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ISTITUTO COMPRENSIVO STATALE ”Gen. Pietro Ferrari” 54027 PONTREMOLI (MS) – Via IV
Novembre,76 – Tel. 0187830168
Fax 0187460618 email: MSIC81100N@istruzione.it email certificata:
MSIC81100N@pec.istruzione.it
Cod. Fisc. 93004170457 Codice Univoco UF1IJC
RACCONTARE IL MEDIOEVO
CONCORSO NAZIONALE DI SCRITTURA
VII EDIZIONE a.s. 2016/2017
Scuola Secondaria di primo grado - Sede via IV Novembre – Pontremoli (MS)
Classe 2 B T.P.
Docente referente: Patrizia Zito
Email: patriziazt@gmail.com
"Veduta di Pontremoli nella Lunigiana copiata da una Originale, che esisteva nell'Atlante del Barone Filippo Stosch di Prussia"
Tratta da: "Relazioni d'alcuni viaggi fatti in diverse parti della Toscana",Firenze, 1777, Targioni-Tozzetti. Incisa da Francesco Allegrini (Firenze 1729 - 1785)
Nel corso dello studio della storia locale, abbiamo realizzato una ricerca sulle origini del borgo medioevale
di Pontremoli,che abbiamo scoperto essere ricca di avvenimenti e molto conosciuta anche da imperatori e
vescovi. Per la sua posizione strategica fu definita “la porta dell’Appenino”. Le origini di Pontremoli sono
alquanto frammentarie e i più insigni studiosi di storia locale non hanno mai collocato un preciso periodo
storico sulla nascita della città e il perché del nome” Pontremoli”. I primi documenti storici attestano la
nascita di un “castrum” sulla collina che domina Pontremoli e che divide il fiume Magra dal torrente Verde.
Da quella torre si sviluppò il castello del Piagnaro che serviva a difesa del borgo sottostante al passaggio
frequente di eserciti che scendevano nella frammentaria penisola italiana. Il castello dominava tutte le vie
più importanti: quella del Borgallo, della Cisa e, sul fianco sinistro, la strada per la Liguria. Quindi la storia di
Pontremoli si conosce con più sicurezza dal periodo dell’alto Medioevo e il primo “viandante” che descrisse
la città fu l’arcivescovo Sigerico che si fermò a Pontremoli nel 990, durante il suo viaggio verso Roma. Da
allora il borgo si sviluppò sotto le ali del castello fino ad arrivare nell’arco di tre secoli alla chiesa di San
Pietro de Conflentu , che ancora oggi è la parte finale del borgo antico della città. Gli Adalberti furono la
prima nobile casata che si insediò a Pontremoli e che, data la sua posizione strategica, fu scelta come
centro principale delle sue terre e fu all’origine del”Comune”. Da Pontremoli passò Enrico V, che la
distrusse, la evitò Federico Barbarossa, ma non Federico II, che la definì “ unica chiave e porta
dell’Appennino”. Il comune aveva un proprio statuto, un consiglio e la popolazione si divideva in
“burgenses”, i cittadini più antichi di casata e benestanti e i”rurales” che abitavano nelle campagne
circostanti e che subivano più di tutti le incursioni degli eserciti che scendevano verso Roma.Per questi
continui passaggi di imperatori e delle loro feroci truppe, Pontremoli si munì di torri, mura, ponti, porte e
fossati. Le porte più importanti erano: Sommoborgo, a nord della città, la porta del Castello sempre a
nord, la porta della Cresa a ovest, il Casotto, a sud-ovest e Castelnuovo a est fino ad arrivare nel progresso
della città, a sud , con la porta De Monasterio. Pontremoli, fino al 1300, si sviluppò come città fortificata
cercando sempre di aumentare il suo prestigio, alleandosi con chi gli procurava migliori benefici. Ed è per
questo che, anche tra le famiglie più ricche e nobili, sorsero contrasti fino ad arrivare alle lotte cruente tra
Guelfi e Ghibellini. Verso la fine del XIII secolo i pontremolesi si mettono sotto la protezione di Lucca e nel
1322 eleggono loro signore Castruccio degli Antelminelli, detto Castracani. Questi cercherà di mettere fine
alle lotte mortali tra le due fazioni dividendo il borgo con un castello con tre torri e una porta per il passo,
che divideva l’attuale piazza della Repubblica da piazza del Duomo. Così rimase Pontremoli fino alla fine del
1400 circa e le lotte continuarono ad insanguinare la città. Del muro fortificato non rimane più nulla, solo il
Campanone e il campanile del Duomo, pur trasformati nei secoli, sono testimonianza di questo turbolento
periodo storico, di cui fu investita anche Pontremoli. Ispirandoci a questi avvenimenti, ci siamo
immedesimati in alcuni adolescenti del 1322, vivendo un’avventura che ancora oggi è molto attuale.
