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Caro Paziente,
in questo file troverai una serie di documenti che ti permetteranno di vivere con maggiore consapevolezza e serenità il
tuo prossimo ricovero per l’intervento di
ARTROPROTESI DI GINOCCHIO
1. Una breve informativa.
- Questo documento dovrà essere firmato e consegnato al momento del “Pre-ricovero” in Casa di Cura, per
essere inserito nella tua cartella clinica.
2. Il consenso informato.
- Questo documento dovrà essere firmato e consegnato al momento del “Pre-ricovero” in Casa di Cura, per
essere inserito nella tua cartella clinica.
3. Le schede di valutazione.
- Queste pagine dovranno essere compilate con le risposte ad ogni singola domanda, e consegnate al momento
del “Pre-ricovero” in Casa di Cura, per essere inserite nella tua cartella clinica.
4. Il protocollo riabilitativo.
- Questo documento sarà la tua guida personale dopo l’intervento, permettendoti di organizzarti per tempo per
eseguire nel modo più opportuno tutte le terapie fisiche necessarie per un recupero soddisfacente del tuo grado
di attività. Eventuali modifiche che saranno ritenute opportune per evenienze riscontrate in sede di intervento ti
saranno indicate, invece, nella lettera di dimissione dalla Casa di Cura.
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INFORMATIVA SULL’ARTROSI DI GINOCCHIO E L’IMPIANTO PROTESICO
L’artrosi di ginocchio è una condizione debilitante che colpisce migliaia di persone ogni giorno,
con dolore costante, pesantezza, gonfiore e limitazione della funzione. È una malattia
degenerativa, cronica, e progressiva, che causa la lenta scomparsa dello strato di cartilagine
che riveste le superfici articolari. Spesso colpisce le persone di mezza età e gli anziani, ma può
colpire anche pazienti più giovani.
ARTROSI DI GINOCCHIO: CAUSE
L’artrosi del ginocchio (gonartrosi) è all’origine di forti dolori e di un’importante limitazione, la
cui incidenza aumenta con l’età, con un picco tra i 70 e i 79 anni. La conseguenza è la
degradazione della cartilagine, l’usura, associata ad una iperattività dell’osso sub condrale
con produzione di osteofiti (nuovo osso nel tentativo di aumentare la superficie su cui si
scaricano le forze articolari). Alla base di questa degenerazione vi sono dei fenomeni meccanici
e biologici che alterano il delicato equilibrio tra la sintesi e la degradazione della cartilagine e
dell’osso sub condrale. E’ coinvolta anche la membrana sinoviale, che si attiva producendo
delle molecole che stimolano le cellule cartilaginee e modificano direttamente la matrice
extracellulare.
La degenerazione articolare in presenza di artrosi
Lo sviluppo della malattia è favorito sia da fattori meccanici locali che da fattori sistemici. Tra
i fattori sistemici si riconoscono l’età, con il sesso (è maggiore nelle donne), e alcuni fattori
genetici. Tra i fattori biomeccanici locali, invece, hanno importanza:
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o le lesioni articolari, in particolare quelle dei legamenti crociati, le rotture meniscali;
o lavorare in posizione accovacciata, e le professioni che comportano grossi carichi sulle ginocchia;
o le attività sportive, aumentando il rischio di lesioni articolari a causa delle continue sollecitazioni e dell’uso ripetitivo dell’articolazione;
o l’obesità, uno dei fattori più importanti per la comparsa e la progressione della malattia
o le alterazioni dell’asse della gamba, che causano il sovraccarico di un comparto del ginocchio rispetto ad altri
Le cause di gonartrosi vengono inquadrate in due insiemi: la forma idiopatica, primaria, in cui
non si riconosce una causa scatenante specifica; le forme secondarie, in cui l’alterazione parte
da un elemento chiaro come la non più naturale congruenza della superficie cartilaginea che
può risultare da una frattura articolare.
ARTROSI DI GINOCCHIO: SINTOMI
Quando insorge l’artrosi si prova dolore. Tuttavia la cartilagine non ha recettori del dolore, e
questo si ritiene provenga dai recettori che si trovano a livello dell’osso sub condrale. Per
questo motivo, quando il paziente inizia ad avvertire dolore al ginocchio, l’artrosi è spesso già di
un grado avanzato. Altre fonti di dolore nel ginocchio artrosico sono: l’infiammazione della
membrana sinoviale, le lesioni meniscali, e i danni periostali.
