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Corso: Il disagio evolutivo nei contesti familiare e scolastico
CdS: LM Psicologia
a.a. 2017-2018
Docente:
Dott.ssa Paola Cerratti
Psicologa-Psicoterapeuta
Contatti:
333.5031546
cerratti@omadastudio.it
Una prospettiva
multifattoriale e
complessa nella
comprensione dei
disturbi della condotta
Lo sviluppo
normale e psicopatologico
intreccio ed equilibrio tra fattori di rischio e fattori protettivi
rintracciabili i diversi ambiti.
1. Caratteristiche neurogenetiche e neurobiologiche del bambino
vulnerabilità neurobiologica
temperamento
2. Parenting Regole educative
Modeling socio-relazionale
3. Variabili ecologiche o ambientali Avversità economiche
Stress sociale
Gruppo dei pari
4. Qualità dei legami di attaccamento
Allele del gene 5-HTTLPR (Sadeh et al., 2010)
Ridotta attivazione dell’amigdala
Associato alle manifestazioni più «calcolate e fredde» dell’aggressività.
Questa relazione tra il gene e l’aggressività c’è solo in soggetti proveniente da un contesto socio-economico svantaggiato.
Il gene legato alla modulazione della produzione della MAOA (Caspi et al., 2002)
Modulazione della concentrazione di serotonina
È presente in numerosi ragazzi che sviluppano comportamenti violenti ed esplosivi…
…con una storia di maltrattamento
Geni che modulano la produzione di ossitocina (Beitchman et al.,2012)
Ormone legato allo sviluppo di affiliazione,
fiducia nell’altro e responsività ai segnali
emotivi esterni.
Sembra associato all’estinzione dei
comportamenti prosociali e allo sviluppo
parallelo di un disturbo della condotta.
Reazione di alcune aree cerebrali di fronte a stimoli punitivi (Viding, McCrory, 2012)
Ridotta attività della corteccia ventro-mediale prefrontale nei soggetti con DC senza tratti CU di fronte a uno stimolo punitivo inaspettato.
Questa riduzione non è presente nei soggetti con diagnosi di DC e CU, dato che sostiene la scarsa sensibilità alla punizione in questi soggetti, i quali tendono così a portare avanti un compito indipendentemente dai segnali del contesto.
Diverse reazioni dell’amigdala in DCD con UC e
senza UC (Sebastian et al., 2012)
Di fronte a scenari ambigui i bambini con
DCD mostrano una sovra-attivazione
dell’amigdala, mentre bambini con DCD e
tratti UC mostrano una scarsa attivazione
della stessa zona del sistema nervoso
centrale.
Alterazioni di alcune zone del SNC (De Brito et al.,
2009)
Uno sviluppo atipico nei soggetti con DCD
delle zone deputate alle funzioni esecutive
e di autocontrollo.
Nei soggetti con DCD e tratti UC sembrano
compromesse le aree legate al decision
making e ai dilemmi morali
Scarsa capacità di riconoscimento delle
espressioni emotive altrui (Lambruschi, Muratori, 2013)
La difficoltà a mantenere il contatto oculare,
sia che si voglia attribuire a deficit
neurobiologici, sia che si voglia vedere come
un comportamento appreso all’interno di una
relazione disturbata o insicura, rappresenta
un fattore di rischio.
È la base neurobiologica delle differenze
individuali, degli stili di risposta alle
difficoltà di vita e più in generale
rappresenta la base neurobiologica di
personalità dell’individuo.
PERSONALITÀ = + ambiente temperamento
È l'insieme di differenze individuali
nella REATTIVITÀ emozionale, cognitiva e comportamentale e
nelle STRATEGIE REGOLATIVE usate per modulare questa
reattività.
Eccitabilità e responsività
dei sistemi fisiologici e
comportamentali dell'individuo
Insieme dei processi neurali e
comportamentali che modulano
Due dimensioni:
Sensibilità alle punizioni: la facilità con cui un bambino prova affetti considerati negativi (ansia e tristezza)
Sensibilità al rinforzo: alla cui base c’è la tendenza a ricercare benefici al Sé come risultato dei propri comportamenti e la capacità di tollerare la dilatazione temporale dei rinforzi. L’impulsività (la tendenza a voler accorciare il
tempo di comparsa di un rinforzo) è regolata da questo sistema
La punizione è più efficace quanto più
provoca emozioni spiacevoli.
