Formazione Trasversale Apprendisti in Azienda · • 7. la decodifica: è il percorso contrario...

Preview:

Citation preview

Formazione Trasversale

Apprendisti in Azienda SECONDO MODULO

Comunicazione

Materiale didattico a cura di Daniele Giulietti

Comunicazione e public speaking

con

le tecniche teatrali

di

Daniele Giulietti

Per fingere devo essere me stesso

Teatro da Theastai = vedere

Omero e i racconti epici narrativi

Il teatro ovvero azione scenica: esperienza organica oltre che cerebrale

Nel teatro si agisce per far vivere a uno spettatore una storia

Per fare ciò, l’attore, che è colui il quale interpreta e racconta la storia,

- agisce in uno spazio: lo spazio scenico

utilizzando

- Il suo corpo

e

- i sensi: la vista, l’udito, il tatto… e anche l’olfatto e il gusto

Comunica emozioni

Dare vita alla materia

significa

trasformarla

in emozione

Pubblicità Mito Alfa Romeo

PUBLIC

SPEAKING

Utilizzo

della voce Qualità del

linguaggio

Sguardo

Gestione

del

dissenso

Gestione

dello

stress

i 3 pilastri

3 livelli

di comunicazione

5 punti

della

retorica

•Respiro profondo

•Voce alta all’inizio

•Actio

•Memoria

•Inventio

•Dispositio

•Elocutio

•Verbale 7%

•Paraverbale 38%

•Non verbale 55%

•Pubblico

•Presentatore

•Messaggio

•Ponte sul futuro

•Tecniche di rilassamento

•Utilizzo positivo dell’energia

•Ricalcolo e

guida

•Frase

ternaria

•Aneddoti/metafore

•Predicati sensoriali:

visivo-uditivo-cinestesico

•Semplicità e fluidità

E’ il fondamento dell'identità

personale

e possiede, a differenza

dell'informazione,

una valenza relazionale.

Cosa vuol dire comunicare

Dal latino:

cum = con

munire = legare, costruire

- Non verbale

- Paraverbale

- Verbale

I livelli della

comunicazione:

Non Verbale

GLI ASSIOMI DELLA COMUNICAZIONE

(WATZLAWICH)

1º ASSIOMA

NON SI PUO’

NON COMUNICARE

Qualsiasi tipo di comportamento

osservabile è comunicazione

Quanto sono importanti?

•7% Verbale

•38% Paraverbale

•55% Non verbale

Cosa ostacola un’azione?

Paura di sbagliare Non fidarsi del proprio l’intuito

Eccesso di consultazioni, bisogno di ulteriori informazioni

Inerzia e pigrizia

Il lamento di non avere abbastanza

informazioni

Canali della comunicazione non verbale

Atteggiamento e postura

Mimica e Sguardo

Gestualità

immagine

Distanza

14

“ il linguaggio del corpo

è la chiave per arrivare all’anima”

( K.S. Stanislavskij)

- Equilibrio del corpo

- Centri motorii

FISIOLOGIA e ATTEGGIAMENTO

Le fissità di Lowen

Blocchi e tensioni nel nostro corpo.

Concetto di grounding:

stare bene nelle proprie gambe

Forza, emotività e credibilità di un gesto

MIMICA e GESTO

Quando va in scena, il corpo conserva memoria di quanto prodotto attraverso il

continuo e paziente lavoro; così l’attore in stato di grazia nell’interpretazione del personaggio diventa espressione lucida e limpida del

gesto, provocando nello spettatore l’emozione del contatto con l’invisibile.

Gesto e invisibile

• Il gesto naturale precede la parola

• Il linguaggio del corpo esprime atteggiamento e sentimenti personali

• Prima di iniziare il public speaking penso ai miei OBIETTIVI e MESSAGGI

• Durante la relazione pensare alle argomentazioni prima di pronunciarle.

GESTUALITA’

GESTUALITA’ E MANI

DEL PUBLIC SPEAKER

Le mani consentono di descrivere, veicolare, coinvolgere, visualizzare e rafforzare i messaggi quando la gestualità è:

1)Sincrona: ciò che si dice con le parole è in linea

con la gestualità usata 2)Coerente: la portata deve essere adatta alla

numerosità del pubblico 3)Convergente: rispetto ai codici culturali.

21

La distanza

Pubblica (oltre i 240)

Sociale (120-240)

Personale

(45-120)

intima (0-45 )cm

Rapporto funzionale e attivo con l’oggetto

• Forma

• Dimensione

• Qualità

• Perché lo utilizzo

• Come può essermi d’aiuto

PARAVERBALE - COME LO DICI

Il linguaggio immaginario

Ma come parli?

Una lingua sganciata dal significante completamente inventata

L’importanza del dove, il chi, il cosa

e il punto di concentrazione

per dare una direzione e una motivazione a quello che dico: il sottotesto

Utilizzo dello strumento voce nelle sue diverse possibilità:

Pause Ritmo

Cambi di tono Velocità

Timbro Colore

La voce

Lo strumento voce

• Tono: dà alla vocalità un movimento verticale,dal grado più grave a quello più’ acuto

• Il volume: quanta aria utilizzo

• Intensità: carica emotiva, forza interiore

• Ritmo: il succedersi degli accenti nella frase

• Timbro: la particolarità della mia voce, come il suono nasce dentro di me

• Velocità: numero di parole nell’unità di tempo

La voce Gialla: caratterizzata innanzitutto da un grande sorriso, costante e sincero. È la

voce degli speaker radiofonici: simpatici, sorridenti, cordiali e sempre ben disposti verso tutti. Ma come si crea la voce gialla?

Bisogna usare un volume medio-alto e un sorriso che andrà mantenuto per tutto il tempo in cui continueremo a parlare con quella particolare sfumatura di colore. Per il tono della voce, esso sarà alternativamente alto e basso a seconda di ciò che si andrà a esporre (più acuto nelle fasi concitate e più basso in quelle discorsive).

La velocità sarà sostenuta per generare negli altri quel senso di energia e divertimento caratteristico delle persone simpatiche. Infine, le pause dovranno essere brevi.

In quali situazioni utilizzare la voce gialla? per esempio quando incontrate qualcuno oppure quando incominciate

una conversazione in pubblico.

I colori della voce: (Ciro Imparato)

La voce Verde : Dopo esservi fatti benvolere attraverso la voce gialla dovete creare con

il vostro interlocutore un rapporto di fiducia. «La voce verde è la voce di quella persona innocua, di chi porge l’altra

guancia, di chi non impone la sua personalità ma anzi lascia che sia l’altro a scegliere».

Come si crea questa voce? Il volume dovrà essere medio-basso, indice della vostra volontà di dialogare, piuttosto che discutere. Il tono dovrà essere basso per dare l’impressione di essere tranquilli e pacati.

Il tempo dovrà anch’esso essere lento, perché non avete fretta: siete rilassati e volete rilassare. Le pause saranno esitanti a riprova che state soppesando le parole.

Quando è utile la voce verde? In tutte quelle circostanze in cui intendete raggiungere un accordo basato sulla condivisione di valori (è la voce adatta per gli insegnanti, i ministri di culto, i genitori o i politici).

I colori della voce:

La voce Blu : Risulterà efficace se avrete svolto con precisione le due fasi

precedenti. La voce blu è importantissima per far capire gli elementi di verità e affidabilità.

Come si crea? Il volume sarà medio-alto e il tono dovrà essere tendenzialmente basso e conclusivo.

«La voce blu deve portare l’ascoltatore a pensare che le cose che stiamo dicendo siano come scolpite nella roccia: dirette, sicure, affidabili e incontrovertibili».

Il tempo dovrà essere medio, sicuramente non veloce, qualche volta rallentato per riuscire a scandire con più precisione gli elementi che volete imprimere meglio nella memoria delle persone. Per quanto riguarda le pause, dovranno essere nette, secche, sospensive.

Quando è utile la voce blu? Soprattutto quando dovete comunicare dati e fatti oggettivi (è la voce dei negoziatori, dei venditori, dei manager, dei leader, ecc.).

I colori della voce:

La voce Rossa : Quella della spontaneità, dell’emotività e del calore umano. Come si crea? Per prima cosa il volume dovrà essere decisamente alto,

per farvi sentire ma, soprattutto, per trasmettere la vostra passione. Il tono dovrà essere medio-alto, perché siete trascinati dagli argomenti

che state affrontando. Il tempo sarà veloce e il ritmo incalzante perché state veicolando

passione ed entusiasmo. Quando è utile la voce rossa? Ogni volta desideriate coinvolgere chi

avete intorno, per far capire che è arrivato il momento di cominciare a divertirsi.