ARTROSI DI GINOCCHIO: DIAGNOSI
L’accuratezza della diagnosi è basata sugli elementi che derivano dalla storia del paziente, dai
test clinici, e dagli esami radiologici. Il dolore è il sintomo principale, ma la sua intensità spesso
non è correlata con la gravità radiologica dell’artrosi. È avvertito di solito al comparto più colpito,
ma spesso può irradiarsi a tutto il ginocchio, ed anche alla superficie anteriore della gamba. Il
paziente può segnalare episodi acuti in cui la sintomatologia diventa più importante, e a questa
può associarsi lassità legamentosa o versamento articolare. L’ispezione ricerca eventuali
deviazioni assiali degli arti inferiori e deformità irriducibili. Può essere presente, posteriormente,
una cisti poplitea (cisti di Baker). Il test della deambulazione dimostrerà la presenza di zoppia.
Se c’è versamento, questo è apprezzabile con il ballottamento rotuleo. I movimenti sono dolorosi
e/o limitati, il quadricipite sarà spesso di trofismo ridotto, e la stabilità legamentosa potrà essere
alterata.
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Ginocchio normale, a sinistra, a confronto con gonartrosi di 4° grado
Tra gli esami radiologici, la radiografia è l’esame principale per la diagnosi della gonartrosi.
Deve comprendere: una proiezione antero-posteriore, una proiezione latero-laterale, una
proiezione secondo Rosenberg, e una proiezione di entrambi gli arti inferiori che includa sia le
teste femorali che le caviglie. Su queste si potranno osservare, e quantificare, la riduzione dello
spazio articolare, l’addensamento dell’osso subcondrale, la presenza di osteofiti e di geodi (aree
cavitarie di riassorbimento), e l’allineamento dell’arto inferiore. Le altre tecniche radiologiche
(ecografia, risonanza magnetica, tomografia computerizzata) risultano, invece, inutili ai fini dello
studio dell’artrosi, e parzialmente utili per la valutazione di condizioni patologiche associate.
ARTROSI DI GINOCCHIO: TRATTAMENTO CONSERVATIVO
Il trattamento della gonartrosi si basa su di una combinazione di trattamenti farmacologici e
non farmacologici, da personalizzare in base ai fattori di rischio presenti, al dolore e alla disabilità
del paziente, il grado di infiammazione, e le caratteristiche osservate in radiografia. Le
possibilità non farmacologiche includono l’educazione del paziente sulla malattia, l’esercizio
fisico e la fisioterapia specifica, gli ausili per deambulare, e la riduzione del peso corporeo.
A questi si possono associare una serie di farmaci. Le applicazioni locali di antinfiammatori
sono utili e sicure nelle forme iniziali di artrosi; gli antinfiammatori per via orale, o iniettiva, sono
indicati nei pazienti che non rispondono al paracetamolo. Gli analgesici oppiacei sono utili
come alternativa qualora gli antinfiammatori risultino inefficaci o scarsamente tollerati. I
condroprotettori (composizioni di glucosamina solfato, condroitin solfato, acido ialuronico,
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ed altri elementi nutritivi per la cartilagine) agiscono sulla struttura cartilaginea e hanno un’azione
antinfiammatoria secondaria provata, sono abbastanza tollerati dai pazienti e non producono
fastidi durante la digestione. Un tipo di trattamento abbastanza conosciuto è la
viscosupplementazione, eseguita attraverso iniezioni intrarticolari di acido ialuronico
(infiltrazioni). Recentemente sono stati introdotti tipi di trattamento rigenerativo come l’uso
del PRP e delle cellule staminali a derivazione adiposa, praticato in sala operatoria tramite una
piccola liposuzione. I risultati sono promettenti per la possibilità di rallentare e/o arrestare la
degenerazione, agendo sull’infiammazione, e stimolando sia la formazione di un tessuto di
riparazione più valido che riequilibrando l’omeostasi articolare.
ARTROSI DI GINOCCHIO: TRATTAMENTO CHIRURGICO
Al fallimento delle possibilità farmacologiche e non, è opportuno prendere in considerazione
l’intervento di sostituzione protesica, per il quale le superfici di femore, tibia, ed
eventualmente rotula, verranno sostituire con delle componenti metalliche ad attrito
estremamente ridotto. Se la protesi ricopre uno solo dei comparti del ginocchio, allora
parleremo di protesi monocompartimentale. Quando, invece, rivestiremo tutto il ginocchio,
parleremo di protesi totale di ginocchio. In base alle condizioni cliniche del ginocchio e
dell’integrità legamentosa, la protesi totale del ginocchio può essere impiantata conservando
entrambi i legamenti crociati (anteriore e posteriore), oppure il solo legamento crociato
posteriore. Nei casi più complicati, invece, non sarà salvato nessuno dei due legamenti. La
riabilitazione per questo tipo di interventi è precoce, e si avvale del protocollo “Fast Track”.
Protesi Monocompartimentale Protesi Totale
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INFORMATIVA SUL PROTOCOLLO DI RIABILITAZIONE PRECOCE “FAST TRACK”
Rimanere in ospedale il minimo indispensabile e riprendere subito una vita normale.
