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Analisi del settore ICT del territorio bolognese Indagine sulle caratteristiche strutturali, sui fattori di successo e sui vincoli allo sviluppo
Comune di Bologna Progetto Cityregio II
2008
Dipartimento di Scienze Aziendali Università di Bologna – Alma Mater Studiorum
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Analisi del settore ICT del territorio bolognese
Indagine sulle caratteristiche strutturali, sui fattori di successo e sui vincoli allo sviluppo
Sommario Executive Summary ......................................................................................................................... 4 1. Premessa ................................................................................................................................. 6 2. Obiettivi e aspetti metodologici dell’indagine ........................................................................ 7 3. Definizione del settore ICT ...................................................................................................... 9 4. L’analisi del settore ICT attraverso l’utilizzo di fonti secondarie .......................................... 14 4.1 Dinamiche occupazionali e professionali nel settore ICT ................................................ 14 4.2 Il mercato ICT in Emilia Romagna e nel territorio bolognese .......................................... 17 4.3 Gli scenari futuri dell’occupazione ICT ............................................................................ 24 4.4. Gli incubatori ad alta tecnologia come strumenti di sviluppo delle risorse umane e delle capacità imprenditoriali ......................................................................................................... 27
5. L’analisi del settore ICT attraverso l’utilizzo di fonti originali: il progetto di ricerca ............ 61 5.1 Selezione delle imprese del territorio bolognese appartenenti al settore ICT oggetto di indagine ................................................................................................................................. 61 5.2 Il questionario ICT e l’analisi dei bilanci .......................................................................... 64
6. I risultati del progetto di ricerca: analisi economico finanziaria ........................................... 68 7. I risultati del Questionario ICT : Fattori di successo e vincoli allo sviluppo .......................... 74 8. Casi di studio ......................................................................................................................... 91 Impresa A ............................................................................................................................... 91 Impresa B ............................................................................................................................... 96 Impresa C ............................................................................................................................. 101 Impresa D ............................................................................................................................. 104 Impresa E ............................................................................................................................. 107 Impresa F ............................................................................................................................. 110 Impresa F ............................................................................................................................. 111 Impresa G ............................................................................................................................. 113 Impresa H ............................................................................................................................. 116 Impresa I .............................................................................................................................. 118
Considerazioni conclusive ........................................................................................................... 121
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9. Analisi Dati ........................................................................................................................... 121 10. Il sistema della conoscenza e le risorse umane nel settore ICT ........................................ 124 11.Le condizioni di contesto e il sistema delle relazioni del settore ICT ................................ 129 11.1 Gli effetti dell’ICT sulla produttività del fattore lavoro e delle imprese ..................... 130 11.2 Il ruolo delle istituzioni pubbliche ............................................................................... 134 11.3 Lo sviluppo delle reti di imprese collegate al settore ICT ........................................... 136
Allegato 1: Questionario ICT ....................................................................................................... 140
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Executive Summary
The project of analysis related to the CITYREGIO II program is based on the idea that the
municipality has to contribute in promoting the economic development of its surrounding areas
also through the activation of networks of institutional partners. CITYREGIO II, in the panel of
the European program, involves the cooperation of a group of European cities on a debate
around the critical developmental factors of their respective relevant areas of interest. The aim
is to create local conditions of development and to promote high levels of effectiveness in the
attribution of financial resources and other incentives to economic organizations that operate
in the different regions participating at the project.
The Municipality of Bologna chose the ICT (Information Communication Technology) sector as
the main area of interest in the CITYREGIO II program. The Municipality, in cooperation with the
Department of Management of the University of Bologna, promotes an analysis of the
characteristics of the ICT firms in the Bologna region and investigated the main critical factors in
the functioning of the organization involved in the economic sector object of analysis.
The analysis is conducted through a questionnaire submitted to a selected system of
organizations in the ICT sectors. The thematic areas within the survey are:
‐ Corporate Governance;
‐ Human Resources;
‐ Operating data;
‐ SWOT analysis;
‐ Financing activities;
‐ Collaboration with universities and research entities;
‐ Constraints to the development in terms of internal and external factors.
5
Information are collected with reference to the financial statements of the last 5 years. Other
data refer to questions that allow multiple choices and open comments to the representatives
of the 30 organizations selected.
The results are classified and organized along different dimensions that refer to the capacity of
the organization to innovate, to internationalize its business and to develop human resources
for the creation of value (economic, human and social capital) within the territorial network.
Department of Management
Alma Mater Studiorum – Università di Bologna
Research Project Team
Prof. Angelo Paletta (Coordinator)
Prof. Massimiliano Zanigni
Dott.ssa Monica Baraldi
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1. Premessa
Il Settore Attività Produttive e Commerciali del Comune di Bologna ha stipulato una
convenzione con il Dipartimento di Scienze Aziendali per la realizzazione di alcune delle attività
previste dal Progetto City Regio II.
L’idea ispiratrice del progetto è che i centri urbani debbano svolgere la funzione di “fari”
dello sviluppo economico, tenendo in considerazione le interazioni con il territorio circostante.
Più precisamente, il punto di partenza del progetto follow‐up CITYREGIO II, è lo sviluppo
territoriale che contribuisca al raggiungimento degli obiettivi fissati dalla Strategia di Lisbona
(decennio 2000‐2010), Gotebörg (2001) e dal Rapporto Beaupuy (2005): importanza del ruolo
delle città nello sviluppo regionale, obiettivo dello sviluppo policentrico definito nello Schema di
sviluppo dello spazio europeo, necessità di coinvolgere le città dei nuovi Stati membri.
Il progetto vuole inoltre contribuire a rafforzare, da un lato, la cornice istituzionale che fa
da sfondo allo sviluppo delle capacità economiche di ogni regione, dall’altro la pianificazione
regionale e urbana dei distretti economici, le varie attività di marketing ad essi rivolti, nonché la
preparazione di investimenti.
Il Comune di Bologna, in seno al progetto, intende sviluppare un’analisi generale di alcuni
segmenti del settore ICT, condotta anche tramite l’analisi di casi aziendali significativi per il
modello di business sviluppato, da cui derivarne i fattori critici di successo ed eventuali
ricorrenze generalizzabili ed adottabili da parte delle aziende in via di crescita. Da ultimo,
l’iniziativa mira a meglio percepire il contesto dell’ICT nell’area bolognese allo scopo di
ottimizzare il target di riferimento dei prossimi bandi MAMBO, strumenti con cui si orientano al
territorio i finanziamenti ministeriali.
7
2. Obiettivi e aspetti metodologici dell’indagine
Gli obiettivi di ricerca‐azione previsti dall’accordo tra il Comune di Bologna ed il Dipartimento di
Scienze Aziendali, riguardano tre principali ambiti di attività:
1.1 realizzazione di un'analisi del settore ICT del territorio Bolognese;
1.2 indagine sulle caratteristiche delle risorse umane per lo sviluppo del settore ICT;
1.3 valutazione delle modalità di realizzazione del progetto City regio II da parte dei
singoli partner.
Le attività realizzate nell’ambito di questo terzo obiettivo, in considerazione delle sue
specificità, sono rendicontate in un documento separato al quale si rinvia1. Per contro, le
strette connessioni esistenti tra i primi due obiettivi suggeriscono una trattazione unitaria del
tema.
In particolare, per quanto concerne i primi due punti, gli obiettivi della ricerca‐azione
sono i seguenti:
L'analisi del settore ICT nel territorio bolognese
L'analisi del settore ICT nel territorio bolognese ha anzitutto lo scopo di identificare le
imprese ed il valore economico del settore complessivo e dei singoli settori, identificare le
imprese più rappresentative del settore, non solo in termini di quota di mercato, fatturato e
altri parametri, ma anche in riferimento ai tassi di crescita, al tasso di innovazione, alla
dinamicità del mercato.
Gli obiettivi prevedono inoltre che venga fornita una contestualizzazione del settore ICT
bolognese in termini di investimenti, infrastrutture e caratteristiche generali dello stesso in
relazione alle caratteristiche del territorio in cui è inserito con particolare riguardo al livello di
1 Reporting on the partners’ activity for the City Regio II Project (point 1.3 of the partnership with the Department of Business Administration, University of Bologna).
8
cooperazione dei diversi attori. Ulteriori approfondimenti nello studio del settore ICT
prevedono l'analisi di casi di imprese del territorio al fine di identificare i percorsi di crescita e
derivarne sia i fattori critici di successo sia i vincoli allo sviluppo, individuando i più frequenti
fattori di crisi aziendale del settore.
L'analisi viene approfondita realizzando uno specifico focus sulle caratteristiche che le
risorse umane debbono possedere per lo sviluppo del settore, identificando il know how e le
competenze necessarie anche alla luce dei trend di domanda.
Fasi metodologiche
Il progetto di ricerca‐azione è stato realizzato seguendo i seguenti passi metodologici:
1. Definizione del settore ICT oggetto di indagine;
2. Selezione delle imprese del territorio bolognese appartenenti al settore ICT oggetto di
indagine;
3. Costruzione del questionario ICT;
4. Analisi e interpretazione dei risultati.
9
3. Definizione del settore ICT
I temi del coordinamento e dello sviluppo economico regionale basato sulla città, nel caso
specifico Bologna, al centro di una fertile rete di rapporti di collaborazione, ha costituito il
motivo principale alla base del progetto CityRegio II, realizzato in collaborazione con un gruppo
di comuni dell’Unione Europea.
La progettazione di CityRegio II prevede lo studio delle modalità di perseguimento di
sviluppo economico secondo il modello della rete territoriale, caratterizzata dalla
collaborazione tra una città di riferimento e un territorio circostante capace di rappresentare un
sistema interattivo di attori e strumenti utili allo sviluppo economico, politico e sociale dell’area
designata.
Nel caso di Bologna e del progetto CityRegio II, il processo di definizione del settore da
promuovere per la costruzione di un esempio rilevante di rete territoriale, è partito
dall’incontro tra l’ente territoriale e le associazioni di categoria più attive in regione. Nel corso
di alcuni incontri, il confronto tra i diversi operatori ha permesso di individuare la base più
consona per l’analisi della situazione economica locale e di promozione di strumenti di sviluppo.
La precedente partecipazione a MAMBO, progetto per l’impresa, aveva creato lo spunto
per la realizzazione di un progetto europeo a più ampia partecipazione e più adatto a creare
criteri per la concessione di finanziamenti agevolati e a progettare di strumenti di supporto per
start up di impresa e altri progetti di sviluppo su base locale.
Il comune di Bologna, in collaborazione con le associazioni locali, ha individuato nel
settore ICT (Information Communications Technology), una delle principali specializzazioni del
tessuto economico locale, continua fonte di innovazione e di creazione di eccellenza
competitiva nel territorio.
È tuttavia apparso quanto mai evidente il grado di complessità del settore oggetto di
studio, a partire dalla definizione del campo di indagine che, anche dal punto di vista teorico,
10
assume notevoli sfumature e margini di flessibilità definitoria. Infatti, anche se da un lato è
possibile identificare tutti gli elementi che costituiscono la Information Communications
Technology, dall’altra parte non risulta facile fornirne una definizione univoca, poiché non
esiste una generale e condivisa delimitazione del campo di indagine.
Il settore ICT si presenta con una natura molto dinamica e in continua evoluzione da non
permettere di precisare agevolmente il perimetro di definizione. In alternativa, risulta
preferibile definire gli ambiti dove la ICT opera. Più precisamente, una delle classificazioni più
note è quella operata dalla OECD (Classi ISIC Rev. 3), organizzazione che fa coincidere la
definizione di ICT con:
1. il settore manifatturiero, ad esempio la fabbricazione di macchine per ufficio o di
elaboratori e sistemi informatici; oppure la fabbricazione di apparati riceventi radio
TV, per registrazione e riproduzione di suoni od immagini e prodotti connessi;
2. il settore dei beni legati ai servizi, ovvero quelli legati alla distribuzione e al
commercio all’ingrosso di macchinari per telecomunicazioni, apparati elettrici,
computer;
3. il settore legato ai servizi immateriali, ovvero attività di radio e telecomunicazione,
consulenze software e hardware, database, servizi di telematica o robotica;
4. il settore legato all’industria dei contenuti, ad esempio pubblicazione di libri,
supporti sonori, proiezioni cinematografiche.
Più in dettaglio, le classi che caratterizzano il settore dell’ICT sono distinguibili in:
MANIFATTURIERO:
• 3000 Fabbricazione di macchine per ufficio, di elaboratori e sistemi informatici.
• 3130 Fabbricazione di fili e cavi isolati.
11
• 3210 Fabbricazione di tubi e valvole elettronici e di altri componenti elettronici.
• 3220 Fabbricazione di apparecchi trasmittenti per radio diffusione, televisione e
telefonia e telegrafia su filo.
• 3230 Fabbricazione di apparati riceventi radioTV, per registrazione e riproduzione
suono o immagine e prodotti connessi.
• 3312 Fabbricazione di strumenti e apparecchiature di misurazione, controllo, prova,
navigazione e simili, eccetto equipaggiamento di processi industriali.
• 3313 Equipaggiamento di processi industriali.
SERVIZI:
Distribuzione e commercio:
• 5150 Commercio all'ingrosso di prodotti intermedi non agricoli, di rottami e cascami.
(In questa classe si cerca di includere solamente il commercio all’ingrosso di beni IC
contenuti nella sezione Manufacturing.
• 7123 Noleggio di macchinari per ufficio e equipaggiamento (inclusi computer).
Intangibili:
• 6420 Telecomunicazioni.
• 7200 Computer e attività correlate.
Industria dei contenuti:
• 2211 Pubblicazioni di libri, volantini di presentazione, libri musicali ed altre
pubblicazioni.
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• 2212 Pubblicazione di quotidiani, riviste e periodici.
• 2213 Pubblicazioni di supporti sonori registrati.
• 2219 Altre pubblicazioni.
• 2230 Riproduzione di supporti sonori registrati.
• 9211 Proiezioni cinematografiche, produzione di video e distribuzione.
• 9213 Attività radio‐televisive.
• 9220 Attività delle agenzie di stampa.
• 9231 Attività biblioteche e archivi.
Nonostante tale distinzione appaia ristretta, in quanto essenzialmente legata alla
produzione industriale, nel corso degli ultimi anni ha acquisito sempre più rilevanza strategica
l’aspetto legato all’utilizzo dell’ICT come strumento atto a produrre sistemi informativi più
efficaci, nuova conoscenza e nuovi contenuti. In tal senso possiamo dire che nel settore ICT si
fondono differenti componenti, quali la computer technology, le telecomunicazioni,
l’elettronica e i media. Esempi in tal senso sono rappresentati da: personal computer, internet,
telefonia mobile, TV via cavo, sistemi di pagamento elettronico, etc.
In sintesi, possiamo affermare che il settore ICT ha contribuito ad armonizzare sempre più
la componente Information Technology (IT) con quella relativa alla Communication Technology
(CT). In particolare quando quest’ultima ha assunto nuove potenzialità, specie con l’avvento
delle tecnologie a rete, l’informazione ha finito con il perdere quella caratteristica
rappresentata dall’elaborazione su macchine stand alone, per divenire una componente
condivisa con altre macchine di una rete LAN o globale, attraverso l’uso di internet.
Figura 1 ‐
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4. L’analisi del settore ICT attraverso l’utilizzo di fonti secondarie L'analisi generale del settore ICT è stata condotta seguendo due distinti piani di analisi:
• ricorso a fonti secondarie in materia di dinamiche occupazionali e profili professionali
nel settore ICT a livello nazionale;
• ricorso a fonti secondarie in materia di mercato ICT in Italia ed in Emilia Romagna.
4.1 Dinamiche occupazionali e professionali nel settore ICT
Il Rapporto "Occupazione e professioni nell'Ict", realizzato da Federcomin, con la partecipazione
delle associate AITech‐Assinform e Asstel, e del Dipartimento per l'Innovazione e le tecnologie
del Ministero per le Riforme e le Innovazione nella PA., mette in evidenza come il settore
dell’Information & Communication Technology sta attraversando una fase di profondo
cambiamento a causa del forte incremento dell’evoluzione tecnologica a tutti i livelli, dello
sviluppo della convergenza e dell’economia digitale e della conseguente evoluzione del
business delle aziende e degli assetti di mercato.
Tali aspetti stanno avendo e avranno sempre di più un elevato impatto sull’occupazione
del settore, oggi influenzata da diversi fenomeni:
Fattori quantitativi: Fattori qualitativi:
• basso profilo di crescita della domanda e del
mercato,
• esigenze di riqualificazione di parte delle risorse ICT
• processi in atto di acquisizione e fusione tra operatori e di riposizionamento di numerosi fornitori
• necessità di incrementare e aggiornare le competenze
• incremento del numero di aziende in situazione di criticità
• nascita di nuove figure professionali
15
Il numero totale di imprese con addetti del settore ICT in Italia è passato da 110.400 nel 2001 a
112.600 nel 2005, con un incremento complessivo dell’1,9%. I più elevati tassi di iscrizione e di
sviluppo delle ditte individuali, rispetto alle altre forme giuridiche, influenzano le dimensioni
medie delle imprese ICT. Nel 2005, le microimprese con 1‐ 9 addetti costituiscono, infatti, quasi
il 94% del totale delle aziende del settore. Nel 2001 le 110.400 imprese del settore ICT
occupavano 697.000 addetti (dipendenti e indipendenti), mentre nel 2005 le 112.600 imprese
del settore ne occupavano 674.000, con un saldo negativo di 23.000 unità. Il numero medio di
occupati per impresa è risultato dunque pari a 6,3 nel 2001 e pari a 6,0 nel 2005.
Figura 2 ‐ Imprese con addetti del settore ICT, per segmenti ‐ Italia, 2001‐2005 Fonte:elaborazione Università degli Studi di Milano Bicocca Dalla figura seguente risulta che Il più alto tasso d’entrata per le assunzioni previste si registra
per le micro imprese (1‐9 addetti dipendenti), con un valore pari al 7,6%. Sempre le micro
imprese registrano il saldo più consistente (+3,4%).
16
I livelli di assunzione più elevati si osservano tra le imprese che esportano o che effettuano
innovazioni organizzative o di prodotto/servizio. Le imprese con una localizzazione
esclusivamente nazionale sono in situazione di maggiore criticità, e l’innovazione si conferma
essere una leva per lo sviluppo e per la conseguente crescita dell’occupazione.
La modalità di assunzione prevalente dichiarata dalle aziende riguardo alla tipologia di
contratto è quella a tempo indeterminato.
Figura 3 ‐ Tassi previsti di Entrata / Uscita dalle imprese IT+TLC, per Classe Dimensionale ‐ Italia, 2006 (quote %)
17
4.2 Il mercato ICT in Emilia Romagna e nel territorio bolognese
L’analisi che viene condotta di seguito è basata sui dati della ricerca “Benchmarking della
società dell’informazione in Emilia Romagna”, desunti da Aitech-Assinform/NetConsulting e relativi
al periodo 2003- 2005.
Anzitutto occorre osservare che all’interno di un contesto nazionale in leggera ripresa, la
regione Emilia‐Romagna prosegue verso una crescita ancora più sostenuta nel 2005 rispetto al
2004 e comunque superiore a quella italiana. Il 2005 si è chiuso con un incremento complessivo
del 2,5%, per un valore del mercato ICT della regione pari a 4.410 milioni di euro (Figura 4).
Figura 4 ‐ Valore del mercato ICT in Italia (2003‐2005) ‐ (Fonte Aitech – Assinform/NetConsulting)
Figura 5 ‐ Valore del mercato ICT in Emilia Romagna (2003‐2005) ‐ (Fonte Aitech – Assinform/NetConsulting)
18
Se si analizza il contributo del mercato ICT dell’Emilia‐Romagna al mercato complessivo
nazionale, emerge il peso decisamente importante, della regione, nello scenario della domanda
di ICT nazionale. Infatti, il mercato IT regionale è pari a poco meno del 9% dell’intero mercato
italiano, mentre le Telecomunicazioni (considerate al netto delle infrastrutture) incidono per il
6,9% sul mercato complessivo (Figura 4). La quota del mercato ICT assorbita dall’Emilia‐
Romagna è rimasta invariata rispetto al 2004 sia nella componente TLC che IT.
Figura 6 ‐ Peso Quota di mercato ICT Emilia Romagna Fonte: Aitech – Assinform/NetConsulting
Le imprese del settore ICT hanno operato in una situazione di difficoltà crescente, per ragioni
dovute all’evoluzione del mercato nel quale si sono verificati fenomeni come, ad esempio, il
downpricing dei prezzi dei prodotti e delle tariffe dei servizi professionali. A partire dal 2002 la
concorrenza si è accentuata a causa della contrazione della domanda che ha generato di
conseguenza una crescente diminuzione della marginalità e della profittabilità delle aziende ICT
(in particolare di quelle IT). Ciò ha determinato, congiuntamente al procrastinare i pagamenti
da parte dei clienti, un crescente problema nella gestione dei flussi di cassa e in conto capitale
19
delle aziende fornitrici. Le imprese che non sono state in grado di sostenere un equilibrio tra i
propri costi ed il livello dei prezzi e delle tariffe sono cessate o si sono trovate in una situazione
di forte criticità, e quindi successivamente fallite, messe in liquidazione o sospese dall’autorità
giudiziaria. La costante crescita di imprese ICT in situazione di criticità (cresciute in Emilia‐
Romagna di più che rispetto al dato nazionale) ha un impatto negativo sulle prospettive future
del settore anche in termini occupazionali.
Figura 7 ‐ Imprese ICT in situazioni di criticità in Emilia Romagna. Fonte: Aitech‐Assinform / Università degli Studi di Milano Bicocca
In Emilia‐Romagna il numero delle imprese del settore ICT sono aumentate da 6.400 nel 2001 a
circa 6.600 nel 2005, con un incremento complessivo superiore a quello riscontrato a livello
nazionale. Tuttavia, anche in questo caso, gli incrementi sono risultati decrescenti e in
particolare pari all’1,0% tra il 2001 e il 2002, allo 0,6% nel 2003, allo 0,5% nel 2004 e allo 0,3%
nel 2005. Anche in Emilia‐Romagna, come per l’Italia, il comparto la cui quota è diminuita
maggiormente in termini di numero di imprese sul totale delle imprese ICT è quello del
Software e dei Servizi.
20
Figura 8 ‐ Imprese con addetti del settore ICT – Emilia Romagna. Fonte: Aitech‐Assinform / Università degli Studi di Milano Bicocca
Rispetto al dato nazionale, la regione presenta una maggiore quota di imprese ICT con struttura
societaria (circa il 75% contro il 70%), ed una miglior tenuta delle Società di capitali (indice 99,5
contro il 98 nazionale). Tuttavia, se le Società di persone e le altre forme giuridiche decrescono
in modo più consistente, le Ditte individuali della regione registrano una dinamica più
accentuata (variazione nel quadriennio pari al +23% contro il +20% nazionale).
21
EMILIA ROMAGNA ITALIA
Figura 9 ‐ Forma giuridica Imprese del settore ICT – Emilia Romagna Vs Italia
Da un punto di vista strutturale, in Emilia‐Romagna, si osserva un numero medio di dipendenti
(pari a 3,4) per impresa ICT contenuto. Tuttavia per le società di capitali si hanno circa 7
dipendenti per impresa, mentre per le ditte individuali questi non raggiungono lo 0,5,
confermando il fatto che la maggior parte di queste imprese in realtà appartengono alle
cosiddette “partite IVA”. Dall’osservazione di queste dinamiche si possono intravedere futuri
riflessi negativi sul mercato del lavoro dovuti da una parte alla contrazione delle forme
societarie di capitali, dall’altra all’individualità imprenditoriale e di attività economica che gioca
22
un ruolo sempre più determinante in quanto non prevede nemmeno quel minimo di
strutturazione tipico delle Società di persone.
Rispetto alla dimensione territoriale, la figura 6 seguente analizza i tassi di sviluppo ICT
per comparti di attività e per provincia, in relazione al numero delle imprese iscritte al Registro
Imprese. Il periodo considerato è il biennio 2004‐2005 prendendo come base l’anno 2003. Le
imprese ICT (senza il canale indiretto) hanno avuto uno sviluppo medio del 3,9% (si fa
riferimento all’Ateco 2002), con una variabilità compresa tra il 2,5% di Parma e il 7,8% di
Ferrara. Si nota una netta distinzione tra i tassi di sviluppo delle province orientali centrali (tutte
con variazioni comprese tra il 2 ed il 4%) e le province costiere (con variazioni oltre il 4%). Il
comparto degli Apparati e servizi di Telecomunicazioni ha avuto uno sviluppo molto superiore
alla media regionale ICT (+44,9%), con tassi di sviluppo provinciale tutti superiori al 20% e con
una variabilità territoriale molto alta: dal 24% di Parma al 62,1% di Bologna. Il comparto
dell’Hardware e assistenza tecnica ha registrato un tasso di sviluppo medio del 5,9%, variando
tra l’1,5% di Ferrara e il 25,5% di Ravenna. Il comparto del Software e servizi infine è quello con
il tasso di sviluppo medio basso, prossimo allo zero (pari al 0,1%), con due province che hanno
registrato un tasso medio di sviluppo negativo (Bologna e Modena, rispettivamente con –1,8%
e –1,7%) e con la sola provincia di Ferrara che supera il 4,5%.
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Figura 12 ‐ Variazione del mercato del lavoro ICT in Emilia Romagna (lavoratori autonomi) Fonte: Aitech‐Assinform / Università degli Studi di Milano Bicocca
4.3 Gli scenari futuri dell’occupazione ICT
Uno degli aspetti critici evidenziati dal rapporto Federcomin, riguarda la domanda di
professionalità da parte delle imprese, che cambia rapidamente al mutare del mercato. Se da
un lato questa rappresenta una grande opportunità, dall'altro fa emergere una serie di
problematicità: la nuova domanda, infatti, è di competenze, di creatività e di skills non sempre
25
facilmente reperibili. Circa un quarto delle assunzioni previste nel settore dell'Ict (poco più di 4
mila unità) riguarda figure professionali difficili da trovare: la motivazione più frequente è
quella della mancanza della qualificazione necessaria (nel 43% dei casi); in circa l'82% dei casi
serve un periodo di formazione successivo all'assunzione. Nelle grandi imprese, dove la
formazione è necessaria per la realizzazione di progetti più complessi, la percentuale sale fino al
95,3%.
