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Comune di VastoProv. di CHIETI
Gestione tecnica Riserva Punta AderciCoop. Cogecstre p.a.C.da Collalto n. 165017 Penne (PE)
OGGETTOINTERVENTI NELLE AREEA SERVIZIO DELLA RISERVA DI PUNTA ADERCICompletamento piano di spesa regionale 2007-2008Linea fognaria casotti zona industriale
VALUTAZIONE D’INCIDENZA
Progetto definitivo-esecutivo
Il tecnicoGeom. Claudio Giancaterino
Vasto, lì 14 dicembre 2016Rev. del 07/01/2020
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INDICE
Introduzione 2
Inquadramento normativo 2
Il progetto e il PAN 4
Il progetto - dimensioni, tempi, tipologia, localizzazione 5
Inquadramento territoriale e caratterizzazione biologica 6
Il Sito d’Interesse Comunitario – IT7140108 11
Il progetto e analisi dell’Incidenza 16
2
INTRODUZIONE
La Comunità Europea, con la direttiva Habitat 92/43/CEE ha fornito un importante
strumento per la conservazione degli habitat seminaturali e naturali, della flora e della
fauna selvatica in tutti i Paesi membri, rimarcando l’importanza di una tutela attiva e
consapevole del territorio da parte degli enti locali e la necessità di una maggiore
attenzione alla componente ambientale da parte dei soggetti professionali deputati alla
pianificazione. Sulla base della suddetta Direttiva, tenendo conto della presenza di
habitat e di specie animali e vegetali di particolare importanza per la loro peculiarità,
rarità o in quanto indicatori della biodiversità nazionale e del loro stato di conservazione,
sono state individuate aree definite Siti di Interesse Comunitario (SIC) e Zone di
protezione Speciale (ZPS) contenenti elementi presenti negli allegati della Direttiva
Habitat. Tali aree formano la Rete Natura 2000.
La presente Valutazione d’Incidenza mira a fornire un quadro d’insieme sulla
composizione e l’importanza ecologica delle specie, delle comunità e degli ecosistemi
presenti nell’area di pertinenza del progetto analizzato, oltre a prevedere la possibile
reazione delle componenti alla perturbazione. L’attenzione è stata rivolta sia all’area in
generale sia specificatamente alle specie, ai loro habitat ed alle relazioni ecologiche che
consentono alle specie di permanere sul sito.
Tale studio è stato realizzato seguendo le linee guida della Regione Abruzzo in materia
di Valutazione di Incidenza Ambientale (Allegato G, art. 5 comma 4) e con riferimento al
“Documento di orientamento sull’articolo 6, paragrafo 4, della Direttiva “Habitat”
92/43/CEE.
Il sito oggetto di intervento ricade all’interno dei confini del SIC “Punta Aderci – Punta
della Penna” cod. IT7140108. INQUADRAMENTO NORMATIVO
La direttiva comunitaria 92/43/CE disciplina la materia dei SIC e delle Zone di
Protezione Speciale (ZPS), aree queste facenti parte della Rete Natura 2000.
In ambito nazionale, la sopracitata direttiva e la procedura di Valutazione d'Incidenza
(d’ora in poi VInca) da essa introdotta è disciplinata dall'art. 6 del DPR 12 marzo 2003,
n. 120 che ha sostituito l'art.5 del DPR 8 settembre 1997, n. 357 che trasferiva nella
normativa italiana i paragrafi 3 e 4 della direttiva "Habitat". In base all'art. 6 del nuovo
DPR 120/2003, comma 1, nella pianificazione e programmazione territoriale si deve
tenere conto della valenza naturalistico-ambientale dei proposti siti di importanza
comunitaria, dei siti di importanza comunitaria e delle zone speciali di conservazione. Si
3
tratta di un principio di carattere generale tendente ad evitare che vengano approvati
strumenti di gestione territoriale in conflitto con le esigenze di conservazione degli
habitat e delle specie di interesse comunitario.
Il comma 2 dello stesso art. 6 stabilisce che, vanno sottoposti a valutazione di incidenza
tutti i piani territoriali, urbanistici e di settore, ivi compresi i piani agricoli e faunistico-
venatori e le loro varianti.
