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GRENordEsT week per cittadini e studenti. Il ruolo del Trentino per lo sviluppo sostenibile
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PORTE APERTE ALL’ENERGIA SOSTENIBILE E LABORATORI PER LE SCUOLE
EVENTI SPECIALI
I quaderni di Energheia
83
Non solo incontri, approfondimenti e dibattiti,
ma anche visite, esperienze sul campo e
laboratori didattici dedicati agli studenti. La
Settimana dell'Energia Sostenibile ha trattato il
tema della green economy a 360 gradi. Nel
calendario di appuntamenti hanno trovato spazio
anche le visite alla stalla sociale di Monastier
(TV) con il suo impianto di biogas che produce
energia elettrica per oltre 2 mila famiglie, e alle
mini centrali idroelettriche di Sarcedo (VI)
costruite utilizzando i canali irrigui. Eventi
speciali aperti alla cittadinanza – operatori,
studenti, famiglie - che ha risposto con una
grande partecipazione: un pubblico eterogeneo
per età e provenienza che ha avuto l'opportunità
di conoscere da vicino due eccellenze espresse
dal territorio. Agli studenti veneti, in particolare,
è stata offerta la possibilità di partecipare ad un
laboratorio didattico sulla realizzazione di un
pannello solare-termico.
Anche l'antico mestiere contadino quando sposa
le più moderne tecnologie si rivela capace di
rinnovarsi e innovare. E appare naturale che
proprio un gruppo di allevatori, che conosce
bene l'importanza del rispetto della natura e dei
suoi equilibri, promuova un progetto basato sul
legame tra una millenaria occupazione e
l'esperienza di produzione di energia pulita.
Accade a Monastier, piccolo comune trevigiano,
dove la locale Stalla Sociale, azienda zootecnica
con quarant'anni di storia, dall'anno scorso
affianca all'attività di allevamento di bovini da
carne la produzione di energia verde, grazie ad
. L'idea,
scaturita dagli incontri con Pierluigi Navarotto,
professore dell'Università degli Studi di Milano,
si è delineata gradualmente nella mente dei
responsabili della Stalla che ne hanno intuito le
potenzialità. I numeri oggi dicono molto sulla
lungimiranza di tale visione: l'impianto,
alimentato dalle deiezioni dei 3.500 bovini (21
mila tonnellate di letame l'anno) e con biomasse
vegetali (in prevalenza silomais, coltivato in 400
La stalla sociale di Monastier: uno dei
maggiori impianti di biogas del Nordest, il più
grande a Treviso
un impianto di biogas capace di generare
energia elettrica sufficiente a soddisfare il
bisogno annuo di oltre 2 mila famiglie
ettari per un totale di 12.400 tonnellate l'anno),
, garantendo
. L'impianto
di biogas, realizzato dalla MT-Energie Italia
(Padova), è stato progettato per assicurare il
massimo sfruttamento energetico del substrato
impiegato. In assenza di ossigeno, la sostanza
organica immessa nei digestori fermenta e si
trasforma in biogas, che viene convogliato in
un cogeneratore, dove si trasforma in energia
elettrica che viene immessa nella rete pubblica
Enel. Al termine del processo di fermentazione,
rimane il digestato, sottoprodotto della
digestione anaerobica che viene valorizzato
come fertilizzante organico. I vantaggi in
termini di rispetto ambientale sono notevoli: il
biogas non solo assicura autonomia energetica,
ma favorisce la graduale riduzione
dell'inquinamento ambientale, rappresentando
anche un'opportunità di lavoro per le giovani
generazioni contadine che non vogliono lasciare
la terra.
Pochi sono gli enti con una percezione precisa
dell'importanza di rinnovamento e innovazione
quanto i consorzi di bonifica che nel corso della
loro storia hanno dovuto evolversi e mutare il
proprio operato in sintonia con le profonde
trasformazioni del territorio. Lo testimonia il
percorso compiuto dal Consorzio di bonifica
Medio Astico Bacchiglione (Vicenza) - da fine
gennaio formalmente confluito nel Consorzio
Alta Pianura Veneta - che, pur mantenendo gli
storici compiti di bonifica, pulizia e
manutenzione di canali, rogge e fossi, di
distribuzione di acqua agli agricoltori tramite gli
impianti irrigui e di gestione dell'emergenza
piene, nel 2009 si è aperto ad un nuovo ruolo,
divenendo anche produttore di energia
idroelettrica, utilizzando i piccoli salti d’acqua
presenti nel sistema di canali della zona.
Il Consorzio è riuscito, ancora una volta, a
reinterpretare la propria veste e a rinnovarsi a
partire dalla risorsa acqua che da sempre ha
in un anno fornisce 7 milioni e mezzo di
kilowatt/ora di energia elettrica
una riduzione di anidride carbonica
nell'atmosfera di 4 mila tonnellate
“Alta Pianura Veneta”: da consorzio di
bonifica a produttore di energia idroelettrica,
con 7 centrali è il primo del Veneto
costituito il saldo punto di partenza nella
definizione delle sue prerogative. Sono
, delle quali quattro
acquistate nel settembre 2008 e tre entrate in
funzione nell'ottobre 2008, costruite ex novo
dall'ente con finanziamenti propri e regionali.