Le figure di primo impiego (neolaureati e neodiplomati) sono previste nel 34% del totale
delle assunzioni (pari a circa 6.100 unità). I restanti due terzi delle assunzioni previste (11.900
unità circa) riguardano persone con precedente esperienza professionale. Le richieste di
personale con esperienza (66,2%) riguardano per il 34,9% l’esperienza nel settore e per il 24,5%
l’esperienza nella professione: si stima quindi che almeno 10.600 unità considerate in uscita
siano in realtà interne al settore ICT. Se si considerano le uscite previste, si stima che solo 5.500
unità siano effettive uscite dal mercato ICT, corrispondenti in buona parte ai pensionamenti.
Per quanto concerne le assunzioni di figure professionali, i programmatori, i progettisti (e
analisti informatici), gli ingegneri elettronici e delle telecomunicazioni risultano i più ricercati
(rispettivamente 3.350, 1.140 e 160 unità) tra le figure professionali ad elevata specializzazione.
La previsione per i prossimi cinque anni, stima che l'evoluzione tecnologica e dei modelli
di business cambierà profondamente la richiesta di figure professionali nel settore ICT: queste
dovranno essere sempre più orientate alla multidisciplinarietà, alla tecnologia, ma anche alle
competenze di processo e di settore. Queste complesse trasformazioni implicano il ricorso da
parte delle imprese a nuovi skills nonché a interventi mirati di formazione continua.
Fino al 2010 si prevede un tasso di crescita medio annuo per gli occupati ICT di mezzo
punto percentuale, che produrrà un saldo positivo di circa 11.000 nuovi addetti. Il comparto più
dinamico, come crescita media nel quinquennio, sarà quello dei media (+0,7%). Il segmento più
26
contenuto, ma comunque in crescita, (+0,2%) sarà quello dei servizi e apparati di
telecomunicazioni.
I nuovi professionisti dell'ICT saranno all'incirca 17.500, a cui si aggiungeranno circa 3.800
professionisti delle linee di business, con una forte crescita di figure emergenti. Per fare qualche
esempio, nell'information technology sarà ricercato l'IT architect (o solution architect), ovvero
uno sviluppatore che abbia conoscenze sui micro‐processi aziendali e che sia in grado di
sviluppare in ambienti multipiattaforma e multivendor; nelle telecomunicazioni, i product
manager, ovvero figure inserite nell'area marketing e responsabili di linee di offerta; nelle
aziende dei media, cresceranno le figure impiegate nei servizi all'utenza grazie all'affermarsi di
TV satellitare, TV digitale e mobile TV.
Figura 13 ‐ Andamento degli Addetti ICT in Italia nel periodo 2006‐2010 Fonte: stime NetConsulting
27
4.4. Gli incubatori ad alta tecnologia come strumenti di sviluppo delle risorse umane e delle capacità imprenditoriali
Il sistema della ricerca emiliano romagnolo nel campo dell’ICT
Nell'ultimo decennio, con la crescente velocità di diffusione delle informazioni e delle
conoscenze, è aumentata la consapevolezza che il cosiddetto "modello emiliano", pur
mantenendo livelli di crescita e di competitività soddisfacenti, dovrà nel prossimo futuro
confrontarsi con scenari che imporranno forti accelerazioni dei processi di innovazione. Tutto
ciò richiede il rafforzamento delle connessioni tra i centri di produzione del sapere e la struttura
imprenditoriale locale.
Nella regione Emilia Romagna, accanto ad un solido tessuto produttivo di oltre 300.000
imprese, esiste una concentrazione di competenze professionali, di grandi infrastrutture
scientifiche e di strutture di alta formazione, prioritariamente rappresentato dal sistema delle
università e dei centri di ricerca, che è tra le più rilevanti a livello nazionale.
I quattro Atenei pubblici possono contare sulla presenza di 4.800 fra docenti e ricercatori
universitari, che rappresentano il 10,2% del totale nazionale, di cui il 67% lavora in dipartimenti
tecnico‐scientifici, utili per l'innovazione del tessuto sociale ed imprenditoriale regionale. Ad
essi si aggiungono gli 800 dipendenti dell'Area di Ricerca di Bologna del CNR ed i 600 dell'ENEA,
che vanta in regione la presenza più forte dopo quella romana:
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Figura 15 ‐ Colmare il gap tra università e sistema produttivo
Con specifico riguardo al settore ICT, fanno parte della rete due laboratori che operano nel
settore per un totale di dieci progetti: il Distretto per la multimedialità e CENTER, il Centro per
lo sviluppo della rete telematica regionale Lepida. Ogni laboratorio è responsabile per
l’esecuzione di progetti specifici co‐finanziati tramite il Piano Telematico Regionale (PTR Misura
1.1), gestito dall’Assessorato per le Attività produttive, lo Sviluppo economico e il Piano
telematico dell’Emilia‐Romagna con il supporto di ASTER.
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diffusione ed utilizzo delle tecnologie ICT, per evidenziare punti di forza ed aree di
miglioramento del tessuto economico locale.
Il secondo, Marconi Wireless (Centro per l’Innovazione Wireless), si propone di applicare in
settori di utilità sociale (sanità, protezione civile, sicurezza, trasporti pubblici) le tecnologie
wireless. Ha come principali obiettivi di intercettare o anticipare esigenze di comunicazione che
attualmente risultano almeno in parte insoddisfatte, e di stimolare l’ideazione, lo sviluppo e la
sperimentazione di nuove applicazioni.
Gli incubatori ad alta tecnologia
Nel quadro complessivo delle risorse per l’ICT disponibile a livello regionale un ruolo
particolare assumono gli incubatori ad alta tecnologia.
Gli incubatori sono strutture di sostegno alla nascita e crescita di imprese. Normalmente,
un incubatore consiste in uno spazio fisico, ma recentemente, si è assistito alla creazione di
incubatori virtuali che forniscono supporto on line. Gli incubatori veri e propri consistono in uno
spazio fisico all'interno del quale le imprese possono trovare tutti gli elementi necessari per il
loro avvio e sviluppo, dalle strutture logistiche (tra cui spazi, cablaggio e connessioni
telefoniche) ai servizi di supporto (segreteria, contatti con altre imprese, forza lavoro,
professionisti e comunità finanziaria).
Esistono diverse tipologie di incubatori che possiamo distinguere in:
• incubatori pubblici, finanziati con capitali statali o regionali, sono strutture non
profit gestite da operatori pubblici/istituzionali con una focalizzazione geografica
regionale/locale e con uno spiccato interesse per l'attività di creazione di impresa.
Ad esempio, vi rientrano i BIC italiani (Business and Innovation Centre) aderenti a
EBN (European Business Network).
32
• incubatori universitari, presenti presso i grandi e piccoli Atenei sono supporti che
favoriscono la nascita di imprese fondate sulla ricerca. Attraverso gli incubatori
universitari i ricercatori possono disporre di apparecchiature tecniche, spazi,
strumenti, risorse umane e competenze aziendali per poter trasformare le idee da
semplici progetti a prodotti/servizi commerciabili. I parchi scientifici si prestano in
particolare alla funzione di incubatore;
• incubatori privati offrono inoltre una serie di servizi destinati a diminuire il livello di
rischio delle nuove iniziative imprenditoriali in cambio del pagamento di un parcella
o di partecipazioni al capitale d'impresa.
Un ruolo particolare hanno gli incubatori universitari. Tali incubatori hanno lo scopo di
promuovere le capacità imprenditoriali locali e la loro concretizzazione in idee d'impresa con
particolare riguardo a ricercatori e studenti e pertanto offre alle imprese:
- infrastrutture dove svolgere la propria attività;
- servizi di tutoring a sostegno della pianificazione e organizzazione imprenditoriale
(assistenza al business plan, assistenza brevettuale, consulenza legale e
manageriale, consulenza di marketing e recruiting).
Le Imprese destinatarie, alle quali si rinvolgono gli incubatori universitari possono essere di tue
tipologie:
- spin‐off, nuove imprese di origine accademica;
- start up, nuove imprese ad alto contenuto tecnologico.
Lo Spin off accademico indica una società che nasce da professori o ricercatori universitari,
ricercatori del CNR o di altri Enti Pubblici di Ricerca, finalizzata all'utilizzazione industriale dei
risultati della ricerca. La promozione di Spin‐off accademici, nel senso di promozione della
33
capacità imprenditoriale di ricercatori e studenti, viene supportato con incentivi di vario tipo
(giuridici, finanziari, organizzativi) che accompagnano la nascita di nuove iniziative
imprenditoriali, specie in settori di interesse tecnologico.
Con specifico riguardo alla regione Emilia Romagna, il supporto allo sviluppo di idee
imprenditoriali ha trovato due principali canali:
1. Sovvenzione Globale Spinner: consiste in borse di trasferimento tecnologico a favore di
singoli, in particolare laureati, laureandi, dottorandi e dottori di ricerca, possessori di
titoli di formazione post‐laurea, singoli o in gruppo, interessati a verificare percorsi
imprenditoriali innovativi e ad alto contenuto di conoscenza o a realizzare un progetto
di trasferimento tecnologico in collaborazione con un'impresa o un ente;
2. DOCUP Ob.2 Mis. 1.5 "Sostegno allo start up di imprese innovative":
il quale ha promosso l'avvio e lo sviluppo di progetti di imprese derivanti da spin off
accademici e di ricerca o riferiti comunque ad attività di carattere innovativo, attraverso
l'acquisizione di quote di minoranza del capitale sociale di piccole e medie imprese.
Gli incubatori che operano nel territorio bolognese che hanno interesse per lo sviluppo
imprenditoriale delle risorse umane nel campo dell’ICT, sono:
- AlmaCube
- ITech‐off
ALMACUBE
AlmaCube è l'incubatore dell' Università di Bologna nato dalla collaborazione della
Fondazione Cassa di Risparmio di Bologna e la Fondazione Alma Mater .
34
AlmaCube ha a disposizione sedici uffici di cui dodici di 20 mq. e quattro di 40mq. per
ospitare nuove imprese a forte connotazione tecnologica. In via prioritaria sono considerate
iniziative di origine universitaria, ma l’incubatore si propone di considerare anche altre tipologie
di start‐up, tra cui quelle di origine aziendale, al fine di creare una comunità in grado di
esprimere attitudini, competenze ed esperienze articolate2.
L'incubatore accoglie le nuove iniziative d'impresa per le fasi di messa a punto e di primo
sviluppo dell'idea imprenditoriale. Le ridotte dimensioni consentono di ospitare lo start‐up, ma
non lo sviluppo o le fasi produttive.
AlmaCube non opera in uno specifico settore di riferimento, ma tiene contro delle
potenzialità scientifiche e tecnologiche dell'Ateneo, anche er favorire in parallelo occasioni di
complementarietà tra le imprese ospitate.
L’incubatore offre strutture in primo luogo logistiche che danno una prima identità fisica
alle imprese in fase di avvio. A questi servizi si affiancano altri servizi di supporto per
l'attivazione di rapporti con imprese, associazioni di categoria ed istituzioni presenti sul
territorio. Sul versante finanziario AlmaCube non interviene direttamente nelle attività di
finanziamento, ma favorisce l'incontro tra le start‐up e uno spettro ampio di potenziali
investitori. AlmaCube è strettamente collegato al premio per l'innovazione denominato
StartCup , istituito per valorizzare le conoscenze dell'Ateneo attraverso iniziative
imprenditoriali.
2 Almacube è parte del network del Gate2Growth, circuito che vuole sviluppare le relazioni orizzontali fra incubatori europei e, di conseguenza, stimolare i collegamenti fra le imprese in un contesto molto più ampio.
35
I TECH‐OFF I TECH‐OFF (Information TECHnology spin‐OFF) è un incubatore di imprese dei settori ICT e
multimedia che offre servizi ed assistenza nella delicata fase di avvio. I TECH‐OFF opera su tutto
il territorio dell'Emilia‐Romagna, ma ha sede principale a Bologna3.
I Partner del progetto I Tech Off comprendono:
‐ AlmaCube
‐ Business Angels Network Bologna (BAN Bologna), è una rete locale di Business Angels,
ovvero finanziatori privati informali, che mira a favorire la nascita e lo sviluppo di nuove idee
imprenditoriali, attraverso la promozione del capitale di rischio;
Incubatore multimediale: incubatore per nuove imprese del settore multimediale del
Comune di Lugo (RA);
Ingenium: è il fondo di venture capital per le piccole e medie imprese della regione Emilia‐
Romagna. Gestito dalla joint venture italo‐olandese META Group‐Zernike group, il fondo
Ingenium può finanziare start‐up innovative con l'acquisizione temporanea di quote di capitale
sociale.
NPS è una impresa di servizi nell'ambito dell'Information Technology.
Chi chiede l’inserimento nell’incubatore? Per il 34%, persone provenienti dal mondo della
ricerca, per il 66% dall’industria. In media hanno 33,5 anni e 8 di esperienza. Le imprese
bolognesi che hanno usufruito dei servizi di I Tech Off “ci hanno convinto fin da subito”,
commenta Sara Monesi di Aster, direttore di I Tech Off, che spiega: “Le abbiamo aiutate nella
fase di lancio mettendo a disposizione ufficio, telefoni, formazione e consulenze avanzate in
3 Il consorzio prevede la proroga delle attività fino ad aprile 2009 e la presentazione di proposte fino al 31 dicembre 2008.
36
molti campi: gestione aziendale, aspetti legati e fiscali, commercializzazione dei prodotti,
industrializzazione”.
In che cosa consiste l’incubazione? Il percorso all’interno di I Tech Off può cominciare con 4
mesi di pre‐incubazione, durante i quali si stabilisce il business plan e al temine dei quali si è
sottoposti a una seconda valutazione per essere ammessi alla fase dell’incubazione, che dura 18
mesi. Infine, altri 3 mesi di post‐incubazione sono necessari per accompagnare l’impresa verso
la piena indipendenza.
I TECH‐OFF prevede un percorso a tre fasi, cui corrispondono requisiti di accesso, servizi e
finalità diversi.
Le tre fasi sono:
1. pre‐incubazione,
2. incubazione e
3. post‐incubazione.
Figura 17 ‐ Fasi d' incubazione
37
Pre‐incubazione
La fase di pre‐incubazione ha come finalità quella offrire ai beneficiari un insieme di servizi di
accoglienza, formazione e consulenza che li accompagnino nel percorso di perfezionamento
della loro idea imprenditoriale attraverso la realizzazione di un Piano di Impresa (Business Plan).
La fase di pre‐incubazione ha una durata prevista di quattro mesi e l'accesso è basato su un
processo di selezione.
Incubazione
La fase di incubazione ha come finalità quella di offrire ai beneficiari un insieme di servizi
logistici, di formazione e consulenza mirati all'avvio dell'attività di impresa. Sono previste due
classi di beneficiari a seconda del tipo di supporto richiesto:
Incubazione fisica ‐ questa classe è costituita dalle neo‐imprese che hanno accesso alla
totalità dei servizi (servizi logistici, di formazione e consulenza)
Incubazione virtuale ‐ questa classe è costituita dalle neo‐imprese che hanno accesso ad
un sotto‐insieme di servizi (formazione e consulenza).
La fase di incubazione ha una durata prevista di diciotto mesi e l'accesso è basato su un
processo di selezione.
Post‐incubazione
La fase di post‐incubazione ha come finalità quella di offrire alle neo‐imprese che hanno
terminato il periodo di incubazione servizi mirati ad accompagnarle nella delicata fase di
fuoriuscita dalla struttura di incubazione. La fase di post‐incubazione ha una durata prevista di
tre mesi e vi accedono per diritto tutte le imprese selezionate per la fase di incubazione.
38
Quali sono i benefici dell’incubazione dal punto di vista delle imprese? “L’importante
riconoscimento alle imprese hi‐tech della nostra regione conferma che l’Emilia‐Romagna è in
prima fila per l’attivazione di nuove imprese”, commenta l’assessore regionale alle Attività
produttive Duccio Campagnoli, che parla di “scelte precise e forti” fatte dalla Regione per una
politica industriale improntata alla ricerca. “È anche questo ‐ continua Campagnoli – un segno
degli importanti investimenti che negli ultimi anni hanno visto impegnati, insieme, centri di
ricerca, imprenditori e amministrazione regionale”.
In particolare, il rapporto annuale di Finlombarda (società della Regione Lombardia) sulle
politiche per l’innovazione, ha evidenziato come, su 450 nuove imprese nate da spin‐off della
ricerca, il maggior numero (93) sia in Emilia‐Romagna. Questa regione è al primo posto anche
per la quota di risorse dedicate al sostegno della ricerca e dell’innovazione sul totale degli aiuti
alle imprese: un dato che per l’Emilia‐Romagna arriva al 57%, con 157 milioni di euro investiti
negli ultimi due anni.
“Eravamo scettici sui servizi che hanno a che fare con il pubblico – commenta Luca Faresti, Ceo
di Econetica – e invece I TechOff è stata un’ottima sorpresa”. Prima quattro mesi di pre‐
incubazione in cui la struttura ha fornito loro formazione, consulenza e servizi di networking,
poi è cominciata la vera e propria fase di incubazione, con servizi di consulenza più incisivi e
con la disponibilità di un luogo per gli uffici.
“Non solo è importante poter avere un ufficio a un prezzo più basso rispetto a quelli di
mercato”, spiega Faresti. “Visto che tutte le società incubate sono sistemate nella stessa
struttura, è un’occasione per conoscere altri soggetti innovativi e nelle nostre stesse
condizioni”. Utilità, quella delle strutture d’ufficio e segreteria messe a disposizione delle
aziende da I Tech Off, confermata anche da Daniele Cremonini, socio di Waymedia, che
aggiunge: “L’assistenza dell’incubatore è importante anche per riuscire a sviluppare una rete di
39
contatti”. Daniele Cremonini è il socio più anziano di Waymedia: 32 anni. E la sua impresa è
nata proprio all’interno del percorso in I Tech Off, nel novembre del 2005.
Le aziende incubate: profili istituzionali e attività operative
Nella tabella seguente si trovano i dati delle aziende incubate da I Tech Off con una breve
descrizione delle attività svolte. Si nota che ci sono molti casi di start up. Gli Spin Off vengono
da ambiti universitari4.
4 Le informazioni relative alle imprese incubate sono state tratte da: http://www.itechoff.it/
40
Impresa Inizio Attività Risorse Umane da: Sede OperativaAlma Vision s.r.l. Spin‐Off Videosorveglianza Università di Bologna BolognaARCADIA LAB s.r.l. Start Up Analisi di immagini Dipartimento di Fisica
dell'Università di Bologna
I Tech Off
ARTHA New Rythm System
Start Up Sistema di apprendimento del ritmo
Altro Ravenna
Bronteion Start Up Audiolibri, audioguide Altro Bologna
Dream.it Start Up Tecnologie Digitali Altro Bologna
e‐FEM Start Up Tecnologie di calcolo strutturale Altro Parma
Econoeteca Start Up Consulenza Informatica Altro I Tech Off
ENVI‐NET Start Up Monitoraggio Ambientale Altro Bologna
INTELLI.NET Start Up Consulenza Aziendale Altro Piacenza
IRIS Start Up Innovation and Research for the ICT Systems
Ricerca Universitaria Cesena
ItalianaSoftware Start Up Sistemi SOA Altro Imola
JSCM Start Up Supply Chain Management Altro Bologna
M+T Start Up Rete Digitale Altro Bologna
Magivex Spin Off Mobile TV Università I Tech Off
MEEO s.n.c. Start Up Monitoraggio dell’Ambiente Altro S. Giovanni di Ostellato (FE)
Mexage Start Up Servizi via SMS Altro Bologna
Mobicom Start Up Informatica e Telefonia Altro Reggio Emilia
Musei&Ambiente s.r.l.
Start Up Beni Culturali Altro Bologna
OpenLiven Start Up Comunicazioni VoIp Altro I Tech Off
OPTIT Start Up Sistemi produttivi e logistici Altro Imola e Cesena
POCKETECHNOLOGY Start Up Data Management Altro Forli Protek Consulting Start Up Servizi Informatici Aziendali Altro Bologna
Scriba Nanotecnologie s.r.l.
Start Up Nanotecnologie Altro I Tech Off
simAVian.com Start Up Ecommerce Altro I Tech Off
TVA Services Start Up Analisi e ricerca del gioco del tennis
Altro Bologna
Waymedia s.r.l. Start Up Informatica e Comunicazione Altro I Tech Off
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Alma Vision Sede operativa: Bologna
Alma Vision è uno spin‐off dell'Università di Bologna, la cui missione è fornire prodotti e servizi ad
elevato contenuto tecnologico, in termini di soluzioni tecniche integrate per la visione artificiale.
La linea di prodotti S_Cube sviluppata per il settore della video sorveglianza, è costituita dal
rilevatore di intrusioni (Home) per negozi e uffici, dal sistema integrato multicamera per il controllo di
ampie superfici (Enterprise) e dalla versione Corporate che consente di controllare fino a 1024
telecamere distribuite sul territorio. I prodotti S‐Cube sono in grado di distinguere tra il movimento di
una persona o di un veicolo, rilevare corsa, movimenti lungo direzioni vietate, oggetti rimossi o
abbandonati.
La linea TMS (Traffic Monitoring System) per il monitoraggio del traffico sfrutta la capacità di
tracciamento di oggetti fornita dalla tecnologia S‐CUBE® per contare e classificare i tipi di veicoli,
misurarne la velocità, rilevare eventi quali veicolo fermo o contromano, sorpasso di mezzi pesanti o
coda, sia all¿aperto che in galleria.
I prodotti PTrack relativi al tracciamento di persone, consentono di definire un numero illimitato
di varchi virtuali e di contare, con estrema precisione, le persone che li attraversano, distinguendone la
direzione, anche in condizioni di intenso affollamento. Tali prodotti rilevano, per ogni persona, posizione
e tempo di sosta, percorsi caratteristici o anomali, in modo da consentire un analisi del comportamento
per fini statistici, commerciali o di sicurezza.
Tutti i prodotti di Alma Vision sono offerti anche per palmari e videofonini e permettono la
visualizzazione remota, di essere allertati in tempo reale, qualora si verifichi una situazione di pericolo e
di controllare da remoto ogni tipo di dispositivo (muovere una telecamera o effettuare uno zoom,
accendere una luce o chiudere un cancello).
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ARCADIA LAB s.r.l. Sede operativa: incubatore I TECH‐OFF, Bologna
L'idea imprenditoriale di ARCADIA LAB nasce a seguito dei risultati emersi da un gruppo di ricerca del
Dipartimento di Fisica dell'Università di Bologna che da anni si occupa di metodi innovativi per l'analisi di
immagini. Nel corso degli anni sono stati studiati, realizzati e messi a punto metodi per la ricerca
automatica di zone di interesse in immagini digitali, soprattutto in campo medico.
ARCADIA LAB è composta da personale esperto e qualificato proveniente da tale gruppo di
ricerca. È un'impresa che sviluppa tecnologie e relative applicazioni nel campo dell'analisi di immagini,
con esperienze nei settori medico e industriale. L'impresa mira a progettare e produrre specifici
software per la ricerca di zone di interesse in immagini digitali, e a sviluppare nuove innovazioni
riguardanti l'elaborazione di segnali digitali applicabili in campo medico e industriale. Le tecnologie
sviluppate da ARCADIA LAB possono essere utilizzate per attività diagnostiche e di controllo di immagini
digitali, oltre che come strumento di controllo nell'ambito dei processi produttivi in linea.
Il vantaggio competitivo di ARCADIA LAB è legato alla innovatività e alla personalizzazione delle soluzioni
proposte, in funzione delle specifiche esigenze della clientela.
ARTHA New Rythm System Sede operativa: Ravenna
Il ritmo é uno degli aspetti più complessi nell'insegnamento della musica per il forte carattere di
astrazione che comporta.
Il progetto di impresa Artha New Rhythm System si basa sullo sviluppo di un inedito sistema di
apprendimento del ritmo, che permette al fruitore di suonare direttamente i più svariati ritmi senza
averne la preventiva capacità.
43
Il sistema sviluppato da Artha consiste di 3 diversi elementi: uno strumento didattico acustico,
un metodo su carta e una piattaforma digitale che può fungere da tutorial ma anche funzionare
autonomamente.
Il forte aspetto ludico del fare ritmo fa di Artha un eccellente metodo da utilizzare nelle scuole
per i più giovani. La capacità del sistema di offrire una profonda comprensione del fatto ritmico ne fa
inoltre un ausilio indispensabile da utilizzare negli istituti musicali. La piattaforma digitale, inoltre può
entrare a tutti gli effetti anche nella categoria dei giochi da poter utilizzare a casa nel proprio personal
computer.
Bronteion Sede operativa: Bologna
Bronteion si occupa della produzione e commercializzazione di audiolibri, audio guide e, più in generale,
della realizzazione di contenuti audio parlati.
Diversamente dai libri tradizionali ed elettronici scritti, che necessitano di un supporto cartaceo
o di dispositivi elettronici che devono comunque essere maneggiati, un contenuto vocale può essere
utilizzato in molte più situazioni: guidando, giocando, seduti in poltrona o a letto a luce spenta.
I contenuti audio parlati sono ormai fruibili dagli Utenti nelle più diverse modalità: da personal
computer, da dispositivi palmari, da autoradio e HiFi, dalla telefonia mobile, da provider di
telecomunicazioni e portali. Bronteion vuole offrire al più ampio pubblico il piacere di ascoltare quanto
di meglio esiste su carta stampata nel modo più facile e fruibile che la tecnologia oggi consente.
Dream.it Sede operativa: Bologna
Dream.it è una start‐up innovativa che si propone di applicare tecnologie digitali emergenti a prodotti di
uso quotidiano, avvantaggiandosi di una rete di relazioni con aziende produttive e centri di ricerca del
44
territorio.
La missione dell'azienda consiste in:
• identificare tecnologie ancora non sfruttate in applicazioni di massa;
• investire in attività di ricerca finalizzate a giungere in tempi brevi all'ottimizzazione di queste
tecnologie, per una loro applicazione concreta e per la riduzione dei costi di produzione;
• sfruttare il prodotto risultante mediante cessione dei risultati ad aziende operanti nel settore o
in alternativa accordi di partnership per la produzione e la distribuzione.
