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il magazine dei farmacisti al servizio dei cittadini
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pag. 4 I superpoteri dell’acetilsalicilicopag. 6/7 Parkinson la rete terapeutica degli esperti
pag. 10/11 Farmacovigilanza e medicinali a rischio
Periodico di informazione a cura dei Farmacisti Associati Anno 5 / n. 1 / Febbraio 2012newsIl MagazIne deI farMacIstI al servIzIo deI cIttadInI
all’interno
Difesa a tre
contro la tosse
omeopatia, balsami e oli essenziali
All’interno le guide pratiche sull’utilizzo
www.farmapiu.net
Pur essendo un’antica scienza, la fitoterapia è di grande attualità. Suo ramo particolare e affascinante è l’aromaterapia, ossia l’uti-
lizzo terapeutico della componente odorosa delle piante. Gli oli essenziali, composti da molecole piccole e volatili, entrano subito in circolo e de-vono essere utilizzati con estrema cautela e solo sotto consiglio medico se assunti puri e per via orale. Più sicuro è l’utilizzo cutaneo o per inala-zione di miscele già sapientemente dosate e pron-te all’uso. Sempre considerando la loro attività farmacologica, gli oli essenziali sono da utilizzare con attenzione nei bambini e non in gravidanza.
Lo studio di alcuni O.E., quali Eucalyptus e Timo, ha evidenziato potenti attività contro i più comuni batteri responsabili delle patologie invernali. Il Timo è una pianta aromatica tipica dell’area mediterranea ed era usato dagli Egizi nei processi di mummificazione. Usato in casa come spezia, era anticamente utilizzato per conservare il cibo grazie alla sua azione antiputrefattiva. Era l’antibiotico naturale del popolo e lo stesso Ippo-crate, primo medico della storia, ne conosceva le proprietà antisettiche. Per la tosse può essere frizionato sul petto e dietro la nuca miscelato con Eucalipto. Sempre in associazione ma da vaporiz-zare in acqua calda per respirarne i vapori balsa-mici è utile per problemi bronchiali e polmonari.
Altro potente battericida è l’O.E. di Cannella, efficace nelle patologie respiratorie e asmatiche. Esistono spray da vaporizzare negli ambienti e perché no in macchina sui tappetini, in modo tale a beneficiare del loro effetto purificante acaricida. Può essere utile anche portarli in viaggio per di-sinfettare letti e servizi igienici.
Per ben intendere la loro azione antibatteri-ca basti sapere che Timo e Cannella sono i co-stituenti del cosiddetto “olio dei ladruncoli”. Si pensa che durante la peste bubbonica del 1400 in Europa era usato da alcuni ladruncoli per potersi avvicinare ai morti e rubar loro senza contrarre l’infezione.
Buona regola è usare qualche goccia di questi oli essenziali in un diffusore di essenze oppure nel-la vaschetta di acqua sui caloriferi, nei periodi di epidemia invernale.
Le essenze e il loro profumo arrivano rapida-mente tramite vie nervose al nostro sistema lim-bico, rievocando forti emozioni. Possono influire, rilassando o stimolando, sul benessere psicofisico dell’individuo. Riappropriamoci di ciò che la na-tura utilizza e ci offre da millenni.
L’omeopatia:
ottimo alleato per la tosse
Tosse e oli essenziali
L’elenco dei rimedi naturali per ogni esigenza
Piacevoli da usare, efficaci per le malattie infettive
di Rosa Giorgio
di Elisabetta Tricarico
La Tosse non è una ma-lattia, ma un sintomo dell’infiammazione dei
bronchi. Si tratta di una ma-nifestazione positiva per l’or-ganismo in quanto permette l’eliminazione di corpi estra-nei, catarro e mucosità varie che possono ostruire e irritare le vie aeree. Il “colpo di tosse” si verifica con una contrazio-ne inspiratoria, cui segue una rapida espirazione. Il fumo di sigaretta, infiammando la mucosa bronchiale, è una cau-sa frequente della cosiddetta tosse cronica, cioè frequente ed abituale. Si distinguono due tipi di tosse: secca o grassa, accompa-gnata o meno dalla secrezione di muco o catarro. Oggi si conoscono numerosi rimedi omeopatici, ge-neralmente diluiti in sciroppi o pasti-glie, ciascuno con proprietà differenti a seconda del disturbo da combattere.
Alcuni rimedi omeopatici
Aconitum: indicato per una tosse secca dovuta ad un forte raffreddamento.Bryonia: per una tosse secca e dolorosa, accompagnata da sta-ti febbrili e dolori intercostali. Rumex crispus: indicato per una tosse secca e prostrante, che comporta una estrema sensibilità all’aria fredda o in generale agli sbalzi di tem-peratura.