Per questo motivo, non è utilizzabile sempre ma soltanto in quei casi in cui gli interlocutori siano persone con le quali avete stabilito una relazione d’intimità.

I colori della voce:

La voce Grigia e Nera :

La voce grigia è quella della noia e dell’apatia; la voce che si

ascolta, purtroppo, in molti ambienti pubblici o tra gli operatori telefonici; è facilmente riconoscibile perché scialba, piatta e inespressiva.

La voce nera, invece, è quella della rabbia e dell’ostilità. È la

voce che si crea quando discutete, anziché dialogare. I suoi effetti sono davvero dannosi per chi l’ascolta.

I colori della voce:

• Se l’aria viene espulsa dal corpo con troppa forza la pressione del respiro aumenta notevolmente e fluisce con troppa violenza attraverso le pieghe vocali impedendo loro di congiungersi in maniera corretta. La pressione eccessiva provoca attrito e può seccare le pieghe.

• In genere i responsabili di questo problema sono i muscoli dell’espirazione es: addominali e pavimento pelvico.

• Invece, la pressione insufficiente del respiro ci impedisce di emettere note alte o suoni potenti. la causa va ricercata nel lavoro insufficiente nei muscoli della laringe

Pressione eccessiva e insufficiente

• La laringe è situata sopra la trachea. La sua particolare posizione sospesa, e il modo in cui è sostenuta la rendono notevolmente MOBILE

poggiate la mano sulla parte anteriore del collo con le dita poste da entrambe i lati della sporgenza ossea, quella è la laringe.

LARINGE

I risuonatori:

L’ addome

Il petto

La gola

La testa

(Gran cassa)

Il verbale

• Le parole e la loro costruzione per formare una proposizione e un discorso fluente: la sintassi

• La semantica, i registri , le figure retoriche • La punteggiatura nella sua forma scritta: la

grammatica(morfologia, fonologia) • Significato convenzionale delle parole • L’ ascolto attivo e le sue tecniche

E’ importante che tutti i soggetti coinvolti nell’interazione usino il medesimo

codice comunicativo verbale.

Il messaggio della comunicazione

Elementi universali della comunicazione

• 1. l'emittente: è il soggetto (o i soggetti) che comunica il messaggio

• 2. il ricevente: è il soggetto (o i soggetti) che riceve il messaggio

• 3. il messaggio: è il contenuto di ciò che si comunica. Può essere una informazione, un dato, una notizia o una sensazione

• 4. il codice: è il sistema di segni che si usa quando si comunica e senza il quale non avviene la trasmissione del messaggio. Può essere sia una lingua, che un gesto, un grafico, un disegno.

• 5. il canale: può essere inteso sia come il mezzo tecnico esterno al soggetto con cui il messaggio arriva (telefono, fax, posta ecc.) sia come il mezzo sensoriale coinvolto nella comunicazione (principalmente udito e vista)

• 6. la codifica: è l'attività che svolge l'emittente per trasformare idee, concetti e immagini mentali in un messaggio comunicabile attraverso il codice

• 7. la decodifica: è il percorso contrario svolto dal ricevente che trasforma il messaggio da codice in idee, concetti e immagini mentali

• 8. il feed-back: è l'interscambio che avviene tra ricevente ed emittente quando l'informazione di ritorno permette all'emittente di percepire se il messaggio è stato ricevuto, capito ecc.

• 9. il contesto o ambiente: è il "luogo", fisico o sociale, dove avviene lo scambio comunicativo - può incentivare o al contrario disincentivare la comunicazione

Quanto sono sincero?

Come sostiene Watzlawick, uno dei maggiori esperti della comunicazione umana:

« Quanto più una relazione è spontanea e “sana” tanto più l’aspetto relazionale della comunicazione recede sullo sfondo. Viceversa, le relazioni “malate” sono caratterizzate da una lotta costante per definire la natura della relazione , mentre l’aspetto di contenuto della comunicazione diventa sempre meno importante.”

( Watzlawick,1971).

LA CONGRUENZA TRA VERBALE,

NON VERBALE E PARAVERBALE

La congruenza convince mentre l’incongruenza rende instabile il rapporto e genera disagio ed incredulità, ma soprattutto quando la situazione sia tale per cui il ricevente del messaggio non abbia la possibilità di decidere quale dei due livelli ritenere valido, visto che si contraddicono, e nemmeno di far notare l'incongruenza a livello esplicito (doppio legame, Bateson). In caso di incongruenza tende a prevalere la comunicazione non verbale.

INSICUREZZA

EMOTIVITÀ

INCONTROLLATA

TIMIDEZZA

portano a INCONGRUENZA

COMUNICAZIONE DISTORTA

(soggetta a fraintendimenti)

L’incongruenza

Un messaggio è INCONGRUENTE quando le tre componenti

( verbale, paraverbale, non verbale ) sono incoerenti, cioè

sono in conflitto tra loro nell’esprimerlo

Da noi, cortesia e

disponibilità verso la

persona sono al primo

posto

Nell’imparare a memoria, le parole perdono il loro senso autentico e si trasformano in una “ginnastica interiore, un vaneggiamento di suoni

appresi che finiscono per sedersi sul muscolo della lingua”

secondo l’espressione di Stanislavskij

Un testo che precede la comprensione corporea della situazione rende l’attore schiavo e povero

L’inconscio non può elaborare un pensiero

negativo del conscio es: “non pensare a un cavallo rosso”

Allo stesso modo anche l’inconscio non può

trasferire un pensiero negativo al conscio,

proprio perché non può elaborarli es: “speriamo che la nostra riunione non ci crei problemi”

linguaggio positivo per la

comunicazione tra mente conscia e

inconscia

Quando non usiamo più la comunicazione per comunicare ma per comunicare sulla

comunicazione, gli schemi concettuali che adoperiamo non fanno parte della

comunicazione ma vertono su di essa.

Definiamo, quindi, metacomunicazione,

la comunicazione sulla comunicazione

(P. Watzlawick, J. H. Beavin e D. D. Jackson,

Pragmatica della comunicazione umana,

Astrolabio-Ubaldini, Roma, 1971, p. 33)

La metacomunicazione è veicolata principalmente da messaggi indiretti, si potrebbe

dire a bassa frequenza, che costellano la comunicazione verbale. Attraverso i

“commenti” e le aggiunte metacomunicative i parlanti definiscono con maggiore

precisione il contesto interazionale

(D. Parmigiani, Didattica e tecnologia diffusa, FrancoAngeli, Milano)

• Ogni comunicazione ha un aspetto di contenuto e un aspetto di relazione di modo che il secondo classifica il primo ed è quindi metacomunicazione

( 2°assioma)

• Metacomunicare significa comunicare sulla comunicazione e anche comunicare sulla relazione, esprime inevitabilmente una valenza di potere.

• Per poter avere un rapporto da essere umano a essere umano, scrive Laing, è necessario possedere un senso solido della propria autonomia e della propria identità; se non è così, ogni rapporto minaccia l'individuo di perdita dell'identità.

Il "romanzo familiare"

spesso è solo l'insieme dei tentativi incrociati di cambiare la personalità

degli altri partner.

Metacomunicare

La comunicazione e i social media Perché esserci e cosa comunicare

• Funzionale al mio obiettivo

• Vari livelli di relazioni e conversazioni

• Visibilità delle mie attività

• Job Title (descrizione creativa di quello che faccio)

• Slogan di vita, rappresentazione grafica

• Il mio stile e i miei valori

• Trasparenza e competenza

• Semplificare i processi e migliorare il livello di servizio

….. Respirate….

La respirazione e il suo controllo per essere energici e naturali nel public speaking.

Respirare utilizzando il diaframma vuol dire portare ossigeno al sangue e sfruttare la sua spinta nell’espirazione per far vibrare le corde vocali .

La voce sarà piena, chiara e avvolgente.

Più potente è la spinta del diaframma

Tanto più potente sarà la voce

Respirare può espandere il busto, irrobustire e tonificare molti fasci muscolari, stimolare e massaggiare molti organi interni e fornire l’ossigeno necessario al funzionamento del corpo.