Il primo campo identificato da Dream.it come promettente, e nel quale sperimentare il modello di
impresa proposto, è quello delle applicazioni delle tecnologie di realtà virtuale ai sistemi per il fitness e
l'entertainment.
e‐FEM Sede operativa: Parma
e‐FEM nasce come progetto di ricerca ideato e sviluppato da SPRInT, con l'obiettivo di rendere
maggiormente accessibile ad uffici tecnici e progettisti meccanici la tecnologia di calcolo strutturale
attraverso il metodo agli elementi finiti (FEM).
Negli ultimi anni si è sviluppato il bisogno di progettare meglio e con maggiore precisione le
strutture ed i componenti meccanici. Da questa tendenza è sorto un crescente interesse per le
tecnologie di progettazione assistita, oggi ancora poco accessibili a causa degli elevati costi di consulenza
e di acquisto dei software nonché della necessità di training specifico. e‐FEM vuole superare questi
ostacoli mettendo a disposizione, attraverso internet, un servizio di progettazione e calcolo FEM di alto
livello e a costi contenuti, basato su una piattaforma web‐based di collaborative design, per il
trasferimento dei dati CAD e di progetto.
La piattaforma e‐FEM permette di erogare un servizio di consulenza a distanza non rincarato dei
costi di visita al cliente e di scambio dei dati di progetto. Attraverso la rete, il committente invia le
45
informazioni CAD relative al componente da analizzare e, guidato da un processo passo‐passo, può
descriverne le condizioni di esercizio, oppure definirne direttamente la schematizzazione attraverso la
definizione di carichi e di vincoli direttamente sul componente, allegando tutte le informazioni utili alla
completa descrizione del problema. Tutti i dati, memorizzati sul server, vengono utilizzati per la
preparazione di un'offerta commerciale e, previo approvazione/ordine, sono resi accessibili agli analisti
FEM che eseguiranno lo studio. Attraverso strumenti di Collaborative Design il consulente può
incontrarsi in uno studio virtuale con il cliente per approfondimenti sul problema da studiare,
presentare i risultati dello studio e/o chiarire aspetti tecnici al cliente; il tutto permette di erogare un
servizio di progettazione migliore sia nei risultati che nella comprensione da parte del cliente.
Econoetica Sede operativa: incubatore I TECH‐OFF, Bologna
Costituita nel gennaio 2006, Econoetica ha identificato tre principali aree di attività: Arianna, Noody e
Consulting.
Arianna, lanciata su Firenze nell'estate 2006 e in fase di completamento per la città di Napoli e
l'isola di Ischia col nome di Serena, sta per entrare in altre città d'arte italiane ed estere. E' una
videoguida su palmare dotata di GPS, Wi‐Fi e Bluetooth che sfrutta le grandi potenzialità di queste
tecnologie. Permette la navigazione in Internet, l'uso di Skype e laccesso a diversi servizi turistici.
Attualmente Arianna è noleggiabile a Firenze, presso l'ufficio informazione della stazione Santa Maria
Novella e prenotabile online tramite il portale http://www.ariannaguide.com/. In fase di realizzazione è
anche Arianna Mobile che permetterà agli utenti di caricare software e mappe direttamente sul proprio
cellulare senza dover ricorrere all'utilizzo di un palmare aggiuntivo.
Noody offre uno schema commerciale interessante per chi ha un esercizio pubblico (hotel,
campeggi, bar, biblioteche, etc.) e vuole offrire la navigazione su Internet ai suoi utenti. Econoetica
installa e gestisce gratuitamente l'infrastruttura necessaria a fronte della vendita all'utente finale di
schede pre‐pagate su cui l'esercizio ottiene una percentuale. Attualmente sono stati aperti più di 50 hot‐
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spot tra Toscana ed Emilia Romagna e sono stati formalizzati contratti di distribuzione con due partner
in Toscana.
Econoetica offre consulenza informatica ad aziende per la realizzazione di progetti high‐tech
complessi, sviluppo software, sviluppo siti web e assistenza informatica classica. Il modus operandi è,
quando possibile, l'integrazione personalizzata di prodotti open source che vengono adattati ai bisogni
specifici del cliente. Ad un anno dall'apertura di questa linea di business, Econoetica ha realizzato 8 siti
web, 2 progetti software complessi e prestato consulenza e assistenza continuativa a circa una decina di
clienti.
Caratterizzata da una rapida crescita, in due anni di attività Econoetica conta otto soci e numerosi
collaboratori impegnati nelle differenti aree di attività dell'impresa.
ENVI‐NET Sede operativa: Bologna
Le imprese costituenti ENVI‐NET sono in grado di fornire un'ampia serie di servizi e prodotti "pronti
all'uso" (off the shelf) basati sull'analisi di dati ambientali e sullo sviluppo di servizi dedicati al
monitoraggio ambientale.
ENVI‐NET ha lo scopo principale di permettere alle imprese di approcciare mercati ai quali,
attualmente, esse non riescono ad accedere.
Sono due i punti di forza che la costituzione di ENVI‐NET vanta:
• unire i singoli prodotti con i prodotti di altre aziende partecipanti al consorzio per fornire
all'utente finale un pacchetto completo ed utilizzabile in modo più semplice e diretto;
• approcciare mercati quali enti locali (provinciali, regionali) tramite contatti diretti con le
amministrazioni e grandi enti ed aziende nazionali ed internazionali per le quali l'immagine del
consorzio risulta più appetibile di quella di una singola impresa.
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I prodotti attualmente proposti dal Consorzio ENVI‐NET derivano da specifiche competenze nel settore
dell'ICT acquisite dai partecipanti, in particolare si ritiene di poter offrire:
• Servizio EOS Earth Observation Services
• Formazione
• AGRISAT
• webGIS
• Ricerca Industriale
Il massimo livello di sinergia fra i vari costituenti del consorzio si concretizza nel servizio "EOS, Earth
Observation Service, una piattaforma multi livello per l'osservazione della terra, lo studio di parametri
ambientali e la divulgazione di dati di interesse. EOS è costituito da una serie di prodotti e servizi
sviluppati dalle singole aziende consortili e operanti sinergicamente per soddisfare le esigenze degli
utenti. Il servizio EOS è articolato su differenti livelli, partendo dalla generazione delle informazioni, alla
sua elaborazione fino alla distribuzione all’utente finale.
AGRISAT è uno strumento concepito per il monitoraggio di alcuni parametri chimico ‐ fisici del
suolo, fondamentali in ambito agricolo. L'ambito applicativo è nominato Precision Farming (Agricoltura
di Precisione) in cui vengono utilizzate le immagini satellitari per individuare la tipologia, l'estensione, lo
stato di crescita e lo stato di stress del raccolto. Il monitoraggio continuo del raccolto consente agli
agricoltori di migliorare la crescita del prodotto attraverso interventi mirati, migliorando l'efficienza e
riducendo l'impiego di fertilizzanti, concimi e antiparassitari. AGRISAT, pur inserendosi in questo
contesto, si differenzia dai sistemi di monitoraggio esistenti in quanto invece di controllare le fasi di
crescita del raccolto, ha lo scopo di stimare le condizioni delle sostanze nutrienti del terreno prima
dell'inizio del nuovo ciclo di lavorazione.
ENVI‐NET sviluppa interfacce user friendly in ambiente GIS per la catalogazione e gestione di
dati ambientali, per la valorizzazione di risorse turistiche, agricole e sull'uso del suolo. I dati raccolti,
possono essere mostrati su internet con webgis appositamente costruiti su indicazione del cliente. Il
consorzio offre, progetta e realizza Sistemi Informativi Geografici utilizzando le più avanzate tecnologie
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disponibili sul mercato. Progettazione di banche dati geografiche, realizzazione di siti internet con
contenuto cartografico, consulenze, corsi di formazione sulla pratica e la teoria dei GIS completano
l'offerta.
INTELLI.NET Sede operativa: Piacenza
Il progetto INTELLI.NET prevede l'implementazione di un vero e proprio ufficio virtuale dedicato alla
consulenza aziendale sui diversi aspetti legati all'attività d'impresa. L'idea progettuale è quella di
realizzare un portale web in cui il fruitore (impresa o privato) possa accedere ad una serie di
informazioni riguardanti normative, regolamenti e problematiche inerenti la propria attività di impresa
fruendo di apposite consulenze professionali.
Il cliente ha l'opportunità di relazionarsi con un ufficio on line disponibile 24 ore su 24 in cui
verificare la propria pratica attraverso il confronto con professionisti del settore.
A disposizione del cliente è prevista una vera e propria scrivania virtuale in cui può consultare e scaricare
in qualsiasi momento e in qualsiasi luogo i propri documenti debitamente predisposti dai relativi
consulenti.
Il servizio documentale è supportato da un portale web in cui, interagendo con gli operatori, è
possibile implementare tutta una serie di procedure digitali di comunicazione con la Pubblica
Amministrazione per l'espletamento degli obblighi amministrativi.
La gestione dei documenti/dati che ha implementato INTELLI.NET rende le informazioni
disponibili attraverso un completo processo di digitalizzazione, le arricchisce di attributi e servizi
informatici, ne amplifica il valore aggiunto grazie all'agevolata interazione delle diverse competenze
professionali.
Risultato di questa gestione è la creazione di un flusso virtuoso di crescita relazionale che
coinvolge l'impresa e i professionisti ad essa collegata, mettendo in moto un processo dinamico di
sviluppo di cui la conoscenza è il fulcro.
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IRIS ‐ Innovation and Research for ICT Systems Sede operativa: Cesena
ll progetto d'impresa IRIS ‐ Innovation and Research for ICT Systems, è gestito da un team di ingegneri
che, operando all'interno di un gruppo di ricerca universitaria, hanno maturato la volontà di creare
valore proponendo soluzioni di eccellenza nel settore ICT.
Il primo prodotto sviluppato da IRIS è Log‐In, acronimo di Logistic Innovation che offre
assistenza a 360° al trasportatore in tutte le fasi del lavoro, dal carico della merce fino al rientro nel polo
logistico di pertinenza, in contesti ad elevata dinamicità come nel caso di trasporto e ritiro delle merci,
entro un raggio di alcune decine di chilometri.
Log‐In si compone di un insieme di servizi fruibili da parte del trasportatore attraverso l'uso di un
dispositivo mobile. I servizi, erogabili in maniera incrementale, riguardano la gestione continuativa ed
automatica delle informazioni relative all'attività di consegna tra trasportatore e centrale operativa, la
gestione delle merci nell'attività di carico e scarico, la gestione dei percorsi di pertinenza, del relativo
stato di traffico e la ri‐pianificazione dinamica dei percorsi in base al traffico.
ItalianaSoftware Sede operativa: Imola
ItalianaSoftware ha sviluppato, e continua a sviluppare tutt'ora, un nuovo linguaggio di programmazione
denominato Jolie per l'orchestrazione e la realizzazione di sistemi SOA (Service Oriented Architectures).
Jolie nasce da un lungo studio portato avanti all'interno dell'Università di Bologna e consente, grazie ad
una sintassi intuitiva e semplice, di risolvere in modo veloce problemi di integrazione e di progettazione
di sistemi SOA. Jolie è rilasciato come progetto open‐source.
Grazie alla grande esperienza acquisita ed alla nuova tecnologia sviluppata, Italiana Software
offre servizi di progettazione e consulenza per applicazioni software di tipo SOA. Tali servizi prevedono
la progettazione di nuovi sistemi SOA ex‐novo, lo studio e la reingegnerizzazione di sistemi esistenti
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all'interno di nuovi sistemi SOA e l'implementazione vera e propria di moduli SOA per raggiungere tale
obiettivo.
ItalianaSoftware offre servizi di supporto all'utilizzo di Jolie. Essendo il linguaggio rilasciato in
modalità open‐source, chiunque può utilizzarlo in modo gratuito; tuttavia, i clienti che necessitano di
soluzioni ad hoc o dello sviluppo di librerie specifiche possono avvalersi del supporto offerto da
ItalianaSoftware.
JSCM Sede operativa: Bologna
La disponibilità di nuove soluzioni tecnologiche e la velocità di comunicazione, hanno consentito di
aumentare l'efficienza nel Supply Chain Management. La diffusione, negli ultimi anni, dei software open
source, consente anche alle PMI di accedere, a bassi costi, a soluzioni informatiche che garantiscono il
controllo dei processi critici del loro business, realizzate con le più moderne e diffuse tecnologie. La
soluzione offerta, completamente web‐based, consente di ottimizzare i modelli di Supply Chain
Management in modo da:
• distribuire prodotti e servizi in modo integrato
• risparmiare nelle attività di approvvigionamento
• ridurre i costi della logistica
• migliorare le rotazioni degli stock
• aumentare la percentuale di consegne on time
• ridurre il lead time relativo all'order fulfilment
La soluzione si integra con facilità con i più diffusi ERP presenti sul mercato, esponendo web‐ services
per la connettività verso qualsivoglia piattaforma informatica. I settori a cui rivolgere il prodotto sono
molteplici: fast moving/consumer good, grande distribuzione organizzata, electronic‐consumer,
telecomunicazioni, settore farmaceutico.
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M+T Sede operativa: Bologna
M+T si propone di realizzare una rete digitale, costituita da schermi televisivi ad alta risoluzione,
utilizzabile come nuovo outdoor di pubblicità. Essendo l'elettronica nell' affissione ancora confinata ad
impianti unici, la diffusione di impianti digitali, collegati in rete, rappresenta un fattore innovativo in
grado di garantire maggiore efficacia e flessibilità nella trasmissione di messaggi e informazioni
pubblicitarie.
La connessione in rete, supportata da uno specifico applicativo gestionale, permette infatti una
pianificazione dinamica dei contenuti, variabile nel corso della giornata a seconda del target di interesse.
Il luogo ideale per l'installazione dell'impianto è rappresentato da catene di esercizi commerciali con
presenza capillare sul territorio nazionale. Ciò rappresenterà per le agenzie pubblicitarie una nuova e
potente opportunità di comunicazione, con una potenziale visibilità nazionale ed una pubblicità mirata a
livello locale.
Mavigex Sede operativa: incubatore I TECH‐OFF
Mavigex è uno spin‐off accademico costituito il 1° marzo 2005, operante nell'ambito del settore ICT, a
stretto contatto con il mondo della ricerca e dell'industria internazionale.
Il core business di Mavigex è focalizzato nel settore della Mobile‐TV e si esplicita nella fornitura di servizi
di aggregazione, adattamento, localizzazione ed elaborazione dei contenuti multimediali per la loro
fruizione su terminali mobili, quali ad esempio i telefoni cellulari mid‐end, high‐end e smart phones,
attraverso reti wireless terrestri e satellitari, di futura generazione come le reti UMTS, S‐DMB, DVB‐H. In
aggiunta, servizi di localizzazione permettono di contestualizzare i contenuti alle diverse realtà
linguistico/geografiche in cui il servizio di Mobile‐TV verrà offerto. I clienti di Mavigex sono rappresentati
da produttori di contenuti multimediali caratterizzati da una forte connotazione geografica e interessati
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a fornire i servizi e/o contenuti in modalità broadcasting o in modalità interattiva. Tali clienti sono
identificabili nei network televisivi locali, nelle istituzioni ed enti pubblici (Comuni, Aziende Sanitarie
Locali, Aziende di Soggiorno), nelle associazioni di categoria e negli enti del turismo. Sfruttando
l’esperienza pluriennale dei soci fondatori nel settore del Digital Multimedia Broadcasting e il forte
coinvolgimento a livello di standardizzazione internazionale, Mavigex può offrire ai propri clienti il
vantaggio competitivo necessario per accedere ad un mercato che evolve in modo estremamente
rapido.
MEEO SNC Sede operativa: S. Giovanni di Ostellato (FE)
La missione di MEEO è quella di sviluppare nuovi strumenti, per un monitoraggio più efficace
dell'ambiente, basati su moderni metodi di Osservazione della Terra da Satellite.
MEEO è un'azienda nata nel 2004 da un'idea di tre giovani laureati dell'Ateneo ferrarese che
hanno deciso di raccogliere la sfida di creare un impresa ad alto valore aggiunto, trasferendo il know‐
how, acquisito durante l'esperienza accademica, in un'azienda tecnologicamente avanzata. MEEO
partecipa a diversi progetti di ricerca, sviluppa e fornisce prodotti e servizi quali la stima di contenuti di
articolato fine e finissimo per il monitoraggio dell’inquinamento, la stima di precipitazione al suolo, per
la meteorologia e mappe tematiche del suolo per il monitoraggio del territorio.
MEEO ha sviluppato due prodotti commerciali: SOIL MAPPER e PM MAPPER. SOIL MAPPER è
attualmente utilizzato dall’Agenzia Spaziale Europea nell’ambito di due progetti per il monitoraggio del
suolo e dell’uso combinato di diverse sorgenti di dati satellitari. PM MAPPER è un prodotto che consente
di monitorare la concentrazione di PM2.5 utilizzando dati satellitari, è stato premiato come Applicazione
Innovativa all’interno dell’annuale fiera della tecnologia Research to Business tenutasi nel maggio 2006 a
Bologna.
Sinora MEEO ha avviato diverse collaborazioni con enti nazionali ed internazionali: l'ENEA di
Roma, il Dipartimento di Scienze della Terra dell'Università di Ferrara, diverse società private per quanto
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riguarda il territorio nazionale, il Joint Research Centre di Ispra, l'Agenzia Spaziale Europea, l'Università
del Wisconsin (USA) e diverse aziende private in ambito internazionale.
MeXage Sede operativa: Bologna
MeXage S.r.l. è un'azienda giovane e dinamica specializzata nella realizzazione di servizi via SMS che
consentono di avvicinare cliente e fornitore, aprendo un nuovo canale di comunicazione facile,
interattivo e potenzialmente accessibile a chiunque. La versatilità di questo strumento consente di
sviluppare soluzioni in un vastissimo campo di applicazione, limitato solo dalla fantasia e dall'attenzione
che un'azienda rivolge ai propri clienti e dalle opportunità di interazione che vuole offrire loro. I prodotti
che attualmente sono disponibili si rivolgono:
• agli organizzatori di fiere, con TrovaStand, FieraNews e SMSreminder, che sono stati erogati con
successo al salone Research to Business 2007 e a SMAU 2007;
• al mondo dell'intrattenimento, con MessageCafé, che consente ai partecipanti ad una festa
privata o in discoteca di scambiarsi SMS nel pieno rispetto della privacy (www.messagecafe.it);
• al mercato consumer, con RingPassepartout che consente di effettuare il controllo varchi (es.
cancelli) con un semplice squillo del cellulare.
In aggiunta ai servizi già commercializzati, meXage sviluppa soluzioni personalizzate per ogni esigenza di
comunicazione diretta e interattiva via SMS.
Mobicom Sede operativa: Reggio Emilia
La diffusione della telefonia mobile ha determinato la formazione di nuove esigenze. Queste si sono
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definite e vanno raffinandosi sia nel mercato business che in quello consumer, differenziandosi nel
primo per dimensioni e capacità di innovazione e nel secondo per fasce di età. Il progetto MobiCom
risponde ai nuovi bisogni integrando informatica e telefonia, facendone l'una reciproco strumento
dell'altra e offrendo servizi e applicazioni software specifiche per i telefoni cellulari.
Il gruppo di progetto è ad oggi aperto e può contare su un'esperienza tecnica pluriennale nel
campo del software e delle telecomunicazioni.
Musei&Ambiente s.r.l. Sede operativa: Bologna
Musei&Ambiente nasce per mettere a disposizione, di coloro che operano nel settore dei Beni Culturali,
un potente e agile strumento di misura e di controllo dell’ ambiente museale e di archivio,
costantemente aggiornato secondo le normative vigenti.
Musei&Ambiente effettua la caratterizzazione degli ambienti museali attraverso misure della
componente fisica, chimica e biologica dell'aria e ne tiene costantemente sotto controllo qualsiasi
variazione nel tempo e nello spazio. Il monitoraggio viene operato a distanza e gestito da un Centro di
Elaborazione Dati in grado di offrire, agli utenti, le raccomandazioni necessarie per la migliore
conservazione dei materiali presenti nei musei stessi.
Musei&Ambiente realizza questo servizio attraverso la creazione di una rete, che utilizza
tecnologie di comunicazione internet e radio, per la trasmissione dei dati e delle informazioni.
Musei&Ambiente con esperienza e professionalità, è in grado di offrire un supporto tecnico e scientifico
altamente qualificato, gestito da una équipe di esperti, referenziati e collegati a centri di ricerca.
Openliven Sede operativa: incubatore I TECH‐OFF, Bologna
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L'evoluzione della comunicazione mobile sarà sempre più orientata verso l'integrazione della voce con i
dati, dando forma a modalità di accesso alle informazioni diverse dalle attuali.
Openliven si è prefissa lo scopo di agevolare la vita quotidiana delle persone sviluppando soluzioni che
integrano il mondo della comunicazione VoIP (Voice over IP) con il mondo delle applicazioni
informatiche evolute, normalmente accessibili solo via web.
In futuro non sarà più necessario navigare attraverso numerose pagine web per poter reperire le
informazioni di cui necessitiamo, al contrario, sarà sufficiente inviare un semplice messaggio, come
avviene in una conversazione con un amico, via GoogleTalk, Skype o qualunque altro sistema di
messaggistica istantanea.
Al fine di dimostrare le potenzialità di questa forma di comunicazione, Openliven ha realizzato
un sistema sperimentale di accesso alle previsioni meteo, usufruibile mediante GoogleTalk.
Openliven, attualmente, stà sviluppando tale servizio integrandolo con altri sistemi di
messaggistica istantanea e tra messaggistica istantanea e tradizionale.
OPTIT Sede operativa: Imola e Cesena
OPTIT realizza strumenti per il supporto alle decisioni mirati ad ottimizzare, pianificare e gestire sistemi
produttivi e logistici. Per raggiungere tale obiettivo OPTIT impiega le più avanzate metodologie di
ottimizzazione matematica, messe a disposizione dalla ricerca operativa e si avvale della collaborazione
di un gruppo di ricerca universitario di elevata visibilità internazionale e comprovata esperienza. Gli
strumenti realizzati da OPTIT permettono una reale innovazione nell'organizzazione dei processi e di
conseguenza un notevole abbassamento dei costi per lo svolgimento delle attività. Il focus delle attività
di sviluppo è rivolto al settore dei servizi di raccolta, trasporto e manutenzione, in particolare:
• raccolta dei rifiuti a cassonetto e porta‐a‐porta
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• servizi ambientali (spazzamento, lavaggio e manutenzione)
• trasporto merci (percorsi di raccolta/distribuzione, logistica inbound ed outbound e groupage),
“metering” e percorsi di manutentori e di ispettori.
• Ottimizzazione del funzionamento e logistica per impianti di produzione dell'energia
Per tali settori applicativi vengono resi disponibili degli strumenti in grado di coprire i diversi contesti
operativi, dalla pianificazione strategica a quella operativa in tempo reale. Gli strumenti di
ottimizzazione sono affiancati da sistemi di acquisizione automatizzata dei dati necessari alla
pianificazione ed alla gestione. Per garantire la massima flessibilità ai propri clienti, gli strumenti
realizzati da OPTIT, sono organizzati in modo modulare e prevedono la fornitura sia come applicativi
completi sia come librerie integrabili ai principali sistemi gestionali e di cartografia. Sono state avviate
partnership con aziende che realizzano sistemi gestionali per la logistica, i servizi ambientali, il
geomarketing e la consulenza organizzativa, per un offerta congiunta di sistemi e soluzioni integrate.
POCKETECHNOLOGY Sede operativa: Forlì
Il progetto imprenditoriale pockeTecnology nasce dalla convergenza di esperienze ed obiettivi dei suoi
soci fondatori che rappresentano figure competenti e tra loro complementari, permettendo in tal modo
di coprire le molteplici realtà e necessità aziendali nel mercato del mobile business.
Il mobile business oggi è rappresentato dall'insieme di tecnologie, soluzioni, applicazioni,
strumenti, servizi e prodotti che permettono alle aziende di cogliere opportunità di miglioramento e
razionalizzazione dei processi. Per questo motivo pockeTechnology ha creato Mobile Information Portal
(MIP), un'applicazione software semplice da utilizzare come un sito web, che permette agli operatori di
un'impresa di reperire e gestire le proprie informazioni aziendali attraverso qualsiasi dispositivo mobile
e non (palmare, portatile, table pc, desktop). MIP è un'applicazione flessibile che facilmente si adatta
alle reali esigenze del cliente, integrandosi con i sistemi eventualmente già esistenti. Il grande vantaggio
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innovativo di un applicativo completamente web‐based e platform & device independent è quello che
l’utilizzatore non deve preoccuparsi di configurare il dispositivo mobile o di installarvi un software
aggiuntivo. In questo modo è possibile ottenere la disponibilità e lo scambio real‐time delle informazioni
fra azienda centrale ed operatori fuori sede, abbattendo in modo significativo costi e tempi di gestione.
Il mercato di riferimento di pockeTecnology è costituito dalle aziende che hanno un numero significativo
di mobile workers.
Protek Consulting Sede operativa: Bologna
La mission di Protek Consulting è quella di offrire alle aziende servizi e soluzioni eccellenti in ambito
gestionale (ERP, CRM, SFA) che aiutino a migliorarne la profittabilità e la competitività. Le soluzioni
offerte sono dotate di SDK studiati e realizzati nel centro di R&S con lo scopo di permettere ai partner il
più alto grado di estendibilità ed adattabilità ai più diversi scenari operativi. Protek Consulting sviluppa
soluzioni con tecnologia Web (Ajax enabled) caratterizzate da un'architettura modulare.
Grazie alla presenza dell'apposito kit di sviluppo è possibile interagire con l'architettura di base
delle soluzioni applicative personalizzandole secondo le esigenze specifiche di ogni committente pur
mantenendo la compatibilità con il CORE tecnologico.
NetOne è il prodotto di punta di Protek Consulting, un ERP progettato per gestire in maniera
integrata tutte le attività aziendali ampliando la visione delle potenzialità di business e rendendo fluida,
semplice ed immediata la visualizzazione delle informazioni. Offre funzioni per tutte le più importanti
aree, come contabilità, reporting e business analysis, logistica, acquisti, vendite, automazione della forza
vendita, e altre ancora. Il suo utilizzo è intuitivo e la facilità d'uso è coniugata con la potenza di
sofisticate analisi predisposte.