Drosera: indicato per una tos-se secca, spasmodica, latrante, che può essere accompagnata da vomito (tipica della bron-chite asmatica).Ipeca: indicato per una tosse spasmodica (bronchite acuta, asma bronchiale, bronchite asmatica, sindrome catarrale con broncospasmo).Pulsatilla: indicato per una tosse secca di notte e grassa di giorno, che comporta la perdi-ta dell’ olfatto.
Antimonium tartaricum: indicato in casi di bronchite acuta, bronchite asmatica, ipersecrezione bronchiale.
32 Anno 5 / n. 1 / Febbraio 2012Il Magazine dei farmacisti al servizio dei cittadini.
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I super poteri dell’acetilsalicilico
L’acido acetilsalicilico (abbreviato ASA), il ri-medio degli indiani d’A-
merica, estratto inizialmente dal salice bianco è il principio attivo più famoso del mondo e di certo il più usato: si stima che ogni anno ne vengano consumati circa 40000 tonnella-te. Commercializzato dal 1987, dell’ASA si conosce ormai tutto eppure non finisce di stupire: uno studio recentissimo effet-tuato dalla Oxford University dimostra come una bassa dose di ASA, assunta quo-tidianamente per più di quattro anni, riduce di almeno un quinto il tasso dei decessi per le più comuni forme di tumori: un risulta-to straordinario che però richiede ulteriori approfondimenti. Par-lando dei suoi usi più comuni, l’acido acetil-salicilico è utilizzato come analgesico (per alleviare i dolori lievi), come antipiretico (per diminuire la febbre) e come an-tinfiammatorio. Infatti è usato da un più di un secolo per com-battere la febbre e il dolore in-fluenzale: il suo effetto inizia già dopo 30 minuti e dura fino a sei ore. L’ASA è anche utile contro i “doloretti” come il mal
di testa e il mal di gola. In que-sti casi vi suggerisco di usare le compresse effervescenti per-ché agiscono più rapidamente rispetto alle normali compres-se.
L’ASA è un antiaggregante e fluidificante del sangue per-ché inibisce la produzione di trombossano, una sostanza che in condizioni normali ag-grega le piastrine per riparare i vasi sanguigni danneggiati: per questo somministrato a picco-
le dosi sul lungo periodo serve a prevenire gli attacchi cardia-ci, l’infarto e la trombosi. Una molecola così versatile ed utile non è però priva di effetti colla-terali. Il più importante è rap-
presentato dall’azione gastro-lesiva, quindi deve essere assunta con cautela da sog-getti affetti da ulcera peptica e gastrite; il rischio di emorragia gastrica aumenta se si assume insieme all’al-cool o alla warfarina. Inoltre non dovrebbe essere usata dai pa-zienti allergici ai sali-cilati o in genere agli antinfiammatori non steroidei. È assoluta-mente sconsigliata la somministrazione di acido acetilsalicili-co nei bambini di età inferiore ai 12 anni con febbre in quanto predispone all’insor-genza della sindrome di Reye.
Come si può ben ca-pire l’acido acetilsa-licilico è un farmaco ben conosciuto e uti-
lizzato da più di 100 anni, ma resta sempre un farmaco con i suoi vantaggi e le sue controin-dicazioni perciò vi suggerisco prima dell’assunzione di chie-dere sempre consiglio al tuo farmacista.
Guida all’utilizzo della molecola anti tumore e infarto di Massimo Dambrosio
leggere molto, svol-
gere giochi di enig-
mistica ed avere
una dieta sana, sono
i migliori metodi per
mantenere il nostro cer-
vello in perfetta forma.
tuttavia, stati di affa-
ticamento e periodi di
stress come quelli che
precedono un esame,
portano ad essere sog-
getti a cali di concentra-
zione e piccole dimenticanze.
I nutrienti che contribuiscono
maggiormente a rafforzare le no-
stre capacità mnemoniche sono
contenuti nella frutta (vitamina c)
e nella verdura (vitamine a, B, e).
alcuni integratori, disponibili sot-
to forma di compresse o soluzione
orale, possono fornire un ottimo
supporto energetico nei casi di
stanchezza mentale. la fosfose-
rina, ricca di fosforo, mediante
un’assunzione equilibra-
ta, può avere effetti im-
portanti sulla capacità
di ricordare e memoriz-
zare. Il ginseng, rimedio
naturale utilizzato in
asia da molto tempo,
pare avere effetti posi-
tivi sulle cellule della no-
stra corteccia cerebrale,
favorendo l’attenzione e
la concentrazione.