Sono altresì da sottoporre a valutazione di incidenza (comma 3), tutti gli interventi non
direttamente connessi e necessari al mantenimento in uno stato di conservazione
soddisfacente delle specie e degli habitat presenti in un sito Natura 2000, ma che
possono avere incidenze significative sul sito stesso, singolarmente o congiuntamente
ad altri interventi. Ai fini della VINCA, i proponenti di piani e interventi non finalizzati
unicamente alla conservazione di specie e habitat di un sito Natura 2000, presentano
uno studio volto ad individuare e valutare i principali effetti che il piano o l'intervento può
avere sul sito interessato. Lo studio per la valutazione di incidenza deve essere redatto
secondo gli indirizzi dell'allegato G al DPR 357/97. La Regione Abruzzo ha legiferato in
materia, recependo le direttive sovraordinate con la L.R. 26/2003. Con una nota della
Direzione affari della Presidenza, Politiche Legislative e Comunitarie, Programmazione,
Parchi, Territorio, Ambiente, Energia del 02/10/2012 indirizzata a tutti i comuni
d’Abruzzo, prot. n° 7378 si trasferisce ai Comuni la competenza nell’emissione del
parere in merito alla VINC svolta per i progetti ricadenti all’interno dei SIC e ZPS o che,
secondo il principio di precauzione, possano avere incidenza negativa sugli habitat e
sulle specie animali e vegetali presenti nei siti della Rete Natura 2000. Pertanto il
Comune di Vasto dovrà tenere conto di tale Studio in relazione alle proprie competenze
in merito al SIC “Punte Aderci – Punta della Penna”.
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IL PROGETTO ED IL PAN
Figura 1. Stralcio di cartografia tecnica del PAN – tavola 6 “Zonazione”. In rosso indicate le aree
di localizzazione delle opere (il cerchio rosso ha solo carattere indicativo).
Rispetto al PAN (Piano di Assetto Naturalistico) della Riserva Naturale Regionale l'area
di realizzazione delle opere è localizzata sulle aree demaniali in adiacenza al porto. Le
aree interne alla Riserva, interessate dagli interventi, ricadono all’interno della zona B4,
B6 ed R2 ai margini della zona R8 (vicino al porto). Per la localizzazione degli interventi
rispetto alle destinazioni d'uso individuate nel PAN si vedano le tavole allegate al
progetto.
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IL PROGETTO – DIMENSIONI, TIPOLOGIA, TEMPI, LOCALIZZAZIONE
Il progetto oggetto di valutazione prevede:
a) Linea fognaria casotti nei pressi zona industriale.
b) Completamento staccionata area parcheggio comunale
L’intervento consiste nel collegare lo scarico dei servizi igienici dei casotti posti nei
pressi dell’area industriale alla vicina fognatura e il completamento di alcuni tratti di
staccionata.
Per la localizzazione delle opere e dei manufatti si faccia riferimento agli allegati
progettuali. Le opere da realizzare all'interno dell'area d'intervento sono conformi a
quanto previsto dal PAN nell'ambito del proprio ambito di azione e dalla LR 18/83 e
dalla LR 47/90 riguardanti la regolamentazione dell'attività edilizia e della conservazione
del paesaggio nella Regione Abruzzo.
Per quanto riguarda i tempi di realizzazione degli interventi, gli stessi sono previsti nel
corso del 2019.
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INQUADRAMENTO TERRITORIALE E CARATTERIZZAZIONE BIOLOGICA
Figura 2. Cartografia ministero dell’ambiente.
Il SIC “Punta Aderci – Punta della Penna” ha la peculiarità di conservare la completa
seriazione degli habitat del sistema dunale nella porzione sabbiosa di litorale situata nel
settore meridionale (spiaggia di Punta Penna) e la falesia marina a picco sul mare nel
settore settentrionale.
Il SIC si estende lungo la fascia litoranea settentrionale del comune di Vasto per circa 8
Km coprendo 2 porzioni di territorio a nord e sud del porto commerciale per un totale di
317 ha.