Se il bambino prova un’emozione spiacevole
in seguito alla punizione e riesce a tollerare
questa emozione, riuscirà ad interiorizzare la
norma sottesa alla punizione.
Il bambino tenderà ad evitare quei
comportamenti che in seguito alla
punizione gli faranno sperimentare
quelle emozioni spiacevoli
Se il bambino viene sopraffatto da queste
emozioni spiacevoli non riuscirà ad attivare
adeguatamente le risorse cognitive
necessarie ad interiorizzare la norma.
Ci sono bambini biologicamente portati a
disregolarsi di fronte alle emozioni negative.
La capacità di un bambino di interrompere
un comportamento portatore di una
ricompensa in seguito a una punizione è data
dall’interazione fra le propensioni
temperamentali di sensibilità al rinforzo e di
sensibilità alla punizione.
Sensibilità
alle punizioni
Sensibilità al
rinforzo
Attenzione
Linguaggio
Regola la reattività agli
stimoli esterni
Regola il controllo del
proprio comportamento e
degli stati emotivi
Tre dimensioni temperamentali possono essere
valutate nei bambini.
1.Emotività negativa
2.Controllo (EFFORTFUL CONTROL): la misura in cui
l'individuo fa uso della restrizione, dell'inibizione e della
scrupolosità
la capacità di inibire una risposta dominante a favore di
una non dominante, di rilevare gli errori e pianificare
i bambini sono posati e attenti, sanno scegliere il
comportamento adeguato nelle diverse situazioni
3. Estroversione (emozionalità positiva):
EMOZIONALITÀ NEGATIVA
Tendenza a sperimentare forti emozioni negative
di fronte a episodi di sofferenza vissuti o anticipati
e di fronte a stimolazioni sensoriali intense o
complesse.
I bambini con alto livello di Emozionalità negativa
sono facili al pianto e ai turbamenti e reagiscono
agli stimoli fisici o alle situazioni spiacevoli con
forte reazioni di rabbia, paura e disagio.
Labilità dell’umore
ESTROVERSIONE/SURGENCY
Tendenza a provare alti livelli di piacere e di
divertimento collegati a situazioni che implicano
un forte coinvolgimento emotivo, oppure a stimoli
nuovi ed è associata a alti livelli di impulsività e
bassi livelli di timidezza.
I bambini con alto livello di Estroversione sono
espansivi, turbolenti e piuttosto avventati nelle
scelte, nei comportamenti e nell'affrontare
situazioni nuove (impulsività), alla ricerca di
stimoli forti e che esprimono in modo marcato le
loro emozioni positive.
3 reti neurali:
ALLERTA: il raggiungimento e il mantenimento di
uno stato di alta sensibilità agli stimoli in arrivo
ORIENTAMENTO: permette la selezione di
informazioni tramite l'allineamento dell'attenzione
con una sorgente di stimoli sensoriali.
ATTENZIONE ESECUTIVA: meccanismi di
monitoraggio e risoluzione dei conflitti tra
pensieri, sentimenti ed emozioni
Effortful Control Attenzione
esecutiva
+ Att → + EC
I genitori descrivevano questi bambini come
meno frustrabili, meno impulsivi, con maggiore
capacità di shifting e di focalizzazione
dell'attenzione.
I bambini che mostravano < capacità inibitorie
(attenzione) presentavano > ansia
l'attenzione modula le risposte emotive
Sensibilità
alle punizioni
Sensibilità al
rinforzo
Attenzione
Linguaggio
Regola la reattività agli
stimoli esterni
Regola il controllo del
proprio comportamento e
degli stati emotivi
Vitiello, Behar, Hunt (1990):
Aggressività reattiva:
In reazione ad uno stimolo ambientale percepito
come ostile;
Facile irritabilità, impulsività e rabbia.
Aggressività proattiva:
Ha come scopo l’attuazione di comportamenti
volti a ottenere benefici per Sé .
Buona pianificazione del comportamento
Scarsa considerazione delle emozioni e
prospettive altrui.