Con le recenti acquisizioni
(circa 900 mila
euro l'anno). Novità assoluta di questa
esperienza è il fatto che le tre nuove centrali
sono state costruite non su corsi d'acqua
dell'ente, bensì utilizzando tubazioni degli
impianti di irrigazione consorziale. I ricavi che la
nuova avventura imprenditoriale green porterà
(capaci di coprire il 30 per cento del bilancio
consorziale) permetteranno di finanziare e
realizzare maggiori lavori sul territorio senza
gravare sulle tasche dei cittadini oppure di
ridurre gli importi delle bollette.
Grazie alla collaborazione dell’Istituto Nazionale
di Bioarchitettura (INBAR), Sezione di Padova,
agli studenti degli istituti tecnici del Veneto,
GREENordEsT week ha offerto la possibilità di
partecipare ad un laboratorio didattico della
durata di due ore, all’interno dell’orario
scolastico, sulla
. L’iniziativa, mediante
un’esperienza pratica, ha avuto l’obiettivo si
sensibilizzare gli studenti sul tema delle energie
rinnovabili. Il laboratorio, che ha visto la
partecipazione di 150 alunni (tra Padova e
Vicenza) si è articolato in una prima sintetica
parte teorico-informativa sul concetto di
risparmio energetico e di energia rinnovabile,
nonché sulla funzionalità dei pannelli solari. La
seconda parte, di carattere pratico, ha
riguardato l’assemblaggio dei diversi elementi
costitutivi del pannello solare.
sette le
piccole centrali idroelettriche che il
Consorzio ha in esercizio
il Consorzio è
diventato il primo del Veneto, sia per numero
di centrali sia per le entrate economiche
provenienti dalla vendita di energia elettrica
prodotta da fonte rinnovabile
A scuola di rinnovabili: il laboratorio
didattico per realizzare un pannello solare-
termico
realizzazione di un pannello
solare-termico
84
Not only meetings, analysis and debate but also
visits, practical experiences and workshops
dedicated to students; the Sustainable Energy
Week dealt with every aspect of green economy.
Organized visits to the “Stalla sociale” (social
farm) of Monastier (Treviso) with its biogas plant
giving energy to more than 2000 families and to
the mini-hydroelectric power stations of Sarcedo
(Vicenza), established on an irrigation canal.
These special events were opened to a
heterogeneous group of citizens in both age and
origin, who had the chance to get to know some
of the excellent work carried out in Veneto. To
students the possibility to take part in a
workshop for the building of a solar thermal
collector was also offered.
Even the ancient trade of farming can be
renewed and innovative when combined with
modern technologies. It seems natural,
therefore, that a group of breeders, who
understand only too well the importance of the
natural balance of things, should promote a
project based on the link between an ancient
profession and the experience of producing
green energy. This is what happens in
Monastier, a small village in the province of
Treviso: here the “Stalla sociale”, an animal
husbandry with forty years of history in beef
cattle breeding that has also produced green
energy since last year, with a
. The idea came from the farm’s
managers after a meeting with Pierluigi
Navarotto, professor at the University in Milan,
and was actually a very farsighted vision. The
plant is today fed with the waste from 3,500
oxen (21 thousand tons of manure per year) and
with vegetal biomasses (mainly corn, raised in
400 hectares for a total of 12,400 tons per year).
Monastier’s “Stalla sociale”: one of the
biggest biogas facilities in the North-East of
Italy and the largest in Treviso
biogas plant that
can satisfy the energy demand of more than
2000 families
It produces
, resulting in a
. The biogas plant, set up by the
Padua-based company MT-Energie Italia, is
designed to assure the maximum exploitation of
the substratum used. In absence of oxygen, the
organic substance in the digesters ferments
and becomes biogas, which is then directed to
a co-generator, where it is transformed into
electric energy to be introduced into the public
electricity network of Enel. At the end of the
fermentation process the by-product remaining,
digestate, is put to good use as organic
fertilizer. The advantages are remarkable, and
not only for the environment: biogas, in fact,
assures energy autonomy and supports the
reduction of pollution, but is also a job
opportunity for the young farmers who don’t
want to leave their land.
Water reclamation consortiums, historically,
had to evolve and modify their work following
the deep transformations of land. This is why
they are probably the authority with the best
understanding of the importance of innovation.
An example is provided by the Medio Astico
Bacchiglione reclamation consortium (province
of Vicenza), now a member of Alta Pianura
Veneta consortium: besides the traditional
assignments - keeping ditches clean,
distributing water to farmers and managing
spate emergencies - in 2009 the Consortium
also became a producer of hydroelectric energy
exploiting the small waterfalls of the local
irrigation network. There are currently
, of
which four were bought in September 2008
and three were built ex novo with the
consortium’s and regional funds and started
working in October the same year. Now the
Consortium is the
7,5 millions kWh of electric
energy per year reduction of 4
thousand tons of carbon dioxide in the
atmosphere
“Alta Pianura Veneta”: in the beginning only
a water reclamation consortium, it is now
the major hydroelectric energy producer in
Veneto with seven facilities.
seven
small hydroelectric power stations
operating in the Consortium network
main producer of
hydroelectric energy in Veneto, both for the
number of stations and the revenues from
sale of energy
Learn how to be renewable: a workshop to
build a solar thermal collector
creation of a solar
thermal collector
(about 900 thousand euro/year)
The originality of this project is that the three
new stations have not been established on
water canals, but on the pipes of the irrigation
network. The income from this green
investment - potentially covering 30% of the
consortium balance - will fund new projects
without being a burden for citizens or will allow
a reduction of charges to end users.