Quando si abbinano respirazioni e movimenti specifici il tutto si ripercuote sul funzionamento del sistema nervoso, l’apparato cardio-vascolare, il cervello, la pelle e il sistema muscolare.

Il corpo vibra e scorre energia e questo supporta la spinta vocale

RESPIRAZIONE

Inspirare ed espirare ritmicamente e profondamente stabilizza il battito cardiaco rendendolo fluido e

regolare, riportando così l’armonia nel corpo

- Ritmo preciso ( con intervalli regolari)

- Modo uniforme (flusso costante di aria)

- Concentrandosi sull’area del cuore

RESPIRAZIONE

REGOLARE IL RESPIRO

Respira con

Equilibrio

Sempre

Profondamente

Introducendo un

Ritmo

Armonioso

1. Inspira contando fino a 4 2. Espira contando fino a 8

Per più volte.

Quante sono le vocali fonetiche?

Sono 7 !.... A ,É, È, I, O, ò,U

Regola Base: In una parola devo capire in quale sillaba cade l’accento tonico: se in

quella sillaba c’è una E o una O allora possono essere aperte o chiuse .Se l’accento cade su sillabe senza E - O, quest’ultime sono sempre chiuse.

Es.: tavolo l’accento cade su “ta” quindi la O e’chiusa Abitano- diamoglielo Es.: Cavaliere l’accento cade su “lie” ,c’è una E che puo’ essere aperta o chiusa

in questo caso è aperta : cavalière

Dizione e scioglilingua

Le parole, a seconda della sillaba sulla quale cade l’accento tonico, possono essere suddivise in:

TRONCHE: ultima sillaba Es: Mercè- lacchè- città

PIANE: penultima sillaba Es: delfino – palàto - vapore

SDRUCCIOLE: terzultima sillaba Es: Sàbato – scàpola - ventrìcolo

BISDRUCCIOLE: quartultima sillaba • Es: elàborano - pràticano – stìmolano

TRISDRUCCIOLE: quintultima sillaba Es: elàboramelo – pràticamelo - stìmolamelo

ACCENTI

• Nel dittongo IE • Quando precede un’altra vocale Es: assemblèa – marèa • nelle parole che finiscono con una consonante Es: rèbus • Nelle parole di origine stranièra Es: caffè – gilè – purè – thè • nel condizionale( I-III persona sing e III persona plur) • Nelle desinenze in –èbile • Nelle desinenze in –ècola, -ècolo • Nelle desinenze in –èdine • Nelle desinenze in –èllo • Nel gerundio Es: discutèndo – risalèndo • Nelle desinenze in –èma, - ème • Nelle desinenze in –ènne. –ènse –ènza, -èrrimo, -èsi, -èsimo, -èstre, -ètti/e, - èttero, -

èutica, -èvolo, -èzio/a • Inoltre hanno la è aperta: Bène – cèrto – ècco – fèsta – gèsto – lètto – opprèsso – prèsto

– rèsto – sèmpre – vènto – tèsta-

E APERTA

• Nelle desinenze in – éccio, -éfice, - éggio, -ésco, -ése, - ménto, -ménte Es: caseréccio, libéccio, oréfice, sortéggio, dolceménte, pazzésco, mése, paése N.B: fanno eccezione pèggio e sèggio • Nel passato remoto Es: credémmo, vedémmo • Nel futuro Es: crederémo, vedrémo, sapréte • Nell’infinito dei verbi della II coniugazione – ére • Nel condizionale ( es: crederésti) • Nel congiuntivo imperfetto ( es: facésse, credésse) • Nel presente indicativo ( es: prendéte, vedéte) • Nell’imperfetto indicativo ( es: avévo, prendévo) • Nelle desinenze in – esa, - essa, - eto, - etto, - evole, - ezza, es: bellézza, nerétto, principéssa N.B: fanno eccezione alfabèto , cèto, complèto, concrèto, vèto • Una serie di parole isolate come: allégro – appéna – césto – égli – férmo – néro –

PERCHé – TRé – Vérde – séra e altre.

E CHIUSA

Apro la porta ed Èsco

Éntro e chiudo la porta

• Nel dittongo – UO Es: cuòco, nuòra, fuòri N.B: ma non in delittuoso, liquore, languore • Nelle parole che finiscono per consonante Es: biberòn, stòp • Nella III pers. Sing del passato remoto Es: annaspò, lanciò, verrò, ammetterò • Nella desinenza in – òca, - òcca, - òccia/o, - òdo, - òglio, - òide, - òla/o, -

òttola/o, - òzza/o es: Fiòca, ròca, ròccia,capodòglio, sòglio, umanòide, paròla, Leopòldo, nòttola,

còzza, tòzzo N.B. fanno eccezione: Bocca, doccia, goccio,corrodo, germoglio, orgoglio,

rigoglio, gola, vola, assolo, colo, pozza, rozza, sozza, gozzo, mozzo, pozzo, singhiozzo.

• Una serie di parole isolate: Còmo, còrpo, fòrza, gròsso, mòdo, òggi, òpera, pòvero, sòlito, vòlta..

O APERTA

• Nelle desinenze in –oce, - ogna/o, - ognolo, - oio/a, - olco, - ollo/a, - olso, - onda/o, - one, - ono, -onte, - ore, - orgo, - orme, - orso/a, - oso/a/i

Es: feroce, noce, veloce, cicogna, vergogna, accappatoio, spogliatoio, rasoio, solco, bolso, polso, francobollo, rampollo, cipolla, seconda, tondo, dono, perdono, monte, fonte, amore, bagliore, insorgo, enorme, concorso, borsa, lanoso, noioso…

N.B. fanno eccezione: annòio, nòia, salamòia, sòia Apòllo, contròllo, atòllo, torcicòllo, nòno, pròno,patròno, abnòrme, dòrme, nòrme, còrso(della Còrsica), mòrso, mòrsa, apoptòsi, necròsi, stenòsi.

• Una serie di parole isolate come: allora, ancora, bocca, coloro, costoro, dolce, dotto, noi, ombra, posto, solo, sole, Roma, ricovero, sopra, sotto, sonno, risposta, incontro, molto…

O CHIUSA

• L’accappatoio giallognolo pendeva sulla stuoia viola accanto al poster ocra • Il corso pieno d’orgoglio dette un morso alla scorza dell’arancia e ne divorò con foga

la polpa • Basta il soffio di una brezza primaverile perche dopo l’acqua inizi il disgelo • Quando si dorme si sogna ogni novanta minuti • Quattordici bolle d’aria esplosero una dopo l’altra con il fragore di una bomba • Dal baraccone saltò fuori un orco dalla pelle verde e dal pancione tondo come una

botte • L’orso si strusciò la pelliccia contro la scorza del tronco per grattarsi il dorso • Prese l’ampolla dell’aceto e ne versò un goccio sull’insalata di germogli di soia • I venti guerrieri presero d’assalto il bastimento • Il fianco della montagna è ricoperto da abeti secolari • I pini della pineta sono stati divorati da un furioso incendio animato dai venti • Le tegole del tetto sono sconnesse e minacciano di cadere • La pesca è buona d’estate • Il pesce si pesca con l’esca e non con la pesca • Per tre volte tesi la mano verso un fiore di loto e per tre volte il fiore si chiuse

METTI gli ACCENTI CORRETTI

PUNTEGGIATURA E FIATI

• Punto: ha la funzione di chiudere il periodo; tutto ciò che viene dopo il punto fa parte di un nuovo concetto, di un nuovo pensiero;

• Virgola: indica la pausa più breve in un periodo. È un segno di passaggio tra una parte e l’altra del periodo. L’appoggio vocale, in genere, avviene sulla penultima sillaba della parola che la precede: è questo il segnale che avverte chi ascolta che la frase non è completa, ma continua;

• Punto e virgola: sta a indicare una pausa un po’ più lunga di una virgola, ma più breve di un punto; serve a staccare, separare i diversi elementi di un periodo pur mantenendo lo stesso concetto.

• Due punti: rappresentano una pausa tra i vari elementi di un periodo, una pausa di attesa o di spiegazione ulteriore, oppure introducono un discorso diretto. È bene che il tono della voce vada in levare ( si sollevi un po’) per suggerire un senso d’attesa.