Per rimanere in tema,
è opportuno ricordare sempre che
anche il fumo fa male alla memo-
ria, perché riduce l’ossigenazione
del cervello.
si tratta di una malattia della pelle che appare
come un’eruzione cutanea. È più comune tra i 10
e i 35 anni, e può durare da poche settimane a
diversi mesi. la causa non è nota, ma si sospetta sia
dovuta ad un’infezione virale, anche se non sembra
essere contagiosa.
generalmente, l’evoluzione della pitiriasi rosea pre-
vede un primo stadio in cui si evidenzia la “chiazza
madre” (lesione primaria), di diametro variabile da 2 a
7 cm, di colore rosa, con i bordi squamosi e lievemente
rilevati, che insorge spesso sul tronco e sul dorso. suc-
cessivamente compaiono numerose piccole chiazze di
diametro inferiore sempre a livello di tronco e dorso;
in alcuni casi la distribuzione può essere anomala, in-
teressando gli arti e il volto.
non colpisce mai il palmo delle mani e la pianta dei
piedi, quindi se si ha una eruzione cutanea in quel
punto, si può escludere la pitiriasi rosea. Può compa-
rire un leggero malessere generale, cefalea e prurito
talvolta intenso.
non esiste alcun farmaco specifico, ma la remissione
spontanea in 4-5 settimane è la regola; la sintomato-
logia si può risolvere evitando la luce solare, e con il
consiglio del tuo farmacista di fiducia si potrà usare
un antistaminico orale per lenire il prurito, riservando
l’uso dei corticosteroidi solo nelle forme più gravi.
La memoria,i segreti per stimolarla e accrescerla
La cura per la Pitiriasi Rosea
Bastano pochi nutrienti per aiutare il cervello
Come combattere la malattia della pelle di Teresa Balenzano
di Flavio Calia
54 Anno 5 / n. 1 / Febbraio 2012Il Magazine dei farmacisti al servizio dei cittadini.
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Quando è necessario sottoporsi ad una visita specialistica?
«Nel sospetto clinico di sindrome parkinsonia-na, dopo la visita del medico di famiglia, è sempre opportuno accedere a centri specializzati».
Esiste una rete regionale dedicata alla patolo-gia?
«C’è un disegno di legge proposto dall’opposi-zione regionale, proprio di recente, che punta a razionalizzare i percorsi di diagnosi, cura e assi-stenza. Di certo c’è grande esperienza in nume-rosi centri ospedalieri, a partire dal Policlinico di Bari, mentre in ogni provincia esistono reparti di neurologia preparati ed efficienti. Inoltre s’ag-giungono sul fronte dei centri attrezzati gli ospe-dali ecclesiastici “Miulli” di Acquaviva delle Fonti e “Panico” di Tricase».
La vostra associazione come “assiste” i pazienti?«Da tre anni ha posto energie e attenzione su di-
versi aspetti: innanzitutto la partecipazione a con-vegni medico-scientifici che è risultata efficace per gli aggiornamenti sulle novità e i progressi della ricerca nella cura della malattia. Inoltre grazie a queste attività abbiamo creato una rete di specia-listi che operano in Puglia. D’altro canto l’organiz-zazione di incontri divulgativi è fondamentale per i pazienti e i familiari che, spesso, vengono coin-volti in progetti e partecipano ad azioni collegate a bandi di finanziamento regionali».
Quali sono state le iniziative principali di questi anni?
«Abbiamo promosso il volontariato in piazza, un meeting tematico sull’assistenza del terzo set-tore, in cantiere c’è per il 14 e 15 aprile prossimo l’organizzazione del Quarto Run for Parkinson (Una gara podistica amatoriale). Nell’ambito della giornata nazionale siamo stati sempre parte at-tiva nell’organizzazione. E, ancora, ai nostri soci dedichiamo numerose attività di animazione. In particolare presso la sala rossa del comando di Polizia Municipale del comune di Bari (quartie-re Japigia) realizziamo 2-3 volte al mese incontri specifici con psicologi, logopedisti ed altri esperti. Sempre qui vengono allestite varie attività moto-rie e di animazione: tangoterapia, teatroterapia e musicoterapica. Infine non manca la consulenza legale gratuita con un nostro avvocato a dispo-sizione degli iscritti. Il prossimo 24 marzo 2012 festeggeremo il terzo anno di vita dell’associazio-ne nella chiesa della parrocchia “Resurrezione” di Bari uno spettacolo di beneficenza».
Avete creato una rete interna di riferimento per l’assistenza?
