi rispetto al PIA complessivo.
La Provincia di Cremona vanta una rilevante esperienza nella gestione di progetti di valenza europea; in
particolare è stata capofila nel progetto LIFE Ambiente "GPPnet. La rete degli acquisti pubblici verdi", e
capofila nel progetto “restore the alluvional forest” (Life Natura); ha partecipato al progetto DEEP
(Dissemination of Energy Efficiency Measures in the Public building sector), candidato nell’ambito del
programma europeo Intelligent Energy Europe, ha aderito al progetto Procuro+, la campagna promossa
dall’I.C.L.E.I. (The International Council for Local Environmental Initiatives); ha partecipato al progetto SMART
(Strategies to promote small scale hydro electricity production in Europe) cofinanziato dal Programma EIE,
bando 2006; ha partecipato al progetto “Tutela e conservazione dello storione cobice” (LIFE 04) e al progetto
RICA (cooperazione decentrata in Bosnia Erzegovina per accelerare il processo di rafforzamento della
competitività delle aziende lattiero casearie; ha partecipato al progetto Equal Competence (IC Equal – ASSE
ADATTABILITA’ – misura 3.1); ha partecipato ai progetti “Regins – InterAge” e “Tra.Lo.Tra” sul programma
Interreg IIIC; ha partecipato al progetto “Sotto il segno dei gemellaggi” (Town Twinning 2000-2006); ha
partecipato al progetto Koinè (Equal); ha partecipato a più progetti di cooperazione decentrata, tra cui
“Progetto Guatemala” e “Progetto Cuba”; è stata infine capofila e partner in molteplici progetti, realizzati tra
il 2003 e il 2007, finanziati dal POR ob.3 FSE (programmazione comunitaria 2000-2006). Con riguardo
all’ambito locale, la Provincia di Cremona ha promosso e attivato numerosi momenti di concertazione con i
Comuni del territorio provinciale per la redazione del PTCP e per la definizione del contenuto minimo dei PGT
comunali; ha promosso e perfezionato, in qualità di ente capofila del Sistema Turistico Po di Lombardia, i
Piani di Azione 2009-2011; ha realizzato azioni e progetti nell’ambito dei vari strumenti d'azione di Agenda 21
(forum sulle problematiche ambientali più rilevanti, valutazione degli impatti ambientali delle attività umane
fino alla costruzione del Piano d'Azione Locale, Green Public Procurement) ed ha attivato in sinergia con le
varie categorie economiche e sociali del territorio (ASCOM, ASVICOM, Ass. Artigiani, Confesercenti, CCIAA,
CNA) i progetti “Osservatorio Turistico” e “Governance del Turismo”, nonché alcuni progetti didattici
Provinciali, tra cui la “Biosicurezza degli allevamenti”, "Lo Spaventapasseri" e "L’Oasi visibile" rivolti a tutta la
popolazione scolastica del territorio cremonese, dalle scuole materne alle superiori, offrendo percorsi
didattici specifici sia per l’alimentazione che per la fauna ittica, la vegetazione acquatica e riparia, la fauna
selvatica e la razza canina.
Anche la Provincia di Mantova vanta una rilevante esperienza nella gestione di progetti con valenza europea;
in particolare ha realizzato, in parternariato anche con la Provincia di Cremona, nel 2006 il progetto
“ReginsInterage”, cofinanziato dal Programma Interreg IIIC; ha realizzato il progetto “Qualità totale”
nell’ambito del Programma Azioni di informazione sulla PAC, tra luglio 2005 e maggio 2006; il progetto “SPAS”
cofinanziato dal VI Programma Quadro, tra il 2005 e il 2007; il progetto “No Out”, cofinanziato dal FSE, tra il
2005 e il 2007; il progetto "Note di strada – I percorsi alternativi della musica" cofinanziato dalla L.R. 6/2000;
il progetto “Praxis”, cofinanziato da Interreg IIIC, tra il 2004 e il 2007; il progetto "RIS-Trøndelag" nell’ambito
del Programma Innovazione Regionale, tra il 2004 e il 2007; il progetto “Conoscenza e Cooperazione”
nell’ambito del Programma Gemellaggi di città 2004; il progetto “Hicira” nell’ambito del Programma “Cultura
2000”, tra il 2003 e il 2004; il progetto “Milunet” cofinanziato da Interreg IIIC, tra il 2003 e il 2007; il progetto
“Aspect”, cofinanziato da Interreg IIIB Spazio Alpino, tra il 2006 e il 2008. La Provincia di Mantova è inoltre
membro di Arco latino, organizzazione territoriale tesa a definire strategie ed iniziative congiunte di
comunicazione, lobbying ed azioni pilota necessarie a sviluppare il territorio euromediterraneo: si tratta di
uno spazio di cooperazione fra comunità territoriali in cui elaborare azioni integrate in diversi ambiti strategici
ai fini del potenziamento della coesione economica e sociale dei territori che ne fanno parte. E’ infine
associata ad AICCRE, l'Associazione Italiana del Consiglio dei Comuni e delle Regioni d'Europa. La Provincia di
Mantova ha inoltre sviluppato, attraverso l’istituzione di un apposito servizio Progetti Speciali e Sviluppo,
consistenti esperienze in termini di gestione di progetti integrati (in primis il PISL Basso Mantovano), che
fondano le proprie radici in un percorso di programmazione concertato e condiviso che ha caratterizzato anche
la stesura del PTCP e che ha fornito le basi su cui innestare le strategia di sviluppo del territorio in questo
nuovo periodo di programmazione.
La Provincia di Bergamo nel febbraio 2006 ha sottoscritto la convenzione con Regione Lombardia per
l'esecuzione del progetto sullo sviluppo del turismo sostenibile nel territorio provinciale bergamasco (OB2
Misura 1.9 "Sviluppo del turismo sostenibile nel rispetto della qualità ambientale). Sono interessati dal
progetto le Piccole e medie imprese dei comuni in area Obiettivo 2. Il progetto è stato finanziato dal Fondo
Europeo di Sviluppo Regionale (FESR) e si è concluso nel luglio 2007. La Provincia ha inoltre avviato a partire
dal 2003 il progetto “Agenda 21 nelle Valli bergamasche”, cofinanziato dalle risorse dell’obiettivo 2 e che ha
coinvolto quattro Comunità montane: Valle Brembana, Valle Seriana superiore, Valle di Scalve, Valle Imagna.
E’ stato realizzato il progetto “Sportelllo informativo Città Sostenibile per la promozione e la trasformazione
degli spazi urbani e naturali e l'abbattimento delle barriere architettoniche”, finanziato dalla Regione
Lombardia attraverso il documento unico di programmazione Obiettivo 2 misura 2.5 e il progetto “Banda larga
nelle aree montane dell’Obiettivo 2”, che ha coinvolto i Comuni di quattro valli (Imagna, Seriana Superiore,
Valle Brembana e Valle di Scalve), tra il settembre 2005 e il settembre 2007. La Provincia di Bergamo ha
partecipato inoltre ai progetti “MoDi – Montagna Digitale”, “R.C.S.M. Rete dei Centri Storici Minori” finanziati
dal programma Interreg IIIC, e “Iron Route – la via dei metalli” finanziato dal programma Interreg IIIB Spazio
Alpino; dall’ottobre 2007 all’aprile 2008 ha partecipato al progetto SECTOR "Shared Enhancement for
Cooperation to transform and Restructure" derivante dal Programma Comunitario Article 6 - EU Commission
Employment , social affairs and equal opportunities; dal novembre 2007 al novembre 2008 ha attivato il
progetto TIR "Textile Innovative Restructuring", attualmente in progress, derivante dal Programma
Comunitario EU Commission Employment, social affairs and equal opportunities; dal novembre 2007 a giugno
2008 ha partecipato al programma EU Leonardo da Vinci Mobility (Vetpro Programme) in cui i partner erano
Azienda Bergamasca di Formazione (ABF) e Bury College (United Kingdom).
La Provincia di Lodi ha partecipato in qualità di Ente partner al progetto "Governance di parità" a valere sul
FSE misura E 1 obiettivo 3 - Promozione della partecipazione femminile al mercato del lavoro anno 2001-
(capofila Provincia di Cremona); ha partecipato al progetto “COMPETENCE: un sistema di competenze per le
biotecnologie nell’agroalimentare”, finanziato nell’ambito dell’Iniziativa Comunitaria EQUAL - Asse
Adattabilità; il progetto, avviato il 1 luglio 2005, ha avuto la durata di 30 mesi. Ha infine partecipato al
progetto “Imprese sociali per il sistema parchi e territorio” nell’ambito del Programma di Iniziativa
Comunitaria EQUAL 2^ Fase - Asse Imprenditorialità: tra i partner vi erano anche le Province di Milano, Varese,
Brescia e Pavia oltre a numerose associazioni, consorzi, parchi, cooperative, comunità montane dei rispettivi
territori.
Il Consorzio per la Gestione del Parco naturale dell’Adda Sud ha sottoscritto con i Comuni di Comazzo,
Merlino, Zelo Buon Persico, Boffalora, Rivolta d’Adda, Spino d’Adda oltre che con la Provincia di Lodi, un
protocollo d’intesa che definisce tutti gli interventi di tutela e valorizzazione del patrimonio naturale e
culturale ricadenti nell’area di competenza del Parco Regionale e costituenti l’operazione “Percorsi
naturalistici tra i Parchi Adda Nord e Sud”: l’attuazione di tale progetto consente di dare coerenza e
continuità ai percorsi dell’Adda in prossimità dei confini dei Parchi Adda Sud e Nord, tra i centri urbani di
Capriate San Gervasio e Spino d’Adda, raggiungendo la cittadina di Boffalora. L’operazione in oggetto,
proponendo la riqualificazione di un lungo percorso ciclopedonale su un sentiero esistente che corre lungo le
sponde dell’Adda tra Rivolta e Boffalora d’Adda transitando per Spino d’Adda, consente da un lato la piena
fruizione ed accessibilità al fiume e dall’altro funge da connessione tra la rete ciclo-pedonale del parco Adda
Nord e quella del lodigiano.
Il Parco del Serio e i Comuni di Casale Cremasco-Vidolasco, Sergnano, Pianengo e Crema sono legati dalla
volontà di realizzare interventi di cucitura dei percorsi del parco, indispensabili al disegno complessivo dei
sentieri del Lago Gerundo: ne costituiscono, infatti, tutta la sponda orientale che da Casale Cremasco e
Sergnano arrivano alla confluenza del Serio con l’Adda e poi ai sentieri del Serio Morto. Inclusi in questo lotto di
lavori ed indispensabili alla connessione funzionale di tutto il percorso sono la passerella ciclabile tra Casale
Cremasco e Sergnano, per la cui realizzazione è stato sottoscritto tra il Parco del Serio, i Comuni di Casale
Cremasco-Vidolasco e Sergnano un Accordo di Programma; la pista ciclabile, in Comune di Pianengo, di
collegamento fra questi ambiti e la Città di crema, oltre che con tre ingressi preferenziali al Sito di Importanza
Comunitaria della Riserva Palata del Menasciutto, di cui il Parco del Serio è ente gestore.
Ciò che lega i comuni di Formigara, Gombito e Pizzighettone è il fiume Adda ripensato come veicolo di
aggregazione e comunicazione, via per raggiungere centri, mercati e fiere. Già oggi vi è un’attività “spontanea”
promossa e gestita dal Consorzio Navigare l’Adda che trasporta i cittadini di località rivierasche nei luoghi di
mercato settimanale o in quelli dove vi sono le fiere. Il trasporto diventa occasione di aggregazione ma
soprattutto diventa “trés d`union” dei centri storici delle cittadine appoggiate al corso dell’Adda. Crotta
d’Adda rappresenta il punto di collegamento tra il centro di Pizzighettone e quello di Cremona, attraversando il
territorio di Spinadesco. Il progetto promosso dal Comune di Cremona intende realizzare un percorso
cicloturistico che, correndo parallelo al corso del fiume Po e del Parco del Morbasco, colleghi i confini di
Spinadesco ad ovest della città, sino a Gerre de’ Caprioli, Comune ad est della città. Non secondaria è la
funzione di Cremona come luogo di interscambio: qui arriva il treno, l’autostrada, si è sul crocevia di tutta la
rete ciclabile cremonese e qui ha inizio la navigazione lungo il Po. Da questo punto in poi il fiume è attrezzato a
sostenere la navigazione fluviale, a Gerre dé Caprioli, Stagno Lombardo, San Daniele Po, Motta Baluffi,
Casalmaggiore, Viadana e, verso Mantova, a Borgoforte.
I Comuni della provincia di Mantova (Viadana, Dosolo, Sabbioneta e Borgoforte) partner del PIA “Isole e
Foreste” hanno sottoscritto un protocollo d’intesa con la Provincia di Mantova, il Gal Oglio Po, il Parco Oglio Sud
e le Amministrazioni Comunali di Commessaggio, Pomponesco, Gazzuolo, Marcaria, San Martino dall’Argine,
Bozzolo, Rivarolo Mantovano, finalizzato al potenziamento e all’incentivazione turistica del patrimonio
architettonico ambientale e culturale dell’area compresa tra i fiumi Po e Oglio e che fonda le proprie basi sulla
consequenzialità naturale e ambientale con il progetto “Sistema unico di percorrenza” promosso e realizzato dal
GAL Oglio Po in territorio Mantovano e Cremonese: tale progetto si fonda sulla necessità di pensare ad un
programma integrato e condiviso che raccolga tutte le potenzialità presenti nel territorio compreso tra i fiumi
Po e Oglio, allo scopo di valorizzarle e organizzarle interpretando come omogenea questa porzione di pianura.
Il Sistema Turistico Po di Lombardia è il più ampio Sistema Turistico a livello Nazionale, esteso su quattro
province: Cremona, Mantova, Lodi e Pavia. Si tratta del primo sistema che ha ottenuto il riconoscimento da
parte della Regione Lombardia attraverso l'approvazione del Programma di Sviluppo Turistico (delibera del 4
agosto 2005 n. VIII/518). Ufficialmente istituito il 9 febbraio 2004 a seguito della sottoscrizione di una
convenzione tra i quattro Enti coinvolti, il STPL persegue le seguenti finalità:
• sviluppo di nuove potenzialità turistiche;
• qualità dei prodotti turistici e offerta nuovi prodotti;
• integrazione tra differenti tipologie di turismo;
• realizzazione di interventi infrastrutturali e di riqualificazione urbana del territorio;
• sostegno dell'innovazione tecnologica;
• crescita della professionalità degli operatori e sviluppo delle competenze manageriali;
• promozione e attività di marketing.
Il Sistema si propone essenzialmente di elaborare congiuntamente programmi e progetti di promozione integrata
e sviluppo turistico dei territori compresi nella fascia lombarda del fiume Po.
Le iniziative più significative che hanno finora connotato l'attività del Sistema Turistico:
• partecipazione congiunta a fiere e manifestazione nazionali e internazionali;
• organizzazione di educational tours per operatori e giornalisti;
• realizzazione di materiale promozionale;
• elaborazione di progetti integrati che prevedono l'adeguamento e la valorizzazione di una fitta rete
ciclabile;
• recupero degli argini dei fiumi; potenziamento ai fini turistici della navigazione fluviale;
• promozione del patrimonio ambientale-storico-artistico-culturale e dei prodotti enograstronomici
tradizionali del territorio coinvolto.
Nel periodo 2004-2008 l’attività del Sistema si è sviluppata principalmente intorno a due direttrici che
rappresentano l’elemento caratterizzante e specifico dell’offerta turistica “Po di Lombardia”: la navigazione
fluviale e la fruibilità “lenta” del territorio.
Tra il 2004 e il 2008 sono stati realizzati progetti per un ammontare complessivo pari quasi a 18 M euro, mentre
nel periodo 2009-2011 il Piano di Azione del Sistema prevede la realizzazione di 270 progetti per un investimento
complessivo che ammonta a circa 146 Milioni di euro; tra i progetti inseriti nel Piano di Azione 2009-2011 vi sono
anche tutti gli interventi che compongono il PIA “Isole e Foreste”.
Al presente PIA partecipa l’Associazione Promoisola, associazione che rappresenta i Comuni appartenenti
all’Isola bergamasca ed avente tra le sue finalità la divulgazione e la fruizione del patrimonio e delle
testimonianze culturali presenti nel territorio dell’Isola Bergamasca, terra racchiusa dai fiumi Adda e Brembo; in
collaborazione con istituzioni nazionali ed internazionali essa promuove e realizza studi e ricerche finalizzati alla
conoscenza dei valori storico-culturali del contesto dell’Isola Bergamasca e della Provincia di Bergamo.
L’Associazione Promoisola è tra i promotori del Sistema Turistico “Bergamo, Isola e Pianura”, con il quale il
Sistema Turistico Po di Lombardia potrà sviluppare intese finalizzate alla realizzazione di attività e azioni
coordinate di promozione delle operazioni del PIA.
L’Associazione Teatro sociale di Villastrada, iscritta alle persone giuridiche private della Regione Lombardia al
n 1466/2002- Cam Com. di Mantova n 218619 Rea, opera ,senza scopo di lucro, per il recupero e la gestione,
diretta o attraverso altri Enti, del teatro sociale di Villastrada.
E’ stata costituita.in data 28 novembre 1995 n 96791/13577 atto notaio Chizzini, con fondo patrimoniale iniziale
di € 157.689,89, retta da un Consiglio di Amministrazione composto da 5 membri per la durata di tre anni oltre
al collegio dei revisori composto da tre membri.. E’ giuridicamente riconosciuta, in quanto iscritta tra le Persone
giuridiche private, a seguito del decreto Regione Lombardia n 11421 del 17 giugno 2002
Il Teatro è pervenuto alla Associazione a seguito di autorizzazione in data 26 marzo 1998 rilasciata dalla
Presidenza del Consiglio dei Ministri- Dipartimento dello spettacolo- alla Prefettura di Mantova la quale ha
emesso decreto di esproprio prot. 5855-99/I^ rep. 1367 in data 20 settembre 1999.
3. Descrizione del PIA e definizione degli obiettivi
Origini e motivazioni del progetto
L’idea fondante di “Isole e foreste” nasce nel contesto di attività ed interventi che gli enti locali promotori del
progetto integrato hanno sviluppato nell’ultimo decennio: i Sistemi verdi, con il progetto “Dieci grandi foreste
per la pianura”; il Sistema turistico Po di Lombardia; i progetti attuati dalla Provincia di Mantova con il “Grande
fiume” e dalla Provincia di Cremona con “Vie d’acqua”.
• Con “Dieci grandi foreste per la pianura” la Provincia di Cremona ha attuato la scelta strategica di creare
nuove foreste planiziali, scelta derivante dalla presa di coscienza della quasi totale scomparsa dei boschi
nella pianura e nei fondovalle e del conseguente notevole impoverimento di biodiversità e di qualità del
paesaggio.
Provincia di Cremona e Regione Lombardia hanno realizzato, fino ad oggi, 104 ettari di grandi foreste e oltre 100
ettari di impianti di forestazione, con l’obiettivo di elevare la qualità del paesaggio rurale.
Tutti gli interventi sono realizzati in aree golenali (fiume Po ed affluenti), dove più facilmente è possibile
reperire aree demaniali per avviare progetti di riqualificazione ambientale, condotti dai Comuni o da privati.
L’azione è finalizzata a dare continuità all’ampliamento delle superfici che complessivamente vengono
rimboschite con essenze autoctone.
“Isole e foreste” si inserisce nel contesto di questo lungo lavoro che si sta sviluppando, per completare l’intero
quadro di un sistema di accessibilità alle aree protette, alle nuove foreste e a quelle emergenze antropiche di
cui il territorio è ricchissimo.
Il progetto intende infatti costruire un sistema in cui “la foresta” e le aree protette siano facilmente
raggiungibili dai centri abitati, inserendole anche nel contesto delle piste ciclabili esistenti.
Si vuole quindi aprire la strada ad una nuova concezione di foresta vivibile, in linea con gli indirizzi Europei per il
miglioramento della qualità della vita e dell'ambiente, oltre ad una nuova forma di pianificazione sostenibile del
territorio.
• Il Sistema turistico Po di Lombardia si è caratterizzato per l’attuazione nell’ultimo decennio di interventi di
fruibilità del fiume, delle sue aree golenali e di tutte le emergenze culturali di cui l’asta fluviale è
costellata. Il programma è stato costruito insieme alle Province di Mantova, Lodi e Pavia nell’intento di
rendere fruibile ed accessibile una delle più suggestive vie d’acqua d’Europa.
Si è operato puntando alla realizzazione di prodotti turistici che, raccogliendo le peculiarità del territorio,
sappiano proporle con una dimensione e qualità di Sistema. L’azione si è sviluppata, principalmente, intorno a
due direttrici che rappresentano l’elemento caratterizzante e specifico dell’offerta turistica “Po di Lombardia”:
la navigazione fluviale e la fruibilità slow del territorio.
Il progetto sulla navigazione prevede naturalmente che tutte le opere realizzate o che si andranno a realizzare
siano compatibili con la tutela e valorizzazione dell’ambiente. Nel contempo si opera per l’integrazione di
servizi (aree sosta per auto e camper) e per i collegamenti con la fitta rete di ciclabili in modo da creare un
sistema di intermodalità che permetta l’utilizzo di mezzi di trasporto e di movimento (bici+barca) che
consentono una fruizione slow del territorio.
L’altra ricchezza e peculiarità del Sistema è rappresentata dall’ambiente naturale, dall’intreccio di fiumi, e di
canali di irrigazione di grande rilevanza storico-culturale, da un territorio caratterizzato da una fitta rete di
piste ciclabili e dalla presenza di numerosi parchi.
Ne sono derivate azioni di tipo immateriale, legate alla promozione coordinata del paesaggio fluviale del Po e
azioni di tipo strutturale, la più concreta è stata la realizzazione della ciclovia del Po, che ha partendo da
Piacenza si spinge fino ai confini con Mantova, è parte di EuroVelo n° 8, che entra in Italia da Ventimiglia, e
percorre il Po fino alla laguna veneta.
Il “Grande fiume” e “Vie d’acqua” sono entrambi progetti finalizzati alla realizzazione di azioni coordinate in
cui le risorse ambientali, culturali e infrastrutturali si compongono in un unico lungo percorso che corre
sulle aste fluviali.
Parchi fluviali, costellati da rocche, castelli, torri e cinte murarie, sono i contesti che costituiscono l'ossatura
principale dei progetti: l’ambiente fluviale si presta alla realizzazione di corridoi di connessione, greenways e
blueways, percorsi naturalistici con importanti evidenze di natura antropica.
Il “Grande fiume” e “Vie d’acqua” si caratterizzano per una forte identità sia geografica che di contenuti; la
caratteristica di essere un territorio “intercluso” tra i fiumi ne rafforza le potenzialità.
L’ambito di progetto è racchiuso all’interno di corsi d'acqua tra i più importanti della nostra Regione, il Po,
l’Adda e il Serio, che insieme all’Oglio costituiscono un ampio anello fluviale che per lunghi tratti concede
varietà di percorsi e paesaggi.
Il legame tra l'ambiente naturale e la storia dell'uomo ed i suoi segni è ormai flebile, ma ancora leggibile. Il
paesaggio della pianura lombarda è fragile, non ha elementi identificativi imponenti; i suoi caratteri culturali e
naturali vanno preservati dalla tendenza a trasformare il paesaggio ad uso di dinamiche che non sono legate alla
sua conservazione. Il nostro paesaggio è ricco di elementi da salvaguardare e da rendere intelligibili e chiari ai
cittadini e ai viaggiatori: questo è uno degli obiettivi del progetto “Isole e foreste”.
Altro elemento su cui porre l’attenzione prima di descrivere il progetto è legato alla definizione della Rete
Ecologica Regionale e delle declinazioni di tale strumento a livello provinciale.
La Rete ecologica regionale si sviluppa lungo le aste fluviali della Regione, anche lungo quelle dell’Adda e del
Po. Le Province interessate dalla rete ecologica insieme agli Enti parco hanno attuato numerose iniziative,
alcune delle realizzazioni sono diventate materiale di lavoro per il progetto Isole e foreste tra Adda e Po.
Lo sforzo che le amministrazioni proponenti hanno sviluppato, coordinandosi e riconoscendosi nel contesto
progettuale appena descritto, è finalizzato al consolidamento dell’identità interna del territorio e delle sue
vocazioni (si veda la descrizione delle attività precedenti) e nel rafforzarne i legami con l’esterno.
Questa seconda motivazione ha portato allo sviluppo di interessanti intese fra le Province di Cremona, Mantova,
Bergamo e Lodi, che hanno dato la possibilità di definire l’idea di costruire, dal punto di vista infrastrutturale,
un lungo circuito fluviale che si sviluppa lungo le aste del Po, dell’Adda e del Serio, capace di attrarre il turismo
esterno tanto quanto il turismo locale.
Il contesto – Analisi SWOT
In ambito territoriale, l’analisi SWOT è utilizzata per definire il posizionamento competitivo di un
territorio rispetto al suo ambiente interno e al suo ambiente esterno.
Con riferimento all’area oggetto del PIA in esame, è possibile definire l’analisi SWOT come segue.
Ambiente interno Punti di forza: sono le risorse e le capacità che i sistemi locali utilizzano per raggiungere gli obiettivi prefissati.
• Presenza di corsi d’acqua importanti • Strutture fluviali di importanza ecologica e
paesaggistica • Presenza di valli fluviali, come aree meno
interessate dalle attività umane e con un livello di qualità ambientale superiore rispetto alle aree circostanti
• Presenza di numerose riserve naturali e ambienti naturali intatti
• Ricchezza di centri urbani minori • La vocazione agricola e la modesta
espansione urbana hanno consentito di conservare inalterate le caratteristiche originarie architettoniche e ambientali del territorio
• Infrastrutture già in essere • Impegno dei soggetti locali coinvolti
Punti di debolezza: sono i problemi e le difficoltà da affrontare nel raggiungimento degli scopi. • Mancanza di raccordi tra gli interventi già
realizzati • Accessibilità ad aree protette e al patrimonio
culturale
Ambiente esterno
Opportunità: sono le situazioni positive da sfruttare. • Patrimonio ambientale e culturale da
valorizzare • Attrattività turistica e competitività dell’area
da incrementare • Navigazione fluviale • Fruibilità slow del territorio • Legame identitario da rafforzare • Ottica della sostenibilità • Decentramento rispetto alle nuove
infrastrutture • Patrimonio architettonico (architetture di
bonifica, chiuse, altri manufatti) legato al “patrimonio acqua”
• Importanza degli accordi già in essere tra i soggetti coinvolti
Minacce: sono le situazioni rischiose da evitare. • Opere insediative e infrastrutturali a danno
della naturalità dei luoghi • Tempi eccessivamente lunghi di realizzazione
degli interventi
Gli obiettivi
Le potenzialità dell’impostazione dal punto di vista dell’ obiettivo generale che si intende perseguire -
incrementare l’attrattività e la competitività dell’ambito del progetto facendo leva sugli elementi di
distinzione e le caratteristiche peculiari del paesaggio fluviale ha condotto alla scelta di costruire questo
complesso ma importante piano integrato interprovinciale, impostato in funzione della messa a sistema non solo
dei percorsi, ma anche dei contenuti, sviluppando “piccoli” ma organici progetti di collegamento dell’esistente
coordinati in una idea organica di lettura del territorio.
L’idea fondante è quella di costruire un legame fisico e di contenuti tra i fiumi ed il patrimonio culturale ed
ambientale che su questo si è sviluppato.
Il metodo, quello di lavorare sulle “cuciture” necessarie per definire un percorso di viabilità dolce, sia questo
ciclopedonale o fluviale, e sul potenziamento e valorizzazione delle risorse culturali ed ambientali.
Questa impostazione ha permesso di coinvolgere numerosissime amministrazioni locali e gli enti parco, che
hanno potuto valorizzare, selezionandole, le progettualità più significative inserendole in un’ottica di sviluppo
condivisa, formalizzata nel protocollo di intesa quadro che documenta la costruzione del parternariato.
La necessità che si rileva è quella di assecondare la naturale vocazione dei fiumi e far sì che l’intero sistema
costruito fino ad oggi si relazioni con l’Adda per raggiungere Lecco e quindi il sistema dei laghi, compiendo
un’autentica opera di continuità e rendendo fruibili le ricchezze del nostro paesaggio fluviale.
La Provincia di Cremona, ente capofila, è il crocevia di questo sistema che “sfrutta” i numerosi interventi già
realizzati dalle altre Province (Bergamo, Lodi, e Mantova) e attua quei collegamenti mancanti senza i quali
l’intero sistema non può esistere.
Il progetto, che coinvolge i territori delle Province di Bergamo, Lodi, Cremona e Mantova, si muove lungo le aste
dei fiumi Po, Adda e Serio, per costruire un unico sistema di percorribilità ciclabile e fluviale e di accessibilità
alle aree protette ed alle ricchezze del patrimonio culturale locale.
Tale finalità è declinata nell’obiettivo specifico
Conseguire un modello di mobilità sostenibile sviluppato su un unico sistema di percorribilità (piste ciclabili
e navigabilità) e di accessibilità alle risorse naturali e culturali
Si rimanda al par. 8 relativo al monitoraggio degli obiettivi del PIA – obiettivo specifico 1.
Di quest’ultimo particolarmente rilevanti sono le Porte di accesso, a nord il Villaggio Operaio di Crespi d’Adda e
a sud la Città di Sabbioneta, entrambe riconosciute dall’UNESCO come Patrimonio Universale dell’Umanità. La
loro rappresentatività è inoltre fortemente significativa della mutevolezza del paesaggio fluviale, nella
accezione più squisitamente legata alla Convenzione europea del paesaggio.
La finalità è dare coerenza e continuità agli itinerari culturali e naturalistici, all’Adda di Leonardo, alle città
murate cremonesi, alle foreste golenali del fiume Po, alla valorizzazione dei piccoli borghi rurali, costruendo le
condizioni logistiche di accessibilità e fruibilità delle sponde fluviali dell’Adda.
Consentire la percorribilità degli itinerari che dal Parco Adda Nord, quindi da Lecco, scendono verso il confine
tra le Province di Bergamo, Milano e Cremona raggiungendo quindi il territorio lodigiano e la città di Lodi
significa attuare un lavoro di minuta cucitura di percorsi esistenti prossimi al letto del fiume, e poi dove
possibile raggiungere percorsi e tracciati già esistenti.
Da Pizzighettone raggiungendo Cremona è possibile prendere la ciclovia del Po e percorrere in bicicletta o in barca tutto il Po, raggiungendo Mantova o Pavia.
L’intero tragitto corre lungo la rete ecologica regionale, a volte intersecandola, a volte al suo interno,
con l’obiettivo che i due momenti diventino modelli di coesistenza e di sostegno reciproco. Ne deriva
l’obiettivo specifico
Costruire un processo di integrazione tra la rete ecologica lombarda e provinciale e gli itinerari
ambientali e culturali delle aste fluviali tra Adda, Po e Serio
Si rimanda al par. 8 relativo al monitoraggio degli obiettivi del PIA – ob. specifico 2
Ci si propone di verificare come le due reti possano intrecciarsi sostenendosi l’una con l’altra
costruendo un tessuto di relazioni che, ove possibile, consentano la fruibilità sostenibile del fiume e
delle sue sponde e valorizzino un lavoro di tutela e protezione degli ecosistemi che solo se
conosciuto può essere compreso.