Questi i due principali vantaggi del “Fast Track Recovery”, un nuovo modello di cura del
paziente diffuso in Nord America e Nord Europa.
FAST TRACK: COS’E’
Con “Fast Track Recovery” ci si riferisce ad un programma di cura del paziente ideato negli anni
’90 dal danese Kehlet, che favorisce il recupero postoperatorio. Si applicano accorgimenti
tecnici e farmacologici volti alla riduzione del sanguinamento, al controllo del dolore, alla
gestione della ferita, e all’educazione del paziente. Ideato per la chirurgia generale, oggi è molto
diffuso nell’Ortopedia Internazionale e sta trovando sempre più consenso nel nostro
Beneamato Stivale.
L’applicazione più appropriata è nel campo protesico (protesi di ginocchio
monocompartimentali, bicompartimentali, tricompartimentali, e protesi di anca), interventi
frequenti sia nel pubblico che privato.
FAST TRACK: COME FUNZIONA
All’atto pratico, il protocollo “Fast Track” viene applicato a partire dalla visita ambulatoriale, con
una fase “educativa”. L’educazione del paziente, attore centrale per il raggiungimento dei migliori
risultati, è operata in primis dal Chirurgo, affiancato dall’Anestesista, e dal Riabilitatore. Queste
figure illustreranno tutti i dettagli di propria competenza, sottolineandone i vantaggi sul breve,
medio, e lungo termine.
Il paziente arriverà all’intervento, quindi, completamente conscio di ogni passaggio che lo
riguarda, più sereno, e più motivato per un pronto recupero.
FAST TRACK: INTERVENTO
La fase successiva è prettamente “operatoria”, e si costituisce di una serie di accorgimenti
terapeutici volti a favorire il recupero precoce.
o L’anestesia sarà loco-regionale
o Non sarà applicato il catetere vescicale
o L’uso del tourniquet sarà limitato o evitato
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o Verrà iniettato un farmaco in grado di limitare il sanguinamento, in 3 momenti: prima dell’intervento, durante, e alla fine (in questo caso per via infiltrativa intrarticolare)
o Durante l’intervento il Chirurgo praticherà un’ulteriore anestesia, locale (sui tessuti molli periarticolari)
o L’intervento sarà eseguito con una tecnica “mini-invasiva”. Questo, tuttavia, non significa uscire dalla sala operatoria con una “piccola incisione”, bensì che il vostro Chirurgo avrà avuto il massimo rispetto dei tessuti molli (tendini, legamenti, capsula articolare, muscoli). Si eviterà, quindi, la disinserzione di queste strutture, cosa normale con altri tipi di accessi chirurgici
o Alla fine dell’intervento, l’Anestesista praticherà un’infusione continua di antidolorifici, che durerà circa 24 ore
o Si esce dalla sala operatoria con l’arto operato in flessione. Questa posizione consente un ulteriore riduzione del sanguinamento e una più facile mobilizzazione attiva successiva. Non saranno presenti, invece, i classici drenaggi applicati nel regime ordinario di gestione del paziente protesizzato
o Il riposo a letto, dopo l’intervento, sarà limitato a 3 ore. Quindi, con l’aiuto del terapista, il paziente sarà messo in piedi ed aiutato nel recupero della deambulazione. Senza avvertire dolore. Il giorno successivo all’intervento il paziente sarà istruito all’ascesa delle scale.
FAST TRACK: LA RIABILITAZIONE
Dopo 5 giorni (totali) di degenza il paziente sarà dimesso dal reparto, perfettamente
autosufficiente. Alla dimissione corrisponde la terza e ultima fase del “Fast Track Recovery”: la
riabilitazione.
Nei casi così trattati, il paziente non deve eseguire un classico “recupero”. Sarà stato “fermo”
per sole 3 ore, quindi il raggiungimento degli obiettivi funzionali post-operatori sarà nettamente
più rapido e meno impegnativo. Il Riabilitatore sarà di supporto, come educatore e
supervisore, stimolando la ripresa del paziente anche tramite un lavoro di educazione e
addestramento per i familiari e per le persone vicine.