«L’associazione può vantarsi di aver un comi-tato scientifico formato da 11 neurologi, uno per ogni capoluogo di provincia, cosi suddiviso: dot-tor Filippo Tamma (primario Neurologia dell’en-te ospedialiero Miulli di Acquaviva), dottor Vito Ferrara (ospedale Miulli), dottor Giovanni Ilice-to (Policlinico di Bari), dottor Michele De Mari (ospedale “Bonomo” Andria), dottor Salvatore de Rosa (ospedale “Riuniti” di Foggia), dottor Vin-cenzo Toni (ospedale di Casarano), dottor Miche-le Pezzulla (ospedale “Moscati” Taranto) dottor Bruno Tripaldelli (“Moscati” Taranto), dottor Francesco Valluzzi (ospedale di Monopoli) dotto-ressa Rosanna Mastronardi (ospedale di Andria), dottoressa Cosima Diroma (ospedale “Perrino” Brindisi)».
Quali sono le altre novità sul fronte della tera-pia?
«Intanto abbiamo ottenuto la fase preparatoria per la DBS (Deep Brain Stimulation), una tecnica preparatoria all’intervento chirurgico effettuabile nel centro nord, che si farà al Miulli di Acquaviva evitando i cosiddetti viaggi della speranza e costi aggiuntivi. Altra novità è il progetto della teleme-dicina o tele-parkinson realizzato grazie alla dot-toressa Tamma dell’ospedale Miulli e visionabile sul sito web www.miulli.it. Infine ci sono farmaci di nuova generazione come il cerotto (neupro) e i dopaminagonisti a rilascio prolungato, che stan-no riscontrando una buona efficacia».
Guida praticaalla diagnosi e alla cura
Alla scoperta del
Parkinson
di Antonella Mirizzi
di Francesco Iato
dobbiamo al medico inglese James Parkinson
l’individuazione nel 1817 della “paralisi agitan-
te” meglio nota come Morbo di Parkinson. si
tratta della patologia neurodegenerativa più diffusa
dopo l’alzheimer con 3 casi ogni 1000 individui: il
90% dei pazienti è colpito ad un’età maggiore dei 40
anni; solo il 2% sopra i 60 anni. I sintomi più rilevanti
sono il tremore a riposo, che parte solitamente dalle
mani con il classico movimento di “contare monete”;
la rigidità muscolare e la diminuzione nella frequenza
dei movimenti volontari. caratteristica del paziente
affetto da parkinsonismo è l’andatura strascicata con
passi corti, il cui inizio comporta qualche sforzo; una
volta in movimento il paziente non riesce a fermarsi
rapidamente o a cambiare direzione.
le cause principali di questa patologia sono rappre-
sentate dalla riduzione della dopamina a livello di una
particolare area del cervello chiamata sostanza nera e
dall’accumulo eccessivo di una proteina che distrugge
parte dei neuroni. non sembra essere di natura eredi-
taria, ma può essere il risultato di un’encefalite virale.
la terapia è principalmente di tipo medico ed ha lo
scopo di migliorare e risolvere i disturbi di tipo mo-
torio. l’esito della terapia è tanto più efficace quanto
più precocemente si effettua la diagnosi. Il farmaco
principale e più utilizzato è la levodopa, generalmente
somministrata in associazione. tuttavia, dopo alcuni
anni l’uso di tale farmaco comporta una serie di com-
plicazioni e di effetti collaterali, soprattutto disturbi
del sonno ed allucinazioni. Un altro tipo di approccio
terapeutico consiste nella neuroprotezione per ridurre
il numero di neuroni che vengono distrutti nel corso
della malattia. non di minore importanza è la terapia
non farmacologica preventiva che tutti possiamo ef-
fettuare: consiste nel tenere un regime dietetico che
privilegi alimenti ricchi di antiossidanti, vitamine c ed
e, oltre che nel sostenere attività fisica settimanale.
Associazione
Parkinson Puglia
Ecco la rete regionale
degli esperti
Intervista al vice presidente Abresciasulle attività di sostegnoper pazienti e famiglie
Gli studi epidemiologici non hanno chiarito l’ef-fettiva incidenza dal Par-
kinson a livello mondiale. La dif-fusione della malattia è risultata molto variegata da paese a paese con differenze percentuali fino a 10 punti. In Italia è riportata una estrema variabilità di risultati con prevalenze tra 65,6 e 185 casi ogni 100 mila abitanti. La Puglia è in linea col resto delle regioni come conferma Andrea Abrescia, giovane vice presidente dell’associazione Parkin-son Puglia.
Ma quali sono - gli chiediamo - i fattori di ri-schio nella nostra regione?
«Non sono maggiori rispetto al resto del pae-se ed in particolare si ritiene possano riguardare la contaminazione da metalli pesanti e acqua di pozzo e/o pesticidi».
