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Dottr:rato di ricerca in Scienze
Politiche (XXIX ciclo)
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§ommarlo1. Attività didattica """""""""""'2
2. Convegni e seminari """"""""' 4
3. Attività di ricerca empirica """' 5
4. Attività di ricerca bibliografica """""""""" 6
5. Stato della tesi......'...'.. """"" 15
Il primo anno di dottorato è stato dedicato a tre principali attività di studio e di ricerca:
a) Approfondimento teorico;
b) Approfondimento di tecniche di analisi sociologica sia qualitative sia quantitative;
c) Attività di ricerca bibliografica,
Nell'attività di approfondimento teorico rientrano i primi due punti del sommario, l'attività
didattica, la partecip azione a convegni e seminari e la collaborazione alla didattica;
nel|'attività di approfondimento delle tecniche di analisi rientra llterzo punto del sommario,
l'attività di ricerca empirica; infine, l'attività di ricàrca bibliografica. Chiude e conclude 1a
relazione,la presentazione del quadro relativo allo svolgimento della tesi, così come emerge
sulla base delle attività fin qui svolte.
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Per quanto riguarda l'attività didattica, il ciclo di lezioni interdisciplinari previsto per i
dottorandi del XXIX e XVII ciclo, intitolato "Le trasformazioni sociali e il futuro delle
istituzioni", cui ho partecipato, ha rappresentato un importante momento di riflessione teorica
e concettuale. L'interesse per il tema del mutamento sociale è intrinseco all'analisi
sociologica, mia principale materia di riferimento e, nel corso delle lezioni, ho individuato un
filo rosso nell'attenzione posta su come le varie sfere del tessuto sociale (così come la loro
concettualizzazione e definizione), in costante tnteruelazione tra loro, siano modellate e
trasformate da scelte umane e pratiche sociali, determinando al tempo stesso l'ambiente
istituzionale in cui gli attori, individuali e collettivi, agiscono.
Di seguito, si elencano le lezioni seguite ad oggi:
o Lezione introduttiva, Prof. Fabrizio Sciacca (31 gennaio 2014);
o I paradossi della democrazia, Prof. Fabrizio Sciacca (10 febbraio 2014);
o I paradossi della democrazia, Prof. Fabrizio Sciacca (24 febbraio 2014);
o Il modello culturale e le istituzioni dello Stato di diritto: processo di formazione e
profiti di qisi, Prof. Salvatore Aleo e Prof. Giuseppe Vecchio (7 marzo 2014);
. Il modello culturale e le istituzioni dello Stato di diritto: processo di formazione e
profili di crisi,Prof. Salvatore Aleo (8 marzo 2014);
o Le istituzioni tra la Scitla tlell'istituito e la Cariddi dell'istituente nella società della
discontinuifà, Prof. Orazto Licciardello (1 1 marzo 2014);
. Consenso e competenza politica. Cosa la psicologia ha da insegnare alla filosofia
politica, Prof. Luigi Caranti (13 marzo 2014);
o Il modello culturale e le istituzioni dello Stato di diritto: processo di formazione e
profili di uisi, Prof. Giuseppe Vecchi o (14 marzo 2014);
o Rapporto tra le trasformazioni sociali e le istituzioni di istruzione e formazione dal
1923 adoggi, Prof.ssa Paolina Mulè (22 marzo 2Ol4);
o Istituzioni internazionali e gestione delle emergenze umanitarie; il contributo
dell'(Jnione Europea, Prof.ssa Daniela Irrera {7 aptlle201\;
o La politica estera europea: le istituzioni europee dinanzi alle nuove sfide
internazionali, Prof.ssa Stefania Panebianco (29 aprtle 2014);
. Professionalizzazione della comunicazione politica, newsmanagement e
metacoverage, Prof.ssa Rossana Sampugnaro (30 aprile 2014);
o La costituzione noumenica del contratto; ,szl § 19 dei "Principi metafisici della
dottrina del diritto" di Kant, Prof. Giampaolo Azzom (6 giugno 2014);
o Le Società rurali del mediterraneo e la vulnerabilità socio-economica degli immigrati,
Prof. Carlo Colloca (11 giugno 2014);
o Primavere arabe. Trasformazioni sociali e istituzionali in Nord Africa, Prof.ssa
Daniela Melfa (12 giugno 2014);
o Primavere arabe. Trasformazioni sociali e istituzionali in Nord Africa, Prof. Federico
Cresti (17 giugno 2014);
c Pubblico, privato, bene comune; verso nuove forme di regolazione dell'economia,
Prof.ssa Rita Palidda (18 giugno 2014);
o Professionalizzazione della comunicazione politica, newsmanagment e metacoverage,
Prof.ssa Rossana Sampugnaro (26 giugno 2014);
. Pubblico, privato, bene comune; verso nuove forme di regolazione dell'economia,
Prof.ssa Rita Palidda (2 luglio 201,4);
o On the interplay between institutional ffirts and social psychological processes in
shaping the behavior of combatants; Evidence from four conJlict-ridden regions,Prof.