FAST TRACK: VANTAGGI
o Assenza di dolore
o Assenza di cateteri e drenaggi o Non necessità di trasfusioni di sangue
o Riduzione marcata delle complicanze postoperatorie
o Mobilizzazione attiva immediata
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o Ricovero brevissimo (4-5 giorni contro 8 giorni, in media, dei protocolli di gestione standard)
o Recupero funzionale precoce con ripresa delle attività leggere e dell’autosufficienza rapidissima
o Riabilitazione senza ricoveri ma praticabile in regimi molto meno impegnativi come day hospital, ambulatoriale, o domiciliare
o Piena soddisfazione del paziente
FAST TRACK: RISULTATI
Presso la CdC Villa Igea di Ancona questo protocollo è routinariamente applicato a tutti i
pazienti sottoposti a chirurgia protesica di ginocchio ed anca. Ha portato ad un netto
miglioramento clinico oggettivo e soggettivo. Su circa 80 pazienti così trattati (gruppo A),
confrontati con altrettanti pazienti gestiti con il protocollo ordinario (gruppo B), si sono ottenuti:
0 trasfusioni (contro 8 nel gruppo B), 2 anemie postoperatorie (contro 13 nel gruppo B), 0
complicanze (contro 3 nel gruppo B, tutte infezioni superficiali della ferita risolte con terapia
antibiotica), e una percezione media definita come “fastidio”. Il ROM, quindi il grado di
movimento articolare, nel gruppo A è stato pressoché completo in tutti i pazienti.
Pazienti protesizzati durante una seduta di riabilitazione
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L’attività sportiva amatoriale è possibile anche da “grandi adulti”
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CONSENSO INFORMATO PER INTERVENTO DI CHIRURGIA MAGGIORE DEL
GINOCCHIO
Io sottoscritto ___________________________________________________ Nato/a a
____________________________________________
Il ___________________ affetto/a da
____________________________________________________________________________________
cui, previo valutazione specialistica ortopedica, è stata posta indicazione per intervento chirurgico di:
o SOSTITUZIONE TOTALE DI GINOCCHIO (ARTROPROTESI BI/TRI-COMPARTIMENTALE) Intervento chirurgico che prevede una prima fase di rimozione della superficie articolare di tutto il femore distale e della
tibia prossimale, la sua preparazione con tagli definiti, il posizionamento di inserti metallici e in polietilene processato, e il
bilanciamento legamentoso. Secondo necessità si può rendere necessaria la protesizzazione della rotula con una
componente in polietilene processato al fine di aumentare la durabilità dell’impianto e garantirne un migliore
funzionamento.
o REVISIONE DI SOSTITUZIONE DI GINOCCHIO Intervento chirurgico indicato nei casi in cui, su di una protesi già impiantata, si sia verificata una complicanza di natura
meccanica, biologica, infettiva, o traumatica. Questo intervento, più invasivo per il paziente, prevede la rimozione delle
componenti precedentemente impiantate, un eventuale tempo chirurgico accessorio per il posizionamento di componenti
in cemento antibiotato (da rimuovere successivamente alla risoluzione dell’eventuale infezione), e l’impianto di nuovi
componenti protesiche con steli più lunghi, e in alcuni casi più selezionati anche vincolate.
o SOSTITUZIONE PARZIALE DI GINOCCHIO (ARTROPROTESI MONO-COMPARTIMENTALE) Intervento chirurgico riservato a casi selezionati in cui la degenerazione coinvolge un unico compartimento del ginocchio
(femoro-rotuleo, femoro-tibiale mediale, femoro-tibiale laterale), lasciando pressoché indenni i rimanenti. La chirurgia
prevede la rimozione della superficie articolare del solo comparto affetto, la preparazione dell’osso con tagli definiti, il
posizionamento di inserti metallici e in polietilene processato, e il bilanciamento legamentoso. Casi molto selezionati
possono beneficiare dell’impianto simultaneo in più compartimenti.
o OSTEOTOMIA CORRETTIVA Intervento chirurgico volto alla correzione di deformità assiali, il cui obiettivo è il ripristino della normale biomeccanica del
ginocchio, la risoluzione della sintomatologia dolorifica, l’eliminazione del danno progressivo causato dal sovraccarico sulle
superfici articolari, e in ultimo la riduzione della degenerazione artrosica precoce. La correzione prevede, in base al tipo e
all’entità di deformità esistente, la rimozione di un cuneo osseo o la creazione di uno spazio cuneiforme tramite dei tagli
ossei; il passaggio finale è la stabilizzazione del nuovo asse osseo con un sistema di placche e viti specifiche. L’intervento
può essere eseguito sulla porzione metafisaria del femore distale o della tibia prossimale.
o ALTRO _________________________________________________________________________________________________
_________________________________________________________________________________________________
_________________________________________________________________________________________________
___________________________
Dichiaro che mi sono state illustrate le motivazioni che rendono preferibile tale tipo di intervento rispetto ad altre scelte terapeutiche
(mediche, fisioterapiche o chirurgiche) che, stanti le caratteristiche della mia patologia, non risulterebbero altrettanto efficaci nel
ridurre il dolore e nel migliorare la funzionalità articolare e quindi, in definitiva, nel migliorare la qualità della vita.