Andrea Abrescia
vice presidente associazione
Parkinson Puglia
sala Polivalente del comando della Polizia municipale
di Bari, utilizzata come sede per incontri e attività
dall’associazione Parkinson Puglia
76 Anno 5 / n. 1 / Febbraio 2012Il Magazine dei farmacisti al servizio dei cittadini.
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La diarrea non è una vera e propria malat-tia, ma un sintomo
aspecifico caratterizzato dal passaggio troppo veloce di feci liquide. Le cause sono numerose, e tra queste si possono ricordare agenti infettivi, tossine, farmaci e alimenti. Le conseguenze possono spaziare dall’im-barazzo e dal disagio in un adulto in salute e ben nutri-to, fino all’emergenza me-dica che richiede il ricovero ospedaliero.
Nella maggior parte dei casi la dissenteria è causata da uno stress alimentare ri-corrente dopo una grande ab-buffata di cibo. In realtà si può e si deve mangiare di tutto, pur-ché sia fatto con moderazione, poiché nessun alimento in se ci fa del male, ma, come diceva Paracelso già qualche secolo fa: “È la dose che fa il veleno”.
Bisogna però ricordare che i
rimedi empirici per curare la dissenteria, dal digiuno peni-tenziale alle tisane con miste-riose erbe disintossicanti, nella maggior parte delle ipotesi sono inefficaci.
Meglio attenersi a una cura farmacologica che prevede somministrazione di farmaci antidiarroici come la lopera-
mide (che possono esser utili, ma non raccoman-dati per le persone in cui la diarrea è causata da una infezione batterica o da un parassita) e l’assunzione di fermenti lattici in grado di ripristinare la flora batte-rica intestinale. Inoltre, di fondamentale importanza è l’assunzione di liquidi per reintegrare quelli persi.
Un rimedio pratico ed ef-ficace può essere bere l’ac-qua di bollitura del riso fa-cendo bollire per mezz’ora due pugni di riso in un litro di acqua, dopo filtriamo e beviamo durante la giorna-
ta. A tutto ciò va associato un rigoroso regime alimentare che dovrà evitare la caffeina, i pro-dotti lattiero caseari, i grassi e i dolci. Con i primi miglioramen-ti si potrà mangiare banane, riso, patate lesse, pane tostato, carote cotte e pollo.
Diarrea, un insopportabile disturbo
I farmaci giusti per combatterlo
Buone notizie per i malati di epatite
c. entro l’autunno arriverà in Italia
una nuova classe di farmaci che han-
no mostrato di avere un’efficacia fino
al 70% nella cura della patologia. In
Italia, 1,8 milioni di persone convivo-
no con la malattia e a lungo termine
rischiano di sviluppare cirrosi epatica
o tumore del fegato. Questi farmaci,
(per i circa 100 mila malati che non
rispondono alle terapie tradizionali)
potrebbero rappresentare la soluzio-
ne ma su di loro incombe il pericolo
che non siano rimborsati comple-
tamente a causa del loro alto costo
(28 mila euro per ciclo) e potrebbero
non essere disponibili negli ospedali.
È quanto emerso dal workshop pro-
mosso da antonio gasbarrini, ordina-
rio di gastroenterologia, e da americo
cicchetti, ordinario di organizzazione
aziendale, presso l’università cattoli-
ca di roma. “I nuovi farmaci possono
ampliare l’efficacia fino al 70% – af-
ferma cicchetti – abbiamo stimato
un impatto economico sul sistema
sanitario di 300 milioni di euro l’anno
ma è fuori di dubbio che valga la pena
di trovare questi fondi”.
Epatite C, arriva la cura ma costerà troppo
In autunno attesi i nuovi ed efficaci farmaci
9Anno 5 / n. 1 / Febbraio 2012
news
Pu
oi liberarti an
che d
ai fazzoletti con
Otrid
uo.
Piacere Respirare
diil
• Per liberare il naso chiuso.
• Arresta il naso che cola.
È un medicinale per adulti. Leggere attentam
ente il foglio illustrativo. Autorizzazione del 28/
12/2011
Naso ch
iuso
che cola?