L’area SIC è localizzata in posizione 14.71111111111111 Est - 42.166666666666664
Nord, come da questionario istitutivo. Il sito ricade interamente all'interno del territorio
comunale di Vasto confinando a nord con il comune di Casal Bordino lungo il fiume
Sinello che, nel tratto terminale è ricompreso all’interno dell’area SIC. Il SIC è compreso
in parte (la porzione a Nord Ovest del porto commerciale) all’interno della Riserva
Naturale Regionale Guidata “Punta Aderci”.
L’analisi dell’area e della tavola 3 dell’uso del suolo contenuta nel PAN della sopracitata
Riserva permette di suddividere il territorio del SIC in aree a differente utilizzo. A nord
del porto commerciale di Vasto si distingue il litorale, la falesia e il comparto agricolo
sovrastante la falesia. Il litorale e la falesia conservano la maggior parte delle specie
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animali e vegetali contenute nel formulario istitutivo del SIC. Il comparto agricolo che
sovrasta la falesia favorisce la penetrazione delle specie animali e vegetali
dall’entroterra all’interno del SIC e dell’area protetta offrendo numerose opportunità
d’habitat e risorse trofiche. In particolare, di rilevante importanza, sono le aste fluviali e
torrentizie; esse rappresentano importanti vie di comunicazione naturale tra l’entroterra
e la costa. Il fiume Sinello, nel suo tratto finale di foce è compreso all’interno dell’area
SIC. A sud del porto commerciale sono presenti infrastrutture turistiche ed industriali
immediatamente a confine con l’area SIC che racchiude esclusivamente una sottile
fascia di falesia a ridosso del mar Adriatico.
Figura 3. Il retinato lilla identifica l’area SIC Punta Aderci – Punta della Penna. I cerchi rossi
indicano la posizione delle aree oggetto degli interventi.
Geologia e geomorfologia – Le formazioni litologiche che fanno da substrato all’area
SIC si distribuiscono in superficie secondo fasce parallele alla linea di costa ed alle aste
fluviali e torrentizie. Si tratta di depositi alluvionali più o meno cementati di cui i più
giovani sono quelli sabbiosi del litorale; lungo la spiaggia di Punta Penna (a nord del
porto) tali depositi appaiono sabbiosi mentre aldilà di Punta Aderci tali depositi appaiono
ciottolosi ed in relazione diretta con il disfacimento della sovrastante falesia costituita da
conglomerati e sabbie con facies di litorale e continentale. Il comparto agricolo
sovrastante la falesia e costituito da depositi ghiaiosi e sabbiosi terrazzati.
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La vegetazione – Le cenosi vegetali più interessanti nell’area SIC si ritrovano sulle
formazioni dunali dell’arenile e sulle rupi di conglomerato che formano la falesia
costiera. Formazioni forestali si ritrovano quasi esclusivamente lungo le aste torrentizie
e fluviali caratterizzate da aggruppamenti di Salici e Pioppi.
Le cenosi vegetali dell’arenile si distribuiscono in fasce parallele alla linea di costa in
quanto i principali fattori ecologici limitanti sono la vicinanza al mare, l’esposizione ai
venti dominanti e la salinità del substrato. Di seguito si riporta un estratto di quanto
riportato nel PAN della Riserva di Punta Aderci Punta della Penna (Pirone, 1999) che
descrive le principali formazioni vegetali che caratterizzano il SIC “Punta Aderci – Punta
della Penna”.
Il Cakileto (Salsolo kali-Cakiletum maritimae) costituisce il primo avamposto vegetale
che colonizza la fascia più prossima al mare. Tale comunità, definita come una vera e
propria “linea di difesa” dell’ecosistema litoraneo, è formata da poche specie alonitrofile
fornite di particolari adattamenti morfologici, come gli ampi apparati radicali, che offrono
un primo ostacolo alla mobilità della sabbia. L’Agropireto (Echinophoro spinosae-
Elymetum farcti) è la vegetazione edificatrice sulle sabbie sciolte del litorale,
rappresentando una fase pioniera della colonizzazione vegetale delle dune. Essa segna
il limite interno della spiaggia e spesso si rinviene a mosaico l’ammofileto. Il suo nome
deriva da una graminacea cespitosa, la gramigna delle spiagge (Elymus farctus,
Agropyron junceum) che, con i suoi sviluppati rizomi striscianti, imbriglia e trattiene la
sabbia. È la vegetazione psammofila perenne delle dune embrionali, la classica
comunità dei primi accumuli di sabbia in una fascia ancora suscettibile di essere
raggiunta dalle onde di tempesta. Delle sue specie caratteristiche, nell’area in esame,
sono presenti Agropyron junceum, che conferisce la fisionomia all’associazione, e
Sporobolus pungens. L’Ammofileto (Echinophoro spinosae-Ammophiletum
arundinaceae è un’associazione psammofila perenne delle dune più elevate ma ancora
mobili che si sviluppa nella fascia svincolata dalla influenza diretta del mare in periodo
di tempesta. Per svilupparsi bene, l’ammofileto necessita di un consistente e costante
apporto di sabbia. Le specie caratteristiche dell’associazione, tutte presenti a Punta
della Lotta, sono Ammophila littoralis (che domina e che dà la fisionomia alla
vegetazione), Echinophora spinosa e Midicago marina.