Dichiaro di essere informato sulle complicanze di ordine generale e sui rischi generici osservabili in tutti gli interventi chirurgici ed
in particolare il rischio di infezioni, di emorragie, di reazioni avverse o allergiche a farmaci, di trasfusioni di sangue, di complicanze a
carico dell’apparato cardiovascolare (disturbi del ritmo cardiaco, sbalzi pressori, attacchi anginosi, infarto, flebiti, trombosi, embolie
periferiche ecc), dell’apparato respiratorio (broncopolmoniti, atelettasia di parte del polmone, embolia polmonare), dell’apparato
genito-urinario (infezione delle vie urinarie, ritenzione urinaria, insufficienza renale), dell’apparato gastroenterico (gastrite, ulcera
duodenale, colecistite, occlusione intestinale), di perdita della sensibilità, di perdita della funzionalità parziale o totale di organi o
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funzioni, di paralisi, di danni cerebrali, di complicanze anche letali; il tutto con specifico riferimento anche alle mie attuali condizioni
generali di salute.
Dichiaro altresì di essere stato esaurientemente informato sulle complicanze specifiche relative all’intervento indicato e qui di
seguito elencate.
I RISCHI INTRA-OPERATORI:
o Lesione di strutture vascolari (tronchi arteriosi e/o trochi venosi maggiori) con possibile importante perdita di sangue e
conseguente anemizzazione che può rendere necessarie trasfusioni di sangue e che può mettere a repentaglio la vita
stessa del paziente;
o Lesioni nervose con possibile perdita della sensibilità e/o paresi o paralisi;
o Lesioni tendinee e/o legamentose che possono sottendere al susseguirsi di lunghi periodi di immobilizzazione e/o esiti a
distanza o necessità di ulteriore trattamento chirurgico o che possono essere implicate nell’intervento stesso, come ad
esempio la necessità di dover procedere all’impianto di componenti di dimensioni maggiori o semivincolate;
o Fratture ossee (femore, tibia, rotula) con possibili ripercussioni sul programma di riabilitazione post–intervento con
allungamento del tempo di recupero e necessità di prolungata immobilizzazione dell’arto inferiore ed eventuali esiti a lungo
termine, nonché la possibile necessità di utilizzare componenti protesiche più stabili ma più invasive;
I RISCHI NEL POST-OPERATORIO:
o Complicanze vascolari rappresentate da flebite (infiammazione di vaso venoso superficiale), trombosi venosa profonda
(occlusione di un vaso venoso profondo con possibile evoluzione verso una sindrome post-trombotica con flebedema
monolaterale, fibrosi sottocutanea, cianosi, varicosi, che può arrivare fino alla gangrena dell’arto) ed embolia polmonare
(l’embolo, adiposo o trombotico, entra in circolo ed ostacola l’afflusso di sangue ai polmoni con quadro di insufficienza
respiratoria acuta più o meno grave , talvolta con rischio per la vita stessa del paziente). Per ridurre il rischio di tali
complicanze viene attuata una profilassi farmacologica con Eparina a Basso Peso Molecolare (EBPM) e con altre misure
(mobilizzazione precoce, utilizzo di calze elastiche).
o Infezione dell’articolazione (artrite settica): nonostante la profilassi antibiotica si può sviluppare un processo infettivo
nell’articolazione che può richiedere un successivo intervento chirurgico di pulizia; le conseguenze possono portare a danni
articolari anche irreversibili.
o Tumefazione dell’articolazione per versamento articolare infiammatorio (idrartro per sinovite reattiva) o per versamento di
sangue in articolazione (emartro), quest’ultimo solitamente negli interventi più complessi. Può rendersi necessaria
l’aspirazione del liquido articolare, anche ripetuta nel tempo, ed un rallentamento del programma riabilitativo.
o Formazione di cicatrice chirurgica retraente, ipertrofica, dolorosa o deturpante: tale eventualità dipende dalla localizzazione
della ferita chirurgica, dalla variabilità interindividuale, e dall’attenzione dedicata alla ferita stessa nei mesi successiv i
l’intervento;
o Limitazione dell’articolarità / rigidità articolare di entità variabile a seconda del tipo di intervento subito dovute alla
formazione di aderenze articolari: nei casi gravi può essere necessario un nuovo trattamento chirurgico (artrolisi) per
migliorare la mobilità articolare;
o Mobilizzazione delle componenti protesiche per cui si rende necessario un reintervento di revisione;
o Intolleranza (precoce o tardiva) ai mezzi di fissazione per cui possono rendersi necessari ulteriori interventi di pulizia
chirurgica fino alla rimozione dei mezzi di fissazione;
o Fratture periprotesiche con necessità di un secondo intervento
o Persistenza del dolore, zoppia, dismetria, instabilità articolare
o Usura delle componenti che richiede la revisione chirurgica (5-10% nei primi 10 anni)
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Mi è stato illustrato con chiarezza il normale decorso post-operatorio, menzionando la sintomatologia dolorosa conseguente
all’intervento, gli effetti visibili sul segmento operato ed il protocollo riabilitativo con i successivi accorgimenti da ado ttare dopo
l’intervento.