ww
w.ilpiaceredirespirare.it
di Cristina Ventura
Anticoagulanti:
Warfarin
Antibiotici:
amoxicillina/clavulanato
cefalexina
clindamicina
tobramicina
trimetoprim/sulfametossazolo
Chemioterapici:
alemtuzumab
cisplatino
cladribina
Ignoti
Ipoglicemizzanti:
glipizide
Insulina
Diuretici:
furosemide
Idroclorotiazide
spironolattone
Ignoto
Aspirina/FANS:
Paracetamolo/aspirina/caffeina
aspirina
etodolac
Ibuprofene
Analgesici narcotici :
Paracetamolo/idrocodone
Metadone
ossicodone
ACE-inibitori:
fosinopril
lisinopril
b - bloccanti:
atenololo
calcio antagonisti:
diltiazem
felodipina
nifedipina
a 1 - Antagonisti:
tamsulosina
terazosina
antipsicotici:
clorpromazina
olanzapina
Altro:
digossina
docusato
doxepina
gocce per le orecchie a base di
prodotti erboratici
lattulosio
litio
fenitoina
Mezzi di contrasto radiologici
scopolamina
sorbitolo nelle caramelle
trazodone
acido valproico
Benzodiazepine ignota
sedativo ignoto
ace = enzima convertente
l’angiotensina
fans = farmaci antinfiammatori
non steroidei
L’elenco dei farmaci più a rischio segnalati dai pazienti
Farmacovigilanza, il difensore civico contro i farmaci dannosiCome e dove segnalare i medicinali che hanno registrato pericolosi effetti collaterali
Il farmaco è una so-
stanza impiegata nel-
la prevenzione, nella
cura e nella diagnosi
delle malattie. dunque
è sinonimo di cura, ma
è vero anche che tal-
volta in seguito alla sua
assunzione possono
comparire delle reazioni
anomale, dette “avver-
se”.
gli effetti indesidera-
ti che si traducono in
una risposta dannosa o
significativamente spia-
cevole che si sospetta
causata dopo l’assun-
zione di un farmaco in
dosi terapeutiche e che
richiede una riduzione
di dose o la sospensio-
ne del farmaco.
riconoscere il più
rapidamente possibile
queste reazioni avverse ai farmaci serve ad evitare
ciò che si verificò negli anni ‘60 , ossia la catastrofe
“talidomide”. la talidomide era un farmaco che veni-
va assunto come anti-nausea dalle donne gravide, il
cui utilizzo portò, però, alla nascita di circa 100.000
bambini con gravi deformità. Il farmaco fu rapida-
mente ritirato in tutto il mondo. Il disastro “talido-
mide” ha portato ad una maggiore consapevolezza
della potenzialità delle reazioni avverse da farmaci e
della necessità di riconoscerle tempestivamente. In
risposta a tali eventi catastrofici è nata la farmaco-
vigilanza, che si occupa della rilevazione, valutazione
e prevenzione delle reazioni avverse ai farmaci.
tra gli obiettivi
della farmacovigi-
lanza c’è quello di
riconoscere, il più
rapidamente possi-
bile, reazioni avverse
a farmaci, sospette o
già note, e di ridur-
re l’incidenza della
patologia da farmaci
con lo scopo di “im-
parare dall’esperien-
za” e condividere tale
esperienza in modo
che altri “possano
evitare” che accada
lo stesso evento in-
desiderato.
Perché questo si-
stema dia i frutti
sperati occorre che
ci sia un impegno
costante ed esteso
non solo di tutti gli
operatori sanitari,
ma è necessaria una maggiore sensibilità dei citta-
dini al problema. Infatti chi meglio di chi assume un
farmaco o delle persone che gli stanno vicino può
sospettare che una situazione di disagio del malato
possa essere messa in relazione con l’assunzione di
un farmaco? Il cittadino, quindi, deve diventare sog-
getto attivo all’interno del sistema di segnalazione e
dare il suo contributo per un buon uso del farmaco.
come segnalare? Il cittadino può segnalare attra-
verso la compilazione dell’apposita scheda per la
comunicazione di effetti indesiderati dal cittadino.
dove trovare la scheda? Può essere scaricata dal
sito www.agenziafarmaco.it cliccando su cittadino,
quindi (in basso a sinistra) su segnalazione reazio-
ni avverse, e infine nella sezione allegati cliccare su
scheda di segnalazione per i cittadini.
se dopo l’assunzione di un farmaco si avverte
una reazione anomala (ad esempio febbre, mal di
testa, dolori articolari, vertigini, ecc.), o disturbi di
cui il medico non ha avvertito, non si deve esitare
ad informare prontamente il proprio medico, il far-
macista o l’ufficio di farmacovigilanza della asl di
appartenenza: perdere tempo significa aumentare il
rischio, segnalare significa avvertire anche gli altri.
È necessario dunque diffondere la cultura dell’im-
portanza della segnalazione di reazione al farmaco,
perché tutto ha inizio da un sospetto di un possibile
evento avverso farmaco-correlato!
di Francesca Sonnante,
Antonella Patano e Rossana Ricchetti,
1110 Anno 5 / n. 1 / Febbraio 2012Il Magazine dei farmacisti al servizio dei cittadini.
news
dillo a FarmaPiù
redazione@farmapiu.net
L’allattamento al seno è l’atto più naturale al mondo, ma spesso le mamme vengono scoraggiate dalle informazioni sbagliate
e dalle dicerie sentite sui problemi ad esso con-nessi. Il latte materno è l’alimento migliore per il bambino corrisponde ai suoi bisogni e si adatta ai suoi cambiamenti, è sempre disponibile e alla giusta temperatura ed è perfettamente igienico. Inoltre è ecologico nella produzione , nell’utilizzo e nel consumo, presenta un basso impatto am-bientale perché è una risorsa naturale e rinnova-bile e sicuramente il latte materno attenua il peso del budget familiare.L’allattamento al seno protegge il bambino da infezioni e malattie e la mamma da diversi tipi di tumore e dall’osteoporosi e grazie ad esso la mamma riacquista prima il peso pre-gravidanza.