• Punto esclamativo: può indicare un’esclamazione di protesta, rabbia, stupore… • Punto interrogativo: serve a concludere una domanda diretta. • Punti di sospensione: in genere sospendono a metà una frase, per poi

riprenderla subito dopo oppure lasciandola incompiuta, dando così la facoltà a chi ascolta di terminare il pensiero;

64

• in A esprime gioia;

• in E può trasmettere disprezzo, sarcasmo, sfida o ironia;

• in I può far pensare a una gioia maligna repressa;

• in O esprime meraviglia e sarcasmo

• in U può denotare paura.

Le risate

• Cronaca di una partita

• Ultimatum

• Predica

• Fiaba

• Marcia militare

• Telegiornale

• Traduttore

• Lista della spesa

• Ubriaco • Linea erotica • Mussolini • Telenovelas • Risata • Balbuziente • Diavolo • Confessionale • Fracchia • Gassman

Le emozioni

Energia in movimento e – mozione

Passaggi di energia che percorrono il corpo e che costituiscono segnali per il cervello.

Lo stimolo passa attraverso il cervello che lo decodifica per trasformare le emozioni in sensazioni.

Ruolo delle emozioni

Le emozioni danno un senso agli eventi

Provare emozioni = le informazioni ricevute vengono giudicate e valutate in relazione alle esperienze vissute, ai desideri e alle ambizioni personali.

Le emozioni sono fondamentali per l’apprendimento e la memoria, perché spingono ad acquisire nuove conoscenze e risultati.

Le emozioni Primarie

Le emozioni sono stati mentali e fisiologici associati a modificazioni psicofisiologiche a stimoli interni o esterni, naturali o appresi

• Rabbia

• Paura

• Gioia/felicità

• Sofferenza/tristezza

• Sorpresa

• Disgusto

• Confusione (P.Ekman 1992)

• Invidia

• Odio

• Gelosia

• Vergogna

• Imbarazzo

• Colpa

• Amore

• Ira

• Nostalgia

• Il neonato evidenzia tre emozioni fondamentali che vengono definite "innate": paura ,gioia ,rabbia. Entro i primi cinque anni di vita manifesta altre emozioni fondamentali quali vergogna, ansia, gelosia, invidia. L'evoluzione delle emozioni consente al bambino di comprendere la differenza tra il mondo interno ed esterno, oltre a conoscere meglio se stesso

Le emozioni Secondarie: di relazione

CARATTERISTICHE DELLE EMOZIONI

• Paul Ekman ( psicologo canadese) ha confermato che una caratteristica importante delle emozioni fondamentali è data dal fatto che vengono espresse universalmente, cioè da tutti in qualsiasi luogo, tempo e cultura attraverso modalità simili .

• Anche gli animali provano emozioni: hanno circuiti neurali simili, hanno reazioni comportamentali simili e le modificazioni psicofisiologiche da essi sperimentate svolgono le stesse funzioni.

Da dove provengono le emozioni?

Meyer “un’emozione si crea quando si verificano contemporaneamente determinate condizioni biologiche, percettive e cognitive”

Demasio “ le emozioni sono la consapevolezza dello stato fisico attuale”

Le emozioni provengono dal corpo e

costituiscono l’interpretazione cerebrale delle

condizioni interne

Se le emozioni non esistessero si reagirebbe in modo

automatico e meccanico a ciò che accade,

senza alcun controllo

delle reazioni e senza

la possibilità di

indirizzare i risultati

verso la realizzazione

dei propri obiettivi e

desideri

Le emozioni sono uno strumento per comunicare socialmente

- Espressioni del volto

- Tono della voce

- Linguaggio del corpo

Fanno trasparire ciò che si pensa e si sente suggerendolo a chi ci circonda

• Per poter gestire le proprie emozioni occorre innanzitutto conoscere ,riconoscere e comprendere il nostro funzionamento.

• Il mondo delle emozioni può apparirci conflittuale se ci addolora, se crea agitazione e panico, ma può anche renderci felici, stupiti ed estasiati.

• E importante capire che siamo noi ad avere la capacità di creare entrambi i tipi di emozioni e riconoscere che alcune di queste sono nocive alla nostra salute emotiva mentale e fisica.

“Consapevolezza delle proprie sensazioni e la capacità di

riconoscerle, di governarle e di controllare i loro effetti in un

ambiente lavorativo” ( Higgs e Dulewicz)

Essere consapevoli :

o Conoscere ciò che si prova istante per istante

o Avere piena coscienza delle conseguenze delle proprie emozioni su di sé e gli altri.

o Sintonizzarsi con le proprie sensazioni ogni volta che si decide di farlo

o Accorgersi di ogni piccolo cambiamento

o Capire cosa l’ha provocato.

Sviluppare autoconsapevolezza

Essere sempre coscienti:

• dei propri pensieri

• delle sensazioni

• del comportamento

DARE FORZA EMOTIVA ALL’ARGOMENTAZIONE

Durante il public speaking esprimete i vostri sentimenti, in questo modo riuscirete a comunicare non solo sul piano razionale, ma anche su

quello emotivo. Rafforzando l’argomentazione a livello emozionale si ottiene molto più coinvolgimento

78

L’intelligenza emotiva

“È la capacità di comprendere i propri sentimenti e quelli degli altri, mantenendo una visione complessiva delle dinamiche emotive nelle relazioni”

(D. Goleman)

AUTOCONSAPEVOLEZZA CONSAPEVOLEZZA

SOCIALE

GESTIONE DEL Sè GESTIONE DELLE

RELAZIONI

IE •Autocontrollo

emotivo

•Adattabilità

•Riuscita

•Visione positiva

•Empatia

•Consapevolezza

organizzativa

•Stile

coinvolgente

•Gestione dei

conflitti

•Teamworking

collaborazione

(Fonte: Goleman, Daniel, “ leadership emotiva”, Rizzoli, p. 13)

Niente paura...

Il mio stato emotivo • Come essere nel giusto stato • Come cambiare il tuo stato

La nostra testa modifica i nostri comportamenti

Rappresentazione

interna

Stato emozionale

Fisiologia

Comportamento RISULTATI

È il processo che ti permette di comunicare e creare

un legame con la mente inconscia del tuo

interlocutore

Quando riesci a creare un rapport le

persone accettano in modo acritico

tutti i suggerimenti che invii alla loro

mente inconscia.

Quando le persone hanno

caratteristiche simili si piacciono.

IL PUBBLICO e il RAPPORT

• RAPPORT = Sintonia

Per stabilire un rapporto interpersonale fatto di fiducia, empatia e comprensione reciproca

Per ottenere un coinvolgimento empatico, positivo, con qualcuno bisogna mettersi sulla sua stessa lunghezza d’onda

Le posizioni esistenziali sono 4 e descrivono come una persona vede sé e gli altri.

• Io sono OK; tu sei OK: + + (posizione esistenziale sana, che induce ad un comportamento assertivo)

• Io sono OK; tu NON sei OK: + - (comportamento aggressivo)

• Io NON sono OK; tu sei OK: - + (comportamento passivo, servile; depressione)

• Io NON sono OK; tu NON sei OK: - - (futilità, cinismo)

La posizione esistenziale di un soggetto può cambiare con il passare del tempo

Attitudine a difendere i propri valori

“né istrice, né zerbino”

…ed essere se stessi…

Come?

ASCOLTARE L’ALTRO

SAPER ESPORRE IN MODO CHIARO IL PROPRIO PUNTO DI VISTA

L’ASSERTIVITA’

ASSERTIVITA’ è:

Essere assertivo significa:

1. Essere sincero con se stesso e con gli altri 2. Dire apertamente desideri, sentimenti, bisogni ma non a

scapito degli altri 3. Comportarsi in modo razionale e adulto (capacità di

negoziare e raggiungere compromessi realizzabili) 4. Reagire in un modo appropriato alla cultura, alla situazione

e alle persone coinvolte 5. Essere soddisfatto del modo in cui si è gestita una

situazione, anche quando non si è riusciti a influenzare il risultato

soprattutto significa avere rispetto per se stessi e per gli altri.

LE FASI DELL’ASSERTIVITA’

1. ASCOLTARE ATTIVAMENTE QUELLO CHE

VIENE DETTO, QUINDI MOSTRARE ALL’ALTRA

PERSONA CHE SI E ASCOLTATO E CAPITO

2. DIRE CHE COSA SI PROVA E ASSICURARSI DI

AVER CAPITO

3.Tuttavia, d’altronde (parola di congiunzione)

4. Il proprio punto di vista

5. Negoziazione integrativa

Il messaggio assertivo è:

DIRETTO

con espressioni in prima persona

ONESTO

esprime con calma

ciò che si pensa o si sente

COERENTE

corrispondenza tra

messaggio verbale e non verbale

FLESSIBILE

adeguato alla situazione

e al contesto

FACILITATORE

del dialogo e del confronto

Evitare i messaggi in seconda persona

• Se non la smetti, allora..