E’ questo il tema più affascinante, paesaggi e passaggi: dall’Adda di Leonardo, dominato da alte
sponde, all’Adda di pianura dolcemente raggiungibile da sentieri, il cui ripristino sarà compito del
progetto, alla confluenza del Serio, la cui risalita sarà oggetto d’intervento ed infine il Po, dalle
generose aree golenali, godibile dal suo cuore navigabile. Tutto ciò con un’offerta culturale ancora
oggetto di scoperte e di sorprese. Dal Villaggio Operaio di Crespi d’Adda, alle terre gonzaghesche
della “piccola Atene”, Sabbioneta, passando per testimonianze tra le più importanti del romanico
lombardo, San Sigismondo a Rivolta d’Adda, agli scavi archeologici di Palazzo Pignano, alle città
murate di Crema, Pandino e Pizzighettone, alle città di Lodi e Cremona ai gioielli del casalasco,
Castelponzone.
Il progetto “Isole e foreste” è l’occasione per dare esito ad un sistema attuando operazioni
determinanti per la sua valorizzazione e continuità, mettendo in relazione la fitta rete di percorsi
esistenti (gli argini maestri dei fiumi e i percorsi lungo i canali) con alcune località chiave, e
perseguendo l’ obiettivo specifico
Mettere in relazione la rete di percorsi esistenti con alcuni beni di particolare interesse
culturale, andando ad incidere direttamente sul recupero di alcuni di essi e valorizzando il
sistema culturale nel suo complesso.
Si rimanda al par. 8 relativo al monitoraggio degli obiettivi del PIA – ob. Specifico n. 3
Alla luce degli obiettivi/premesse precedenti, il progetto si propone poi di incrementare lo sviluppo
turistico, realizzando uno sviluppo sostenibile orientato al turismo culturale. I principali interventi
di recupero dei beni sono. Teatro liberty di Villa Strada, Sabbioneta con il recupero delle Mura,
Cascina Carlotta a Spino d’Adda, il recupero di Corte Bugatti a Gerre de’ Caprioli
Perseguire il rinnovamento e l’intensificazione dell’uso turistico del territorio, mediante
l’individuazione di una «vena produttiva» legata ad uno sviluppo sostenibile indirizzato
verso un tipo di turismo culturale”
Si rimanda al par. 8 relativo al monitoraggio degli obiettivi del PIA – ob. specifico n. 4.
Come rilevato nella relazione al Piano d’azione 2009 –2011 del Sistema Turistico Po di Lombardia,
dati e tendenze della domanda mostrano non solo l’attenzione per le nuove destinazioni, ma anche
per una diversa gamma di prodotti turistici e per una qualità dei consumi più attenta, oltre che alle
mode e ai prezzi, anche ai contenuti e ai significati (PST 2005-2007). Le nuove richieste della
domanda permettono di sviluppare nuove forme di turismo, utili alla promozione del territorio.
Sostenibilità del progetto in termini di acquisizione di nuove competenze da parte dei
Partner di progetto, rafforzamento delle competenze interne già esistenti, consolidamento
di competenze multidisciplinari
Il PIA Isole e Foreste, stante il suo carattere sovra-comunale e sovra- provinciale, per l'ampia e
variegata composizione del partenariato, è un'ottima palestra per il personale degli Enti partecipanti
di condividere, acquisire e rafforzare competenze multidisciplinari: molteplici sono state e saranno
infatti le opportunità di confronto e condivisione delle singole competenze che sono messe a
disposizione per la crescita del progetto: in sostanza è possibile considerare l PIA come un
laboratorio di crescita delle competenze.
La prima opportunità di confronto è evidenziata dal processo di costruzione stesso del PIA: riunire
intorno ad un tavolo, con l'obiettivo di stendere un piano di sviluppo del territorio, varie
amministrazioni provinciali e locali, enti gestori di Parco e sistemi turistici ha significato anche
allargare oltre i propri confini amministrativi l'orizzonte degli Amministratori, per costruire con
pazienza un percorso guidato di analisi dei bisogni del territori, col fine di individuare l'obiettivo
comune della valorizzazione delle emergenze ambientali e culturali necessaria per lo sviluppo in
chiave turistica delle valli fluviali.
Inoltre, con particolare riferimento alle dimensioni medio-piccole delle realtà comunali aderenti al
partenariato di progetto, è evidente la possibilità per gli stessi Enti di crescere culturalmente e
professionalmente, sia nell'ottica di realizzazione di interventi ambientali e strutturali di più ampio
respiro di quelli realizzabili in maniera autonoma, anche in termini di capacità di spesa e impatto
sulla realtà sociale e territoriale, sia nella possibilità di utilizzare l'esperienza del PIA per rafforzare e
far crescere le competenze necessarie per la presentazione di progetti che possano ottenere
finanziamenti a livello regionale, nazionale e comunitario.
Il medesimo approccio seguito nella costruzione del PIA si intende continuare a rappresentare
anche negli organismi di governance descritti nei § 1 e 7
Un altro ambito nel quale è forte la sostenibilità del progetto in termini di acquisizione/rafforzamento
di competenze sarà il team di coordinamento che realizzerà le azioni di sistema, le quali saranno
infatti realizzate in team dalle Province aderenti al partenariato, che si avvarranno anche degli
strumenti di governance del Sistema Turistico Un Po di Lombardia: in questo modo sarà garantito il
più ampio coinvolgimento degli stakeholders e degli enti operanti nell’ambito turistico ei territori
afferenti il PIA.
La ricerca delle condizioni con cui sostenere lo sviluppo di un’area che presenta una significativa
vocazione turistica richiede infatti un complessivo coinvolgimento dei sistemi territoriali e dei
corrispondenti attori, secondo una logica delle competenze e non semplicemente della
rappresentanza.
L’esigenza di una funzione di regia per un efficace sviluppo turistico del territorio nasce dalla
constatazione della presenza di una serie articolata di soggetti chiamati ad esercitare una propria
funzione nelle varie fasi di valorizzazione del territorio e degli specifici elementi di identità di
ciascuna delle aree territoriali.
In questa prospettiva le Province, ma soprattutto il Sistema turistico che aggrega un più vasto
territorio inter-provinciale costituisce il soggetto più idoneo a svolgere il ruolo descritto in quanto
costituisce un livello istituzionale adeguato per esprimere capacità di interpretazione dei bisogni
emergenti, di risposta alle problematiche connesse alla gestione dei servizi pubblici,
pianificazione/programmazione del territorio, comunicazione e promozione del medesimo all’esterno
del proprio ambito territoriale.
La strategia che si intende adottare segue un duplice binario: da un lato la creazione e il
potenziamento di nuovi canali e modalità di promozione turistica in modo da poter rendere più
agevole il riconoscimento del territorio e delle sue opportunità creando una azione sinergica tra i
diversi comparti produttivi e il settore turistico in senso stretto, in modo da poter valorizzare le
produzioni locali e nel contempo utilizzarle come veicolo di promozione/attrazione; dall’altro la
realizzazione di una rete di informazione calibrata sulle esigenze del turista con la finalità di fornire
allo stesso un supporto costante nel soggiorno, di creare una azione di condivisione informativa tra i
diversi operatori garantendo il continuo contatto con le amministrazioni pubbliche.
A sostegno del progetto integrato d’area, sono state individuate alcune azioni di sistema, con lo
scopo di promuovere il territorio e le sue risorse in maniera coordinata, a livello nazionale ed
internazionale, che sono dettagliatamente descritte nel § 9.
Anche la realizzazione dell'operazione “Costruzione del sistema di servizi di assistenza e ristoro
all'utenza del sistema fluviale mediante il coinvolgimento delle attività commerciali” prevede la
condivisione dei diversi livelli informativi presenti nel partenariato di progetto: all'interno del Tavolo
di coordinamento del PIA e degli altri strumenti di concertazione si intende costruire un gruppo di
lavoro che possa accompagnare il processo di organizzazione dell'operazione: in particolare saranno
approfondite le disponibilità delle attività e le possibilità di sviluppo nella fruizione dei servizi lungo il
sistema ciclabile.
In termini di acquisizione di competenze, l’operazione è particolarmente significativa perché tende
alla crescita della consapevolezza delle opportunità di sviluppo economico collegate alla
strutturazione e realizzazione del Progetto integrato d’area. Il tema, soprattutto nella percezione
degli operatori economici del territorio, non è assolutamente scontato. Le Camere di Commercio
hanno infatti dimostrato un notevole interesse ed una disponibilità al coinvolgimento capillare delle
associazioni di categoria aderenti nella prospettiva della disseminazione delle acquisizioni dei
contenuti, delle prospettive di progetto, della realizzazione delle azioni di rete.
4. Integrazione delle differenti operazioni che compongono il PIA
Sviluppo in forma integrata delle operazioni
Materiale del progetto è il patrimonio fluviale con i suoi argini, sentieri, centri storici, riserve naturali canali e
campi coltivati, e lo sforzo è stato quello avviare una rilettura di questi luoghi in chiave turistica.
Si sono quindi riscoperti percorsi ed itinerari che grazie ad una rete di infrastrutture esistenti consentono di
costruire un programma che veda nella salvaguardia e valorizzazione sia ambientale che culturale un
presupposto nello sviluppo turistico e quindi economico.
Elemento caratterizzante del progetto è quello di connettere tra loro i diversi punti della maglia viaria e fluviale
sviluppando e riproponendo per la maggior parte dei casi antichi e consolidati percorsi, oggi non più legati ad un
uso quotidiano.
L’insieme delle operazioni previste segue questa logica, costruendo insieme, un sistema di percorsi e soste che
mira alla valorizzazione le risorse del patrimonio fluviale, sia esso legato ad aspetti antropici che naturali.
Il Progetto Integrato punta a soddisfare una duplice esigenza:
1. assicurare un adeguato riconoscimento agli interventi che rispondano ad un principio di integrazione e di
concertazione, e siano quindi basati su di un'idea guida di sviluppo, chiarita e condivisa secondo le
procedure partenariali della programmazione e della concertazione attuata secondo il principio della
sussidiarietà e della valorizzazione del ruolo delle autonomie locali;
2. fare in modo che alla complessità di realizzazione di queste azioni facciano riscontro modalità gestionali
unitarie, organiche ed integrate, in grado di consentire l'effettivo conseguimento degli obiettivi nei
tempi prefissati.
Le tipologie si distinguono così in :
• operazioni di restauro, recupero e valorizzazione di beni culturali.
• interventi indirizzati a migliorare la fruizione dei percorsi, alla loro messa in sicurezza ed alla
valorizzazione delle specificità ambientali e paesaggistiche ed altri volti al recupero di risorse puntuali legate al
sistema ambientale;
• realizzazione di infrastrutture ambientali per la Rete Ecologica Regionale (RER;)
• creazione di sistemi informativi che consentano la definizione e fruizione di itinerari e percorsi di visita,
il destination management ed in generale la fruizione delle risorse naturali e culturali oggetto di intervento.
Quest’ultima tipologia di operazione ha dato esito ad un intervento su tutte le aste fluviali coinvolte nel
progetto in cui la costruzione di itinerari è esito di storie e racconti locali. Sull’intero percorso di visita si sono
riscoperte memorie sulle quali si sono costruiti gli itinerari. Questi appoggiano la loro reale fattibilità sulle
operazioni strutturali proposte dal progetto ma accolgono anche tutta quella realtà articolata di risorse ed
attività di cui è composta la verità locale. Musei, aree archeologiche, riserve naturali, centri agricoli, ed attività
già intraprese vengono comprese all’interno dell’intera operazione.
L’itinerario è un cammino di conoscenze e suggestioni, ed è proprio su questa consapevolezza che si è proposto,
come azioni di sistema, di affiancare alla realizzazione degli itinerari una attività locale di promozione della
ricchezza delle storie e leggende locali, dando vita e voce ai “Laboratori del racconto”: si propone di affiancare
a quest’azione di sistema un’operazione che proponga uno strumento innovativo “Un Palmare a due ruote”,
l’attivazione di un’azione di marketing territoriale incentrata su sistemi innovativi di monitoraggio delle
presenze turistiche oltre alla realizzazione di un piano di promozione del PIA come destinazione turistica.
In questa logica le singole operazioni diventano funzionali alla costruzione dell’intero sistema, ognuna di
esse presenta però le proprie specificità che trovano riscontro in ambiti definiti.
Il paesaggio fluviale è l’elemento unificante ed è anche la chiave di lettura che consente di interpretare la
complessità e insieme le opportunità che ogni ambito territoriale esprime.
Tale espressione si manifesta anche all’interno degli strumenti di gestione e programmazione del territorio che
cercheremo di ripercorrere dimostrando la sinergia dell’intero sistema sia alla singola operazione che agli
strumenti attuativi e programmatori vigenti.
Data la natura del progetto integrato d’area, ovvero di essere esito di un lavoro concertato di quattro province,
Mantova, Cremona, Lodi e Bergamo pare necessario delineare la coerenza delle operazioni e del PIA stesso prima
con gli strumenti di carattere regionale ed in seguito in relazione ai singoli ambiti provinciali.
Soggetto Partner: Parco Adda Nord
Collegamento tra la rete ciclabile del Parco Adda Nord, la sede del Parco a Villa Gina e Crespi d’Adda,
adeguamento della passerella di Concesa.
L’intervento sulla passerella di Concesa consente di mettere in comunicazione tre risorse di alto valore
ambientale, culturale ed istituzionale: la rete ciclabile esistente e di progetto del Parco Adda Nord e Sud, Crespi
d’Adda e l’Ecomuseo di Leonardo.
L’intero sistema trova qui un importante punto di snodo, non solo perché è possibile prendere direzioni diverse
ma anche perché qui il territorio esprime vocazioni specifiche.
L’Adda in questo punto è stato per secoli confine tra la Repubblica Veneta ed il Ducato di Milano. La sponda
bergamasca ha sempre sofferto la lontananza dal cuore della repubblica rimanendo relegata ad una posizione
periferica. Il lavoro è stato la molla di sviluppo ottocentesco della sponda “orobica” dell’Adda, ed ha lasciato in
eredità importanti complessi industriali legati sia all’imprenditoria tessile che alla produzione di energia.
Il Villaggio Crespi è considerato, col suggello dell’iscrizione nella World Heritage List dell’UNESCO avvenuta nel
1995, il più importante esempio in Italia di villaggio operaio: si è conservato perfettamente integro fino ai giorni
nostri e costituisce una delle realizzazioni più complete ed esemplari al mondo. Edificato tra il 1878 ed il 1930,
nei decenni seguenti non ha subìto nessuna rilevante modifica – pressoché nessuna costruzione è stata aggiunta o
demolita – né al suo interno né nell’area circostante. Ancora oggi a Crespi d’Adda è possibile osservare con
straordinaria efficacia ciò che la famiglia di industriali cotonieri Crespi volle creare lungo la riva bergamasca
dell’Adda: un moderno, elegante stabilimento e un singolare, quasi perfetto, microcosmo sociale per i
dipendenti e le loro famiglie.
L’ecomuseo di Leonardo: il Parco Regionale dell’Adda Nord ha realizzato,attraverso il restauro conservativo
degli edifici siti lungo il naviglio di Paderno e la riqualificazione e messa in sicurezza della strada alzaia,un
percorso naturalistico culturale formato da 14 stazioni ecomuseali e 47 tappe alla riscoperta delle impronte
leonardesche nello straordinario contesto paesaggistico del medio corso dell’Adda.
Fra l’inverno del 1482 e la primavera dell’anno successivo Leonardo giunge a Milano dopo aver offerto i propri
servigi a Ludovico Sforza. Nella lettera di presentazione al Moro Leonardo scrive:“in tempo di pace credo
satisfare benissimo a paragone di omni altro in architettura,in composizione di edifici e pubblici e privati,e in
conducer acqua da uno loco a uno altro”. Leonardo viene quindi incaricato dal Ducato di studiare il modo di
rendere navigabile il fiume. Inizia l’avventura di Leonardo sull’Adda. L’importanza delle vie d’acqua
nell’economia del tempo aveva portato Francesco Sforza nel 1457 a dare il via ai lavori per la costruzione del
naviglio Martesana che, direttamente dalla conca cittadina di S. Marco, avrebbe agevolato i traffici commerciali
tra le alzaie nelle campagne fino all’Adda, poi al lago di Como e, tramite la Valtellina e il passo dell’Engadina, al
nord Europa.
La passerella consente di mettere in comunicazione queste due importanti realtà; la struttura è già esistente
ma è necessario intervenire per adeguarne l’accesso.
Soggetto Partner: PromoIsola
I Castelli di Bartolomeo Colleoni
Il progetto si prefigge come obiettivo principale quello di valorizzare la figura del Colleoni. Attraverso la sua
immagine si vuole evidenziare la storia e l’arte dei paesi in cui visse, la tipicità dei prodotti, le manifestazioni
locali, i luoghi dove ha trascorso la sua vita e ha lasciato monumenti importanti quali castelli, palazzi, edifici
religiosi, o comunque luoghi di grande importanza per il patrimonio culturale bergamasco, lombardo ed europeo.
Il progetto si propone quindi di relazionare tutti questi luoghi e di creare un percorso che li connetta
agevolmente per gli interessati ed i turisti, dato l’itinerario è dislocato in un settore territoriale che comprende
una zona vasta tra l’Isola Bergamasca e la pianura di Bergamo, ossia: il castello di Solza (lungo il corso
dell’Adda), la torre di Martinengo, la rocca di Urgnano, la rocca di Romano di Lombardia, il castello di malaga
(Cavernag). Attraverso l’utilizzo di audioguide, pannelli esplicativi, nonché segnaletica, depliant illustravi e
guide più approfondite, il turista verrà immerso nella storia di questo grande condottiero
Soggetto Partner: Parco Adda Sud
Percorsi naturalistici tra i Parchi Adda Nord e Sud.
Finalità del progetto è dare coerenza e continuità ai percorsi dell’Adda in prossimità dei confini dei parchi Adda
Sud e Nord, tra i centri urbani di Capriate San Gervasio e Spino d’Adda, raggiungendo da qui la cittadina di
Boffalora (Lodi).
A Cassano d’Adda il percorso oggetto della presente proposta intercetta i lunghi itinerari del Parco Adda Nord
che risalgono il corso del fiume fino a Lecco.
Da Boffalora poi è possibile collegarsi alla rete ciclabile della Provincia di Lodi per riprendere quella Cremonese
a Pizzighettone; da qui si raggiunge la ciclovia del Po.
Si propone di realizzare un sentiero per la viabilità dolce che corre lungo le sponde dell’Adda e del Po all’interno
dei Parchi regionali Adda Nord e Sud.
L’intero tragitto intercettata da numerosi percorsi trasversali quali la Pista del Fosso Bergamasco, quella del
Canale Vacchelli, delle Città murate, la Siberiana (Po-Oglio).
La messa in sicurezza dei sentieri lungo l’Adda permette così di realizzare un sistema per l’accessibilità alle
sponde del fiume, in questo tratto particolarmente suggestive e contemporaneamente di cucire, attraverso la
realizzazione di questo intervento, un percorso ben più ampio che connette la ciclovia dell’Adda Nord con
quella del Po.
La “duplice scala” di lavoro, ovvero il recupero dei sentieri esistenti e l’idea che questi abbiano poi un ruolo
fondamentale del disegno interprovinciale della viabilità a basso impatto, si misura anche con il progetto della
rete ecologica provinciale e regionale. Si è inteso studiare COME sia possibile dar seguito ad un sistema di
accessibilità della rete ecologica regionale: non si sono mai creati percorsi nuovi ma sempre riproposti sentieri
esistenti, e lasciati nella loro “naturalità” di strade sterrate. E’ stato necessario prevedere alcuni
attraversamenti che sono stati immaginati nel rispetto tipologico della tradizione dei passaggi della pianura
lombarda, i ponti sui canali irrigui sono stati studiati con una tipologia ad arco, mentre quella che deve superare
il guado di Boffalora d’Adda è stata progettata come ponte galleggiante.
L’efficacia delle iniziative intraprese dalle province limitrofe induce a ritenere molto significativo il
completamento del sistema ciclabile del fiume Adda, inteso non come semplice ciclovia ma come elemento di
valorizzazione, promozione e salvaguardia della biodiversità e del paesaggio e al contempo come veicolo per un
turismo sostenibile, volto a contribuire positivamente alla scoperta dei territorio dei Parco da parte di flussi di
turisti e di escursionisti.Soggetto Partner: Parco del Serio
Progetto per il miglioramento dei percorsi ciclopedonali per la connessione del circuito della greenway
dell'Oglio con la rete ciclopedonale del Parco del Serio. Passerella ciclopedonale tra Sergnano e Casale
Cremasco e collegamento ciclabile tra Crema e Pianengo. Museo dell'acqua.
Gli interventi di cucitura dei percorsi del parco del Serio sono indispensabili al disegno complessivo dei sentieri
del Lago Gerundo, ne costituiscono infatti tutta la sponda orientale che da Casale Cremasco e Sergnano arrivano
alla confluenza del Serio con l’Adda e poi ai sentieri del Serio Morto.
Il programma di accessibilità e fruibilità della fascia fluviale è in fase di attuazione da parte del Parco del Serio
in veste di soggetto coordinatore. Gli interventi di tipo infrastrutturale sono molteplici e puntano a ricucire i
tratti di percorsi esistenti che non hanno continuità.
Inclusi in questo lotto di lavori ed indispensabili alla connessione funzionale di tutto il percorso è la passerella
ciclabile tra Casale Cremasco e Sergnano e la pista ciclabile, in Comune di Pianengo, di collegamento fra questi
ambiti e la Città di crema, oltre che con tre ingressi preferenziali al Sito di Importanza Comunitaria della Riserva
Palata del Menasciutto, di cui il Parco del Serio è ente gestore.
Contestualmente si prevede la realizzazione di progetti di sostegno alle attività didattiche del territorio fluviale
che catalizzino l’attenzione dei soggetti fruitori, il Museo dell’acqua di Casale Cremasco e di Crema.
IL MUSEO DELL’ACQUA – CASALE CREMASCO/VIDOLASCO – OPERE DI COMPLETAMENTO DELLE STRUTTURE MUSEALI
ALL’APERTO
Il progetto complessivo che il Parco sta attuando e che prevede di completare per l’inizio del prossimo anno
scolastico, prevede anche la musealizzazione delle aree pertinenziali ai due edifici che ospiteranno gli
allestimenti e l’aula didattica.
Il tema dell'acqua verrà sviluppato attraverso la realizzazione di esposizioni permanenti in proposito, partendo
dalla storia del fiume, narrata dai ciottoli e dalla sua evoluzione morfologica ed idrogeologica, per arrivare al
rapporto dell'uomo con l'acqua, alle opere idrauliche che caratterizzano il paesaggio cremasco e così via.
Accanto alle esposizioni permanenti, si vuole realizzare un laboratorio per la didattica.
PASSERELLA CICLOPEDONALE IN FREGIO AL PONTE SULLA S.P. 12 IN LOCALITA’ CASALE CREMASCO/SERGNANO.
Quest’opera, sicuramente di notevole interesse perché ritenuta valida soluzione alla discontinuità che il fiume
crea fra una sponda e l’altra del territorio, anche per la presenza di un’arteria viaria provinciale di notevole
pericolosità per chi la percorre a piedi o in bicicletta, potrà essere elemento qualificante in relazione al
collegamento con altre strutture per la mobilità sostenibile che connettono questa parte del territorio con la
vicina Crema, ma anche essere un elemento di collegamento con il futuro Museo dell’Acqua che sorgerà a Casale
Cremasco.
REALIZZAZIONE DI UN COLLEGAMENTO CICLABILE NEL CENTRO ABITATO DI PIANENGO DI CONNESSIONE FRA LA
PISTA CICLABILE DA SERGNANO A CREMA E FRA L’ABITATO ED IL VICINO S.I.C. RISERVA NATURALE PALATA DEL
MENASCIUTTO.
L’intervento consiste nella realizzazione del tratto mancante di percorso ciclabile nel comune di Pianengo, per
consentire il collegamento con l’esistente rete verso sud, in direzione Città di Crema, e verso nord, in direzione
Comune di Sergnano, oltre che rappresentare un percorso protetto di avvicinamento ai tre ingressi principali
verso il Parco e verso il Sito di Importanza Comunitaria Riserva Naturale Palata del Menasciutto
Soggetto Partner: Crema
Città d'acqua. Insula Fulcheria, il sistema eco museale tra Adda e Serio. Musei, itinerari e percorsi
La presente iniziativa si pone come ulteriore tassello di un percorso complesso ed articolato, già in atto, che
prevede la piena valorizzazione del centro storico cittadino come luogo privilegiato per la collocazione ed il
radicamento di servizi culturali integrati e che funga da punto di partenza anche logistico per la creazione e la
valorizzazione dei percorsi turistici a rilevanza territoriale provinciale.
L’apertura di possibili e significativi scenari di rilancio turistico e culturale di Crema e del territorio circostante,
segnala l’urgenza di proseguire con l’attività di recupero strutturale e funzionale del polo Museale del
Complesso di s. Agostino affinché assuma un ruolo di riferimento per lo sviluppo culturale e turistico quale
centro di documentazione storica-culturale riguardante il rapporto fra fiume Serio e territorio
La riqualificazione del Museo si prospetta come una tappa fondamentale per il rilancio culturale e turistico
cittadino, attraverso la realizzazione di percorsi tematici interni alla struttura e di percorsi di tipo territoriale
dalla rilevante connotazione turistica che partendo dal Museo arrivino a toccare i punti nevralgici della città, del
territorio limitrofo e dei comuni vicini.
Soggetto Partner: Spino d’Adda
Intervento di ripristino della Cascina Carlotta, centro di documentazione
L’intervento progettuale prevede un sostanziale restauro della struttura edilizia, poiché la sua stessa
conservazione ha valenza di documentazione culturale e ambientale. Si tratta infatti di una costruzione rurale di
progetto ingegneristico quasi coevo alla realizzazione del Canale Vacchelli, e di architettura tipica del periodo
che più ha caratterizzato il paese nel suo impianto antico: l’architettura di metà-fine ottocento.
Si è, nella riflessione in sede di progettazione preliminare, messo a fuoco in particolare due temi specifici e tra
loro sinergici formulabili per un’attività di tipo museale bene ospitabile nello spazio della Carlotta:
1) il tema del rapporto tra l’acqua e gli insediamenti antropici;
2) il tema del cibo e della cucina locale, soprattutto quello legato al fiume, alle acque, alle zone di greto e di
bosco. Da un lato le feste con attività di ristorazione che vengono già organizzate in Carlotta costituiscono un
primo incipit - esse potrebbero essere potenziate con l’intervento di recupero in programma e generare rassegne
stagionali dedicate alla riscoperta dei piatti tipici locali addirittura ospitate nella Carlotta stessa.
Si immagina Cascina Carlotta come una delle sedi dei laboratori del racconto
Un punto di sosta, a Spino d’Adda riveste particolare significato; Spino d’Adda è un nodo decisivo: è la porta
d’ingresso dell’area metropolitana al sistema fluviale dell’Adda Po ed è sul crocevia dei sentieri dell’Adda con
la pista del Canale Vacchelli.
Soggetto Partner: Spino d’Adda
Connessione trasversale tra la greenway dell'Adda e del Oglio. Itinerario dei fontanili e delle Città murate
(integrazione FEASR)
Spino d’Adda è geograficamente disposta in modo da essere inevitabilmente punto di passaggio e di snodo nella
rete dei percorsi e sentieri che collegano i territori prossimi al fiume e le sue rive (per i quali il Parco dell’Adda
Sud ha da tempo intrapreso la realizzazione del progetto condiviso della Greeway dell’Adda) con i percorsi legati
al Canale Vacchelli (la ciclabile che collega le città murate della Provincia di Cremona) e gli itinerari del Parco
dei fontanili e del Tormo, ad est del Comune.
Il nuovo PGT ha già delineato il programma di progressiva realizzazione dei raccordo tra i diversi sentieri.
Oltre ai collegamenti protetti già realizzati o in corso di realizzazione (quali: il tratto di competenza della
ciclabile Rivolta d’Adda-Lodi coordinata dal Parco e il raccordo tra le rive fluviali e il centro del paese
completato dalla nuova ciclabile nella nuova zona produttiva di PIP), è in previsione la realizzazione del
collegamento Spino-Pandino. Lungo questa direttrice, verso Nosadello, è stato per ora realizzato un tratto
ciclopedonale: fino alla zona produttiva della Madonna del Bosco). Sono in previsione del PGT i percorsi protetti
lungo i collegamenti con il Canale Vacchelli, immediatamente a nord del centro del paese. Nei dintorni del
canale sono stati nel frattempo avviati interventi di riqualificazione di alcuni fontanili (anche questa azione
concertata col Parco Adda Sud).
Soggetto Partner: Formigara
Parco fluviale e attracco
L’intervento proposto da Formigara è strettamente connesso con le operazioni di Pizzighettone e Crotta d’Adda.
Il tema condiviso è legato alla navigabilità del fiume; questo è infatti uno dei tratti dell’Adda in cui è
consentita. Il progetto di sistemazione dell’area dell’attracco ha infatti lo scopo di riqualificare l’affaccio
fluviale del centro abitato sul fiume valorizzando un’ansa, da sempre utilizzata come piccolo porto, come luogo
di aggregazione e da alcuni anni come partenza del tratto navigabile.
Tra Formigara, Gombito e Pizzighettone, coinvolgendo i territori limitrofi le Amministrazioni comunali vedono
come possibile il rilancio dei loro piccoli tesori, il fiume viene ripensato come veicolo di aggregazione e
comunicazione, via per raggiungere centri, mercati e fiere.
Già oggi vi è un’attività “spontanea” promossa e gestita dal Consorzio Navigare l’Adda che trasporta i cittadini di
località rivierasche nei luoghi di mercato settimanale o in quelli dove vi sono le fiere. Il trasporto diventa
occasione di aggregazione ma soprattutto diventa “trés d`union” dei centri storici delle cittadine appoggiate al
corso dell’Adda.
Si sottolinea che in tutto il tratto tra Boffalora d’Adda e Pizzighettone l’itinerario ciclabile si sposta
nell’entroterra lodigiano, lungo il canale della Muzza; la relazione con l’ambiente fluviale potrà essere compiuta
solo “dall’interno” del fiume e quindi garantendo la navigabilità dello stesso.
Soggetto Partner: Pizzighettone
Progetto di integrazione e di valorizzazione dei percorsi lungo il fiume Adda ed il centro storico di
Pizzighettone e di Gera di Pizzighettone
L’operazione di Pizzighettone trova totale integrazione nel PIA per due ragioni: una legata ai contenuti del
progetto e l’altra alle infrastrutture.
E’ il punto di concatenazione tra l’arrivo del percorso dal tratto lodigiano, che qui rientra nel territorio
cremonese ed è il punto di arrivo/partenza del percorso fluviale, a Pizzighettone il fiume è elemento centrale
del paesaggio naturale e umano, limite di separazione, ma anche via di circolazione di idee e di merci.