La frequenza di allattamento è sempre a richie-sta del bambino poiché dipende dalla sua velo-cità nella digestione, e la produzione di latte deriva proprio dalla frequenza con cui il bambino si at-tacca al seno, infatti più il seno viene drenato e più è stimolata la produzione di latte.
Un corretto allattamen-to dipende da un buon at-tacco del bambino al seno e dalla corretta posizione del bambino e della mam-ma. Quando il bambino si attacca al seno deve pren-derne un “boccone”, cioè il capezzolo deve arrivare fin sotto il palato duro e gran parte dell’areola deve stare in bocca così i dotti lattiferi saranno sti-molati dal movimento di
estroflessione della lingua del bambino. L’allat-tamento non comporta dolore, se c’è un dolore localizzato al capezzolo questo è dovuto ad un at-tacco sbagliato e porta alle ragadi perché il capez-zolo assume una posizione che lo mette in attrito con le gengive del bambino.
Il bambino deve stare sempre “pancia contro pancia” cioè il suo corpo và girato completa-mente verso la pancia della mamma e la sua testa deve essere leggermente inclinata all’indietro. La mamma deve stare comoda e rilassata, può essere seduta, sdraiata o supina, comunque il bambino non fa fatica ad ingoiare. Se la mamma è seduta è opportuno sostenere il bambino con un cusci-no specifico per l’allattamento, perché anche se il peso non è eccessivo, mantenere questa posizione per un tempo prolungato fa stancare. La mamma è il “porto” ed il bimbo la “barca”, è il bambino che va verso la mamma e non il contrario.
Ecco alcuni consigli per sapere se il vostro bam-bino sta prendendo latte al seno in quantità suffi-ciente:• il vostro bambino cresce almeno di 120-210 gram-mi la settimana;• una volta che la produ-zione di latte si è stabiliz-zata, dovreste usare da 5 a 6 pannolini nelle 24 ore;• mediamente il vostro bambino beve dal seno da sei a dieci volte nelle 24 ore e deglutisce sonora-mente;• il vostro bambino è at-tento, ha un aspetto sano, ha la pelle tesa e cresce in lunghezza e nella circon-ferenza della testa.
Un prezioso decalogo per garantire la salute del neonato
di Fulvia Corvasce Allattamento:
le regole d’oro per il vostro bebè
13Anno 5 / n. 1 / Febbraio 2012
news
La posta dei lettori
dillo a FarmaPiù: la posta dei lettori
redazione@farmapiu.net
il magazine dei farmacisti
al servizio dei cittadini
Risponde la dr.ssa Ilaria Licciulli
FARMAPIÙ INFORMA - Anno 5 / n. 1 / Febbraio 2012 - n. reg. generale 1740/2008 - n. reg. stampa 16/2008 tribunale di Bari
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gli articoli sono a cura della redazione - stampa: Tipografia Romana spa - ex ss 100 km 11+600 - 70010 capurso
Ciao Ilaria, sono al sesto mese di gravi-danza, prima ancora di aspettare il mio bimbo soffrivo di stitichezza, adesso il problema si è accentuato. Secondo te cosa posso fare? Vorrei evitare l’uso di lassativi. Grazie mille!
Bevi tanta acqua, almeno 2 litri al giorno e aumenta l’assunzione di fi-bre: legumi, pasta e pane integrale, verdura soprattutto a foglia larga, e non dimenticare la frutta (kiwi, pru-gne, fichi). L’acqua e le fibre rendono le feci più morbide e quindi più facili da espellere. Qualora l’apporto di fi-bre con la dieta non fosse sufficiente a risolvere il problema puoi prendere in considerazione l’utilizzo di un in-tegratore a base di fibre. Frutta e ver-dura oltre a risolvere il disagio della stitichezza forniscono tutti gli oligo-elementi necessari allo sviluppo del feto. La motilità intestinale, ridotta anche dal peso del pancione, può es-sere ulteriormente stimolata da una bella camminata di almeno mezz’ora al giorno. Questi accorgimenti do-vrebbero aiutarti; nel caso non con-stati miglioramenti, è più opportuno che tu ti rivolga al tuo ginecologo.
