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Marocco Blues
Associazione Tangeri
Archivio delle Comunità Straniere
catalogo Marocco Blues 23-03-2004 17:32 Pagina 1
Marocco Blues
Associazione Tangeri
Foto di Laura Terzani
catalogo Marocco Blues 23-03-2004 17:32 Pagina 2
Tutti i blu del Marocco
Il titolo di questa mostra – con le immagini di Laura Terzani, isuoni di Noureddine e brani di diversi autori arabi – è un giocoche richiama i colori, la musica, il clima, gli stati d’animo dellosplendido paese del Maghreb, da cui vengono tanti immigratialle nostre sponde. Tutti i blu del Marocco: il blu luminoso che aveva acceso l’ispi-razione di Matisse dopo giorni bui di pioggia e di afasia, e quel-lo più morbido e sbiadito degli acquerelli di Delacroix. Il blufreddo dell’Atlantico, e quello più temperato del Mediterraneo.L’azzurro/aczar degli affreschi di Asilah, e il blu cobalto deicieli sul deserto pietroso di Ouarzazate. Il blu dello zelij, quelblu violetto del mosaico antico sulle pareti delle mederse,sulle fontane della casbah, sulle colonne sottili dei ryad diMarrakech. Su tutti, il blu di Fes: luce che nasce dal buio infuo-cato delle fornaci della ceramica, dalla polvere impalpabilediscesa dalle montagne del Rif e da Chefchauen. Tutto il blues del Marocco: quel ritmo venuto dal deserto, nato– come in America – dalla sofferenza degli schiavi neri, musici-sti ambulanti dello gnawa. Suono contaminato, suono triste estruggente di una voce che l’arabo modula senza discontinuità,a seguire il ritmo caldo di un lamento di libertà.Tutta la tristezza del blues, la malinconia del Marocco: la spe-ranza e la disperazione di un popolo di migranti, spinti dallamiseria, ma soprattutto dalla voglia di migliorare. La dispera-zione e la speranza di chi vuole emigrare dalla sua terra, vuoleabbandonarla e già ne ha nostalgia.
m.g.
La Mostra e il Catalogo sono stati
curati da Massimo Ghirelli
per l’Archivio delle Comunità Straniere
Fotografie di Laura Terzani
Testi di Edith Warton, Paul Smail
Muhannad Bennis, Muhammad al Ash’ari,
Muhammad al-Khammar, Elisa Chimenti,
Abd el Karim Tabbal, Noureddine Fatty,
Abdalla Zrika
Musiche di Noureddine
L’immagine di pag.11 è di Claudia Terzani
Grafica Zowart
Stampa Ograro, Roma 2004
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Fes
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Nello splendore barbarico del suk stanno appesi infini-ti mucchi piumosi di filaticcio di seta e lana – matassegiallo cedro, porpora, viola puro, blu. Questo è il quar-tiere dei filatori, e di fianco si trova quello dei tintori,con grandi tini per la bollitura nei quali viene immersala lana, e corde appese dove le matasse multicolori ven-gono appese ad asciugare…
6 7
“In Marocco” di Edith Warton, ed. Riuniti
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Marrakech
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Nella grande piazza di Djem el Fnaa tutti questi popolisi incontrano e si mescolano: venditori di bestiame, col-tivatori di olive, contadini dell’Atlante, uomini blù delsahara, neri del Senegal e della Mauritania, che vengo-no a commerciare con i mercanti di lana, i conciatori, ifilatori di seta, i fabbricanti di armature e di attrezziagricoli…Da queste centinaia di persone ignote e inconoscibili…emana un’atmosfera di mistero e minacciapiù soffocante dell’odore dei cammelli e spezie e coprinegri e fritto fumante che sta sospeso come nebbia sottoi tetti bassi del suk…
“In Marocco” di Edith Warton, ed. Riuniti
“Torniamo ad ascoltare i musicisti, gnawa e altri. Mipiace il violinaccio del gunbris, il suono verde e acidodegli auadas, il ticchettio lancinante dei craquebas, ilrullio continuo dlle dita sulla pelle del ganga, il ritmoossessivo scandito dai bendir…Come se mi crescessedentro una volgia di piangere e ridere insieme, il desi-derio diandare in trance, di sentir sopraggiungere l’e-stasi, fino al punto sublime in cui il piacere è dolore, eil dolore, piacere, il m’luk. A cui si mescola il lamentomalinconico della gaita dell’incantatore di serpenti nelcapannello vicino…”
“Ali il magnifico” di Paul Smail, ed. Feltrinelli
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Le spezie, d’ogni tipo e colore, caratterizzanoil suk, il mercato della vecchia città araba.
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Tanger
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Domani passerò in questo luogoe lascerò al segno il suo proprio colore
fra peregrinazioni e pietre.