Emanuele Castano (3 luglio 201\;
. Cultural artifacts and social functioning; how literary fiction sharpens our
interpersonal skills, Prof. Emanuele Castano (4luglio 2014);
o Che cos'è I'equità?, Prof. Fabrizio Sciacca (15 settembte2014);
The role of language in social transformation, Prof. Douglas Ponton (17 settembre
20t4);
Campi scolastici e Scuola all'aperto in Sicilia tra storia e nuova progettualità
educativa, Prof.ssa Maria Tomarchio (19 settembre 2014);
Network analysis e scienze sociali, Prof.ssa Simona Gozzo (22 settembre2014);
Forme associatiye e promozictne del cambiamento isliluzionale, Prof.ssaLiana Daher
(23 settembreZOt4);
Evaluative language and its role in arg4mentation, Prof. Douglas Ponton (24
settembre 2014);
Network analysis e scienze sociali, Prof.ssa Simona Gozzo (29 settembre2014);
Partecipazione politica e crisi delle istituzioni: dai movimenti territoriali alle
mobilitazioni nell'istruzione superiore, Prof. GianniPiazza (30 settembre 2014).
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Il 22 gennaio 2014 ho preso parte al primo incontro del ciclo di seminari "Ph.D. Days"
dedicato ai dottorandi su"Valutare la ricerco; introduzione a metodologie ed esperienze".
Il 28 febbraio 2014, presso l'Aula Magna della Facoltà di Scienze Politiche di Catania, ho
partecipato alla lezione- dibattito "L'anonimato in rete; valori, rischi, soluzioni" tenuta dal
Prof. Vince nzo Zeno -Zencovich.
Il29 maggio ho partecipato alla proiezione - e successivo dibattito - del documentario "Mare
Chiuso" tenutasi nell'Aula Magna della Facoltà di Scienze Politiche di Catania.
11 19 giugno ho partecipato alla Conferenza tenutasi presso il Castello Ursino di Catania in
occasione della celebrazione della Giornata del Rifugiato.
I1 27 gingno, presso tl Palazzo Platamone (Catania), ho partecipato al Convegno organtzzalo
da Concord Italia §etwork delle ONG in Europa per lo sviluppo e l'emergenza), Cope
(Cooperazione Paesi Emergenti) e Focsiv (Volontari nel mondo), sul tema "Oltre Lampedusa:
per una nuova politica euro-mediteruanea su migrazioni e sviluppo".
Da maggio a luglio 2014, ho collaborato alla didattica del corso dt Consultazione banche dati
e analisi sociologica tenuto dal Professore Carlo Colloca per gli studenti del1e Lauree
magistrali in Sociologia e in Programmazione e Gestione delle Politiche Sociali del
Dipartimento. I1 contenuto del corso ha riguardato sia aspetti e problemi'della ricerca empirica
di carattere metodologico e di formulazione delle domande rispetto alle ipotesi del ricercatore;
sia gli aspetti tecnici di uso der software di analisi dei dati.