Il Sileneto-vulpieto (Sileno coloratae-Vulpietum membranaceae) è un’associazione
che si afferma nelle chiarie dell’ammofileto e della base dei versanti continentali delle
dune, oltre che nelle aree retrodunali in zone particolarmente aride. Le specie che la
caratterizzano sono Silene colorata e Vulpia membranacea, il cui periodo vegetativo si
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esaurisce nella stagione estiva, allorquando le piante seccano e conferiscono
all’ambiente un tipico aspetto aridofilo. La Vegetazione retrodunale - Nelle depressioni retrodunali è presente, in modo
frammentario, lo Juncetum acui, una associazione moderatamente alofila, dominata da
Juncus acutus e con carattere di transizione tra la vegetazione psammofila dunale e
quella alo-igrofila delle depressioni. Le fitocenosi della falesia - Sui conglomerati della costa alta sono insediate diverse
comunità vegetali, con composizione floristica e struttura dipendenti dalla distanza dal
mare.
Le rupi più distanti ospitano piante della gariga e della macchia mediterranea, come
Helichrysum italicum, Asparagus acutifolius, Smilax aspera, Rubia peregrina, rarissima,
Myrtus communis, relitto di una vegetazione in passato qui verosimilmente ben
rappresentata. I pendii meno acclivi sono colonizzati, a seconda delle condizioni igro-
edafiche, da Spartium junceum, o da Arundo pliniana, o da Glycyrrhiza glabra,
quest’ultima soprattutto su substrati argillosi. Sulle rupi più vicine al mare si insediano
comunità più schiettamente alofile, dominate da Crithmum maritimum e Limonium
virgatum e riferibili, nell’ambito dell’alleanza Crithmo-Limonion, alla nuova associazione
Crithmo maritimi-Limonietum virgati. Limonium virgatum, a distribuzione euri-
mediterranea, è particolarmente importante perché in Abruzzo è noto solo per le località
costiere di Rocca S. Giovanni, Fossacesia e Vasto.
A ciascuna delle succitate formazioni vegetali la comunità europea ha assegnato un
codice che identifica un habitat specifico contenuto nell’allegato II della Direttiva
92/43/CE. La vegetazione dei corsi d’acqua - I corsi d’acqua sono i maggiori veicolatori di flussi
biotici e abiotici e per questo i più efficaci canali di comunicazione ecologica tra diversi
ambienti. Il fiume e l’area ripariale permettono la vita di specie animali e vegetali
strettamente adattate all’ambiente acquatico, e anche di quelle che, per motivi trofici o
per degrado degli habitat originari, trovano nel fiume una valida alternativa di habitat.
Pertanto i fiumi, oltre che rappresentare un’importante risorsa idrica e un’intrinseca
ricchezza di specie animali e vegetali, sono elementi fondamentali del territorio che
permettono la comunicazione ecologica tra aree di rilevante importanza naturalistica
rimaste isolate per motivi geografici o d’interferenza antropica. La loro efficienza
funzionale dipende soprattutto dalla qualità biologica delle loro acque. Sui depositi
giovani che fanno da substrato ai corpi idrici presenti si sviluppa una vegetazione
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ripariale costituita in prevalenza da salici, pioppi e canneti il cui transetto ideale può
essere così riassunto.
