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Allestimento della mostra di Iris Van Herpen | 2012-2013 | Interior Design

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ALLESTIMENTO DELLA MOSTRA DI IRIS VAN HERPENPalazzo Braschi, Roma

Anno Accademico 2012/2013

Corso di progettazione Interior Design

IED

COORDINAMENTO CORSOGianfranco Bombaci, Interior Design

PROGETTO GRAFICOSelena Mesoraca Gianfranco Bombaci

DIREZIONELaura Negrini, Direttore IED Design Roma

SEGRETERIAMarta Seghezza, Segreteria direzione IED DesignSimona Ruzzini, Segreteria IED DesignSelena Mesoraca, Segreteria IED DesignPietro Cagnazzi, Tutor Interior Design

in collaborazione con

IED DESIGN

ALLESTIMENTO DELLA MOSTRA DI IRIS VAN HERPENPalazzo Braschi, Roma

DocentiGianfranco Bombaci, Exhibit Design Luca La Torre, Exhibit DesignBruno Capezzuoli, Interaction Design Adriano Caputo, Lighting Design

RingraziamentiPier Luigi Mattera, Direttore del Museo di Roma Stefano Cassio, Centro Ricerche IEDFederico Poletti, Curatore

Coordinamento progettoLaura NegriniGianfranco Bombaci

PartnersPalazzo Braschi

Palazzo Braschi Iris Van Herpen

Laura Negrini

Gianfranco Bombaci

Stefano Cassio

Luca La Torre

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INDICE

IRIS VIDEO MAPPING Giulia De Lena, Claudia Ciccone EXTRAORDINARYAndrea Caggia, Caterina Capannoli, Camilla Cardinali WIREFRAME Gaia Cesarini, Giovanna D’Alessandro, Federica Greco VERTIGO Giulia Facioni, Sara Margutta, Francesca MaioranoTHE GRIDElie NespoulousDESCENSUS Francesca Mazzuca, Flaminia RosaLA CAVALCATA DELLE VALCHIRIE Paola SprovieriPECORE ELETTRICHEAndrea Pasquale, Giovanni Picone

METAMORFOSI Cristian Bellucci, Giulia Cantagalli, Ludovica Lenoci TURN INTO PIECESMarta Baldino, Giulia Caleca, Valeria ArgentoCYLINDERLucilla Pierdominici, Francesco TagliaferroBEAT Xu Chen Yang FRAMES Agathe Lavaud, Martin MasséMUTAMENTO Giulia PalumboLIGHT Amariliis SpanòNARCISOJacopo Montanari, Giulio Rampoldi

Palazzo Braschi Iris Van Herpen

Laura Negrini

Gianfranco Bombaci

Stefano Cassio

Luca La Torre

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Palazzo Braschi sorge a cavallo di piazza Na-vona e piazza San Pantaleo, in uno dei pun-ti più suggestivi del centro storico di Roma. E’ sede del museo di Roma dove è raccolta una grande varietà di opere d’arte legate da molteplici rapporti alla storia della città dal Medioevo alla prima metà del Novecento, te-stimonianza delle trasformazioni topografiche e dei vari aspetti della vita culturale, sociale e storico artistica della Capitale.

www.museodiroma.it

PALAZZO BRASCHI

Roma

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IRIS VAN HERPENFashion Designer

Giovane e talentuosa fashion designer olan-dese, Iris Van Herpen (1984), lavora sin dai suoi esordi sul sottile confine di una moda concepita come sperimentazione. Le sue creazioni dalle forme avveniristiche sono tutte rigorosamente fatte a mano, frutto di una costante ricerca sui materiali e sull’u-tilizzo di tecnologie insolite, come la stampa 3D.

www.irisvanherpen.com

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GIANFRANCO BOMBACI

La Major Study in Allestimento Mostre ed Eventi ha affrontato la progettazione della mostra della stilista olandese Iris Van Herpen negli spazi del Museo di Roma di Palazzo Braschi. Il confronto tra gli spazi barocchi del palazzo e le opere in esso esposte, con la ricerca radicale di Van Herpen sull’abito, ha dato origine a progetti di allestimento sperimentali e scenografici. L’uso di materiali e tecnologie innovative ha coerentemente inserito il lavoro della stilista in un pregiato spazio storico, evidenziando come la sperimentazione possa convivere con la memoria.