Thanks to the collaboration of the Padua section
of INBAR (National Institute of Bio-
architecture), Veneto technical college students
were offered the possibility to take part in a
two-hour workshop for the
. The aim of the initiative was
to raise awareness amongst students of the
importance of renewable energy through a
practical experience. The workshop took place
in schools in Padua and Vicenza, involving 150
students and was divided into two parts: the
first, more theoretical, on energy saving,
renewable energy and the role of solar
collectors; the second, more practical, saw
students assemble the components of a solar
collector.
OPEN-DOOR DAY FOR
RENEWABLE ENERGY AND
WORKSHOPS FOR STUDENTS
I quaderni di Energheia
85
Fig. 1-5: Immagini scattate durante le visite a una centrale idroelettrica, alla Stalla di Monastier
e il laboratorio didattico per realizzare un pannello solare-termico
Pictures taken during the visits to an hydroelectric power station, to Monastier’s
Stalla Sociale and the educational workshop to build a solar thermal collector
I quaderni di Energheia
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greeNordEsTweek: il Triveneto protagonistaTake a week to change tomorrow
TRENTINO
VENETO
FRIULIVENEZIA GIULIA
Udine
BELLUNO
TRENTO
Isera
Riva del Garda
VERONA SARCEDO
MONASTIER
Camposampiero
Vicenza
PADOVA
VENEZIA
ROVIGO
Pergine Valsugana
Fiera di Primiero
San Vito alTagliamento
Trieste
A
O
VE
R
Tavola rotonda a conclusione di GREENordEsT week[1]
Ospiti:
Enrico Borghi, Presidente dei Comuni Montani UNCEM
Lorenzo Dellai, Presidente della Provincia Autonoma di Trento
Marino Simoni, Presidente del Consorzio Comuni Trentini
Polo Gurisatti, Presidente di Habitech
Gianni Lazzari, AD di Habitech
IL RUOLO DEL TRENTINOPER LO SVILUPPO SOSTENIBILE
I quaderni di Energheia
87
Moderatore.
Paolo Gurisatti.
Moderatore.
Paolo Gurisatti.
Moderatore.
Lorenzo Dellai.
La crisi economica pone al centro
una nuova sfida, quella della green economy. Il
Trentino è pronto a tale sfida?
Il Trentino, lo abbiamo visto
durante GREENordEsT week, è pronto ed è
riconosciuto come la capitale legittima delle
soluzioni migliori che sin qui si sono adottate in
questo campo. Nell’arco di una settimana, questa
regione ha portato numerosi esempi di
eccellenza.
Habitech significa, in cifre, 300
imprese 8.000 addetti e 1 miliardo di euro di
fatturato. Una bella attività…
L’obiettivo che ci eravamo dati
con il protocollo d’intesa tra associazioni di
categoria e Provincia, nel 2005, era costruire
un’industria dell’edilizia sostenibile che potesse
reggere il passo del sistema nazionale ed essere
competitiva. I numeri ci danno la dimensione
della potenza d’urto del sistema Trentino. Stiamo
costruendo un gioco di squadra per consentire a
questi operatori di diventare leader riconosciuti in
Italia.
Si parla di un’area metropolitana
green, sostenibile. Il Trentino di quest’area è la
locomotiva. Presidente Dellai, ci stiamo dirigendo
anche politicamente verso un distretto europeo
delle rinnovabili?
L’obiettivo è proprio questo,
senza che ci montiamo la testa, ma anche senza
sottovalutare le esperienze positive che in questi
anni sono cresciute e che ci rendono degli
interlocutori naturali per tanti altri territori con i
quali vogliamo collaborare, metterci in rete, dai
quali dobbiamo imparare tante cose, ma ai quali
vogliamo anche offrire questo nostro percorso.
Penso che questo sia il tempo degli investimenti,
finanziari ma anche politici e culturali sul tema
delle rinnovabili. Ritengo che il Trentino abbia
fatto cose importanti, innanzitutto
riappropriandosi della forma di energia rinnovabile
per eccellenza, l'idroelettrico. Vedo in questo
anche una specie di nemesi storica: questi
territori di montagna che per molti decenni
sono stati rapinati delle loro energie, ora
faticosamente devono ritornare ad avere un
ruolo da protagonisti dell'uso delle risorse
naturali per risolvere in maniera
ecologicamente sostenibile il tema dell'energia.
L'obiettivo credo debba essere quello di
mettersi in rete, dobbiamo infatti ragionare in
una logica globale, non possiamo più vivere
solo questo aspetto di giusta rivendicazione
della nostra peculiarità di territorio di
montagna. Dobbiamo porci in un’ottica
imprenditoriale, spingere sempre di più su
questo tema, far nascere nuove imprese che
possano capitalizzare i grandi investimenti che
abbiamo effettuato in ricerca sulle energie
alternative.
Nuove alleanze a Nordest,
dunque. Facciamo della sostenibilità il nostro
cavallo di battaglia a tutti i livelli…
Sì, il Nordest è un insieme di
rapporti. Siamo interessati a costruire a 360
gradi questa rete, prima di tutto nell’arco alpino
che, come è noto, ci vede protagonisti. Si tratta
in generale di dialogare col sistema delle
imprese collocate nell’area delle grandi pianure
a nord e a sud delle Alpi. Possiamo avere - già
oggi è così nonostante la ristrettezza delle
nostre dimensioni quantitative - un certo ruolo
importante nel panorama nazionale e
internazionale. Questa è la strada sulla quale
vogliamo lavorare in futuro.
Marino Simoni, possiamo
pensare ad un’autonomia speciale che diventa
anche autonomia energetica?