NetFarm è la soluzione gestionale appositamente studiata e personalizzata da Protek Cosulting
per rispondere alle esigenze particolari delle aziende del settore agro‐alimentare.
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Protek Consulting affianca ai propri prodotti l'offerta di servizi di consulenza di project
management, analisi e formazione grazie ad uno staff altamente qualificato, in grado di assicurare una
consolidata metodologia di implementazione.
Scriba Nanotecnologie s.r.l. Sede operativa: incubatore I TECH‐OFF, Bologna
Lo scopo di SCRIBA Nanotecnologie è sviluppare uno strumento capace di assicurare la tracciabilità
completa di un prodotto agro‐alimentare o farmaceutico.
EN‐CODE™ è costituito da un film ultra‐sottile integrato su un contenitore in cui viene codificata,
grazie a procedimenti derivati dalla nano strutturazione dei materiali organici, informazione ad alta
densità leggibile da un sistema portato in prossimità. L'informazione è permanente, resistente e
accessibile a chiunque sia dotato di opportuno lettore. EN‐CODE™ mira a integrare o sostituire il
corrente standard di mercato costituito dal codice a barre. Esso si presenta come un prodotto
fortemente pervasivo in diversi settori di mercato con un notevole potenziale di ricaduta economica e
sociale: alimentare, sicurezza, salute dei cittadini e anticontraffazione. Rispetto ai prodotti concorrenti,
EN‐CODE™ è estremamente competitivo, infatti pur avendo costi comparabili, ha un contenuto di
informazione superiore al codice a barre e non presenta le limitazioni tecnologiche e le implicazioni
negative sulla privacy dei dispositivi a radiofrequenza RFID.
simAVian.com Sede operativa: incubatore I TECH‐OFF, Bologna
SimAVian.com si pone come Il punto d'incontro tra il commercio tradizionale ed il commercio
elettronico, presentando una linea completa di prodotti, accomunati dal legame col marketplace eBay e
con i nuovi dispositivi portatili smartphone:
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• SnapNsell è uno strumento promozionale che permette di integrare la vendita on‐line a quella
diretta. Si rivolge a commercianti e artigiani, concessionarie di auto e moto e aziende di
produzione.
• SnapForce è uno strumento di supporto per la forza vendita che si integra con il sistema
informativo aziendale e permette laccesso al catalogo prodotti e promozioni in totale mobilità e
di acquisire leventuale ordine. Tale prodotto è rivolto ad agenti del settore alimentare e di
quello immobiliare.
• SnapServer è uno strumento per la pubblicazione dei cataloghi aziendali attraverso canali come
eBay e Google Base, per lintegrazione con il sistema informativo aziendale esistente, e per la
gestione della comunicazione verso gli smartphone.
SimAVian.com sottopone i propri prodotti al processo di certificazione di qualità previsto da eBay, grazie
al quale la soluzione snapNsell è presente sul sito dei fornitori certificati eBay America
http://solutions.ebay.com.
TVA Services Sede operativa: Bologna
Tennis Video Analysis Services è un progetto d'impresa in campo sportivo, informatico, multimediale e
tecnologico, la cui mission è quella di promuovere e sostenere l'analisi e la ricerca nel gioco del tennis al
fine di migliorare le prestazioni ed i risultati dell'atleta.
TVA Services si propone pertanto di fornire servizi (promozione, analisi tecnica, ricerca tecnico‐
tattico‐strategica ecc.) e prodotti (DVD, pubblicazioni, video, e‐Learning ecc.) di analisi del tennis (Video‐
Analysis, Match‐Analysis, Know‐How e Broadcasting), avvalendosi di materiale High‐Tech audio e video,
hardware e software.
Le soluzioni di TVA Services sono altresì volte a raggiungere obiettivi e a sviluppare progetti e
sono pensate per soddisfare nel tempo le esigenze di un vasto numero di Clienti Target (Accademie,
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Circoli/Club/Associazioni Sportive, Insegnanti, Coaches, Giocatori, Tour Operators). Il progetto d'impresa
TVA Services prevede infine la creazione di un Polo Scientifico e Tecnologico del Tennis, dotato di
impianti sportivi con copertura video 24/24 ore e avente come interlocutori Federazioni sportive
nazionali e Organismi/Enti di promozione internazionali.
Waymedia s.r.l. Sede operativa: incubatore I TECH‐OFF, Bologna
WayMedia ha sviluppato un sistema innovativo di comunicazione che consente la distribuzione gratuita
di filmati, musica, giochi e messaggi promozionali su telefoni cellulari, iPod, Smartphone e altri
dispositivi portatili.
Il sistema può essere personalizzato per le diverse soluzioni dedicate a centri commerciali,
pubbliche amministrazioni, musei, luoghi pubblici e turistici. Il telefono cellulare si trasforma, di volta in
volta, in guida turistica, player Podcast, fonte di informazioni, servizi ed entertainment, fino a divenire
un vero e proprio badge personale per l’accesso a manifestazioni ed eventi. Il tutto con la massima
semplicità di utilizzo ed in modo assolutamente gratuito. Ne risulta un mezzo estremamente flessibile
per lofferta di servizi al pubblico ed un potente strumento di direct marketing.
WayMedia che utilizza le moderne tecnologie di comunicazione (Bluetooth, RFID, Wi‐Fi, WiMAX,
Near Field Communication e Ultra Wide Band) si pone fra le più innovative aziende in Europa
nell’ambito dei servizi wireless.
61
5. L’analisi del settore ICT attraverso l’utilizzo di fonti originali: il progetto di ricerca
5.1 Selezione delle imprese del territorio bolognese appartenenti al settore ICT oggetto di indagine Al fine di rendere l’analisi del settore ICT del territorio bolognese più efficace e
compatibilmente con i tempi tollerati dal progetto Cityregio II, il Comune di Bologna ha scelto di
limitare il raggio di analisi ad alcuni ambiti del settore ICT quali: la meccatronica, le
biotecnologie, il packaging, il software industriale.
La scelta è frutto dell’analisi della tipologia più frequente di imprese che ha partecipato al
progetto MAMBO e che sono portatrici delle maggiori promesse di innovazione. Rispetto a tali
categorie, l’obiettivo è quello di individuare alcune criticità prevalenti nei casi di successo e di
insuccesso, per incentivare lo sviluppo del settore produttivo ICT e perpetuare gli effetti
benefici sul territorio.
Le associazioni di categoria partecipanti all’iniziativa hanno ricordato in più occasioni
come la parte più consistente del settore ICT a Bologna e provincia sia rappresentata dalle
aziende che producono software industriale e gestionale. Si tratta tuttavia di un ambito oggetto
di ampio studio all’interno di altri progetti e a cui sono già state destinate in passato notevoli
risorse.
L’amministrazione comunale di Bologna, da questo punto di vista, ha piuttosto
dimostrato, anche dietro suggerimento dei ricercatori del Dipartimento di Scienze Aziendali, di
voler incentivare lo studio di una nicchia del settore ICT in forte evoluzione che necessita di un
processo di coordinamento utile alla creazione di sinergie e alla condivisione di un prezioso
patrimonio di conoscenze e modalità di gestione.
Del resto, si legge in un documento emanato dalla provincia di Bologna che: “L’esigenza di
reazione delle imprese può non coincidere con la capacità di adattamento delle istituzioni.
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Diventa pertanto importante creare dei meccanismi che sintonizzino le diverse velocità di
adattamento. Tali meccanismi accrescono la capacità di far funzionare il sistema di economie
esterne che accompagnano l’evoluzione di un’economia territoriale” 5 .La scelta
dell’Amministrazione Comunale di promuovere un progetto di ricerca nel settore ICT è stata
mossa da un articolato ragionamento maturato in negoziazione con le associazioni di categoria
e i consulenti tecnici. La stessa selezione delle aziende oggetto di analisi è avvenuta attraverso
una serie di incontri cui ha partecipato una pluralità di soggetti.
In primo luogo, è opportuno sottolineare che il comune di Bologna ha avviato da alcuni
anni finanziamenti e servizi per lo sviluppo di progetti di impresa nel settore dell'Information
and Communication Technology, sfruttando l'opportunità di una misura specifica di
finanziamenti del Ministero delle Attività Produttive rivolta alle città metropolitane (art.14
legge 266/97). Allo stato attuale dopo aver sperimentato per alcuni anni interventi inerenti la
formazione, la concessione di finanziamenti agevolati, il supporto allo start‐up di impresa, vi è
la necessità di fare un salto verso azioni più incisive di rafforzamento per definire un piano
organico interistituzionale per lo sviluppo del settore ICT. City Regio II vuole rafforzare la
capacità e la crescita economica del territorio promuovendo la cooperazione tra i centri urbani
e le zone circostanti. A questo proposito, l’analisi di alcuni casi aziendali significativi per il
modello di business in oggetto costituisce la base da cui derivare i fattori critici di successo ed
eventuali ricorrenze generalizzabili ed adottabili da parte delle aziende ICT in via di crescita.
I segmenti6 di riferimento del settore ICT sono individuati, sulla base della definizione accettata
a livello internazionale, in:
• meccatronica;
• automazione industriale;
5 Trasformazioni dell’economia locale. Periodico del sistema di monitoraggio sulle trasformazioni dei sistemi di impresa della provincia di Bologna., Novembre 2007, p. 3. 6 Classificazione ATECO, classi: 29, 30, 31, 32, 33
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• elettronica;
• software industriale.
Quali parametri connessi all’individuazione delle aziende, si evidenziano i seguenti:
- aziende sviluppate recentemente, 10‐15 anni;
- aziende con buone performance economico‐finanziarie (redditività e solidità
patrimoniale);
- aziende con significative opportunità di sviluppo (capacità di innovazione,
collaborazione con centri di ricerca, comakership, dimensionamento dell’R&D);
- aziende di riconosciuto impatto sociale (forte spinta alla formazione e al presidio del
capitale intellettuale, ricorso all’esternalizzazione produttiva).
L’elenco delle imprese che avrebbero potuto partecipare all’iniziativa è emerso nel corso
di alcuni incontri organizzati in collaborazione con le associazioni attive nel territorio nel settore
industriale, che hanno fornito numerose informazioni circa la composizione del tessuto
economico a livello regionale.
In particolare, sono stati consultati:
- il Rapporto Annuale Unioncamere;
- gli studi di fattibilità ITECH OFF;
- il rapporto regionale ICT;
- i rapporti di conferenze organizzati in collaborazione con il CNR.
Ciascuna impresa è stata infine contattata attraverso una lettera di presentazione della
ricerca e di invito alla compilazione del questionario redatto dai esperti del Dipartimento di
Scienze Aziendali. Di seguito riportiamo il testo della lettera di invito a partecipare alla ricerca
rivolta alle 30 aziende selezionate.
64
Gentile impresa,
colgo l'occasione per ringraziarla dell'interesse manifestato per l'iniziativa che il Comune
di Bologna ha deciso di intraprendere nell'ambito del progetto europeo City Regio II di cui è
partner e del quale le allego la scheda informativa.
Il precipuo fine dell'Amministrazione è quello di meglio comprendere la realtà
dell'Information and Communication Technology, definendo dei parametri di buona
gestione imprenditoriale attraverso lo studio di realtà d'impresa, per giungere ad una visione
condivisa di sviluppo tra i portatori di interessi che operano nell'ambito dello sviluppo
economico del territorio.
A tal fine, grazie alla preziosa collaborazione Dipartimento di Scienze Aziendali dell'Università
degli Studi di Bologna, è stato predisposto un questionario on‐line che Le chiedo gentilmente
di compilare e a cui può agevolmente accedere seguendo le indicazioni della e‐mail che
seguirà dall'oggetto "Invito a partecipare ad un'indagine on line". Le chiedo gentilmente di
rispondere entro il termine del 07 gennaio 2008.
5.2 Il questionario ICT e l’analisi dei bilanci
La fase di costruzione del questionario rappresenta un momento particolarmente delicato nel
corso della pianificazione di un’indagine di valutazione, pertanto ha previsto la costituzione di
un gruppo di esperti all’interno del Dipartimento di Scienze Aziendali che ha seguito anche la
necessaria fase di validazione del questionario stesso.
Il questionario ICT è anzitutto uno strumento di comunicazione e, in quanto tale, ha
cercato di trasmettere l’informazione al rispondente nel modo più chiaro e semplice possibile.
Esso è altresì uno strumento di misura, la cui funzione è quella di raccogliere informazioni sulle
variabili qualitative e quantitative delle imprese ICT del territorio bolognese.
65
Per un’efficace progettazione del questionario sono state pianificate le seguenti operazioni:
1. Costruzione dello schema concettuale del questionario
2. Progettazione e costruzione del questionario
3. Validazione del questionario.
Costruzione dello schema concettuale del questionario
Il primo passo è stato quello di preparare un elenco di tutte le informazioni necessarie per
acquisire conoscenze utili a fornire risposte congruenti con gli obiettivi della ricerca.
A tale scopo, lo schema concettuale del questionario ha riguardato i seguenti aspetti:
• le caratteristiche istituzionali delle imprese ICT (corporate governance)
• il profilo competitivo e le combinazioni prodotto‐mercato
• i processi chiave del business ed il presidio diretto o indiretto delle attività della catena
del valore
• il grado di internazionalizzazione espresso sia sul fronte dei mercati di sbocco sia dal
punto di vista della supply chain dell’impresa
• la propensione dell’impresa ad attivare le condizioni organizzative necessarie per
favorire i processi di innovazione, con particolare riguardo alle caratteristiche ed alla
gestione delle risorse umane;
• i vincoli di vario genere che nella percezione delle imprese hanno rappresentato un
fattore limitante per lo sviluppo.
Questo processo di concettualizzazione ha permesso di stabilire in modo analitico e dettagliato
il contenuto del questionario.
66
Progettazione e costruzione del questionario
La fase successiva ha riguardato la traduzione delle informazioni elencate in precedenza in una
serie di domande comprensibili per l’intervistato.
Una particolare attenzione è stata rivolta all’ordine e alla successione dei quesiti
all’interno del questionario. In particolare è stata seguita una successione logica dei temi, con le
domande più semplici collocate all’inizio.
Il questionario è stato articolato nelle seguenti sezioni:
1. Identificazione dell’impresa
2. Corporate Governance
3. Forza lavoro
4. Dati sull’attività
5. Attitudine all’innovazione
6. Supply Chain
7. Portafoglio prodotti/mercati
8. Accesso alla finanza agevolata
9. Collaborazione con Università ed enti di ricerca
10. Vincoli allo sviluppo.
Il questionario è riportato in Allegato alla presente relazione.
Validazione e somministrazione del questionario
A seguito della definizione della prima bozza, il questionario è stato “validato” per verificare se:
• rispondeva correttamente alle esigenze conoscitive dell’indagine (se sono state
trascurate alcune domande, se il livello di dettaglio adottato era rilevante o meno,
ecc.).
67
• era facilmente comprensibile per gli intervistati e semplice da gestire per gli
intervistatori (adeguatezza del linguaggio adottato, difficoltà a rispondere, ecc).
Durante l’indagine di pre‐test è emersa la necessità di somministrare il questionario in
modalità on line, anche in considerazione del ridotto tempo a disposizione per concludere
l’indagine.
Il Questionario era disponibile per le aziende e compilabile online al sito:
http://www.angelopaletta.info/ict/index.php?sid=81528&loadall=reload&scid=4&loadname=p
ortos&loadpass=vm110645
Il questionario è stato pubblicato a partire dal 18/12/2007 fino al 31/01/2008. E’ stato
inviato a 30 imprese, ma soltanto 9 questionari sono risultati validi ai fini dell’indagine.
Accanto al questionario ICT, è stata condotta l’analisi dei bilanci delle aziende selezionate
allo scopo di tracciare le dinamiche reddituali, finanziarie e patrimoniali del segmento di analisi.
68
6. I risultati del progetto di ricerca: analisi economico finanziaria In modo parallelo alla somministrazione del questionario ICT, il gruppo di lavoro ha condotta
un’analisi economico finanziaria delle imprese target avvalendosi dei bilanci degli ultimi 5 anni.
Sulla base dei bilanci degli esercizi degli anni 2002 fino al 2006 possiamo tracciare alcune
osservazioni riguardanti la struttura e la performance del pool di imprese selezionate.
• Il fatturato, complessivamente preso, delle 26 imprese ha mostrato un andamento
crescente passando da un fatturato medio di € 3.736.506 per l’esercizio 2002 ad un
fatturato medio di € 4.214.036 per l’esercizio 2006, corrispondente ad un aumento pari
a € 477.530 per il periodo considerato.
• Al 2006 il fatturato complessivo preso dalle imprese selezionate era pari a €
109.564.930, da notare in questo caso che solo 3 delle 26 realtà hanno fatto registrare
fatturati superiori ai 10.000.000 € ciò a valicare l’evidenza di una struttura formata
principalmente da piccole imprese.
• La crescita del fatturato medio per ogni azienda nel periodo 2002‐2006 è stata pari a €
1.265.199. Di particolare importanza è il fatto che solo 3 imprese hanno fatto registrare
performance negative segno di una generale positività del settore.
• La crescita non ha presentato un andamento lineare ma si è sviluppata con tasso
differente tra le aziende e tra gli anni considerati con crescita minima nel 2002 (6.76%) e
una crescita massima nel periodo 2006 (32,56%). Complessivamente parlando dal 2002
ad oggi i dati in nostro possesso mostrano una crescita media percentuale del fatturato
pari al 14.31%.
• Gli Utili hanno mostrato un andamento simile a quello del fatturato passando dal valore
negativo medio di ‐€ 9.898 (pari ad un valore totale negativo di ‐€ 39.593) del 2002 ad
un valore medio pari a € 59.363 riscontrato dai bilanci del 2006 (pari ad un valore totale
degli utili di € 1.543.439). La variazione media per azienda considerando tale lasso di
69
tempo è stata pari ad € 37.502 da notare in questo caso che 11 delle 26 imprese hanno
mostrato nel periodo complessivamente preso un peggioramento del proprio utile
rispetto al valore iniziale del 2002.
Figura 18 ‐ Trend fatturato / utile
Per quanto riguarda la valutazione patrimoniale e finanziaria ci avvaliamo nella analisi
degli indici in particolare questi sono gli andamenti dei principali indici patrimoniali finanziari
durante il periodo 2002‐2006.
2002 2003 2004 2005 2006
Fatturato 3.736.506 3.649.470 3.562.777 3.933.421 4.214.036
Utile ‐9.898 ‐25.914 55.899 12.056 59.363
‐500.000
‐
500.000
1.000.000
1.500.000
2.000.000
2.500.000
3.000.000
3.500.000
4.000.000
4.500.000
Fatturato ‐ Utile
70
• Per quanto riguarda il “leverage” dobbiamo notare che tutte le aziende hanno presentato
indici molto elevati e solo poche hanno presentato un indice sinonimo di un soddisfacente
equilibrio tra capitale proprio e capitale di terzi.
Notiamo che anche se in miglioramento negli anni l’indice rimane ancora oggi molto alto a
significare un ricorso massiccio al finanziamento ed una sottocapitalizzazione generale delle
aziende scelte.
• Il tasso di rotazione degli impieghi mostra sostanzialmente un andamento costante durante
il periodo.
• Il ciclo investimenti‐disinvestimenti si mostra abbastanza disomogeneo all’interno del
settore con valori dissimili tra le varie aziende selezionate, questo in considerazione del
fatto che il con il termine ICT si intende una variegata imprenditorialità e che tale indice è
influenzato dalla lunghezza dei cicli produttivi, dalla tecnologia utilizzata in impianti e
macchinari, dalle quantità prodotte ed in generale dagli impegni effettuati, fattori i quali
variano a seconda di dove le aziende si posizionano all’interno del settore ICT.
2002 2003 2004 2005 2006 valoremedio
• Indice di indebitamento (Leva finanziaria)
14,94 12,34 12,86 13,26 10,32 11,28
• Rotazione degli impieghi 1,42 1,51 1,50 1,40 1,42 1,45 • Indice di elasticità 605,47
% 816,77%
966,59%
885,15%
707,22%
796,24%
• Autonomia finanziaria 13,98%
18,90%
16,72%
18,71%
20,82%
17,83%
• Auto‐copertura delle immobilizzazioni
1,22 1,84 2,08 1,99 1,78 1,78
• Indice di disponibilità 1,27 • Indice di liquidità secondaria
(acid test) 1,03
71
• Particolare sono i valori che assume l’indice di elasticità, valori che presentano un
andamento disomogeneo nel tempo che non è possibile ricondurre ad un trend preciso. In
generale tale valore è evidenza di una struttura estremamente elastica nella maggioranza
delle aziende prese in considerazione, dovuta probabilmente alla bassa incidenza delle
immobilizzazioni.
• L’indice di autonomia finanziaria mostra mediamente un andamento crescente negli anni,
segno di un miglioramento graduale. I valori rimangono tuttavia a livelli critici, sintomo
evidente di una struttura finanziaria sostanzialmente debole dove l’incidenza del capitale
proprio è minima se non nulla in alcuni casi. Estremamente esplicativo è il fatto che solo
poche imprese, e in un numero ridotto di anni, hanno raggiunto valori superiori al 35%.
• L’indice di auto‐copertura delle immobilizzazioni (fa riferimento al margine di struttura)
mette in evidenza un elevato ricorso al capitale di rischio per finanziare i diversi impieghi.
Una particolare attenzione deve essere fatta agli indicatori relativi al fattore umano.
• Le spese per salari stipendi hanno mostrato un trend di crescita a partire dal 2003 dopo
che tra il 2002‐2003 era emersa una flessione.
• L’investimento totale in personale per ogni singola azienda per il periodo considerato è
stato in media pari a € 172.894, mentre l’investimento medio in personale per ogni
singola azienda durante il periodo 2002‐2006 è stato pari a € 62.948 annui.
72
Figura 19 ‐ Trend salari / stipendi
Figura 20 ‐ Variazione nominale tra gli anni
2002 2003 2004 2005 2006
SALARI E STIPENDI € 817.753 € 683.697 € 676.861 € 673.006 € 745.395
Incidenza sui ricavi 14,00% 18,92% 19,48% 17,81% 17,11%
€ 0
€ 100.000
€ 200.000
€ 300.000
€ 400.000
€ 500.000
€ 600.000
€ 700.000
€ 800.000
€ 900.000
2003‐2002 2004‐2003 2005‐2004 2006‐2005
VARIAZIONE NOMINALE TRA GLI ANNI ‐€ 18.153 € 55.969 € 73.742 € 72.389
VARIAZIONE % TRA ANNI 1,89% 5,05% 13,76% 8,99%
‐€ 40.000
‐€ 20.000
€ 0
€ 20.000
€ 40.000
€ 60.000
€ 80.000
73
• Di particolare importanza è l’incidenza di tali costi sui ricavi della azienda, i valori medi
negli anni mostrano un andamento discontinuo, così come è disomogeneo tale valore
tra le diverse aziende a causa della diversità di tipologie che possono essere racchiuse
nella denominazione ICT.
• Non è possibile una valutazione nel tempo dell’incidenza del costo medio del
dipendente e del fatturato per dipendente, a causa della mancanza dei dati circa gli
occupati nei periodi 2002‐2005. In ogni caso i valori del 2006 sono stati rispettivamente:
o Costo medio dipendente: € 27.083,43
o Fatturato per dipendente: € 196.713,65
• La forza lavoro media è stata pari a 25.68 unità per impresa.
Maggiori approfondimenti sulle risorse umane nel segmento ICT prescelto sono stati
condotti attraverso il questionario ICT che segue.
74
7. I risultati del Questionario ICT : Fattori di successo e vincoli allo sviluppo
Come già ricordato nelle note metodologiche, il questionario è stato pubblicato a partire dal
18/12/2007 fino al 31/01/2008. E’ stato inviato a 30 imprese, ma soltanto 9 questionari sono
risultati validi ai fini dell’indagine.
L’insieme di aziende oggetto di studio è composto da 9 imprese operanti per la
maggioranza nel campo di: Realizzazione di software e consulenza informativa (7 imprese).
Alcune imprese dimostrano di operare su più campi, ad esempio BBC Technologies che
dichiara di avere 3 campi di attività.
Nel campo di “Fabbricazione di apparecchiature e sistemi per le comunicazioni” non
rientra alcuna impresa.
Fabbricazione di
macchine, elaboratori e sistemi informatici
Realizzazione di Software e consulenza informativa
Servizi di supporto (manutenzioni, elaborazione dati, hosting, ecc)
Fabbricazione di apparecchiature e sistemi per le comunicazioni
PS.NET srl BBC Technologies Srl C.M.A. Srl Impresa C Informatica Impresa H Impresa A Impresa E Srl LAn Systems Srl Impresa I SpA
75
Corporate Governance
• La forma d’impresa più diffusa delle imprese selezionate è la società a responsabilità
limitata (8 imprese);
• Solo un’impresa ha la forma di società in accomandita per azioni;
• Un terzo delle aziende considerate sono imprese con partecipazione famigliare;
• Le aziende presentano un numero di soci da 1 a 5;
• Il modello di amministrazione più diffuso è quello tradizionale. Non sono presenti
amministratori indipendenti;
• In generale non si ha presenza di altri organi quali il collegio sindacale, la società di
revisione o il comitato di controllo interno: solo 2 aziende dichiarano di averne.
Forza Lavoro
• L’insieme di aziende rivela una numerosità del personale in linea con le dimensioni delle
aziende. Ciò che si nota è che i valori mediani della numerosità del personale a tempo
indeterminato è ben superiore a quella del lavoro a contratto. In effetti, osservando i
dati emergono altre considerazioni. Le tre imprese che hanno dichiarato di utilizzare il
lavoro a contratto dimostrano di avere un numero di personale a tempo indeterminato
minore che quello a contratto. La mobilità del personale è sia un fattore di rischio per la
perdita di risorse formate all’interno dell’impresa, ma anche un fattore di
contaminazione culturale, apportando all’impresa nuove conoscenze dall’esterno.
76
Figura 21 ‐ Numerosità del pesonale
• L’età media del personale è di 30 anni. Questo dato è più alto nelle aziende con più
personale e con più persone con contratti a tempo indeterminato.
• In media il personale risulta avere un titolo di laurea e il personale della ricerca e
sviluppo anche qualche titolo più avanzato (dottorato di ricerca).
