1970 (Acrilico su tela cm. 50x60). Costretti all'interno ... · mostra del 1993 fatta di...

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Numeri 1970 (Acrilico su tela cm. 50x60). Costretti all'interno di una

griglia, una struttura che non li fa comunicare l'uno con l'altro. Questi

numeri vanno letti in chiave simbolica ed esistenziale, cioè

l'impossibilità dei soggetti di relazionarsi tra loro.

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Numeri 1970 ( acrilico su tela cm. 50x70)

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Parete di sassi. 1985 ( sassi e tecnica mista su tela cm. 240x180) La

superfice di fondo è diventata materica, è una grande tela trattata con

terre, catrame e olio di motore bruciato; i numeri si sono trasformati in

sassi, non ci sono barriere tra un sasso e l'altro, ciò nonostante

rimangono separati, ciascuno vive la propria condizione.

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Parete di fango 1987 (terracotta 280x210). Un'opera di grandi

dimensioni in terracotta; la texture arcaica, originaria, è ottenuta

aggiungendo all'impasto sabbia nera vulcanica. In questa opera le

formelle vanno a costituire una maglia tenuta insieme da ganci di ferro.

Questi elementi di metallo, oltre a tenere insieme tutta la parete, hanno

la funzione simbolica di mettere le parti in relazione tra loro e in qualche

modo farle comunicare.

Dettaglio

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Senza titolo 1988 (pietra, metallo e cavetti cm 60x40). Questo concetto

è reso più esplicito in questa opera nella quale pezzi di pietra

comunicano tra loro attraverso un cavetto in rame.

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Cervello 1989 (installazione - catramina su tela, rame e piombo mt

6.00). Il passaggio successivo è il luogo per eccellenza dove avviene il

passaggio di informazioni, cioè il cervello umano.

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Lab. 107 1990 (dettaglio installazione). Una sorta di grande cervello

che dà le informazioni per la creazione di cervelli posti nei carrelli; cavi

e batterie servono non solo a far passare l'energia ma anche le

informazioni. Con il cervello e i collegamenti ridotti entrambi ad apparati

di fantascienza primitiva ho lavorato parecchio.

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Lezione 47 il Cervello Umano 1992 (performance). In questo caso lo

stesso artista lavora e si esprime perché è collegato a cavi. Non è

chiaro se, attraverso la parabolica, invia informazioni nello spazio

oppure le riceve.

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Dettaglio performance

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Scritte 1993 (installazione dimensione 80 mq, quadri cm 200x150

vernice e olio su pelle nera). Il passaggio successivo è contenuto in una

mostra del 1993 fatta di quadri in pelle nera con dipinte frasi in tedesco.

Le singole lettere - che all„inizio erano numeri poi diventati sassi -

attraverso l‟elaborazione fatta con i lavori sul cervello, formano, una

vicina all„altra, la parola. Le parole, una accanto all’altra diventano frasi,

quindi concetto, comunicazione.

In questa installazione le scritte d’oro o d’argento sono dipinte su una

superficie in pelle con stampata la Porta di Brandeburgo. I quadri sono

stati esposti realizzando il Muro di Berlino con scatole di cartone.

L’ambientazione collide ideologicamente con le frasi di memoria neo

marxista formulate dall’artista, ad esempio: La crisi è un artificio

inventato dal sistema per rinascere da sé stesso e uguale a sé stesso.

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Scritte 1993 ( vernice e olio su pelle nera 100x150)

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Artigiani 96, 1996 (Demolitore di auto polacco, cibachrome cm. 200

x 100 x 10). Sono 20 fotografie di lavoratori a grandezza naturale che

avevano la loro attività accanto al vecchio studio dell’artista in una

zona periferica di Roma, un insieme di baracche in muratura con i tetti

di lamiera ed eternit.

Campus ha voluto fissare questa realtà, che adesso è in parte

scomparsa. Quest‟opera sottolinea da un lato il primato del soggetto

umano nella nascente era digitale, e dall'altro si contrappone agli

eccessi estetici del Posthuman negli anni ‟90: corpi fatti a pezzi,

smembrati, appesi ...

Non è chiaro se i soggetti siano modelli che interpretano la parte di

lavoratori o al contrario se siano lavoratori che recitano la parte di

modelli.