L’operazione intrapresa dall’Amministrazione è legata all’accoglienza, ad integrare le due anime di questo
prezioso centro, in cui le mura lasciano spazio al corso del fiume, e su questo tema si è costruito un progetto
che valorizzi le sponde e gli spazi definiti dall’interno e dall’esterno della cinta muraria. Il progetto si
concretizza in un percorso articolato ed attrezzato che si relaziona con l’attracco, il museo delle mura ed il
centro abitato.
Soggetto Partner: Crotta d'Adda
Vie panoramiche, riqualificazione di via Cavallatico
La zona della via del Cavallatico è di grande suggestione in quanto situata sulla sommità della scarpata
morfologica che fa da cornice del fiume Adda.
Attualmente via del Cavallatico rappresenta il più caratteristico e suggestivo tratto di pista ciclabile di carattere
Europeo che si snoda tra i comuni di Pizzighettone e Spinadesco.
Soggetto Partner: Cremona
Piste ciclabili di connessione con la rete provinciale
Il percorso interseca due capoluoghi, Lodi e Cremona, costruendo una relazione indissolubile tra il territorio
fluviale e quello urbano. Le due realtà trovano ragione nel dialogo tra la vasta area golenale che si attraversa
giungendo e lasciando Cremona.
A Lodi il rapporto con il fiume è diretto, l’Adda ne costeggia il centro storico facendone parte, mentre a
Cremona la condizione è completamente diversa, il Po entra in città lasciandosi alle spalle una preziosa area
naturale di golena, gli “Spiaggioni di Spinadesco”, che comprendono zone umide e bosco. La fauna selvatica che
lì vive o vi transita nelle migrazioni può trovare rifugio per la riproduzione e per la sosta ed esce in un’altra area
di pregio ambientale, “Il Parco del Morbasco”. Nonostante questo “privilegio” la golena ha costituito un filtro ed
una frattura tra il fiume e la città. Il progetto si pone così un doppio obiettivo, funzionale perché si intende dare
continuità agli itinerari di viabilità dolce tra i percorsi che provengono dall’Adda e dal Po lodigiano con il Po
cremonese, e concettuale perché si vuole integrare la vita della città con la presenza del fiume evitando che
questo rapporto sia solo legato al tempo libero ma anche ai tempi del lavoro e della vita sociale.
Ai fini della tutela e valorizzazione del patrimonio naturale e culturale del territorio cremonese, si pone come
obiettivo dell’Amministrazione la cura e la promozione del territorio a sostegno dello sviluppo socio-economico
locale, in quanto potenziale per lo sviluppo del turismo diretto alla città di Cremona. Quindi è volontà
dell’Amministrazione comunale valorizzare questo patrimonio culturale e ambientale e rafforzare l’attrattività
locale con interventi che qualifichino le aree di pregio naturale e culturale sulle sponde e nelle vicinanze del
fiume e del Parco al Po ed inoltre che favoriscano la messa in rete della fruibilità turistica.
Il progetto intende realizzare un percorso cicloturistico che, correndo parallelo al corso del fiume Po e del Parco
del Morbasco, colleghi i confini di Spinadesco ad ovest della città, sino a Gerre de’ Caprioli, Comune ad est della
città.
Questa spina longitudinale rappresenta il nuovo fronte della città verso il fiume, immaginata come un itinerario
parlante che racconti la città dal fiume ed il fiume dalla città; è su questa linea che si andranno ad affiancare
attrezzature leggere e percorsi ciclopedonali tematici di conoscenza.
Non secondaria è la funzione di Cremona come luogo di interscambio, qui arriva il treno, l’autostrada, si è sul
crocevia di tutta la rete ciclabile cremonese e qui ha inizio la navigazione lungo il Po. Da questo punto in poi il
fiume è attrezzato a sostenere la navigazione fluviale, a Gerre dé Caprioli, Stagno Lombardo, San Daniele Po,
Motta Baluffi, Casalmaggiore, Viadana e poi verso Mantova a Borgoforte vi sono attracchi e punti di sosta ed
osservazione.
Tutti questi interventi sono stati pensati, finanziati e realizzati attraverso il lavoro del Sistema Turistico Po di
Lombardia.
Soggetto Partner: Gerre dé Caprioli
Sede del Parco del Morbasco, recupero e valorizzazione di Corte Bugatti
Lasciata Cremona il percorso si dirige all’interno del Parco del Morbasco, ente gestore ne è il Comune di Gerre
dé Caprioli. Il paesaggio rurale è contraddistinto dalla presenza di preziose ed imponenti corti rurali.
Questi complessi costituiscono un classico esempio di cascina lombarda strutturata per dare attività e dimora a
numerose famiglie. Numerose sono quelle di antica edificazione che rappresentano, oggi, un considerevole
patrimonio storico, culturale e paesaggistico.
Organizzate con edifici per lo più disposti attorno ad una grande aia per la lavorazione delle granaglie, la cascina
cremonese ha una struttura a "corte chiusa".
Nella consapevolezza che è un dovere conservare la memoria di questo prezioso patrimonio il piano pluriennale
degli interventi del Parco del Po e del Morbasco individua la cascina “Bugatti” come Punto Parco. Questa
indicazione è motivata dall’opportunità di recuperare un immobile rurale di grande interesse storico-culturale
ed architettonico, associato ad altre attività già insediate nella cascina in sintonia con il Parco, quali un centro
equestre, le tipiche attività agricole, un laboratorio liutario, ecc..
Il valore storico della “Bugatti” è significativo, in quanto citata più volte ne “Il territorio agrario forestale di
Cremona nel Catasto di Carlo V 1551-1561”.
Una recente tesi di laurea del 2006, illustra dettagliatamente i valori storico, ambientale e culturale di questo
immobile.
L’intervento è volto al recupero ai fini ambientali/turistici di una porzione della cascina (di proprietà del
Comune), per il riutilizzo dei locali a fini pubblici e per destinarvi anche spazi da dedicare alle associazioni
ambientali.
Anche Cascina Bugatti sarà deputata ad accogliere un laboratorio del racconto.
Soggetto Partner: Provincia di Cremona
Recupero funzionale di aree di interesse naturale
L’operazione proposta dall’Assessorato all’Ambiente della Provincia di Cremona interviene sulle aree di natura
2000 della golena del Po, da Cremona a Casalmaggiore, Alneto del Morbascolo, Riserva naturale Bosco Ronchetti,
Monumento Naturale “Cà de’ Gatti”, Riserva naturale Lanca di Gerole.
Tale operazione riveste un ruolo determinante nella strategia dell’intero PIA, si aggiunge infatti un tassello
importante alle opere fin ora attuate per la valorizzazione del Po e della sua golena. E’una delle reti che
potrebbe diventare l'infrastruttura verde, una rete di reti - ecologica, agricola, storica, fruitiva - le quali si
devono integrare ed armonizzare sulla base del criterio della reciproca compatibilità ambientale, economica e
sociale. Questo sistema ben integrato di reti dà luogo ad una rete di paesaggi che devono mantenere un alto
grado di varietà e di integrità. Nell'infrastruttura verde la funzione ecologica è di importanza fondamentale e
quest’operazione ne sarà la partenza “consapevole”.
Articolate lungo un percorso di sessanta chilometri tra Cremona e Casalmaggiore, ed inframmezzato da centri
abitati, all’interno dei quali le testimonianze di inscindibile legame con il fiume e le attività che intorno ad esso
sono fiorite nel corso dei secoli, il loro recupero è un dovere.
Obiettivo generale è infatti quello di contrastare fenomeni di deriva biologica, cui si somma lo sforzo di
diffondere la conoscenza sul valore di ogni singola aree tutelata presso le popolazioni locali ed i cittadini
potenziali fruitori dei siti e della necessità, anche a livello locale, di condividere la conservazione della
biodiversità, da intendersi quale patrimonio della collettività.
Allo scopo sono state individuate le emergenze ambientali delle singole aree che, pur nella loro differente
struttura ambientale, conservano un mosaico ambientale tra loro paragonabile per complessità (anche se talora
prevale l’aspetto forestale, qualche volta quello degli ambienti umidi o quello degli agroecosistemi meglio
conservati) e che, nel loro complesso, costituiscono una esemplare rappresentazione delle tipologie delle
strutture naturali ancora rintracciabili sul territorio cremonese.
Questa operazione che valorizza il lavoro fatto fino ad oggi, costruisce intorno ai sentieri della golena un
percorso di conoscenza e consapevolezza della ricchezza residua di questo territorio. Qesto progetto è
all’interno di Isole e Foreste uno dei progetti definiti portanti perché consente di dare un contenuto educativo e
culturale all’intero sistema. Le aree protette avranno punti di osservazione privilegiati, dal loro interno, quando
possibile, e dal fiume.
Soggetto Partner: Provincia di Cremona
Implementazione e potenziamento dei servizi all'utenza per la fruizione delle aree fluviali di Adda, Serio e
Po
L'operazione verte sulla costruzione del sistema di servizi di assistenza e ristoro all'utenza del sistema fluviale
mediante il coinvolgimento delle attività commerciali localizzate lungo le piste ciclabili: si sostanzia nella
redazione di uno studio di fattibilità per la costruzione del sistema di servizi di assistenza e ristoro all'utenza del
sistema fluviale mediante il coinvolgimento delle attività commerciali localizzate lungo le piste ciclabili, con
l’obiettivo di orientare la strategia di valorizzazione turistica connessa al PIA e delle previsioni in termini di
flussi turistici attesi a conclusione del progetto ed in particolare ad incrementare la disponibilità/fruibilità dei
luoghi visitabili e delle occasioni di intrattenimento per turisti e visitatori.
L’idea è incentivare le forme di collaborazione tra le attività specifiche di ciascun territorio, in particolare
quelle turistiche, commerciali, artigianali, di servizi, culturali, agro-alimentari e sportive, di intrattenimento e
divertimento, quali fattori di una politica integrata per lo sviluppo dell’attrattività turistica dei territori
Soggetto Partner: Viadana
Percorsi arginali tra Oglio e Po
A Viadana la golena è molto profonda, è sempre stata considerata una zona filtro tra il nucleo abitato e la città,
territorio decretato quasi esclusivamente alla sfruttamento agricolo.
E’ da alcuni anni che invece l’indirizzo prima “sentimentale” e poi pianificatorio si è orientato nel recupero dei
questa grande risorsa paesaggistico-ambientale.
L’area golenale a margine del centro è diventata pian piano parco urbano, sede degli impianti sportivi da
svolgere all’aperto, arena estiva per gli eventi serali. In questa logica è stato perseguito l’obiettivo, partito con
l’azione 1.4 sul “Sistema Unico di Percorrenza” del Gal Oglio Po, per collegare la rete ciclabile urbana con l’area
golenale sede delle attività sopraccitate ma anche di individuare al suo interno una rete di percorsi ed arginelli
che consentano di collegare in sicurezza le frazioni più distanti del territorio viadanese e più in generale
casalasco.
Al raggiungimento di questo obiettivo manca la realizzazione di due percorsi, uno che consente il collegamento
tra le frazioni limitrofe al capoluogo, il capoluogo stesso e l’area golenale che costeggia il fiume Po; l’altro verso
la confluenza dell’Oglio che consente di raggiungere il Ponte di barche di Torre d’Oglio dalla frazione di San
Matteo delle Chiaviche.
Questo intervento è fortemente integrato sia al sistema della viabilità sostenibile che tutta l’area Oglio Po sta
realizzando sia in merito alle operazione presentate con Progetto integrato d’Area “Isole e foreste” e con
quello “Greenway sul fiume Oglio”.
Con “Isole e foreste” l’integrazione è con l’intervento proposto dal Comune di Borgoforte che dal Ponte di
Barche raggiunge attraverso il recupero della sommità arginale il Comune di Mantova e con quello della
“Greenway sul fiume Oglio” il legame è relativo alla continuità che questo intervento consente alla
continuazione del percorsi dall’Oglio verso il Po.
Soggetto Partner: Sabbioneta
Interventi di recupero del patrimonio storico-architettonico
Nota dominante del paesaggio dove il Po confluisce nell’Oglio , inteso come “una determinata parte di
territorio, così come è percepita dalle popolazioni, il cui carattere deriva dall'azione di fattori naturali e/o
umani e dalle loro interrelazioni;” è l’eredità, ancora oggi perfettamente riconoscibile, della dinastia
gonzaghesca.
La storia di questi borghi é caratterizzata dalla figura di Vespasiano Gonzaga; figlio di Luigi "Rodomonte"
Gonzaga, signore di Rivarolo, egli riordinerà urbanisticamente Rivarolo ed edificherà Sabbioneta come sua città
ideale. Numerose le vestigia monumentali ancora esistenti nei paesi.
Il percorso é segnato dai fiumi che lambiscono i piccoli centri dandone una precisa identità di terre d'acqua.
Sabbioneta intende recuperare l’ambito urbano delle mura, attraverso interventi di recupero e restauro del
manufatto, così come attraverso il filologico ripristino ambientale e idraulico del fossato.
L’intervento significa ripercorrere storicamente il pensiero del Duca fondatore. La città, riflessa in questa nuova
acqua, ritrova il proprio antico volto, diventa luogo attuale da scoprire e valorizzare.
Sabbioneta è un unicum architettonico e urbanistico. Il centro storico, chiuso dalle antiche mura
rinascimentali, si presenta in forma di stella esagonale, stretta da baluardi di antica origine militare, che ancora
ne segnano con precisione il perimetro geometrico, il limine tra città e agro alimentare.
Il rapporto tra interno (centro storico) ed esterno (territorio) si attua infatti proprio attraverso la membrana
delle mura in una sorta di processo osmotico che permette la sopravvivenza dell’intero organismo urbano. Il
vecchio fossato segue ancora oggi armoniosamente il percorso della cortina muraria, accogliendo rari esemplari
di flora e fauna autoctone e rappresentando l’estrema esperienza ingegneristica del pensiero vespasianeo.
Nascono proprio da tali presupposti, le condizioni necessarie al perfezionamento della offerta turistica di
Sabbioneta attraverso la individuazione di percorsi innovativi, che dal centro storico e monumentale escono
lungo le mura, ovvero negli ambiti oggetto di rifunzionalizzazione, in una nuova percezione della città che
diventa territorio, recuperando, agli occhi del turista/visitatore, la propria completa essenza urbanistica, la
propria condizione di città murata.
In un processo di rapida evoluzione dell’economia locale, che vede nel turismo uno degli obiettivi da perseguire
e, alla luce della recente iscrizione del” sito Mantova e Sabbioneta” nella Lista del patrimonio Mondiale
UNESCO, il recupero e la tutela dell’esistente diventano condizione necessaria e trasversale anche al territorio
di riferimento.
La rifunzionalizzazione dell’ambito urbano delle mura, attraverso la riqualificazione delle acque e la nuova
illuminazione del manufatto, implica altresì la progettazione di percorsi cicloturistici e pedonali, che vadano a
integrare la preesistente rete dei circuiti territoriali, rivolgendosi in particolare a nuovi segmenti di domanda
turistica (cicloturismo, turismo sportivo e naturalistico).
La implementazione della offerta locale, integrata su scala territoriale, permette l’intercettazione di nuovi
bacini di utenza e formule alternative di vacanza, da abbinare alla oramai tradizionale offerta di tipo culturale
ed eonogastronomico. E’ proprio sul piano del turismo e dello sviluppo sostenibile che si orientano le linee
evolutive e progettuali della città nel contesto integrato d’area.
Soggetto Partner: Dosolo
Parco fluviale e attracco
A Dosolo il fiume è prossimo al centro urbano, ed è proprio al di là dell’argine che lungo la via alzaia segnalata
da un filare di pioppi cipressini la “gente di fiume” si trova. Qui davanti al fiume si mangia, si chiacchiera e,
come dicono loro “si va a Po”. L’amministrazione è determinata a mantenere questo luogo della socialità così
come si è costruito nel tempo, senza mutarne la natura; si vuole semplicemente metterne in sicurezza
l’attracco.
Oggi, nella consapevolezza che il consolidamento della vocazione sociale di questo luogo assicura anche un
presidio di sicurezza lungo l’argine e la golena, si vuole intervenire sostituendo l’attuale attracco. La struttura
attuale è utilizzabile solo dai membri della associazione, è un attracco amatoriale con pochi requisiti di
sicurezza, quello nuovo consentirebbe un uso più vasto e darebbe accesso al fiume ad un’utenza più variegata.
Una struttura di questo tipo ha diversi usi, nodo di interscambio tra i percorsi fluviali e quelli ciclabili, consente
l’uso turistico ed amatoriale del fiume. L’attracco di Dosolo costituirà la fermata utile per poter intraprendere i
percorsi della greenway dell’Oglio, per risalire tutto il Po fino a Viadana, Casalmaggiore e poi Cremona e per
conoscere, anche, le antiche comunità di: Correggioverde e Villastrada, frazioni di Dosolo. I Gonzaga hanno
lasciato il segno dovunque e Dosolo è stata consignoria, autonoma da Mantova: lo si vede dai portici e
dall'imponenza della parrocchiale dei SS. Gervasio e Protasio, sia pure rifatta in anni successivi ma già esistente
nel 1473. Le frazioni dosolesi (Correggioverde e Villastrada) sembrano far ala al capoluogo comunale: a oriente
(cioè verso Mantova) VILLASTRADA, rifugio nel 1531 degli scampati ad una rotta di Po a Sacca, oggi capolinea
gastronomico di fama internazionale, luogo in cui la cultura padana si è espressa nelle capacità istrioniche di
famosi personaggi localioggetto Partner: Associazione Teatro di Villastrada
Il teatro dei ricordi. Recupero del Teatro sociale di Villastrada.
Lo scopo del progetto riguarda il recupero ambientale, strutturale e funzionale del Teatro Sociale di Villastrada
nel Comune di Dosolo, Provincia di Mantova.
L’edificio risale al 1910 rappresenta una preziosa testimonianza di struttura di spettacolo liberty e costituisce un
“unicum” nel territorio soprattutto in considerazione del fatto di essere ubicato in un piccolo nucleo urbano
sviluppato sulla sponda lombarda del Po, fronteggiante i centri ben più noti di Guastalla, Luzzara e Suzzara.
L’intervento di restauro si propone di valorizzare l’elemento visivo del monumento che qualifica in modo
significativo il contesto urbano fortemente relazionato con la zona golenale marcata dalla cerniera dell’argine
maestro del fiume.
Soggetto Partner: Borgoforte
realizzazione di un attracco fluviale a Dosolo
La particolare posizione del Comune di Borgoforte posizionato tra l’area del PARCO OGLIO SUD
e l’area del PARCO DEL MINCIO pone questo Comune come anello di collegamento tra due
ambienti , tra due paesaggi , tra due percorsi culturali che fanno , unitamente alla vicina città
di Mantova, uno degli ambienti più belli della bassa pianura mantovana .
Integrazione
Per quanto riguarda l’integrazione tra interventi, si ricorda che il Piano Integrato d’area è un insieme di
operazioni tra loro integrate ossia fra loro esplicitamente collegate, finalizzate ad un unico obiettivo di sviluppo
e capaci di creare un valore aggiunto addizionale rispetto alla semplice sommatoria delle iniziative.
Vi sono all’interno di Isole e Foreste alcuni progetti “portanti”, la cui realizzazione è necessaria affinché si
concretizzi il progetto integrato d’area, altri che sono invece necessari al suo funzionamento.
Si ritiene che i progetti portanti siano quelli sovracomunali, proposti dagli enti parco o dalla Provincia di
Cremona che consentono di tessere l’intero sistema, altri che invece consentono di costruire la rete di relazioni
e occasioni sulla rete definita da quelli “portanti”.
Parco Adda Nord L’operazione consente il collegamento dell’intera rete ciclabile dell’Adda
con il Villaggio Operaio di Crespi d’Adda
Parco Adda Sud L’operazione consente di dare continuità tra Lodi e Rivolta d’Adda ai
percorsi ciclopedonali dell’Adda. E’ un progetto delicato di accessibilità alle
sponde del fiume e insieme un intervento di cucitura senza il quale l’intero
sistema non esiste.
Progetti portanti
Provincia di
Cremona
L’operazione interviene sulla valorizzazione della rete di Natura 2000
all’interno della golena de Po. Si integra perché in questo progetto la
valorizzazione ambientale non ha solo un fine protezionistico ma presuppone
l'impegno su diversi temi, dalla difesa del suolo al turismo, dalla bonifica
alla tutela dei valori naturalistici, testimoniando la volontà di lavorare in
termini integrati e multiobiettivo. L'idea di costruire un'unica grande
Infrastruttura Verde, la rete di Natura 2000, gli attracchi, la ciclovia del Po,
i centri storici.
Comune di
Sabbioneta
Sabbioneta è il simbolo della potenza dei sogni. A distanza di 500 anni ne
rappresenta ancora la forza; ma non è solo Sabbioneta è Pomponesco,
Dosolo, Gazzuolo, San Martino dall’Argine, Rivarolo Mantovano, è la testa di
un sistema. Il recupero del sistema idraulico del fossato è un giusto tributo
alla città ma anche un invito alla conoscenza che quel sogno ha disegnato il
territorio tra la confluenza del Po con l’Oglio.
Progetti di
valorizzazione
Sono tutti gli altri, il loro apporto è indispensabile al funzionamento ed alla
comprensione dell’intero sistema.
Si è cercato di attuare un’ integrazione qualificata sia in termini tipologici, sia in termini quantitativi, che
qualitativi e cronologici (come si concatenano nel tempo gli interventi integrati).
Non tutte le operazioni che costruiranno nel tempo lo scenario finale del progetto “Isole e foreste” sono
contenute nel progetto candidato a questo bando. Alcune sono state già realizzate, soprattutto lungo l’asta del
Po, dal Sistema turistico Po di Lombardia che ha reso possibile la navigazione turistica sul fiume attraverso la
realizzazione di attracchi e punti sosta, altre legate sempre alla realizzazione di infrastrutture per la viabilità
lenta sono state attuate dai singoli programmi provinciali (Mobilità ciclabile); di rilievo sono stati gli interventi
di costruzione della rete verde con il progetto “10 grandi foreste”.
Tutti gli interventi di potenziamento e valorizzazione culturale attuati dagli enti locali o dalle stesse province
sono anch’essi parte integrante degli elementi che aiutano il progetto integrato d’area a prendere corpo.
L’idea è di unire questi tasselli e di rendere intellegibile al viaggiatore un’unità reale, nello scorrere e mutare
del paesaggio lacuale e fluviale lombardo, da Lecco a Mantova. Lo sforzo di legare questi elementi si ritiene sia
il valore aggiunto del progetto Isole e foreste.
Fondamentali saranno inoltre le attività future, già in essere sono iniziative tese all’ampliamento di questo
progetto attraverso le risorse dei fondi FAS.
L’ integrazione funzionale tra gli interventi infrastrutturali, di formazione e servizi e di iniziativa privata, ha
consentito di dar luogo, in molti casi, a progetti più mirati alle esigenze del territorio.
Questa integrazione tra le operazioni ha così aiutato a costruire un progetto che trova spalla in molte delle
attività presenti sul territorio, ci si riferisce soprattutto all’attività dell’agenzia di sviluppo locale del Gal Oglio
Po e del Sistema Turistico Po di Lombardia, oltre che alla miriade di attività locali con cui il progetto, in fase
preliminare, si è misurato.
A titolo esemplificativo citiamo uno degli esempi che hanno accompagnato la definizione del progetto: sull’asta
dell’Adda tra Gombito, Formigara e Pizzighettone, l’attività del Consorzio Navigare l’Adda ha, nel corso di
questo ultimo lustro, attuato una serie di interventi per consentire la navigazione sul fiume, e oltre a questo
esercita la sua attività quotidiana usando queste infrastrutture per accompagnare i cittadini da un mercato
settimanale all’altro, e quindi da un centro all’altro, su un battello. Questo è un esperimento riuscito e
socialmente sviluppa forte integrazione. Con le operazioni di Formigara e Pizzighettone si intende rafforzare
questa vocazione quasi spontanea realizzando e recuperando gli spazi prossimi ai due attracchi, includendo
all’interno dei percorsi il centro fortificato di Pizzighettone e collegando a Formigara l’area di sbarco con la
pista ciclabile delle Città Murate.
L’elenco delle operazioni riportate nel paragrafo 4 mostra la coerenza con gli obiettivi strategici del PIA: per
maggiore comodità si presenta la seguente tabella sinottica nella quale è maggiormente evidenziata la
coerenza interna delle operazioni rispetto al PIA
Partners
Titolo operazioni
Obj 1
Obj
2
Obj
3
Obj 4
Parco Adda Nord Collegamento tra rete ciclabile adda nord, sede del
parco a crespi e adeguamento passerella Concesa
x x x
Promoisola Percorsi colleoneschi x x x
Parco Adda Sud Percorsi naturalistici tra Adda sud e Nord x x x
Progetto per il miglioramento dei percorsi ciclopedonali
per la connessione del circuito della greenway dell'Oglio
con la rete ciclopedonale del Parco del Serio. Passerella
ciclopedonale tra Sergnano e Casale Cremasco e
collegamento ciclabile tra Crema e Pianengo.Museo
dell'acqua
x x x
Museo dell'Acqua x x
Passerella x x
Parco del Serio
Ciclabile x x
Crema Museo x x
Spino d'Adda Intervento di ripristino della Cascina Carlotta, centro di
documentazione
x x
Spino d'Adda
Connessione trasversale tra la greenway dell'Adda e del
Oglio. Itinerario dei fontanili e delle Città murate
(integrazione FEASR)
x x
Formigara Parco fluviale e attracco x x
Pizzighettone Sistemazione vie alzaie x x
Crotta d'Adda Riqualificazione di via Cavallatico (vie panoramica sul
fiume)
x x x
Cremona Piste ciclabili di connessione con la rete provinciale x x
Gerre Recupero e valorizzazione di Corte Bugatti x x
Aree protette x x Provincia di Cremona
Servizi all’utenza x
Viadana Percorsi arginali tra Oglio e Po x x
Dosolo Parco fluviale e attracco x x
Borgoforte Interventi di recupero x x x
Sabbioneta Restauro soffitti lignei di palazzo Ducale x x
Sabbioneta Restauro e riqualificazione di tratto di mura x x
gonzaghesche e fossato.
Associazione…(Gozzi) Recupero del teatro di Villastrada x x
Azioni di sistema x x x x
Coerenza esterna
L'analisi della coerenza esterna intende evidenziare come la strategia si armonizzi con il più ampio contesto
delle politiche territoriali regionali, nazionali e comunitarie e come risulti essere compatibile, integrata e
complementare con i suddetti strumenti di programmazione e pianificazione territoriale.
Coerenza esterna con il Programma di Sviluppo Rurale
“Isole e foreste” manifesta non solo coerenza con gli indirizzi del PSR ma anche complementarietà ed
integrazione nella realizzazione di interventi.
Infatti il PIA nel suo complesso è complementare alla Misura 312 che favorisce lo sviluppo di microimprese nel
settore turistico, alla Misura 311 che favorisce la diversificazione delle attività agricole ed integrato alle Misure
313 che incentiva la creazione di servizi turisti e la promozione territoriale, alla Misura 321 volta al
miglioramento della qualità della vita nelle aree rurali anche in termini di recupero delle culture locali, e alla
Misura 323 volta al recupero e all’incremento della fruizione del patrimonio rurale.
Novità del PSR 2007-2013 è IL PROGETTO CONCORDATO; È un’iniziativa assunta da più soggetti che intendono
perseguire uno o più obiettivi del PSR. È realizzato con misure del PSR il cui effetto congiunto e collegato
concorre a perseguire obiettivi comuni.
È finalizzato a due tipi di contesti:
• di filiera: per potenziare e valorizzare diverse filiere presenti sul territorio
• d’area: rivolti a rispondere ai più ampi interessi del sistema locale, integrando attori -privati e pubblici - del
territorio di riferimento.
Nella provincia di Cremona il Comune di Casale Cremasco Vidolasco in qualità di capofila di un partenariato di
enti locali, consorzi gestori di parco ed aziende agricole ha candidato il progetto concordato del Parco dei
fontanili con i percorsi ciclopedonali che ne permettono la visita. Una riflessione sul valore storico, ambientale
ed economico di queste risorgive, caratteristica unica della pianura padana; il progetto è stato finanziato e sono
in fase attuativa numerosi progetti che vedranno nell’Asse 4 del FESR la naturale conclusione. Ci si riferisce ad
esempio al progetto presentato dal Comune di Spino d’Adda che completerà l’itinerario del fontanili
connettendo quest’ultimo con la greenway dell’Adda.
Altro importante tema di integrazione e coerenza è rivolto all’area Leader - Asse 4 del PSR
In questo gruppo ricadono i territori del Gal Oglio Po, agenzia di sviluppo locale con sede a Calvatone. Numerosi
sono stati i progetti realizzati tra il 2003 ed il 2008 che hanno costituito una base di partenza per il progetto
integrato d’area, dal Sistema Unico di Percorrenza alla definizione di pacchetti turistici e numerosi sono quelli
del nuovo Piano di Sviluppo Locale che trovano concatenazione con quelli sviluppati nelle operazioni proposte.
Il nuovo PSL “Terre d’acqua: un territorio da vivere. Qualità, tradizione ed innovazione tra Oglio e Po, a
titolarità GAL, ha ottenuto proprio in questi giorni l’ammissibilità al contributo del IV Asse del PSR. La strategia
del PSL si declina nelle seguenti linee di azione:
1. avviare le attività agricole tradizionali alla multifunzionalità;
2. avviare il sistema energetico verso l'autosufficienza;
3. valorizzare il patrimonio ambientale e culturale del territorio;
4. creare un’offerta turistica integrata;
5. governare l’intero processo di attuazione del Piano.
E’ pertanto evidente la forte integrazione tra i contenuti della strategia del PIA con le linee di azione sopra
esposte.
Coerenza esterna con il Programma Regionale di Sviluppo (VIII Legislatura)
L’analisi della coerenza esterna comprende anche la verifica della compatibilità del Piano rispetto alla
programmazione regionale, illustrata nel Programma Regionale di Sviluppo (PRS), VIII legislatura.
Il PRS è il principale strumento di programmazione regionale quinquennale ed individua 4 Assi a favore del
sistema agroalimentare e forestale, che trovano corrispondenza negli altrettanti assi del Regolamento 1698/2005
e vengono recepiti soprattutto per quanto riguarda l’asse “Politiche agricole per la diversificazione
dell'economia rurale e a favore della montagna, della collina e del pianalto”
La diversificazione in attività non agricole, i servizi turistici, la microimpresa, la ricettività “minore”, le attività
culturali ed educative assumono un rilievo fondamentale nella strategia individuata, e costituiscono investimenti
essenziali per evitare il declino socio – economico del territorio.
Coerenza con il Fondo aree sottoutilizzate (FAS)
Il FAS è lo strumento con il quale il Governo e le Regioni sviluppano gli interventi per il riequilibrio economico e
sociale fra le diverse aree geografiche del Paese. Con le risorse nazionali del FAS si porta a compimento il
processo programmatorio della politica regionale unitaria in attuazione alla strategia definita nel Quadro
Strategico Nazionale (QSN) per la politica regionale di sviluppo 2007-2013.
Nell'ambito soprattutto del primo asse del documento trovano conferma i presupposti del progetto, lo sviluppo
turistico sostenibile costituisce una delle motivazioni fondamentali al progetto.