• Non devi farlo.

• Dovresti sapere come migliorare.

• Devi fare questo...

• Perché non cerchi di...

• Sei maleducato.

• Fai questo, perché...

• Perché lo fai?

• Quando si parla con le persone, accade spesso che esse affermino di rispondere alle varie esperienze della vita a diversi livelli. Questo capita perché il cervello umano utilizza differenti livelli di processo per elaborare le informazioni contenute nella mappa.

• Tali livelli sono organizzati in maniera gerarchica, ognuno dei quali viene utilizzato in riferimento al sistema in cui ci si trova ad operare. Ogni livello organizza e dirige le informazioni del livello sottostante.

• Questo significa che ogni cambiamento operato ad un livello superiore implica necessariamente un cambiamento ai livelli più bassi, viceversa cambiare qualcosa a un livello più basso potrebbe non provocare alcuna

modifica nei livelli superiori.

I livelli logici

Spiritualità

Identità

Valori

Credenze

Abilità, risorse

Comportamento

Contesto

I livelli logici: le 6 categorie

Annebbiamento

Negoziazione

integrativa

Disco

incantato

Dialogo

interiore

positivo

Strategie

assertive

Ostacoli alla

Comunicazione

Interpretare Chiedere

Identificarsi Stabilire le differenze

Banalizzare Prendere in considerazione

Indagare/Inquisire Basarsi sul “qui ed ora”

Enfatizzare gli errori Enfatizzare i successi

Rassicurare – Consolare Notare i punti di forza

Fare la morale/Giudicare Proporre altre soluzioni

Proiettare i propri bisogni Porsi in altra prospettiva

Analisi Transazionale (E. Berne)

• La transazione consiste in uno stimolo provocato da un individuo e una reazione da parte di un altro individuo; questa reazione, a sua volta, diviene un nuovo stimolo a cui il primo individuo deve reagire.

• Lo scopo dell’analisi transazionale è di scoprire in ciascuno la componente Genitore , Adulto, Bambino che sottende ogni stimolo o reazione.

Definisce l’unità del rapporto sociale

transazione, e concentra la sua attenzione sulle comunicazioni

reciproche cercando d’individuare i

meccanismi inconsapevoli che le

governano

L’analisi Transazionale

Analisi Transazionale e stati dell’io (THOMAS A. HARRIS -Berne)

Genitore

Adulto

Bambino

Genesi degli stati dell’io

• Genitore: La parte genitoriale dell'io è quella dove sono custodite le esperienze e gli esempi. E’ un insieme di registrazioni contenute nel cervello, di eventi esterni indiscussi o imposti, assorbiti da una persona da 10 mesi a 9/10 anni (concetto inculcato della vita)

• Adulto: La parte adulta è dove si elaborano le informazioni. Il piccolo di 10 mesi ha scoperto di essere in grado di compiere qualcosa frutto della sua coscienza e di un suo pensiero originale: riesce a manipolare il mondo che ha intorno. L’autorealizzazione è l’inizio dell’adulto

• Bambino : La parte bambino dell'Io è dove è racchiusa la spontaneità e l'emotività. Sono le registrazioni degli avvenimenti interni del bambino per reazione ad eventi esterni, a ciò che vede e ode, nei primi 5 anni di vita. E’un bambino non ok per la dipendenza insita nella condizione infantile di sopravvivenza, ma è anche creativo, curioso, desideroso di esplorare ed esaltato per le prime scoperte

(concetto sentito della vita)

Il ruolo dell’Adulto

L’adulto è un computer elaboratore di dati, che macina decisioni dopo aver elaborato informazioni provenienti da tre fonti: Il Genitore, il Bambino e i dati che l’adulto ha raccolto o sta raccogliendo.

Una delle funzioni preminenti dell’Adulto consiste nell’esaminare i

dati del Genitore, verificarne la veridicità e la validità al momento attuale, e quindi accettarli o rifiutarli; e nell’esaminare il Bambino indagando se i sentimenti presenti sono appropriati al momento attuale .

La sua meta non consiste nel far piazza pulita del Genitore e del

Bambino ma nell’essere libero di sottoporre a disamina questi insiemi di dati.

Stati dell’io e Analisi Transazionale

Transazioni Complementari parallele

Marco

Genitore

(stimolo-reazione)

Adulto

Bambino

Le transazioni complementari sono

quelle più sane e possono proseguire a

lungo: i vettori non si incrociano

Simona

Genitore

Adulto (Transazione assertiva)

Bambino

(THOMAS A. HARRIS -Berne)

Stati dell’io e Analisi Transazionale Transazioni Complementari

Marco

• Genitore

(stimolo-reazione)

• Adulto

• Bambino

Le transazioni complementari anche per stati dell’io diversi: i vettori non si incrociano. Se uno dei due cambia ruolo finisce la relazione.

Simona

• Genitore

• Adulto

• Bambino

(THOMAS A. HARRIS -Berne)

Stati dell’io e Analisi Transazionale Transazioni da complementari a incrociate

Marco

• Genitore

(stimolo-reazione)

• Adulto

• Bambino

Se uno dei due cambia ruolo: finisce la relazione o va avanti con continui litigi e malessere.

(i vettori s’incrociano)

Simona

• Genitore

• Adulto

• Bambino

(THOMAS A. HARRIS -Berne)

Marco

• Genitore

Livello sociale

• Adulto

Livello psicologico

• Bambino

In molte transazioni in superficie sembra che l’iniziativa sia dell’adulto, ma l’esito è determinato dal bambino come nella maggior parte dei giochi

Simona

• Genitore

• Adulto

• Bambino

Es: Uomo: Venga a vedere le stalle

Donna: Adoro le stalle sin da quando ero bambina

Stati dell’io e Analisi Transazionale Transazioni Complementari

(THOMAS A. HARRIS -Berne)

Marco

• Genitore

• Adulto

• Bambino (stimolo-reazione)

Le transazioni incrociate in genere sono causa di guai e la comunicazione s’interrompe: i vettori s’incrociano

Simona

• Genitore

• Adulto

• Bambino

Stati dell’io e Analisi Transazionale Transazioni Incrociate

(THOMAS A. HARRIS -Berne)

Marco

• Genitore

• Adulto

• Bambino

Le transazioni incrociate in genere sono

alla base di litigi ed incomprensioni

Simona

• Genitore

• Adulto

• Bambino

Stati dell’io e Analisi Transazionale Transazioni Incrociate

(THOMAS A. HARRIS -Berne)

Marco

• Genitore

• Adulto

• Bambino

Nelle transazioni incrociate in genere

l’aspetto relazionale classifica la

comunicazione : sono alla base dei giochi

Simona

• Genitore

• Adulto

• Bambino

Stati dell’io e Analisi Transazionale

Transazioni Incrociate

(THOMAS A. HARRIS -Berne)

PROBLEMI FUNZIONALI

CONTAMINAZIONE

ESCLUSIONE

PROBLEMI FUNZIONALI

CONTAMINAZIONE

PREGIUDIZIO

G

A

B

PREGIUDIZI

ILLUSIONI-

ALLUCINAZIONI

PREGIUDIZIO

• Si sviluppa nei primi anni dell’infanzia quando i genitori, dispensatori di sicurezza, chiudono al bambino l’accesso a certi argomenti. Il bambino non chiede per timore di essere rimproverato

• G domina A atteggiamento irremovibile perché offre sicurezza.

• ELIMINAZIONE: mettere a nudo il fatto che non è più pericoloso essere in disaccordo con i propri genitori e aggiornare il Genitore con i dati tratti dalla realtà concreta odierna.

ILLUSIONE/ ALLUCINAZIONE

• L’Illusione è radicata nel timore

• Allucinazione si verifica in una condizione di stress estremo.

• Nascono dagli oltraggi fisici- verbali – concreti che i bambini subiscono nell’infanzia.

• ELIMINAZIONE: svelare un’altra verità, svelare che il pericolo che originariamente minacciava il bambino non sussiste più nel mondo circostante.