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Artigiani 96, (Saldatore 1996 cibachrome cm. 200 x 100x10)

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Artigiani 96, (Carrozziere 1996 cibachrome cm. 200 x 100x10)

Galleria privata

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World Food Day 1998 (installazione 90 mq). Installazione realizzata

all’American Academy di Roma che simula l’ufficio di rappresentanza

di un„ organizzazione vicina alle Nazioni Unite che si occupa di fame nel

mondo. Campus ha realizzato i sacchi con il simbolo della Fao, ha cotto

il pane di notte dal panaio, preparato il set fotografico e realizzato

grandi manifesti informativi sul 16 ottobre - giornata dedicata alla lotta

alla fame nel mondo. Volutamente le foto non sono contrastate con luci

e ombre, perché diventando quasi “caravaggesche” avrebbero

espresso un giudizio personale sul tema della fame nel mondo. Avrebbe

poi potuto esaltare il messaggio del World Food Day utilizzando lo stile

delle foto pubblicitarie piene di luce e di un aura seduttiva. Ha scelto

una terza strada, senza luci e senza ombre, pura informazione…

funzionari della Fao si sono informati su quale dei loro uffici avesse

promosso la mostra.

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World Food Day 1998 – dettaglio installazione

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World Food Day 1998 ( Pane 186 x 125 stampa digitale su carta

fotografica)

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World Food Day 1998 ( Farina 186 x 125 stampa digitale su carta

fotografica)

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World Food Day 1998 ( Patate 186 x 125 stampa digitale su carta

fotografica)

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World Food Day 1998 ( Latte186x125 stampa digitale su carta

fotografica)

By Life Camp 2000 (installazione – work in progress). Campo

umanitario ideale, chiavi in mano, allestito nel torrione di San Matteo a

Castel S.Angelo.

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By Life Camp 2000 (installazione, vista d’insieme, superfice mq.380)

Erbetta sintetica, alberelli, topiarie con scritto love e tende Silverhouse

messe in bell'ordine. Al centro lo stand per la distribuzione dei gadget,

la bandiera italiana e quella delle Nazioni Unite.

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By Life Camp 2000 (dettaglio delle tende)

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By Life Camp 2000 (altro dettaglio)

By Life Camp 2000 (Promozione)

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By Life Camp 2001 (installazion 450 mq) Questo campo è stato

allestito a Venezia all'interno di un evento collaterale della Biennale. In

questo caso Campus ha simulato un campo allestito direttamente

dall'esercito italiano. Nel quartiere ci sono state proteste di cittadini

allarmati.

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By Life Green 2001 (installazione 15 mq) Allestimento in via Margutta

di uno Show Room di arredo per Campi Umanitari dove poter

acquistare tutto il necessario per allestire un campo umanitario.

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By Life Shop 2000 ( installazione - 32 mt). La sigla delle Nazioni Unite

campeggia in questa installazione realizzata a Roma presso l‟attuale

Museo Macro. Anche in questo caso siamo di fronte ad una

simulazione, quella di un cambio di destinazione d'uso: un grande

magazzino sostituisce il museo in ristrutturazione.

Grandi magazzini sponsorizzati dalle Nazioni Unite che vendono

mantelli di sciamano.

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By Life Shop 2000 - vetrina – dettaglio installazione

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By Life Shop 2000 – dettaglio Mantello di Sciamano

Vetrine 2001 - Galleria d’arte trasformata in un negozio By Life. Le

vetrine retroilluminate promuovono diversi prodotti tra cui i lavori

dell’artista.

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Vetrine 2001 (vetrina in alluminio illuminata, 200x85x21)

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Il più bel giorno della mia vita 2003 (puzzle 17 pz, 236 x 440 x 6,

plotter su tamburato). Gli intrighi internazionali trovano posto in questo

fotoromanzo dal titolo positivo. E’ un puzzle formato da una serie di

pannelli che raccontano una lotta di potere che ruota attorno ad una

organizzazione parallela alla Casa Bianca.

Il più bel giorno della mia vita 2003 - Pannello

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Il più bel giorno della mia vita 2003 - Pannello

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Il più bel giorno della mia vita 2003 - Pannello

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Il più bel giorno della mia vita 2003 - Pannello cm.132x82x5,5

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I Concorso Europeo di Cibo Naturale 2004 (“Strutto di Slesia”,

stampa digitale su carta fotografica cm.171 x 125). Il vero e il falso si

esprimono al meglio con i cibi polacchi rappresentati in queste opere. I

cibi sono stati acquistati al mercato di Piazza Vittorio a Roma e poi

manipolati. Le fotografie dei cibi falsi sono stati stampati su grandi

pannelli e presentati come veri a Strasburgo in occasione dell'ingresso

della Polonia nella Comunità Europea. Con la bandiera polacca come

sfondo, le immagini rappresentano lo Strutto di Slesia, (in realtà grasso

per i giunti delle macchine agricole) oppure la Coppa di Oleki (ricoperta

di segatura).