LAURA NEGRINIDirettore IED Design

Coordinatore di Interior Design

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Una mostra temporanea in un contesto museale settecentesco, architettura, pittura, scultura storiche a confronto con le creazioni, anzi le creature, del lavoro innovativo e visionario della stilista olandese IVH. Allestimento come medium quindi, nella doppia accezione del termine: qualcosa che sta in mezzo e mezzo ovvero strumento per rendere evidente, palesare agli occhi dell’intelletto echi, connessioni e dialoghi tra epoche apparentemente lontane, tra le opere della collezione permanente e quelle di passaggio. Un percorso nello spazio del Museo di Roma, ma anche sui limiti del tempo, per varcarne i confini esplorando scenari diacronici e diatopici, futuri posteri e passati futuri.

STEFANO CASSIODirettore CRIED Roma

LUCA LA TORREDocente Exhibit Design

Da quarant’anni partner progettuale di aziende, enti, istituzioni, in questa occasione IED Roma mette in scena gli abiti della van Herpen negli spazi del Museo di Roma: gli uni carichi di sperimentazioni materiche e tecnologiche, a generare un’originale sartorialità biomorfica; gli altri, di configurazioni complesse, di ricchi apparati decorativi, di collezioni d’arte.In quel difficile equilibrio, i progetti IED hanno costruito narrazioni diverse: rigorose, suggestive o estreme, mantenendo coerenza e credibilità nella simulazione di un reale intervento; oltre quell’equilibrio, hanno sedimentato episodi di una nuova, possibile architettura della comunicazione.

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Per conciliare due entità dalla personalità forte e personalissima come Palazzo Braschi e la collezione di Iris Van Herpen, proponiamo un viaggio in un’atmosfera completamente buia, dove linee in movimento segnalano il percorso dello spazio dello scalone centrale. Queste sottili linee con il loro movimento sinuoso attraggono il visitatore, ipnotizzandolo. Ad aumentare questo stato di semi-spaesamento, molteplici schegge di luce danzano in alcune nicchie che progressivamente si incontrano durante la salita. Soltanto inoltrandoci nella prima sala, è possibile al visitatore acquisire delle informazioni. L’allestimento propone l’idea di una struttura di luce all’interno della struttura materiale dell’edificio. Ma è nella prima sala che sarà comprensibile al visitatore l’oggetto della mostra attraverso il primo vestito che sarà in questo caso accompagnato dal manichino. Man a mano che si prosegue il percorso, viene svelato lentamente il lavoro della stilista, il tutto in un’atmosfera che rimane raccolta e che proprio per questo mantiene chi la visita in una sorta di tensione, giacché è lo spazio che si svela e racconta di sé. Il percorso è poi accompagnato da un sottofondo musicale composto da suoni meccanici ed elettronici per ricordare costantemente al visitatore la sua posizione di transizione verso un nuovo presente.

di Giulia De Lena - Claudia Ciccone

IRIS VIDEO MAPPING

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di Andrea Caggia, Caterina Capannoli, Camila Cardinali

EXTRAORDINARY

Abbiamo affrontato la morfologia del palazzo, posizionando nella tromba delle scale, una struttura in acciaio alta circa 20 metri che sostiene, grazie ad una fitta rete posta all’estremità superiore, una cascata di fili di plastica. Questi fili, illuminati dall’interno, andranno a riprodurre lungo la scalinata le loro ombre, molto suggestive agli occhi del visitatore, il quale, lungo la sua salita, potrà sfiorare i lunghi fili e leggere le informazioni riguardanti la mostra e la stilista poste nelle nicchie che fiancheggiano le scale. Per la prima stanza abbiamo pensato ad un’altra struttura, anche questa in acciaio e con una rete che sorregge i fili, ma che, a differenza di quella dello scalone, ha pure degli elementi rigidi di plastica che partono dal basso verso l’alto. Questa installazione segna il passaggio dal mondo ordinario a quello extra-ordinario, il visitatore dovrà passare attraverso la cascata di fili per prepararsi a questa particolare esperienza. Da adesso in poi il visitatore nel corso del suo cammino non troverà più cascate di fili ma solo elementi che provengono dal basso verso l’alto, i quali, nel corso della mostra, creeranno ambientazioni diverse.

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di Gaia Cesarini, Giovanna D’Alessandro Federica Greco

WIREFRAME

Una struttura tridimensionale è sospesa nel vuoto della scala. Nera di giorno e cangiante al buio, inquieta il visitatore che sale la scala per raggiungere la mostra di Van Herpen al secondo piano. Dentro la struttura tridimensionale si insinua nelle stanze, diventa pedana, sostegno, si aggrappa alle pareti e ne deforma lo spazio, creando giochi di luci ed ombre.