G-A B-A

PROBLEMI FUNZIONALI

ESCLUSIONE

G

A

B

ADULTO CONTAMINATO

DAL GENITORE CON

ESCLUSIONE DEL

BAMBINO

INDIVIDUO CHE

NON SA GIOCARE

PROBLEMI FUNZIONALI

ESCLUSIONE

G

A

B

ADULTO CONTAMINATO

DAL BAMBINO CON

ESCLUSIONE DEL

GENITORE

INDIVIDUO PRIVO

DI COSCIENZA Atteggiamento dominato dal bambino che,

tramite l’adulto contaminato, sfrutta gli

altri per i propri fini.

PSICOPATICO

Si vede OK e vede gli altri NON-

OK

PROBLEMI FUNZIONALI

ESCLUSIONE

G

A

B

ADULTO ESCLUSO O

IRRESPONSABILE

INDIVIDUO CHE

NON HA

RAPPORTI CON LA

REALTA’

PSICOSI G e B sono alla ribalta in un

miscuglio caotico di dati arcaici,

esperienze infantili, prive di

senso. Ha stati d’animo di terrore

PNL e Public Speaking

L’importanza di riconoscere nel pubblico i diversi sistemi di rappresentazione della realtà e di toccarli tutti per riuscire ad entrare in contatto e coinvolgere

Visivo

Uditivo

Cinestesico

I FILTRI PERCETTIVI

Il mondo viene interpretato in modo soggettivo

attraverso i filtri

Vincoli individuali

Vincoli sociali

Vincoli neurologici

MONDO

SISTEMI RAPPRESENTAZIONALI

• VISIVO V

• AUDITIVO A

• CINESTESICO K

INDICATORI VERBALI

Predicati verbali Visivi auditivi cinestesici Vedere ascoltare toccare chiaro gridare sentire focalizzare chiasso solido illuminare parlare teso immaginare armonia irritato prospettiva dire energico Mostrare sonoro rilassato indistinto dissonante concreto colorato discutere ferito

visione chiamare tangibile

VERBALE PARA VERBALE NON VERBALE

VISIVO Chiaro, scuro, immagine,quadro, cristallino,vedere,messa a fuoco, limpido,brillante,colori,

visibile,osservare,ecc

Parla velocemente

Volume alto

Assenza di pause

Ritmo serrato

Tono acuto

Tendente al falsetto

Postura eretta

Gestualità ampia e descrittiva

Respirazione toracica veloce e/o apnea

Occhi verso l’alto

UDITIVO Ascoltare, dire, sentire,parlare,musicale,

suonare, campanello di allarme,sintonizzare,

Cacofonico

Volume medio

Mono tono

Ritmo ripetitivo e cadenzato

Oppure modulazioni

Postura inclinata lateralmente, testa a cornetta nell’ascolto

Gestualità altezza orecchie e bocca

Si tocca il volto mentre ascolta

Respirazione regolare

Occhi lateralmente verso le orecchie

CINESTESICO Sentire, provare caldo freddo ,concreto, pungente, toccare con mano, puzza di bruciato, gustoso

Parla lentamente molte pause volume basso tono caldo e profondo

Postura rannicchiata gestualità ridotta, mani e braccia spesso incrociate respirazione diaframmatica profonda occhi verso il basso

Caratteristiche dei sistemi

Durante l’intervento tocco tutti i sistemi rappresentazionali

Dal Cinestesico all’uditivo al visivo: Cappuccetto Rosso quella mattina si sentiva proprio bene , afferrò il cestino con una

focaccia gustosa per la nonna e si incamminò per il bosco. Fuori il freddo era pungente ma altrettanto forte era il suo desiderio di abbracciarla

Nel bosco sentiva cinguettare gli uccelli, frusciare le foglie e le risuonavano nella testa le parole della nonna:” vienimi a trovare cappuccetto!” Un campanello d’allarme le scattò quando senti arrivare Renzi che le chiedeva di ascoltarlo e di prestare orecchio al suo piano per l’Italia.

Cappuccetto scappò via e davanti a se vide Grillo che avendola notata con Renzi insinuò che lui le aveva mostrato il grafico dello spread . Cappuccetto disse di no ma Grillo continuava : “metta a fuoco la situazione , focalizzi bene l’attenzione e mi faccia il quadro della situazione !” Cappuccetto fugge disperata e finalmente raggiunge la casa della nonna che vedendola arrivare tutta agitata diventa bianca cadaverica dalla preoccupazione.

Come posso tenere alta l’attenzione?

La Retorica

• INVENTIO = ricerca, scoperta dei possibili argomenti

• DISPOSITIO = struttura del discorso:

- exordium, esordio, accattivarsi l'uditorio

- narratio, esposizione dei fatti,

-argumentatio

- peroratio, conclusione del discorso

• ELOCUTIO = linguaggio e stile

• MEMORIA = memoria

• ACTIO = azione, come dico cosa -> gestualità/tono

•Argomentazione a sostegno della

tesi (confirmatio)

•confutazione degli argomenti

avversari (refutatio);

(Rhetorica ad Herennium-Cicerone)

La retorica

• docere et probare, ovvero informare e convincere;

• delectare, catturare l'attenzione con un discorso vivace e non noioso;

• movere, commuovere il pubblico per far sì che aderisca alla tesi dell'oratore

( Quintiliano)

ETHOS

PATHOS

CREDIBILITA’

PENSIERO/ PAROLA

•Ragionamento o

argomentazione

•Fatti, figure, casi

EMOZIONI

•Impatto emotivo

•immaginazione

•Tono/ Stile

•Attendibilità della reputazione

DISCORSO

LOGOS

• PATHOS = capacità di trasmettere empatia agli ascoltatori contatto visivo con l’uditorio

• LOGOS = “pensiero” – “ parola” - “ senso”, discorso sensato, sobrio. È il messaggio che si vuole trasmettere, il contenuto, la sostanza dell’esposizione

• ETHOS = atteggiamento nei confronti di noi stessi. Deve essere POSITIVO, altrimenti il pubblico non vi prenderà sul serio.

La parola synthesis, dal greco syntithemi, = “mettere insieme” “comporre”, “avvicinare le parti per formare il tutto” In filosofia la sintesi è quel processo cognitivo che da elementi parziali

arriva a una conoscenza complessa e unitaria (tesi/antitesi/sintesi). In un testo, inoltre, rendere più complesso significa quasi sempre anche rendere più lungo.

Come conciliare, allora, il significato originario di complessità con l’idea

comune di sintesi, che è “compendio, riepilogo, riassunto”? Come risolvere la contraddizione tra comporre, ossia rendere più lungo, e

riassumere, ossia rendere più corto? La risposta è nella lingua: comporre non è semplicemente aggiungere, ma

prima scomporre e poi scegliere, eliminare l’inutile e valorizzare ciò che resta.

SINTESI E BREVITA’

LE 7 ATTENZIONI PER CONVINCERE

Uno schema per discorsi in pubblico che sfrutta le leve della convinzione. 1. Visione d’insieme: si parte da un ampio panorama. 2. Problema/bisogno: la visuale si stringe sul problema specifico

dell’ascoltatore. 3. Idea/soluzione: la nostra proposta che risolverà quel problema. 4. Evidenze: fatti, statistiche, giudizi di esperti che ne testimoniano

l’efficacia. 5. Vantaggi: i benefici specifici per l’ascoltatore. 6. Riepilogo: sintesi di quanto detto finora. 7. Azione: è il nostro obiettivo, il motivo per cui comunichiamo

(compra, vieni ecc.).

Le 5 W dello stile giornalistico

Una serie di domande che offrono a chi costruisce una comunicazione un filo logico a cui attenersi. Who = chi,

What = che cosa, When = quando, Where = dove, Why = perché.

Chi ha fatto che cosa, quando, dove e perché. Arrivare dritti al cuore guai a svolazzare troppo attorno. Come i cronisti, dobbiamo stare sui fatti! La regola è validissima per chiunque debba passare un forte contenuto

informativo: un nuovo modello organizzativo, il cambiamento di una procedura, una variazione ad un programma

Il messaggio non sono le

parole che pronunci…

Il messaggio sei tu!

Conosci l’uditorio

• Analizza l' audience e la situazione

• Che tipo di persone sono?

• Qual è il linguaggio più adeguato?

• Che cos’è che interessa di più questo pubblico?