L’aggressività reattiva è la forma associata ai
DCD con esordio in età scolare.
L’aggressività pro-attiva:
si associa ai DCD che risentono del contesto
«deviante»
Si associa ai DC con tratti di personalità UC.
Aggressività reattiva
Scarso controllo di
fronte a eventi
stressanti
Facile attivazione
delle emozioni negative
L’aggressività diventa un modo di regolazione funzionale a un sistema
poco regolato e non supportato adeguatamente dall’ambiente
Aggressività proattiva
Dipendenza dal rinforzo
esterno
No ansia
Basso livello di arousal
Bassa reattività del
bambino
Scarsa efficacia
delle punizioni
Il genitore usa metodi più duri e
severi
Stile educativo autoritario e
poco coinvolto
Scarsa interiorizzazione
delle norme
Reattiva proattiva
Tendenza a sovrastimare l’intenzione della minaccia alla base delle intenzioni dell’altro;
Scarso uso delle abilità verbali nella verbalizzazione delle emozioni;
Bassa autostima
Immagine di sé di un combina guai
Credenza che
l’aggressività sia il
modo migliore per
ottenere ciò che
vuole.
Vendetta e rivalsa
percepite come
valori.
• Psicopatologia dei genitori (dep nella madre e comp delinquenziali nel padre) DC
• Metodi educativi incoerenti e inefficaci
Dop
• Metodi educativi incoerenti e inefficaci ADHD
Scambi relazionali basati sulla coercizione
Rinforzo negativo
I cicli interpersonali coercitivi portano ad
una diminuzione del coinvolgimento del
genitore con il figlio.
La mancanza di coinvolgimento del genitore
nella relazione con il figlio correla con il
rifiuto dei pari e le difficoltà di
socializzazione dei figli in età scolare
(Trentacosta, 2011)
Poco coinvolgimento
Disciplina rigida
Frequentazione di
gruppi delinquenziali
(in adolescenza)
Rifiuto dal gruppo
dei pari
Conflittualità di
coppia
Capacità del genitore di condividere pezzi
della sua vita con il figlio.
La sensazione del figlio che il genitore sia
interessato a lui.
Il monitoraggio 8supporto coerente e
coinvolto alle scelte del figlio e non iper-
controllo)
STRESS
Difficoltà nel
riconoscere
l’influenza dei
propri stati d’animo
sul comportamento
del figlio
Difficoltà di
interpretazione degli
stati emotivi del
figlio (soprattutto la
rabbia) Senso di efficacia
genitoriale
Coinvolgimento nelle
attività del figlio
BAMBINI IPERATTIVI
Le madri di bambini iperattivi si classificano come più depresse, meno competenti, più coartate e più frustrate di quanto non si ritengano le madri del gruppo di controllo.
DISTURBO DA DEFICIT DELL'ATTENZIONE
Alcune sottoscale del PSI riproducevano diversamente gli effetti del trattamento in termini di interazione bambino-genitore. In particolare, i punteggi delle sottoscale Rinforzo ai genitori, Accettabilità e Attaccamento genitoriale, in opposizione agli stressor ambientali, riflettevano i cambiamenti che avvenivano nell'interazione genitore-bambino. Inoltre il PSI coglieva i cambiamenti sia in Dominio del genitore che in Dominio del bambino soprattutto per quanto riguarda le scale di Richiestività e Distraibilità/Iperattività.
PROBLEMI DELLA CONDOTTA, IPERATTIVITÀ DEL BAMBINO E
DEPRESSIONE MATERNA.
In uno studio con bambini con problemi della condotta di
età fra i 3 e gli 8 anni, Webster-Stratton (1988) ha
riscontrato che i punteggi a Stress Totale e dominio del
genitore erano significativamente più elevati per quelle
madri che erano state classificate come depresse rispetto
alle madri non depresse del gruppo di controllo. I coniugi
delle donne depresse erano significativamente più
stressati, come misurato dal punteggio a Dominio del
genitore, rispetto ai coniugi delle donne non depresse.
I punteggi a Dominio del genitore, escludendo la scala
Depressione, risultavano i migliori predittori per
distinguere le famiglie con madri depresse da quelle con
madri non depresse.