Le premesse sono già state
gettate, la giunta provinciale ha individuato la
strada. L’esperienza di Primiero, con la
realizzazione di una “oil free zone”, una zona
libera e indipendente dall’utilizzo di olio
combustibile, è mutuabile sul territorio trentino.
Solo dobbiamo essere più capaci di interpretare
le singole peculiarità dentro una logica unitaria.
Moderatore.
Lorenzo Dellai.
Moderatore.
Marino Simoni.
Il ragionamento di partire dal microsistema,
quindi dai Comuni, in una logica di territorio,
darà risposte concrete a quel proclama della
green economy che tutti conosciamo.
Le imprese sono chiamate ad essere coinvolte
e metterci del loro, anche in capacità di
innovazione, sotto la regia del Pubblico e
guardando alle risorse della nostra terra. Il
Trentino è per lo più idroelettrico, ma è anche
territorio del legno, dell’aria e, non ultimo, del
settore geotermico.
La green economy è anche una
sollecitazione a far funzionare la macchina
dell’autogoverno, a coinvolgere strutture come
Habitech e i cittadini, anche loro protagonisti di
questa fase.
Penso vi siano due dimensioni
su cui lavorare. Prima di tutto le imprese:
bisogna capitalizzare gli investimenti facendo in
modo che il Trentino diventi un distretto anche
rispetto alle aziende che devono produrre valore
economico intorno a tali scelte. A questo
obiettivo siamo vicini. Il secondo terreno è poi
quello della cultura, della sensibilità sociale
perché anche i comportamenti dei singoli sono
importanti. E anche su questo piano, pur non
nascondendo le difficoltà e i ritardi, il Trentino
sta dando il buon esempio.
Enrico Borghi, sappiamo quali
sono i vostri problemi, la montagna è sempre in
sofferenza. Ma state ripensando la vostra
economia e la vostra società sul tema delle
rinnovabili…
La montagna è ad un bivio. Se
si ferma ad una concezione della politica
centralista, in base alla quale le economie dei
territori si programmano in funzione della spesa
pubblica centrale che per caduta arriva da
Roma verso la periferia, ha già il destino
segnato. Se invece si rende conto che il tema
centrale è il rapporto tra gli utilizzatori e i
produttori, tra il territorio montano e non
montano che guarda alle montagne come uno
straordinario serbatoio, allora dentro questo
nuovo posizionamento può vedere aprirsi
Moderatore.
Lorenzo Dellai.
Moderatore.
Enrico Borghi.
Moderatore:
Walter Nicoletti, Giornalista RTTR
[1] La tavola rotonda si è svolta negli studi televisivi
di RTTR, a Trento.
straordinarie opportunità. La politica si sta
rendendo conto di quello che sta succedendo? La
mia sensazione è che sia ancora attardata su un
modello vecchio.
All’interno di questa visione, che
ruolo ha il Trentino per voi che vi occupate dei
piccoli Comuni della montagna?
Abbiamo celebrato in Trentino il
15° Congresso Nazionale che ha trasformato
l’UNCEM da sindacato di enti a sindacato di
territori. Lo abbiamo organizzato qui perché
riteniamo che in quest’area ci sia l’integrazione di
sistema e quelle componenti tra soggetti pubblici
e privati che possono fare in modo che queste
risorse siano governate partendo dal basso.
L’Italia è obbligata ad arrivare entro 9 anni a
garantire il 20% del proprio bilancio energetico
attraverso le rinnovabili. L’idroelettrico oggi
garantisce il 12,5%, con la geotermia e l’eolico si
arriva al 15%. Questo significa che in tema di
efficienza dell’idroelettrico e di capacità di nuove
economie (forestazione, biomassa e messa in
regime del sistema delle rinnovabili) si è aperto
uno straordinario mercato nel quale si assiste già
al posizionamento di grandi player, privati e
pubblici. Guardiamo con interesse quello che sta
succedendo in Trentino perché da qui potrebbe
partire un positivo contagio all’Arco Alpino. In
modo da evitare che questo territorio venga
concepito soltanto come serbatoio anziché come
luogo con il quale interfacciarsi e stabilire un
nuovo patto di solidarietà e di equilibrio tra
montagna produttrice e città consumatrice.
Marino Simoni, c’è una forte
domanda di energie sostenibili. Un caso
importante è rappresentato dalla casa in legno di
cui il Trentino è leader. Voi state lavorando molto
sulla filiera del legno a partire dalla
certificazione…
Il legno è una delle risorse
importanti di questo territorio. È sempre stato
uno dei grandi filoni dell’economia che ha sorretto
queste terre di montagna, da quando
commerciavamo con la Repubblica Veneta che lo
utilizzava per le sue navi e per le fondamenta
Moderatore.
Enrico Borghi.
Moderatore.
Marino Simoni.
delle sue città. Il legno in seguito, come molti
prodotti dell’agricoltura, era diventato filiera
debole. Il primo scopo che il consorzio si è
fissato è stato quello di partire dalla
certificazione sostenibile del bosco, dall’analisi
dello stato dell’arte delle nostre foreste, per
raggiungere tutta quella catena sostenibile che
dà qualcosa in più anche al consumatore, il
quale quando va ad acquistare una sedia, un
tavolo o una casa in legno riconosce in questi
prodotti la potenzialità del territorio che li ha
generati.
Paolo Gurisatti, come dicevamo,
la filiera si completa con la casa in legno.
Anche qui il Trentino ha una leadership con
importanti novità che si trovano dentro al
vostro distretto.