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Formaggio di capra dei Monti Puszczy Solskiej 2004 ( stampa

digitale su carta fotografica cm.171x125)

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Coppa di Olecki 2004 (stampa digitale su carta fotografica

cm.171x125)

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II Concorso Europeo di Cibo Naturale 2005 Galleria Nazionale

d’Arte Moderna. In questo caso non solo Campus inventa i cibi che

partecipano alla “finale”, ma per ciascuno di loro realizza un breve

documentario che ne racconta l'origine e l'uso attraverso i secoli fino

alla loro riscoperta nella nouvel cuisine.

I cibi finalisti sono le Barbabietole nere del Meklenburg per la

Germania, il Lardello di Toscana per l’Italia e il Tubero di Norfolk per

l’Inghilterra. Una commissione di 7 membri ha decretato la vittoria del

Lardello di Toscana.

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Lardello di Toscana 2005 (Stampa digitale su carta fotografica cm.

300x200)

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Tubero di Norfolk, 2005 (Stampa digitale su carta fotografica cm.

300x200)

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Il Sindaco Suverto, un piccolo paese toscano, ha quindi organizzato,

d’accordo con l’artista, la I Festa del Lardello di Toscana (un momento

dell’evento)

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L'anno successivo Campus ha preso uno stand alla Biofach di

Norimberga, la più grande fiera al mondo di prodotti biologici dove,

d'accordo con gli organizzatori, ha proposto i cibi biologici inesistenti.

Tavoli d’Italia 2007. Il tema della foodmania continua con il progetto

di tavoli in marmo di Carrara e nero del Belgio, i cui piani riportano

scolpite in ordine alfabetico un certo numero di ricette facenti parte di

un lungo elenco di 22.000; sulla parete di fondo, un mare tranquillo,

senza tempo, una voce fuori campo per 12 ore consecutive legge

l'elenco.

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Tavoli d’Italia 2007 (Dettaglio scritta)

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Italian tables 2007 (7 tables in white Carrara and black Belgian marble,

each on a metal support with baked enamel finish; marble slabs 150 x

75 x 2.5 cm.; height of tables 80 cm.)

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Tavoli d‟Italia e Viandante in un mare di cibo 2007

https://www.youtube.com/watch?v=blAAAUHb1os

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In questa installazione del 2007 una telecamera di sorveglianza

riprende lo spettatore che sta entrando a vedere la mostra, la sua

immagine però non appare sullo schermo, viene invece catturata dal

sistema che la restituisce con 30 secondi di ritardo. Questo produce un

certo disagio nello spettatore che non sa cosa sia successo, in quel

breve arco di tempo, alla sua immagine, alla sua identità.

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Pressa 2007 (Cristallo e monitor 150x90, galleria privata Roma). Il

tema della sicurezza e della conservazione della memoria mediatica

dell'umanità è analizzata in questo lavoro.

La Pressa è una macchina che contiene migliaia di immagini della storia

politica, sociale, culturale, di costume … dagli anni ‘60 al 2007.

Il sonoro è composto da tre rumori. Il primo è il rumore di fondo,

continuo, di una fabbrica meccanica del ‘900, tiene in tensione

l'attenzione dello spettatore; il secondo è di un pistone che spinge le

immagini nello schermo, mentre il terzo è la pressa che schiaccia.

Nello schiacciamento non c’è alcuna intenzione negativa, piuttosto

instaura una gara tra la macchina ed il cervello dello spettatore che è

chiamato a ricordare le immagini che la macchina gli sottopone.

Immagini che pensava dimenticate ma sono invece depositate nella sua

memoria e che lui ricorda appena le vede sullo schermo. Il ritmo della

macchina però è maggiore della capacità dello spettatore di dare un

nome all’immagine.

Nel 2008 la Pressa si moltiplica entrando nel corpo di 101 monitor

presso l’emporio di elettrodomestici Di Salvo a Roma.

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CTMM 2010. (Videoinstallazione Auditorium Parco della Musica Roma)

La memoria mediatica viene analizzata anche nel progetto CTMM

Centrale Trattamento Materiale Mediatico presentato per il lancio della

Smart Elettrica.