PROBLEMI DELLA CONDOTTA, IPERATTIVITÀ DEL
BAMBINO E DEPRESSIONE MATERNA.
Jurek (1999) si è invece proposto di confrontare i
livelli di distraibilità/iperattività attribuiti ai figli da
47 madri (23-64 anni) con quelli percepiti di ansia e
depressione. Per valutare sia il livello di distress
genitoriale totale percepito sia la
distraibilità/iperattività dei bambini è stato
impiegato il PSI, mentre per valutare la depressione
è stato utilizzato il BDI.
I risultati mostrano che sia lo stress
genitoriale sia la depressione materna
influenzano il livello di
distraibilità/iperattività percepito nei figli.
PIANTO ECCESSIVO
Beebe (1993) ha utilizzato il PSI per esaminare il
rinforzo dato dal bambino. Le madri che riferivano
che i loro bambini piangevano meno di tre ore al
giorno ottenevano punteggi di stress
significativamente più bassi.
Il pianto eccessivo risultava correlato con punteggi
superiori al 90° percentile alle sottoscale Umore,
Rinforzo ai genitori e Competenza.
Frick e Morris (2004) distinguono i DC con
esordio precoce in due gruppi:
Disregolato, con difficoltà nella regolazione
delle emozioni e dei comportamenti.
Callous Unemotional con problemi nello
sviluppo della coscienza e della
socializzazione
Tendono a reagire impulsivamente.
Adottano condotte antisociali non
pianificate.
Aggressività reattiva.
Reagiscono in maniera negativa a stimoli
emotivi negativi (come i segnali di stress da
parte degli altri).
Scarsa propensione a provare colpa o
rimorso.
Ridotta preoccupazione per l’affiliazione e le
emozioni degli altri.
Espressione superficiale delle proprie
emozioni.
Ricorrono spesso ad una aggressività
premeditata e strumentale, finalizzata
all’acquisizione di guadagno personali e al
perseguimento della dominanza.
Spesso manipolatori.
Scarsa sensibilità ai segnali di punizioni.
Sottostima della probabilità di essere puniti per comportamenti a danno di altri (con seri problemi comportamentali)
L’assunzione esplicita di valori antisociali in virtù dei quali le condotte aggressive diventano lo strumento accettabile per raggiungere il loro scopo.
La colpevolizzazione degli altri.
L’enfasi sull’importanza della dominanza e vendetta come modalità di gestione dei conflitti.
resistenza al cambiamento e alla terapia
Poco rilevante l’influenza del parenting.
Esperienze di privazione molto forti e precoci.
Forte caoticità nell’ambiente familiare in età prescolare.
Processo interattivo che porta il genitore a un comportamento caratterizzato da un alto livello di controllo.
In adolescenza basso livello di monitoraggio e condivisione.
Più rilevante la componente temperamentale.
Temperamento fearless (scarsa sensibilità alla punizione e all’attivazione ansiosa) o ipoattivato.
Diade poco propensa ad interagire.
Apprendimento dei comportamenti
delinquenziali mediato dal contesto
ambientale.
L’aggressività e la sopraffazione dell’altro
sono comportamenti adatti a raggiungere i
propri scopi e a regolare le difficoltà
interpersonali.
Rabbia/aggressività = funzionale alla
relazione
→ protesta nei confronti delle circostanze
che minacciano la relazione col caregiver
Pianto
Urla
Espressioni
di rabbia
Richiamare
il caregiver
Il genitore sensibile e responsivo riuscirà a
promuovere l’adattamento del bambino alle
regole morali e sociali attraverso processi di
rispecchiamento empatico:
Sintonizzazione
Costanza delle risposte genitoriali
Ogni volta che il genitore mette in atto un
comportamento comunicativo che esprime la
qualità dello stato affettivo che il bambino ha
sperimentato senza limitarsi ad imitarlo.
Mancata sintonizzazione
→ rottura relazionale con stato affettivo
secondario (di ansia e tensione).
Porre limiti e regole implica andare incontro
a rotture della relazione e alla attivazione di
emozioni spiacevoli.
Se la relazione è sicura, le strutture
rappresentative di Sé e dell’altro saranno
positive e coese e consentiranno di
riconoscere e integrare tali stati emotivi in
modo non minacciante e non distruttivo.