Sono stato inoltre informato della possibilità di utilizzare elementi tendinei, ossei, o legamentosi, derivanti da donatore
(ALLOGRAFT), accuratamente conservati presso la Banca dei Tessuti di riferimento, dei rischi connessi, e dello screening da
eseguire
☐Acconsento all’uso di allograft ☐Non acconsento all’uso di allograft
Sono a conoscenza della possibilità di essere ricontattato anche a distanza di molti anni per motivi di ricerca clinica e rivalutazione,
nonché della possibilità che tessuti “di scarto” e/o campioni bioptici mi possano essere prelevati per essere studiati, aumentando
così la conoscenza ortopedica.
☐Acconsento ☐Non acconsento
Autorizzo che per le stesse finalità di ricerca, miglioramento, e progresso possano essere conservati i miei dati e il materiale
audiovisivo prodotto durante l’intervento, purché l’eventuale pubblicazione avvenga in maniera completamente anonima e non lesiva
della mia persona.
☐Acconsento ☐Non acconsento
Io sottoscritto, in merito al trattamento proposto, dichiaro:
−di essere stato adeguatamente informato circa i benefici, i rischi prevedibili, le possibili complicanze prevedibili, le alternative
possibili, gli eventuali trattamenti terapeutici da effettuare dopo il trattamento sanitario;
−di aver ricevuto un’informazione chiara, completa ed esaustiva,
−di aver avuto il tempo di porre, senza fretta, al DR ________________________________ tutte le domande che ho ritenuto più
opportune riguardante l’intervento propostomi e di avere ricevuto risposte chiare e soddisfacenti.
Invitato dal medico ho ripetuto allo stesso, con parole mie, le informazioni sopraindicate, dimostrando di aver compreso pienamente
il significato delle informazioni ricevute dal medico.
Chiedo pertanto di essere sottoposto all’intervento chirurgico che mi è stato proposto. Nel caso in cui durante l’intervento si
verificasse, a giudizio dei medici, la necessità di utilizzare ulteriori o diverse procedure oltre a quelle descritte, queste sono da me
autorizzate senza la necessità di ulteriori richieste. Sono al corrente che nessuna promessa mi è stata fatta sui risultati che potranno
essere raggiunti, che sono probabili ma non sicuri essendo i tempi ed il grado di recupero dell’autonomia funzionale connessi a
variabili anche indipendenti dalla corretta esecuzione dell’intervento stesso (condizioni generali antecedenti, risposta individuale,
possibilità di adeguata riabilitazione ecc).
Sono stato altresì informato di poter revocare il mio consenso in qualsiasi momento e comunque prima che l’intervento stesso non
sia più arrestabile
Io sottoscritto, capace di intendere e volere, in grado di comprendere la lingua italiana, avuto adeguato tempo per leggere e riflettere
sul presente modulo scritto, sulle informazioni riportate e su quelle integrate su mia richiesta e ricevute da parte del medico indicato
☐Acconsento all’intervento ☐Non acconsento Data____________________
Firma del paziente Firma del medico
Per il/la paziente minorenne:
Se necessario, il genitore esercitante la Patria Potestà
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Nome e Cognome _________________________________________ Firma………………………………………….
Per il/la paziente interdetto/inabile alla
firma:
L’incaricato/tutore legale
Nome e Cognome _________________________________________ Firma………………………………………….
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SCHEDE DI VALUTAZIONE NELLA PATOLOGIA DEGENERATIVA DI
GINOCCHIO
Cognome: Nome: Tempo dall’intervento:
NRS (metta una croce sull’intensità del suo dolore abituale)
Dolore 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 (Il massimo)
Durante le ultime 4 settimane...