La riscoperta delle strutture in
legno esiste a tutti i livelli. Come Habitech
abbiamo fatto due operazioni: offerto al
mercato più sistemi per valutare le prestazioni
di questi edifici e investito sul green building
council, sul sistema di certificazione Leed.
Dopo aver diffuso questa sensibilità sul
mercato abbiamo creato le condizioni perché
aggregazioni di produttori trentini fossero in
grado di rispondere alla domanda che sta
nascendo, fornendo non solo le strutture in
legno, ma anche le finiture, gli impianti, in linea
con gli edifici di alta qualità che mantengono il
loro valore. Adesso i nostri operatori trovano
crescenti opportunità per fare innovazione
pagata dal mercato.
Quando parliamo di 300 aziende
di Habitech, parliamo solo di imprese trentine?
Habitech ha un numero elevato
di aziende trentine, ma tra i soci figurano anche
molte aziende venete e del Nordest in genere. Il
nostro distretto è in continuo sviluppo.
Essere distretto è qualcosa di
complicato dal punto di vista organizzativo. Voi
fornite anche servizi. Un esempio che va in
questa direzione solo le Esco (Energy Service
Companies).
Moderatore.
Paolo Gurisatti.
Moderatore.
Gianni Lazzari.
Moderatore.
Gianni Lazzari.
Moderatore.
Gianni Lazzari.
Moderatore.
Paolo Gurisatti.
Occorre partire dal presupposto
che se vogliamo riqualificare il patrimonio degli
edifici esistenti, dei nostri uffici e delle nostre
case, non possiamo pensare che l’onere di
questo investimento stia tutto dalla parte del
committente. Una soluzione interessante che si
è sviluppata dalla prima crisi petrolifera degli
Stati Uniti, è quella di trovare delle società che
a fronte di un risparmio garantito effettuano
degli investimenti (cambiano infissi, sistemi di
riscaldamento, ecc.). Mentre l’utente-
committente continua a pagare la bolletta, la
Esco sviluppa tutti gli interventi necessari e
trova anche i finanziamenti. Stiamo cercando di
costruire le varie parti del mercato perché
questo possa diventare realtà. È necessario
avere dei contratti seri che garantiscano il
risparmio, che garantiscano il committente e la
Esco. Occorre avere filiere di competenze,
persone che facciano bene gli audit energetici e
garantiscano anche le banche che mettono
l’investimento. Noi siamo impegnati in questo e
crediamo che sui territori possano nascere delle
Esco che avrebbero così l’opportunità di
entrare direttamente in contatto con le persone,
di avere la riconoscibilità della filiera degli
artigiani e anche della filiera degli istituti di
credito.
È anche un modo per legare le
banche locali al loro territorio…
Assolutamente sì. Se riusciamo
a far partire questo mercato ci sarà possibilità
di lavoro per i prossimi 10-15 anni. La Provincia
ha già iniziato a mettere mano a questo
progetto.
Del resto, in questo momento di
crisi, la green economy è forse l’unico settore in
grado di promuovere l’occupazione. Presidente
Gurisatti, parliamo ora di riqualificazione
urbanistica, edilizia e ambientale. Si tratta di
fermarsi e riqualificare l’esistente?
Sì, per tutto il Nordest si tratta
di passare da un modello basato su una
fabbrica per campanile ad un altro che prevede
I quaderni di Energheia
88
la capacità di modificare il paesaggio, di entrare
in competizione con le aree metropolitane che
attirano investimenti e cittadini perché offrono
servizi e qualità dell’ambiente. Nel Veneto e nel
Nordest è una sfida enorme perché si tratta di
ripensare il sistema territoriale. In tre punti, è
necessario: ridurre i consumi laddove gli edifici e
capannoni consumano troppo, risolvere i
problemi ambientali nel “giardino di casa”
(preferendo soluzioni tecnologiche di piccola
scala), e trovare il modo di produrre energia dove
serve. Il lavoro di trasformazione e distribuzione
infatti comporta anche dispersione. Le tecnologie
solari che stiamo sviluppando in Habitech
daranno la possibilità tra qualche anno di
produrre energia dove serve, quando serve.
C’è un aspetto della green economy
che è un po’ curioso: se risparmiamo fonti
energetiche non cresce il Pil. Dunque, in termini
politici, il Pil non sarà più un indicatore del
benessere…
Ricordiamoci il discorso di Robert
Kennedy sull’inadeguatezza del Pil come
indicatore del benessere delle nazioni
economicamente sviluppate. Il problema è uscire
dalla logica del Pil per entrare in un nuovo
sistema di indicatori. Non è un caso che oggi le
economie più avanzate stiano entrando nel
concetto di “benessere interno lordo”. Oggi,
ricchezza non è più solo quantità, ma quantità
associata alla qualità. Altrimenti, una logica di
costante produzione quantitativa rischia di
metterci fuori scala rispetto a giganti quantitativi,
come Cina, India e Brasile. Il punto è come
riuscire a interfacciare il concetto della qualità
che ci consente di stare, sotto il profilo del valore
aggiunto, su una scala superiore. Qui incrociamo
il tema della qualificazione delle nostre economie
locali. L’artigiano edile che fino a ieri costruiva
una casa con mattoni e cemento oggi deve
iniziare a farla secondo altri princìpi. L’abitazione
classica non è più quella tradizionale degli anni
‘60 ma è quella nella quale si riescono a tenere
insieme le economie del territorio, la filiera del
legno, la costruzione attraverso
l’approvvigionamento energetico locale (come il
fotovoltaico o l’utilizzo dei piccoli salti di
Moderatore.