Compone un pretestoalla regalità del suo passo
un arco là per il non compimento nel sogno
un odoreincrina lo spessore di un cerchio
a cui va la scommessa.
Domani la scintilla si scorda di séa poco a poco
finisce allo spruzzo di un’onda
seduzione era per lei
festa condivisa e cadde.
“Oblio” di Muhannad Bennis, ed. Jouvence
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Alta nel bianco della cittàho contemplato la cupola del santo per lunghi anni
il verde più grande che dalla cima del monteintravedevamo nello scendere al mercato
alla “sala dell’olio”agli alberghi delle bestie stanche
alle botteghe delle spezie piccanti.Poi nella discesa a poco poco la cupola spariva
e gli stretti vicoli levigatiassorbivano i nostri incerti passi beduini….
“Cupole sbiadite…candide tegole” di Muhammad al Ash’ari, ed. Jouvence
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Nel penoso percorso verso il tempo impossibilee sotto la polvere delle distanze e degli anni vi ho visto: un orecchio ruba ascolto e parole
lo sguardo sull’uccello, appare nei luoghi familiari o scompare
un vessillo riposa in riva al fiume in eterno.
Se chiedeste direbbe il sentiero: il percorso è tracciatoattraverso il paese che s’ombreggia con i propri vessilli,
il come era si cela, appare così com’è….
“Le ceneri di Esperidio” di Muhammad al-Khammar, ed. Jouvence
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La baia di Tangeri
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Asilah
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La mia vita è come una torre solitaria Le anime del passato la frequentano di notte
E i ricordi delle gioie desiderate Come uccelli tristi l'assillano
I rimorsi sono scorpioni che nascondono i loro nidi Sotto la pesantezza umida delle pietre
Cosa rimane dei tesori della mia giovinezza Dio ha chiuso il mio cammino
Il cammino della vita Ha oscurato i sentieri dei miei passi Mi ha rifiutato la calma tranquilla
del destino compiuto e mi ha concesso Le tristezze del dolore amaro
la mia vita è simile a una torre solitaria A vecchi muri abbandonati e tristi
Cosa rimane dei tesori della mia giovinezza Cosa resta per il mio povero cuore
Povero cuore abitato dalle gioie E dagli amari ricordi del passato
Ti rimane un solo bene, la rassegnazione.
“Al cuore dell'harem” di Elisa Chimenti, ed. E/o
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Pace a te esiliato in una morte senza rive.Lascia che rovisti nella tomba non ancora asciutta
per mostrare l’abito nero e la camicia bianca
e del pugnale lo squarcio insanguinato.Lasciami riesumare i tratti della storia
perché non muoiano nell’oblio i dettagliLa tua casa conficcata fra le fatiche degli amici
angolo che appare e tavola brunala tua strada di occhi armata
e di alberi puntati….
“Il canto delle nuvole amare” di Muhammad al-Ash’ari, ed. Jouvence
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Ho bevuto il bicchiere due volteed era vuoto
tutte e due le voltestelle si sono oscurate
si è fermato l’usignolo nel giardinoè cresciuta la pianta amara nelle due palme
propagato il cranioai bordi della notte
ho detto al mio compagnoahi, il pergolato.
“Il pergolato” di Abd el Karim Tabbal, ed. Jouvence
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Nostalgia, nostalgia, nostra destinazione
Tutti sognano milioni e miliardi,distruggendo le nostre radici
Soffro, sono perduto.Sono passati i millenni
La freschezza dell’umanità è perdutaSoffro, sono perdutoNon conosco la pace
Mi sono lasciato andareQuei signori per bene mi deridevano, anche se loro sono più malati di me.
Soffro, sono perdutoOh antenati, parlatemi delle mie radici
La nostalgia mi fa soffrireNon so più chi sono
“Al ghorbat-la nostalgia” di Noureddine Fatty
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Affresco sui muri di Asilah
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Chefchaouen
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Silenzi
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….Se trovassi una chiave mi porterebbead una porta.
Dove dove dove andò tutta la gente concui parlai ieri
e dormii per svegliarmi con questo dove.Se trovassi una candela mi porterebbe
ad una nottee se trovassi una tavola ci metterei i fiori
dei miei occhi. Se.
“Gocce di candele nere” di Abdalla Zrika
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L’antico fundouk, l’albergo delle carovane, ospita da più di cent’annile botteghe degli artigiani, che tessono lane e cotoni all’antica maniera,
con i telai di legno e gli arcolai ricostruiti con ruote di biciclette.
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Sguardi lontani
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L’orizzonte e la luce del mitico caffè Hafa: meta di pittori, artistie scrittori, da Matisse ai ribelli del movimento Beatnik.
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Sulle rocce scavate dalle antiche tombe puniche, a picco sulle acquedello stretto di Gibilterra, le famiglie siedono al tramonto, lo sguardorivolto alla vicina Europa, dove sono emigrati parenti e amici.