PARTE I - KNEE SCORE
Dolore (rispondere)
š Nessuno
š Leggero / Occasionale
š Leggero (solo con le scale)
š Leggero (camminando e con le scale)
š Moderato - Occasionale
š Moderato - Continuo
š Forte
Blocco in flessione (se presente)
š 5°-10°
š 10°-15°
š 16°-20°
š >20°
Deficit dell’estensione
š <10°
š 10-20°
š >20°
Valutazione della stabilità (massimo
movimento in ogni posizione)
Anteroposteriore
š < 5 mm
š 5-10 mm
š 10 +mm
Mediolaterale
š <5°
š 6-9°
š 10-14°
š 15°
Range totale di flessione
š 0-5 š 6-10 š 11-15 š 16-20 š 21-25
š 26-30 š 31-35 š 36-40 š 41-45 š 46-50
š 51-55 š 56-60 š 61-65 š 66-70 š 71-75
š 76-80 š 81-85 š 86-90 š 91-95 š 96-100
š 101-105 š 106-110 š 111-115 š 116-120 š 121-
125
Valutazione dell’asse varo/valgo
š 0 š 1 š 2 š 3 š 4 š 5-10 š 11 š 12 š 13
š 14 š 15 š Più di 15°
PARTE II - FUNZIONE
Rispondere alle seguenti domande
Capacità di camminare
š Senza problemi
š >10 isolati
š 5-10 isolati
š <5 isolati
š Solo in casa
š Impossibile
Usare le scale
š Senza problemi
š Uso della ringhiera solo a scendere
š Uso della ringhiera a salire e a scendere
š Uso della ringhiera a salire; impossibile a
scendere
š Impossibile usare le scale
Si impiegano ausili per camminare
(bastone o altro)?
š Nessun ausilio
š Uso di bastone da passeggio
š Uso di due bastoni
š Uso di stampelle
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L’attività chirurgica del dr. Dei Giudici viene svolta presso la Casa di Cura “Villa Igea” di Ancona, via Maggini 200, 60127, Ancona (AN).
L’ Ufficio Ricoveri risponde al numero: +39 071 9947773 (dalle 10:00 alle 12:00) - +39 071 9947676 (sig.ra Patrizia Cesaretti).
Tegner (metta una croce sul livello di attività che meglio la rappresenta) Livello Significato
10 Sport competitivi (calcio, rugby, football americano) a livello internazionale (Nazionale Italiana)
9 Sport competitivi (calcio, football americano, rugby) di categoria inferiore, hockey, combattimento,
ginnastica artistica, basket
8 Badmington, raquet, atletica leggera, sci
7 Tennis, corsa, corse d’auto, pallamano o Calcio, football Americano, rugby, hockey, basket, corsa, a livello
semiprofessionistico
6 Tennis, badminton, pallamano, sci, jogging a livello amatoriale per almeno 5 giorni la settimana
5 Lavoro fisico pesante (costruttore ecc-) o Ciclismo, scii di fondo a livello professionale, Jogging amatoriale
per almeno 2 giorni la settimana
4 Lavoro fisico moderatamente pesante (camionista ecc.)
3 Lavoro fisico leggero (infermiere ecc.)
2 Lavoro fisico leggero o Camminare su terreni sconnessi, ma non trekking ed escursioni
1 Lavoro sedentario (segreteria ecc.)
0 Nessuna attività a causa della problematica al ginocchio
SF 12 Pre operatoria
1.In generale, direbbe che la Sua salute è:
1 Eccellente 2 Molto buona 3 Buona 4 Passabile 5 Scadente
Le seguenti domande riguardano alcune attività che potrebbe svolgere nel corso di una qualsiasi
giornata. La Sua salute La limita attualmente nello svolgimento di queste attività?
2. Attività di moderato impegno fisico, come spostare un tavolo, usare l’aspirapolvere, giocare a
bocce o fare un giretto in bicicletta
3.Salire qualche piano di scale
Nelle ultime 4 settimane, ha riscontrato i seguenti problemi sul lavoro o nelle altre attività
quotidiane, a causa della Sua salute fisica?
4. Ha reso meno di quanto avrebbe voluto
SI
mi limita parecchio
SI
mi limita parzialmente
NO
non mi limita per nulla
SI
mi limita parecchio
SI
mi limita parzialmente
NO
non mi limita per nulla
1 SI 2 NO
web: www.ortopediadeigiudici.it
@: dottordeigiudici@outlook.it
tel: +39 329 3799525
L’attività chirurgica del dr. Dei Giudici viene svolta presso la Casa di Cura “Villa Igea” di Ancona, via Maggini 200, 60127, Ancona (AN).
L’ Ufficio Ricoveri risponde al numero: +39 071 9947773 (dalle 10:00 alle 12:00) - +39 071 9947676 (sig.ra Patrizia Cesaretti).
5. Ha dovuto limitare alcuni tipi di lavoro o di altre attività
Nelle ultime 4 settimane, ha riscontrato i seguenti problemi sul lavoro o nelle altre attività
quotidiane, a causa del Suo stato emotivo (quale il sentirsi depresso o ansioso)?
6. Ha reso meno di quanto avrebbe voluto
7. Ha avuto un calo di concentrazione sul lavoro o in altre attività
8. Nelle ultime 4 settimane, in che misura il dolore l’ha ostacolata nel lavoro che svolge
abitualmente (sia in casa sia fuori casa)?
Le seguenti domande si riferiscono a come si è sentito nelle ultime 4 settimane.
Risponda a ciascuna domanda scegliendo la risposta che più si avvicina al Suo caso.