Enrico Borghi.
acquedotto per la sostenibilità energetica) e la
qualificazione del personale. Se guardiamo la
storia delle montagne italiane, i montanari sono
stati straordinari innovatori nei momenti clue
della storia. E siccome crisi è sempre sinonimo
di cambiamento, se ci si attarda sul rimpianto,
sul lamento, sulla paura, fatalmente
qualcun’altro prenderà la bicicletta del
cambiamento e noi saremo costretti a corrergli
dietro.
Simoni, affrontiamo il tema
“green economy e giovani”. È il loro momento?
La nuova classe dirigente si formerà su questi
temi?
Il tema della green economy è
già patrimonio della nostra scuola. Bisogna
farlo diventare credibile nel momento in cui ai
giovani prospettiamo nuove opportunità. Credo
che questa sia la grande scommessa:
sostenere un sistema economico, renderlo
nuovamente appetibile, nel settore della ricerca
e dell’innovazione, e aprire uno spazio per i
giovani. In parallelo deve crescere una nuova
scuola, un nuovo modo di essere degli istituti
professionali, delle stesse università che non
possono trascurare la ricerca e l’innovazione.
E i giovani in questa dimensione dovranno per
forza esserci.
Siamo partiti parlando di energia
e siamo finiti a trattare di nuova politica e
nuovo pensiero. Abbiamo messo molti tasselli
per la prossima edizione della Settimana
Europea dell’Energia Sostenibile…
Sì, si è stretto un vero e
proprio accordo tra le persone che hanno
partecipato a questo evento, le quali si sono
date appuntamento al prossimo anno. Tra i temi
da affrontare nella prossima edizione ci sarà
probabilmente il Pil, in quanto strumento che ci
permette di misurare la ricchezza a livello
medio nazionale, ma che non calcola molti
costi che poi si ritrovano in un secondo
momento. L’obiettivo dei soggetti che hanno
partecipato a questa settimana è quello di
vedere se si può scendere di scala, se si può
Moderatore.
Marino Simoni.
Moderatore.
Paolo Gurisatti.
ragionare di Pil locale, di investimenti che
tornano in termini ambientali ed energetici sul
locale senza scaricare i problemi all’esterno.
È il momento di cambiare a tutti i
livelli, Borghi…
Sì, questa è la scommessa su
cui la politica è chiamata a cimentarsi, perché
calcolare il Pil su scala locale significa anche
porsi una nuova modalità di costruzione dello
sviluppo, che dal nostro punto di vista di
amministratori delle montagne è una
straordinaria opportunità per consentire alla
macchina-Paese di ripartire. Con una battuta, il
Paese riparte non con il Ponte sullo Stretto di
Messina, ma con mille piccoli cantieri su scala
locale in cui le ricchezze possano essere
realmente calcolate e in cui gli indici di
performance non sono più manipolabili dalla
grande comunicazione di massa, ma sono
concreti. In altre parole, se decidi di realizzare
un impianto a biomassa in una cittadina, o lo
costruisci oppure no. E in questo caso non ci
sono chiacchiere perché se c'è lavoro, la
risposta si innesca, altrimenti l'argomento non
può resistere alle critiche.
Moderatore.
Enrico Borghi.
I quaderni di Energheia
89
Moderator.
Paolo Gurisatti.
Journalist.
Paolo Gurisatti.
Moderator.
Lorenzo Dellai.
This economic crisis has, at its
centre, a new challenge: the future of green
economy. Is Trentino ready for it?
As we saw during the
GREENordEsT week Trentino is not only ready,
but is also recognized as the legitimate capital of
green techs in Italy, thanks to the best practices
that have been developed in this field up to now.
During the week this region brought us
numerous examples of outstanding excellence.
Habitech means, in figures, 300
companies, 8,000 employees and 1 billion euro
turnover. A considerable business ...
The goal that we set out to
achieve, with the Memorandum of
Understanding signed between the local
associations and the Province in 2005, was to
build a sustainable construction industry able to
keep pace with the national system and to be
competitive. The numbers show the size of the
impact of the Trentino system. We are organising
a team effort will allow Trentino operators to
become recognized leaders in Italy.
We heard talk of a green sustainable
metropolitan area. Trentino is supposed to be the
driving force in this area. Are we politically
moving towards a European cluster of renewable
energy sources Mr. Chairman Dellai ?
This is our goal, without being
too big headed, but also without underestimating
the positive experiences which have increased
over the last few years and which have made us
the natural go between for other areas with
whom we wish to collaborate, create networks
with and from which we should learn much and
to which we also want to offer our positive
experience. I believe that the time is ripe for
financial, political and cultural investments in
renewable energy sources. I think that Trentino
has done important things, above all regaining
ownership of the ultimate form of renewable
energy, hydropower. In this I see a form of
historical vindication: for many decades these
mountain areas have been robbed of their
energy, now they are slowly returning to taking
a leading role in natural resources development
and an environmentally sustainable way of
producing energy. I believe the goal should be
to create a network. In fact, we must reason
within a global logic. We can no longer take the
angle that this is a just revinification in our
unusual mountain setting. We must view
ourselves from a business perspective, placing
more and more enphasis on this issue, creating
new business able to capitalize the large
investments we have made in research into
alternative energy.
New alliances in the Northeast
area as far as I understand. Let’s make
sustainability our battle banner at all levels ...
Yes, Northeast Italy is a set of
relationships. We are interested in building this
network at 360°. Firstly, in the Alpine areas
where, as I see it, we are seen to be leaders.