I PICCOLI AVVENTURIERI DEL 1322
QUESTA È LA STORIA DI QUATTRO AMICI SEPARATI DALLA CORTINA DI CACCIAGUERRA CHE DIVIDEVA
LA CITTÀ DI PONTREMOLI NEL SOMMOBORGO, DOVE ABITAVANO LE FAMIGLIE GUELFE DI ANNA E
DAVIDE E LA PARTE DELL’IMOBORGO, DOVE SI TROVAVANO LE FAMIGLIE GHIBELLINE DI ILARIA E
PIETRO. QUESTI RAGAZZI ERANO MOLTO CURIOSI E OGNI GIORNO CERCAVANO UN MODO PER
OLTREPASSARE IL MURO. ANNA, DAVIDE, ILARIA E PIETRO SI ERANO INCONTRATI LA PRIMA VOLTA
NELLA GRANDE PIAZZA DAVANTI ALLA CHIESA DI S. MARIA DEI CAVALIERI DI MALTA E DA ALLORA
ERANO DIVENTATI GRANDI COMPAGNI D’AVVENTURA. PURTROPPO CASTRUCCIO CASTRACANI NEL 1322
COSTRUÌ LA CORTINA CHE DIVISE IN DUE PARTI L’UNICA GRANDE PIAZZA E COSÌ FACENDO, COSTRINSE I
RAGAZZI A DIVIDERSI.
Era la mattina del 13 giugno 1322 quando Ilaria e Pietro trovarono il modo di
superare l’enorme cortina, un piano ingegnoso che avrebbero messo in atto quella
notte.
Quando il sole tramontò i ragazzi si incontrarono di nascosto vicino al muro; un po’
di giorni prima avevano trovato nascosta dietro a un muro ricoperto di edera una
porta che serviva ad un sacerdote per riunioni riguardanti la chiesa. I ragazzi,
approfittando della distrazione del il parroco, avevano “preso in prestito” la chiave
che li avrebbe fatti ritornare da Anna e Davide.
Inoltre avevano studiato a fondo i vari intervalli che le guardie della Cortina
facevano durante la notte; così alla prima pausa Ilaria e Pietro aprirono la porta per
poi trovarsi nel Sommoborgo: finalmente potevano riabbracciare i loro compagni
avventura.
Ricordandosi la via per arrivare alle loro case, Ilaria e Pietro si divisero: il ragazzo
sarebbe andato da Davide e la ragazza da Anna per poi ritrovarsi tutti insieme sulle
rive silenziose del fiume Magra.
Gli avventurieri erano di nuovo insieme, più felici e curiosi di prima, però c’era un
problema: come avrebbero fatto a incontrarsi? Di giorno c’era troppa gente che
girovagava nei dintorni e poi come avrebbero reagito i genitori di Ilaria e Pietro non
trovandoli più a casa?
L’unica soluzione era incontrarsi di notte, ma dove si sarebbero potuti dare
appuntamento? Sulle rive del fiume c’era troppo umido e freddo.