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Nel corso di quest'anno ho avuto anche modo di aggiungere nuove esperienze e competenze
metodologiche attraverso la partecipazione a due attività di ricerca del Dipartimento di
Scienze Politiche e Sociali. Queste mi hanno permesso di fare pratica delle tecniche
dell'intervistafocalizzata di gruppo e delf intervista strutturata tramite questionario: entrambe
tecniche di rilevazione che utilizzerò per la parte empirica del mio lavoro di ricerca.
La prima attività, riguardante il tema delle tutele e della vulnerabilità dei minorenni coinvolti
nei procedimenti penali, in uno studio comparativo a livello europeo, mi ha vista coinvolta
nelle due fasi della ricerca empirica e nella fase di stesura del report finale. Ho collaborato
con la Professoressa Deborah De Felice alla conduzione di vari focus group con gli attori
coinvolti in questa fase di indagine (pubblici ministeri, pohzia grudrziaria avvocati minorili,
assistenti sociali e minori detenuti) e all'analisi statistica delle caratteristiche dei verbali di
interrogatorio a minorenni sospettati di reato, selezionati secondo specifici criteri di
rappresentatività.
Tale esperienzami ha dato l'opporlunità di approfondire metodologia e prassi della ricerca
sociale, sia di tipo qualitativo sia di tipo quantitativo. Nel primo caso, rispetto all'analisi del
contenuto, attraverso un complesso lavoro di interpretazione e categorizzazione dei concetti
emersi durante i focus group; nel secondo caso, rispetto all'analisi dei dati attraverso
7'utrlizzo di software ayanzatt di analisi.
La seconda attività ha riguardato la collaborazione alf indagine di livello nazionale promossa
dalla Fondazione ISMU che, annualmente, produce un Rapporto sulf integrazione della
popolazione immigrata in Italia. Contemporaneamente, f indagine è stata svolta in cinque città
italiane, oltre a Catania, Paiermo, Bari, Napoli e Milano. In una prima fase, in occasione di
varie riunioni con il gruppo di ricerca del Dipartimento, ho curato la redazione di una sezione
del questionario, in cui sono state inserite alcune domande significative per gli interessi
specifici della mia ricerca. Nella seconda fase, di tipo operativo, ho svolto sia attività di
rilevazione sul campo sia attività di coordinamento del gruppo dei rilevatori. Al momento
stiamo procedendo alf inserimento in matrice dei dati raccolti, i quali sararìno
successivamente analizzati secondo le dimensioni e le tecniche più sotto specificate.
Oltre alla raccolta di informazioni utili per il mio lavoro di ricerca sulla situazione degli
stranieri sul territorio locale, per la specificità delf impostazione metodologica di questo
lavoro di ricerca, ho potuto anche fare esperienza diretta dei contesti della città di Catania che
fungono da arene di sociahzzazione, di servizio e anche organizzative per i migranti residenti
(luoghi di culto, sindacati, associazioni),
Ho infine lavorato, in un'attività di ricerca esterna, come osservatrice e intervistatrice per
l'Invalsi (lstituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e di
formazione) in Emilia Romagna, occasione utile pér confrontarmi con contesti scolastici in
cui forte è la presenza di studenti stranieri di "prima" e "seconda generazione". Tale ricerca
ha come obiettivo quello di monitorare e valutare le pratiche didattiche, le modalità di
gestione della classe, la capacità di sostegno e supporlo verso gli studenti che vivono
situazioni di disagio e, in generale, la qualità delle relazioni entro il contesto di classe.
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La ricerca bibliografica è stata arlicolata attraverso una ricerca sistematica delle riviste
italiane e straniere, di area sociologica e di area politico-sociale, con riferimento ad un
intervallo di tempo che va dal 2000 ad oggi, dalle quali ho tratto degli articoli utili allo
sviluppo della mia tesi; e attraverso l'individuazione di ulteriori report di ricerca e monografie
tramite i principali motori di ricerca e database bibliografici, al fine di avere un quadro quanto
piu ampio dell'attuale dibattito sul tema.