This means in general that we want to open
discussions with the businesses located on the
great plains north and south of the Alps. We
can already have, despite the limits of our
quantitative size, an important role at a
national and international level. This is the way
we want to work in the future.
Marino, Simoni, can we consider
that special autonomy could also mean energy
autonomy?
The foundations have been
laid, the provincial government has identified
the way forward. The experience of Primiero for
instance with the implementation of an oil-free
zone, an independent oil free area, could be
transferred to Trentino. We must only be more
able to clarify the individual features
converging into a single logic. The reasoning
behind starting from the microsystem, that is
the municipalities, within a territorial logic, will
give us concrete answers to the proclaimed
Moderator.
Lorenzo Dellai.
Moderator.
Marino Simoni.
green economy that everybody is talking about.
Companies are invited to become involved and
make their contribution, in the field of
innovation too, under the direction and in
cooperation with Public sector and always with
an eye to the Trentino regional resources.
Trentino is mainly hydro, but it is also timber
and air territory, and, not least, in the
geothermal sector.
The green economy is also an
invitation to run the machinery of self
government involving structures such as
Habitech and private citizens, who also play a
part in this.
I think there are two levels to
work on. First of all, companies must capitalize
on the investments in order to enable Trentino
to become a cluster, this alo regards those
companies that must produce economic value
around these choices. We are very close to
acheiving this aim. The second point refers to
culture, to social sensitivity because the
behaviour of individuals is also important. And
even at this level Trentino, whilst not hiding the
problems and delays, is setting a good example.
Enrico Borghi, we all know what
your problems are, there are always difficulties
in the mountain area. Yet you are considering
your economy and your society within the
context of renewables ...
The mountain area is at a
crossroads. If it stops using the concept of
central policies, under which the economies of
the territories are planned in accordance with
centralised public spending initiating in Rome
and moving outwards towards the periphery, its
destiny is already mapped out. If, however, you
are aware that the main issue is the
relationship between user and producer,
between mountainous territory and non
mountainous territory who see the mountain as
an extraordianry reserve, then in this new role,
it offers tremendous opportunities for the
territory. Is the political engine aware of what's
happening? My feeling is that politics are still
Moderator.
Lorenzo Dellai.
Moderator.
Enrico Borghi.
[1] The round table took place in the studios of RTTR
TV channel, in Trento.
Round table at the end of the GREENordEsT week[1]
Guests:
Enrico Borghi, Chairman of Uncem Mountain Communities
Lorenzo Dellai, Chairman of the Autonomous Province of Trento
Marino, Simoni, Chairman of Consortium of Comuni Trentini
Polo Gurisatti, Chairman of Habitech
Gianni Lazzari, Chief Executive Officer of Habitech
THE ROLE OF TRENTINOFOR SUSTAINABLE DEVELOPMENT
Moderator:
Walter Nicoletti, Journalist RTTR
I quaderni di Energheia
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clinging to an outdated model.
Within this vision, what role do you,
who are used to dealing with small mountain
towns, assign to the Trentino region?
We recently celebrated the 15th
National Congress which has transformed the
Uncem from a union body to territorial union. We
organized it here because we believe that in this
area there is an integration of systems and
entities from public and private sectors which
can ensure that these resources are governed
from the bottom up. Italy must, within the next 9
years, ensure that 20% of its budget is spent on
renewable energy. Today hydro provides 12.5%,
geothermal and wind power provide 15%. This
means that in terms of efficiency and capacity of
hydropower new economies (forestry, biomass
and renewables) a special new market has
opened up where the major players both private
and public are already positioned. We are
watching with interest what is happening in
Trentino as the positive work done here could
well spread to the Alpine region in such a way
that this area which is percieved as a reservoir
rather than a place with which to interface and
agree on a new pact of collaboration and
balance between mountain producers and city
consumers.
Marino Simoni, there is a strong
demand for sustainable energy. An important
case is timber housing for which the Trentino
region is a leader. You're working a lot in the
timber sector starting with certification...
Wood is one of the important
resources in this territory. It has always been
one of the great veins of the local economy that
has supported this mountain area, since when
we started trading with the Republic of Venice
who used our wood for its vessels and for the
foundations of its city. Later wood, as with many
agricultural sectors, became unproductive sector.
The first thing the consortium set out to acheive
was the certification of sustainable forest
starting with the analysis of the actual state of
our forests, in order to acheive a sustainable
Moderator.
Enrico Borghi.
Moderator.
Marino Simoni.
chain which will offer added value to the
consumer, who is able to recognize when
buying a chair, a table or a wooden house the
potential of the area in which it has been
produced.
Paolo Gurisatti, the chain is
completed with wooden housing. Here too,
Trentino is under a leadership with important
news.
The rediscovery of wooden
buildings exists at all levels. Like we have done
two things: offered the market more ways to
assess the performance of these buildings, and
invested in the Green Building Council, the
LEED certification system. After sensibilizing the
market we have created the conditions for an
aggregation of producers in the Trentino area
who were able to meet emerging needs,
supplying not only the wooden buildings, but
also the accesories, installations, in line with
the high quality buildings which maintain their
value. Increasingly our operators find
opportunities for innovation paid for by the
market.
When we talk about 300
companies involved in Habitech, are we only
talking about Trentino businesses?
Habitech has among his
members a large number of companies from the
Trentino region, but also many Veneto
companies and from the Northeast in general.
Our consortium is constantly evolving.