Se il caregiver è in grado di empatizzare con
il bambino, lo aiuterà a tollerare e regolare
tali stati emotivi spiacevoli in un clima di
fiducia che veicola al bambino che la
temporanea conflittualità non minaccerà in
modo irreparabile la relazione.
Il non avvertire il conflitto con il genitore (autorità) come minacciante lo stato di relazione rappresenta la base per una adeguata interiorizzazione delle regole morali e sociali e di adeguate strategie di socializzazione.
Nelle diade sicure al comportamento disregolato dei bambini le madri riescono a mettere in atto comportamenti responsivi senza bisogno di assumerne il controllo o di affermare il proprio potere.
Nelle diadi insicure la rabbia diventa l’unico
modo di gestione attiva e di regolazione
dello stato di relazione.
La madre tende ad aver bisogno di affermare
il suo potere con metodi educativi coercitivi
verso il comportamento disregolato del
bambino
ATTACCAMENTO
BASSO RISCHIO DI SVILUPPARE DCD
MEDIATORI
MOI positivi e coesi
che fungono da
organizzatori interni
dell’esperienza futura
Senso di fiducia in sé stesso formatosi attraverso ripetute esperienze di supporto e conforto e la possibilità di esplorare l’ambiente (Goldberg, 1997).
Aspettative sociali generalizzate positive, anziché sfiducia e percepita ostilità (Dodge, Coie, 1987).
Socializzazione di emozioni e valori morali entro una relazione d’attaccamento sicuro (Kochanska, 1997).
Modeling di comportamenti prosociali da un caregiver sensibile (Guttmann-Steinmetz, Crowell, 2006).
Continuità nella qualità e supportività delle cure successive (Lamb et al. 1984).
La capacità di sviluppo di un’adeguata ed efficace regolazione emotiva nei legami primari (Cassidy, 1994).
Attaccamento di tipo B- Sicuro
Attaccamento di tipo A – Insicuro/Evitante
Attaccamento di tipo C –
Insicuro/Ambivalente o Ansioso-resistente
1. specifici pattern interattivi
2. specifiche modalità di regolazione degli stati
emotivi
3. specifiche modalità di elaborazione
dell'informazione
cognitiva e affettiva e quindi come particolari
modi di usare la mente.
Schemi affettivo-
motori:
Schemi che connettono direttamente
le percezioni immediate che il b. ha di chi
lo
accudisce a specifici comportamenti del b.
stesso volti a seguirlo o a richiamarne
l'attenzione.
MEMORIA PER IMMAGINI
(percettiva)
indica dove c'è pericolo
indica l'intensità dello
stimolo
pattern viscerali
MEMORIA PROCEDURALE
(motoria)
indica quando c'è pericolo
ordine temporale degli
stimoli
Sequenze comportamentali
complesse
Informazione “Affettiva” Informazione “Cognitiva”
La dimensione tacita del Sé: i sistemi di memoria nella prima infanzia Crittenden, 2008; Lambruschi 2014
MEMORIA PER IMMAGINI
(percettiva)
indica dove c'è pericolo
indica l'intensità dello
stimolo
pattern viscerali
MEMORIA PROCEDURALE
(motoria)
indica quando c'è pericolo
ordine temporale degli
stimoli
Sequenze comportamentali
complesse
Consiste in informazioni sensoriali
in forma di immagini percettive di
esperienze passate, di carattere
uditivo, visivo, olfattivo o
cenestesico
Ciò che il bambino ha imparato a fare
(azione) per mettersi al sicuro:
Sequenze comportamentali complesse:
base sicura, i comportamenti in fase di
separazione ecc..
Semplici schemi d'azione: aggrapparsi...
Specifici pattern corporei: espressioni
facciali, modulazioni vocali o posture
specifiche
Modelli A – Stile deattivante
- Modalità di regolazione
emotiva in difetto: attenuare,
accantonare,ridimensionare.
- Regolazione autonoma
degli stati interni, evitando il
riconoscimento e l’espressione
esterna degli stessi
“Tranquilla mamma, non ho bisogno di te, me la
cavo bene, ce la posso fare da solo”
Modelli C – Stile iperattivante
- Modalità di regolazione
emotiva in eccesso: amplificazione di
tutti i segnali d'attaccamento
espresso in modo a volte anche
teatrale e drammatico.