In particolare, cercando anche di spaziare tra piu prospettive disciplinari, le tematiche su cui è
stata posta maggiore attenzione sono quelle relative al problema della cittadinanza, alle
politiche migratorie locali, agli studi sulla partecipazione e sull'associazionismo etnico, agli
studi sulle reti e sul capitale sociale dei migranti e alla figura dello straniero nella letteratura
sociologica.
Si riporta di seguito il materiale bibliografico consultato o che si intende consultare durante
1'anno.
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"b. §{.a?"q: &*lLlz t**z
Introduzione: Vivere città plurali. L'inclusione sociale e la partecipazione politica deicittadini s trunieri immigrati.
Obiettivo della tesi è quello di approfondire, attraverso la problem atizzazione qitica del
dibattito scientifico e l'indagine empirica, le modalità di inclusione degli stranieri immigrati
nel circuito dei diritti di cittadinanza net contesti di approdo, con riferimento all,Itaya e aparlicolari casi di studio a livello locale attualmente in fase di strutturazione.
La tesi sarà strutturata in due parti. La prima, di carattere teorico, si propone di anayzzare gliapprocci e la letteratura socio-politica, italiana e straniera, sul tema in questione, di definire ilquadro concettuale di riferimento e di delineare gli aspetti e le dimensioni propedeutiche per
costruire il piano di ricerca empirica. Quest'ultimo sarà organizzato favorendo una
metodologia mista di procedure quantitative e qualitative nella raccolta dei dati e nella loro
analisi.
Parte prima: Modelli, politiche e pratiche tli integrazione.
15
Scopo della prima parte della tesi è quello di costruire le basi teoriche e di mettere a punto un
insieme di concetti, modelli e rappresentaziom che ci permetteranno di costruire i punti focali
e le tracce delle interviste che verranno condotte nei prossimi anni.
Si vuole mettere a fuoco il problema, rispetto ai processi di cambiamento contemporanei,
attraverso l'esame di tre concetti strettamente connessi tra loro: cittadinanza, rntegrazione e
paftecipazione. Nella multidimensionalità e varietà di accezioni che nel tempo sono state date
al concetto di integrazione e a quello di cittadinanza, nel piu recente dibattito scientifico ma
anche in quello politico-istituzionale, emerge f imfofianza dell'aspetto della parlecipazione
dei cittadini immigrati al processo democratico e dell'inclusione delle loro istanze nell'agenda
mediatica e politica: la cittadinanza, da un lato, intesa meramente come status giuridico, è
rimessa in discussione proprio in consegùenza dei processi migratori e viene ad essere
reinterpretata come pratica partecipativa (Grifone Baglioni, 2009); f integrazione sociale,
dall'altro lato, non può essere definita a prescindere dalla sua dimensione relazionale e situata,
quindi, di nuovo, come pratica partecipativa (Ambrosini, Buccarelli, 2009).
Lo studio dei processi concreti di integrazione richiede allora necessariamente di focahzzare
l'attenzione sulla scala locale e sulle interazioni e relazioni tra i soggetti che abitano un
territorio (Colombo, 2006; Colloca, 2008; Gargiulo, 2011). La città è il luogo di
sperimentazione di pratiche comuni e di conviverlza ma anche tereno di discriminazione e
marginalità (Bauman, 2004; Zanfrrm,2004; Sennett, 2011): anahzzare f integrazione sociale
attraverso la prospettiva del capitale sociale è parlicolarmente utile per cogliere tali
dinamiche. Data 1'applicabilità del concetto di capitale sociale a piu livelli di analisi, in questo
capitolo si discuterà delle pratiche di inclusione politica a livello urbano (livello macro), del
ruolo dell'associazionismo etnico e autoctono nei processi di integrazione sociale degli
immigrati (livello meso) e del capitale sociale che deriva dalle relazioni informali dei singoli
soggetti o da essi attivato (livello micro).