Figura 4. Schema della vegetazione fluviale. A) Scirpeti e Fragmiteti, B) Saliceti arbustivi, C)
Saliceti arborei, D) Pioppeti; (Pirone G., 1987).
Si tratta di formazioni vegetali legate agli ambienti acquatici del basso corso di un fiume
appenninico, con elementi dei fiumi di foce nel settore del SIC confinante con il comune
di Casal Bordino. Alle specie vegetali strettamente legate all’acqua si aggiungo specie
quali ad esempio la roverella e l’acero di campagna, adattate a condizioni di maggiore
aridità. La vegetazione che si afferma lungo la fascia ripariale è influenzata
principalmente dalle condizioni idriche del substrato e molto meno dalla situazione
climatica. Il flusso idrico, inoltre, risulta essere un vettore di dispersione naturale dei
semi più efficace ed attivo rispetto al trasporto eolico o animale. In questo modo le
piante che vivono a più stretto contatto con l’alveo fluviale hanno la possibilità di
diffondersi anche a grandi distanze, dove comunque le condizioni d’habitat rimangono
pressoché le stesse, considerando come principali fattori ecologici limitanti l’acqua, i
periodi in cui essa sommerge il substrato, gli apporti, la tipologia di sedimento
(Colangeli G., 2007) e la risalita del cono idrico salino lungo la foce del fiume. Le aste
fluviali e torrentizie rappresentano importanti vie di connessione ecologica tra aree ad
elevata naturalità distanti e separate da territori fortemente antropizzati.
L’area soggetta ad interventi non occupa nessuna porzione di territorio in cui siano
presenti le suddette formazioni vegetali. Essa è localizzata in area retrodunale sulla
spiaggia di Punta Penna.
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IL SITO D’INTERESSE COMUNITARIO – IT7140108 “PUNTA ADERCI – PUNTA DELLA PENNA”
L’elevata ricchezza animale e vegetale ha permesso all’area di Punta Aderci – Punta
della Penna di essere riconosciuta come Sito d’Importanza Comunitaria (SIC), secondo
quanto previsto dalla Direttiva 92/43/CE “Direttiva Habitat”. La scheda relativa al
Formulario Istitutivo scaricabile al link:
ftp://ftp.dpn.minambiente.it/Natura2000/TrasmissioneCE_2012/schede_mappe/Abruzzo
/SIC_schede/IT7140108.pdf.
Gli habitat riconosciuti all’interno del SIC sono: Cod. 1210 – vegetazione annua delle linee di deposito marine; Cod. 1240 - Scogliere con vegetazione delle coste mediterranee con Limonium spp.
endemici Cod. 1410 – Pascoli inondati mediterranei (Juncetalia maritimi); Cod. 1430 – Praterie e fruticeti alonitrofili; Cod. 2110 – Dune embrionali mobili; Cod. 2120 - Dune mobili del cordone litorale con presenza di Ammophila arenaria
(dune bianche); Cod. 2230 – Dune con prati dei malcolmietalia; Cod. 6220* - Percorsi substeppici di graminacee e piante annue dei Thero-
Brachypodietea.
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Figura 5. Estratto della tabella 3.2 del questionario istitutivo del SIC “Punta Aderci – Punta della
Penna”
La fauna - I popolamenti animali presenti nella Riserva contenuti nell’allegato II della
Direttiva 92/43/CE che si riferisce alle “specie animali e vegetali d’interesse comunitario
la cui conservazione richiede la designazione di zone speciali di conservazione” e
nell’allegato I della Direttiva 2009/147/CE in riferimento agli uccelli selvatici, sono
riportati in figura 5 che contiene un estratto del questionario istitutivo dell’area SIC
(tabella 3.2).
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Figura 6. Estratto del questionario istitutivo riferito ad altre specie importanti di flora e fauna non
comprese in allegato II.
Nella figura 6 sono indicate altre specie importanti di flora e fauna non comprese
nell’allegato II come quelle riportate in figura 5.
Il questionario istitutivo descrive anche l’importanza del SIC in questione all’interno della
Rete Natura 2000: Il sito costituisce uno dei rari tratti costieri abruzzesi che ha
mantenuto formazioni dunali. Ha valore paesaggistico per l'esistenza di scogliere assai
rare sulla costa abruzzese. Le fitocenosi e le specie vegetali sono residuali ed in
pericolo di scomparsa. Il sito ha perciò un elevato valore ambientale per la rarità delle
specie e degli habitat e costituisce un riferimento didattico per lo studio di comunità
costiere abruzzesi.