• C’è qualcosa che al momento lo preoccupa?

• Che cosa voglio ottenere con questo intervento?

Parlare non a tutti ma ad ognuno

Un discorso per essere efficace deve tener conto di tutti i pubblici ai quali

è rivolto:

In base all’analisi del pubblico si può definire meglio l’obiettivo e

i contenuti della comunicazione

Favorevoli, contrari, neutrali

Anzianità

Tipologia di funzione organizzativa

Conoscenza del tema

• Concreto: caratterizzato da un approccio formale

• Collaborativo: approccio interattivo

• Organizzativo: approccio da team working e sostegno

• Creativo: approccio informale per favorire empowerment

MEMORIZZARE DATI Tecnica della storia bizzarra

TROTTOLA PANCIA LAMA LAVA BUCA

PIUMINO MUFFA REGINA

CERO MAMMA FIAMMA

NUCA PALAZZO

NEVE FRUTTA PACCO DOCCIA BOMBA

MEMORIZZARE DATI Tecnica della storia bizzarra

SUCCESSO VAGITI

CAGNACCIO Agricoltore Processo

Portafortuna Piramide

Ferita funivia Cielo

Disegno Caffè Giallo

Allucinazioni Golf

Vuoto Pubblicità Tristezza

Catenaccio

Porsi domande

• Obiettivo Che cosa voglio/devo ottenere?

• Contenuti che cosa voglio comunicare?

• Destinatari chi sono, che cosa pensano, che cosa otterranno i miei interlocutori? Rapporto chi sono io per gli interlocutori?

( bisogna mettersi nei panni degli altri)

• Contesto quando, dove, con quali mezzi, a quante persone, per quanto tempo devo/voglio/posso/ comunicare?

Come dirò ciò che voglio comunicare

La conoscenza non deve limitarsi alla parte visibile, ovvero a quello che diremo, ma avere “ radici” profonde.

ASCOLTARE

Ascoltare e comprendere il pubblico per: ottenere e assicurarsi credibilità e affidabilità

creare empatia, par far capire a chi ci ascolta che comprendiamo il suo stato d’animo e i suoi sentimenti

ASCOLTARE ATTIVAMENTE

• Incoraggiare il pubblico ad esprimersi

• Ascoltare con tutto il corpo

• Riassumere il contenuto

• Porre domande

COMPRENDERE IL PUBBLICO

• Incoraggiare il pubblico ad esprimersi: per ascoltare ed essere ascoltati con efficacia ci vuole un clima positivo;

• Ascoltare con tutto il corpo: usare la comunicazione non verbale per far capire agli interlocutori che sono ascoltati;

• Riassumere il contenuto: per verificare la corretta comprensione

• Fare domande finalizzate all’ascolto: stimolare le domande dal pubblico.

151

LE CATTIVE ABITUDINI DI ASCOLTO DEL PUBBLICO

• Ascolto “ in attesa”: si è concentrati su cosa dire in risposta a un feedback del pubblico e non si “vede” l’ora di poter cominciare a parlare, tanto che spesso si interrompe chi sta interloquendo.

• Ascolto presuntuoso: si presume di aver già capito il senso del discorso dell’interlocutore o dove andrà a parare con le sue parole. Spesso si interrompere l’interazione con il pubblico

• Ascolto rituale: si è apparentemente attenti e concentrati sul pubblico, ma di fatto non interessati e realmente coinvolti. Lo si attua quando si ascolta solo per puro compito e dovere.

• Ascolto selettivo: si ascolta solo ciò che si vuole effettivamente sentire dal pubblico

152

EMITTENTE

Vuole comunicare 100%

Riesce a comunicare

70%

RICEVENTI

Ascoltano 50%

Capiscono 20%

Ricordano 10%

Comunichiamo 100 informazioni

Il pubblico ne ricorderà 10

SELEZIONARE prima qual è il messaggio essenziale che si vuole trasmettere: qual è il 10% che il pubblico dovrà memorizzare

• Seleziona e limita il materiale. • Prima che tu parta a scrivere la

presentazione, determina precisamente il tuo argomento o quale aspetto di un argomento andrai a trattare.

• Ora puoi cominciare a scrivere. • Illustra lo scopo complessivo: Cosa vuoi fare?

informare educare intrattenere ispirare convincere

Preparo la Presentazione

Le 4 fasi di un public speaking:

Preparazione Apertura

Corpo Chiusura

Preparazione Se dovessi dire la tua idea

in 20 secondi, che cosa

diresti?

Se non ci riesci significa che sei

ancora in fase di brainstorming.

Se ci riesci, questa idea è il

"cuore" della tua presentazione.

• Individua gli argomenti

• Definisci l’importanza di ogni singola parte

• Decidi quanto tempo vuoi dedicare ad ogni argomento

• Elimina quello che non serve

Partire conoscendo già: • Numero partecipanti, • Livello di competenze, • Convinzioni e valori dominanti, • Bisogni e desideri, • Argomenti che possono

urtare la suscettibilità

• DECOLLO: esordio destare curiosità e attirare attenzione. Rompere il ghiaccio per entrare in sintonia con il pubblico.

• VOLO: esporre i contenuti del messaggio

• ATTERRAGGIO: conclusione della presentazione. Citazioni, aneddoti, riepilogo, un clip, una battuta.

IN TERMINI PIÙ DINAMICI….

159

L’ Apertura

È la fase più critica di tutta la presentazione!

In questi primi minuti il tuo pubblico valuterà chi ha di fronte e questo giudizio, anche se modificabile in un secondo momento, finirà sempre con influenzare la presentazione.

Devi:

• costruire la tua credibilità

• catturare interesse

• unificare la sala

• mettere i partecipanti a proprio agio

IL COPIONE DELL’APERTURA

• Contratto psicologico favorevole

• Ingresso in scena

• Atteggiamento assertivo

• Aprire con un “icebreak”

• Porre domande per favorire un feedback utile per stabilire una relazione con l’interlocutore

161

CONTRATTO PSICOLOGICO FAVOREVOLE

Far capire che, nel rispetto dei ruoli, è interesse condiviso costruire un clima ideale per

comunicare e confrontarsi

La comunicazione deve chiarire fin dal principio ruoli e obiettivi

162

INGRESSO IN SCENA

Prima di entrare in scena:

- Rilassarsi, vedersi nella situazione sicuro e convincente

- Visualizzare la mappa mentale del proprio discorso

- Stare ben saldi nelle proprie gambe

163

ATTEGGIAMENTO ASSERTIVO

Approccio collaborativo in una logica win-win

Se l’impatto del nostro intervento tende a

trasmettere aggressività/supponenza o

remissività/insicurezza il pubblico regredisce o

sente che non abbiamo la giusta autorevolezza

per ascoltarci

… provare ad essere se stessi…

…..ED ESPORRE IN MODO CHIARO E SICURO IL PROPRIO PUNTO

DI VISTA

NEGOZIAZIONE O COMPETIZIONE?

Io vinco- Tu vinci

• RICERCA DEL VANTAGGIO RECIPROCO

• LOGICA NEGOZIALE

• SODDISFAZIONE DEI BISOGNI DI ENTRAMBI

Assertività

Io perdo-Tu vinci

• RICERCA DEL VANTAGGIO

ALTRUI A DANNO PROPRIO • LOGICA RINUNCIATARIA • SODDISFAZIONE DEI BISOGNI

DELL’ALTRO

Passività

L’ICEBREAK ROMPERE IL GHIACCIO

• Aneddoti, Notizie, Curiosità

• Citazioni ad effetto

• Humor

• Andare dritti all’argomento

166

DOMANDA RETORICA

• È una domanda alla quale non ci si aspetta risposta.

• Annunciano ciò che seguirà

• Suscitano interesse (se usate all’inizio di un discorso)

• Mezzo per comunicare agli ascoltatori di volta in volta a che punto siete del discorso.

es.“Che cosa ci aspetta?”

N.B. evitare di indugiare con lo sguardo su uno spettatore mentre si pronuncia una domanda retorica. Potrebbe sentirsi in imbarazzo. Guardate sopra la testa del pubblico.

167

DOMANDE APERTE IL MIGLIOR MODO PER METTERE L’INTERLOCUTORE A PROPRIO AGIO

Quando si usano?