Un primo livello di analisi mette a fuoco il ruolo delle amministrazioni locali nel determinare
gli effettivi percorsi di integrazione, sia attraverso tl welfare locale (Consoli, 2009) sia
attraverso f istituzione di organismi di rappresentanza degli stranieri (Zincone, Ardovino,
2004; Asgi-Fieri, 2005). A questo livello, il capitale sociale diventa frutto della capacità delle
istituzioni di promuovere relazioni e azioni positive tra autoctoni e stranieri (Bertani, Di
Nicola, 2012), promuovendo processi di integrazione basati su un reciproco avvicinamento,
verso un modello di "integrazione paftecipe" (Pirni, 2012).
1.6
Rispetto al secondo livello, si fa riferimento all'ambito di studi sulle forme di aggregazione
formali e informali dei migranti. Queste sono produttrici di capitale sociale sia interno, in
quanto attivano forme di aiuto verso i propri affiliati e permettono continuità rispetto alle
pratiche culturali dei Paesi di provenienza; sia esterno, in quanto permettono la connessione
con sfere di appartenenza piit ampie e di interagire in posizione di maggiore forza con le
istituzioni. Riguardo al primo aspetto, alcuni autori hanno parlato dr ethnic social capital
(Esser, 2010) corne di una dimensione atta a fornire un controllo sociale verso l'aderenza a
determinati valori del gruppo; riguardo al secondo.aspetto, altri autori hanno sottolineato la
capacità delle reti, sviluppate tra le organizzaziont di migranti e tra queste e le organizzazionr
autoctone, di facilitare la partecipazione sociale e politica dei membri (Pilati,2010b),
attivandosi per la promozione di cambiamenti isitituzionali-legislativi.
Un terzo livello di analisi, infine, focalizza l'attenzione sui reticoli sociali individuali come
strutture capaci di creare capitale sociale per i singoli soggetti, cogliendo f invito di alcuni
autori a tornare ad ancorare il concetto di capitale sociale alla sua originaria concezione
reticolare (Trigilia, 2001). Pensiamo, infatti, che sia utile integrare 1o studio dei processi di
integrazione di tipo "vefticale", in cui i soggetti rispondono a iniziative istituzionali e
organrzzative, con 1o studio dei processi di integrazione di tipo "orizzontale" o "processi di
integrazione dal basso" (Ambrosini, 2009) che avvengono in modo implicito e a partire dalla
sfera quotidiana tramite i legami di conoscenza diretta.
Parte seconda.
La seconda parle della tesi presenterà i risultati della ricerca empirica sul tema
dell'integrazione, nelle sue varie componenti, e delle forme di attivismo civico e politico dei
cittadini stranieri immigrati. I1 disegno della ricerca che si sta delineando ha l'ambizione di
ttrlizzare metodi quantitativi e qualitativi di indagine, combinando i risultati della survey
svolta nel2014 dall'ISMU e quelli relativi a ulteriori interviste con rappresentati istituzionali
e delle associazioni che si occupano di immigrazione e delle comunità straniere presenti a
Catania. Presentiamo piu in dettaglio gli aspetti metodologici relativi alla prima parte
delf indagine. già in fase di svolgimento; mentre la seconda parte sarà sviluppata piu
approfonditamente nel corso del prossimo anno.
Applicare il concetto di capitale sociale serve a inquadrare il problema dell'integrazione nella
sua multidimensionalità. di forme di inclusione/esclusione a diversi livelli e sfere sociali.
17
L' analisi q uantitativu
L'indagine quantitativa riguarderà i dati raccolti in cinque città italiane: Milano, Napoli, Bari,
Palermo e Catania, con un focus particolareggiato su quest'ultima, per le ragioni più sotto
esposte. Unità di analisi sono i cittadini stranieri immigrati, owero quei soggetti che non
possiedono la cittadinanzaitaliana e vivono in Italia.