- Perdere il controllo delle emozioni
è assolutamente funzionale nel
mantenimento dello stato di relazione
col caregiver
“Non distrarti ti prego, stai focalizzata su di me, non posso
cavarmela da solo, ho bisogno di qualcuno che mi regoli”
Ai diversi pattern interattivi corrispondono
“specializzazioni” diverse nel porre in rilievo e
nell'integrare l'informazione “cognitiva” e quella
“affettiva”
Es:
Diverse modalità di orientamento percettivo che si
determinano nell'esperienza diadica tipica dei
diversi pattern di attaccamento
La disposizione percettiva del b entro una diade resistente esprime una focalizzazione selettiva e netta sulla FdA che egli deve ossessivamente monitorare, data l'angoscia che ha di perderla, con un'esclusione selettiva dell'ambiente dal proprio campo percettivo.
Il bambino della diade evitante, invece, produrrà percettivamente uno spostamento generalizzato dell'attenzione dalla relazione, percepita come dolorosa, all'ambiente, sul quale viene condotta una rigida esplorazione come “distrattore”.
Un attaccamento insicuro, se isolato, NON è un fattore certo di sviluppo psicopatologico.
Ma ha un valore predittivo rispetto a diverse competenze sociali, funzionamento cognitivo e metacognitivo, comprensione di sé e abilità linguistiche.
Attaccamento evitante → esternalizzanti
Attaccamento ambivalente → internalizzanti
L’attaccamento disorganizzato unitamente ai fattori temperamentali «difficili» costituiscono un predittore della psicopatologia.
MEMORIA PER IMMAGINI
(percettiva)
indica dove c'è pericolo
indica l'intensità dello
stimolo
pattern viscerali
MEMORIA PROCEDURALE
(motoria)
indica quando c'è pericolo
ordine temporale degli
stimoli
Sequenze comportamentali
complesse
Informazione “Affettiva” Informazione “Cognitiva”
MEMORIA PER IMMAGINI
(percettiva)
indica dove c'è pericolo
indica l'intensità dello stimolo
pattern viscerali
MEMORIA PROCEDURALE
(motoria)
indica quando c'è pericolo
ordine temporale degli stimoli
Sequenze comportamentali
complesse
Informazione
“Affettiva”
Informazione
“Cognitiva”
(Lambruschi 2014)
LINGUAGGIO CONNOTATIVO
Uso del linguaggio per evocare,
veicolare, suscitare
nell'altro stati affettivi
MEMORIA SEMANTICA
Generalizzazioni concettuali su
di sé e sulla realtà; fornisce
predizioni cognitive
generalizzate e verbalizzate
MEMORIA EPISODICA
Rappresentazioni mentali di eventi specifici: immagini organizzate
in modo sequenziale, richiamate in modalità sensoriali multiple
MEMORIA DI LAVORO
funzione integratrice
Disorganizzati Strategie controllanti
18 mesi 3-6 anni
La transizione dall'attaccamento disorganizzato
alle strategie controllanti avviene in più dell'80%
dei casi Lyons-Ruth, Jacobvitz (1999)
Comportamenti coercitivi, apertamente ostili o sottilmente umilianti nei confronti della Fd'A.
Il b. risponde con rabbia all'ostilità che percepisce nel genitore.
Tra i 4-6 anni si rileva un'associazione tra comportamenti controllanti-punitivi nei confronti dei caregiver da una parte, e comportamenti aggressivi nei confronti dei pari.
Più frequente nei maschi
Disturbi esternalizzanti
Mantengono l'attenzione della FdA
intrattenendola, organizzandone
benevolmente il comportamento o
fornendogli approvazione, aiuto, conforto.
Sembrano invertire la relazione
d'attaccamento
Tendono a percepire la fragilità del genitore
e ciò tende ad attivare la disposizione innata
a fornire cura.
Ansia, senso di responsabilità e di colpa.
Disturbi internalizzanti
Moss ha riscontrato un decremento della depressione materna in rapporto ad un aumento della depressione nei bambini controllanti di 4-8 anni.