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di Giulia Facioni, Sara Margutta, Francesca Maiorano

VERTIGO

Al fine di invitare l’utente a salire e accompagnarlo nel percorso caratterizzando fortemente l’ambiente della scala monumentale abbiamo progettato una installazione capace di rappresentare l’integrazione tra Palazzo Braschi e la mostra di Iris Van Herpen. La struttura è composta da telai curvi che si ripetono appoggiandosi sui gradini coprendo completamente il parapetto lungo tutta la scala. Questi telai sono poi ricoperti da un tessuto elastico bianco retroilluminato. Il visitatore viene così attirato in un vortice luminoso iniziando il viaggio all’interno della mostra. La struttura interagirà con gli utenti tramite delle fotocellule posizionate su ogni gradino che rilevano la presenza del fruitore accompagnandolo con l’intensificazione della luce retroilluminante l’istallazione. Arrivando al piano in cui inizia la mostra vengono proiettati, all’interno delle tre nicchie frontali rispetto alla prima sala, alcuni dettagli dei vestiti della giovane stilista, in modo da non svelare subito di cosa si tratta.

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di Elie Nespoulous

THE GRID

Una nuovo ordine geometrico invade il vuoto della scala e le sale. Un nuovo ordine, trasversale, obliquo. La struttura è sostegno per pannelli, informazioni, vestiti. È essa stessa percorso, allestimento e installazione.

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di Francesca Mazzuca, Flaminia Rosa

DESCENSUS

Le creature del pianeta Van Herpen, sul quale una spaventosa siccità ha quasi cancellato la vita, decidono di scendere sulla terra per cambiare il loro destino. Iniziano così a studiare gli usi e i costumi degli abitanti della terra. Adottate le perfette sembianze umane e preso il nome di Iris, la capostipite della loro specie è la prima a giungere sulla terra con una navicella spaziale progettata insieme al suo gruppo di ricercatori. Ben presto attirerà l’attenzione del governo che, insospettito, la terrà prigioniera per studiarla come un animale raro, fino alla sua liberazione. Iris, perse le speranze di tornare a casa, teme per ciò che potrebbe suscitare l’arrivo dei suoi simili in un posto come la Terra, fino a ritenere conveniente per la sua gente restare sul loro pianeta.

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di Paola Sprovieri

LA CAVALCATA DELLE VALCHIRIE

L’idea progettuale scaturisce dalla stesura di una sceneggiatura grazie alla quale si è potuto riflettere in modo efficace ed approfondito su alcune questione come gli spazi dell’allestimento, l’uso della luce come strumenti per suscitare emozioni nel visitatore. L’allestimento si sviluppa lungo una struttura di cartapesta che si fa manichino, didascalia e scenografia, racchiudendo al suo interno i componenti tecnici, quali cavi e dispositivi audio. Ha una forma amorfa, irregolare e colori cangianti. L’altro aspetto fondamentale dell’allestimento è la musica: sono stati scelti alcuni brani di musica classica/ lirica da far ascoltare nelle varie sale seguendo un determinato filo logico.

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di Andrea Pasquale, Giovanni Picone

PECORE ELETTRICHE

Due immaginari molto simili, Irisi Van Herpen e Blade Runner, uniti da analogie che ci proiettano su ipotetici scenari futuri.Palazzo Braschi riletto in chiave distopica, come nella scenografia di Blade Runner, viene trasformato in un nuovo contenitore di una sceneggiatura ispirata al film di Ridley Scott che diventa percorso espositivo dell’immaginario futuristico della Van Herpen.

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di Cristian Bellucci, Giulia Cantagalli, Ludovica Lenoci

METAMORFOSI

Il visitatore all’ingresso di Palazzo Braschi si sentirà avvolto da un’atmosfera imponente e maestosa, oltre che inquietante, iniziando il suo viaggio verso la mutazione. Gigantesche sagome di modelle sono state poste nei grandi lucernai che affacciano sullo scalone principale. Sono proprio questi elementi che innescano un senso di impotenza e sottomissione in chi guarda, assumendo un ruolo spaventoso. Questi “mostri” dominano l’ambiente insieme ai giochi di luce che accompagnano il percorso verso la prima sala. Un altro elemento che attirerà l’attenzione del visitatore è l’enorme crisalide posizionata al centro del vano scala, realizzata con la stesse rete metallica che usa la stilista. Il bozzolo rappresenta l’inizio del percorso di mutazione interiore che vivrà il visitatore durante la mostra.