I1 questionarto atihzzato tenta di misurare e monitorare il livello di integrazione degli
immigrati nei diversi ambiti della società ospite. Gli ambiti dr rntegrazione considerati, a
livello individuale, possono essere ricondotti a quattro dimensioni principali: economica,
culturale, sociale e politica, ciascuna delle quali viene misurata tramite un ampio numero di
indicatori.
Come anticipato sopra, il questionano utllizzato per le rilevazioni è stato riadattato al fine di
avere informazioni aggiuntive e coerenti con gli interessi specifici della ricerca. Sono state
inserite, in particolare, alcune batterie di domande che permettono la "misurazione" delle
risorse che derivano dalle relazioni sociali intrattenute dai singoli soggetti. Queste permettono
di valutare quanto e se il comportamento più o meno partecipativo del soggetto alla vita
sociale, culturale e politica del luogo in cui abita sia influenzato dalle caratteristiche del
reticolo sociale in cui è inserito e dalle caratteristiche dei legami che formano tali reti.
La prospettiva teorica privilegiata è quella del capitale sociale, inteso come insieme delle
risorse cognitive e motivazionaii cui un soggetto ha potenzialmente accesso tramite i propri
canali di conoscenza personale (Bourdieu, 1980; Coleman, 1990). Tale prospettiva permette
interessanti applicazioni empiriche a livello individuale combinandosi con gli strumenti di
rilevazione e di elaborazione dei dati della social network analysis. In accordo con la
definizione presentata nel Progetto di Ricerca dell'iSMU, i percorsi di integrazione, nella
loro dimensione sociale, sono anche il prodotto dell'insieme delle relazioni sociali dei
soggetti, le quali presuppongono I'esistenzadi interazioni e scambi quotidiani che possono o
meno facilitarli. La costruzione dei legami sociali, o la loro ri-costruzione nel caso degli
stranieri immigrati che vivono in nuovi e non familiari contesti sociali, è un elemento
fondamentale che pone le condizioni per I'integrazione sociale (Bertani,2010), permettendo
lorme variabili di rielaborazione della propria identità sociaie e di ridefinizione delle
appartenenze.
1"8
Le reti sociali sono viste come strutture di opporlunità e vincoli per i percorsi di inserimento
individuale (Wellman, 1988) ma sono anche il prodotto della capacità dei singoli di produrre
legami ed di avvalersene come risorse (informative, d'aiuto, simbolico-identitarie). in questa
prospettiva, il concetto di identità culturale e di appartenenza etnica non appaiono adatti ad
inquadrare la pluralità delle appartenenze e dei legami entro un contesto di ibridazione e di
ancoraggio culturale "debole" (Bauman, 2011). Piuttosto è utile rilevare che i soggetti non
interagiscono solo con altri soggetti ma anche con vari "ordini culturali" creati dalle
interazioni dei soggetti stessi. {
L'inserimento delle domande relative alle "relazioni effettive" dei singoli soggetti ci permette
di acquisire informazioni sia sulla struttura della rete del singolo sia sulla capacità della rete
relazionale di produrre risorse per il singolo. In particolare, una prima batteria di domande
informa sull'aiuto potenziale che deriva dai legami sociali del singolo o sulla capacità del
singolo di mobilitare altri soggetti a suo favore; una seconda batteria indaga sulle
caratteristiche strutturali del reticolo personale e sulle proprietà dei singoli legami.
Lo strumento utilizzato per la misurazione delle risorse prodotte dalle relazioni sociali
individuali è il cosiddetto resource generator (Van Der Gaag, Snijder, 2004). Tale tecnica,
posto un elenco di prestazioni di aiuto o di capacita/conoscenze, prevede che si chieda al
soggetto se conosce qualcuno che sia in grado o che sia disposto a fare quelle determinate
azioni. Tramite questo strumento è possibile ricavare sia un'approssimazione de!l'ampiezza
del reticolo sia del tipo di legami (distinguendo tra legami familiari, amicali e di mera
conoscenza), La richiesta fatta alf intervistato di fornire il numero delle persone per ciascuna
categoria di legami, permette di valutare anche l'esistenza e l'impodanza dei legami deboli, i
quali sono altrimenti difficilmente indicati dagli intervistati.