Salve, mia madre è allettata da 15 gior-ni in seguito ad una frattura al femore: come posso evitarle le piaghe da decu-bito? La ringrazio.
È importante ispezionare frequente-mente la pelle, le zone non rivestite da muscoli o da tessuto adiposo sono più suscettibili a formare le piaghe, queste si trovano solitamente in pros-simità dell’ osso sacro, della colonna vertebrale, del bacino, ma anche di scapole, ginocchia e talloni. Quoti-dianamente deterga le zone arrossate con un detergente non aggressivo, e dopo averle asciugate accuratamen-te, applichi sulla parte, anche più vol-te al giorno, una crema protettiva ed emolliente. Infine fondamentale per prevenire la piaghe è aiutare la sua mamma a cambiare la posizione nel letto almeno una volta ogni due ore, meglio anche di notte. Mi rendo con-to che il problema è complesso e per lei questo è un momento difficile: se ci sono perplessità non esiti a contat-tarmi.
Prebiotici, probiotici e simbiotici:
gli alleati della salute
Il benessere del nostro or-ganismo è notevolmente influenzato dall’equilibrio
della flora batterica intestinale. Essa si compone di una serie di microrganismi, per lo più di “batteri amici” indispensabili alla funzionalità dell’intestino stesso.
Ognuno di noi ha una propria composizione di flora batteri-ca che comincia a svilupparsi già subito dopo il parto. Questi microrganismi influenzano l’as-sorbimento di nutrienti, il me-tabolismo, lo sviluppo dei vasi sanguigni, del sistema nervoso enterico, le funzioni di barriera del sistema immunitario asso-ciato all’intestino. Una sua al-terazione può comportare una riduzione delle nostre difese, infatti disordini alimentari e/o diete estreme, trattamenti an-tibiotici, assunzione di farma-ci a lungo termine, interventi chirurgici, malattie, attività fisica, stress, età sono tutti fat-tori che possono intervenire negativamente, modificando la qualità della nostra flora. Ed è soprattutto in questi casi che si rende necessaria una valida integrazione con fermenti pro-biotici, prebiotici e perché no di simbiotici.
I probiotici sono microrgani-smi vivi, di origine umana, tra cui i più comuni sono Lattoba-cilli, Bifidobatteri, Streptococ-chi e alcuni lieviti, efficaci per-chè capaci di resistere all’acidità
del nostro stomaco per poter raggiungere inalterati l’intestino e prolifera-re. Ogni ceppo ha la sua specificità; i lattobacilli, per esempio, sono usati per il trattamento di diarree e di coliti o nello spe-cifico, il L. Reuteri è usato per prevenire e curare le coliti gassose del neonato.
I prebiotici, invece, non sono dei microrga-nismi viventi, ma delle sostanze utili alla crescita e allo sviluppo di una o più specie batteriche della flora intestinale, potenziandone così l’attività e la numerosità. Si tratta di zuccheri non digeribili, come la cellulosa, le gomme, le pectine presenti in frutta e verdura, che l’uomo non è in grado di degradare; ne sono esempi i FOS (frutto-oligosaccaridi come l’inulina) e i GOS (glucoligosaccaridi come il lattulosio e il lattitolo). Da non trascurare le importantissime vitamine del gruppo B.
I simbiotici consistono nell’as-sociazione di un probiotico ad un prebiotico cioè di un micror-ganismo vivente ad una sostan-za utile alla sua crescita e al suo sviluppo, pertanto sarebbero quelli da preferire in quanto più completi e più efficaci.
L’assunzione quotidiana o periodica di questi preparati, generalmente lontano dai pasti (un’ora prima o due ore dopo
aver mangiato), non può che tornarci utile su vari fronti, in-nanzitutto per il potenziamen-to delle difese immunitarie e per il miglioramento della mo-tilità intestinale e dei processi digestivi; pertanto trovano im-piego nel trattamento della sti-tichezza cronica ed occasionale; ottimizzano il metabolismo, soprattutto quello dei grassi, sembrano infatti avere un ruolo nel ridurre i livelli di colestero-lo; prevengono e curano pre-disposizioni allergiche o altre patologie specifiche come la diarrea del viaggiatore, malattie infiammatorie (morbo di Crohn e colite ulcerosa), infezioni della cute e delle vie urinarie.
La salute del nostro intestino e il buon funzionamento degli organi e tessuti del nostro or-ganismo quindi, è in gran parte nelle loro mani!
Come utilizzarli per rinforzare l’organismo
14 Il Magazine dei farmacisti al servizio dei cittadini. dillo a FarmaPiù
redazione@farmapiu.net 15Anno 5 / n. 1 / Febbraio 2012
news
di Anna Tanzi
Una rete di 100 farmacie al servizio dei cittadini
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