Al fine di tutelare le specie animali e gli habitat censiti, la Regione Abruzzo, in accordo
con le direttive comunitarie in materia, ha messo a disposizione fondi e linee guida per
la formulazione di un Piano Di Gestione (PDG) che ha lo scopo di provvedere alla tutela
ed alla conservazione degli elementi naturali presenti nell’area e di coinvolgere coloro
che in questo ambiente vivono e contribuiscono a conservarlo sano.
Gli habitat riconosciuti e le specie animali e vegetali presenti nel SIC risultano
vulnerabili a diversi fattori tra cui i più importanti sono:
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• L’inquinamento dei corsi d’acqua;
• Abbandono incontrollato di rifiuti;
• Pressione dovuta alla convivenza con il nucleo industriale;
• Flusso massivo di turisti durante la stagione estiva;
• Incendi.
Fig. 7. Estratto della carta degli Habitat dal Piano di Gestione del SIC “Punta Aderci
Punta della Penna”
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Gli interventi proposti non consumano superfici d’habitat e non interferiscono con la
sopravvivenza delle specie animali e vegetali riportate nel questionario istitutivo
dell’area SIC.
Come si può osservare dalla figura 7, gli interventi non interessano direttamente gli
Habitat tutelati in quanto posti a margine dell’area agricola.
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IL PROGETTO E ANALISI DELL’INCIDENZA
L’opera consiste nella realizzazione delle Linee fognarie dei casotti nei pressi della zona
industriale.
Tempi di realizzazione dell’opera: 2 settimane.
Per la cantierizzazione delle aree si prevede di delimitare le stesse per lo stretto
necessario sia come superficie che come durata nel tempo.
Le tematiche ambientali considerate sono:
a) Uso delle risorse - consumo o l’inaccessibilità, temporanea o permanente, di
suolo, acqua o altre risorse, in fase di cantiere, esercizio e dismissione;
b) Produzione di rifiuti - natura e quantità dei rifiuti prodotti sia nel corso della
realizzazione dell’intervento che successivamente alla sua realizzazione,
quando opererà a regime ed alla sua dismissione;
c) Inquinamento e disturbi ambientali - emissioni di sostanze inquinanti in
atmosfera, di rumori e ogni altra causa di disturbo sia in corso d’opera che a
regime;
d) Rischio di incidenti: riguarda le sostanze e le tecnologie utilizzate;
e) Stabilità dei suoli - eventuali impatti sulla stabilità e sulla natura dei suoli;
f) Flora e Fauna – interferenza diretta ed indiretta sulla flora e sulla fauna
presenti nell’area SIC (uccisione, deturpamento dell’habitat, frammentazione
dell’habitat e delle connessioni ecologiche, ecc).
Elenco delle attrezzature previste per la realizzazione dei lavori:
1) Furgone;
2) Attrezzature manuali, a batteria ed elettriche;
3) Miniescavatore;
4) Betoniera su camion;
Possiamo suddividere la realizzazione delle opere in 3 fasi: realizzazione, messa in esercizio e dismissione a fine vita.
La fase lavorativa (realizzazione) comprende le seguenti sottofasi:
1) preparazione del cantiere e delimitazione delle aree di intervento;
2) scavi;
3) posa in opera di tubazione, pozzetti e allacci:
4) posa in opera di misto stabilizzato;
5) posa in opera di staccionate;
6) reinterri con il materiale scavato;
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7) smobilizzo cantiere e recupero delimitazioni.
Particolare attenzione va posta alla fase 2) relativa agli scavi che dovrà avvenire con
escavatori di ridotte dimensioni, (si consiglia sotto i 50 ql), per limitare le emissioni
inquinanti gassose e sonore.
La posa del misto stabilizzato, a protezione della tubazione, solitamente avviene per
mezzo di betoniere. Particolare attenzione dovrà essere posta nella fase di pulizia della
betoniera che non deve immettere in ambiente l’acqua di lavaggio dell’impastatrice.