I bambini controllanti riuscivano a rallegrare, rivitalizzandole, le madri depresse, anche se poi a causa dell'inversione dei ruoli, non potevano utilizzarle per regolare le loro emozioni.
Secondo Moss, i bambini possono sviluppare modelli contraddittori del Sé per il fatto che, nella relazione con l'adulto, sono spinti a mostrarsi competenti nel dare cura o nella dominanza, mentre internamente si sentono spaventati, angosciati e vulnerabili.
CONTRO Sviluppano più problemi di
comportamento rispetto a chi ha altri pattern(Moss, 2006)
Sembrano avere maggiori difficoltà nel funzionamento cognitivo (Lyons-Ruth, Jacobvitz, 1999)
Manchino quei ricchi scambi interattivi che consentono lo sviluppo di una ToM articolata e complessa (Hennighausen, Lyons-Ruth, 1999)
PRO
Le strategie controllanti
danno compattezza al Sé
Le interazioni g-b, prima
caratterizzate da ansia e
conflittuale incoerenza,
diventano più coerenti e
stabili.
Diviene più capace di
uno stile coerente anche
con i coetanei (Lyons-
Ruth, Jacobvitz, 1999)
Disorganizzazione Strategie controllanti
Minimizzazione dei propri bisogni di
attaccamento.
Distanziamento degli affetti negativi del Sé.
Scarsa consapevolezza dei propri bisogni
emotivi
Improvvise crisi di collera per la perdita del
controllo sulle emozioni negative.
Senso del Sé
Si organizza su
percezioni tacite di
NON AMABILITÀ e
INDEGNITÀ personale.
Altro
Non accessibile e distante
oppure
Intrusivo o ostile
Strategia aggressiva = integrazione del Sé
Aggressività = sensazione di contenimento e di sicurezza
Rabbia = antidepressivo
Il bambino percepisce i propri stati dolorosi come spaventosi e
minacciosi.
Scissione degli affetti negativi (amplificati o
distanziati).
Enfatizzazione della rabbia.
Ostentazione di un Sé fintamente potente
con distanziamento della vulnerabilità.
I sentimenti di debolezza vengono
trasformati in forza mediante il confronto
con la paura e la sottomissione dell’altro.
Rabbia = ansiolitico.
Senso del Sé
Fragile e vulnerabile
Altro
Intollerabilmente
imprevedibile e
pericoloso
Per il bambino avvertire un senso minimo di controllo
nel rapporto col genitore è assolutamente vitale, per
sentire un senso minimo di stabilità e prevedibilità
nella relazione.
Utilizzano la falsa cognitività e la menzogna
per ingannare gli altri riguardo alle proprie
intenzioni pericolose.
Sono specialisti nella lettura degli stati
emotivi, ma usano queste informazioni solo
in modo strumentale e manipolatorio.
Fonagy (1991-2008): funzione riflessiva.
La funzione riflessiva è strettamente
connessa alla opportunità che il bambino ha
avuto di esplorare la mente della propria
figura di attaccamento nei primi anni di vita.
E se il genitore non riesce nella sua funzione
riflessiva?
Spesso lo scopo reale di un comportamento aggressivo non è far del male, ma affermare il proprio Sé.
Se il genitore non lo capisce, l’espressione del Sé viene continuamente fraintesa con l’aggressività, per cui il bambino può arrivare a confondere i due stati mentali.
Se nella mente questi due aspetti sono confusi, i significati si sovrappongono e l’individuo può arrivare a provare un piacere patologico nel distruggere (Baldoni, 2005).
Difficoltà a mentalizzare e riconoscere gli
stati interni propri e altrui
Rappresentazione della vittima come priva di
pensieri, sentimenti e di
sofferenza
Mancata inibizione
dell’aggressività
• Il Sè del bambino risulta indebolito perché la capacità di mentalizzazione è compromessa.
• Il Sé fragile si percepisce in pericolo e adotta comportamenti aggressivi per difendersi dalla pericolosità percepita nel mondo esterno.
• L’espressione del Sé e l’aggressività sono associate in modo così regolare che si verifica una fusione tra i due.
• La minore capacità di mentalizzazione, impedendo la raffigurazione degli stati mentali altrui, riduce l’inibizione dell’aggressività.
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