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La Comunità Marocchina in Italia
La Comunità Marocchina costituisce il gruppo più numeroso di stranieriin Italia, 158.094 (11,6% della popolazione straniera). Il motivo del sog-giorno è prevalentemente per lavoro.Nel 2001 i soggiornanti per lavoro dipendente sono stati 80.260; per lavoroautonomo 8.262. I marocchini sono il gruppo di lavoratori stranieri che ha più usufruitodelle regolarizzazioni: tra il 1986 e il 1998 i regolarizzati sono stati 27.615,il 26,3 % della totalità.Oltre all’attività commerciale troviamo un crescente impiego nell’industrianel Nord Italia e nell’edilizia nel Centro-Sud, nella ristorazione e nell’agri-coltura. Le ditte individuali gestite da cittadini marocchini in provincia diMilano, alla fine del 2001, erano 787, il maggior numero dopo quelle deicinesi e degli egiziani. I campi sono prevalentemente quelli dell’edilizia,dell’abbigliamento, del commercio e dei servizi di pulizia. Particolarmente significativa è anche l’entità delle rimesse inviatedall’Italia in Marocco, 105,918 milioni di euro tra 1992 e il 2000.
La presenza dei marocchini in Italia risale ai primi anni settanta, ed è statainizialmente caratterizzata da una forte prevalenza maschile, che negliultimi decenni è andata attenuandosi grazie al moltiplicarsi dei ricon-giungimenti familiari. I soggiornanti per motivi familiari nel 2001sonostati 48.331. Nel 2001 le donne erano il 29,2%. L’insediamento, che all’inizio ha interessato prevalentemente il Sud Italia,è oggi molto variegato, dalle metropoli alle province, fino ai piccolissimicentri abitati. Attualmente, le regioni in cui la presenza è più significativasono la Lombardia (36.843, prima comunità straniera), il Piemonte (22.781,prima comunità), l’Emilia Romagna (22.676, prima comunità), il Veneto(20.451, prima comunità) seguite dalla Toscana (7.965, terza comunità) edal Lazio (6.464). I marocchini sono in prevalenza di religione musulmana; all’interno dellacomunità, troviamo tuttavia un piccolo numero di persone di religionecristiana ed ebraica.
COMUNE DI ROMAAssessorato alle Politiche Culturali
Dipartimento Cultura Sport e ToponomasticaUfficio Convegni Mostre Conferenze
catalogo Marocco Blues 23-03-2004 17:33 Pagina 64
“Marocco Blues” è una Mostra di immagini e suoni sui colori, la musica, gli statid’animo del paese del Maghreb, da cui vengono tanti immigrati alle nostre sponde. Tutti i blu del Marocco: dal blu luminoso che aveva acceso la pittura di Matisseall’azzurro degli affreschi di Asilah, al blu cobalto dei cieli del deserto diOuarzazate, al blu violetto che nasce dal buio infuocato delle fornaci della ceramicadi Fez. Tutto il blues del Marocco: quel ritmo venuto dal deserto, nato – come in America –dalla sofferenza degli schiavi neri, suonatori ambulanti dello gnawa.Tutta la tristezza del blues, la malinconia del Marocco: la disperazione e la speranzadi chi vuole emigrare dalla sua terra, vuole abbandonarla e già ne ha nostalgia.
L’Archivio delle Comunità Straniere è nato dal progetto Equal “L’immagine degli immigrati inItalia tra media, società civile mondo del lavoro”, volto a migliorare la percezione dell’immi-grato in Italia, a valorizzarne la presenza e favorirne l’integrazione sociale e lavorativa.L’Archivio intende offrire agli immigrati e alle associazioni straniere la possibilità di faremergere tutto quel patrimonio di immagini, documenti, prodotti culturali, atteggiamenti,testimonianze, che costituisce la loro identità.Archivio delle Comunità: tel. 06 68809575 - fax 06 6876897 - email: info@archiviocomunita.org
L’Associazione Tangeri intende diffondere la cultura araba in Europa, e sensibilizzare il nostropaese sul tema dell’immigrazione proveniente dal Maghreb e dal Mediterraneo in generale. InItalia, l’Associazione ha progettato e realizzato in sette città la Mostra-percorso su “La Casbaharaba: habitat e cultura”, un CD con il musicista Noureddine Fatty, e un volume fotografico suTangeri. In Marocco, ha organizzato il festival “Sette soli sette lune”, con artisti e musicisti didiversi paesi del Mediterraneo.
Laura Terzani, giornalista e fotografa, è caposervizio alTg3. Vive tra Roma e Tangeri. Sue le immagini deivolumi “La Casbah araba” (1999) e “Tangeri, oltre losguardo” (2001).
UNIONE EUROPEA
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