Gli amici decisero che dovevano cercare un qualche posto abbandonato nel bosco,
così si misero in marcia verso il Contado (la parte di Pontremoli costituita dai campi
e dal bosco).
Il nonno di Pietro possedeva una piccola casetta abbandonata ormai da anni: era
costruita in sasso con il tetto di piagne; i rampicanti si estendevano oramai sulla
maggior parte delle pareti ma l’interno era abbastanza accogliente. Sarebbe
diventata un perfetto rifugio per i piccoli avventurieri che volevano scappare dal
mondo e dalle regole degli adulti.
Così, ogni notte, si ritrovavano nel loro nuovo posto segreto per raccontarsi storie,
come passavano la giornate, per cantare e inventare nuovi e divertenti giochi. Prima
del sorgere del sole dovevano sempre ritornare a casa per far sì che il loro rifugio
rimanesse un segreto, il loro piccolo segreto. Una notte, però, i genitori di Anna si
accorsero che la bambina non era nel suo giaciglio, così diedero l’allarme: tutto il
Borgo, in subbuglio, iniziò a cercarla. Gli abitanti dell’Imoborgo uscirono da Porta del
ponte di S. Francesco di sotto e si spinsero nel contado dove videro, in lontananza,
del fumo uscire da un camino e trovarono i ragazzi addormentati nella casa di sasso.
Le famiglie dei ragazzi chiesero, allora, al Podestà, rappresentante nel borgo di
Castruccio, di creare una piccola porta nella cortina così da permettere a tutti i
bambini di poter facilmente ritrovarsi nelle due piazze per giocare, nella speranza
che l’amicizia dei bambini potesse essere il germe dell’amicizia dei “grandi” del
domani.
Report metodologico
Docente: Patrizia Zito
Organizzazione dell’attività: contesto, ideazione e progettazione
Istituto Comprensivo “Gen. P. Ferrari”, Scuola Secondaria di primo grado, sede di Pontremoli, classe
seconda B a Tempo Prolungato, composta da 25 alunni. La docente di Approfondimento di italiano,
prof.ssa Zito Patrizia, referente del progetto, ha collaborato con l’insegnante di Storia della classe, prof.ssa
Loreni Daniela.
Nel mese di ottobre del corrente anno scolastico la docente di Approfondimento ha proposto alla classe la
partecipazione al concorso; dopo aver presentato il sito dell’ISIME ed il Progetto del POF “Storia locale e
territorio”, gli alunni hanno scelto di sviluppare la sezione tematica “Il Medioevo della mia città o del mio
territorio”. Gli alunni hanno evidenziato immediatamente interesse e curiosità per il periodo storico di
riferimento, il Medioevo, di cui Pontremoli offre, tutt’oggi, numerose testimonianze relative al 1322, anno
di costruzione della Cortina di Cacciaguerra. Dopo aver realizzato l’approfondimento storico, si sono
concordate con gli alunni le fasi di lavoro, l’intervento di un esperto di storia locale, l’organizzazione dei
percorsi, le uscite didattiche, la suddivisione della classe in gruppi di lavoro e la realizzazione del racconto.
La prof.ssa Zito Patrizia, in un primo momento, ha illustrato in classe i riferimenti storici intorno a cui
elaborare il testo; successivamente tali riferimenti sono stati ulteriormente approfonditi dall’intervento in
classe dell’esperto in storia locale, prof. Lapi Paolo, dalle uscite sul territorio e dalla lettura di vari testi di
storia locale tra cui “La Cortina di Cacciaguerra a Pontremoli”. Il prof. Lapi, Socio Ordinario della
Deputazione di Storia Patria, Socio dell’Associazione Manfredo Giuliani, Socio del Centro Aullese di Studi
Lunigianesi, Socio della Sezione Lunense dell’Istituto Internazionale di Studi Liguri, con la sua competenza
ha contribuito ulteriormente a motivare gli alunni alla realizzazione del racconto.