Le linee d’azione si possono riassumere in:
1. Il riassetto idraulico, l’aumento della capacità di laminazione nelle fasce fluviali e la ricostruzione
morfologica dell'alveo di piena
2. La conservazione dell’integrità ecologica della fascia fluviale e della risorsa idrica del Po
3. Il sistema della fruizione e dell’offerta culturale e turistica
4. Il sistema della governance e delle reti immateriali per la conoscenza, la formazione e la partecipazione
5. Assistenza tecnica
Il secondo, il terzo ed il quarto punto hanno un forte grado complementarietà ed integrazione con gli obiettivi
del FESR asse IV. La Provincia di Cremona ha individuato diversi interventi da candidare ai fondi FAS che
perseguono i medesimi obiettivi di “Isole e Foreste”, quali ad esempio interventi di rinaturazione e recupero
ambientale di emergenze naturali, la realizzazione di stazioni dell’Ecomuseo, il recupero di edifici di valenza
storica e architettonica, la messa in rete degli attracchi fluviali esistenti lungo l’asta del fiume Po.
Coerenza esterna con le politiche territoriali regionali
Rete ecologica provinciale e regionale e la Rete Verde Provinciale
L’idea che sottende al progetto integrato d’area “Isole e foreste” è di costruire un sistema di accessibilità
“guidata” e consapevole alla rete ecologica regionale ed alla rete verde regionale.
La rete ecologica regionale segue tutto il percorso dei fiumi, Adda e Serio prima e Po poi individuando tra i vari
sistemi di infrastrutture prioritarie regionali indicate al punto 1.5.6 del P.T.R. strette interconnessioni in grado
di condizionarsi reciprocamente, positivamente o negativamente qualora tra loro non ben coordinati.
La Rete Ecologica Regionale lombarda (RER) si raccorda in primo luogo con la Rete Verde Regionale prefigurata
dal Piano Paesistico Regionale; offre inoltre opportunità di sinergie positive con la Rete Ciclabile Regionale e con
le Infrastrutture per la difesa del suolo.
Lungo il percorso la rete ecologica individua elementi che costituiscono la struttura della rete, ovvero gangli,
corridoi…(vedi planimetria specifica e descrivi gli interventi del PIA in relazione agli ambienti che definiscono la
rete).
La Rete Ecologica Regionale viene definita attraverso i seguenti obiettivi generali:
• riconoscere le aree prioritarie per la biodiversità;
• individuare un insieme di aree e azioni prioritarie per i programmi di riequilibrio ecosistemico e di
ricostruzione naturalistica ai vari livelli territoriali
• fornire lo scenario ecosistemico di area vasta e i collegamenti funzionali per: l’inclusione dell’insieme
dei SIC e delle ZPS nella Rete Natura 2000 (Direttiva Comunitaria 92/43/CE);
• il mantenimento delle funzionalita’ naturalistiche ed ecologiche del sistema delle Aree Protette
nazionali e regionali;
• articolare il complesso dei servizi ecosistemici rispetto al territorio, attraverso il riconoscimento delle
reti ecologiche di livello provinciale e locale (comunali o sovracomunali).
La Rete Verde Regionale e’ intesa (punto 1.5.6 del Documento di Piano del PTR) quale
“… sistema integrato di boschi, alberate e spazi verdi, ai fini della qualificazione e ricomposizione paesaggistica
dei contesti urbani e rurali, della tutela dei valori ecologici e naturali del territorio, del contenimento del
consumo di suolo e della promozione di una migliore fruizione dei paesaggi di Lombardia.
Il Piano Paesaggistico disciplina puntualmente la costruzione della Rete Verde Regionale (art.24)…
“Contribuiscono alla costruzione e salvaguardia della Rete Verde Regionale e assumono in tal senso specifico
valore paesaggistico i Piani di indirizzo forestale, i Parchi locali di interesse sovracomunale, i progetti di Sistemi
verdi rurali, i progetti provinciali e regionali le greenway, i progetti di rete ecologica, i progetti di
ricomposizione paesistica ed equipaggiamento verde delle fasce contermini e principali corridoi della mobilità e
tecnologici”.
Risultano quindi evidenti i forti ambiti di sovrapposizione delle due reti con la realizzazione di un progetto di un
lungo itinerario lungo l’Adda il Po ed il Serio.
Si chiariscono al contempo le specificità reciproche così riassumibili:
• la rete verde è un insieme di “boschi, alberate e spazi verdi”, elementi vegetali del paesaggio
fisicamente riconoscibili; le reti ecologiche comprendono sia tali elementi che gli altri elementi dell’ambiente in
grado di svolgere una funzione come parte dell’habitat (acque, suoli sterili, gli stessi manufatti), nonché linee di
connessione (ad esempio attraverso agroecosistemi) che possono anche non tradursi in elementi fisicamente
riconoscibili;
• la rete verde e’ paesaggio, risultato (secondo la Convenzione Europea) della percezione delle
popolazioni, che hanno considerato attraverso i loro filtri culturali e sistemi di identità luoghi ed elementi
traducendoli in valenze meritevoli di specifiche scelte di governo; la rete ecologica è l’ecosistema prima della
sua lettura estetica e culturale, con le sue relazioni fisico-chimico-biologiche tra elementi e le sue funzioni;
• “Isole e foreste” è il sistema che consente l’avvicinamento e la comprensione delle risorse che il
paesaggio esprime, è il filo rosso che seguendo il corso del fiume racconta di acqua, di storia, di campagna, di
città…
Le prospettive di rete sono quindi specifiche, ma anche tra loro complementari: non può essere efficacemente
governato un ecosistema di cui non siano state riconosciute anche le valenze culturali sotto il profilo
paesaggistico, mentre scelte di governo per paesaggi di cui non siano state precedentemente riconosciute le
funzionalita’ sotto il profilo ecosistemico richiederebbero in molti casi di restare puri formalismi, senza le
gambe per auto-sostenersi dal punto di vista ecologico, con elevate esigenze economiche per il loro
mantenimento.
Come ricordato la Provincia di Cremona ha attuato un vasto e complesso progetto, “10 grandi foreste di pianura”
parte integrante anche della realizzazione della rete verde lombarda.
Gli elementi di forte integrazione fra la Rete Ecologica Regionale e il Progetto integrato d’area “Isole e foreste”
sono insiti nelle linee guida del progetto stesso:
Il ruolo importante attribuito alla rete ecologica nella definizione delle azioni progettuali si esplica nella
possibilità di definire aree di accesso SOLO laddove esistono già e dove la loro conferma non mina l’integrità
della rete ma ne consente la conoscenza e quindi la consapevolezza.
Il progetto costruisce inoltre una forte integrazione tra la rete ecologica regionale e gli assunti del Programma
Operativo Regionale 2007-2013 che trovano rispondenza anche nel ruolo che la stessa rete trova all’interno del
documento citato:
Tra i riferimenti di inquadramento per l’Asse 4 “Tutela e Valorizzazione del Patrimonio naturale e culturale”, tra
le priorità del QSN si prevede (5.5.1) di “Valorizzare la rete ecologica e tutelare la biodiversità per migliorare la
qualità dell'ambiente e promuovere opportunità di sviluppo economico sostenibile”.
Concretamente, tra gli obiettivi specifici ed operativi dell’Asse 4 (punto 4.4.1) è prevista, con finanziamenti
specifici, la “Valorizzazione del patrimonio culturale e ambientale e rafforzamento dell’attrattività del
territorio attraverso interventi che qualifichino le aree di pregio naturale e culturale e ne favoriscano la messa
in rete in funzione della fruibilità turistica” .
In particolare, una delle linee di intervento è la “Promozione e diffusione di una fruizione sostenibile nel sistema
delle Aree Protette e nelle aree della rete ecologica lombarda attraverso la tutela e la valorizzazione del
patrimonio culturale e ambientale”.
A tale riguardo, nell’ambito dei progetti integrati selezionati è previsto lo sviluppo dell’azione: “interventi di
qualificazione ambientale e recupero funzionale di aree di interesse naturale, creazione di servizi e strutture
funzionali alla fruizione delle risorse ambientali, realizzazione di infrastrutture connesse alla biodiversità a
supporto della creazione della rete ecologica regionale”.
Piano Paesistico Regionale
Tra gli indirizzi di tutela (art.11.3) figurano quelli per “Riqualificazione paesaggistica e contenimento dei
potenziali fenomeni di degrado”, con ampie sovrapposizioni gli obiettivi del PIA e le finalità delle singole
operazioni.
L’art. 17del P.P.R. ha come oggetto la Tutela paesaggistica degli ambiti di elevata naturalità definiti (art.17.1)
come “quei vasti ambiti nei quali la pressione antropica, intesa come insediamento stabile, prelievo di risorse o
semplice presenza di edificazione, è storicamente limitata”.
In tali ambiti (art.17.2) la disciplina paesaggistica persegue i seguenti obiettivi generali:
a) recuperare e preservare l'alto grado di naturalità, tutelando le caratteristiche morfologiche e
vegetazionali dei luoghi;
b) recuperare e conservare il sistema dei segni delle trasformazioni storicamente operate dall'uomo;
c) favorire e comunque non impedire né ostacolare tutte le azioni che attengono alla manutenzione del
territorio, alla sicurezza e alle condizioni della vita quotidiana di coloro che vi risiedono e vi lavorano, alla
produttività delle tradizionali attività agro-silvo-pastorali;
d) promuovere forme di turismo sostenibile attraverso la fruizione rispettosa dell’ambiente;
e) recuperare e valorizzare quegli elementi del paesaggio o quelle zone che in seguito a trasformazione
provocate da esigenze economiche e sociali hanno subito un processo di degrado e abbandono.
Coerenza esterna rispetto alla pianificazione territoriale locale
Strumenti di pianificazione territoriale locale (provinciale e subprovinciale)
• Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale della Provincia di Cremona;
• Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale della Provincia di Mantova.
• Piano Territoriale di Coordinamento del Parco del Serio;
• Piano Territoriale di Coordinamento del Parco Adda Sud;
• Piano Territoriale di Coordinamento del Parco Adda Nord;
Il P.T.C.P. è uno strumento atto a promuovere, indirizzare e coordinare i processi di trasformazione territoriale
di interesse provinciale e, indirettamente, a orientare i processi di sviluppo economico e sociale in modo
coerente con la pianificazione e la programmazione regionale. Esso si pone come obiettivi generali la
sostenibilità ambientale dello sviluppo, la valorizzazione dei caratteri paesistici locali e delle risorse territoriali,
ambientali, sociali ed economiche secondo il principio di equità tra i soggetti e i luoghi. Il P.T.C.P. ha carattere
di flessibilità e processualità, è suscettibile di successivi completamenti e integrazioni e costituisce un quadro di
riferimento in costante evoluzione per il sostegno alle decisioni a livello locale.
Il P.T.C.P., sulla base della condivisione degli obiettivi e della partecipazione nella gestione delle scelte, si rifà
al principio di sussidiarietà nel rapporto con gli enti locali e affida la sua attuazione alle capacità e alle
responsabilità degli interlocutori pubblici e privati. Esso ha inoltre efficacia come Piano paesistico-ambientale.
La Provincia di Cremona nel 1998 ha adottato il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale previsto dalla
legge n. 142/90 con delibera del Consiglio n. 156 del 15 dicembre.
Con deliberazione n. 4 del 16 gennaio 2002, di adozione del Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia
di Cremona ai sensi del comma 31 dell’art. 3 della l.r. 5 gennaio 2000 n. 1 sono stati inoltre approvati, due Piani
di Settore, come strumenti di attuazione e di specificazione del P.T.C.P. nell’ambito delle competenze della
Provincia in materia di Commercio - “Piano dello Sviluppo e adeguamento della Rete di Vendita” – e di Mobilità –
“Piano Integrato della Mobilità” (P.I.M.).
Con DCP n. 66 del 8 aprile 2009, divenuta esecutiva il 20 maggio 2009 si è approvata la variante di adeguamento
alla L.R. 12/05 e s.m.i.
Il documento direttore del PTCP vigente riporta al capitolo 4 “Indirizzi e criteri di intervmto” gli obiettivi che
l’amministrazione provinciale di pone per la tutela e valorizzazione del paesaggio, del tutto rispondenti alle
indicazioni di Regione Lombardia espresse nel PPR e nel bando a valere sull’asse IV del POR competitività; se ne
riporta per comodità un breve stralcio:
“Gli obiettivi del PTCP prevedono la tutela delle emergenze naturali e paesistiche e il recupero di quelle
depauperate; l’aumento dell'efficienza delle funzioni ecologiche e della qualità ambientale diffusa anche nei
contesti antropizzati sia agricoli che urbani; il coordinamento degli interventi di miglioramento ambientale,
soprattutto se sono attuati mediante finanziamenti pubblici. Tali obiettivi devono essere raggiunti mediante
strategie, sistematicamente verificate ed eventualmente ricalibrate, che sono in accordo con le esigenze di
carattere sociale ed economico. Il paesaggio provinciale cremonese, la cui matrice è in gran parte di tipo
agricolo, è fortemente legato alla dinamica degli elementi che strutturano la pianura lombarda, cioè i fiumi e le
relative valli; tali elementi sono tutelati attraverso lo strumento dei parchi regionali, ad eccezione della valle
del fiume Po che è attualmente oggetto di accordi tra i comuni cremonesi interessati per l’istituzione di un
Parco locale di interesse sovracomunale (PLIS) e di accordi con le province confinanti per il coordinamento delle
relative politiche territoriali.
L’importanza attribuita dal PTCP alle fasce fluviali è coerente con il più ampio disegno del PTPR che indica la
necessità di tutelare i caratteri di naturalità dei corsi d’acqua, dei meandri golenali, degli argini e dei terrazzi di
scorrimento e individua nella golena del Po un ambito di particolare rilevanza paesistica. La valorizzazione del
sistema paesistico-ambientale punta a favorire lo svolgimento di un insieme di funzioni che vanno al di là di un
semplice interesse estetico-visuale, poiché trovano interesse anche dai punti di vista naturalistico, protettivo,
turistico-ricreativo e igienico-sanitario. (…) Hanno funzioni turistico-ricreative la tutela delle emergenze
naturali, attraverso la quale è possibile ottenere una migliore fruizione della natura e del paesaggio da parte
dell’uomo e al contempo di rendere più appetibile l’offerta turistica, specie di quella agrituristica. Al riguardo
assume una notevole importanza la realizzazione dei tracciati guida paesistici previsti dal PTPR quali i sentieri
naturalistici del Po, da assumere all’interno dell’istituendo PLIS, dell’Adda e dell’Oglio, la via Postumia e le
alzaie del canale Vacchelli, del naviglio Civico di Cremona e del dugale Delmona. (..) Le componenti strutturali
del paesaggio cremonese si articolano in una componente di interesse primario, una di interesse secondario e
nei due ambiti di paesaggio agricolo della pianura cremasca e della pianura cremonese-casalasca.
Nelle componenti di interesse paesistico primario connesse alle valli fluviali sono considerate prioritarie le
esigenze di tutela della risorsa acqua e degli elementi di pregio naturalistico, per cui vi è la necessità di
recuperare gli ambienti degradati e di favorire le attività e gli usi del suolo compatibili con la sensibilità del
contesto e in grado di rispondere alle esigenze di protezione dell’acqua dagli agenti inquinanti, evitando
l’insediamento di aree industriali, commerciali e residenziali anche alla luce delle criticità connesse alle
esondazioni fluviali. Occorre inoltre adottare strategie e orientare i finanziamenti disponibili verso il
mantenimento e la realizzazione di cortine verdi che migliorino la qualità estetica del paesaggio e aumentino le
connessioni vegetazionali e faunistiche tra le aree protette. In particolare si dovrà incentivare l’utilizzo di specie
arboree e arbustive tipiche di questi ambienti in modo da migliorare anche l’efficacia depurativa, la capacità di
ritenzione dell’acqua e di contenimento dei fenomeni erosivi.
La costruzione della Rete ecologica provinciale, sempre secondo le indicazioni del vigente PTCP, comporta il
mantenimento e il rafforzamento della continuità spaziale tra gli habitat naturali e seminaturali esistenti. La
costruzione della Rete ecologica provinciale si configura come un processo articolato nel tempo, che coinvolge
differenti attori e livelli istituzionali e prevede diverse modalità di azione e di intervento. Le priorità
d’intervento sono state definite commisurandole alle risorse disponibili e agli strumenti esistenti e prevedono in
prima istanza la salvaguardia e il miglioramento delle aree naturali esistenti e successivamente la realizzazione
della rete di corridoi ecologici, da infittire progressivamente partendo da quelli che sono in buone condizioni.
La struttura della Rete ecologica provinciale si articola in componenti, sia di tipo areale che lineare, distinte su
tre livelli di importanza. Le componenti di primo e secondo livello sono riportate nella Carta delle tutele e delle
salvaguardie e sono oggetto di tutela ai sensi degli artt. 15 e16 e il punto 8 dell’art. 19 della Normativa del
PTCP. Le componenti di livello locale sono invece riportate nell'Allegato 2 al PTCP- Progetto di Rete Ecologica
Provinciale, e costituiscono un riferimento per i Comuni e i soggetti locali ai fini di coordinare e indirizzare gli
interventi di miglioramento ambientale e la realizzazione delle reti ecologiche comunali.
Gli indirizzi per le infrastrutture della mobilità hanno assunto come modello insediativo di riferimento per i
collegamenti interni lo schema a rete e si rifanno alle strategie del Piano integrato della mobilità provinciale
(PIM), quale allegato al PTCP. Inoltre, è stato elaborato un progetto di Rete provinciale di percorsi ciclabili allo
scopo di favorire l’uso di un mezzo che per alcuni spostamenti, può essere una valida alternativa all’uso
dell’automobile. Tale rete, finalizzata a consentire lo spostamento su lunghe distanze e a connettere le reti
ciclabili comunali, è costituita da cinque percorsi:
• il percorso Golena del Po, lungo 58.8 km, che collega Casalmaggiore a Cremona;
• il percorso Antica Postumia, lungo 41.2 km, che collega Calvatone a Cremona;
• il percorso Canale Vacchelli, lungo 35.6 km, localizzato lungo l'alzaia del Canale Vacchelli e che va da Spino
d'Adda fino alla località Le Formose in comune di Genivolta;
• il percorso Città Murate, lungo 37.3 km, che collega Pizzighettone a Soncino passando per Soresina e la località
Le Formose in comune di Genivolta, dove si connette al percorso Canale Vacchelli;
• il percorso Vecchia Castelleonese, lungo 24 km, che collega Cremona a Soresina e connette i due percorsi
localizzati nella porzione settentrionale della provincia con i due percorsi posti in quella meridionale.
Le indicazioni riportate permettono una valutazione di integrale compatibilità e coerenza del PIA isole e Foreste
con gi obiettivi, gli indirizzi e le operazioni in particolare per il sistema paesaggistico e ambientale e la rete
verde provinciale del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale. Si evidenza anche la coesione con il Piano
dei Percorsi e delle Piste ciclabili della Provincia di Cremona
La Provincia di Mantova si è invece dotata di un Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale predisposto
secondo le direttive contenute nelle Leggi Regionali 18/1997 e 1/2000, approvato con DCP n. 61 del 28/11/2002
e pubblicato sul BURL - Serie Inserzioni n°5 del 29 gennaio 2003.
Il PIA Isole e Foreste prevede, in Provincia di Mantova, diverse progettualità volte alla riqualificazione e
valorizzazione anche turistica del sistema paesaggistico e ambientale in entrambe le sue componenti: fisico -
naturale e storico – culturale, nonché all’integrazione dei valori plurimi del territorio della valle del fiume Po.
Il PIA Isole e Foreste individua diversi interventi di restauro conservativo e manutenzione su beni immobili di
pregio, generalmente entro nuclei di antica formazione, di riqualificazione di beni ambientali, nonché di
sviluppo di percorsi di fruizione ambientale sulle sponde e nella valle del fiume Po.
Il progetto, che interessa province limitrofe, ha come filo conduttore le aste fluviali dei fiumi Isole e Foreste,
lungo cui si articola la Rete Ecologica Regionale (RER).
Il PTCP della Provincia di Mantova individua lungo il Po un corridoio principale della Rete Verde Provinciale,
come articolazione e maggior dettaglio della RER, assegnandole una funzione non solo ecologica, ma anche
fruitiva.
Le indicazioni sopra sintetizzate permettono una valutazione di piena compatibilità e coerenza del PIA Isole e
Foreste con gi obiettivi (strategici e generali), gli indirizzi e la progettualità in particolare per il sistema
paesaggistico e ambientale e la rete verde provinciale del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale. Da
segnalare anche la coerenza diretta con il Piano dei Percorsi e delle Piste ciclabili della Provincia di Mantova.
Il Consorzio Gestore del Parco del Serio ha adottato il proprio Piano di Coordinamento Territoriale che è stato
approvato da Regione Lombardia con DGR 8/7369 del 28 maggio 2008.
il piano territoriale di coordinamento del Parco Regionale dl Serio individua nelle sue planimetrie il perimetro
istituito dell’area protetta e le aree agro-forestali o incolte, caratterizzate dai più elevati livelli di naturalità e
comunque destinate a funzioni prevalentemente di conservazione e ripristino dei caratteri naturali. vengono
inoltre identificate le aree che, incluse nella fascia fluviale di tutela paesaggistica, sono caratterizzate da un
territorio ad elevata rilevanza ambientale. oltre alle zone caratterizzate da elevata naturalità, vi sono zone
compatibili con le attività antropiche e soprattutto con la fruizione e la valorizzazione turistica del territorio,
oltre che aree particolarmente vocate ad un turismo di tipo prevalentemente scolastico.
L fruizione pubblica, in particolare, è obiettivo che il Parco dl Serio cerca, con i propri strumenti di pianificazione
e di settore, di regolamentare e di controllare, in modo che la fruibilità da parte dei visitatori del parco non
configga con le esigenze di tutela del territorio e delle sue peculiarità: perciò il parco si è dotato di uno
strumento attuativo del PTC, il piano di settore per la fruizione pubblica, nel quale si è occupato
prevalentemente delle percorrenze protette, dei sistemi di accessibilità e delle strutture a supporto delle stesse,
fornendo anche un dettagliato abaco delle possibili attrezzature da installare.
I parco intende quindi la fruizione come ricreativa e sociale, culturale ed educativa, per le attività sportive e per
il tempo libero. nell’ambito di questa definizione, ben si inserisce l’attività didattica che impegna gran parte
delle attività del parco nel corso di tutto l’anno.
I piano di settore per la fruizione pubblica ha prestato particolare attenzione a quelli che sono stati definiti “poli
primari” e “poli secondari”, in relazione all’intensità della capacità attrattiva, anche solo potenziale, delle aree.
fra i poli primari è annoverata anche la zona di pianengo-ricengo (con il sic riserva naturale palata del
menasciutto) unitamente a crema, con il vicino santuario di S Maria della Croce ed il suo centro storico quali
emergenze architettoniche di rilievo. in crema, inoltre, alcune attrezzature sportive ricreative già si attestano
lungo il fiume (es. colonia seriana). la città di crema è servita da una stazione ferroviaria, posta nelle immediate
vicinanze del territorio del parco e parte dei percorsi in riva destra sono già stati attrezzati e sono serviti anche
da una rete di aree per il parcheggio. la presenza nel territorio comunale della città di crema di alcuni poli
estrattivi, anche se ancora in attività, rappresenta inoltre un potenziale ed un’opportunità per la realizzazione di
future attrezzature per la fruizione. il polo di crema è connesso, attraverso le rive del Canale Vacchelli, sia al
fiume Adda (ad ovest) che al fiume Oglio (ad est). le strade alzaie sono già percorribili a piedi o in bicicletta; il
canale si configura pertanto come un punto di collegamento tra il parco del fiume serio ed i territori dei parchi
regionali Adda e Oglio, ed anche alla vicina zona del “Moso”,
Nel piano di settore per la fruizione, inoltre, attraverso un percorso di condivisione con i comuni rivieraschi, si
stanno verificando le possibilità attuative di interventi che garantiscono la connessione dell’intero territorio e la
connessione fra la Provincia d Cremona e la Provincia di Bergamo. perciò, anche la proposta di ricucitura della
discontinuità attualmente esistente fra la sponda destra e la sponda sinistra del fiume serio nei territori di
sergnano e di casale cremasco con la realizzazione di una passerella ciclopedonale e relative opere di raccordo,
rappresenta un ulteriore passo avanti per realizzare quelle connessioni nel territorio del parco le quali,
attraverso l’atteso incremento di una fruizione più consapevole, possano veicolare uno sviluppo sostenibile del
territorio, con la riscoperta delle nostre eccellenze, etc…
Come già accennato nella presentazione dell’intera operazione 3 “itinerari, sentieri e musei”, la suggestione
dalla quale ciascun soggetto proponente si è lasciato trasportare è stata quella di poter raggiungere, con
l’approvazione della proposta operazione, l’obiettivo di rendere fruibile, in sicurezza, una porzione di territorio
sempre più vasta, offrendo spunti culturali e sociali interessanti, dalla visita ai musei ed alle città, con le loro
architetture, i loro luoghi sacri, i monumenti, alla scoperta dei territori a vocazione più naturale e dalle
peculiarità che ce li fanno apprezzare e tutelare anche a livello comunitario, fino all’obiettivo della
valorizzazione complessiva del proprio territorio.
Riguardo alla RER, tutto il territorio del parco e’ incluso nella RER. si richiama quindi la triplice finalita’ della
rer
tutela: ovvero salvaguardia delle rilevanze esistenti, per quanto riguarda biodiversità e funzionalità
ecosistemiche, ancora presenti sul territorio lombardo;
valorizzazione: ovvero consolidamento delle rilevanze esistenti, aumentandone la capacità di servizio
ecosistemico al territorio e la fruibilità da parte delle popolazioni umane senza che sia intaccato il livello della
risorsa;
ricostruzione: ovvero incremento attivo del patrimonio di naturalità e di biodiversità esistente, attraverso nuovi
interventi di rinaturazione polivalente in grado di aumentare le capacità di servizio per uno sviluppo sostenibile;
potranno essere rafforzati i punti di debolezza dell’ecosistema attuale in modo da offrire maggiori prospettive
per un suo riequilibrio
Il Parco del Serio ha di recente adottato uno strumento attuativo del ptc denominato “piano di settore per i
beni isolati di valore storico, artistico ed ambientale : valutazione delle presenze di architettura rurale
sparsa presenti nel territorio del parco del serio ai fini di un programma di tutela e manutenzione
programmata” nel quale si e’ occupato del recupero e valorizzazione del patrimonio edilizio rurale all’interno
del parco e che si pone l’obiettivo, attraverso un censimento anche degli edifici non vincolati ma degni di nota,
di descrivere i caratteri tipologici, morfologici e materici dei complessi edilizi esistenti e vincolati, indicando i
diversi manufatti ed edifici che li compongono, i caratteri degli spazi aperti pertinenziali all’intorno, le relazioni
che il complesso intrattiene con il contesto paesistico locale, dando infine indicazione delle categorie di
intervento edilizio ammesse, dei caratteri tipologici, morfologici e materici di riferimento, del trattamento degli
spazi aperti e degli accessi, delle relazioni funzionali e vedutistiche con il contesto da conservare e valorizzare.
L’Ente Gestore del Parco Adda Nord è dotato di PTC approvato con DGR 22 dicembre 2000 n. 7/2869 aggiornato
con variante parziale approvata con DGR 8/3997 del 26 ottobre.
L’Ente Gestore del Parco Adda Sud è dotato di PTC approvato con LR n. 22 del 20.08.
I consorzi gestori di entrambi i Parchi hanno espresso una valutazione di piena compatibilità e coerenza del PIA
Isole e Foreste con gi obiettivi (strategici e generali), gli indirizzi e la progettualità in particolare per il sistema
paesaggistico e ambientale e per i tratti di RER compresi nei loro terriori, così come previsto dai Piani
Territoriali di Coordinamento.
Piani di Governo del Territorio
Nel marzo 2005 la Regione Lombardia ha approvato la legge n. 12 “per il governo del territorio” portando a
compimento quel processo di progressiva trasformazione del sistema di pianificazione territoriale e urbanistica,
preparato e già parzialmente attuato dal governo regionale nel corso della precedente legislatura mediante la
successiva emanazione di provvedimenti transitori e settoriali (le L.R.23/97, 9/99, 1/01, le discipline settoriali
sul commercio, sugli accordi di programma, sui parchi, ecc.).
La nuova legge ridefinisce contenuti e natura dei vari strumenti urbanistici e introduce significative
modificazioni del ruolo e delle funzioni dei diversi livelli di governo territoriale. Per quanto riguarda il Piano di
Governo del Territorio (PGT) la nuova legge propone una struttura tripartita: il Documento di Piano (atto
strategico), il Piano delle regole (territorio costruito) ed il Piano dei servizi; introduce inoltre l’obbligo di
sottoporre il Documento di Piano alla Procedura di Valutazione Ambientale strategica (VAS) di cui alla direttiva
2001/42/CE, come recepita dal D.lgs 152/06 e dal successivo decreto correttivo D.lgs n°4 del 18 gennaio 2008.
Attualmente i Comuni stanno ultimando la definizione dei PGT e si stanno dotando delle adeguate strutture
operative per il loro recepimento ed la loro attuazione.
Gli interventi che saranno finanziati nell'ambito del PIA “Isole e Foreste” dovranno essere conformi a quanto
previsto dai Piani Territoriali sovra-ordinati e rispondenti agli obiettivi generali di sviluppo sostenibile del
territorio, di valorizzazione dei caratteri paesistici locali e delle risorse ambientali, sociali ed economiche degli
stessi.
Integrazione ed elementi di sinergia con azioni, programmi e progetti in corso e futuri
Sistema Turistico Po di Lombardia
Il Sistema Turistico Po di Lombardia è il più ampio Sistema Turistico a livello Nazionale, esteso su quattro
province: Cremona, Mantova, Lodi e Pavia, con una popolazione di 1.408.500 abitanti distribuiti in 436 comuni,
su una superficie totale di 7.857 Kmq.
Si tratta del primo sistema che ha ottenuto il riconoscimento da parte della Regione Lombardia, attraverso
l'approvazione del Programma di Sviluppo Turistico (delibera del 4 agosto 2005 n. VIII/518). Ufficialmente
istituito il 9 febbraio 2004 a seguito della sottoscrizione di una convenzione tra i quattro Enti coinvolti, il STPL
persegue le seguenti finalità:
• sviluppo di nuove potenzialità turistiche;
• qualità dei prodotti turistici e offerta nuovi prodotti;
• integrazione tra differenti tipologie di turismo;
• realizzazione di interventi infrastrutturali e di riqualificazione urbana del territorio;
• sostegno dell'innovazione tecnologica;
• crescita della professionalità degli operatori e sviluppo delle competenze manageriali;
• promozione e attività di marketing.
Obiettivo generale del sistema è l'elaborazione congiunta di programmi e progetti di promozione integrata e
sviluppo turistico dei territori compresi nella fascia lombarda del fiume Po.