La fase di reinterro deve prevedere il riutilizzo del materiale di scavo con il livellamento
del terreno senza apportare modifiche il profilo del terreno e senza lasciare cumuli di
materiale. Qualora si dovesse procedere allo smaltimento di parte del materiale, questo
deve seguire l’iter che prevede la norma con caratterizzazione del rifiuto e il trasporto in
discariche autorizzate con mezzi idonei.
La messa in esercizio non comporta particolari rischi per l’ambiente purché sia
monitorata la linea per la verifica di eventuali danneggiamenti della stessa e/o
occlusioni accidentali. Dal punto di vista ambientale la messa in esercizio delle 2 linee
rappresenta una notevole riduzione del rischio di inquinamento per sversamenti
accidentali perché le fosse a tenuta (sistema attualmente in uso) possono riempirsi e
sversare parte del liquame o avere delle perdite sulle pareti interrate difficilmente
individuabili nel breve periodo.
Per la realizzazione dell’opera non è previsto il consumo di risorse presenti nell’area
SIC né la loro temporanea inaccessibilità.
L’immissione di inquinanti nell’ambiente è da considerarsi trascurabile in quanto si tratta
di emissioni gassose e sonore da parte dei mezzi meccanici durante la fase di cantiere
(assimilabili alla normale attività della zona). Non è possibile trascurare totalmente il
rischio d’incidenti e di guasti che potrebbero coinvolgere i mezzi meccanici al lavoro.
Mezzi meccanici e attrezzature dovranno essere attentamente revisionati e controllati al
fine di scongiurare incendi, perdite di carburante o di olio lubrificante delle parti
meccaniche. Si raccomanda inoltre di disporre di dispositivi antincendio durante la fase
di cantiere e dell’eventuale dismissione. In tal caso e con le accortezze sopra riportate il
pericolo di incidenti è da considerarsi basso. La destinazione d’uso dell’opera, che
insiste prevalentemente su suoli che hanno la medesima destinazione iniziale e la sua
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tipologia di realizzazione non compromette la continuità paesaggistica ed ambientale
esistente.
Non si prevede il taglio o l’asportazione di vegetazione arborea. La tipologia costruttiva non è in contrasto con quanto previsto dalla normativa
ambientale vigente nell’area.
Per quanto riguarda la documentazione fotografica, si vedano le tavole allegate al
progetto.
Mitigazioni, prescrizioni ed indicazioni Al fine di rendere l’opera, nella fase realizzativa, sostenibile e priva di conseguenze
ambientali per la Riserva e l’area SIC, si raccomanda di osservare quanto dettato dalla
normativa in materia di gestione dei rifiuti derivanti da attività edilizia per tutti quei
materiali che devono essere smaltiti, con divieto assoluto di produrre cumuli di rifiuti da
lasciare in situ dopo la chiusura dei lavori.
Inoltre, si riassumono di seguito quanto prescritto nelle righe precedenti:
1) particolare attenzione va posta alla fase 2) relativa agli scavi che dovrà avvenire con
escavatori di ridotte dimensioni, (si consiglia sotto i 50 ql), per limitare le emissioni
inquinanti gassose e sonore;
2) la posa del misto stabilizzato, a protezione della tubazione, solitamente avviene per
mezzo di betoniere. Particolare attenzione dovrà essere posta nella fase di pulizia
della betoniera che non deve immettere in ambiente l’acqua di lavaggio
dell’impastatrice.
3) La fase di reinterro deve prevedere il riutilizzo del materiale di scavo con il
livellamento del terreno senza apportare modifiche il profilo del terreno e senza
lasciare cumuli di materiale. Qualora si dovesse procedere allo smaltimento di parte
del materiale, questo deve seguire l’iter che prevede la norma con caratterizzazione
del rifiuto e il trasporto in discariche autorizzate con mezzi idonei.
Conclusioni L’opera in esame non determina un mutamento della destinazione d’uso delle aree su
cui si interviene e non determina la perdita di habitat censiti nel formulario istitutivo. Con
l’applicazione delle misure prescrittive e delle indicazioni l’intervento può essere
considerato sostenibile in quanto non determina una discontinuità paesaggistica, non
genera interferenze con la fauna selvatica e non incide sullo stato di conservazione
dell’ambiente circostante.
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