• Le aziende risultano investire di più nelle ore di formazione dedicate alla ricerca e
sviluppo e produzione che alle altre funzioni.
2
15
4
0 0
Numerosità del personale ‐ valori mediani
Dirigenti
Personale a tempo indeterminato
Collab. coord. Continuativi /lav. a contratto
Lavoratori interinali
Associati in partecipazione
77
Figura 22 ‐ Ore di formazione nell'ultimo esercizio
Internazionalizzazione Le domande relative all’internazionalizzazione sono mirate allo studio dello sviluppo del settore sui
mercati locali (locale / nazionale) ed esteri (europeo / globale), inteso come livello di proiezione
commerciale, sociale e culturale.
• In media le aziende hanno come mercato di riferimento quello nazionale.
175
100
20
40
Ore di formazione nell'ultimo esercizio
Ricerca e sviluppo
Produzione
Commerciale
Direzione, finanza e amministrazione
78
Figura 23 ‐ Mercato di riferimento
• La percentuale di fatturato generata per cliente è quasi uguale nel mercato nazionale e
locale. Si abbassa nel mercato europeo / globale.
32
59
63
Mercato di riferimento
Locale
Nazionale
Europeo
Globale
79
Figura 24 ‐ Numero clienti / % Fatturato mdio per cliente
• Il numero di fornitori invece è inverso. Si nota un numero maggiore di fornitori globali /
europei, che quelli nazionali / locali.
• Figura 25 ‐ Numero fornitori
10
15
5
0
Numero Clienti
Locale
Nazionale
Europeo
Globale
3,20%
3,93%
1,20%
0
% Fatturato medio per cliente
Locale
Nazionale
Europeo
Globale
9
13
8
18
Numero Fornitori
Locale
Nazionale
Europeo
Globale
80
In sintesi i dati vengono riportati nel grafico di sotto:
Figura 26 ‐ Mercati di riferimento, clienti, fornitori
Modello Organizzativo
• Le aziende risultano avere una forte propensione a realizzare internamente le attività di
Ricerca e Sviluppo dei propri prodotti e della Progettazione.
• La Fabbricazione e l’Assemblaggio sono invece svolte in generale su outsourcing a raggio
locale.
Locale
Nazionale
Europeo
Globale
Mercati di riferimento (%fatturato)Numero Clienti
Numero Fornitori
Canale distributivo
81
Figura 27 ‐ Modello organizzativo
8 8
24
1 1
75
Ricerca e Sviluppo del prodotto
Progettazione Fabbricazione Assemblaggio
Attività realizzata internamenteSi No
1 13
1
8 86
8
Ricerca e Sviluppo del prodotto
Progettazione Fabbricazione Assemblaggio
Attività in outsourcing a raggio locale
Si No
30
3 2
69
6 7
Ricerca e Sviluppo del prodotto
Progettazione Fabbricazione Assemblaggio
Attività in outsourcing delocalizzato
Si No
82
Attitudine all’Innovazione
• Il numero di collaborazioni a supporto dell’innovazione e del trasferimento tecnologico
con imprese fornitrici e clienti risulta essere più ampio rispetto a quelle con università
ed altri enti di ricerca ed intermediari finanziari.
Non emergono rapporti collaborativi con le imprese concorrenti.
Figura 28 ‐ Collaborazioni a supporto dell'innovazione e del trasferimento tecnologico
Supply Chain Gli acquisti fatti dai fornitori co‐localizzati sono quasi il 60% del valore totale degli acquisti. Il
resto è diviso tra fornitori nazionali (quasi il 33%) e altri fornitori. (7%).
75%
0%
17%
8%
Collaborazioni a supporto dell'innovazione e del trasferimento tecnologico
Imprese fornitrici/clienti
Imprese concorrenti
Università e centri di ricerca
Intermediari finanziari
Figura 29
Portafo
•
•
Figura 30
‐ Supply chain
oglio prodotNumero br
Risultano 3
‐ Introduzione
0
10
20
30
40
50
60
0
1
2
3
4
5
6
1 a
tti / mercatevetti: le az
3‐5 prodotti
di nuovi prodo
Ultimo eserci
3
anni indietro
Int
ti ziende selez
introdotti n
otti
zio3 ann
5
5 anni i
troduzio
zionate non
negli ultimi
ni indietro
5
indietro
one di n
n indicano b
5 anni.
Fornito
Fo
0
10 anni indie
uovi pro
brevetti in lo
ori co‐localizza
ornitori nazio
Altri fornito
etro 15
odotti
oro possess
ati
nali
ori
0
anni indietro
83
o.
3
84
Collaborazioni con Università ed Enti di Ricerca Vanno considerati alcuni rapporti di collaborazione consolidati o instaurati in questi ultimi anni
con varie istituzioni ed enti di ricerca per capire il grado di apertura e di attenzione allo sviluppo
del proprio network.
In generale le aziende dichiarano che non hanno collaborazioni con Università ed Enti di
Ricerca, che non partecipano a spin off ed incubatori d’impresa. Emergono soltanto due casi in
cui si presumono attività simili:
• Un’impresa risponde di avere una collaborazione con DEIS riguardo ad una attività di
tirocinio per laureandi;
• Quale Incubatore d’impresa è stato indicato unicamente Alma Cube.
Vincoli allo sviluppo Nel questionario sono stati definiti 5 principali ambiti di vincoli allo sviluppo:
• Fattori soggettivi
• Errori nell’impostazione delle scelte strategiche
• Inefficienze interne
• Fattori esogeni
• Fattori locali
L’obiettivo è capire la coscienza e la sensibilità delle aziende rispetto ai propri vincoli
interni ed esterni.
Nelle scelte dei fattori soggettivi che possono essere dei vincoli allo sviluppo, si nota la
rilevanza che si dà alle insufficienti competenze manageriali. Invece si considera come non
rilevante il passaggio generazionale, che sembra non preoccupare le aziende.
85
Figura 31 ‐ Fattori soggettivi
• Nelle scelte strategiche si hanno due opinioni diverse riguardo alla carenza di
innovazione. Il 50% dichiara come molto rilevante tale fattore e l’altro 50% come non
rilevante.
• La rigidità strutturale non è considerato come vincolo per lo sviluppo.
• Tutti gli altri fattori in generale vengono percepiti come rilevanti per lo sviluppo.
Molto Rilevante
Abbastanza Rilevante
Poco Rilevante
Non Rilevante
Errori manageriali
Insufficienti competenze manageriali Vicende coinvolgenti il gruppo di appartenenza Comportamenti fraudolenti di terzi Passaggio generazionale
86
Figura 32 ‐ Errori nell'impostazione delle scelte strategiche
Nelle inefficienze interne, il mancato controllo dei costi, i problemi finanziari e la gestione
industriale in generale non sono considerate come possibili vincoli allo sviluppo.
Si percepiscono come rilevanti i problemi commerciali, l’inefficienza organizzativa e/o
informativa, ma non si considerano come tali le funzioni finanziarie e il controllo interno dei
costi.
Molto Rilevante
Abbastanza Rilevante
Poco Rilevante
Non Rilevante
Errori di crescita
Assunzione di rischi eccessivi, gestione speculativa
Incoerenza del business
Rigidità strutturale / scarsa flessibilità produttiva
Carenza di pianificazione, programmazione e controllo
Carenza di innovazione
87
Figura 33 ‐ Inefficienze Interne
L’obiettivo delle domande sui fattori esogeni che possono mettere a rischio l’impresa è relativo
alla determinazione del controllo che le imprese possono avere rispetto all’ambiente esterno.
Le aziende dichiarano un certo grado di sensibilità rispetto alla crisi di mercato / settore
come possibile fattore di rischio. Gli altri fattori vengono ritenuti non critici per lo sviluppo, in
particolare i seguenti:
• Instabilità dei cambi valutari e del costo del denaro;
• Variabilità del costo dei fattori produttivi;
• Concorrenza sleale subìta;
Rilevante
Abbastanza Rilevante
Poco Rilevante
Non Rilevante
Decadimento dei prodotti
Mancato controllo di redditività dei prodotti
Inefficienza organizzativa e/o informativa
Composizione dei costi (variabili ‐fissi)
Commerciali
Amministrativi e generali
Finanziari
Eccesso di indebitamento
Squilibri tra struttura degli investimenti e durata dei finanziamenti Squilibri patrimoniali (inadeguatezza dei mezzi propri, scarso autofinanziamento) Squilibri nelle gestioni accessorie
88
• Inadempimenti di terzi;
• Fattori politici ed altre circostanze esterne (calamità naturali).
Figura 34 ‐ Fattori esogeni
In relazione ai fattori locali che possono incidere sullo sviluppo futuro, le imprese dimostrano
una scarsa percezione dell’importanza delle collaborazioni con l’università e i centri di ricerca.
Risultano invece molto importanti gli altri fattori:
• il sistema locale di istruzione e formazione;
• i servizi di orientamento di lavoro;
• le infrastrutture per la logistica;
• i servizi alle imprese da parte del comune;
• i servizi relativi alla casa per l’attrazione dei lavoratori.
Molto Rilevante
Abbastanza Rilevante
Poco Rilevante
Non Rilevante
Crisi di mercato / settore
Instabilità dei cambi valutari e del costo del denaro
Variabilità del costo dei fattori produttivi
Concorrenza sleale subìta
Inadempimenti di terzi
Fattori politici ed altre circostanze esterne (calamità naturali)
Altre (precisare)
89
Figura 35 ‐ Fattori Locali
In sintesi i dati sono riportati nella tabella seguente:
Molto Rilevante
Abbastanza Rilevante
Poco Rilevante
Non Rilevante
Insufficente sistema locale di istruzione e formazione
Scarse collaborazioni tecnologiche con università e centri di ricerca Servizi di orientamento al lavoro insufficienti o inefficaci
Non efficaci Servizi alle imprese da parte del comune
Infrastrutture per la logistica non adeguate
Servizi relativi alla casa per l'attrazione di lavoratori
Sistema creditizio locale non adeguato
Figura 36‐
Non Rile• Fatt•Vic•Co•Pa
• Inef•Ecc
• Fatt• Ina
Poco Ril•Erro•As•Rig
• Inef•De•Am•Fin• Sq
• Fatt• Ins•Va•Co•Fat
• Fatt• Ins• Sca• Inf
Abbasta• Fatt•Err• Ins
•Erro•Err• Inc•Ca
• Inef•Ma•Co•Sq•Sq
• Fatt•Cri
• Fatt• Se• Se
Molto R•Erro•Ca
• Inef•Co
• Fatt•No
‐ Vincoli allo sv
evantetori Soggettivicende coinvolgenti omportamenti fraudssaggio generazionfficienze Internecesso di indebitametori esogeni adempimenti di terz
levanteori nell'impostazionsunzione di rischi egidità strutturalefficienze Interneecadimento dei prodmministrativi e genenanziari uilibri nelle gestiontori esogeni stabilità dei cambi vriabilità del costo d
oncorrenza sleale suttori politici ed altretori localisufficente sistema loarse collaborazioni frastrutture per la lo
anza Rilevantetori Soggettivirori manageriali sufficienti competenori nell'impostazionrori di crescitacoerenza del businerenza di innovazionfficienze Interneancato controllo di omposizione dei cosuilibri tra struttura uilibri patrimoniali tori esogeni isi di mercato / setttori localirvizi di orientamentrvizi relativi alla cas
Rilevanteori nell'impostazionrenza di pianificaziofficienze Interneommerciali tori localion efficaci Servizi all
viluppo
il gruppo di appartedolenti di terziale
ento
zi
ne delle scelte stratccessivi, gestione sp
dotti erali
i accessorie
valutari e del costo dei fattori produttivubìtae circostanze estern
ocale di istruzione etecnologiche con uogistica non adegua
nze manageriali ne delle scelte strat
essne
redditività dei prodsti (variabili ‐ fissi) degli investimenti e(inadeguatezza dei
tore
to al lavoro insufficsa per l'attrazione d
ne delle scelte stratone, programmazio
le imprese da parte
enenza
egichepeculativa
del denaroi
ne (calamità natura
e formazione niversità e centri diate
egiche
dotti
e durata dei finanzimezzi propri, scars
ienti o inefficaci di lavoratori
egicheone e controllo
e del comune
li)
i ricerca
amenti so autofinanziamentto)
90
0
91
8. Casi di studio L’analisi e l’interpretazione dei risultati che emergono dall’indagine possono essere articolati in tre principali ambiti:
• sulla base delle analisi di bilancio, definizione del profilo e della performance economico finanziaria delle imprese appartenenti ai segmenti ICT del territorio bolognese, prescelti ai fini dell’indagine (meccatronica, automazione industriale, elettronica, software industriale);
• sulla base delle elaborazioni del Questionario ICT e delle analisi di bilancio, focalizzazione dell’indagine su un più ridotto numero di imprese allo scopo effettuare correlazioni tra indicatori economico finanziari e indicatori predittivi relativi ai seguenti aspetti: internazionalizzazione, innovazione, impatto sociale, vincoli allo sviluppo;
• analisi delle politiche di gestione e organizzazione delle risorse umane delle imprese ICT con lo scopo di mettere in evidenza la caratteristiche del personale con riguardo ai seguenti aspetti: tipologia di contratti, anzianità di servizio ed età media, istruzione e formazione.
Impresa A Il fatturato considerando il periodo 2003‐2006 ha evidenziato una crescita costante per tutto il
periodo passando da un valore di € 586.471 ad un valore di € 925.342 nell’ultimo esercizio, tale
variazione corrisponde ad un aumento pari a € 338.871
L’incremento è sempre stato maggiore al 20% annuo tanto che alla fine la variazione media dei
ricavi è stata di 27.84%
L’utile dopo una flessione tra gli anni 2003‐2004 (anni comunque in cui l’azienda ha sempre
chiuso il bilancio con risultato positivo) ha continuato a crescere fino al valore di € 13.507 come
risulta dall’ultimo bilancio disponibile.
Tali dati dimostrano indubbiamente una buona performance aziendale.
92
La struttura patrimoniale dell’impresa in questione mostra all’anno 2006 un capitale proprio
pari a € 70.468,00 valore che si è andato riducendo di ‐€ 25.616,00 dall’anno 2003 quando lo
stesso era pari a € 96.084,00.
La struttura degli impieghi ha avuto nel tempo un incremento pari a € 86.196,00 raggiungendo
il valore nel 2006 di € 468.375,00; struttura in cui è presente una netta predominanza di
elementi facente parti l’Attivo circolante che in media hanno inciso per il 82,54%; le
immobilizzazioni invece hanno inciso solo per un 16,24%.
Da notare inoltre che l’analisi ha mostrato un trend in cui le poste dell’attivo circolante hanno
in modo costante aumentato il loro peso sul totale degli investimenti.
L’analisi per indici ha mostrato questi risultati:
IMPRESA A 2002 2003 2004 2005 2006
valore
medio
Indice di indebitamento (leva
finanziaria) 3,98 5,86 8,34 6,65 6,21
rotazione degli impieghi 1,53 2,17 1,85 1,98 1,88
indice di elasticità
289,1
4%
485,7
3%
687,6
0%
876,1
7% 584,66%
autonomia finanziaria
25,14
%
17,05
%
11,99
%
15,05
% 17,31%
autocopertura delle
immobilizzazioni 0,98 1,03 0,96 1,48 1,11
indice di disponibilità 1,34
indice di liquidità secondaria
(acid test) 1,35
93
Dai quali si evince un alto grado di utilizzo della leva finanziaria connesso ad un eccessivo
ricorso all’indebitamento, fattore che indica inefficienza interna. E’ da notare che questo,
anche dalla stessa azienda è sentito come un vincolo molto rilevante allo sviluppo.
La struttura che l’impresa ha assunto nei diversi anni è sempre stata caratterizzata da una
elevatissima elasticità; la stessa azienda ha messo in evidenza come la rigidità strutturale sia un
limite molto rilevante alla crescita.
Continuando con l’analisi patrimoniale notiamo che l’indice di autonomia finanziaria (che mette
in rilievo il peso del capitale proprio come fonte di finanziamento) si assesta in tutti gli anni su
valori critici ed anzi mostra un trend in peggioramento ad evidenziare la poca solidità della
struttura dei finanziamenti prevalentemente basata sull’utilizzo di capitale di terzi.
L’indice di autocopertura delle immobilizzazioni ci mostra che gli investimenti di medio lungo
termine non sempre sono stati finanziati con capitale di rischio ma spesso ed in particolar modo
nell’ultimo esercizio si è dovuto fare ricorso per buona parte anche al capitale di terzi. Dal
questionario si nota come l’azienda abbia considerato gli squilibri patrimoniali(inadeguatezza
dei mezzi propri, scarso autofinanziamento) tra le inefficienze interne “abbastanza rilevanti
sulle performance” seppur, ma si nota come nella azienda non ci sia stata intenzione di
provvedere a sanare la situazione e più spesso si nota incongruenza tra le risposte e l’effettivo
comportamento.
Risorse Umane:
• Impresa A ha un’età media del personale di 30 anni e dichiara di investire molto
nelle ore di formazione (più alte della media) su Ricerca e Sviluppo e Produzione;
• L’istruzione del personale è alta (personale con titolo di laurea).
Internazionalizzazione:
• Come mercato di riferimento Impresa A ha quello locale e nazionale (rispettivamente
20% e 80% del fatturato);
94
• Il numero dei clienti dichiarati sono 1 sul mercato locale e 2 sul mercato nazionale;
• Anche il numero dei fornitori è localizzato come il mercato di riferimento.
Innovazione:
• Impresa A dichiara di realizzare internamente le attività di Ricerca e Sviluppo,
Progettazione, Fabbricazione, Assemblaggio
• Ha una buona capacità di introduzione di nuovi prodotti: 5 nuovi prodotti negli ultimi
5 anni; 1 prodotto nell’ultimo anno.
Vincoli allo Sviluppo:
Di sotto si possono vedere i vincoli di sviluppo come vengono percepiti dall’azienda.
95
Fattori SoggettiviErrori manageriali Insufficienti competenze manageriali Vicende coinvolgenti il gruppo di appartenenza Comportamenti fraudolenti di terzi Passaggio generazionale
Errori nell'impostazione delle scelte strategicheErrori di crescita (mancata verifica della sostenibilità della crescita esterna, espansione fatturato) Assunzione di rischi eccessivi, gestione speculativa Incoerenza del business (diversificazione non equilibrata dell'attività) Rigidità strutturale / scarsa flessibilità produttiva Carenza di pianificazione, programmazione e controllo Carenza di innovazione
Inefficienze InterneDecadimento dei prodotti Mancato controllo di redditività dei prodotti Inefficienza organizzativa e/o informativa Composizione dei costi (variabili - fissi) Commerciali Amministrativi e generali Finanziari Eccesso di indebitamento Squilibri tra struttura degli investimenti e durata dei finanziamenti Squilibri patrimoniali (inadeguatezza dei mezzi propri, scarso autofinanziamento) Squilibri nelle gestioni accessorie Altre inefficienze interne (precisare)
Fattori esogeni Crisi di mercato / settoreInstabilità dei cambi valutari e del costo del denaroVariabilità del costo dei fattori produttiviConcorrenza sleale subìtaInadempimenti di terziFattori politici ed altre circostanze esterne (calamità naturali)Altre (precisare)
Fattori localiInsufficente sistema locale di istruzione e formazione Scarse collaborazioni tecnologiche con università e centri di ricerca Servizi di orientamento al lavoro insufficienti o inefficaci Non efficaci Servizi alle imprese da parte del comune Infrastrutture per la logistica non adeguate Servizi relativi alla casa per l'attrazione di lavoratori Sistema creditizio locale non adeguato
LegendaNon rilevante
Poco rilevanteAbbastanza rilevante
Molto rilevante
96
Impresa B
Il fatturato considerando il periodo 2002‐2006 ha evidenziato una decremento costante per
tutto il periodo passando da un valore di € 2.410.744 ad un valore di € 1.205.917 nell’ultimo
esercizio, variazione che corrisponde ad una diminuzione netta pari ‐€ 1.204.827
La variazione negativa ha avuto intensità diversa negli anni passando da una variazione minima
di ‐5,87% nell’anno 2005‐04 ad una variazione massima di ‐86,31% tra l’esercizio 2007 e 2006
Il decremento medio durante gli esercizi 2002‐2006 è stato pari al ‐33,57%.
Il risultato di esercizio ha presentato perdite per ben 3 dei 5 esercizi presi in considerazione.
Solo negli esercizi 2004 e 2005 l’impresa ha chiuso il bilancio con un utile.
Tali dati dimostrano delle performance preoccupanti considerato soprattutto il trend negativo
congiunto di fatturato ed utile..
La struttura patrimoniale dell’impresa in questione mostra nell’anno 2006 un capitale proprio
pari a € 90.000,00 valore che è aumentato di € 54.435,00 dall’anno 2002 quando lo stesso
aveva un valore in bilancio di € 35.565,00
La struttura degli impieghi ha invece avuto nel tempo un decremento pari a ‐€ 706.933,00
raggiungendo il valore di € 598.960,00 nel bilancio 2006
La struttura patrimoniale emersa ha visto un netto sbilanciamento a favore dell’attivo
circolante, in particolare le prime durante tutto il periodo considerato hanno inciso per più del
70% su totale degli impieghi (il dato medio dei 5 periodi è stato di 77.50%). Le immobilizzazioni
invece hanno inciso mediamente per il 20.68% sul totale impieghi.
Tale composizione configura una struttura poco immobilizzata ed estremamente elastica. Tale
tesi è dimostrata anche dall’indice di elasticià che assume valori molto alti.
L’analisi della situazione patrimoniale e finanziaria attraverso le stesura di appositi indici ha
mostrato questi risultati.
97
L’indice di rotazione degli impieghi pari a 2 rappresenta un valore superiore alla media delle
aziende campionate che risulta pari a 1.56.
Dalla analisi dei singoli indici patrimoniali si evince un elevato utilizzo della leva finanziaria negli
anni antecedenti al 2006, ma anche durante il 2006 anche se di minore intensità rispetto a
quanto avvenuto negli esercizi precedenti. L’indice in questione mostra una situazione di
disequilibrio tra capitale proprio e capitale di terzi che è da spiegarsi sia con un eccessivo
ricorso all’indebitamento sia con una forte sottocapitalizzazione. Fattori, questi, la stessa
azienda nel questionario ha identificato come inefficienze interne con impatto “abbastanza
rilevante” sulle performance e che costituiscono ,alla stessa maniera, freni interni allo sviluppo
Da notare che la forma strutturale che l’impresa ha assunto nei diversi anni è sempre
caratterizzata da una elevatissima elasticità; particolare è annotare che la stessa azienda ha
messo in evidenza come la rigidità strutturale sia un limite molto rilevante alla crescita.
Impresa B 2002 2003 2004 2005 2006
valore
medio
Indice di indebitamento (leva
finanziaria) 36,72 21,19 17,30 26,24 6,66 21,62
rotazione degli impieghi 1,85 2,24 2,41 1,50 2,01 2,00
indice di elasticità
609,04
%
336,68
%
352,64
%
373,74
%
297,28
% 393,88%
Autonomia finanziaria 2,72% 4,72% 5,78% 3,81% 15% 7,33%
autocopertura delle
immobilizzazioni 0,19 0,21 0,27 0,19 0,60 0,32
indice di disponibilità 1,11
indice di liquidità secondaria
(acid test) 0,10
98
L’indice di autonomia finanziaria mette in rilievo il peso del capitale proprio come fonte di
finanziamento e la situazione che ci mostra tale indicatore va ben oltre quella critica, in media il
capitale sociale copre il 7.33% degli investimenti effettuati il che significa un alto ricorso ai
finanziamenti di terzi (come evidenziato prima), fattore che si ripercuote sull’entità degli oneri
finanziari.
Gli indici di liquidità per il 2006 mostrano: per quanto riguarda l’indice di disponibilità un
andamento nella norma ad evidenziare che l’azienda non ha difficoltà nel far fronte nei modi
ordinari alle scadenze dei propri impegni a breve.
L’indice di liquidità secondaria mostra un valore piuttosto basso che potrebbe esprimere le
difficoltà della azienda nell’affrontare puntualmente i pagamenti in scadenza.
L’indice di autocopertura delle immobilizzazioni mette in evidenza che gli investimenti di medio
lungo termine non sono stati sempre finanziati con capitale di rischio, ma si è dovuto fare
ricorso per buona parte al capitale di terzi.
La correlazione con i dati del questionari mette in evidenza come l’impresa consideri
abbastanza rilevanti le inefficienze interne riguardanti l’eccesso di indebitamento, lo squilibrio
strutturale e quello patrimoniale, fattori questi che poi appaiono puntualmente nella analisi dei
bilanci degli anni considerati.
Impresa B è l’unica impresa che dichiara di avere delle attività su 3 aree ICT indicate:
1. Fabbricazione di macchine, elaboratori e sistemi informatici
2. Realizzazione di Software e consulenza informativa
3. Servizi di supporto (manutenzioni, elaborazione dati, hosting, etc)
Risorse Umane:
99
• Il personale è di alto livello.
• Le ore di formazione sono spese solo sulla Ricerca e Sviluppo
Internazionalizzazione:
• Ha un alto grado di apertura sul mercato nazionale ed europeo. Anche i clienti/fornitori
più importanti operano in tali mercati.
Innovazione:
• Si hanno delle collaborazioni solo con i clienti/fornitori e non con altri enti di ricerca,
Università.
Vincoli allo Sviluppo:
Di seguito si possono vedere i vincoli di sviluppo come vengono percepiti dall’azienda.