Numerose iniziative hanno caratterizzato finora l'attività del Sistema Po di Lombardia: partecipazione congiunta
a fiere e manifestazione nazionali e
internazionali; organizzazione di educational tours per operatori e giornalisti; realizzazione di materiale
promozionale; elaborazione di progetti integrati che prevedono l'adeguamento e la valorizzazione di una fitta
rete ciclabile; recupero degli argini dei fiumi; potenziamento ai fini turistici della navigazione fluviale;
promozione del patrimonio ambientale-storico-artistico-culturale e dei prodotti enograstronomici tradizionali del
territorio coinvolto.
Tutto ciò è stato realizzato attraverso il Programma di Sviluppo del Sistema, un documento strategico
contenente il piano di azione del Sistema.
Tra gli obiettivi concreti del Programma di Sviluppo del Sistema vi è la realizzazione di prodotti turistici che
propongono in una prospettiva di sistema le peculiarità del territorio.
Nel periodo 2004-2008 l’attività del Sistema si è sviluppata principalmente intorno a due direttrici che
rappresentano l’elemento caratterizzante e specifico dell’offerta turistica “Po di Lombardia”: la navigazione
fluviale e la fruibilità “lenta” del territorio.
Tra il 2004 e il 2008 sono stati realizzati progetti per un ammontare complessivo pari quasi a 18 Milioni di euro.
Da sottolineare che, a fronte di un importante contributo statale e regionale che ha coperto il 48,33 % delle
spese per gli interventi proposti, vi è stato uno sforzo consistente (complessivamente il 51,67%) da parte delle
quattro Province coinvolte (35,55% del totale di 17.900.000,00 €), dei Comuni (12,77%), e dai soggetti privati
(3,35%) operanti sul territorio.
Nel periodo 2009-2011 il Programma di Sviluppo del Sistema prevede la realizzazione di 271 progetti per un
investimento complessivo che ammonta a oltre 148 Milioni di euro.
Il Piano Integrato d’area è fortemente intrecciato con l’attività del sistema turistico. Da un lato le basi del
progetto sono legate alle infrastrutture che in questi anni il sistema turistico ha realizzato, dall’altro si è
cercato di tenere legate all’attività già avviata dei Sistemi turistici le azioni di sistema del PIA. L’obiettivo è
quello di consolidare il partenariato già attivo sul territorio, potenziando e stabilizzando figure professionali che
operano sul territorio fluviale in ambito turistico.
Il sistema turistico Po di Lombardia sta impostando intese con il Sistema Turistico “Bergamo, Isola e pianura”,
finalizzate ad una lettura omogenea del PIA e alla collaborazione relativa alle azioni di sistema.
Patto per lo Sviluppo della Provincia di Cremona
Il Patto per lo Sviluppo della Provincia di Cremona è un accordo strategico tra i principali attori pubblici e privati
dell'area cremonese (istituzioni locali e rappresentanze economiche e sociali), finalizzato a promuovere il
capoluogo e il suo territorio ed individuare azioni condivise e cantierabili, verso cui incanalare le risorse
pubbliche e private interne all'area, ma soprattutto provenienti da fonti europee, nazionali e regionali.
Il Patto per lo Sviluppo si configura come un nuovo modello di politica territoriale derivante da un percorso
durato oltre due anni (per un totale di oltre cento incontri e trecento soggetti coinvolti). Enti promotori del
Patto per lo Sviluppo sono la Provincia di Cremona, la CCIAA di Cremona, i Comuni di Cremona, Crema e
Casalmaggiore, animatori e coordinatori del percorso di pianificazione strategica. Gli Enti promotori e la Regione
Lombardia hanno i loro rappresentanti nella Cabina di regia, mentre organo di rappresentanza e consultazione è
il Comitato strategico, composto dagli stakeholders locali e dotato di funzioni decisionali.
Il Patto per lo Sviluppo si articola in tre filoni tematici: innovazione, reti collettive e cultura, declinati in otto
assi strategici (Sistema agro-alimentare cremonese, Innovazione, ricerca e formazione, Sviluppo dell'energia
rinnovabile, Welfare e Integrazione sociale, Cultura, turismo e creatività, Rafforzamento e valorizzazione del
sistema produttivo, Infrastrutture materiali e immateriali Nuovi rapporti tra P.A., cittadini e imprese), sedici
azioni e sette tavoli tematici (ognuno dedicato ad uno specifico asse strategico, ad eccezione di un tavolo, in cui
sono confluiti gli assi relativi all'innovazione e al sistema produttivo) per un totale di circa 150 progetti.
Cultura, turismo e creatività sono strettamente connessi ai presupposti di partenza del piano Integrato d’area.
Numerosi sono i progetti compresi all’interno del Patto per lo sviluppo che contribuiscono con azioni di sostegno
materiali ed immateriali allo svolgimento e duarabilità del Progetto Integrato d’Area.
Accordi Quadro di Sviluppo Territoriale
L’AQST (Accordo Quadro di Sviluppo Territoriale) è uno degli strumenti di programmazione negoziata introdotti e
disciplinati in Regione Lombardia dalla l.r. n. 2/2003 e dal relativo regolamento attuativo n. 18/2003.
Si tratta di una cornice politico-programmatoria che ha l’obiettivo di coordinare l’azione pubblica dei vari livelli
istituzionali coinvolti, raccordare, razionalizzare e integrare le risorse pubbliche, stimolare e favorire gli
investimenti privati.
L'AQST della Provincia di Cremona è stato approvato con DGR 7783 del 30 luglio 2008 e si sostanzia in un
accordo per la “Realizzazione di un programma di attività ed interventi finalizzato all’attuazione delle politiche
regionali in Provincia di Cremona”. L’AQST si pone in stretta relazione con le priorità del Patto per lo Sviluppo
per la Provincia di Cremona, che all’interno del documento vengono declinate in obiettivi strategici, articolati a
loro volta in progetti specifici. Gli obiettivi strategici sono classificati nelle seguenti categorie: a) innovazione;
b) cultura, turismo, formazione; c) reti infra-strutturali e dei servizi. L’Accordo Quadro è teso alla realizzazione
di un “Primo programma d’azione”, relativo ad interventi caratterizzati da un avanzato livello di progettazione e
programmazione finanziaria; prevede poi la formulazione di un “Programma d’azione integrativo” (o secondo
programma d’azione), che contiene progetti ritenuti prioritari pur se non sufficientemente definiti a livello
progettuale e/o di programmazione finanziaria.
L’AQST della Provincia di Lodi è stato promosso con DGR 8/1640 del 29 novembre 2005: gli obiettivi strategici
sono: 1) qualificazione e sviluppo delle vocazioni locali, 2) sviluppo integrato del territorio, 3) promozione dei
fattori di attrattività del sistema locale, 4) equità sociale e territoriale.
L’AQST della Provincia di Mantova è in corso di definizione ed identifica la valorizzazione del fiume Po, sia
attraverso interventi volti ad accrescerne la fruibilità turistica, sia attraverso interventi di forestazione, come
elemento portante dello sviluppo del territorio mantovano.
EXPO 2015
Il progetto Isole e Foreste è stato presentato dal soggetto capofila Provincia di Cremona, a nome di tutto il
partenariato al tavolo tecnico per la promozione dell’Accordo Quadro di Sviluppo Territoriale sul EXPO 2015 per
la provincia di Cremona, presieduto dal Vice Presidente di Regione Gianni Rossoni; il progetto è stato ritenuto
degno di attenzione e il tavolo l’ha fatto proprio per la successiva presentazione alla Cabina di regia nella seduta
dell’11 maggio 2009.
La realizzazione dell’APQ di Sabbioneta è stato posto come uno dei progetti portanti da realizzare sul territorio
mantovano in vista di EXPO 2015 e valicato dal tavolo territoriale alla presenza degli assessori regionali delegati.
Distretto Culturale della Provincia di Cremona
Il progetto «CRE.AR.T.E. - Il Distretto Culturale della Provincia di Cremona. Proposta di studio di fattibilità
operativa» consiste nella valorizzazione e messa a sistema degli elementi caratterizzanti il territorio della
Provincia di Cremona dal punto di vista culturale, quali il settore della musica, la rete museale, il patrimonio
storico culturale materiale e immateriale, il settore delle produzioni agro-alimentari di pregio e tradizionali, il
settore ambientale caratterizzato dalle vie d’acqua e dal paesaggio di pianura.
Il progetto è finalizzato alla conservazione, valorizzazione e rafforzamento del patrimonio culturale, nonché alla
promozione di forme di fruizione sostenibile capaci di produrre esternalità positive e flussi di reddito (economico
e in termini di crescita della qualità delle risorse territoriali).
Il progetto, cofinanziato dalla Fondazione Carialo, ha un budget di previsione complessivo di 8/10 milioni di euro
e si sviluppa su tutto il territorio provinciale.
Distretti Culturali della Provincia di Mantova
La Provincia di Mantova ha individuato sul proprio territorio tre distretti culturali: “Le colline moreniche del
Garda”, l'”Oltrepo Mantovano”, “Mantova e Regge Gonzaghesche”.
Fra i tre, quest'ultimo si interseca maggiormente con le attività del Progetto Integrato d’area, insistendo su un
territorio compreso nell'area di confluenza tra Oglio e Po.
L'intera Provincia di Mantova è storicamente identificabile con l’antico Ducato dei Gonzaga, connotato da
caratteristiche unitarie nell'organizzazione del territorio e caratterizzato da una forte omogeneità del paesaggio:
una struttura tipicamente basso-padana e un rapporto di stretta interdipendenza fra insediamenti, sistema
idrografico e organizzazione agraria dettata dalla presenza di una straordinaria ricchezza d’acqua, promotrice di
una forte attività agricola storicamente diffusa in tutto il territorio.
La presenza del Fiume Po, del Mincio e dell’Oglio sono elementi dominanti e matrici della formazione del
paesaggio stesso, insieme alle caratteristiche dettate dalle grandi bonifiche del territorio ancora attive fino al
Novecento, con le lunghe e sinuose arginature dei grandi fiumi, ed all’antica Via Postumia, che traccia il segno
più duraturo della costruzione antropica unito a quelli della coeva centuriazione.
Presenze di spicco nel contesto agrario, sono le “corti” gonzaghesche, aziende agricole di rilevanza
monumentale, fulcri ordinatori della più intensa fase di bonifica del Mantovano. L'influenza esercitata per
quattro secoli dai Gonzaga segna fortemente tutto l'intero patrimonio storico-architettonico, a nord con le
fortificazioni per la difesa da Visconti e Scaligeri, a sud con le opere di bonifica e le ville, in Mantova creando
una delle corti più importanti del periodo rinascimentale, arricchita da castelli e palazzi e dall'opera di artisti
del calibro di Leon Battista Alberti, Mantegna e Giulio Romano.
L'eredità gonzaghesca diviene il polo principale di un distretto culturale che mette a sistema uno dei nodi di
eccellenza del patrimonio culturale di questo territorio: una rete determinata dalla presenza di corti, regge e
palazzi gonzagheschi che nel territorio della provincia coinvolge 12 comuni. La ricchezza del patrimonio
architettonico e paesaggistico si riflette anche nell'offerta museale, che si integra e si sovrappone a molte delle
stesse corti. Il distretto a rete riesce a superare la debolezza di un territorio altrimenti non ben delimitabile
secondo criteri culturali, geografici ed economici se non considerando la provincia nella sua interezza.
Il distretto “Mantova e le Regge Gonzaghesche” si colloca all'interno del più ampio progetto "Distretti culturali”,
cofinanziato dalla Fondazione Cariplo con un budget complessivo di quasi 40 milioni di euro.
I distretti culturali delle Province di Cremona ma soprattutto di Mantova intersecano il progetto, diversi sono
infatti gli interventi che implementano quelli che saranno realizzati attraverso i distretti. Alcuni segnano l’inizio
della campagna di recupero delle testimonianze gonzaghesche, l’operazione su Sabbioneta e Pomponesco
diventano esplicative proprio della volontà di recuperare l’identità di questa porzione di territorio. Oltre a
queste operazioni di recupero strutturale il progetto si fa promotore di un’altra operazione legata più al
desiderio di diffondere saperi che possono contribuire alla consapevolezza della storia locale e quindi della
propria identità. I laboratori del racconto che hanno come tema dominante in ambito mantovano le “terre
gonzaghesche” hanno proprio lo scopo di offrire ai viaggiatori l’opportunità di venire coinvolti in leggende e
aneddoti raccontati da chi vive e lavora in queste zone.
Progetto Valle del Fiume Po
Il Progetto Strategico Speciale (PSS) "Valle del Fiume Po"31 è finanziato il Fondo per le Aree Sottoutilizzate (FAS,)
a cui il CIPE, nella seduta del 21 dicembre 2007, con Delibera n. 166 di attuazione del Quadro Strategico
Nazionale 2007-2013, ha previsto l'assegnazione di un importo di 180 milioni di euro.
Con successiva Delibera del 2 Aprile 2008 il CIPE ha approvato il Progetto con relative condizioni e termini
procedurali.
Il progetto nasce dalle attività svolte a seguito della sottoscrizione del Protocollo d'Intesa per la tutela e la
valorizzazione del territorio e la promozione della sicurezza delle popolazioni della Valle del Fiume Po, siglato
nel Maggio del 2005 fra le 13 Province rivierasche del Po, tra cui la Provincia di Cremona e la Provincia di
Mantova.
Il progetto intende migliorare le condizioni di sicurezza delle popolazioni insediate nella valle, la tutela delle
fasce fluviali, il potenziamento della rete ecologica e la conservazione quali-quantitativa della risorsa idrica,
promuovendo, al contempo, la fruizione delle risorse ambientali e storico-culturali e il turismo fluviale. Le
attività previste, volte a valorizzare il capitale umano, naturale e culturale delle Terre del Po, si articolano in
quattro linee di azione fondamentali: il riassetto idraulico, la ricostruzione morfologica dell'alveo di piena; la
conservazione dell'integrità ecologica della fascia fluviale e della risorsa idrica del fiume Po; il sistema della
fruizione e dell'offerta culturale e turistica; il sistema della governance e delle reti immateriali per la
conoscenza, la formazione e la partecipazione.
Il progetto Valle del Fiume Po, allo stesso modo dei Distretti culturali, mostra una forte integrazione di
contenuti con il progetto integrato d’area in particolare gli interventi volti al potenziamento della rete
ecologica, alla conservazione dell’architettura rurale e le azioni di promozione della fruizione delle risorse
ambientali e storico-culturali e del turismo fluviale una possibile valorizzazione del progetto “Isole e foreste”.
Sistema Museale Mantovano
Il Sistema dei Musei e dei Beni Culturali Mantovani è stato istituito con Delibera di Consiglio Provinciale n° 9 del
9 marzo 2004.
Si tratta del risultato di un lungo percorso iniziato nel 2002 e legato alla L.R. n. 1/2000, ispirata ai principi di
collaborazione e sinergia fra musei e fra questi e il territorio.
Il sistema si configura come una convenzione fra la Provincia e gli enti, da un lato, e i soggetti interessati alla
valorizzazione e promozione del patrimonio culturale e museale del territorio dall'altro.
Al Sistema possono aderire Enti pubblici e Soggetti privati titolari di musei, di raccolte museali e di beni
monumentali. L'adesione è subordinata alla garanzia di apertura con frequenza settimanale nell'attesa del
conseguimento degli standards minimi previsti dalla vigente normativa regionale.
Il Sistema si propone di sviluppare una rete di relazioni tra musei, raccolte museali e beni monumentali, per
coordinarne, integrarne e potenziarne i servizi correlati e offerti al pubblico. Tra gli obiettivi specifici del
Sistema vi sono i seguenti:
• promuovere politiche di cooperazione per migliorare la qualità, la quantità e le modalità di accesso dei
servizi culturali offerti al pubblico, in una logica di sistema che consideri il "Museo" come "presidio culturale del
territorio" e strumento di crescita e di sviluppo per la collettività;
• operare per la condivisione e la razionalizzazione delle risorse, al fine di attuare una gestione coordinata
di funzioni e di servizi culturali che realizzi economie di scala;
• assicurare alle istituzioni aderenti al sistema prestazioni e servizi analoghi, in termini di efficacia,
qualità e tipologia, per favorire la crescita complessiva dell'offerta culturale dei beni culturali territoriali;
• attivare sinergie per lo sviluppo dei "distretti museali" intesi come, centri di cultura con funzioni
espositive e di ricerca fortemente collegati al contesto sociale e produttivo dell'area di riferimento;
• favorire l'interscambio di dati, informazioni, materiali e la promozione di itinerari culturali e turistici.
Sistema Museale Cremonese
Il Sistema si inserisce nella strategia complessiva portata avanti ormai da diversi anni dalla Provincia di
Cremona, attraverso l'avvio di un percorso di integrazione e messa in rete delle risorse culturali che ha condotto
alla creazione di due “Sistemi Bibliotecari” (il Casalasco-Cremonese e il Cremasco-Soresinese), il “Sistema
Teatrale Cremonese”, il “Circuito degli spazi teatrali della provincia di Cremona”, il “Sistema Museale
Provinciale” (che raggruppa in una nuova convenzione tutte le realtà pubbliche e private della provincia: 27 tra
musei e raccolte museali), un “Sistema della promozione educativa e culturale” (un coordinamento provinciale
in diversi ambiti: attività musicali di base, progetti culturali coordinati con Comuni e Associazioni, etc.).
Tali sistemi confluiranno nel più ampio Distretto Culturale di cui sopra.
Il Sistema Museale della Provincia di Cremona persegue, prioritariamente, i seguenti obiettivi generali:
• promuovere politiche di cooperazione per migliorare la qualità, la quantità e le modalità di accesso dei
servizi culturali offerti al pubblico, in una logica di sistema che consideri il “museo” come “presidio culturale
del territorio” e strumento di crescita e di sviluppo per la collettività;
• operare per una gestione coordinata di funzioni e di servizi culturali che realizzi economie di scala e che
consenta ai musei e alle raccolte museali il graduale avvicinamento/raggiungimento degli standard di cui al
Decreto Ministeriale 10 maggio 2001 “Atto di indirizzo sui criteri tecnico-scientifici e sugli standard di
funzionamento e sviluppo dei musei”.
• assicurare ai soggetti aderenti al sistema prestazioni e servizi analoghi, in termini di efficacia, qualità e
tipologia, per favorire la crescita complessiva dell’offerta culturale dei beni culturali territoriali;
Le azioni e gli intendimenti che accomunano i due sistemi museali con il progetto integrato d’area vanno al di là
degli obiettivi propri dei sistemi museali; “Isole e foreste” è un sistema che può generare una circolarità tra le
istituzioni museali ed il territorio, il tracciato che sottende a tutto il progetto è il filo rosso che cuce e rivolge a
sé tutti gli aspetti e le sfaccettature del territorio, il museo sarà costituito si dalle istituzioni museali ma anche
dalle viste panoramiche sul fiume, dal menù “rinascimentale” di un’osteria o di una locanda, dalle stazioni che
lungo il tracciato descrivono la natura dei luoghi alla pala d’altare conservata nella chiesetta. Il territorio
diventa un museo da raccontare in cui la rete dei musei diventa un elemento fondamentale.
All'interno del Sistema Museale Cremonese si inserisce la Rete dei Musei del GAL, promossa nell'ambito
dell'azione 3.2 del PSL 2000-2006 e realizzata per mettere a sistema le strutture museali presenti sul territorio
casalasco-viadanese.
Attraverso un protocollo di intesa tra il GAL e il Comune di Casalmaggiore nel 2007 è stato realizzato il progetto
“LeaderMuseum: chi trova un museo trova un tesoro”, finalizzato a mettere in moto un circolo virtuoso tra le
piccole e medie realtà museali (13 enti pubblici e soggetti privati) presenti sul territorio, unitesi in rete per
valorizzare e promuovere presso residenti e turisti le risorse culturali dell’area.
L'iniziativa Leadermuseum si è svolta tra aprile e maggio 2007, nell’arco di tre fine settimana durante i quali nei
12 musei coinvolti si sono avvicendate tre squadre composte da oltre 30 persone tra bambini, ragazzi e adulti:
una vera e propria maratona culturale con lo scopo di promuovere il ricco patrimonio museale del territorio del
GAL attraverso un’iniziativa ludico-culturale rivolta ad adulti e bambini. Un'esperienza pilota che ha inteso
essere l'inizio della collaborazione tra i piccoli e grandi musei del territorio dell'Oglio Po. Il lavoro di
concertazione e coordinamento svolto dal GAL, insieme all’impegno profuso dai partners del progetto, ha
portato al pieno raggiungimento dell’obiettivo: piccole e medie realtà museali, vicine ma spesso non
comunicanti tra loro, hanno deciso di collaborare insieme per valorizzare le risorse culturali custodite al loro
interno e promuovere presso residenti e turisti l’inestimabile tesoro custodito nei musei dell’Oglio Po.
Sistema Teatrale Cremonese e Circuito Spazi Teatrali
Il progetto coinvolge i seguenti soggetti: la Fondazione «Teatro Amilcare Ponchielli» di Cremona, la Fondazione
«San Domenico» di Crema, i Comuni di Casalmaggiore, Soresina, Romanengo, Casalbuttano, Ostiano, San
Giovanni in Croce, Castelleone e Sospiro, il GAL, il Teatro del Viale di Castelleone, il Teatro Instabile di Casale
Cremasco.
Gli obiettivi generali perseguiti dal sistema sono i seguenti:
• coordinare le attività dei soggetti aderenti al Sistema (stagioni, produzioni, attività di teatro-ragazzi e
quant’altro possa essere realizzato), garantendo l’autonomia delle realtà teatrali esistenti e di quelle
future;
• definire i servizi di Sistema da richiedere e sottoporre alla Fondazione «Teatro Amilcare Ponchielli» di
Cremona, nell’ambito di un rapporto di collaborazione formalizzato in apposita Convenzione fra la
Provincia di Cremona e la Fondazione stessa;
• assicurare un grado di flessibilità tale da permettere ai teatri diversi livelli di partecipazione e
consentire l’ingresso di nuovi soggetti;
• rendere i singoli teatri corresponsabili delle scelte di politica culturale dell’intero Sistema provinciale;
• collaborare con la Provincia per il coordinamento delle attività culturali dalla stessa gestite o promosse
sul territorio;
• rappresentare politicamente l’insieme dei teatri pubblici cremonesi nei rapporti con la Regione
Lombardia e con i Ministeri competenti.
• Al Circuito degli Spazi Teatrali della Provincia di Cremona aderiscono i Comuni di Castelleone e Sospiro,
l'Associazione Terre d'Acqua di Piadena, i soggetti gestori del Teatro del Viale di Castelleone e del
Teatro Instabile di Casale Cremasco.
• Il Circuito persegue prioritariamente i seguenti obiettivi generali:
• porsi quale strumento di coordinamento e di sostegno delle attività delle strutture teatrali e negli spazi
teatrali pubblici e privati a destinazione pubblica presenti sul territorio, in collaborazione con enti e
associazioni pubbliche e private, garantendo l’autonomia delle realtà teatrali esistenti e di quelle
future;
• assicurare un grado di flessibilità tale da permettere ai soggetti diversi livelli di partecipazione e
consentire l’ingresso di nuovi soggetti;
• collaborare con la Provincia per il coordinamento delle attività culturali dalla stessa gestite o promosse
sul territorio.
Una delle operazioni del progetto è relativa proprio al recupero di un piccolo ma prezioso teatro, luogo ancora
oggi di memorie e racconti. La vitalità che questi manufatti esprimono è sorprendente, rimangono luoghi sempre
di vita collettiva; la maggior parte è stata trasformata in cinema ma alcuni hanno conservato l’antico uso, quello
di Villastrada sarà uno di questi, luogo di feste e spettacoli. La possibilità che quest’operazione venga a far
parte di una maglia di eventi e manifestazioni è l’integrazione auspicata.
5. Sostenibilità ambientale del PIA
ANALISI SWOT DELL’AMBITO DELL’INTERVENTO
Punti di forza
� Area agricola ricca di acque per irrigazione
� Ambiente ancora molto naturale, contesto naturalistico-ambientale riconosciuto e tutelato
� Area agricola ricca di acque per irrigazione
� Presenza di centri urbani fluviali e non, di grande rilevanza culturale ed economica e di grande
interesse storico-artistico
Punti di debolezza
� Presenza di rischio idraulico residuale e sua scarsa percezione da parte della popolazione
� Inquinamento delle acque dei fiumi
� Abbandono di cascine e strutture rurali
� Regione turistica ancora in fase di avviamento, con ritardi a causa della mancanza di sinergie tra
operatori, soggetti pubblici e privati
Opportunità
� Rilancio dei temi della tutela e valorizzazione dei paesaggi anche alla luce delle recente
convenzione europea del Paesaggio
� Esistenza di stretti rapporti con i territori limitrofi appartenenti ad altre regioni : può portare a una
condivisione di obiettivi territoriali e di politiche, migliorando nel complesso la forza dell’area,
tramite il rafforzamento della governance a livello di sistema FLUVIALE
� Promozione della valorizzazione del patrimonio ambientale, paesaggistico e storico-culturale del
sistema Po attorno alla presenza del fiume come elemento unificante per le comunità locali e come
opportunità per lo sviluppo del turismo fluviale
Minacce
� Elevato sfruttamento della risorsa idrica che può causare un abbassamento qualitativo dei corpi
idrici superficiali e sotterranei.
� Banalizzazione dell’ambiente naturale (perdita di superfici boscate, zone umide, corpi idrici) e il
continuo aumento dell’uso antropico “intensivo” e della diffusione urbana
Coerenza rispetto al contesto territoriale in relazione al patrimonio naturale, paesaggistico e ambientale:
Nel processo di costruzione del territorio e del paesaggio assume una notevole importanza l’azione delle acque,
le quali hanno inciso i territori montani e riempito prima e sagomato poi il bacino padano. Infatti, con i cambi
climatici che hanno provocato la fusione dei ghiacciai, si sono avuti il trasporto e la deposizione dei sedimenti
montani verso l’asse del fiume Po e da qui verso l’Adriatico e successivamente, con lo stabilizzarsi delle
condizioni climatiche, si è avuta la rielaborazione, e in misura minore il trasporto e la deposizione, dei
sedimenti e la formazione delle attuali strutture fluviali. Inoltre, parallelamente all’instaurarsi di condizioni
climatiche favorevoli nell’area padana, l’acqua ha contribuito allo sviluppo delle comunità biotiche ed al
miglioramento della fertilità dei suoli, favorendone anche l’insediamento dell’uomo.
Molteplici sono le forme e le strutture fluviali presenti nel territorio provinciale, le quali sono funzione della
portata dei corpi idrici, della tipologia di sedimenti attraversati, delle direttrici di scorrimento imposte dalla
tettonica e della presenza dei fiumi. Al riguardo si possono distinguere due zone, ciascuna caratterizzata da ben
definite tipologie dell’alveo e da differenti strutture geomorfologiche:
• una zona con tipologia a isole susseguente ad un’area con tipologia a canali intrecciati, in cui il fiume
scorre all’interno di un’ampia golena, nella parte settentrionale della provincia, e una zona con tipologia a
meandri nella parte centro-meridionale. Fra le strutture fluviali vanno citate per importanza ecologica e
paesaggistica i meandri abbandonati (lanche), gli argini naturali, le scarpate morfologiche ed i terrazzi
alluvionali.
Le valli si possono distinguere in fluviali e relitte. Le prime, caratterizzate dalla presenza del fiume, sono quelle
percorse dai fiumi Po, Oglio, Adda e Serio. Le seconde, formate da antichi corsi d’acqua oggi scomparsi,
comprendono il Moso, la valle del Serio Morto, le strutture del paleo-Oglio e la valle del Morbasco.
Le valli fluviali rappresentano spesso le aree meno interessate dalle attività umane, dove prevalgono forme
specifiche di agricoltura quali la pioppicoltura. Inoltre sono porzioni di territorio che mantengono un livello di
qualità ambientale superiore rispetto alle aree circostanti. La presenza quasi esclusiva delle riserve naturali
lungo le valli dei fiumi principali, seppur in numero variabile tra fiume e fiume, ed il regime vincolistico previsto
dalla legislazione rende merito della qualità naturalistica di questi elementi.
I fattori antropici
I fattori antropici riguardano quegli elementi che mostrano la strutturazione del territorio e le trasformazioni del
paesaggio avvenute nel corso del tempo da parte dell'uomo. Nella pianura padana, ricca di dotazioni
naturalistiche e dal favorevole habitat per l’insediamento dell’uomo, le trasformazioni antropiche sono state
pervasive: le opere di bonifica, le opere di regimazione idraulica, i nuclei storici e gli insediamenti sparsi sul
territorio, le opere romane e la trama dei percorsi storici di epoca tardomedioevale ci mostrano la storia
dell’uomo e la sua conquista dello spazio naturale fino all’inizio di questo secolo.
Il principale lavoro che le popolazioni locali dovettero effettuare nel corso del tempo è stata la bonifica di vaste
aree che risultavano inaccessibili ed insalubri. L’attuale fisiografia restituisce ancora i segni di questa lenta
opera di conquista delle paludi all’agricoltura, condotta attraverso un’attenta regimentazione idrica e capace
di farsi interprete delle acclività e del terreno. Questo si osserva, per esempio, nel sistema dei colatori della
valle dell’Adda, che costituisce un’opera di adattamento dell’uomo alle variazioni morfologiche legate allo
spostamento del corso del fiume, realizzatosi nell’arco di qualche migliaio di anni.
Anche le cascine, che costituiscono un elemento strutturante del paesaggio agricolo, si differenziano a seconda
degli ambiti territoriali su cui si articola la provincia: quella cremasca, ad elementi giustapposti, è
tipologicamente differente dalla cascina a corte chiusa del cremonese, il cui impianto è dovuto a ragioni
difensive (cascine fortificate), ed entrambe si differenziano dalla cascina del casalasco, caratterizzata da una
frammistione tipologica mutuata sia dalla tradizione locale, sia dall’essere un territorio a cavallo fra la province
di Cremona e di Mantova.
Le opere insediative e infrastrutturali si sono conformate alla naturalità dei luoghi fino agli inizi di questo
secolo, quando sono subentrate dinamiche legate ad una maggior sfruttamento delle risorse naturali. Nelle
province, la prima infrastruttura idraulica che ha modificato lo stretto rapporto che si era andato ad instaurare
nel tempo tra l’uomo e gli ambienti è stato il canale Marzano-Vacchelli, poiché nella sua costruzione ha
abbattuto confini naturali e scavalcato valli fluviali al fine di fornire un maggior apporto idrico all’agricoltura
della pianura cremonese.
Attualmente, l’elemento strutturante del paesaggio lombardo è l’area metropolitana milanese le cui dinamiche
influenzano in modo rilevante il cremasco, dove si è avuta negli ultimi decenni la maggiore crescita insediativa
rispetto alle altre parti del territorio provinciale, la quale ha innescato un processo di conurbazione lungo gli assi
stradali che congiungono il cremasco a Milano.
Le componenti del sistema paesistico-ambientale
Sulla base dei principali caratteri paesistici e ambientali della provincia di Cremona è possibile distinguere
ulteriormente i paesaggi individuati dal Piano territoriale paesistico regionale (paesaggi delle fasce fluviali,
paesaggi della cerealicoltura e paesaggi delle colture foraggiere) che connotano soprattutto la valenza agricola
del paesaggio. Come esposto in precedenza, gli elementi che delineano i caratteri del territorio cremonese sono
sia naturalistici che antropici. Le differenze, anche interne, proprie dei circondari provinciali consentono di
ottenere un quadro più completo del paesaggio provinciale.