Queste azioni sono il naturale sviluppo degli obiettivi previsti dal Progetto del Pof, che prevedono le
seguenti finalità:
conoscere elementi significativi del proprio territorio da vari punti di vista: geografico, storico, culturale,
religioso e delle tradizioni; recuperare la memoria storica del paese e del territorio; stimolare il
coinvolgimento emotivo e l'interesse nel conoscere il proprio contesto socio-ambientale; conoscere le
opportunità offerte dal proprio territorio per sviluppare argomenti di ricerca; collaborare con i compagni
per un fine comune; saper trarre informazioni da documenti, immagini; educare alla conoscenza, alla cura e
al rispetto del patrimonio culturale.
Gli alunni e l’ insegnante definiscono il contesto narrativo entro il quale collocare la trama storica; il ruolo
della docente, in questa fase, è quello di guida e di facilitatore.
Articolazione del lavoro
L’insegnante divide la classe in sei gruppi; sulla base del periodo storico di riferimento, si progettano alcuni
percorsi narrativi.
Prima di iniziare la fase di scrittura creativa vengono organizzate alcune attività:
- lezione in classe dell’esperto, prof. Lapi Paolo, con illustrazione della toponomastica del Borgo
medievale della nostra città e spiegazione circa l’origine del suo nome;
- due uscite sul territorio mirate all’osservazione del Campanone, edificato sulle basi dell’antica
Cortina di Cacciaguerra e delle permanenze storiche medievali del Sommoborgo e dell’Imoborgo.
Fase di elaborazione scritta
- Il punto di partenza per la realizzazione dei racconti è stato l’ascolto del relatore in classe sugli
avvenimenti storici del XIV a Pontremoli e l’osservazione della struttura del Borgo antico attraverso
mappe e visite in loco.
- Successivamente la classe è stata divisa in gruppi a cui è stata data come consegna la realizzazione
di un racconto in prima persona, in cui il protagonista vive una giornata qualsiasi nella Pontremoli
del 1322.
- Questa fase è stata utile per far acquisire “confidenza” agli alunni con la vita quotidiana del
Medioevo e comprendere le differenze con la realtà in cui vivono oggi.
- I testi sono stati scritti a mano, poi trascritti al computer e consegnati all’insegnante che ne ha fatto
una prima revisione, restituendoli ai ragazzi per gli aggiustamenti relativi al lessico, l’inserimento di
avventure che hanno coinvolto il protagonista con l’aggiunta di eventuali sequenze descrittive o
narrative.
- I sei gruppi hanno quindi scelto al proprio interno il racconto che hanno ritenuto migliore. Questi
sei elaborati sono stati proiettati alla LIM e letti insieme.
- L’ultimo step è stato rappresentato dalla votazione da parte di tutta la classe del racconto più
avvincente da inviare al Concorso.
Risultati attesi
Far maturare nei ragazzi il desiderio di conoscere e rispettare il proprio territorio nei suoi diversi aspetti,
come presupposto per lo sviluppo e crescita della coscienza di appartenenza alla comunità locale.
Favorire l’avvicinamento alla storia delle proprie radici culturali.
Bibliografia
G. SFORZA, Memorie e Documenti per servire alla storia di Pontremoli, vol. II, Firenze 1904 [rist. anast.,
Bologna 1972].
B. CAMPI, Memorie storiche della città di Pontremoli, Pontremoli 1975.
N. ZUCCHI CASTELLINI, Pontremoli dalle origini all’unità d’Italia, Pontremoli 1976.
F. BONI – C. MAZZINI, La Cortina di Cacciaguerra a Pontremoli, Pontremoli 2001.
P. LAPI, L’evoluzione giuridica di Pontremoli, in P. LAPI E F. FOLLONI, L’evoluzione giuridica di Pontremoli e gli
Statuti manoscritti di ser Marione, Parma 2011.
F. Rosi : Pontremoli. La Storia Passa anche di qui. Paolo Savi Editore, Pontremoli 2009.
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