Il progetto immagina che attorno a ciascuna grande città ci sia una

centrale. Le CTMM funzionano come centri di raccolta-dati liberamente

inviati da cittadini, Istituzioni pubbliche e private, Università, scuole,

associazioni, fondazioni, aziende. I dati utili vanno a costituire una

Webteca della Memoria Collettiva, gli altri sono destinati alla

distruzione. L'incenerimento dei dati produce energia pulita che viene

usata dalla cittadinanza oppure, se in eccesso, venduta. Tutti i dati

inviati alle centrali territoriali CTMM confluiscono poi nella Webteca

Universale dove vengono ordinati in settori generali, categorie

disciplinari e dettagli minimali.

Ogni dato ricevuto è accettato o scartato automaticamente dal

programma della Macchina, se confacente all’Interesse Generale della

Conoscenza.

L’Interesse Generale della Conoscenza è un criterio di valutazione

etico condiviso dai governi delle città e ispirato ai principi di benessere

materiale e spirituale di tutti i cittadini.

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CTMM 2010 (dettaglio macchinario interno al CTMM)

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CTMM 2010 (dettaglio macchinario interno al CTMM)

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La Pressa di Germania 2011. La videoinstallazione si svolge a Berlino,

a Fabrik Deutschland, una ex fabbrica di violini riattivata e trasformata

in centro di raccolta di immagini, liberamente inviate da cittadini,

associazioni, istituzioni, aziende, scuole ed università, riguardanti la

memoria recente del popolo tedesco. Fabrik Deutschland raccoglie,

ordina ed immagazzina le immagini per settori generali, categorie

disciplinari e dettagli minimali, creando così una banca dati costituita da

migliaia di testimonianze fotografiche sulla storia politica, sociale e

culturale della Germania dalla costruzione del muro nel 1961 al 2011.

Ogni dato ricevuto è accettato o scartato automaticamente dal

programma della Macchina della Fabrik, in base ad un criterio di

valutazione etica condiviso dalle forze politiche e istituzionali della

nazione e ispirato ai principi di benessere materiale e spirituale di tutti i

cittadini. I dati sono raccolti da torri ricettrici collocate sul tetto della

fabbrica, trasmessi al suo interno in un grande monitor e memorizzati

attraverso l’azione di schiacciamento di una pressa meccanica in un

assordante rumore di sottofondo.

L’effetto ritmato prodotto dallo schiacciamento delle immagini

contribuisce a determinare nel visitatore una spirale ipnotica nella quale

viene risucchiato: appena un’immagine appare sullo schermo, da

qualche parte nella memoria ne emerge il ricordo a cui però non può

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abbandonarsi perché, impietosamente, viene schiacciata e immediatamente

sostituita da quella successiva.

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Repair Lab/Laboratorio da campo 2011 (tenda, monitor, elementi

vari) Installazione alla 54° Biennale di Venezia. Nella tenda militare

usata dai soldati italiani in Afghanistan, Campus ha realizzato un

Laboratorio da campo che conserva e ripara la memoria mediatica.

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Repair Lab/Laboratorio da campo 2011 ( dettaglio interno della

tenda) L'artista concepisce la visione di questo lavoro con il monitor

posto in orizzontale, in modo da far risultare la superficie dello schermo

come un vaglio in movimento con il quale una volta veniva ripulito il

grano dalla pula. Sono oltre mille immagini della storia politica, sociale

economica di costume…

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Repair Lab/Laboratorio da campo 2011 ( dettaglio nastro vibrante).

L'artista concepisce la visione di questo lavoro con il monitor posto in

orizzontale, in modo da far risultare la superficie dello schermo come un

vaglio in movimento con il quale una volta veniva ripulito il grano dalla

pula.

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Private Collection 2014-16 (tecniche miste su tela e tavola; terra, cera,

piombo e altri materiali; misure reali/vicini al reale). I capolavori dal „300

all‟800 - Raffaello, Turner, Rembrandt, Friedrich, David, Leonardo,

Vermeer, Piero della Francesca, Canaletto, Bronzino, Bruegel,

Michelangelo, Rubens, Dürer – sono trattati come corpo vivente che

“registra” la realtà di oggi. Rembrandt, Anatomia del Dottor Tulp,

materiali diversi su tela, cm.200x148

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Private Collection 2014 – 2016. Bronzino materiali diversi su tavola

76x96

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Millet, 2014 – 2016. Bronzino materiali diversi su tela, 110x83

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