Sono di pertinenza strettamente cremasca le valli dell’Adda, del Moso e del Serio Morto e la fascia dei fontanili
e delle risorgive; a questo ambito appartengono i paesaggi agrari tradizionali riconosciuti dal Piano territoriale
paesistico regionale della campagna irrigua dei mosi cremaschi e della campagna irrigua del Serio morto e
dell’Adda morta.
Il sistema dei pianalti e dei dossi e la valle del Morbasco costituiscono una zona di transizione tra il territorio
cremasco e quello cremonese ed individuano e delimitano nel settore nordorientale il soncinasco. Questa zona
separa le due principali tipologie di paesaggio agricolo, distinte sia in funzione dell’andamento geografico e
della tipologia del reticolo idrografico principale, sia per le tipologie insediative. Ad occidente si sviluppa la
pianura cremasca, la cui ricchezza d’acque e di elementi morfologicamente rilevanti ha indirizzato lo sviluppo
antropico, con aste fluviali dirette in senso nord sud. Ad oriente s’individua la pianura cremonese-casalasca,
bordata dai fiumi Po ed Oglio, di più antico sviluppo e con pochi corpi idrici naturali interni, allungati con
prevalente direzione ovest est.
Il cremonese è efficacemente rappresentato dalla pianura bordata a meridione dalla valle del Po e a
settentrione e ad oriente dalla valle dell’Oglio, mentre il casalasco è situato quasi interamente nella valle del
Po.
Le golene delle valli fluviali, elemento che più di ogni altro rende merito della fisiografia del territorio
cremonese e mantovano, pur nelle differenze di profilo, di andamento e di ampiezza sono tutte
paesaggisticamente caratterizzate dalla verticalità propria della pioppicoltura.
Sono così individuabili le principali componenti del sistema paesistico-ambientale che strutturano il territorio
provinciale.
La valle dell'Adda, costituita da un esteso sistema vallivo caratterizzato da scarpate facilmente osservabili, è
distinguibile in due sezioni che trovano il loro confine all’altezza del comune di Chieve.
La sezione settentrionale, più ampia rispetto a quella meridionale, è orientata in direzione nord-sud ed è
contraddistinta da un vasto terrazzo alluvionale (terrazzo di Pandino) sul quale sorgono i centri abitati di Rivolta
d’Adda, Spino d’Adda, Dovera e Pandino. Nella porzione meridionale, con orientamento a nordovest-sudest, il
fiume presenta un andamento marcatamente tortuoso, con numerose lanche e morte. In questa zona i centri
storici si dispongono in modo differente rispetto ai principali elementi morfologici: si situano all'interno della
valle laddove questa presenta una considerevole ampiezza (porzione settentrionale), mentre si rapportano
direttamente con le scarpate della valle nei luoghi in cui essa si restringe (porzione meridionale).
Il sistema del Moso e del Serio Morto, un sistema complesso è attraversato dalla valle fluviale del Serio, in cui
riaffiora l'isola Fulcheria di memoria storica, è limitato a ovest e a sud dalla valle dell’Adda mentre a est è
bordato dal sistema dei dossi e dalla valle del Morbasco. Esso è costituito dalla fascia di pianura cremasca
solcata da valli fluviali e relitte, tra cui emergono paesaggisticamente il Moso, un’area paludosa le cui bonifiche
sono terminate agli inizi del novecento e che attualmente costituisce un elemento di interesse paesaggistico ed
agricolo, e il Serio Morto, che assieme al Moso si presume abbia costituito un antico percorso fluviale. L’insieme
costituito dalle valli fluviali e relitte dell’Adda, del Serio e del Serio morto e dall’area del Moso delimita una
zona rilevata morfologicamente sui cui margini si dispongono i principali centri abitati.
La fascia dei fontanili e delle risorgive, corrispondente alla fascia di confine tra l'alta e la bassa pianura è
limitata dalle valli fluviali dell'Adda a ovest e dell'Oglio a est ed è attraversata al centro dal fiume Serio. La
presenza di risorgive ha da sempre caratterizzato la forma di questo territorio,fittamente percorso da corpi
d’acqua. Questi canali ridistribuiscono a meridione la risorsa idrica e al tempo stesso bonificano l’area in cui
affiora la falda. Dal punto di vista naturalistico i fontanili sono in genere sede di ambienti faunistici e floristici di
elevata qualità, ambienti che in alcuni casi si consolidano anche lungo il corso delle rogge che si formano dai
fontanili.
L’areale dei pianalti e dei dossi è costituito da una serie di elementi rilevati racchiusi fra la valle del Morbasco
ad est, la valle del Serio ad ovest e la valle del Serio Morto a sud. I dossi sono rilievi di piccola entità, dell’ordine
di qualche metro, che si concentrano sulla sinistra idrografica della valle del Serio. Esistono anche altri dossi a
nord di Cremona e di Spineda, i quali non sono però rilevanti dal punto di vista dimensionale come quelli del
cremasco e del soncinasco.
La valle del Morbasco (o dei Navigli) è costituita da una struttura fluviale relitta impostata sul livello
fondamentale della pianura e caratterizzata da un basso rilievo morfologico. I centri abitati si dispongono sulle
sponde e/o ai margini di questa antica valle sospesa ed essa si distingue per i suoi caratteri morfologici
differenti (presenza di scarpate secondarie continue che definiscono sia i tracciati fluviali che il limite della
valle) tra una porzione settentrionale ed una meridionale. La valle fluviale è bordata da numerosi dossi, specie
nelle porzioni settentrionale e orientale, tra cui il pianalto della Melotta, e si confonde verso est con la pianura
cremonese. All'interno della valle sono presenti numerosi sistemi idrici che ricalcano i vecchi percorsi fluviali e
nella porzione settentrionale in località Tomba Morta sono situati alcuni manufatti idraulici di notevole
importanza che caratterizzano fortemente il paesaggio.
La pianura è il territorio con il più elevato livello di antropizzazione, dovuto alla sua posizione sopraelevata
rispetto alle adiacenti valli fluviali, che ha fortemente limitato la presenza di elementi naturali dannosi per le
attività e gli insediamenti umani, quali le paludi e i corsi d’acqua naturali soggetti ad esondazioni. Pochissime
sono le morfologie riconoscibili di chiara pertinenza fluviale, fra queste si evidenzia per continuità spaziale la
struttura relitta immediatamente a meridione della valle dell’Oglio. Quest’ultima è particolarmente ricca di
ambienti naturali intatti, sottolineati dalla presenza di numerose riserve naturali.
La porzione centrale della pianura è di tipo asciutto, con presenza di sistemi d’irrigazione canalizzati a
percorrenza est ovest, ed è limitata a nord e a sud da valli fluviali.
I centri abitati rilevanti si situano sui confini del sistema, in prossimità delle valli fluviali; l'area è inoltre segnata
dalla centuriazione romana, che ne costituisce il riferimento strutturale su cui si articolano una parte
consistente degli attuali insediamenti.
La valle del Po, caratterizzata da un ampio sviluppo areale, da piccole scarpate e da rilevanti strutture fluviali
abbandonate, è particolarmente ricca di zone umide e di zone ad alto valore naturalistico e paesaggistico, fra
cui i bodri. La transizione al sistema della pianura alta di Cremona è un passaggio lento e graduale, quasi
impercettibile, che porta alcuni ad indicarlo come la pianura bassa della confluenza tra Po e Oglio.
La porzione più orientale della valle è caratterizzata dalle strutture pensili del Po e dell’Oglio, nei pressi della
confluenza di quest’ultimo nel primo in territorio mantovano, che delimitano una conca, bonificata a scopi
agricoli all’inizio del secolo, costituita da un paleoalveo del fiume Po. Così il territorio è caratterizzato dalla
presenza di un sistema insediativo che si sviluppa lungo la serie di argini artificiali costruiti nel tempo seguendo
il corso del fiume, compresi i vecchi alvei. Queste strutture hanno consentito all’uomo di recuperare via nuovo
terreno agricolo, imbrigliando l’alveo attivo del Po in una stretta fascia fluviale.
Il progetto Isole e Foreste ripercorre quelle che nell’analisi del sistema ambientale sono state evidenziate come
caratteristiche del territorio solcato dall’Adda dal Serio e dal Po. L’itinerario proposto, che attraverso un
progetto di accessibilità e di riconoscibilità di queste caratteristiche uniche.
Il progetto riconosce come tappe di conoscenza le valli dell’Adda, del Moso e del Serio Morto valorizzate dal
progetto di accessibilià alle sponde dell’Adda tra Rivolta d’Adda, Boffalora d’Adda e Lodi, la pianura bordata a
meridione dalla valle del Po, con la valorizzazione della golena promossa con il progetto proposto dalla Provincia
di Cremona per la sulle aree di Natura 2000 tra Cremona e Casalmaggiore, e poi in area mantovana il
potenziamento del sistema dei percorsi tra Viadana e la confluenza Oglio Po. Questi sono i progetti che nei
capitoli precedenti abbiamo definito come PORTANTI proprio perché assolvono alla duplice funzione di essere
elementi di connessione ma anche di riconoscibilità e valorizzazione delle vocazioni e dei significati che il
territorio esprime. La comunicazione di questi elementi di valore è il significato ultimo di Isole e Foreste;
proporre un viaggio parlante avrà un risvolto importante anche nelle azioni di sistema che, con i laboratori del
racconto, vuole ricordare a cittadini e viaggiatori le origini, le storie di persone e di luoghi che hanno costruito
il territorio.
Coerenza rispetto al contesto territoriale in relazione al patrimonio storico –architettonico ambientale
Particolarmente ricco di risorse culturali, il territorio fluviale tra Serio, Adda e Po è caratterizzato dalla
tessitura di svariati contesti, ognuno dei quali costituito da un sistema che trova origine in avvenimenti storici
precisi, di cui edifici, piazze, centri urbani e paesaggi sono una chiara testimonianza.
Uno degli aspetti del territorio maggiormente significativi ai fini del presente studio è la ricchezza di centri
urbani minori di cui esso è costellato.
La vocazione agricola dei territori e la modesta espansione urbana hanno consentito a questi nuclei di
conservare sostanzialmente inalterate le caratteristiche originarie architettoniche e ambientali.
Tali centri sorti sulle più importanti vie di comunicazione, corsi d’acqua o antiche vie quali la via Postumia o la
Strada Regina, si trovano ora in località decentrate rispetto alle nuove infrastrutture ma assolutamente
strategiche rispetto ad un progetto di incentivazione turistica.
Nello specifico il corpo maggiormente rappresentativo si può riassumere in:
• architettura rurale
• edifici di culto, spesso oggetto di ricostruzioni e che in alcuni casi meritano certamente l’attenzione del
turista;
• residenziali, in quanto la zona oggetto di studio era residenza estiva delle casate cremonesi di cui ancor oggi
riporta chiare tracce;
• musei, sempre parte del patrimonio architettonico, che sono in gran parte legati alla conoscenza del
territorio e elle sue trasformazioni, siano essi Musei della Bonifica, Centri di Documentazione, Musei
archeologici o etnografici.
Risulta evidente che anche il patrimonio architettonico, in particolare quello che colpisce il visitatore e che lo
invita alla sosta e alla visita sebbene non conosca ancora la zona e vi si avventuri per la prima volta, è legato
all’elemento che a nostro parere costituisce il QUID sul quale fondare la chiave della comunicazione e dunque
l’offerta turistica: il “patrimonio acqua”.
Sono tantissime infatti le architetture di bonifica, le chiuse e gli altri manufatti inscindibili dall’ambiente
fluviale e della bonifica.
Dallo studio delle risorse presenti sul territorio sono emersi alcuni temi possibili di lettura della storia e delle
testimonianze. Si citano solo alcuni tra i più importanti episodi di cui questo territorio è testimone:
• i manufatti legati all’irregimentazione delle acque
• i luoghi rinascimentali
• i luoghi della presenza ebraica
• i luoghi archeologici
• la rete dei musei
Criticita’ ambientali e soluzioni prospettate
La componente naturalistica del territorio afferente il PIA risente in maniera pesante delle trasformazioni
ambientali stratificatesi nella sua storia millenaria; ridotta in ambiti ristretti ed estremamente frammentati e
dispersa in un territorio per molti aspetti decisamente inospitale per la vita selvatica essa sembra, almeno in
apparenza, mostrare uno scarso interesse scientifico e spesso non è conosciuta dal grande pubblico.
Tuttavia, nonostante il suo carattere residuale, essa non manca di risvolti rilevanti, soprattutto rispetto alla
presenza ed alla distribuzione di alcune componenti floro-faunistiche e di alcuni habitat tipici del comprensorio
planiziale padano.
L’origine geologicamente piuttosto recente del bacino padano, la sua sostanziale mancanza di comunicazione
con le aree geograficamente contermini dell’Europa centro-occidentale e dell’Italia peninsulare (determinata
dalla presenza dei forti rilievi, quello alpino a settentrione e quello appenninico a sud), se si esclude una sorta
di grande porta ad est (estesa sino alla costiera marchigiana nell’ultima regressione marina legata alla
glaciazione Wurmiana), ha prodotto la formazione di una fauna ricca di endemismi e sub-endemismi, soprattutto
per quel che riguarda le specie “minori” e quelle poco mobili, mentre la flora e la vegetazione non mancano di
particolarità legate ai periodi climatici glaciali, che ciclicamente hanno interessato questo territorio sino a
qualche decina di migliaia di anni fa.
Gli aspetti più rilevanti di questi fenomeni sono rintracciabili anche nel comprensorio cremonese, dove la
maggiore diversificazione ambientale si realizza in quei settori territoriali che hanno, in passato, manifestato
una maggiore repulsività per le attività agricole, come le valli fluviali attive e relitte o le altre aree con
movimenti morfologici incisi o sopraelevati.
Le trasformazioni più recenti, che hanno visto una rapida e diffusa urbanizzazione, un forte incremento delle
reti dei trasporti e la pesante specializzazione agricola, hanno ulteriormente peggiorato il fenomeno di
isolamento degli ambiti di elevato valore naturalistico.
Persino all’interno delle aree che, anche a seguito dei provvedimenti di tutela giuridica intrapresi a partire dagli
anni ’80, hanno conservato più di altre questi elementi, le superfici di interesse naturalistico che ospitano
habitat e specie di interesse conservazionistico sono in genere ridotte per estensione ed il rischio di estinzione
locale di alcune entità caratterizzate da popolamenti esigui e confinati costituisce una grave minaccia che
necessita di provvedimenti atti a contrastarla.
L’isolamento costituisce pertanto il limite maggiore per la conservazione di alcune particolarità naturalistiche.
La sopravvissuta presenza di ambiti sufficientemente complessi e la loro distribuzione sul territorio, rappresenta
invece un elemento indispensabile per assicurare la presenza di numerose altre specie, che qui riescono a
costituire i nuclei più consistenti tra quelli presenti in un contesto più esteso, una sorta di “riserva” in grado di
consentire la ricolonizzazione del restante territorio, dove devono sopportare condizioni meno favorevoli e dal
quale possono essere più facilmente “allontanate” in occasione di eventi avversi (anche di origine antropica).
Inoltre, gli sforzi che gli Enti deputati alla conservazione profondono nelle attività di salvaguardia devono essere
portati a conoscenza del pubblico più vasto possibile, al fine di diffonde una consapevolezza sui beni ambientali
che caratterizzano il territorio e garantire la partecipazione dei cittadini alle iniziative di tutela intraprese.
Attività didattiche e divulgative possono essere rivolte a categorie specifiche (soprattutto durante il percorso
formativo scolastico) o ad un pubblico generico (ad esempio fruitori di piste ciclabili o “percorsi vita” attrezzati,
oppure attraverso manifestazioni dedicate agli argomenti in discussione).
Obiettivo generale del presente PIA è principalmente quello di contrastare i suaccennati fenomeni di deriva
biologica, cui si somma lo sforzo di diffondere la conoscenza sul valore di ogni singola aree tutelata presso le
popolazioni locali ed i cittadini potenziali fruitori dei siti e della necessità, anche a livello locale, di condividere
la conservazione della biodiversità, da intendersi quale patrimonio della collettività.
Allo scopo sono state individuate le emergenze ambientali delle singole aree che, pur nella loro differente
struttura ambientale, conservano un mosaico ambientale tra loro paragonabile per complessità (anche se talora
prevale l’aspetto forestale, qualche volta quello degli ambienti umidi o quello degli agroecosistemi meglio
conservati) e che, nel loro complesso, costituiscono una esemplare rappresentazione delle tipologie delle
strutture naturali ancora rintracciabili sul territorio cremonese.
Al fine di potenziare il loro già elevato valore ambientale saranno perseguiti i seguenti obiettivi specifici:
• Contrastare la frammentazione degli ambiti naturalistici attraverso la realizzazione di interventi di
rinaturazione (rimboschimenti, rinaturazione, miglioramento della vegetazione nelle aree alterate o
degradate);
• Favorire la presenza e la diffusione delle specie autoctone e dei genotipi locali ed arricchire la
composizione floristica, con una particolare attenzione alle caratteristiche locali delle consociazioni
vegetali e alla biodiversità in generale, con interventi che facilitino l’insediamento della fauna;
• Assicurare la diffusione del territorio da parte delle entità floristiche rare, al fine di ridurre la possibilità
di estinzione locale attraverso il restoking e, quando opportuno, attraverso la reintroduzione, una volta
rimosse le cause ostative al loro insediamento;
• Favorire la presenza e la diffusione della fauna attraverso la realizzazione di interventi indiretti (favorire
la diversificazione degli habitat, realizzando radure ed arbusteti, collocando a dimora specie fruttifere
gradite alla fauna, ecc.) o diretti (posa di covatoi e di mangiatoie, realizzazione di aree rifugio,
realizzazione di pozze per anfibi, ecc);
• Mantenere in condizioni ottimali (non solo strutturali) gli habitat individuati, favorendo, quando
necessario, la diversificazione floristica e l'incremento di biomasse;
• Favorire l’estensione delle fasce ecotonali al fine di evitare la diffusa cesura tra gli ambiti naturali e
quelli coltivati.
• Mantenere o ripristinare la tendenza verso un equilibrio fra vegetazione e condizioni ambientali (climax
e sub-climax), il suo buono stato di conservazione e la capacità di rinnovazione della vegetazione
medesima;
• Gestire attivamente, quando ritenuto necessario, i complessi vegetali, secondo le condizioni dell’area ed
i principi e le tecniche della selvicoltura naturalistica e dell’ingegneria naturalistica;
• Garantire una adeguata informazione e formazione in merito alle finalità ed allo stato di attuazione del
progetto e dei suoi risvolti sugli obiettivi della Rete Natura 2000 e della tutela della biodiversità, sulle
aree protette a vario titolo dalle disposizioni regionali e sulle aree di valore ambientale interessate dal
progetto.
Questi obiettivi saranno principalmente oggetto dell’operazione proposta dalla Provincia di Cremona
“Rinaturazione e valorizzazione ambientale della fascia fluviale del Po: Completamento del sistema primario
della rete ecologica e integrazione della rete delle aree natura 2000”, che si propone di realizzare gli interventi
di riqualificazione ambientale già previsti all’interno dei piani di gestione.
Il sistema dell’accessibilità e della mobilità interna all’area del PIA
Il sistema di trasporto pubblico provinciale è costituito dalla rete ferroviaria e dal sistema
automobilistico regionale.
La sovrapposizione dei tracciati delle reti di trasporto all’area di progetto ha permesso una lettura per poli
intermodali del sistema dell’accessibilità.
La rete ferroviaria afferente all’ambito di progetto è costituita da 6 linee ferroviarie:
• la Codogno-Cremona-Mantova, che permette il collegamento con Milano e Pavia;
• la Cremona-Olmeneta, da cui si diramano la linea per Brescia e la linea Crema-Treviglio,
che permette il collegamento con Milano e Bergamo;
• la Milano-Lodi-Piacenza-Parma
• la Cremona-Piacenza;
• la Cremona-Fidenza;
• la Brescia-Piadena-Parma.
• La Verona-Mantova
L’analisi dell’offerta del trasporto ferroviario effettuata evidenzia che l’area di progetto è all’interno di due
corridoi ferroviari, la Milano-Lodi-Piacenza-Parma e la Bergamo-Treviglio-Crema-Cremona-Mantova, la
sovrapposizione della rete ferroviaria con il sistema viario rileva la presenza dei poli di interscambio, le città di
Crema, Lodi, Cremona, Casalmaggiore e Mantova. Anche le nuove infrastrutture, l’autostrada Cremona Mantova
, la nuova Paullese confermano il ruolo di questi centri.
Il sistema della viabilità dolce, nell’ambito del quale il progetto Isole e Foreste si inserisce è definito dalla rete
ciclabile della Provincia di Bergamo, Cremona, Lodi e Mantova e dalla rete navigabile che coinvolge più
direttamente Lodi, Cremona e Mantova.
Come già detto in fase di descrizione del progetto, l’ obbiettivo è stato quello di costruire una rete che consenta
di percorrere l’Adda, il Serio ed il Po individuando una rete esistente e lavorando sugli interventi di cucitura che
consentano in raggiungimento delle finalità individuate.
La fase di analisi delle reti ciclabili e navigabili provinciali è stata quindi fondamentale per la fattibilità del
progetto.
La rete ciclabile della Provincia di Bergamo
La programmazione della rete ciclabile ha tenuto conto degli sviluppi futuri delle grandi opere di viabilità, del
trasporto pubblico su gomma e su rotaia, che interessano i territori comunali oggetto di studio e degli effetti di
decongestionamento sulla situazione attuale del traffico veicolare.
La rete cicloviaria toccherà tutte le fermate ferroviarie e le fermate del futuro sistema di metropolitana leggera
di Bergamo, con dislocazione di parcheggi opportuni per biciclette nelle aree di pertinenza delle stazioni. Ciò
permetterà di promuovere l’intermodalità tra questi due mezzi.
Si sono sostanzialmente individuate su tutto il territorio due principali tipologie di percorsi: la prima che vede lo
svilupparsi di itinerari intercomunali cicloviari a servizio delle maggiori aree conurbate e industrializzate e la
seconda che individua percorsi cicloturistici - ricreativi. Tali tipologie in prossimità dei centri abitati si integrano
con reti di percorsi a servizio dei generatori di traffico comunali: uffici pubblici, scuole, chiese, parchi pubblici,
centri sportivi, mercati, nonché aree commerciali, industriali ed artigianali, al fine di favorire una mobilità
ciclabile urbana.
I tracciati lungo le strade a scorrimento veloce, altamente trafficate sono sempre separati dalla carreggiata (in
sede propria) e in area urbana sfruttano strade comunali interne.
Nelle aree extraurbane i tracciati utilizzano prevalentemente tratte di vecchie statali dismesse, sedimi della ex
ferrovia, tratturi, sentieri campestri, fluviali e lacustri, perlopiù esistenti. Hanno particolare rilevanza i percorsi
cicloturistici che utilizzano le strade provinciali e comunali con limitato flusso di traffico veicolare e quindi più
consone e più sicure per un uso promiscuo tra auto e bici.
La porzione provinciale bergamasca oggetto d’intervento non è dotata di percorsi ciclopedonali che possano
permettere il transito, si è deciso quindi “sfruttare” da Rivolta d’Adda a Trezzo d’Adda gli itinerari ed i percorsi
della rete ciclabile milanese, spostandosi in terra bergamasca grazie all’operazione proposta dal Parco Adda
Nord. La messa in sicurezza della passerella che collega la sede del Parco Adda Nord, Villa Gina con Capriate
San Gervasio è importantissima perché consente di agganciare al percorso ciclabile il Viallggio Operaio di Crespi
d’Adda. Nell’ambito del PIA è stata studiata la possibilità di collegare sulla sponda bergamasca Rivolta d’Adda e
Casirate con Fara Gera d’Adda in modo da avere la rete ciclabile completa sulle due sponde, si è giunti ad un
buon grado di progettualità e sarà sicuramente un progetto che verrà approfondito.
La rete ciclabile della Provincia di Cremona
I presupposti della rete ciclabile della Provincia di Cremona trovano stretta attinenza con quanto si propone con
il Progetto integrato d’area:
SI legge infatti nel Piano delle Piste Ciclabili :
“L’espansione metropolitana e la riconversione meccanica e chimica dell’attività agricola hanno fatto di tutto
per togliere piacere al paesaggio della Pianura Padana, paesaggio che fino al secolo scorso aveva i suoi
ammiratori non meno che le regioni alpine. Certo, occorre da un lato, intervenire sulle condizioni strutturali del
paesaggio padano, oggi così povero d’effetti e così “desertificato”, attraverso massicci interventi di
riforestazione, rinaturalizzazione di aree marginali o intercluse, incentivazione all’agricoltura biologica,
limitazione delle espansioni industriali e delle grandi opere infrastrutturali o tecnologiche, ma è possibile anche
dall’altro iniziare pazientemente alcune modeste opere di valorizzazione turistica, quali ad esempio la
realizzazione di alcuni primi “percorsi verdi”.
In questo senso parlare di semplice turismo è limitativo. Non solo e non sempre a piedi si può apprezzare il
paesaggio padano, ma anche con altri mezzi ecologici (bicicletta, cavallo, canoa). Per cui il “percorso verde”
sarà un percorso multifunzionale, che terrà conto anche delle possibili incompatibilità fra i diversi potenziali
fruitori. Le linee operative passano necessariamente nelle aree di residua naturalità delle aste fluviali padane
(Sesia, Ticino, Adda, Serio, Oglio, Mella, Chiese, Mincio), lungo le quali è possibile prolungare fino all’asta del Po
ed oltre quei percorsi che ora si limitano a guardare la pianura dall’alto delle montagne. Non a caso,
l’operazione potrebbe essere facilitata dall’appartenenza di parecchie di queste “aste” al sistema delle aree
verdi lombarde.
La porzione di pianura della Lombardia è tagliata in senso approssimativamente da nord a sud-est dai solchi dei
fiumi defluenti dall’arco alpino. Si tratta di fasce naturali, della larghezza media di 5-6 chilometri, con
consistenti aree boschive e zone umide. Il letto dei fiumi è, nella parte alta della pianura, profondamente
escavato nei depositi diluviali, nella bassa invece risulta al livello di campagna o, addirittura, nei pressi dello
sbocco in Po lievemente sopraelevato e dunque contenute da arginature. Tutte le fasce fluviali sono inserite in
parchi naturali regionali e tutti gli Enti gestori di questi parchi stanno realizzando una rete di percorsi
escursionistici (Ticino e Mincio per primi). La rete è quasi sempre imperniata su uno o due percorsi paralleli al
fiume, in modo da creare un itinerario di lunga percorrenza che ne segua tutto il corso della pianura. Questi
itinerari, una volta realizzati, costituiranno la maglia fondamentale di connessione della rete escursionistica
regionale. Si possono elencare i seguenti itinerari come prioritari: Ticino, Adda, Serio, Oglio, Mincio, Mella,
Chiese. Con il termine di “strade verdi” si intendono in questo ed in altri casi percorsi attrezzati multifunzionali,
predisposti cioè non solo per la viabilità pedonale, ma anche per quella ciclistica e, in taluni casi, equestre.
Ad infittire poi questa rete escursionistica di pianura e di collina si può convenientemente contare su alcune
risorse dismesse che, se riconvertite, potrebbero utilmente soddisfare alle necessità. Si tratta del cospicuo
numero di tracciati ferroviari o tramviari in abbandono il cui sedime, laddove ancora utilizzabile, potrebbe
essere “riciclato” come pista o percorso ciclopedonale.
A questi si può poi aggiungere l’altrettanto nutrita serie di percorsi d’alzaia o di ripa dei canali e dei navigli
lombardi, tutti, potenzialmente ideali percorsi escursionistici. Con il recupero di queste infrastrutture non si
verrebbe a gravare su nuove opere ma si potrebbe utilmente reimpiegare quanto già esistente.
Esistono infine altri problemi che riguardano la gestione e la manutenzione dei sentieri (non sempre chiara e
definita), la segnaletica (da uniformare), la rete ricettiva di supporto (sottodimensionata nei periodi di massima
affluenza e non calibrata alle esigenze degli escursionisti negli alberghi o nelle aziende agrituristiche),
l’assistenza e l’accompagnamento degli escursionisti (poco organizzato, poco richiesto e male propagandato).
Non di meno va evidenziato, al di là di ruoli e competenze, l’assoluta e nuova esigenza di intendere l’ideazione
di un itinerario escursionistico come un “prodotto turistico integrato”, cioè progettato e realizzato tenendo
conto di tutti gli aspetti organizzativi, i possibili effetti e ricadute. In questo senso occorre superare l’approccio
volontaristico, che ha portato ottimi risultati in passato ma che non è sufficiente oggi e nel futuro a rendere
profittevole e garantita la gestione di tali attività. Insomma occorre, in altre parole, passare ad una
progettazione integrata, a un’immagine promozionale, a una gestione e un marketing del prodotto “itinerario”.
Quest’impostazione progettuale ha portato ad un impianto organico delle piste e degli itinerari ciclabili del
territorio cremonese che vede ormai concluse la pista ciclabile della Golena de Po, quella sulla vecchia paullese
o strada "Regina", quella delle città murate e quella sul canale Vacchelli. In questa programmazione si inserisce
a pieno titolo ol progetto Isole e Foreste che da continuità verso nord alla pista della golena del Po e
l’intervento analogo che si sta proponendo sul’Asta fluviale dell’Oglio nell’ambito del Piano integrato d’area
“Greenway dell’Oglio” che ha come capofila la Provincia di Brescia.
La visione è quindi di costruire insieme alle ai territori confinanti un sistema che vede due lunghi itinerari
ciclabili lungo le aste del Adda Serio e Po, e l’Oglio collegate trasversalmente dalle piste ciclabili realizzate
negli ultimi anni. Partendo da nord, l’itinerario ciclabile dei fontanili proposto ed in corso di realizzazione
attraverso il Progetto Concordato del PSR, con quello del Canale Vacchelli, con quello delle Città Murate e con
quella in corso di realizzazione che collegherà Cremona e Brescia.
La rete ciclabile della Provincia di Lodi
La prima elaborazione di piano per la rete ciclabile provinciale ha delineato alcune direttrici che hanno
potenzialmente una maggiore continuità territoriale ed una più spiccata vocazione ad ospitare tracciati ciclabili.
Ha inoltre assunto come proprio riferimento metodologico quello del sistema "a rete", che risulta indispensabile
per soddisfare le esigenze più diversificate degli spostamenti ciclabili, perché può essere utilizzato in modo
flessibile e modulare dagli utenti, ed intrecciarsi organicamente con tutte le componenti insediative e
territoriali.
La struttura dei collegamenti a rete prevista dal piano è formata da:
• direttrici portanti che attraversano il territorio da nord a sud, parallele ai corsi d'acqua maggiori, il Lambro
e l'Adda, che delimitano fisicamente il territorio lodigiano.