Per ottenere le informazioni sulla struttura del reticolo individuale e sugli attributi dei soggetti
che lo costituiscono è, invece, stato utrbzzato 1o strumento delname generator (Lin,2005). In
questo caso, i reticoli personali (gli ego-network) sono ricostruiti sulla base delle dichiarazioni
degli intervistati circa le proprietà del1a rete, degli alters e dei loro rispettivi legami. Abbiamo
chiesto agli intervistati di fornirci alcune informazioni sulle persone con cui abitualmente
discutono e se esistono relazioni tra queste persone. A partire da queste informazioni è
possibile sintetizzare alcune caratteristiche del reticolo personale in una serie di misure, tra le
quali la dimensione, la densità, 1'efficienza, 1'eterogeneità (Borgatti, 1998).
L9
Per selezionare i soggetti da intervistare, sono state utilizzale due tecniche che megliopossono rispondere alle esigenze dr rappresentatività del collettivo, costituito da soggetti
stranieri immigrati, ovvero soggetti che vivono in Italia (a vario titolo) ma non possiedono la
cittadinanza itahana: il campionamento per quote (Fabbris, 1994) e il campionamento per
centri (Baio, Blangiardo ,2011) .
La prima tecnica consiste nel definire un numero di soggetti da intervistare che rispecchi la
struttura della popolazione di riferimento sulla base di alcune variabili: nel nostro caso, la
nazionalità e il genere. Tale strategia permette di n6n sovra-rappresentare alcune categorie a
discapito di altre, in quanto prevede la costruzione del campione sulla base di quote
proporzionali a quelle che compongono 1'universo della popol azione di riferimento (ottenuti idati comunali sulla la composizione demografica per nazionalità e genere degli stranieri
iscritti all'Anagrafe di Catania).
[Crafico l] Distribuzione printe I5 nazionalilà per genere (conteggio)
l
t40O 1'.zr' -^W--*-^-1.200 & w1000 ffi &
8oo Wffiffi
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WMaschi
WFemmine
l-.
Il campionamento per centri è una tecnica di campionamento specificatamente proposta al
fine di effettuare indagini sulla popol azione immigrata, in quanto si tratta di una popolazione
di cui non è disponibile o è parzialmente sconosciuta la lista completa. L'utilità di tale tecnica
consiste nella possibilità di intercettare, limitatamente ad ambiti localmente circoscritti, anche
i soggetti "invisibili" alle statistiche ufficiali. Essa prevede che le rilevazioni vengano svolte
in un numero di luoghi del teritorio, notoriamente frequentati dalla popolazione di
riferimento, all'interno dei quali le unità statistiche vengono scelte casualmente. Tuttavia, si e
ritenuto piu utile selezionare, nell'ambito dei centri campionati, le r-rriità statistiche per le
20
ragioni sopra descritte. Una volta costruito il database, i casi vengono ponderati sulla base
della probabilità di essere inclusi o meno nel campione in funzione della numerosità dei centri
frequentati dal singolo caso e, potremmo dire, dalla capacità di attrazione di ciascun centro.
I luoghi per la somministrazione dei questionari (centri che offrono servizi e assistenza,
luoghi di ricreazione, associazioni,luoghi di culto, ...) sono principalmente concentrati nelle
circoscrizioni comunali dove maggiore è la percentuale degli stranieri iscritti nel registro
anagrafico (prima, seconda e terza circoscrizione).
[Fig.1] Percentuale di residenti stranieri per circoscrizione
-"_-_"_*1"\,
)-*----
Catanta, il 30 settembre 2014
Elisa Lombardo
B.ja*--L*-I't'
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