• Per capire/conoscere

• Per avere informazioni

• Per definire le esigenze

• Per dimostrare interesse

FATTI: chi /che cosa /quando /dove /quale /quanto

OPINIONI: perché / come /in che senso

N.B. Esse riflettono il reale interesse per le opinioni e le idee dell’interlocutore, evidenziano la capacità di ascoltare. Sono le domande che danno avvio al vero dialogo.

• È la parte centrale della presentazione racchiude lo sviluppo della tua proposta e l’esposizione di prove oggettive a sostegno della medesima.

• Puoi utilizzare metafore ,storie, drammatizzazioni, video, musica , andando a toccare tutti i sistemi di rappresentazione.

• Prima di passare ad un argomento successivo sii certo di aver allineato tutti i partecipanti e di aver risolto(o anticipato) tutte le obiezioni sull’argomento precedente!

Il Corpo centrale

Questa fase ha un duplice compito: Esporre un sommario della presentazione e indurre i

partecipanti all’azione! I punti chiave : 1. Evidenziare gli obiettivi raggiunti 2. Ringraziare e gratificare il gruppo (ed eventualmente

qualcuno in particolare) per il loro contributo 3. Riconfermare il piano d’azione (chi fa cosa e quando) 4. Una buona chiusura deve dare la certezza che tutto ciò di cui

è stato discusso sia stato effettivamente percepito!

La Chiusura della mia presentazione

È la capacità di assumere come proprie,

posizioni che in realtà non lo sono.

l'azione dell'attore si sviluppa, collegandola all'uso della parola con la gestualità e con la mimica,

in una accurata precisione prossemica.

la relazione con gli altri attori, con lo spazio, con gli oggetti.

l'uso accurato dello strumento vocale, della creatività e

dell’ispirazione per comunicare le caratteristiche del personaggio ed

esprimerne le emozioni.

Inoltre un’attenzione particolare alla dizione e all'intonazione

mediante una corretta respirazione e articolazione

Rilassamento – Concentrazione - Ingenuità

Quanta energia ci metto?

Forza del cuore Forza della mente

o Entusiasmo

o Eccitazione

o Passione

o Gioia

o Divertimento

o Determinazione

o Impulso

o Impegno

o Spinta

o Perseveranza

o Resistenza

o Creatività

o Pensiero innovativo

o Senso dell’obiettivo

o Concentrazione

o Talento

o Doni naturali

o Capacità

o Saggio uso delle risorse

o Disciplina

o Coerenza

È la forza e l’energia che permettono di ottenere risultati apprezzabili e di essere efficaci e convincenti

Aiuta a trovare un equilibrio tra gli obiettivi a breve e a lungo termine e di non lasciarsi scoraggiare di fronte a dinieghi e a critiche.

È la capacità di gestire l’energia e lo stato emotivo per il raggiungimento dei propri

obiettivi

Raggiungere gli obiettivi

Superare gli ostacoli

Parlare e discutere con e per gli altri

La motivazione è una scelta consapevole di andare avanti nei momenti difficili

• Chi mi ha criticato

• Come e’ stata formulata

• Perchè è stata espressa

Gestire una critica

LA FRASE TERNARIA

OVVERO COSTRUIRE UNA FRASE IN 3 PARTI (GORDON)

Parte iniziale: espone la situazione che vi fa reagire.

Inizia con “ quando tu…”

Parte centrale: esposizione dei vostri sentimenti o delle vostre reazioni. Inizia con “ Io”

Parte finale: spiega il motivo logico che lega la vostra reazione alla situazione date.

Esempio:

“Quando vi comportate cosi, io sono in difficoltà perché non riesco a portare avanti il mio intervento”

178

AFFRONTARE LE CRITICHE

CRITICHE DISTRUTTIVE CRITICHE COSTRUTTIVE

Si focalizza sulla persona e tende ad “etichettare”

Generalizza (“sempre”, “mai”)

Parla del passato

Ha intenti puntivi

(e provoca difese)

Si focalizza sul problema

È specifica

Offre strumenti per la “prossima volta”

Ha intenti formativi

(e offre sostengo)

E’ importante ascoltare bene l'interlocutore e riportare tutto sul piano dei contenuti, sfuggendo in ogni modo le battaglie personali. L'uso appropriato dell'ironia può essere di grande aiuto.

Quando ci viene rivolta una critica che ci rendiamo conto essere manipolativa la prima cosa da fare è rivolgere domande al nostro interlocutore al fine di guidarlo verso la formulazione di una critica costruttiva.

Mario: "Non capisci nulla" Stefania: "Mi stai dicendo che non capisco nulla, potresti spiegarmi meglio cosa intendi?"

Stefania ha usato in questo passaggio la parafrasi, ripetendo la critica di Mario e ha provato a guidarlo verso la formulazione di una critica costruttiva.

Vediamo come potrebbe proseguire il loro dialogo: Mario "Intendo che sbagli sempre il tuo lavoro"

Stefania "Cosa ti fa dire che sbaglio sempre il mio lavoro?" Mario "Ieri e oggi hai sbagliato nel fare una pratica" Stefania "Se ho capito bene mi stai dicendo che in questi ultimi due giorni ho sbagliato una pratica, mi puoi mostrare dove?" Mario "Sì, guarda qui"

Gestione assertiva di una critica

L'assertività è prima di tutto una "filosofia di vita" fondata sul riconoscimento dei propri bisogni e di quelli altrui e su una ricerca di mediazione. Le tecniche non sono assertive di per sè ma diventano tali se la persona ha compreso e condivide questa filosofia.

Le tecniche che ci possono aiutare a gestire le critiche manipolative sono: l'annebbiamento, l'asserzione negativa, il disco rotto.

L'annebbiamento consiste nel rispondere a chi ci rivolge una critica manipolativa con l'affermazione "Capisco il tuo punto di vista". Questa tecnica ha il vantaggio di darci il tempo di riordinare le idee disorientando per un attimo il nostro interlocutore.

La tecnica dell'asserzione negativa consiste nell'ammettere in parte la veridicità della critica manipolatoria.

Mario "Sbagli sempre"

Stefania "Lo ammetto, non sempre faccio le cose correttamente". Nell'esempio Stefania ammette che l'affermazione di Mario è parzialmente corretta e la ridimensiona.

Infine con la tecnica del disco rotto, la persona ripete più volte la medesima affermazione. Questa tecnica può essere utile quando l'interlocutore è particolarmente aggressivo e non si riesce a pervenire ad una critica costruttiva e ad un dialogo.

Mario "Non capisci nulla"

Stefania "Va bene, ora riprendo il mio lavoro" Mario "Sei sempre la solita, sei una persona inetta" Stefania "Va bene, ora riprendo il mio lavoro"

La platea dei partecipanti difficili

• I critici

• Gli aggressivi

• I dominanti

• I logorroici

• I disturbatori

• I passivi

• Ascoltare

• Entrare in rapport

• Fare domande

• Essere se stessi, sempre!

ESERCIZIO PER LA SINTESI PREPARO UN INTERVENTO DI TRE MINUTI SECONDO I SEGUENTI CRITERI

• Descrizione dei fatti

• Enunciazione dei una tesi formulata come opinione personale

• Motivazione della tesi

- argomenti a carattere dimostrativo (mirati, convincenti)

- raffronti

- esempi ( di vita vissuta personalmente, tratti dal “ qui ed ora”)

- citazione

• Riepilogo

• Frase conclusiva 184

Toccando i vari aspetti comunicativi preparo il mio intervento: vocalità,

creatività ed ispirazione al servizio del mio stile e del messaggio

Il mio Public Speaking

“La mente è come un paracadute, funziona solo se si apre”

(Einstein)

“Pensate da uomini saggi ma parlate con la gente comune” (Aristotele)

“Con tono giusto si può dire tutto. Con tono sbagliato nulla. L’unica difficoltà consiste nel trovare il tono ”

(George Bernard Show)

“Imparate a vivere facendovi guidare dalla vostra anima.

E se gli uomini vi ostacolano, non fateci caso.

Se gli uomini vi odiano, non preoccupatevi:

cantate la vostra canzone,

sognate il vostro sogno,

mantenete la vostra speranza

e recitate le vostre preghiere.” ( Parkenham Beatty, poeta)

Per Cicerone il buon oratore possiede :

“…l’acume del dialettico, la profondità dei filosofi, l’abilità verbale dei poeti, la

memoria dei giureconsulti, la voce dei tragici, il gesto dei migliori attori.”

(Cicerone, De oratore, I, 48)

Recommended