• direttrici di collegamento in direzione ovest-est, con tracciati meno evidenti e più difficoltosi di quelli
longitudinali, ma altrettanto importanti per creare una connessione fra essi e per superare le barriere naturali
(fiumi e rete idrica principale) ed artificiali (ferrovia, autostrada e rete viaria principale) che seguono
longitudinalmente l'andamento del lodigiano.
Dal 1997 ad oggi questa rete è andata pian piano prendendo forma, fino ad assumere la configurazione
odierna grazie alle opere che sono state realizzate direttamente dalla Provincia di Lodi lungo le strade di propria
competenza e a quelle che sono state realizzate per mezzo di protocolli d’intesa fra Comuni e Provincia di Lodi,
per la realizzazione di progetti di interesse
sovraccomunale coerente con la rete programmata.
Sarà grazie alla Dorsale dell’Adda,: la ciclabile percorre tutta la provincia di Lodi, parallelamente al fiume Adda
e al territorio del Parco Regionale Adda Sud, che Isole e Foreste troveranno continuità tra Lodi e Pizzigettone,
punto in cui il tracciato tornerà in territorio cremonese.
L’operazione proposta dal Parco Adda Sud consente di rendere fruibile il fiume grazie a un lavoro di ripristino
dei percorsi al suo margine e dall’altro di collegare le Piste del Parco Adda Nord con quelle di Lodi.
La rete ciclabile della Provincia di Mantova
La programmazione ciclabile mantovana articola la rete in nodi e corridoi di primo, secondo e terzo livello a
seconda dell’importanza che rivestono; gli argini del fiume Po appartengono a quelli di primo livello ovvero
rappresentano i collegamenti strategici per le connessioni di livello europeo, nazionale e regionale; in
particolare i corridoi individuati si snodano, in particolare perché defiscono l’itinerario n.8 di Eurovelo (Cadice –
Atene). Anche i nodi seguono una gerarchia chiara e l’ambito di confluenza smistamento Foce Oglio – Po è tra
questi.
Il percorso sul Po è stato quindi oggetto di approfondimento, ed è tra i progetti atti a dare continuità, a mettere
in sicurezza e a rendere percorribili gli argini del fiume Po.
La rete navigabile.
Sull’Adda e sul Serio la navigabilità non è continuativa; il Serio permette l’uso di piccole imbarcazioni o canoe,
sull’Adda e sul Po è invece possibile una navigazione turistica. Già oggi il Consorzio Navigare l’Adda organizza
spostamenti ad uso anche quotidiano tra Gombito e Pizzighettone.
La navigazione sul Po è poco sfruttata da un punto di vista commerciale, è invece fortissimo il richiamo turistico
che il Grande Fiume esercita a livello nazionale e internazionale. Grazie ai contributi del sistema Turistico Po di
Lombardia la rete infrastrutturale del Po è quasi completata; gli attracchi sono distribuiti lungo l’asta con una
cadenza misurata e necessaria. Gli attracchi servono non solo la rete turistica ma anche gli utenti più affezionati
del Po.
dal punto di vista turistico la provincia di Cremona è dotata di un porto interno turistico (collocato nel Porto
fluviale di Cremona) a cui si accede tramite la Pre-avanconca di recente realizzazione per ovviare ai problemi
legati all’abbassamento dell’alveo fluviale registrati negli ultimi anni. Ciò nell’attesa della realizzazione di una
nuova conca. Sul territorio provinciale sono stati inoltre realizzati negli ultimi anni diversi attracchi turistici in
alveo, attrezzati per la sosta di navi turistiche di VI e V Classe CEMT e direttamente collegati con la rete delle
ciclabili atte a consentire l’interscambio turistico (Acqua – bici).
Tali attracchi sono:
- Attracco Turistico di Cremona (Largo Marinai D’Italia)
- Attracco Turistico di Gerre de’ Caprioli Loc. Bosco ex Parmigiano (Ex Piarda Guidotti)
- Attracco Turistico di Stagno Lombardo Loc. Brancere
- Attracco Turistico di San Daniele Po Loc. (Isola Pescaroli)
- Attracco Turistico di Motta Baluffi
- Attracco Turistico di Casalmaggiore (Lido Po)
- Attracco turistico a Viadana (MN)
- Attracco turistico in realizzazione col PIA a Dosolo (MN)
Ulteriori infrastrutture fluviali, facenti parte del sistema idroviario in provincia di Cremona sono collocate in
Adda con l’attracco di Pizzighettone.
Tali infrastrutture non sono direttamente collegate con il sistema Idroviario e con il Po a causa delle traverse
collocate il alveo a valle del Ponte di Pizzighettone e a Crotta d’Adda, tuttavia negli ultimi anni sono stati
effettuati interventi di dragaggio in Adda che hanno permesso di ottenere le necessarie condizioni di navigabilità
a monte di Pizzighettone, consentendo un rapido sviluppo della navigazione turistica nonché il collegamento con
il “porto” di Formigara e la sponda lodigiana
La natura del progetto Isole e Foreste, costruisce sul tema della viabilità sostenibile a fini turistici l’occasione
per la valorizzazione dei suoi scorci più suggestivi e spesso nascosti. Il percorso diventa l’occasione di un lungo
viaggio, costituito da tappe. Le tappe sono anche partenze od arrivi. Su questa consapevolezza si è cercato di
pensare ad un sistema dotato di porte di accesso, iniziali finali ed intermedie, tali porte sono individuate sulla
base del valore e dei contenuti che trasmettono e rispetto alla loro funzione di punto intermodale di scambio.
Così è possibile descrivere un sistema che servito da numerosi punti di scambio
• treno-bicicletta:Crema, Lodi,
• treno-bicicletta-nave: Cremona, Pizzighettone, Casalmaggiore.
• bicicletta-nave: Viadana
Laddove l’itinerario intercetta percorsi trasversali nascono occasioni di sosta che è bene sostenere attraverso la
valorizzazione dei luoghi. Sulla tavola allegata si descrive proprio questo sistema.
Sul territorio cremonese molti comuni stanno ipotizzando un’ azione congiunta per dotare le stazioni ferroviarie
di piccole stazioni di bike sharing. Il Comune di Casalmaggiore ha già interventi in fase di realizzazione, mentre
il Comune di Cremona ha presentato una manifestazione di interesse a valere sull’asse III del POR Competitività
per la riqualificazione della stazione ferroviaria, comprensiva anche di stazione di bike- sharing e ciclofficina
(per la quale è stato indetto un concorso di idee per la gestione indirizzato ai giovani).
La governance ambientale del PIA
La necessità di indirizzare la politica del turismo verso uno sviluppo sostenibile del territorio è entrata oramai
nella coscienza delle popolazioni oltre che delle classi dirigenziali dei paesi industrializzati.
Ma tali principi non fanno ancora parte della sensibilità delle comunità locali e non sono alla base del
comportamento degli operatori economici, nonostante l’impegno dimostrato dalle Agende 21 locali. La distanza
fra le esigenze degli operatori economici, le popolazioni locali e le amministrazioni provoca una sostanziale
difficoltà di coordinare e sviluppare politiche per lo sviluppo sostenibile a causa della notevole frammentazione
degli attori economici locali. Inoltre, il patrimonio culturale locale delle nostre destinazioni turistiche rischia di
essere soffocato dal confronto con un turismo di massa nelle destinazioni più frequentate, con la sopravvivenza
delle tradizioni locali affidata a piccole comunità locali marginali allo sviluppo turistico.
A fronte di tale situazione una politica di sviluppo sostenibile del turismo deve porsi una serie di obiettivi:
- Coniugare la conservazione del patrimonio naturale e culturale delle destinazioni turistiche, di fronte alla
globalizzazione dei modelli culturali, con una gestione sostenibile delle risorse locali tramite politiche di
sviluppo integrato del turismo;
-- Formare gli operatori del settore turistico e i funzionari delle amministrazioni pubbliche sulla filosofia e sulle
pratiche per la gestione sostenibile delle risorse ambientali e culturali, al fine di ridurre l’impatto sulle risorse e
sviluppare politiche di incentivazione sul loro utilizzo equilibrato e sostenibile;
- Incrementare la competitività delle destinazioni turistiche e degli operatori che scelgono forme di turismo più
eco-compatibili e più rispettose delle comunità locali;
- Contribuire a creare una nuova offerta turistica che utilizzi buone pratiche per un turismo sostenibile, in
coerenza con le caratteristiche socio-economiche dei territori interessati e con le esigenze delle popolazioni
locali;
- Sviluppare metodologie comuni per la informazione e la sensibilizzazione della popolazione locale e dei turisti
utilizzando i media locali;
- Attuare strategie di promozione turistica per i territori interessati, creando una rete di destinazioni e una
offerta di pacchetti turistici orientati alla sostenibilità che si promuovono con una politica comune e una
immagine comune;
- Dimostrare la sostenibilità economica di iniziative turistiche basate sulla valorizzazione del patrimonio
ambientale e culturale delle aree e sulla ottimizzazione dei flussi turistici per stagioni e regolamentazione degli
impatti dei visitatori sull’ambiente.
Lavorare per la sostenibilità turistica per le amministrazioni provinciali coinvolte nel progetto significa quindi
implementare:
- progetti di sensibilizzazione e promozione da parte delle singole amministrazioni provinciali e dei Sistemi
turistici attivi, orientati a favorire gli operatori e le destinazioni che vogliono migliorare il loro impatto
sull’ambiente, comprendente strumenti gestionali e promozionali specifici e campagne di comunicazione locale,
destinate a premiare i soggetti che scelgono tale indirizzo. In particolare si tratta di attuare nelle strutture
ricettive semplici azioni dimostrative di miglioramento degli impatti con supporti di informazione ai clienti e al
personale interno, in modo da generare effetti positivi immediati con bassissimi investimenti, e prevedendo
azioni di auditing destinate magari ad attuare processi di miglioramenti più importanti, collegati a vantaggi
economici immediati. Questo obiettivo si intende raggiungere attraverso l’operazione “Servizi all’utenza” per lo
studio e l’analisi dei processi di miglioramento ed alla successiva partecipazione all’invito a presentare
manifestazioni di interesse sul bando competitività delle imprese turistiche di Regione Lombardia per la
realizzazione delle opere migliorative (per la provincia di Cremona il collegamento è al regolamento per
l’ospitalità verde e l’iniziativa potrebbe essere implementata dalle altre amministrazioni provinciali tramite gli
IAT).
- azioni di monitoraggio della sostenibilità turistica attraverso la creazione di un Osservatorio sullo Sviluppo
Turistico Sostenibile finalizzato alla raccolta di dati qualitativi sui comportamenti dei turisti, sulla percezione e
sistemi dei valori dei residenti, sui tassi di utilizzo dell’ambiente naturale e sociale locale con rilevazione
tempestiva delle relative criticità, sulle prassi gestionali e, infine, sull’efficacia ed efficienza delle politiche di
promozione e commercializzazione esistenti. Il lavoro di tale Osservatorio integrerà quanto già realizzato a
livello provinciale, dagli IAT e dalle locali CCIAA, con la raccolta di dati su flussi di spesa ed il loro impatto sulle
economie locali. La messa in rete di tali strumenti di misurazione produrrà così in maniera continua una ampia
base di dati di tipo “quali-quantitativo” sui comportamenti come sull’evoluzione del benessere percepito sia dai
residenti che dai turisti, nelle varie aree di interesse.
- azione sperimentale nei confronti delle amministrazioni locali basata sulla realizzazione di seminari
informativi/formativi sul turismo sostenibile rivolto al personale degli uffici turismo. Tale programma dovrebbe
basarsi su una iniziale analisi delle esigenze in tal senso delle amministrazioni, effettuata per aree con la
metodologia dei focus group.
6. Piano di Lavoro
La durata del progetto è stata fissata in trentasei mesi che decorrono dalla data di assegnazione del contributo
Gli Organismi e sistemi di funzionamento
Per quanto attiene gli aspetti di natura tecnico/organizzativa/funzionali, la configurazione del progetto indica
che la scelta deve ricadere su di una organizzazione snella della partnership.
La presenza di quattro province e di numerosi enti locali fa si che sia opportuno prevedere una struttura con:
• ASSEMBLEA DELLA PARTNERSHIP
L’assemblea deve avere funzioni di indirizzo, di ratifica, di eventuale riprogrammazione del piano di lavoro,
deve decidere su problematiche legate al funzionamento del PIA e garantire la corretta implementazione di
tutte le attività previste. All’Assemblea partecipano tutti i componenti con il loro rappresentante e/o delegato,
investito di tale ruolo alla prima assemblea.
Tutti gli altri incontri, eventualmente necessari verranno convocati dal soggetto capofila su richiesta dei
partners.
• I GRUPPI DI LAVORO
Altro ruolo strategico è quello riservato ai gruppi di lavoro tematici che saranno costituiti per sviluppare i temi
definiti all’interno delle azioni di sistema e per relazionare degli stati di avanzamento dei progetti al capofila.
Si prevedono tre tavoli, uno per i Parchi Adda Nord e Sud e il Parco del Serio, uno per la Provincia di Cremona ed
uno per la Provincia di Mantova.
Le modalità per il funzionamento dei gruppi di lavoro tematici saranno compatibili, nel rispetto delle modalità di
rendicontazione, sia dovendosi rapportare all’ente capofila con il coordinamento per le calendarizzazioni e per
tutti gli adempimenti che nel documento vengono descritti con puntualità, i temi, i prodotti in uscita ed i tempi
di sviluppo.
La modalità di svolgimento che si propone è la seguente. Gli incontri tematici vedranno, nei diversi territori, la
partecipazione dei partner locale, in quanto competente per territorio e di un rappresentante del soggetto
capofila, che presenterà di volta in volta l’azione individuata come “buona prassi” e che si andrà ad attuare.
Il partner competente per territorio avrà la responsabilità di:
- selezionare gli interlocutori privilegiati
- attuare e curare la sensibilizzazione
- scegliere la logistica e le modalità (workshop, seminario…… )
- riportare gli esiti, ivi comprese le presenze. (tale materiale confluirà nel rapporto di monitoraggio)
- guidare e moderare i lavori
- gestire i rapporti con i media per la comunicazione in uscita delle giornate.
I costi per la gestione del coordinamento del project management ricadono nella voce relativa ai costi dei
personale del soggetto Capofila. Il team di coordinamento, ed in particolare il Settore Affari Istituzionali, in
staff alla Presidenza, è strutturato in termini di competenze e di esperienze in modo da gestire processi
complessi di programmazione partecipata, di restituzione dei contenuti ai partners, di monitoraggio
dell’andamento della spese e di monitoraggio dei risultati (cfr.§ 7).
• La documentazione
E’ specificata nel diagramma di Gantt.
Le Macrofasi
Nella proposta progettuale sono state individuate per sintesi e per scelta tre macrofasi, Di seguito si esplicitano i
contenuti a cui eventualmente apportare integrazioni ed approfondimenti:
Fase 1 Start UP
Avvio dei lavori e delle progettazioni esecutive
Riunione assemblea con tutta la partnership
Verbale della riunione e piano di lavoro, una giornata Full Time
Fase 1.1 Sensibilizzazione, promozione, approfondimenti tematici
In questa fase grande rilievo avranno le azioni di sistema che, veicolate dai sistemi turistici, avranno il compiti
di attuare una politica di sensibilizzazione relativamente all’attuazione degli interventi.
In questa sezione del piano di lavoro vengono definite le strategie di promozione delle azioni che il progetto
intende qualificare quali buone prassi.
Conclude il percorso della azione 1 la pianificazione e realizzazione dei focus group/incontri/tavoli da tenersi
all’interno dei tavoli succitati,
Fase 1.2 Azioni trasversali
A questa fase, come alle altre di progetto, sarà legata l’azione ed il lavoro del gruppo di monitoraggio che dovrà
“osservare e valutare” la realizzazione progressiva, gli effetti e le risultanze delle diverse azioni progettuali.
Questo significherà mettere a punto un sistema di monitoraggio ed auto-valutazione che vada a tenere sotto
controllo e misuri:
a) l’effettivo impegno e la relativa spesa delle risorse programmate;
b) controlli in itinere l’implementazione delle diverse fasi di lavoro previste;
c) misuri l’efficacia e l’efficienza del progetto in termini quanti/qualitativi;
d) misuri l’impatto, gli esiti ed i ritorni ottenuti per i diversi target groups individuati e per i diversi contesti
territoriali.
Il sistema di monitoraggio è strettamente connesso con il processo di auto-valutazione, che andrà ad indagare
sui processi sia gestionali che organizzativi, sui livelli di decisionalità, sul funzionamento degli organismi e sulle
possibilità di adozione di eventuali azioni correttive dei punti di debolezza e sui rischi. Grazie a queste diverse
azioni di misurazione sarà possibile avere un quadro di insieme su cui andare a collocare tutte quelle strategie
utili a dare ottimali livelli realizzativi a tutto il progetto.
Possiamo dire che tutto il sistema di monitoraggio produrrà documentazione sia on line che off line afferente le
procedure operative, le schede di rilevazione ed i rapporti finali.
Fase 2 . Avvio dei lavori
In questa sezione del piano di lavoro vengono declinati e sviluppati gli interventi più operativi e attuati gli
obiettivi specifici del progetto:
� Avvio dei lavori, documenti di inizio lavori e verbali
Fase 2.1 Sensibilizzazione, promozione, approfondimenti tematici
Aprire una finestra di approfondimento in continuo sui tematismi sopra richiamati attraverso le modalità della
newsletter telematica
Fase 3 . Fine lavori
In questa fase si prevede la conclusione dei lavori, oltre ai documenti tipici legati alla normativa sulle opere
pubbliche; che accompagna questa fase vi sarà un’attività intensa delle azioni di sistema.
Le azioni di sistema
Punto di forza principale e strategico per il successo dell’azione nel suo complesso risiede nella capillarizzazione
ottimale dei prodotti e processi che si intendono diffondere. E’ in questo senso che si muovono le attività dei
laboratori del racconto, iniziati con la fase 1.
Ogni componente della partnership sarà il primo animatore di questa importante modalità che porterà ad
attivare azioni di sensibilizzazione e confronto con tutte le componenti del tessuto sociale ed economico dei
rispettivi territori L’agire locale ed un processo diffuso di coinvolgimento dell’utenza e dei cittadini andrà ad
alimentare il progetto più ampio di visibilità e trasferimento di buone prassi a livello nazionale.
A questa strategia di natura fortemente territoriale ne segue una che avrà respiro e caratterizzazione nazionale
e questo significherà individuare eventi, canali e momenti che siano in grado di assicurare un livello di successo
e di attenzione non secondari.
Il riferimento è verso quegli eventi che movimentano e catalizzano attenzione nei portatori di interesse sia
pubblici che privati e dove attraverso materiali ben strutturati e di facile fruizione è possibile aprire finestre di
dialogo e confronto anche con chi non è direttamente vicino alle problematiche inerenti il progetto.
FASE 1 Avvio del progetto integrato d’area
data di inizio ott.- 2009 mesi di lavoro 5 consegna marzo 2010
Programma Attori Materiali prodotti Output
Evento per la
definizione/identificazio
ne degli attori e delle
figure partecipanti ai
tavoli tematici per la
gestione del progetto
Consulenti di progetto
Amministratori e tecnici
(stakeholders)
Ipotesi di composizione
dei tavoli tecnici
presentazione slide con
indicate le finalità di
progetto e le varie
attività del programma e
calendario azioni di
progetto
sostegno delle
motivazioni e
individuazione dei tratti
distintivi dei componenti
ideali dei gruppi di
lavoro
Definizione degli
incarichi
Responsabili di
procedimento dei singoli
soggetti beneficiari
Determinazioni e
deliberazioni di
approvazione dei
progetti
Realizzazione materiali
di supporto
Divulgazione dei
contenuti dei progetti
Consulenti di progetto
Amministratori e tecnici
(stock holders)
Eventi per la diffusione
dei progetti
Prime prefigurazioni
progettuali
FASE 2 Esecuzione dei lavori
data di marzo 2010 mesi di lavoro 22 consegna giugno. 2012
Programma Attori Materiali prodotti Output
Avvio dei cantieri Consulenti di progetto
Amministratori e tecnici
(stock holders)
estensori del piano di
settore della provincia di
Mantova
Verbali di inzio lavori
Stati di avanzamento
lavori
Conoscenza approfondita
degli strumenti di
indirizzo e
programmazione
sovracomunali
Il progetto Via Ter
Il progetto Rever Med
Sensibilizzazione,
promozione,
approfondimenti
tematici
Sistemi turistici, Camere
di Commercio
Verbali delle riunioni Sensibilizzazione sullo
stato di avanzamento
lavori
Verifica e sintesi dello
stato di avanzamento dei
lavori
Consulenti di progetto
Amministratori e tecnici
(stock holders)
Audit di progetto Individuazione delle aree
per la azioni e
coinvolgimento dei
partner (cartografia e
schede interventi
fattibilità economiche)
Individuazione del
modello gestionale
dell’itinerario
Realizzazione software
leggero per la gestione
del ciclonavigatore
Consulenti di progetto
stakeholders per la
gestione
Software leggero Rafforzamento delle
politiche concertate.
FASE 3 LA COMUNICAZIONE
data di inizio ott.- 2009 mesi di lavoro 36 consegna agosto 2012
Programma Attori Materiali prodotti Output
Fine lavori Consulenti di progetto
Amministratori e tecnici
(stakeholders)
Verbali di fine lavori
lavori
Stati di avanzamento
lavori corrispondente al
finale
Conoscenza approfondita
degli strumenti di
indirizzo e
programmazione
sovracomunali
Il progetto Via Ter
Il progetto Rever Med
Evento/mostra per la
presentazione dei
risultati del programma
Consulenti di progetto
Amministratori e tecnici
(stakeholders) (Camere
di Commercio)
portatori di interesse
(stakeholders) amici
della bicicletta
associazionismo enti
gestori delle zone
protette
pieghevole/ evento e
punti di contatto con
altri progetti sul
territorio
Sito internet
individuare i partner
progettuali e di gestione
Prodotti web di libera
consultazione
Evento per la promozione
e presentazione presso la
Borsa Italiana del
Turismo
Consulenti di progetto
portatori di interesse
Consulenti di progetto
Amministratori e tecnici
(stakeholders)
trasmissione e
condivisione della
cultura del progetto
Sostegno delle volontà
progettuali attraverso la
diffusione dei risultati
raggiunti
Divulgazione ai vari
soggetti interessati alla
promozione del territorio
Piano finanziario del PIA 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36Intervento
01/0
1/20
07
28/0
5/20
09
25/1
0/20
09
24/1
1/20
09
24/1
2/20
09
23/0
1/20
10
22/0
2/20
10
24/0
3/20
10
23/0
4/20
10
23/0
5/20
10
22/0
6/20
10
22/0
7/20
10
21/0
8/20
10
20/0
9/20
10
20/1
0/20
10
19/1
1/20
10
19/1
2/20
10
18/0
1/20
11
17/0
2/20
11
19/0
3/20
11
18/0
4/20
11
18/0
5/20
11
17/0
6/20
11
17/0
7/20
11
16/0
8/20
11
15/0
9/20
11
15/1
0/20
11
14/1
1/20
11
14/1
2/20
11
13/0
1/20
12
12/0
2/20
12
13/0
3/20
12
12/0
4/20
12
12/0
5/20
12
11/0
6/20
12
11/0
7/20
12
10/0
8/20
12
09/0
9/20
12
1 Parco Adda Nord
2 Promoisola
3 Parco Adda Sud
4 Parco del Serio Progetto per il miglioramento dei percorsi ciclopedonali per la connessione del circuito della greenway dell'Oglio con la rete ciclopedonale del Parco del Serio. Passerella ciclopedonale tra Sergnano e Casale Cremasco e collegamento ciclabile tra Crema e xMuseo dell'Acqua
Passerella
Ciclabile
5 Crema
6 Spino d'Adda Intervento di ripristino della Cascina Carlotta, centro di documentazione
7 Spino d'Adda Connessione trasversale tra la greenway dell'Adda e l' tinerario dei fontanili
8 Formigara Parco fluviale e attracco
9 Pizzighettone Sistemazione vie alzaie
10 Crotta d'Adda Riqualificazione di via Cavallatico (vie panoramica sul fiume)
11 Cremona Piste ciclabili di connessione con la rete provinciale
12 Gerre Recupero e valorizzazione di Corte Bugatti
13 Provincia di Cremona Aree protette
14 Viadana Percorsi arginali tra Oglio e Po
15 Dosolo Parco fluviale e attracco
16 Borgoforte Interventi di recupero
17 Sabbioneta Restauro soffitti lignei di palazzo Ducale
18 Sabbioneta Restauro e riqualificazione di tratto di mura gonzaghesche e fossato.
19 Associazione…(Gozzi) Recupero del teatro di Villastrada
20 Provincia di Cremona Azioni di sistema
35% della somma ammissibile 35% della somma ammissibile 30% della somma ammissibile € 1.647.344,40
€ 5.491.148,00
€ 1.921.901,80 € 1.921.901,80
Fasi di lavoro
Progettazione preliminare e definitiva
Documenti di fine fase Progetto definitivo
Deliberazione di approvazione del progetto definitivo
Acquisizione pareri e progettazione esecutiva, aggiudicazione appalto
Documenti di fine fase Parere degli enti Perfezionamento dell'atto di prorpietà o concessioni delle aree, Redazione progettazione esecutiva ai sensi del D. Lgs. 163/2006 e s.m.i. Deliberazione dell'organo competente del progetto esecutivoBando di gara, Contratto di affidameRealizzazione delle opere/Servizi/cartellonistica…
Documenti di fine fase Relativi stati di avanzamento Lavori - Determinazioni Responsabile del
Servizio Liquidazione
Fine lavori
Approvazione CRE - Liquidazione finale - Determminazione del Responsabile
del Servizio
Comunicazione
108
7. Il project management del PIA
La complessità del PIA “Isole e Foreste” richiede che venga data particolare attenzione al governo dello stesso; a
tal proposito è necessario definire gli organi di gestione, nonché le modalità di coordinamento dei soggetti
partner.
Project leader: è il soggetto responsabile dell’attuazione delle iniziative ed interventi contenuti nel PIA, nonché
responsabile dei rapporti con i soggetti partner ed esterni al parternariato oltre che dell’attività di monitoraggio
e controllo. In particolare, al project leader saranno affidate:
- La direzione e il coordinamento generale delle attività finalizzate all’attuazione complessiva del PIA
- La responsabilità della corretta realizzazione degli interventi, nel rispetto di quanto definito dal
presente PIA
- L’Assistenza tecnica ai partner per la realizzazione degli interventi previsti
- La realizzazione di report periodici in ordine allo stato di avanzamento del progetto
- L’analisi dei risultati ottenuti sulla base degli interventi realizzati e delle informazioni raccolte
- L’adozione di eventuali azioni correttive necessarie a rimettere il progetto in assetto con gli obiettivi
previsti e sulla base delle indicazioni fornite dal Comitato di Coordinamento costituito da rappresentanti
delle quattro Province partner di progetto
- La rideterminazione eventuale dei tempi, dei costi e degli altri indicatori del progetto
- La gestione e ripartizione del contributo finanziario ricevuto
- La chiusura del PIA attraverso l’effettuazione del collaudo tecnico-amministrativo delle opere, l’invio
della documentazione attestante la fine dei lavori a Regione Lombardia e la relativa rendicontazione
finale delle spese completa di relazione comprovante il raggiungimento degli obiettivi prefissati
- La comunicazione dei risultati ottenuti e la responsabilità delle attività informative e di promozione
109
Il project leader è individuato presso il soggetto Capofila e precisamente nella figura del Dirigente del Settore
Affari Istituzionali, dott.ssa Chiara Bondioni, coadiuvata da un team di lavoro composto da esperti nei vari
ambiti che interessanti il PIA.
Team di lavoro: è il soggetto, incardinato presso l’ente capofila, che supporta il project leader nell’attuazione
dei singoli interventi ed è composto, oltre che dal project leader, da:
- Dirigente o funzionario del Settore Agricoltura, Caccia e Pesca
- Dirigente o funzionario del Settore Ambiente
- Dirigente o funzionario del Settore Territorio, Trasporti, Programmazione
- Dirigente o funzionario del Settore Cultura
- Dirigente o funzionario del Settore Gestione Economico Finanziaria
- Responsabile del Servizio Pianificazione Progetti Speciali di Sviluppo
- Responsabile del Servizio Promozione Turistica
- Responsabile del Servizio Turismo
Gruppi tecnici di lavoro: sono creati in relazione alle specifiche esigenze progettuali e sono costituiti da
personale tecnico dei vari partner; i gruppi opereranno in stretta sinergia con il team di lavoro per garantire le
informazioni in merito alle criticità incontrate nella realizzazione dei vari interventi, per fornire soluzioni
operative alle problematiche incontrate, per la predisposizione del piano di comunicazione e promozione, per
assicurare la corretta gestione economico-finanziaria del PIA. In particolare si individuano i seguenti gruppi:
- Innovazione tecnologica, costituito da: Dirigenti o funzionari dei Settori Sistemi Informativi delle
Province di Cremona, Bergamo, Lodi, Mantova
- Sistema delle risorse ambientali e culturali, costituito dai Dirigenti o funzionari dei Settori Ambiente e
Settori Cultura delle Province di Cremona, Bergamo, Lodi, Mantova
110
- Comunicazione costituito dai Responsabili degli Uffici Relazioni con il Pubblico e dai Responsabili dei
Servizi Promozione Turistica delle Province di Cremona, Bergamo, Lodi, Mantova, che opereranno in
collaborazione con i referenti del Sistema Turistico Po di Lombardia.
- Gestione Finanziaria costituito dai Dirigenti o funzionari dei Settori Gestione Economica Finanziaria
delle Province di Cremona, Bergamo, Lodi, Mantova
Segreteria: svolge un ruolo di supporto organizzativo dell’attività pianificatoria e all’attuazione del PIA; in
particolare curerà l’attività di comunicazione tra i soggetti partner. La Segreteria è istituita presso il Settore
Affari Istituzionali della Provincia di Cremona ed il referente è la Sig.ra Simona Bolzoni.
Si intende inoltre costituire presso il Settore Affari Istituzionali della Provincia di Cremona un’Unità di
Monitoraggio e Controllo che predisponga la strumentazione per la valutazione delle attività del PIA, monitori lo
stato di avanzamento dei singoli interventi e proponga azioni di miglioramento in coerenza con le linee
strategiche definite. Sia la Segreteria che l’unità di Monitoraggio e Controllo operano in staff al Project Leader.
Sono altresì presenti, quali organismi parternariali, sia il Comitato di Coordinamento, composto da un
rappresentante per ognuna delle quattro Province coinvolte nel PIA, sia l’Assemblea del Parternariato composta
da un rappresentante per ognuno dei partner di progetto.
Il Comitato di Coordinamento, previsto all’art. 5 del Protocollo di Intesa Quadro, esercita la propria attività di
indirizzo complessivo attraverso:
1. la definizione di una strategia di sviluppo condivisa;
2. l’accompagnamento nella definizione e attuazione delle iniziative di sviluppo, compreso il supporto
nei rapporti con i soggetti esterni al partenariato;
3. il raccordo con eventuali soggetti terzi incaricati;
4. la ricognizione continuativa delle opportunità di finanziamento anche a livello comunitario, per
l’implementazione delle iniziative e attività concordate;
111
5. il sostegno nelle attività di revisione periodica e riorientamento dell’impianto strategico e degli
obiettivi di sviluppo, in funzione delle esigenze del territorio ad esito dell’implementazione operativa
degli stessi;
6. il supporto nella gestione delle occasioni di incontro e confronto del partenariato.