100
Fattori SoggettiviErrori manageriali Insufficienti competenze manageriali Vicende coinvolgenti il gruppo di appartenenza Comportamenti fraudolenti di terzi Passaggio generazionale
Errori nell'impostazione delle scelte strategicheErrori di crescita (mancata verifica della sostenibilità della crescita esterna, espansione fatturato) Assunzione di rischi eccessivi, gestione speculativa Incoerenza del business (diversificazione non equilibrata dell'attività) Rigidità strutturale / scarsa flessibilità produttiva Carenza di pianificazione, programmazione e controllo Carenza di innovazione
Inefficienze InterneDecadimento dei prodotti Mancato controllo di redditività dei prodotti Inefficienza organizzativa e/o informativa Composizione dei costi (variabili - fissi) Commerciali Amministrativi e generali Finanziari Eccesso di indebitamento Squilibri tra struttura degli investimenti e durata dei finanziamenti Squilibri patrimoniali (inadeguatezza dei mezzi propri, scarso autofinanziamento) Squilibri nelle gestioni accessorie Altre inefficienze interne (precisare)
Fattori esogeni Crisi di mercato / settoreInstabilità dei cambi valutari e del costo del denaroVariabilità del costo dei fattori produttiviConcorrenza sleale subìtaInadempimenti di terziFattori politici ed altre circostanze esterne (calamità naturali)Altre (precisare)
Fattori localiInsufficente sistema locale di istruzione e formazione Scarse collaborazioni tecnologiche con università e centri di ricerca Servizi di orientamento al lavoro insufficienti o inefficaci Non efficaci Servizi alle imprese da parte del comune Infrastrutture per la logistica non adeguate Servizi relativi alla casa per l'attrazione di lavoratori Sistema creditizio locale non adeguato
LegendaNon rilevante
Poco rilevanteAbbastanza rilevante
Molto rilevante
101
Impresa C
Nel periodo 2002-2006 il fatturato ha evidenziato un decremento costante per tutto il
periodo, passando da un valore di € 748.414 ad un valore osservato nell’ultimo bilancio di €
611.668, variazione che corrisponde ad una diminuzione netta pari -€ 136.746
La variazione negativa ha avuto una intensità diversa negli anni passando da un
minimo di -1,11% nell’anno 2005-04 ad un valore massimo di -20,431% tra l’esercizio 2006
e 2005
Il decremento medio durante gli esercizi 2002-2006 è stato pari al -10,37%.
Il risultato di esercizio presenta perdite nell’anno 2005 rispetto al complessivo periodo
dei 4 esercizi presi in considerazione.
Tali dati dimostrano performance che richiedono una certa attenzione, considerato
soprattutto il trend negativo congiunto di fatturato ed utile.
La struttura patrimoniale dell’impresa in questione mostra nell’anno 2006 un capitale
proprio pari a € 11.329,00 valore che è diminuito per-€ 1.404,00 dall’anno 2003 quando lo
stesso aveva un valore in bilancio di € 12.733,00.
Il valore degli impieghi è aumentato nel tempo per un valore pari a € 71.816,00
raggiungendo il valore nel bilancio 2006 di € 383.213,00
La struttura patrimoniale emersa ha visto le poste dell’attivo circolante essere sempre
maggiori rispetto alle immobilizzazioni, in particolare le prime, durante tutto il periodo
considerato, hanno inciso per più del 70% su totale degli impieghi (il dato medio dei 5
periodi è stato di 75,10%), mentre l’attivo circolante ha inciso mediamente per il 24,90%
sul totale.
Tale composizione configura una struttura poco immobilizzata ed estremamente
elastica. Tale tesi è dimostrata anche dall’indice di elasticità che assume valori molto alti.
L’analisi della situazione patrimoniale finanziaria attraverso le stesura di appositi indici
ha mostrato questi risultati.
102
L’indice di rotazione degli impieghi superiore a 2 rappresenta un valore maggiore
rispetto alla media delle aziende campionate che è pari ad 1.56 e tutto considerato
rappresenta un buon grado di efficienza delle azienda
Dalla analisi dei singoli indici patrimoniali si evince un fortissimo utilizzo della leva
finanziaria anche se con differente intensità negli anni, ad ogni modo l’indice mostra una
situazione di disequilibrio tra capitale proprio e capitale di terzi che è da spiegarsi sia con un
eccessivo ricorso all’indebitamento sia con una forte sottocapitalizzazione.
L’indice di rotazione degli impieghi superiore a 2 rappresenta un valore maggiore rispetto
alla media delle aziende campionate che è pari ad 1.56 e tutto considerato rappresenta un
buon grado di efficienza delle azienda.
Dalla analisi dei singoli indici patrimoniali si evince un fortissimo utilizzo della leva
finanziaria anche se con differente intensità negli anni. L’indice mostra una situazione di
disequilibrio tra capitale proprio e capitale di terzi che è da spiegarsi sia con un eccessivo
ricorso all’indebitamento sia con una forte sottocapitalizzazione
Impresa C 2002 2003 2004 2005 2006
valore
medio
Indice di indebitamento (leva
finanziaria) 24,46 17,51 29,81 33,83 26,40
rotazione degli impieghi 2,40 2,51 2,02 1,60 2,13
indice di elasticità
558,3
7%
319,1
2%
304,4
3%
179,0
4% 340,24%
autonomia finanziaria 4,09% 5,71% 3,36% 2,96% 4,03%
autocopertura delle
immobilizzazioni 0,27 0,24 0,14 0,08 0,18
indice di disponibilità 1,02
indice di liquidità secondaria
(acid test) 0,93
103
Da notare che la forma strutturale che l’impresa ha assunto nei diversi anni è sempre
caratterizzata da una elevatissima elasticità.
L’indice di autonomia finanziaria mette in rilievo lo scarso peso del capitale proprio come
fonte di finanziamento. Il dato che ci mostra tale indicatore va ben oltre la situazione critica,
in media il capitale sociale copre il 4.03% degli investimenti effettuati, il che significa un alto
ricorso ai finanziamenti di terzi, fattore il quale comporta anche un aumento degli oneri
finanziari e dei rischi.
L’indice di autocopertura delle immobilizzazioni mette in evidenza che gli investimenti a
medio lungo termine sono stati scarsamente finanziati con capitale di rischio e si è dovuto
fare ricorso per buona parte al capitale di terzi; per di più l’indice mostra una tendenza
critica alla diminuzione verso il valore 0.
Gli indici di liquidità per il 2006 mostrano: per quanto riguarda l’indice di disponibilità un
andamento nella norma ad evidenziare che l’azienda non ha difficoltà nel far fronte nei modi
ordinari alle scadenze dei propri impegni a breve.
L’indice di liquidità secondaria mostra un valore abbastanza buono di circa 1 che non
parrebbe esprimere le difficoltà dell’azienda nell’affrontare puntualmente i pagamenti in
scadenza.
Risorse Umane:
• Il personale dell’area commerciale è di alto livello su tutte le attività.
• Investe in formazione su tutte le attività.
Internazionalizzazione:
• Ha come riferimento il mercato locale e nazionale (le quote di mercato sono
rispettivamente 90% e 10%).
• Non hanno un buon grado di apertura.
Innovazione:
• Si nota una propensione sul controllo delle fasi di Ricerca e Sviluppo e Progettazione.
Infatti la Ricerca e Sviluppo viene fatta sia internamente che esternamente.
104
• Non si presiede l’attività di fabbricazione.
• Sono gli unici che dimostrano di avere delle collaborazioni non solo con clienti /
fornitori, ma anche Università e Centri di Ricerca.
Impresa D
L’impresa D, considerando il periodo 2003-2006, ha evidenziato una variazione netta del
fatturato pari € 1.280.244. passando da un valore di 3.739.768 ad un valore di € 5.020.011
nell’ultimo esercizio.
Il trend ha mostrato tassi di crescita differenti da anno in anno, in particolare si è passati da
un variazione negativa di -€ 821.797 a successive variazioni positive cha hanno più che
compensato la prima. A dimostrazione di quanto detto basti considerare il tasso di crescita
medio negli esercizi considerati che è pari a 14,43%.
Il risultato di esercizio ha presentato perdite in tutti gli anni presi in considerazione, anche
se dobbiamo rilevare che dall’anno 2004 la perdita è in diminuzione. Nello stesso anno i
ricavi hanno iniziato ad aumentare in modo costante. Ad ogni modo la perdita media per i
periodi è stata pari a -€ 89.078.
IL capitale proprio nell’ultimo bilancio è pari a € 388.373,00 valore che è nettamente
diminuito dall’anno 2002 quando lo stesso aveva un valore in bilancio di € 700.324,00;
diminuzione che in buona parte è da attribuire alla necessità di utilizzare le riserva per la
copertura delle perdite rilevate nei bilanci degli anni presi a campione.
Il valore degli impieghi presenti in bilancio ha avuto nel tempo un aumento pari a
€1.163.539,00 iscrivendosi a bilancio nel 2006 per un valore di € 4.038.036,00.
La struttura patrimoniale emersa ha visto una netta dominanza delle poste dell’attivo
circolante sulle immobilizzazioni, in particolare le prime hanno inciso per più del 85% su
totale degli impieghi durante tutto il periodo considerato (il dato medio dei 5 periodi è stato
di 91,43), mentre le immobilizzazioni hanno inciso mediamente per il 8,22% sul totale.
Da notare sono anche gli andamenti che hanno avuto i due aggregati di bilancio nel periodo
2003-2006; se le attività circolanti hanno visto un incremento dal primo bilancio a quello del
105
2006 di € 1.280.915,00 non si può dire la stessa cosa delle immobilizzazioni che nello stesso
periodo sono diminuite di -€ 117.650,00.
Tale composizione configura una struttura particolarmente elastica, come dimostrato anche
dall’indice di elasticità che assume valori molto alti.
L’analisi della situazione patrimoniale finanziaria attraverso le stesura di appositi indici ha
mostrato questi risultati.
Impresa D 2002 2003 2004 2005 2006
valore
medio
Indice di indebitamento (leva
finanziaria) 4,10 6,68 9,45 10,40 7,66
rotazione degli impieghi 1,30 0,84 0,97 1,24 1,09
indice di elasticità
784,92
%
748,11
%
1997,0
6%
1857,2
9% 1346,84%
autonomia finanziaria
24,36
%
14,97
%
10,58
% 9,62% 14,88%
autocopertura delle
immobilizzazioni 2,17 1,27 2,23 1,89 1,89
indice di disponibilità 1,19
indice di liquidità secondaria
(acid test) 0,60
L’indice di rotazione degli impieghi pari a 1,09 rappresenta un valore inferiore alla media
delle aziende campionate che è pari ad 1.56. Tale indice può essere spiegato con
l’appartenenza della azienda al segmento meccatronica del settore ICT e quindi influenzato
dalla maggiore lunghezza dei cicli produttivi e dalla caratteristiche tecnologiche degli
impianti utilizzati.
106
Dall’analisi dei singoli indici patrimoniali si evince un forte utilizzo della leva finanziaria negli
anni, con una tendenza all’aumento sin dal 2003 quando l’indice era 4,10, mentre nel 2006
tale stesso indice ha un valore più che doppio di 10, 40.
L’indice mostra una situazione di disequilibrio tra capitale proprio e capitale di terzi che è da
spiegarsi sia con un eccessivo ricorso all’indebitamento sia con una forte
sottocapitalizzazione (che come si può notare segue uno stesso andamento decrescente);
fattori che la stessa azienda ha identificato come le inefficienze interne che hanno un
impatto “abbastanza rilevante” sulle performance e che costituiscono freni interni allo
sviluppo.
Da notare che la forma strutturale che l’impresa ha assunto nei diversi anni è sempre
caratterizzata da una elevatissima elasticità raggiungendo tassi che sono addirittura a 4
cifre percentuali.
L’indice di autonomia finanziaria mette in rilievo il peso del capitale proprio come fonte di
finanziamento e la situazione che tale indicatore ci propone travalica la situazione critica, in
media il capitale sociale copre il 14,88% degli investimenti effettuati, valore inferiore alla
media delle 9 imprese considerate. Per quel che riguarda l’andamento è da notare il
costante decremento associabile all’assottigliamento del capitale dovuto all’utilizzo delle
riserve per la copertura delle perdite. Quindi l’indice è sintesi di un alto ricorso ai
finanziamenti di terzi che significa anche alto valore degli oneri finanziari.
L’indice di autocopertura delle immobilizzazioni metta in evidenza che gli investimenti di
medio lungo termine sono stati finanziati con capitale di rischio, situazione certamente
positiva per la stessa azienda.
Gli indici di liquidità per il 2006 mostrano: per quanto riguarda l’indice di disponibilità un
andamento nella norma ad evidenziare che l’azienda non ha difficoltà nel far fronte nei modi
ordinari alle scadenze dei propri impegni a breve. Tuttavia, l’indice di liquidità secondaria
mostra un valore piuttosto basso.
La correlazione con i dati del questionari mette in evidenza come l’impresa consideri
abbastanza rilevati le inefficienze interne riguardanti “l’eccesso di indebitamento”, e molto
rilevanti “lo squilibrio strutturale e quello patrimoniale”, fattori questi che poi appaiono
107
puntualmente come critici o con valori fuori dalla norma nella analisi dei bilanci degli anni
considerati.
Risorse Umane:
• Età media molto alta : 45 anni
• Anzianità media del personale : 15 anni
Internazionalizzazione:
• Ha come riferimento solo il mercato nazionale, per un numero complessivo di 15
clienti.
Lo stesso vale anche per i suoi fornitori (30 fornitori).
Innovazione:
• Non ha il controllo sulla Ricerca e Sviluppo che non viene nemmeno data in
outsourcing.
• Ci sono collaborazioni per aiutare lo sviluppo solo con i clienti / fornitori.
• Anche se l’azienda dimostra le criticità sopra elencate, ha un buon tasso di
innovazione, con l’introduzione di 4 nuovi prodotti nell’ultimo anno.
Impresa E
Considerando il periodo 2005-2006, il fatturato ha evidenziato una diminuzione netta in tale
periodo passando da un valore di € 6.383.929 ad un valore di € 5.586.941 nell’ esercizio
2006, variazione che corrisponde ad una diminuzione di -€ 796.988.
Il risultato di esercizio ha presentato utili in entrambi gli esercizi presi in considerazione,
anche se dobbiamo rilevare che dall’anno 2006 l’utile è stato inferiore a quello in bilancio
nell’esercizio 2005 (-€ 122.890).
IL capitale proprio presente in azienda nell’ultimo bilancio è pari a € 1.062.660,00, valore
che è aumentato dall’anno precedente quando lo stesso mostrava un valore in bilancio di €
906.372,00. L’aumento è in buona parte da attribuire alla destinazione a riserva dell’utile.
108
Il valore degli impieghi presenti in bilancio ha avuto nel tempo un aumento pari a €
971.322,00, iscrivendosi a bilancio nel 2006 per un valore di € 4.730.441,00.
La struttura patrimoniale emersa ha visto una netta dominanza delle poste dell’attivo
circolante sulle immobilizzazioni, in particolare le prime hanno inciso mediamente per il
80,66%, durante tutto il periodo considerato mentre le immobilizzazioni hanno inciso
mediamente per il 14,10% sul totale.
Da notare sono anche gli andamenti che hanno avuto i due aggregati nel periodo 2005-
2006. Se le attività circolati hanno visto una diminuzione dal 2005 al 2006 di -€ 150.284,00
non si può dire la stessa cosa delle immobilizzazioni: nello stesso periodo si sono effettuati
investimenti immobilizzati per € 629.740,00.
Tale composizione configura una struttura estremamente elastica. Tale tesi è dimostrata
anche dall’indice di elasticità che assume valori molto alti.
L’analisi della situazione patrimoniale e finanziaria attraverso le stesura di appositi indici ha
mostrato questi risultati.
L’indice di rotazione degli impieghi pari a 1,44 rappresenta un valore inferiore alla media
delle aziende campionate che è pari ad 1.56.
Tale indice può essere spiegato con l’appartenenza della azienda al segmento “meccanico”
del settore ICT e quindi influenzato dalla maggiore lunghezza dei cicli produttivi e dalla
caratteristiche tecnologiche degli impianti utilizzati.
Impresa E 2005 2006 valore medio
Indice di indebitamento (keva finanziaria) 4,15 4,45
rotazione degli impieghi 1,70 1,18 1,44
indice di elasticità 1104,54% 349,92% 727,23%
autonomia finanziaria 24,11% 22,46% 23,29%
autocopertura delle immobilizzazioni 2,91 1,13 2,02
indice di disponibilità 0,97
indice di liquidità secondaria (acid test) 0,99
109
Dalla analisi dei singoli indici patrimoniali si evince un forte utilizzo della leva finanziaria
negli anni, con una tendenza all’aumento. L’indice mostra una situazione di disequilibrio tra
capitale proprio e capitale di terzi che è da spiegarsi sia con un eccessivo ricorso
all’indebitamento sia con una forte sottocapitalizzazione.
L’indice di autonomia finanziaria mette in rilievo il peso del capitale proprio come fonte di
finanziamento. La situazione che tale indicatore ci propone è migliore rispetto ad altre
aziende. In media il capitale sociale copre il 23,29% degli investimenti effettuati valore,
questo, superiore alla media delle 9 imprese considerate.
Per quanto riguarda l’andamento è da notare il costante decremento. L’indice è quindi
sintesi di un alto ricorso ai finanziamenti di terzi, strettamente correlati con il valore degli
oneri finanziari ed il peso degli stessi sulla gestione.
L’indice di autocopertura delle immobilizzazioni mette in evidenza che gli investimenti di
medio lungo termine sono stati finanziati con capitale di rischio, situazione certamente
positiva per la stessa azienda. Anche se è da notare un peggioramento negli esercizi presi in
considerazione, l’indice riamane comunque su valori positivi.
Gli indici di liquidità per il 2006 mostrano, per quanto riguarda l’indice di disponibilità, un
andamento nella norma (intorno ad 1) ad evidenziare che l’azienda non ha difficoltà nel far
fronte nei modi ordinari alle scadenze dei propri impegni a breve. L’indice di liquidità
secondaria mostra un valore anch’esso nella norma.
La correlazione con i dati del questionario mostra che le cause di criticità emerse dall’analisi
dei bilanci non sono state assunte come criticità per il successo dell’ impresa.
Risorse Umane:
• Età media del personale: 37 anni (sopra la media). Anzianità 10 anni.
• Si investe molto sulla formazione del personale.
• Il livello di formazione è medio basso (più basso della media)
Internazionalizzazione:
• Impresa E Srl dimostra un buon grado di apertura internazionale.
L’azienda ha clienti distribuiti su tutti i mercati (locale, nazionale, europeo, globale)
110
Innovazione:
• L’azienda controlla le funzioni di ricerca e sviluppo e progettazione.
• Anche se l’azienda dimostra le criticità sopra elencate, ha un buon tasso di
innovazione, con l’introduzione di 3 nuovi prodotti nell’ultimo anno.
Impresa F Il fatturato nel periodo 2002-2006 ha evidenziato un aumento netto, passando da un valore
di € 625.983 ad un valore di € 707.438 nell’ esercizio 2006, variazione che corrisponde ad
un aumento di € 81.455 (corrispondente in percentuale ad un aumento del fatturato del
13%).
L’aumento non è costante, ma discontinuo nell’esercizio 2003 e nel 2006 dove in entrambi i
valori in bilancio sono inferiori a quelli degli anni precedenti.
Il risultato di esercizio ha presentato utili in 3 esercizi su 5. Dopo i primi due anni di perdita
l’azienda ha conseguito utili per i restati tre anni anche se lo stesso è andato erodendosi
dopo il primo esercizio.
Nonostante ben tre esercizi presentino utile il risultato d’esercizio medio considerando i 5
periodi risulta negativo.
IL capitale proprio nell’ultimo bilancio è pari a € 25.864,00 valore che è diminuito dal 2002
quando lo stesso aveva un valore in bilancio di € 27.475,00 diminuzione che in buona parte
è da attribuire all’utilizzo di riserve per la copertura delle perdite dei primi 2 anni.
Il valore degli impieghi presenti in bilancio ha avuto nel tempo un aumento pari a
€132.486,00, iscrivendosi a bilancio nel 2006 per un valore di € 648.804,00. Nel 2006
sembra che sia in atto un trend di diminuzione.
La struttura patrimoniale emersa ha visto una netta dominanza delle poste dell’attivo
circolante sulle immobilizzazioni, in particolare le prime hanno inciso mediamente per il
61,26% durante tutto il periodo considerato (valore che è comunque inferiore alla media
riscontrata di 74,14%), mentre le immobilizzazioni hanno inciso mediamente per il 34,52%
sul totale.
111
Tale composizione configura una struttura estremamente elastica. Tale tesi è dimostrata
anche dall’indice di elasticità che assume valori molto alti anche se al di sotto della media
del settore.
L’analisi della situazione patrimoniale e finanziaria attraverso le stesura di appositi indici ha
mostrato questi risultati.
L’indice di rotazione degli impieghi pari a 1,04 rappresenta un valore inferiore alla media
delle aziende campionate che è pari ad 1.56. Tale indice può essere sintomo di una minore
efficienza della produzione della azienda considerata.
Dall’analisi dei singoli indici patrimoniali si evince un forte utilizzo della leva finanziaria negli
anni, con una tendenza all’aumento fino al 2004 e poi in diminuzione fino ad oggi.
L’indice mostra una situazione di disequilibrio tra capitale proprio e capitale di terzi che è da
spiegarsi sia con un eccessivo ricorso all’indebitamento sia con una forte
sottocapitalizzazione.
Da notare che la forma strutturale che l’impresa ha assunto nei diversi anni è sempre
caratterizzata da una elevato grado di elasticità, grado che comunque si configura
nettamente inferiore a quanto rilevato nelle altre imprese, tanto che è possibile configurare
Impresa F 2002 2003 2004 2005 2006
valore medio
Indice di indebitamento (keva
finanziaria) 18,79 28,30 30,68 26,59 25,09 25,89
rotazione degli impieghi 1,21 0,73 0,91 1,23 1,09 1,04
indice di elasticità
228,67
%
107,78
%
154,78
%
209,43
%
240,91
% 188,31%
autonomia finanziaria 5,32% 3,53% 3,26% 3,76% 3,99% 3,97%
autocopertura delle immobilizzazioni 0,18 0,07 0,09 0,12 0,15 0,12
indice di disponibilità 0,78
indice di liquidità secondaria (acid
test) 0,79
112
l’impresa in considerazione come una azienda con una struttura rigida, in considerazione
della struttura del settore fin qui emersa.
La correlazione dei dati con le informazioni ottenute attraverso il questionario mostrano che
nonostante una struttura finanziaria così squilibrata, (che per certo ha impatto sulla
gestione e la salute della azienda) a favore del capitale di terzi l’impresa non ritiene
l’indebitamento un fattore che possa influire sulla inefficienza interna.
L’indice di autonomia finanziaria mette in rilievo il peso del capitale proprio come fonte di
finanziamento e la situazione che tale indicatore ci propone è ben oltre la soglia del livello
critico, in media il capitale sociale incide per 3,97% sugli investimenti effettuati. Per quel
che riguarda l’andamento è da notare che dopo una diminuzione nel passaggio dal 2002 al
2003, l’indice si è sempre mantenuto su valori costanti. L’indice è quindi sintesi di un alto
ricorso ai finanziamenti di terzi.
Il questionario mostra come tale fattore rappresenti preoccupazione per la stessa azienda
che lo classifica come “abbastanza rilevante” nella creazione di inefficienze interne che
impattano sulla creazione di valore.
L’indice di autocopertura delle immobilizzazioni mette in evidenza che si è dovuto fare
ricorso per buona parte al capitale di terzi, sotto forma di finanziamenti. Gli indici di liquidità
per il 2006 mostrano: per quanto riguarda l’indice di disponibilità, un andamento sotto la
norma (intorno ad 1) ad evidenziare che l’azienda potrebbe avere difficoltà nel far fronte nei
modi ordinari alle scadenze dei propri impegni a breve. L’indice di liquidità secondaria
mostra un valore anch’esso sotto la norma.
Risorse Umane:
• Età media del personale: 30 anni (in media). Anzianità 8 anni.
• Si investe molto sulla formazione del personale.
• Il livello di formazione è altissimo (più alto della media)
Internazionalizzazione:
• Impresa E Srl dimostra una discreta apertura. I mercati di riferimento sono quelli
locali / nazionali
113
• I fornitori sono di origine diversa (locale, nazionale, europea, globale).
Innovazione:
• L’azienda controlla le funzioni di ricerca e sviluppo, progettazione, assemblaggio.
• Non si hanno attività in outsourcing.
• Anche se l’azienda dimostra le criticità sopra elencate, ha un buon tasso di
innovazione, con l’introduzione di 2 nuovi prodotti nell’ultimo anno.
Impresa G
Il fatturato nel periodo 2004-2006 ha evidenziato una diminuzione netta, passando da un
valore di € 311.306 ad un valore di € 284.338 nell’ esercizio 2006, variazione che
corrisponde ad una diminuzione nominale di -€ 26.968 (corrispondente in percentuale ad
una diminuzione del fatturato del 8,66%).
Il risultato di esercizio ha presentato contrariamente a quanto farebbe pensare la
diminuzione del fatturato, utili in costante e continua crescita a partire dall’anno 2004,
segno questo di una maggior efficienza produttiva e gestionale. Il risultato d’esercizio medio
considerando i 5 periodi risulta pari a € 9.990.
IL capitale proprio nell’ultimo bilancio è risultato essere pari a € 102.369,00. Valore che dal
2004 è aumentato di € 43.653,00.
Il valore degli impieghi ha avuto dal 2002 un aumento pari a € 67.462,00, iscrivendo a
bilancio nel 2006 un valore di € 327.597,00.
La struttura patrimoniale emersa ha visto una netta dominanza delle poste dell’attivo
circolante sulle immobilizzazioni, in particolare le prime hanno inciso mediamente nel
periodo considerato per il 65,68% (valore che è risultato inferiore alla media riscontrata di
74,14%), mentre le immobilizzazioni hanno inciso mediamente per il 33,99% sul totale.
Tale composizione configura una struttura molto elastica. Tale tesi è dimostrata anche
dall’indice di elasticità che assume valori molto alti anche se al di sotto della media del
settore.
114
L’analisi della situazione patrimoniale e finanziaria attraverso le stesura di appositi indici ha
mostrato questi risultati.
Impresa G 2004 2005 2006 valore medio
Indice di indebitamento (keva finanziaria) 4,43 3,81 3,20 3,81
rotazione degli impieghi 1,20 1,02 0,87 1,03
indice di elasticità 188,96% 226,55% 169,70% 195,07%
autonomia finanziaria 22,57% 26,24% 31,25% 26,69%
autocopertura delle immobilizzazioni 0,66 0,86 0,84 0,79
indice di disponibilità 1,03 1,03
indice di liquidità secondaria (acid test) 1,02 1,016858507
L’indice di rotazione degli impieghi, pari a 0,87, rappresenta un valore inferiore alla media
delle aziende campionate che è pari ad 1.56. Tale indice può essere sintomo di una minore
efficienza della produzione della azienda considerata, confrontando tali dati con quelli del
fatturato e dell’utile sembrerebbe che apportando modifiche a questo fattore l’impresa
sarebbe in grado di spuntare migliori performance senza dover modificare gli altri fattori di
redditività.