Being a cosortium is something
complicated from an organizational point of
view. You also provide services. An example of
a move in only this direction are ESCOs, Energy
Service Companies.
We must assume that if we
want to redevelop the existing buildings, our
offices and our homes, we mustn’t think that
the burden of this investment is not only to be
born by the developer. An interesting solution
that was developed after the first oil crisis in
Moderator.
Paolo Gurisatti.
Moderator.
Gianni Lazzari.
Moderator.
Gianni Lazzari.
the United States, is to find companies that,
when faced with guaranteed savings, make
investments (change windows, heating
systems, etc.) Whilst the consumer-supplier
continues to pay the bill, the ESCO develops all
necessary actions and finds funding. We are
trying to build the various parts of the market so
that this becomes a reality. It is necessary to
have proper contracts that guarantee savings to
the customer and the ESCO. You need to have
chains of skilled workers, people who are able
to carry out energy audits effectively and
ensure that the banks offer investments. We are
committed to this and believe that in different
localities ESCOs can be set up which will have
the opportunity to come into direct contact with
people, who will be recognised and valued by
artisans and also by the local banks.
It is also a way to link the local
banks to their local areas.
Absolutely. If we can get the
market started there will be employment
opportunities for the next 10-15 years. The
Province has already started to consider this.
In a moment of crisis in
employment, the green economy is perhaps the
only sector that promotes employment. Mr.
Gurisatti, Chairman of Habitech, let’s talk about
urban redevelopment, housing and
environment. Do we stop and upgrade the
existing one?
Yes, throughout the Northeast
there is a move from a model based on a small
town factory to another model that provides the
ability to change the landscape, to compete
with metropolitan areas that attract investment
and citizens because they offer services and
quality environment. In Veneto and in the
Northeast it’s a huge challenge because it
means rethinking the territorial system. In three
areas it is necessary to reduce consumption
where buildings and warehouses consume too
much, solve environmental problems in one’s
own back yard (preferring small-scale
technological solutions), and find a way to
Moderator.
Gianni Lazzari.
Moderator.
Paolo Gurisatti.
I quaderni di Energheia
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produce energy where needed. The work of
transformation and distribution also involves
dispersion. The solar technologies that we are
developing in Habitech will offer the opportunity
to generate power where and when it is needed
in a few years time.
There is an unusual aspect related
to green economy: If we save energy is there is
no growth in GDP. Thus, in political terms, the
GDP will no longer be a welfare indicator ...
Remember Robert Kennedy's
speech about the inadequacy of GDP as an
indicator of the welfare of economically
developed nations. The problem is to get away
from the logic of GDP in order to get into a new
system of indicators. It is no coincidence that
today's most advanced economies are entering
the term "gross domestic welfare." Today, wealth
is no longer quantity but quantity associated with
quality. Otherwise, a logic of constant volume
production is likely to put us off the scales
compared to giant quantities, such as China,
India and Brazil. The crux of the matter is how to
interface the concept of quality that allows us to
feel, in terms of added value, that we are on a
larger scale. Here we come across the issue of
qualification of our local economies. The building
craft that has been building brick and cement
houses until just the other day must now start to
do the same job according to another set of
principles. The house is no longer the traditional
classic one of the'60s but it is one in which we
manage to support the economies of the area,
the timber sector, construction through local
energy supply (photovoltaic and use of small
jumps of the aqueduct for sustainable energy)
and qualification of personnel. If we look at the
history of the Italian mountains, the mountain
settlers were extraordinary innovators in and key
moments in history. And, as crisis is always
synonymous with change, if you delay on
regrets, complain about fears, inevitably
someone else will take up the banner of change
and we are forced to run behind.
Simoni, focuses on "green economy
and young people." Is it their moment? Will the
new leadership build on these themes?
Moderator.
Enrico Borghi.
Moderator.
Marino Simoni.
Moderator.
Paolo Gurisatti.
Moderator.
Enrico Borghi.
The theme of the green
economy is already part of our school. We must
make it believable when young people are
prospecting for new opportunities. I believe this
is the great challenge: support an economic
system, making it desirable for research and
innovation once again and create space for
young people. Contemporarily there needs to
be a new school system, a new way of life in
professional schools, and in the universities
that cannot refute research and innovation. And
within this dimension young people must, of
course, be involved.
We started talking about energy
and we ended up negotiating new policies and
new wishful thinking. We have many issues for
the next edition of the EU Sustainable Energy
Week...
A real agreement has been
formed, between the people who participated
in this event and those who plan the next one.
As to the GDP, the theme will probably be ‘how
to measure wealth’. GDP is a tool that allows
us to measure wealth at the national average
level, without taking into account many of the
costs that we will pay at a later date.The aim of
those who participated in this week is to see if
it is possible to downsize, if one can think
about GDP in local terms, of returns on
investment in environment and energy terms in
the local area without passing on the problems
to anyone else.
Is it time to change at all levels
Borghi?
Yes, this is the challenge to
which politics is must rise to, because the
calculation of GDP at a local level also means
asking for a new way of structuring
development, which, from our point of view as
mountain region administrators, is a
tremendous opportunity to enable the Country
to kick-start. To quip, the country kick-starts not
with the Strait of Messina, but with thousands
of small-scale local building sites where the
resources can actually be calculated and in
which performance indicators are no longer
manipulated by the great mass communication,
but are concrete. If you decide to build a
biomass power plant in a small town, either you
build it or you do not. And in this case there is
no room for small talk, because if there are jobs
the response is triggered, otherwise the
argument does not hold water with its critics.
I quaderni di Energheia
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