7. la realizzazione di azioni di sistema per la promozione e valorizzazione del patrimonio naturale e
culturale a supporto della fruizione turistica.
All’Assemblea spettano compiti di indirizzo e governo nella implementazione della strategia di sviluppo
territoriale complessiva, nell’aggiornamento ed eventuale riorientamento strategico e sarà convocata ogni
volta che i soggetti del partenariato lo ritengano opportuno e comunque su richiesta di almeno un membro
dello stesso, formulata al Comitato di Coordinamento.
Viene altresì attivata la Segreteria Tecnica Operativa del Comitato di Coordinamento che opera presso la
Provincia di Cremona, quale ente capofila del PIA; tale organismo è composto dal Responsabile del Servizio
Pianificazione Progetti Speciali di Sviluppo Sabrina Satta e dai collaboratori del medesimo Servizio, Fabio Scio e
Simona Bolzoni.
Ogni beneficiario è responsabile:
• della regolare gestione dei contributi;
• del rispetto della normativa comunitaria, nazionale e regionale in materia di appalti pubblici nella
realizzazione degli interventi;
• dei danni arrecati a terzi o all’ambiente nell’ambito della realizzazione del progetto.
Per quanto riguarda la gestione amministrativa e finanziaria, il Capofila si obbliga ad informare i beneficiari
rispetto alle necessità di adeguare il sistema di gestione della documentazione e di tutto quanto richiesto per la
rendicontazione degli interventi conformemente a quanto previsto dalla normativa regionale;
Ogni beneficiario si impegna a:
• fornire ogni informazione necessaria all’espletamento delle funzioni del capofila;
• informare tempestivamente il capofila di ogni possibile variazione in corso d’opera degli interventi previsti.
112
• partecipare ad incontri periodici operativi volti ad illustrare le modalità di gestione del PIA e ad individuare
eventuali necessità e/o problematiche;
• conservare tutti i documenti necessari alla rendicontazione del progetto ed alla sua realizzazione;
• cofinanziare gli interventi previsti nel PIA “Isole e Foreste” nel rispetto del piano finanziario complessivo e
dei singoli interventi;
• realizzare gli interventi nel rispetto dei contenuti delle Linee Guida di Attuazione del PORL Competitività
2007-2013;
• adottare le modalità di informazione e comunicazione al pubblico della partecipazione comunitaria,
nazionale e regionale alla realizzazione degli interventi così come previsto dall’art. 8 del Regolamento CE
1828/2006.
Modalità di gestione dell’accordo tra i partner
L’attuazione del PIA “Isole e Foreste” richiede l’apporto costante nel tempo di tutti i partner: l’attivazione di un
adeguato sistema di relazioni tra i partner per la piena condivisione delle strategie di sviluppo degli interventi
nonché per garantire che questi ultimi siano perfettamente coesi. A tale proposito verranno organizzati dal
soggetto capofila incontri periodici del Comitato di Coordinamento oltre che del team di lavoro a supporto del
project leader. Verranno altresì realizzate con cadenza regolare le riunioni dei vari gruppi tecnici; almeno una
volta all’anno e comunque ogni volta che un soggetto partner ne farà richiesta, verrà convocata a cura del
soggetto capofila l’Assemblea del parternariato.
Periodicamente, a cura del project leader, verranno realizzati report in ordine allo stato di avanzamento dei
singoli interventi e delle operazioni; tali relazioni consentiranno di:
- verificare se le attività realizzate sono rispondenti il programma di lavori predisposto dai singoli
beneficiari
- evidenziare eventuali problematiche o criticità sia di carattere operativo che di strategia complessiva
Il Soggetto Capofila imposterà un sistema di monitoraggio per verificare il PIA e le operazioni in esso contenute,
costituendo un’Unità di Monitoraggio e Controllo.
113
Tutti i dati raccolti verranno trasmessi al sistema di monitoraggio informatizzato predisposto da Regione
Lombardia.
Con riferimento alle singole operazioni, che costituiscono la base di rilevazione per la misurabilità dei risultati,
verrà verificato:
- l’avanzamento procedurale, sulla base della comunicazione degli atti e dei procedimenti che avviano le
specifiche fasi degli interventi;
- l’avanzamento finanziario, che prevede il monitoraggio della spesa collegato ai finanziamenti ottenuti;
- l’avanzamento fisico, come misurazione dell'attuazione fisica e materiale dell’intervento.
Per realizzare il controllo appena descritto verrà predisposto uno specifico programma di monitoraggio che sarà
disponibile per i soggetti beneficiari.
La verifica realizzata rispetto alle singole operazioni permetterà di valutare anche l’andamento complessivo del
PIA.
Misurabilità dei risultati attesi
Il Soggetto Capofila imposterà un sistema di monitoraggio per verificare il PIA e le operazioni in esso contenute,
costituendo un’Unità di Monitoraggio e Controllo.
Tutti i dati raccolti verranno trasmessi al sistema di monitoraggio informatizzato predisposto da Regione
Lombardia.
Con riferimento alle singole operazioni, che costituiscono la base di rilevazione per la misurabilità dei risultati,
verrà verificato:
- l’avanzamento procedurale, sulla base della comunicazione degli atti e dei procedimenti che avviano le
specifiche fasi degli interventi;
- l’avanzamento finanziario, che prevede il monitoraggio della spesa collegato ai finanziamenti ottenuti;
- l’avanzamento fisico, come misurazione dell'attuazione fisica e materiale dell’intervento.
Per realizzare il controllo appena descritto verrà predisposto uno specifico programma di monitoraggio che sarà
disponibile per i soggetti beneficiari.
114
La verifica realizzata rispetto alle singole operazioni permetterà di valutare anche l’andamento complessivo del
PIA.
Il modello di analisi e monitoraggio dei risultati e degli impatti attesi del PIA si basa su una precisa declinazione
degli obiettivi che il progetto si propone.
Ad ognuno di essi verranno associati indicatori in un numero limitato, in modo tale da consentire una lettura
immediata dei risultati ottenuti.
Dall’analisi complessiva della struttura del PIA, si ricavano i seguenti obiettivo generale e obiettivi specifici, con
l’indicazione dei relativi indicatori:
Obiettivo generale: incrementare l’attrattività e la competitività dell’ambito del progetto facendo leva sugli
elementi di distinzione e le caratteristiche peculiari del paesaggio fluviale attraverso interventi di
potenziamento e valorizzazione delle risorse culturali ed ambientali e la loro messa in rete.
Indicatori di realizzazione: Baseline Target
- n. interventi realizzati 0 20
- n. soggetti coinvolti (Enti Parco,
Enti Pubblici, Soggetti Privati)
33 + 50%
Indicatori di risultato:
- investimenti complessivi attivati 0 11 Meuro
- % incremento di arrivi nelle
strutture e nelle aree oggetto di
riqualificazione
Flussi turistici (arrivi) Province 2008
Cremona – 171.107
Bergamo - 700.000 *
Lodi - 142.000*
Mantova – 192.974
+ 5%
* dati provvisori
115
[Nota: gli indicatori segnalati sono stati ripresi dalle indicazioni contenute nel POR Competitività Regionale e
Occupazione 2007-2013 di Regione Lombardia – Asse IV, al fine di utilizzare un modello di valutazione
comparabile con altre realtà.]
Obiettivi specifici:
� Ob. specifico 1 - Conseguire un modello di mobilità sostenibile sviluppato su un unico sistema di
percorribilità (piste ciclabili e navigabilità) e di accessibilità alle risorse naturali e culturali.
Indicatori di risultato:
- km piste ciclabili connessi a rete1;
- incremento % dei punti di interscambio modale bici/traghetto/treno.
� Ob. specifico 2 - Costruire un processo di integrazione tra la rete ecologica lombarda e provinciale e gli
itinerari ambientali e culturali delle aste fluviali tra Adda, Po e Serio.
Indicatori di risultato:
- Siti di Importanza Comunitaria (SIC) interessate dal progetto2;
- Superficie Aree Protette interessate dal progetto3.
� Ob. specifico 3 - Mettere in relazione la rete di percorsi esistenti con alcuni beni di particolare interesse
culturale, andando ad incidere direttamente sul recupero di alcuni di essi e valorizzando il sistema
culturale nel suo complesso.
Indicatori di risultato:
- n. esercizi commerciali messi in rete;
- contatore accessi al sito web;
- contatore download itinerari dal sito web;
- rilevazione soddisfazione sito web da parte degli utenti.
- n°interventi di recupero culturale realizzati;
- n°interventi siti UNESCO realizzati;
1 Indicatori prestazionale rilevato nella VAS del PTCP della Provincia di Cremona – Ob. Conseguire un modello di mobilità sostenibile; Fonte Provincia e Comuni. 2 Fonte Regione Lombardia 3 Fonte Regione Lombardia – SIMO2
116
- % incremento della fruizione pubblica del bene oggetto di intervento.
� Ob. specifico 4 - Rinnovamento dell’intensificazione dell’uso turistico del territorio, individuando così
una «vena produttiva» legata ad uno sviluppo sostenibile indirizzato verso un tipo di turismo culturale
Indicatori di risultato:
- n. arrivi;
- presenze agli eventi;
- rilevazione soddisfazione permanenza da parte degli utenti
I dati su arrivi e permanenza verranno rilevati dall’osservatorio che si realizzerà all’interno delle azioni di
sistema.
Relativamente alle attività di comunicazione, gli indicatori di riferimento sono:
- materiale a stampa e multimediale: copie divulgate/copie realizzate;
- partecipazione a borse e fiere turistiche;
- n. partecipanti agli educational tours;
- incremento indirizzario newsletter.
Rilevazione dei dati
I soggetti beneficiari compileranno e aggiorneranno periodicamente le schede inserite nel programma di
monitoraggio che verrà messo a loro disposizione.
Sulle base di queste informazioni e dei dati raccolti dall’osservatorio che si costituirà con il progetto, l’Unità di
Monitoraggio e Controllo provvederà a definire i valori da associare agli indicatori definiti per gli obiettivi del
PIA.
In questo modo sarà possibile analizzare gli effetti delle singole operazioni, avendo poi una visione d’insieme che
potrà permettere di misurare l’impatto dell’intero progetto.
Nota: gli indicatori che riguardano percentuali di incremento delle presenze turistiche saranno rilevati a partire
dai dati di flusso delle singole province.
117
9. Azione di Sistema
La ricerca delle condizioni con cui sostenere lo sviluppo di un’area che presenta una significativa vocazione
turistica richiede – al crescere del clima competitivo che sempre più contraddistingue i sistemi di offerta
turistica – un complessivo coinvolgimento dei sistemi territoriali e dei corrispondenti attori, secondo una logica
delle competenze e non semplicemente della rappresentanza.
Il settore turistico vede l’azione simultanea di più soggetti privati (agenzie, alberghi, trasporti, ristoratori, ecc.)
estremamente dipendenti gli uni dagli altri nelle loro scelte strategiche. Il buon successo del “pacchetto
turistico” dipende da un’azione di marketing condotta su più piani tra loro interdipendenti. Si delinea così il
concetto di marketing turistico integrato: iniziative portate avanti da operatori privati e pubblici, seguendo gli
stessi criteri generali, in forma coordinata, per raggiungere obiettivi comuni. Per l’istituzione pubblica il
compito principale è di valorizzare il territorio all’interno di una funzione più generale di programmazione
economica; l’operatore privato deve anch’egli essere interessato alla valorizzazione complessiva dell’offerta
turistica, alla luce di un coordinamento con il settore pubblico che possa contribuire al successo del proprio
prodotto.
In questa prospettiva l’ente Provincia, ma soprattutto i Sistemi turistici, che aggregano un più vasto territorio
inter-provinciale, costituiscono i soggetti più idonei a svolgere una funzione di regia: costituisce un livello
istituzionale adeguato per esprimere capacità di interpretazione dei bisogni emergenti, di risposta alle
problematiche connesse alla gestione dei servizi pubblici, pianificazione/programmazione del territorio,
comunicazione e promozione del medesimo all’esterno del proprio ambito territoriale.
Le azioni di sistema proposte a sostegno del progetto integrato d’area sono state pertanto individuate in una
logica di valorizzazione degli obiettivi di sviluppo del Sistema turistico di riferimento, nonché delle strategie e
delle azioni di promozione dell’offerta dallo stesso sviluppate, declinate in relazione alle caratteristiche di
Isole e Foreste.
Per realizzare la strategia ipotizzata le quattro amministrazioni provinciali coinvolte nel PIA hanno individuato
quattro azioni si sistema, denominate: "Sistemi innovativi di analisi delle presenze turistiche ", "Un palmare a
due ruote", “Laboratori del racconto” " Promozione e Grandi eventi fluviali".
Le strategie di attrazione così concepite sono finalizzate a realizzare i seguenti obiettivi:
118
Studio e realizzazione di vari sistemi di segnaletica, il primo biglietto da visita che si porge al visitatore e che
contribuisce in modo determinante all'immagine di marca del percorso (" Promozione e Grandi eventi fluviali")
Campagne di sensibilizzazione all'accoglienza turistica mirate a settori particolari della popolazione
direttamente o indirettamente interessati alla tematica dell'accoglienza turistica (operatori delle strutture
ricettive e ristoratori, polizia locale, guardie ecologiche volontarie, guide e accompagnatori turistici, negozianti,
personale dei mezzi pubblici, ecc. ("Sistemi innovativi di analisi delle presenze turistiche " e “Laboratori del
racconto”);
Indagini di mercato volte a comprendere la soddisfazione dei turisti e ad analizzare le criticità in materia di
accoglienza turistica ("Sistemi innovativi di analisi delle presenze turistiche ").
Potenziamento e qualificazione del sistema di informazione e accoglienza turistica. Saper accogliere i turisti,
soddisfare le loro esigenze informative cercando di rendere attraente e fruibile l’offerta turistica complessiva
del territorio, migliorare la qualità delle informazioni, anche attraverso l’introduzione di nuove idee
organizzative e l’utilizzo di tecnologie di rete, rendendole facilmente accessibili, sono tra i principali obiettivi
del Progetto Integrato d’Area “Isole e Foreste” (obiettivo comune alle quattro azioni).
Le azioni di sistema del PIA “Isole e Foreste” saranno realizzate in team avvalendosi degli strumenti di
governance del Sistema Turistico “Po di Lombardia”, che svilupperà, anche grazie alla collaborazione di
Promoisola, il necessario coordinamento con il sistema turistico “Bergamo, Isola e Pianura”: in questo modo sarà
garantito il più ampio coinvolgimento degli stakeholders e degli enti operanti nell’ambito turistico ei territori
afferenti il PIA.
Sistemi innovativi di analisi delle presenze turistiche
L’opportunità migliore per presentare l’identità di un territorio è rappresentata dal sistema dell’informazione e
dell’accoglienza. La conoscenza delle risorse turistiche è uno dei presupposti fondamentali per l’utente per
muoversi all’interno di un territorio e cogliere quelle occasioni più corrispondenti ai propri bisogni.
L’informazione diventa l’elemento conoscitivo finalizzato a supportare le decisioni politiche e strategiche per la
realizzazioni di interventi efficaci di sviluppo turistico territoriale.
119
Tutto ciò potrebbe finalmente permettere una maggiore articolazione delle strategie di marketing e la
modulazione delle azioni di comunicazione, con iniziative promozionali differenziate e mirate su una dettagliata
segmentazione dei mercati. L’informazione turistica, a tutti i livelli, rappresenta il terreno più adeguato per
potere stabilire in che misura i prodotti, la promozione e lo stesso materiale pubblicitario siano rispondenti ai
bisogni dei turisti e, sulla base delle scelte degli stessi utenti dell’informazione, quali sono le tendenze che
stanno emergendo.
I Servizi Turistici Provinciali, unitamente alla locali Camere di Commercio attraverso ISNART hanno già attivato,
ciascuno nel proprio ambito di competenza gli Osservatori Provinciali del Turismo, realizzando una prima
analisi a campione sulla situazione attuale e le prospettive del turismo nel nostro territorio. Il Sistema Turistico
“Un Po di Lombardia” rielabora ed aggrega i dati dei territori da Mantova a Pavia.
Per avere a disposizione dati specifici relativi al percorso turistico che si propone attraverso il PIA, si ritiene
necessario proporre la declinazione delle funzioni degli Osservatori Turistici con la creazione all’interno delle
loro competenze, di un “Osservatorio su Isole e Foreste”, che diventerebbe uno strumento essenziale e
strategico per la definizione di azioni di promozione e informazione e la qualificazione dell’offerta del PIA.
Inoltre può contribuire alla verifica dei risultati (auditing) attraverso:
-- l'analisi di riscontro, anche attraverso strumenti derivati dall'information technology;
- le procedure di verifica dei risultati anche in corso d'attività;
- la raccolta dei dati - anche attraverso strumentazioni informatiche - e degli elementi relativi all'intervento
pubblico e privato nel settore.
L’Osservatorio su Isole e Foreste può considerarsi uno strumento per la realizzazione delle attività monitoraggio
degli obiettivi specifici del PIA.
Sulla scorta dell’esperienza maturata dal Sistema turistico “Po di Lombardia” si intende predisporre la
somministrazione di un questionario da parte di personale appositamente qualificato che si recherà, in occasione
di particolari eventi, sia presso le sedi degli IAT che delle strutture ricettive aderenti all'iniziativa al fine di
costruire la “mappa dell'utente tipo”.
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L’azione prevista ha fra gli obiettivi principali quello di realizzare una “mappatura” qualitativa e quantitativa
del sistema di informazione e accoglienza turistica delle aree fluviali attraverso una conoscenza della situazione
attuale realizzata con una indagine su campo su tutti gli uffici di informazione turistica al fine di raccogliere
informazioni sul funzionamento delle strutture, sulle caratteristiche operative, su dati strutturali, gestionali,
economici e finanziari
Si intende organizzare quindi una articolata strategia di elaborazione dei dati e indicatori raccolti
periodicamente, accompagnati da specifiche e mirate indagini e analisi dei flussi turistici presso le strutture
ricettive del territorio (eventualmente anche con l’utilizzo di attrezzature conta-passaggi sul tragitto delle piste
ciclabili)ma anche attraverso il coinvolgimento di tutti gli operatori che svolgono l’attività a contatto diretto con
i turisti e ad un attento monitoraggio dei flussi di turisti presso i musei, le mostre e le più importanti iniziative e
manifestazioni sul territorio. Un altro contributo determinante potrebbe arrivare dall’analisi dei contatti dei
turisti con gli Uffici di Informazione del territorio ..
Un palmare a due ruote
Si intende proporre lo studio e realizzazione di sistema di ciclo-navigazione; l’idea è quella di un progetto volto
a sviluppare un sistema di info-mobilità a supporto della viabilità ciclabile da concretizzarsi dal punto di vista
tecnologico, nella realizzazione di un sistema di comunicazione digitale integrato multi-piattaforma per la
diffusione di informazioni turistiche: l'elemento di innovatività del progetto risiede nella proposta di un sistema
di comunicazione integrato che fornisca informazioni varie, territoriali, turistiche e di servizi via web e su
dispositivo digitale mobile, con possibilità di aggiornamento in mobilità e geo-referenziazione della posizione del
turista rispetto alla cartografia del sistema.
Si renderà pertanto necessario provvedere al servizio di mappatura del territorio e relativa geo-referenziazione
del percorso ciclabile e dei principali punti di interesse come base per lo sviluppo della guida GPS interattiva ed
identificazione di itinerari tematici; al lavoro di geo-referenziazione seguirà la raccolta dei contenuti informativi
dei punti di interesse e della rete dei servizi disponibili (punti di ristoro, servizi igienici, alberghi, b&b,
agriturismi, trattorie...)
La complessità, l'eterogeneità e l'interdipendenza degli interventi contribuiranno a creare un prodotto che avrà
un impatto significativo a breve termine nella qualità del viaggio del turista e a medio termine sulla fruibilità del
territorio del PIA: ciò potrà tradursi in un incremento del numero degli arrivi ed in una migliore distribuzione dei
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flussi turistici in tutto il territorio. Il sistema integrerà dati cartografici, descrittivi (punti di interesse, servizi
disponibili), informazioni varie e informazioni di localizzazione del turista (via GPS).
Nella versione web, scaricabile gratuitamente, il sistema sarà rivolto a fruitori casuali o impegnati nella fase di
organizzazione del viaggio: dovrà pertanto promuovere il territorio attraverso la proposizione di punti di
interesse turistico e dei percorsi che li collegano (itinerari consigliati): il sito dovrà pertanto rendere accessibile
la cartografia integrata (stradale + ambientale), le schede descrittive di punti di interesse ambientali e culturali,
la localizzazione dei servizi disponibili (aree sosta, fontanelle, servizi igienici, punti ristoro, alberghi, b&b,
agriturismi, locande..), eventualmente integrata da schede descrittive delle strutture commerciali per
prefigurare possibili itinerari, e sarà inoltre possibile scaricare il necessario supporto cartografico per la
fruizione in mobilità.
Per i fruitori delle piste ciclabili del PIA il sistema si proporrà come supporto in mobilità che consenta al
turista/visitatore di identificare la propria posizione su una mappa digitale su palmare o smartphone e di essere
guidato nella visita delle emergenze significative del territorio con valenze culturali, ambientali e turistiche. Il
supporto cartografico necessario alla visita potrà essere preventivamente scaricato via web oppure, per gli
utenti che ne abbiano possibilità, scaricato in tempo reale nel corso della visita sia nelle strutture turistiche
aderenti che presso gli IAT o tramite collegamento alla rete cellulare.
Le strutture abilitate potranno inoltre essere fornite di antenna GPS bluetooth da fissare al manubrio della bici
che permetterebbe di caricare direttamente e automaticamente sul telefono cellulare il software, il percorso
ideale e tutte le informazioni utile durante la percorrenza: in questo modo i telefonini funzionerebbero come un
vero e proprio navigatore satellitare in grado di fornire informazioni aggiuntive sui punti di interesse lungo il
percorso.
Sulla base dei dati raccolti potrebbe essere possibile anche allestire dei totem interattivi touch screen da
posizionare in luoghi strategici sul territorio (sedi IAT, stazioni di interscambio, musei, hotel..) in grado di
informare sull'offerta del territorio con video, virtual tour, di stampare schede informative e mappe per
raggiungere le destinazioni scelte, informare sul calendario degli eventi.
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Laboratori del racconto
L’itinerario è un cammino di conoscenze e suggestioni, ed è proprio su questa consapevolezza che si è proposto,
come azioni di sistema, di affiancare alla realizzazione degli itinerari una attività locale di promozione della
ricchezza delle storie e leggende locali, dando vita e voce all’azione “Laboratori del racconto”: si tratta di
impostare campagne di sensibilizzazione all'accoglienza turistica mirate a settori particolari della popolazione
direttamente o indirettamente interessati alla tematica dell'accoglienza turistica (operatori delle strutture
ricettive e ristoratori, guide e accompagnatori turistici, negozianti, personale dei mezzi pubblici, ecc.), che
possano fungere da “grilli parlanti”, agendo da cassa di risonanza delle meraviglie del paesaggio fluviale e delle
singole emergenze ambientali e culturali che costellano il territorio del PIA, aiutandoli turista ad evocare
suggestioni ed emozioni.
L’azione prende le mosse da un progetto inserito nel Patto per lo Sviluppo della Provincia di Cremona, ma per la
sua funzione di sensibilizzazione e predisposizione della popolazione locale all’accoglienza turistica ben si
presta ad essere esportato su tutto il territorio del PIA.
I laboratori intendono dunque proporre differenti itinerari di scoperta dei paesaggi fluviali legati ad Adda, Serio
e Po, recuperando le storie, le leggende e le tradizioni che si sono originate dalla memoria collettiva delle
popolazioni e che ne hanno influenzato i modi di vita e le consuetudini. L'offerta turistica che si intende
promuovere allora non è solo la descrizione di percorsi tematici e la promozione delle numerose opportunità
ricreative e culturali proposte, ma l'esperienza del vivere lungo il fiume, tra i suoi insediamenti, le opere che lo
caratterizzano e le tradizioni che da esso hanno preso origine.
I Laboratori si concretizzano nell'elaborazione e nella sperimentazione di itinerari tematici sviluppati sulla base
delle differenti peculiarità territoriali, che identificano l'asta dei fiumi e che traggono origine e valore dalla
presenza del corso d'acqua. Lo scorrere del Fiume ha determinato la storia delle popolazioni, l'economia e il
lavoro, la cultura e le tradizioni dei territori rivieraschi.
I laboratori si realizzano attraverso le analisi e gli studi delle tipicità locali, le elaborazioni degli itinerari e la
predisposizione di adeguata cartellonistica esplicativa e l’organizzazione dei momenti di condivisione.
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Il Laboratorio è un investimento sulla Risorsa Umana, oggi assolutamente necessario, e una attività di
formazione e di sensibilizzazione che:
- integrare la musica con il resto dell’offerta, ad esempio grazie al racconto che coinvolge (racconto del luogo,
narratori di luoghi…);
- insegna a vedere le offerte e le destinazioni provinciali, come luoghi relazionali;
- insegna a vendere un territorio, uno stile di vita, che è cosa più complessa della vendita di un “coperto” al
ristorante o di un posto letto in albergo;
- contribuisce a fare delle attività artigianali e di quelle commerciali, il punto di forza di un’esperienza turistica
unica;
- insegna a riconoscere le risorse presenti nel territorio come qualcosa di più di un semplice scenario, di un
semplice “sfondo”, ma come elementi di attrazione, e componenti di prodotti turistici di appeal.
Promozione e grandi eventi fluviali
Il sistema dell'offerta turistica locale deve incentivare la produzione di servizi innovativi per aumentare il livello
di fruizione delle risorse provinciali e con l’obiettivo finale di elevare la qualità dell'offerta, e di provocare la
diffusione della domanda sull'intero territorio, decentrandola dal capoluogo ed integrandola con le risorse delle
aree interne.
Sicuramente l’abbinamento fra risorse ambientali, storico artistiche ed eventi culturali, permette di incidere
notevolmente sulla quantità e qualità dei flussi turistici di un’area.
A tal fine diventa importante operare per:
- studio e realizzazione di un sistema di segnaletica, il primo biglietto da visita che si porge al visitatore e che
contribuisce in modo determinante all'immagine di marca del percorso;
- l’organizzazione di un grande evento (come promozione dell’immagine del territorio);
- la messa in rete di manifestazioni storiche, culturali, ambientali, spettacoli folcloristici e/o delle tradizioni ed
altri eventi (come momento di accoglienza di turisti presenti sul territorio);
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Una sommaria indagine sull’indotto economico del settore turistico evidenzia che nei territori interessati dal
PIA, rispetto alla qualità della vita, che il turista percepisce ottima, e al background storico-culturale, la
vivacità della vita culturale appare meno evidente: questo costituisce un disincentivo alla programmazione di
permanenze più prolungate.
Inoltre le manifestazioni in genere si rivolgono principalmente ai residenti: l’animazione delle nostre località,
sotto il profilo culturale-turistico, dovrebbe offrire un evento che in pochi anni avesse una rilevanza
internazionale, tenendo presente che la “location” dell’evento ne favorirebbe sicuramente la notorietà.
L’iniziativa si basa sulla creazione di un vero e proprio “accordo” fra operatori turistici, operatori culturali,
congressuali, Comuni e Province per avviare un processo di programmazione delle azioni di promozione del
percorso turistico proposto; gli accordi definiscono gli impegni quelle strutture che ospitano eventi: in
particolare, rimane fondamentale quello dell’informazione al “coordinamento” degli eventi previsti e l’impegno
di promuovere il prodotto “Percorso Isole e Foreste” oltre a prevedere all’interno di ogni struttura sede di
eventi, spazi per l’esposizione di materiale illustrativo o di servizi informativi e promozionali.
Il piano di sostegno alla promo - commercializzazione dovrà poggiare su alcuni assi operativi costituiti da:
• realizzazione dell’immagine grafica della segnaletica identificante il percorso proposto, le
emergenze ambientali e culturali che lo compongono;
• realizzazione di applicazioni web dedicate al PIA collegate ai portali dei servizi turistici delle
amministrazioni coinvolte e dei Sistemi Turistici, finalizzato alle varie proposte promozionali di iniziative
previste sul territorio (e dalle quali sarà possibile anche scaricare il sistema di mobilità);
• realizzazione di brochures tematiche;
• partecipazione e/o organizzazione di borse e fiere turistiche, laddove possibile in
compartecipazione con le Camera di Commercio; attività di pubbliche relazioni;
• realizzazione di workshops tematici e di iniziative di sales promotion (meeting di presentazione
di prodotti, conferenze-stampa, incontri a tema, ecc.);
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• realizzazione di educational tours per agenti di viaggio, giornalisti, operatori e funzionari di
settore, troupes televisive, opinion leaders e decisori del turismo;
• realizzazione di azioni direct – marketing finalizzate ad una comunicazione istituzionale e promo
- commerciale ai vari attori del sistema turismo:
i. newsletter telematica per Tour Operators, Associazioni del tempo libero, Cral;
ii. newsletter per gli operatori turistici del territorio;
iiiiii.. nneewwsslleetttteerrss ppeerr aazziioonnii ddii ffiiddeelliizzzzaazziioonnee ddii cclliieenntteellaa iinnddiivviidduuaallee ((ssii ppeennssii aallllee mmiigglliiaaiiaa ddii rriicchhiieessttee ddii
iinnffoorrmmaazziioonnee cchhee aarrrriivvaannoo ooggnnii aannnnoo vviiaa eemmaaiill aaggllii uuffffiiccii ddii iinnffoorrmmaazziioonnee ttuurriissttiiccaa))..
Ancora, campagne di comunicazione potranno essere promosse in collaborazione con società o con marchi di
grande prestigio o vettori internazionali, che intendano dare evidenza ai territori coinvolti.
A titolo esemplificativo si allega la brochure realizzata dal Sistema turistico Po di Lombardia per “Gente di
Fiume”, raccolta di iniziative sull’asta del Po: si immagina di realizzare materiale promozionale simile che
accolga tutte le iniziative lungo l’asta di Adda, Serio e Po.
Tipologia di spesa SSooggggeettttoo ccaappooffiillaa
PPrroovviinncciiaa ddii CCrreemmoonnaa CCoossttoo TToottaallee ((**))
Acquisizione servizi € 200.000,00 € 200.000,00
Materiale di tipo informativo e
promozionale, stampe e
pubblicazioni,
€ 100.000,00 € 100.000,00
€ 300.000,00
(*)IVA COMPRESA (€ 250.000,00 OLTRE IVA 20%)
Il costo complessivo delle azioni di sistema - ai sensi del punto 4, cpv 3 dell’art. 8. “Spese ammissibili del
bando”, non è superiore al 3% del costo totale ammissibile dell’intero PIA.
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Gli accordi partenariali prevedono che in caso di ottenimento del contributo, in seguito alla ri-determinazione e
conferma dell’aiuto finanziario, i costi a carico dei soggetti partner saranno ripartiti secondo il criterio della
proporzione rispetto all’aiuto finanziario ottenuto.
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