Dalla analisi dei singoli indici patrimoniali si evince un forte utilizzo della leva finanziaria
negli anni, con una tendenza alla diminuzione. Considerando la media delle aziende, questo
indice risulta nettamente inferiore a livelli, che seppur alti, possono considerarsi accettabili
in un contesto in cui l’indebitamento è molto più forte.
Da notare che la forma strutturale che l’impresa ha assunto nei diversi anni è sempre
caratterizzata da una elevato grado di elasticità, grado che comunque si configura
nettamente inferiore a quanto rilevato nelle altre imprese.
La correlazione dei dati con le informazioni ottenute attraverso il questionario mostrano che
nonostante una struttura finanziaria squilibrata, l’impresa non ritiene l’indebitamento un
fattore che possa influire sulla inefficienza interna.
L’indice di autonomia finanziaria mette in rilievo il peso del capitale proprio come fonte di
finanziamento e la situazione che tale indicatore ci propone se confrontata con le altre realtà
115
è confortante, ma non lo è in termini generali. In media il capitale sociale incide per 26,69%
sugli investimenti effettuati. Per quel che riguarda l’andamento è da notare un aumento
costante dal 2004. l’indice è comunque sintesi di un alto ricorso ai finanziamenti di terzi.
L’indice di autocopertura delle immobilizzazioni mette in evidenza che gli investimenti a
medio lungo termine sono stati scarsamente finanziati dal capitale di rischio, ma si è dovuto
fare ricorso per buona parte al capitale di terzi, sotto forma di finanziamenti.
Gli indici di liquidità per il 2006 mostrano: per quanto riguarda l’indice di disponibilità un
andamento nella norma (1) ad evidenziare che l’azienda non dovrebbe incontrare difficoltà
nel far fronte nei modi ordinari alle scadenze dei propri impegni a breve; l’indice di liquidità
secondaria mostra un valore anch’esso nella norma.
Dal confronto con i dati del questionario si nota come per tale azienda - dove i valori di
indebitamento e di solidità finanziaria sono migliori rispetto ad altre realtà - questi valori
non rappresentino una fonte di inefficienza, ma anzi vengano considerati non rilevanti,
sottostimando gli effetti che tali distorsioni potrebbero avere sugli equilibri aziendali.
Risorse Umane:
• Età media del personale: 30 anni (in media). Anzianità 5 anni.
• Ha un numero basso di personale (3 lavoratori a tempo indeterminato)
• Si investe molto sulla formazione del personale.
• Il livello di formazione è alto (in media)
Internazionalizzazione:
• Dimostra una discreta apertura. I mercati di riferimento sono quelli locali / nazionali
• I fornitori sono di origine diversa (locale, nazionale, globale).
Innovazione:
• L’azienda controlla le funzioni di ricerca e sviluppo, progettazione, fabbricazione.
• Non si hanno attività in outsourcing.
• Anche se l’azienda dimostra le criticità sopra elencate, ha un buon tasso di
innovazione, con l’introduzione di 3 nuovi prodotti nell’ultimo anno.
116
Impresa H
Il fatturato nel periodo 2005-2006 ha evidenziato un aumento netto passando da un valore
di € 93.988 ad un valore di € 181.946 nell’ esercizio 2006, variazione che corrisponde ad un
aumento nominale di € 87.958 (corrispondente in percentuale ad una diminuzione del
fatturato del 93,58%).
Il risultato di esercizio ha presentato utili in costante e continua crescita in entrambi i
periodi. Il risultato d’esercizio medio, considerando i due esercizi 2005 e 2006, è pari a €
9.173.
IL capitale proprio nell’ultimo bilancio è risultato pari a € 111.095,00; valore che dal 2005 è
aumentato di € 11.168,00. Principalmente per l’accantonamento a riserva degli utili.
Il valore degli impieghi presenti in bilancio ha avuto dall’ultimo esercizio un aumento pari a
€ 31.489,00 risultando a bilancio nel 2006 per un valore di € 176.263,00.
La struttura patrimoniale ha visto un maggiore valore delle immobilizzazioni rispetto al
valore dell’attivo circolante. In particolare le prime hanno inciso mediamente nel periodo
considerato per il 59,42% (valore che è risultato nettamente maggiore alla media
riscontrata di 24,31%), mentre l’attivo circolante ha inciso mediamente per il 40,58% sul
totale.
Tale composizione configura una struttura che, al contrario di ciò che fino ad ora è emerso,
presenta una certa rigidità strutturale (almeno limitandosi a considerare i dati fin qui
raccolti). Tale tesi è dimostrata anche dall’indice di elasticità che assume valori molto bassi
se consideriamo la media del settore nel quale la cifra comune è ben al di sopra del 100%.
Inoltre la tendenza sembra quella di un irrigidimento della struttura considerando che tale
indice diminuisce tra un anno e l’altro.
L’analisi della situazione patrimoniale e finanziaria attraverso le stesura di appositi indici ha
mostrato questi risultati.
117
Impresa H 2005 2006 valore medio Indice di indebitamento (leva finanziaria) 1,45 1,59 1,52 rotazione degli impieghi 0,65 1,03 0,84 indice di elasticità 54,18% 85,23% 69,70%
autonomia finanziaria 69,02% 63,03% 66,03% autocopertura delle immobilizzazioni 1,06 1,17 1,12 indice di disponibilità 1,24 1,24 indice di liquidità secondaria (acid test) 1,24 1,24
L’indice di rotazione degli impieghi pari a 0,84, rappresenta un valore inferiore alla media
delle aziende campionate che è pari ad 1.56.
Dalla analisi dei singoli indici patrimoniali si evince un soddisfacente equilibrio tra capitale
proprio e di terzi, sintomo di una giusta capitalizzazione. Ancora più sorprendente risulta il
valore se confrontato con quella che è la media del settore (11,48).
L’indice di autonomia finanziaria mette in rilievo il peso del capitale proprio come fonte di
finanziamento e la situazione che tale indicatore ci propone è una situazione di una struttura
finanziaria equilibrata.
L’indice di autocopertura delle immobilizzazioni metta in evidenza che gli investimenti a
medio lungo termine sono stati finanziati con capitale di rischio
Gli indici di liquidità primaria e secondaria per il 2006 mostrano un andamento nella norma
(1).
Dal confronto con i dati del questionario si nota come i valori di indebitamento non
rappresentino una fonte di inefficienza e vengano considerati non rilevanti, probabilmente
perché come è emerso dalle analisi di bilancio i valori non destano preoccupazione.
Internazionalizzazione:
• Dimostra una discreta apertura. I mercati di riferimento sono quelli locali / nazionali
• I fornitori sono di origine diversa (locale, nazionale, globale).
Innovazione:
• L’azienda controlla le funzioni di ricerca e sviluppo, progettazione.
118
• Non si hanno attività in outsourcing.
Impresa I Durante il periodo 2003-2006 il fatturato ha evidenziato un aumento netto passando da un
valore di € 5.602.733 ad un valore di € 9.172.745 nell’ esercizio 2006, variazione che
corrisponde ad un aumento nominale di € 3.570.012 (corrispondente in percentuale ad una
diminuzione del fatturato del 8,66%).
Il risultato di esercizio negli esercizi 2003-2006 è sempre stato positivo e dall’esercizio 2004
in costante crescita. Il risultato d’esercizio medio considerando i 4 esercizi presi in
considerazione risulta essere pari a € 52.189.
IL capitale proprio nell’ultimo bilancio è risultato essere € 751.920,00, valore che dal 2003 è
aumentato di € 278.050,00. aumento dovuto essenzialmente all’accantonamento a riserva
degli utili.
Il valore degli impieghi presenti in bilancio ha avuto dal 2003 un aumento pari a €
1.689.655,00, iscrivendo a bilancio nel 2006 per un valore di € 3.977.737,00.
La struttura patrimoniale ha visto una nettissima prevalenza delle poste dell’attivo circolante
sulle immobilizzazioni, in particolare le prime hanno inciso mediamente per il 92,55%,
mentre le immobilizzazioni hanno inciso mediamente per il 6,73% sul totale.
Tale composizione configura una struttura estremamente elastica. Tale tesi è dimostrata
anche dall’indice di elasticità che assume valori molto alti, nettamente al di sopra della
media del settore.
L’analisi della situazione patrimoniale e finanziaria attraverso le stesura di appositi indici ha
mostrato questi risultati.
119
Impresa I 2003 2004 2005 2006 valore medio
Indice di indebitamento (keva finanziaria) 4,83 6,56 6,88 5,29 5,89 rotazione degli impieghi 2,45 2,00 2,01 2,31 2,19 indice di elasticità 985,55% 1702,08% 2179,51% 1154,45% 1505,40%
autonomia finanziaria 20,71% 15,23% 14,54% 18,90% 17,35% autocopertura delle immobilizzazioni 2,26 2,76 3,34 2,39 2,69 indice di disponibilità 1,42 indice di liquidità secondaria (acid test) 1,39
L’indice di rotazione degli impieghi pari a 2,19 rappresenta un valore superiore alla media
delle aziende campionate che è pari ad 1.56. Tale indice può essere sintomo di un’ottima
efficienza ed un rapido ciclo investimenti-disinvestimenti.
Dall’analisi dei singoli indici patrimoniali si evince un forte utilizzo della leva finanziaria, con
una leggera tendenza all’aumento. Considerando la media delle aziende (11,48), questo
indice risulta ad un livello che, seppur alto, può considerarsi accettabile soprattutto in un
contesto in cui l’indebitamento è molto più forte.
Da notare che la forma strutturale che l’impresa ha assunto nei diversi anni è sempre
caratterizzata da un estremo grado di elasticità, grado che si configura nettamente
superiore alla media ed a quanto rilevato nelle altre imprese.
La correlazione dei dati con le informazioni ottenute attraverso il questionario mostrano che
nonostante una struttura finanziaria squilibrata a favore del capitale di terzi, che ha sicuro
impatto sulla gestione e la salute della azienda, l’impresa non ritiene l’indebitamento un
fattore che possa influire sulla inefficienza interna. Considerandolo un fattore non rilevante.
L’indice di autonomia finanziaria mette in rilievo il peso del capitale proprio come fonte di
finanziamento e la situazione che tale indicatore ci propone se confrontata con le altre realtà
è confortante. In media il capitale sociale incide per 17,35% sugli investimenti effettuati,
valore di poco inferiore al livello medio. Per quel che riguarda l’andamento è da notare una
diminuzione dal dato di origine del 2003. L’indice è comunque sintesi di un alto ricorso ai
finanziamenti di terzi, comportando alti costi che vanno ad impattare sulla economicità
dell’azienda.
120
L’indice di autocopertura delle immobilizzazioni mette in evidenza che gli investimenti a
medio lungo termine sono stati finanziati con capitale di rischio, un indice così alto sta a
significare che la totalità degli investimenti è stata fatta utilizzando capitale proprio.
Gli indici di liquidità per il 2006 mostrano per quanto riguarda l’indice di disponibilità un
andamento nella norma (1) ad evidenziare che l’azienda non dovrebbe incontrare difficoltà
nel far fronte nei modi ordinari alle scadenze dei propri impegni a breve
L’indice di liquidità secondaria mostra un valore anch’esso nella norma.
Dal confronto con i dati del questionario si nota come per tale azienda i valori di
indebitamento e di solidità finanziaria non rappresentino una fonte di inefficienza, ma anzi
vengano considerati non rilevanti, da una parte sottostimando gli effetti che tali distorsioni
possono avere sulla stessa impresa.
Risorse Umane:
• Età media del personale: 32 anni (in media). Anzianità 3 anni.
• Ha un numero molto alto di personale (111 lavoratori a tempo indeterminato)
• Si investe molto sulla formazione del personale.
• Il livello di formazione è alto (in media)
Internazionalizzazione:
• Dimostra una discreta apertura. Il mercato di riferimento è quello nazionale.
Innovazione:
• L’azienda controlla le funzioni di ricerca e sviluppo, ma si avvale anche
dell’outsourcing sulla stessa funzione.
121
Considerazioni conclusive
9. Analisi Dati In sintesi i dati delle aziende vengono riportati nella tabella di seguito.
Nelle ordinate è indicata la capacità delle aziende di generare fatturato/utili.
Nelle ascisse abbiamo il grado di internazionalizzazione, innovazione e gestione del capitale
umano.
1
23
4
Capa
cità di gen
erareFatturato / Utili
Grado di Internazionalizzazione / Innovazione / Capitale Umano
A
B C
D E
F G
H
I
+
+
‐
‐
122
La tabella è composta da quattro quadranti:
1. PRIMO QUADRANTE
o Alta capacità di generare fatturato / utili – elevato grado di
internazionalizzazione, innovazione e gestione del capitale umano.
o Le aziende che si trovano in queste condizioni dimostrano un buona capacità di
gestire i diversi fattori critici per lo sviluppo.
2. SECONDO QUADRANTE
o Bassa capacità di generare fatturato / utili – Buon grado di
internazionalizzazione, innovazione e gestione del capitale umano.
o Le aziende di questo tipo hanno una scarsa capacità di generare utili, ma
dimostrano di volere creare i presupposti per un futuro sviluppo, puntando sul
capitale umano, sull’innovazione e l’apertura del business.
3. TERZO QUADRANTE
o Bassa capacità di generare fatturato / utili – Basso grado di
internazionalizzazione, innovazione e gestione del capitale umano molto.
o Le aziende che presentano queste caratteristiche sono quelle con maggiori limiti
imprenditoriali allo sviluppo a causa della mancanza di risorse e di chiare
strategie di lungo periodo.
o Possono spostarsi sugli altri quadranti con delle strategie incisive sul capitale
umano, innovazione e il grado di internazionalizzazione, ma hanno bisogno di
supporto esterno.
123
4. QUARTO QUADRANTE
o Alta capacità di generare fatturato / utili – Basso grado di internazionalizzazione,
innovazione e gestione del capitale umano.
o Anche se ci sono degli utili, mancano le condizioni per lo sviluppo futuro. Le
aziende di questo quadrante sono a rischio e possono passare nel quadrante3.
In generale, i risultati che emergono dall’indagine assumono evidenza e sostanza di
giudizio su una pluralità di ambiti di indagine.
In prima battuta, le analisi di bilancio, la definizione del profilo e della performance
economico‐finanziaria delle imprese appartenenti ai segmenti ICT del territorio bolognese, nei
casi aziendali presi a riferimento, pongono in evidenza una possibile correlazione tra il grado di
internazionalizzazione, inteso come capacità di innovazione e di espressione di una strategia
basata sul capitale umano e intellettuale, come anche sulla performance economico‐reddituale.
Detta correlazione evidenzia un posizionamento virtuoso delle aziende considerate.
Nella metà dei casi aziendali presi in considerazione, si coglie una ridotta capacità di
generare fatturato, unitamente ad un significativo grado di internazionalizzazione competitiva,
di innovazione di prodotto e di approccio strategico basato sul capitale umano. Se ciò porta ad
una scarsa capacità di generare utili, di contro, sottende i presupposti per un futuro sviluppo
competitivo.
Nella restante parte dei casi aziendali presi in considerazione, appare marcata la capacità
di generare fatturato con conseguenti effetti positivi sulla redditività netta. In questi casi, ad un
buon grado di internazionalizzazione competitiva, di innovazione di prodotto e di approccio
strategico basato sul capitale umano, si aggiunge una spiccata capacità di gestire i diversi fattori
critici per lo sviluppo in un mix equilibrato e orientato alla performance reddituale.
L’analisi delle politiche di gestione e organizzazione delle risorse umane delle imprese
prese a riferimento, conferma il robusto tasso di crescita dell’occupazione, come da settore di
124
appartenenza, stante una forte differenziazione dei profili di competenza attesi. Questo dato
conferma e consolida il convincimento che l’internazionalizzazione competitiva e l’innovazione
di prodotto muovano da una strategia di presidio costante del capitale umano ed intellettuale,
come anche di una costante ricerca di mix di competenze, in possibili e varie forme
combinatorie, allo scopo di innescare fertilizzazioni reciproche che traducono in atto strategico
una idealità in potenza.
Nella sostanza, dunque, i casi aziendali presi a riferimento descrivono singolarmente,
come anche assieme, un settore in rapida e costante evoluzione in cui il connubio tra
performance reddituale versus leadership tecnologica e di prodotto può trovare composizione
in un delicato equilibrio, in una costante alchimia combinatoria tra fattori critici di successo di
per sé mutevoli, costantemente orientati a presidio del capitale umano ed intellettuale.
10. Il sistema della conoscenza e le risorse umane nel settore ICT
Nell’analizzare il contesto di riferimento entro cui si definiscono e si sviluppano le condizioni
tipiche delle risorse umane impiegate nel settore ICT, riteniamo che la teoria del capitale
sociale (Nahapiet & Goshal, 1998) fornisca un punto di osservazione utile per la comprensione
dei meccanismi di funzionamento dei cluster ICT e della componente umana ad essi collegata
(Porter, 1998).
Uno dei fattori critici di successo dei sistemi economici basati sulla conoscenza, quale quello
oggetto della nostra analisi, è infatti rappresentato dalla possibilità di scambiare informazioni
tra individui e tra i singoli soggetti e le rispettive organizzazioni. La creazione di conoscenza può
essere infatti percepita alla stregua di un processo generatore di un bene comune, responsabile
della promozione e dello sviluppo di capitale intellettuale e delle conseguenti ricadute sul
125
territorio. Gli effetti del settore ICT sulla qualità delle risorse umane che operano al suo interno
possono essere di due livelli: da una parte individuali e dall’altro lato collettivi.
Dal punto di vista individuale, il contributo del settore ICT allo sviluppo del sistema economico è
relativo all’evoluzione di strumenti e processi che migliorano l’efficienza operativa individuale,
in termini di riduzione dei tempi di elaborazione di dati e processi e di valorizzazione di alte
competenze professionali individuali di natura tecnico‐operativa. Allo stesso modo, l’evoluzione
del settore ICT tende a favorire processi di comunicazione di gruppo favorevoli allo scambio di
beni intangibili nella collettività di riferimento.
Più precisamente, il settore ICT promuove i seguenti aspetti di efficienza ed efficacia tra le
risorse umane che ne fanno parte:
• possibilità di trasferire conoscenza sul territorio al di là delle connessioni fisiche;
• conservazione della conoscenza, individuale e dell’organizzazione, in un formato di facile
accesso ed utilizzo;
• promozione di processi di comunicazione e di scambio informativo tra individui che
condividono processi lavorativi.
La seconda area di effetti è invece collegata alla sfera sociale delle attività comuni alle risorse
umane che partecipano al settore ICT. Il settore ICT contribuisce infatti alla promozione di una
maggiore identificazione con il proprio gruppo di lavoro, unita ad una più elevata capacità di
comunicazione tra soggetti che collaborano al suo interno, fattori che generano le tipiche
dinamiche collaborative che caratterizzano i gruppi aziendali (Sproull & Kiesler, 1991).
Con riferimento ad uno specifico cluster, vale a dire ad un insieme di aziende che operano nello
stesso settore e/o nello stesso territorio di riferimento (Porter, 1998), sono cinque le variabili
che vengono proposte per l’analisi quali‐quantitativa della possibilità di coinvolgimento delle
126
risorse umane nei processi di sviluppo della conoscenza e nella promozione di interazione tra
diversi soggetti:
• consapevolezza: capacità di attribuire competenze e ruoli professionali ai singoli
soggetti;
• accesso: possibilità di accedere alle competenze delle persone detentrici di particolari
conoscenze;
• sicurezza: facilità di attivazione e gestione dei rapporti interpersonali;
• impegno: attitudine delle risorse umane di assumere comportamenti collaborativi
quando contattate per la risoluzione di questioni problematiche;
• informazione: identifica l’intensità di scambi interpersonali nella diffusione di
informazioni tra diversi soggetti.
Le variabili sopra individuate possono dar luogo, se diversamente combinate, a diverse
dimensioni di analisi dell’interazione tra soggetti all’interno di un gruppo orientato allo sviluppo
di una o più combinazioni prodotto/mercato/tecnologia, denominati comunemente business:
1. Livello di gruppo: definizione delle regole di ingresso nel settore, dei comportamenti che
i soggetti si aspettano dai partecipanti al gruppo, del trattamento in caso di
comportamento non allineato;
2. Interazione tra i membri: promozione all’interno di chat e forum, attivazione di forme di
collaborazione quali sistemi di monitoraggio delle iniziative di settore e delle modalità di
partecipazione, organizzazione di eventi;
127
3. Legami tra i membri: creazione di meccanismi di riconoscimento a livello individuale e di
organizzazione, tutela della privacy, strumenti di comunicazione/collaborazione
accessibili;
4. Spazi comuni: creazione di database, analisi dei partecipanti, distribuzione di ruoli tra i
partecipanti alle attività del gruppo.
Più nel dettaglio, i benefici economici attribuibili alle risorse umane che operano all’interno di
un cluster sono relativi a diversi aspetti di indagine, quali: accesso a input specializzati, più bassi
costi di transazione, più facile accesso a beni e servizi complementari, maggiore attitudine allo
sviluppo di innovazione tecnologica. Ancora, la stessa più intensa competitività tra i membri del
settore può promuovere un maggiore accesso all’innovazione.
In sintesi, gli effetti che il settore ICT può arrivare a promuovere riguardano sia i livelli di
efficienza con cui le risorse umane interagiscono nel proprio settore di appartenenza, sia i
processi collettivi di condivisione della conoscenza tra gruppi di lavoro che sono legati da
processi condivisi di comunicazione.
A questo proposito, riteniamo utile sottolineare il ruolo che l’operatore pubblico può
assumere nel favorire il processo di formazione e di diffusione di conoscenza in un gruppo di
soggetti. Lo sviluppo del settore ICT può essere infatti agevolato in presenza di un soggetto
pubblico facilitatore che promuove strumenti di comunicazione opportuni per l’incontro tra le
risorse umane e gli strumenti attivi nel territorio. La stessa costruzione di infrastrutture
pubbliche può contribuire a promuovere l’incontro tra gli operatori e generare piattaforme
relazionali tali da favorire le attività economiche. Così come è opinione diffusa che la
presenza di cluster a livello locale possa portare allo sviluppo del sistema città, regione e, su
scala più grande, a livello nazionale, allo stesso modo, il successo dei cluster è condizionato
dalla presenza di meccanismi di utilizzo e di sviluppo del capitale sociale.
128
Rimangono alcuni importanti interrogativi da risolvere relativamente alla possibilità di
sviluppare relazioni efficaci tra i diversi soggetti partecipanti alla rete oggetto di analisi
(Huysman & Wulf, 2004).
Un primo aspetto è collegato alle diverse modalità con cui è definito il cluster e,
conseguentemente, alle diverse dimensioni rispetto a cui possono essere studiate le risorse
umane che vi interagiscono. Più precisamente, rimane da definire se oggetto di analisi del
cluster devono essere soltanto le imprese che operano al suo interno, oppure se è opportuno
includere anche soggetti istituzionali quali università ed enti istituzionali pubblici e privati che
attivando infrastrutture appropriate, ed erogando servizi dedicati, possono contribuire in
maniera decisiva allo sviluppo del cluster stesso.
Ancora, lo sviluppo di cluster più innovativi e sofisticati, come quello dell’ICT, richiede uno
sforzo maggiore nell’individuazione delle modalità di interazione dei soggetti, anche per effetto
dell’estrema variabilità e flessibilità del cluster oggetto di analisi.
Non trascurabile è inoltre la necessità di trovare meccanismi di conservazione e diffusione della
conoscenza tacita. Soprattutto in presenza di forme di business basate su piattaforme
elettroniche, diviene particolarmente problematico trasferire forme di tacit knowledge, una
forma molto diffusa di conoscenza non codificata.
Infine, anche se non trascurabile, non deve essere tralasciata la possibilità di misurare l’efficacia
degli interventi volti all’apertura del cluster a nuovi soggetti interessati alla partecipazione nel
network locale. Tali politiche di apertura e chiusura del sistema dovrebbero essere negoziate a
priori tra i membri del cluster in modo da evitare processi conflittuali conseguenti a principi di
comportamento non chiari e condivisi.
129
11.Le condizioni di contesto e il sistema delle relazioni del settore ICT
Il funzionamento del settore ICT è fortemente condizionato dalla presenza di una pluralità di
attori protagonisti di una fitta rete di rapporti: fornitori, clienti, concorrenti, istituzioni
pubbliche e private. La percezione rispetto alla creazione di valore e di innovazione è
fortemente rivolta all’ambiente esterno ai confini dell’impresa, quale spazio determinante nel
processo di generazione di nuova conoscenza e ricchezza economica locale. Si parla a questo
proposito di un sistema complesso denominato “ICT governance”, a sottolineare come tutti gli
stakeholders siano responsabili per il corretto funzionamento di un sistema ICT orientato alla
formazione di valore.
Il settore ICT genera inoltre forti influenze di contesto relativamente all’organizzazione del
fattore lavoro. Uno degli effetti principali è relativo alla distribuzione del fattore lavoro e al
cambiamento delle modalità di organizzazione delle risorse umane. Il settore ICT influenza da
un lato il mercato delle forniture, in quanto promuove la centralizzazione delle catene di
fornitura di componenti elettronici, dall’altro lato modifica le modalità di divisione del lavoro
anche tra i processi principali dell’impresa. L’attenzione dell’analisi aziendale si sposta infatti
dall’interno dell’azienda, e dal focus su prodotto e processi, al suo esterno e agli scambi
frequenti che intervengono con clienti, fornitori e imprese concorrenti. Le aziende che risultano
avvantaggiate nel conseguimento di vantaggio competitivo sono quelle che attivano un dialogo
partecipativo con il vasto sistema degli interlocutori esterni.
Uno dei cambiamenti più significativi generati proprio dall’industria ICT riguarda infatti la
trasformazione delle catena del valore dal tipo supply‐driven (con relazione strategica basata
sulla fornitura) al tipo demand‐driven (con focus basato sulle relazioni con la domanda). La
130
singola impresa diventa un nodo in una rete complessa di relazioni in cui il fulcro è
rappresentato proprio dalle relazioni che si stabiliscono tra imprese fornitrici e imprese clienti.