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di Marta Baldino, Giula Caleca, Valeria Argento

TURN INTO PIECES

Una pioggia di frammenti luminescenti accompagna il visitatore lungo la scala. Sono i materiali inusuali utilizzati dalla stilista per tessere le trame della sua collezione.

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di Lucilla Pierdominici, Francesco Tagliaferro

CYLINDER

La volta di vetro del corpo scala è volutamente oscurata. La balaustra è stata illuminata per delimitare le rampe di accesso che accompagnano il visitatore, avvolgendolo nel percorso. Il cilindro in fili di nylon, sollecitati da movimenti d’aria, si riflettono come vibranti cristalli. Spazio nello spazio, luogo incontaminato. Il visitatore al suo interno può estraniarsi dal contesto in un rapporto più intimo con l’artista. All’interno dei cilindri, sono state installate delle docce sonore, che raccontano e ci fanno conoscere l’ospite d’onore di questo museo.

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di Xu Chen Yang

BEAT

Creare un ambiente in cui i visitatori possano comprendere i concept che la stilista Iris Van Herpen vuole esprimere. Il visitatore attraverso le varie sale proverà molte emozioni a seconda dell’installazione che si troverà difronte. Gli abiti sono stati maggiormente illuminati mentre le statue e i quadri esposti si intravedono nella penombra generale che invade le sale. Solo sulla rampa sinistra e solo al passaggio dei visitatori, verranno proiettate delle informazioni sulla stilista Iris Van Herpen. Superata una determinata area dai visitatori, le proiezioni si interrompono.

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di Agathe Lavaud, Martin Massé

FRAMES

L’allestimento della mostra si basa sull’inserimento di oggetti metallici all’interno delle sale e del vano scala centrale, atti ad enfatizzare la percezione degli abiti. Così un tunnel stretto e specchiante diventa l’accesso lungo la scala al percorso espositivo della mostra della stilista. Ogni sala è caratterizzata da una forma diversa. Il materiale metallico e le riflessioni moltiplicano ed esaltano gli abiti, mentre sfere lenticolari sospese permettono di apprezzarne il dettaglio.

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di Giulia Palumbo

MUTAMENTO

Una sagoma sconcertante prese la corsa verso nulla. Una sagoma senza forma, una mutazione qualsiasi. Attraverso l’atrio che portava alle scale, la luce della luna dalle finestre pareva fissarlo a terra, in ombre ancora più terrificanti. Attraversava le stanze buie del palazzo settecentesco come un corpo in continua evoluzione, mutava continuamente forma, arti, testa... o comunque quegli ammassi di tessuti o cose, che si accumulavano intorno al suo tronco. La sua massa muscolare spariva, poi riappariva, poi di nuovo si deformava. Non si può affermare con ragionevole certezza che quella notte Carl Heinz sia morto. Sulla strana vicenda di Heinz molto si è detto, molto si è inventato, e le leggende accumulate negli anni che seguirono. Ma c’è gente che giura di aver visto, il quell’ultima sala del terzo piano, un corpo trafitto dalle sue stesse ossa, dalle sue stesse emozioni.

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di Amariliis Spanò

LIGHT

La sensazione è vuoto totale, spersa nei piccoli bagliori di luce, rari ma accecanti. Le scale appena si intravedono, vorrei salire, l’attrazioneper il mistero è forte quanto la paura che mi coglie nel pensiero di sapere cosa ci sia sopra. Mi faccio coraggio, inizio a salire, anche se l’impressione è di scendere nel profondo del marcio umano. Sono quasi in cima, si intravede più luce ora, sono circondata da quadri. C’è un adonna nuda girata di schiena, ha delle forme da statua greca, ma ho paura di chiamarla, mi avvicino lentamente, come se non esistessi, come se nemmeno lei esistesse, ma ormai arrivata ad un passo dalle sue spalle si gira, sono io, il vuoto torna, mi avvolge.

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di Jacopo Montanari, Giulio Rampoldi

NARCISO

Il progetto si sviluppa attorno al tema dell’acqua, alle riflessioni e alle sonorità che questa può generare. Una serie di videoproiezioni su teli accompagnano il visitatore lungo la scala sino a raggiungere la prima sala dove troverà una serie di dischi di acqua aventi sul fondo particolari degli abiti di Van Herpen. Fasci di luce rimbalzano sull’acqua creando giochi di riflessione in tutta la sala.

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