Per quanto tempo nelle ultime 4 settimane si è sentito …
9. calmo e sereno? Sempre Quasi
sempre
Molto
tempo
Una parte
del tempo
Quasi
mai
Mai
10. pieno di energia? Sempre Quasi
sempre
Molto
tempo
Una parte
del tempo
Quasi
mai
Mai
11. Scoraggiato e triste Sempre Quasi
sempre
Molto
tempo
Una parte
del tempo
Quasi
mai
Mai
12. Nelle ultime 4 settimane, per quanto tempo la Sua salute fisica o il Suo stato emotivo hanno
interferito nelle Sue attività sociali, in famiglia, con gli amici? Sempre Quasi
sempre
Molto
tempo
Una parte
del tempo
Quasi
mai
Mai
1 SI 2 NO
1 SI 2 NO
1 SI 2 NO
1 Per nulla 2 Molto poco 3 Un po’ 4 Molto 5 Moltissimo
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L’attività chirurgica del dr. Dei Giudici viene svolta presso la Casa di Cura “Villa Igea” di Ancona, via Maggini 200, 60127, Ancona (AN).
L’ Ufficio Ricoveri risponde al numero: +39 071 9947773 (dalle 10:00 alle 12:00) - +39 071 9947676 (sig.ra Patrizia Cesaretti).
LINEE GUIDA NEL TRATTAMENTO POST SOSTITUZIONE PROTESICA DI GINOCCHIO
Seconda giornata post-operatoria:
- Flesso-estensione assistita 0-90 con Kinetech; - Contrazioni isometriche del quadricipite con palla (10 serie, 15 secondi, isometriche, e 10 serie da 12
ripetizioni) - Contrazioni isometriche degli adduttori (10serie da 20secondi) - Massaggio dei flessori e del tensore della fascia lata - Ghiaccio a fine seduta (10-15min)
Terza - Ventunesima giornata post-operatoria:
- Contrazioni isometriche del quadricipite con palla (10 serie, 15 secondi, isometriche, e 10 serie da 12 ripetizioni)
- Contrazioni isometriche degli adduttori (10serie da 20secondi) - Massaggio dei flessori e del tensore della fascia lata - Deambulazione con carico a tolleranza con 2 bastoni - Contrazione isometrica del quadricipite (Esercizio 1) - Recupero graduale e progressivo dell’estensione (Esercizio 2) - Recupero graduale e progressivo della flessione: esercizi di mobilità pendolare passivi ed attivi da 0° a 80°/90° - Alzarsi e sedersi da un appoggio alto ( sgabello alto o tavolo ) - Ghiaccio a fine seduta (10-15min)
Esercizio 1 Sollevare l’arto esteso con il piede a 90° . Mantenere l’arto sollevato per 10 sec. E quindi abbassarlo
gradualmente. Eseguire l’esercizio 20 volte all’ora.
Esercizio 2 Contrazione del quadricipite per 10 sec. con il piede a 90° ed un appoggio sotto il tallone. Eseguire
l’esercizio 20 volte all’ora.
Ventiduesima - sessantesima giornata post-operatoria
- Deambulazione in carico completo con abbandono graduale dei bastoni - Cyclette - Recupero graduale della flessione fino ai limiti consentiti dal tipo di protesi
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L’attività chirurgica del dr. Dei Giudici viene svolta presso la Casa di Cura “Villa Igea” di Ancona, via Maggini 200, 60127, Ancona (AN).
L’ Ufficio Ricoveri risponde al numero: +39 071 9947773 (dalle 10:00 alle 12:00) - +39 071 9947676 (sig.ra Patrizia Cesaretti).
- Stretching della muscolatura ischiocrurale e dei flessori dell’anca - Flesso-estensioni con piccoli carichi in catena cinetica aperta - Tonificazione dei flessori con resistenze elastiche - Trofismo degli estensori con resistenze elastiche - Contrazioni isometriche in carico su tutti i piani - Trofismo in catena cinetica chiusa (½ squat)
Sessantesima – centottantesima giornata post-operatoria:
- Riscaldamento su cyclette (a sella alta per 10min) - Cyclette con sella bassa resistenza media - Cyclette con sella normale aumentando progressivamente l’intensità - Ginnastica propriocettiva - Squat (alzarsi e sedersi da una sedia senza aiuti) - Tonificazione muscolatura flessoria del ginocchio (leg curl) - Trofismo apparato estensore del ginocchio con l’ausilio di resistenze (leg extension) - Leg press ROM 90° - 170° - Ministep - Cammino su nastro ergometro con progressivo incremento della velocità - Elettrostimolazione a frequenze medio-alte - Stretching specifico per: quadricipite, hamstring, polpaccio, tensore della fascia lata - Ghiaccio a fine seduta (15-20min)
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