Gli strumenti fondamentali che consentono di attivare le relazioni tra diverse catene del valore
sono i componenti intangibili legati alle piattaforme software necessarie ai processi di
comunicazione tra gli attori, e la presenza di agenti che siano portatori di comportamenti
adeguati agli scenari tecnologicamente evoluti e capaci di organizzarsi secondo modelli
imprenditoriali e di auto‐organizzazione. Anche la gestione della variabile spazio assume una
nuova configurazione. Se è vero, come molti autori sostengono (Craincross, 1997), che le
distanze non rappresentano più un grosso vincolo nella organizzazione degli scambi aziendali,
allo stesso tempo è stato provato che la presenza di cluster sul territorio facilita la trasmissione
della conoscenza, specie delle forme di conoscenza tacita che richiedono processi di interazione
informale tra individui operanti nel settore (Krugman, 1991).
Il cluster ICT, nel dettaglio, è uno dei settori che maggiormente tende a valorizzare l’importanza
delle relazioni tra soggetti, al fine di promuovere un efficace uso della tecnologia in un sistema
economico sempre più complesso e ricco di variabili da gestire.
11.1 Gli effetti dell’ICT sulla produttività del fattore lavoro e delle imprese
Se il settore ICT ha basato il suo sviluppo sull’attivazione di sistema complesso di attori e
istituzioni che operano all’interno di uno spazio dai confini molto flessibili da un punto di vista
geografico, allo stesso modo sono rilevanti le modificazioni intervenute nelle caratteristiche
delle singole imprese che ne fanno parte.
Il settore ICT è stato infatti protagonista del cambiamento di alcuni elementi
caratterizzanti le modalità di svolgimento delle attività economiche tradizionali. In particolare,
l’introduzione di sistemi flessibili di produzione e l’elevato contenuto innovativo dei processi di
131
produzione del settore, ha creato la necessità di introdurre veri e propri cambiamenti
organizzativi in grado di incoraggiare la condivisione della conoscenza e l’organizzazione
flessibile del fattore lavoro.
Nel corso di alcune ricerche dedicate al settore ICT (Breshanan, Brynjolfsson & Hitt,
2002) è stato dimostrato che i settori industriali ad alto contenuto tecnologico generano una
richiesta di capitale umano superiore a quanto accade all’interno di altri contesti. Elevati livelli
di ICT sono accompagnati dalla richiesta di capacità di delega di autorità a singoli individui e ai
gruppi di lavoro, da più elevati livelli di istruzione e specializzazione delle competenze, da più
diffusi meccanismi di partecipazione alla distribuzione degli utili aziendali. Dal lato della
struttura organizzativa, le risorse umane di cui abbiamo delineato sopra il profilo tendono a
trovare collocazione all’interno di aziende di dimensioni ridotte e con un più basso tasso di
integrazione verticale, dato anche il più basso costo di coordinamento con i fornitori esterni.
L’evidenza più sintetica degli effetti prodotti dal cambiamento delle modalità organizzative di
produzione generate dal settore ICT è stata riassunta in una ricerca che sintetizza l’effetto di
crescita dell’output in termini di produttività in alcune aree geografiche, dagli anni Ottanta al
Duemila.
132
Figura 37 ‐ Crescita dell‐output in %, cfr. Transforming Enterprise, Dutton et al. 2005, p. 58.
Grande attenzione è inoltre dedicata al profilo delle risorse umane che si inserisce tra gli
elementi fondamentali della nuova infrastruttura necessaria alle aziende per creare incrementi
di produttività e valore in presenza di fattori di sviluppo legati al settore ICT.
-0.5
0.5
1.5
2.5
3.5
4.5
U.S. Canada U.K. France Germany Italy Japan
1989-19951995-2000
133
Figura 38 ‐ ICT portfolio di attività per un’azienda multibusiness
Al fine di poter utilizzare le possibilità offerte dalla piattaforma ICT presente all’interno e all’esterno
dell’azienda si ritiene che le risorse umane impiegati all’interno del settore debbano operare in
condizioni considerate importanti, quali:
• un ambiente che massimizzi la produttività intellettuale;
• la promozione di un alto livello di professionalità, soprattutto dal punto di vista tecnico;
• l’identificazione e la facilitazione nel traferimento dei talenti;
• il riconoscimento di una visione comune e condivisa tra tutte le unità dell’organizzazione.
Cambiano inoltre le relazioni che normalmente intercorrono tra il datore di lavoro e le risorse umane
presenti in azienda, soprattutto in relazione al rapporto esistente tra costi e benefici legati
all’introduzione di nuove modalità ICT che possono modificare radicalmente, e talvolta in maniera non
Infrastrutture pubbliche
Infrastrutture interne allÕazienda
areastrategicadÕaffari
1
areastrategica dÕaffari 2
areastrategica dÕaffari 3
coordinamento centrale
a livello corporate
134
prevedibile e quantificabile a priori, le condizioni e l’ambiente di lavoro. Ciò accade in modo particolare
se consideriamo che l’impatto delle strategie ICT dovrebbe avvenire non soltanto con riferimento al
singolo addetto, ma con effetti che ricadono, a cascata, a livello di business unit (area strategica
d’affari), fino alle conseguenze complessive misurate a livello corporate (unità aziendale centrale di
riferimento e coordinamento).
11.2 Il ruolo delle istituzioni pubbliche Il riflesso del settore ICT all’interno del sistema economico è diverso anche a seconda dell’impatto che le
politiche pubbliche possono avere a livello territoriale (Dutton et all., 2005). L’intervento del soggetto
pubblico nel settore ICT può essere promosso in diversi ambiti. Con riferimento alla concorrenza, le
istituzioni possono intervenire nell’introdurre e potenziare i meccanismi competitivi nel settore delle
telecomunicazioni, in modo da incentivare lo sviluppo di eccellenza tra i membri che partecipano al
settore. Dal lato del mercato del lavoro, l’intervento del settore pubblico può essere orientato a
sostenere la formazione di risorse umane qualificate, a creare strumenti di flessibilità nel mercato del
lavoro, a promuovere la fiducia degli operatori nella crescita del settore ICT. Di seguito proponiamo una
lista di riflessioni su alcuni fattori di intervento che potrebbero contribuire alla crescita del settore ICT e
del sistema economico ad esso collegato grazie all’effetto degli interventi del soggetto pubblico:
1. Rafforzare la competizione nel settore dei beni e dei servizi ICT: le politiche pubbliche possono
contribuire a sviluppare la competizione nel mercato dei beni e dei servizi ICT, incoraggiando il
potenziamento di infrastrutture pubbliche di comunicazione, così come l’accesso a condizioni
vantaggiose di servizi indispensabili per la promozione delle attività ICT.
2. Promuovere un ambiente che sia favorevole all’uso efficace dei sistemi ICT: lo sviluppo del
settore ICT è fortemente influenzato dalla presenza di vincoli legali che possono compromettere
l’uso effettivo di beni e servizi del settore ICT. Le istituzioni pubbliche e private possono
collaborare per fornire le basi necessarie ad una corretta programmazione dei processi
aziendali. Ad esempio, possono essere introdotti contratti che prevedono più elevate forme di
135
partecipazione del fattore lavoro alle decisioni aziendali, in termini di contatto più diretto tra il
management e i lavoratori impegnati nelle parti più operative dei diversi processi aziendali. In
altri termini, si richiede al soggetto pubblico di incentivare un ambiente che sia basato su prassi
e norme di buona gestione e buon governo dell’impresa.
3. Ricompensare la diffusione dei sistemi ICT: l’adesione delle imprese al settore ICT presenta un
impatto molto diverso se consideriamo le differenze tra i diversi sistemi economici. Negli Stati
Uniti, ad esempio, l’ingresso sul mercato ICT è caratterizzato da bassi costi all’entrata, anche per
imprese inizialmente di dimensioni ridotte, che puntano poi ad un rapido processo di
espansione per effetto di un settore finanziario più favorevole alla crescita aziendale e più
favorevole al rischio. In altri Paesi OECD, le alte barriere all’entrata e i vincoli amministrativi più
consistenti ostacolano talvolta le iniziative imprenditoriali e offrono minori possibilità di
espansione alle start‐up di nuova generazione, che in genere si propongono con elevata
competitività iniziale. Da questo punto di vista, politiche pubbliche che incoraggiano la
formazione e l’ingresso di start‐up sul mercato possono contribuire al dinamismo del settore
economico, nello caso specifico del settore ICT, attraverso l’introduzione di nuove idee e nuovi
modelli di business alternativi a quelli già maturi presenti sul mercato.
4. Promuovere fiducia nel commercio elettronico: imprese, istituzioni e consumatori sono sempre
più coinvolti in interazioni reciproche in mercati molto complessi. Alla base di tali relazioni
devono essere promossi dei meccanismi di autenticazione e certificazione tali da generare
fiducia negli operatori che scelgono di attivare combinazioni economiche secondo condizioni di
rischio diverse dalle modalità tradizionali di interazione tra domanda e offerta.
5. Incentivare l’offerta di servizi: anche il sistema dei servizi necessario per lo sviluppo del settore
ICT può essere incentivato grazie alla diminuzione delle barriere all’entrata di natura
amministrativa e legale. Ciò è vero considerando in particolare le interazioni che potrebbero
sussistere nel settore del commercio all’ingrosso e al dettaglio, o ancora in ambito finanziario,
vale a dire nelle aree che presentano forti interrelazioni e possibilità di sviluppo congiunte alla
diffusione dei servizi. L’apertura alla competizione internazionale potrebbe essere un ulteriore
136
fonte di innovazione e di incentivo allo sviluppo del settore ICT in sinergia con altre parti del
sistema economico.
6. Sfruttare il potenziale di innovazione del settore tecnologico: lo sviluppo del settore ICT può
rafforzare la capacità innovativa delle imprese in termini di nuovi prodotti, nuovi processi,
riconfigurazioni di cicli produttivi, nuove relazioni con fornitori, clienti e concorrenti. In altri
termini, le stesse politiche che possono favorire il potenziale di innovazione del settore ICT sono
le stesse che, come sottolineato sopra, possono contribuire a promuovere un ambiente idoneo
al generale sviluppo economico.
7. Generare efficienza nei programmi di governo: le politiche pubbliche dovrebbero porre
particolare attenzione ai vincoli amministrativi posti all’introduzione e allo sviluppo delle
tecnologie. La promozione di un certo standard tecnologico e le barriere poste al relativo
cambiamento, possono ostacolare più efficaci ed efficienti possibilità di sviluppo delle imprese
basate sullo sviluppo tecnologico. Si tratta a ben vedere di un passaggio delicato, che non può
prevedere un intervento d’imperio da parte del soggetto pubblico nel promuovere l’uso e lo
sviluppo di sistemi ICT. L’intervento delle pubbliche istituzioni potrebbe anche essere indiretto,
volto ad esempio a promuovere interventi utili per la formazione di capitale umano utile alla
creazione e all’utilizzo di sistemi ICT.
11.3 Lo sviluppo delle reti di imprese collegate al settore ICT
Uno dei modelli più interessanti che descrive le possibili traiettorie di sviluppo del settore ICT è quello
che analizza il processo di crescita del settore ICT da singolo cluster a nodo di una complessa rete di
connessione tra attori ed istituzioni attive in un certo territorio. Le osservazioni qui proposte fanno
riferimento ad una ricerca denominata G‐NIKE (Growth Nodes in a Knowledge Based Europe) promossa
dalla Commissione Europea in collaborazione con un gruppo di università europee nel 2002. L’idea
sottostante alla ricerca è quella di non concentrare l’analisi sui processi che accadono all’interno del
singolo cluster, ma di allargare l’analisi alle dinamiche che si manifestano tra cluster diversi. Il
137
presupposto di partenza origina dalla definizione di cluster quale sistema di relazioni tra organizzazioni e
imprese che operano in una particolare area geografica. In seguito agli sviluppi teorici degli anni
Novanta (Porter, 1998), emerge che il cluster non è più la sola dimensione sufficiente per la
comprensione dei fenomeni di sviluppo territoriale. Ciò che ne deriva è la variazione di un orizzonte di
analisi, che dal singolo cluster si amplia per prendere in esame un sistema più vasto di connessioni tra
organizzazioni e istituzioni collegati in rete da sistemi ICT.
Figura 39 ‐ Illustrazione del cluster e formazione della rete
Uno degli aspetti più critici nel modello di analisi sopra proposto consiste nell’individuare i
cluster in grado di farsi promotori dello sviluppo della rete grazie anche al concorso combinato
dei seguenti fattori:
• esternalità: ovvero l’intensità delle relazioni tra i partner al di fuori del cluster nodale;
• raggio d’azione: area d’azione della rete (regionale, nazionale, internazionale);
• intensità della conoscenza messa in gioco dai soggetti partecipanti ala rete;
• struttura del lavoro: con particolare riguardo alla rilevanza del lavoro basato sulla
conoscenza rispetto alle altre tipologie di qualifiche.
Cluster
Nodo dellarete
138
• infrastrutture e servizi ICT: in termini di strumenti che possono collegare soggetti interni
ed esterni al centro nodale della rete.
Lo sviluppo del settore ICT può infatti contribuire al superamento degli ostacoli alla
comunicazione che derivano dalla distanza, dalla diversa localizzazione delle risorse sul
territorio, dalla mancanza di organizzazione per rendere accessibili e comprensibili le
informazioni disponibili. Tali strumenti sono certamente favoriti dalla presenza di politiche
pubbliche adeguate alla crescita relazionale tra diverse tipologie di cluster.
Le leve alla base di tali politiche regionali possono essere le seguenti:
• promozione: dando un riconoscimento ufficiale alla formazione dei cluster costituisce
una modalità per attribuire credibilità al suo operato e incentivare nella sua direzione lo
sforzo congiunto con altri attori presenti sul territorio;
• investimento: il settore pubblico può essere interessato ad identificare e valorizzare
l’operato dei cluster per attrarre forme di investimento nei suoi confronti;
• educazione: i soggetti pubblici sono in grado di sensibilizzare le istituzioni educative
presenti nel territorio verso la formazione di conoscenza e capitale umano coerente con
le necessità dei cluster e delle prospettive di sviluppo economico;
• coesione sociale: la programmazione dello sviluppo dei cluster può rappresentare una
forma di riequilibrio a livello territoriale tra regione a basso e ad alto tasso di sviluppo
economico e sociale;
• responsabilizzazione collettiva: è rivolta alla capacità di coinvolgimento dei partner in
forme organizzate di programmazione di vision e politiche territoriali di sviluppo;
• organizzazione di adeguati servizi: fa riferimento alla presenza di unità operative in
grado di erogare servizi ai membri del cluster che per le loro particolari dimensioni o per
139
vincolo di risorse, non riescono a supportare alcuni processi della propria catena del
valore in maniera efficace ed efficiente.
Il ruolo dell’istituzione pubblica, rispetto all’attività della rete, consiste dunque nell’utilizzare gli
strumenti messi a disposizione dal settore ICT per creare il collegamento opportuno tra cluster
organizzati su più livelli: regionale, nazionale, globale. La caratteristica del sistema rete rispetto
al singolo cluster consente infatti di favorire la formazione di capitale umano e sociale su scala
più vasta, grazie anche al contributo di infrastrutture utili a supporto di tale struttura quali:
strutture tecnologiche adeguate, un mercato del lavoro aperto dal punto di vista normativo e
sostanziale alla flessibilità, e un sistema di servizi adeguato allo scambio di informazioni e
risorse tra diverse tipologie organizzative.
140
Allegato 1: Questionario ICT
Questionario ICTIndagine sulle caratteristiche strutturali del settore ICT, sui fattori d’impulso e sui vincoli istituzionali, imprenditoriali e manageriali alla base delle dinamiche reddituali, competitive e di impatto sociale, inerenti le imprese operanti nel settore ICT del Comune di Bologna Identificativi dell'impresa g01d01: Denominazione Scrivi le tue risposte qui:
g01d02: Data di inizio attività Inserisci una data: / /
g01d03: Comune dove ha sede operativa la società Scrivi le tue risposte qui:
g01d04: Segmenti del settore ICT Scegliete il vostro segmento ICT ed inserite l' attività di fatto esercitata
Scegli tutte quelle che corrispondono e fornisci un commento:
Fabbricazione di macchine, elaboratori e sistemi informatici
Fabbriczione di apparecchiature e sistemi per le comunicazioni
Realizzazione di Software e consulenza informativa
141
Servizi di supporto (manutenzioni, elaborazione dati, hosting, etc)
g01d06: Eventuali altre attività Scrivi le tue risposte qui:
Corporate governance g02d01: Forma d'impresa Scegli *solo una* delle seguenti:
Impresa Individuale
Società Semplice
Società in Accomandita Semplice
Società in Nome Collettivo
Società a Responsabilità Limitata
Società per Azioni
Società in Accomandita per Azioni
[Rispondi solo a questa domanda se hai risposto 'Società per Azioni' alla domanda 'g02d01 '] g02d02: Eventuale borsa di quotazione e data Scrivi le tue risposte qui:
g02d03: Appartenenza a un gruppo (2359 c.c.) 2359. Società controllate e società collegate. Sono considerate società controllate: 1) le società in cui un'altra società dispone della maggioranza dei voti esercitabili nell'assemblea ordinaria; 2) le società in cui un'altra società dispone di voti sufficienti per esercitare un'influenza dominante nell'assemblea ordinaria; 3) le società che sono sotto influenza dominante di un'altra società in virtù di particolari vincoli contrattuali con essa. Ai fini dell'applicazione dei numeri 1) e 2) del primo comma si computano anche i voti spettanti a società controllate, a società fiduciarie e a persona interposta; non si computano i voti
142
spettanti per conto di terzi. Sono considerate collegate le società sulle quali un'altra società esercita un'influenza notevole. L'influenza si presume quando nell'assemblea ordinaria può essere esercitato almeno un quinto dei voti ovvero un decimo se la società ha azioni quotate in borsa. Scegli *solo una* delle seguenti:
No
Holding Mista
Holding Operativa
g02d04: N° soci (persone fisiche/ giuridiche) Scrivi la(e) tua(e) risposta(e) qui:
Persone Fisiche:
Giuridiche:
g02d05: Impresa familiare o impresa controllata da terzi Scrivi le tue risposte qui:
g02d06: N. membri amministrazione (A.U./cda) Scrivi le tue risposte qui:
g02d07: Modello di amministrazione Scegli *solo una* delle seguenti:
Tradizionale
Monistico
Duale
g02d08: Eventuali amministratori indipendenti Numero Scrivi le tue risposte qui:
g02d09: Presenza di altri organi Scegli la risposta appropriata per ciascun item:
143
Presenza del collegio sindacale Sì Non so NO
Presenza di revisori esterni Sì Non so NO
Presenza di un comitato di controllo interno Sì Non so NO
Forza lavoro g03d01: Personale Inserire numero personale Scrivi la(e) tua(e) risposta(e) qui:
Dirigenti:
Personale a tempo indeterminato:
Collab. coord. Continuativi /lav. a contratto:
Lavoratori interinali:
Associati in partecipazione:
g03d02: Età media del personale Scrivi le tue risposte qui:
g03d03: Anzianità media di servizio del personale Scrivi le tue risposte qui:
g03d04: Livello Medio di Istruzione Bassa : Diploma Scuole Medie *** Medio-Bassa : Diploma Scuole Superiori *** Alta : Titolo di Laurea *** Altissima : Master, Dottorato di Ricerca
Scegli la risposta appropriata per ciascun item:
g03d05: Ore di formazione nell'ultimo
esercizio
Inserici un numero Scrivi la(e) tua(e) risposta(e) qui:
Ricerca e sviluppo:
Bassa Medio-Bassa Alta Altissima Ricerca e sviluppo Produzione Commerciale Direzione, finanza e amministrazione
144
Produzione:
Commerciale:
Direzione, finanza e amministrazione:
Dati sull’attività g04d01: Mercati di riferimento (% fatturato) Scrivi la(e) tua(e) risposta(e) qui:
Locale:
Nazionale:
Europeo:
Globale:
g04d02: Numero clienti Scrivi la(e) tua(e) risposta(e) qui:
Locale:
Nazionale:
Europeo:
Globale:
g04d03: Numero fornitori Scrivi la(e) tua(e) risposta(e) qui:
Locale:
Nazionale:
Europeo:
Globale:
g04d04: Canale distributivo (clienti diretti/ grossisti/ GDO/ posta e internet) Scrivi la(e) tua(e) risposta(e) qui:
Locale:
145
Nazionale:
Europeo:
Globale:
g04d05: Attività realizzata internamente Modello Organizzativo Scegli *tutte* le corrispondenti:
Ricerca e Sviluppo del prodotto
Progettazione
Fabbricazione
Assemblaggio
g04d06: Attività in outsourcing a raggio locale Modello Organizzativo Scegli *tutte* le corrispondenti:
Ricerca e Sviluppo del prodotto
Progettazione
Fabbricazione
Assemblaggio
g04d07: Attività in outsourcing delocalizzato Modello Organizzativo Scegli *tutte* le corrispondenti:
Ricerca e Sviluppo del prodotto
Progettazione
Fabbricazione
Assemblaggio
Attitudine all'innovazione g05d01: Collaborazioni a supporto dell'innovazione e del trasferimento tecnologico Collaborazioni tecnologiche (forme e soggetti)
146
Scegli *tutte* le corrispondenti:
Imprese fornitrici/clienti
Imprese concorrenti
Università e centri di ricerca
Intermediari finanziari
Nessuna delle precedenti
[Rispondi solo a questa domanda se hai risposto 'Nessuna delle precedenti' alla domanda 'g05d01 '] g05d02: Specificare se nessuna delle precedenti Collaborazioni tecnologiche (forme e soggetti) Scrivi le tue risposte qui:
Supply Chain g06d01: Fornitori co-localizzati Valore degli acquisti (%) Scrivi la(e) tua(e) risposta(e) qui:
Ultimo esercizio:
3 anni indietro:
g06d02: Fornitori nazionali Valore degli acquisti (%) Scrivi la(e) tua(e) risposta(e) qui:
Ultimo esercizio:
3 anni indietro:
g06d03: Altri fornitori Valore degli acquisti (%)
147
Scrivi la(e) tua(e) risposta(e) qui:
Ultimo esercizio:
3 anni indietro:
Portafoglio prodotti/mercati g08d01: Numero di brevetti Scrivi la(e) tua(e) risposta(e) qui:
1 anno indietro:
5 anni indietro:
10 anni indietro:
15 anni indietro:
g08d02: Introduzione di nuovi prodotti Scrivi la(e) tua(e) risposta(e) qui:
1 anno indietro:
5 anni indietro:
10 anni indietro:
15 anni indietro:
Accesso alla finanza agevolata g09d01: Finanziamenti statali per l'innovazione tecnologica e finanziamenti regionali (es. FIT, FAR, FIRB) Scrivi la(e) tua(e) risposta(e) qui:
1 anno indietro:
5 anni indietro:
10 anni indietro:
15 anni indietro:
g09d02: Finanziamenti provinciali e incentivi comunali Scrivi la(e) tua(e) risposta(e) qui:
1 anno indietro:
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5 anni indietro:
10 anni indietro:
15 anni indietro:
Collaborazioni con Università ed Enti di Ricerca g10d01: Accordi e convenzioni con specifici dipartimenti universitari Scrivi le tue risposte qui:
g10d02: Accordi e convenzioni con altri Enti di Ricerca Scrivi le tue risposte qui:
g10d03: Start-up (ad es. Spinner) Scrivi le tue risposte qui:
g10d04: Incubatori d'impresa (Alma Cube, Hi-Tech Off) Scrivi le tue risposte qui:
g10d05: Altre Scrivi le tue risposte qui:
Vincoli allo sviluppo g11d01: Vincoli allo sviluppo: fattori soggettivi Scegli la risposta appropriata per ciascun item:
Non rilevante
Poco Rilevante
Abbastanza Rilevante
Molto Rilevante
Errori manageriali Insufficienti competenze manageriali Vicende coinvolgenti il gruppo di appartenenza Comportamenti fraudolenti di terzi Passaggio generazionale
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g11d02: Vincoli alla sviluppo: errori nell'impostazione delle scelte strategiche Scegli la risposta appropriata per ciascun item:
g11d03: Inefficienze interne Gestione industriale Mancato controllo dei costi Gestione finanziaria
Scegli la risposta appropriata per ciascun item:
Non rilevante
Poco Rilevante
Abbastanza Rilevante
Molto Rilevante
Errori di crescita (mancata verifica della sostenibilità della crescita esterna, espansione fatturato)
Assunzione di rischi eccessivi, gestione speculativa Incoerenza del business (diversificazione non equilibrata dell'attività) Rigidità strutturale / scarsa flessibilità produttiva Carenza di pianificazione, programmazione e controllo Carenza di innovazione
Non rilevante
Poco Rilevante
Abbastanza Rilevante
Molto Rilevante
Decadimento dei prodotti Mancato controllo di redditività dei prodotti Inefficienza organizzativa e/o informativa Composizione dei costi (variabili - fissi) Commerciali Amministrativi e generali Finanziari Eccesso di indebitamento Squilibri tra struttura degli investimenti e durata dei finanziamenti Squilibri patrimoniali (inadeguatezza dei mezzi propri, scarso autofinanziamento) Squilibri nelle gestioni accessorie
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g11d04: Vincoli allo sviluppo: fattori esogeni Scegli la risposta appropriata per ciascun item:
g11d05: Vincoli allo sviluppo: fattori locali Scegli la risposta appropriata per ciascun item:
Altre inefficienze interne (precisare)
Non rilevante
Poco Rilevante
Abbastanza Rilevante
Molto Rilevante
Crisi di mercato / settore Instabilità dei cambi valutari e del costo del denaro Variabilità del costo dei fattori produttivi Concorrenza sleale subìta Inadempimenti di terzi Fattori politici ed altre circostanze esterne (calamità naturali) Altre (precisare)
Non rilevante
Poco Rilevante
Abbastanza Rilevante
Molto Rilevante
Insufficente sistema locale di istruzione e formazione Scarse collaborazioni tecnologiche con università e centri di ricerca Servizi di orientamento al lavoro insufficienti o inefficaci Non efficaci Servizi alle imprese da parte del comune Infrastrutture per la logistica non adeguate Servizi relativi alla casa per l'attrazione di lavoratori Sistema creditizio locale non adeguato
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