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Ias 36Riduzione di valore delle attività
Riferimenti bibliografici:Savioli, I principi contabili internazionali, Giuffrè, Milano, 2008, Capitolo 13
Ambito di applicazione
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Attività la cui riduzione di valore è disciplinata Attività la cui riduzione di valore è disciplinata dallo Ias 36dallo Ias 36
Tutte, Tutte, trannetranne
a)a) Rimanenze (Ias 2)Rimanenze (Ias 2)b)b) Lavori su ordinazione (Ias 11)Lavori su ordinazione (Ias 11)c)c) Attività fiscali differite (Ias 12)Attività fiscali differite (Ias 12)d)d) Attività derivanti da benefici a dipendenti Attività derivanti da benefici a dipendenti
(Ias 19)(Ias 19)e)e) Attività finanziarie disciplinate dallo Ias Attività finanziarie disciplinate dallo Ias
3939f)f) Investimenti immobiliari (Ias 40)Investimenti immobiliari (Ias 40)g)g) Attività biologiche connesse ad attività Attività biologiche connesse ad attività
agricola (Ias 41)agricola (Ias 41)h)h) Attività immateriali derivanti da contratti Attività immateriali derivanti da contratti
assicurativi (Ifrs 4)assicurativi (Ifrs 4)i)i) Attività non correnti classificate come Attività non correnti classificate come
possedute per la vendita (Ifrs 5)possedute per la vendita (Ifrs 5)Con particolare Con particolare riferimento alle attività riferimento alle attività finanziarie, lo Ias 36 si finanziarie, lo Ias 36 si
applica alle applica alle partecipazioni in:partecipazioni in:
società controllate (Ias società controllate (Ias 27);27);società collegate (Ias società collegate (Ias 28); 28); joint ventures (Ifrs 11).joint ventures (Ifrs 11).
Identificazione dell’attività che può aver subito una perdita di valore
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Elementi alla base della verifica dell’esistenza di una perdita di valoreElementi alla base della verifica dell’esistenza di una perdita di valore
Fonti informative esterneFonti informative esterne Fonti informative interneFonti informative interne
Cali significativi del valore di mercato del bene, eccedenti quelli che si potevano ipotizzare in base al passare del tempo o all’uso;
Significativi mutamenti attuali o prevedibili dell’ambiente esterno relativamente a tecnologia, mercato, contesto economico generale o normativo;
Incrementi nei tassi di interesse che possono ridurre la stima di un precedente valore d’uso stimato;
Capitalizzazione di borsa inferiore al patrimonio netto contabile (solo per aziende quotate).
Evidente obsolescenza o deterioramento di un’attività; Modificazioni avvenute o prospettiche circa le modalità
di utilizzo di un’attività, quali programmi di cessazione o ristrutturazione del settore operativo cui l’attività appartiene, o prevista dismissione dell’attività prima del termine inizialmente previsto;
Evidenze dal sistema informativo interno che l’andamento economico di un’attività sarà peggiore di quanto previsto.
Periodicità della verifica (Periodicità della verifica (impairment testimpairment test))
a)a) Attività immateriali a vita utile indefinita; Attività immateriali a vita utile indefinita; b)b) Attività immateriali non ancora disponibili per Attività immateriali non ancora disponibili per
l’uso; l’uso; c)c) Avviamento acquisito in operazione di Avviamento acquisito in operazione di
aggregazione aziendale.aggregazione aziendale.
In ogni caso, annualmente, salvo In ogni caso, annualmente, salvo l’applicazione del principio di l’applicazione del principio di
«materialit໫materialità»
Tutte le altre attività materiali e immaterialiTutte le altre attività materiali e immateriali
In presenza di indicazioni di una In presenza di indicazioni di una potenziale perdita di valorepotenziale perdita di valore
In che cosa consiste l’impairment test: prime considerazioni
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Il processo di verifica (o impairment test) consiste nel verificare (in occasioni stabilite) che la singola attività (o una unità generatrice di flussi finanziari) non sia iscritta in bilancio a un valore superiore al suo valore recuperabile
Valore recuperabileValore recuperabile Maggiore traMaggiore tra
Fair valueFair value al netto dei al netto dei costi di dismissionecosti di dismissione
Valore d’usoValore d’uso
Valore di bilancio >
valore recuperabile
L’attività è in grado di generare autonomi flussi finanziari?
Svalutazione della singola attività
Svalutazione della Cash generating unit
sisi nono
sisi
Nessuna svalutazione
nono
Marchi e brevetti concessi in licenza, terreni e fabbricati in locazione, automezzi dati a noleggio, partecipazioni in imprese controllate, collegate o j.v.
Avviamento, marchi di prodotti commercializzati,
brevetti utilizzati, software, anagrafiche clienti, terreni e
fabbricati strumentali, impianti e macchinari
strumentali
Il concetto di «fair value al netto dei costi di dismissione»
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Fair value :
«il prezzo che si percepirebbe per la vendita di un’attività ovvero che si pagherebbe per il
trasferimento di una passività in una regolare operazione tra operatori di mercato alla data di
valutazione»
Riferimento per Riferimento per individuazione individuazione del del fair valuefair value: :
Ifrs 13Ifrs 13 Metodi di valutazione
Input e gerarchia del fair value
Costi di dimissione
Costi correlati Costi correlati all’eventuale all’eventuale
vendita vendita dell’attività, al dell’attività, al netto di quelli netto di quelli
già rilevati come già rilevati come passivitàpassività
Spese legali, imposte di bollo e simili connesse alla transazione;
Costi di rimozione dell’attività; Costi incrementali diretti necessari per
rendere una attività pronta per la vendita; Esclusi:
costi sostenuti per i dipendenti dovuti alla cessazione del rapporto di lavoro;
costi associati alla riduzione o riorganizzazione dell’azienda, successivi alla dismissione dell’attività
Il concetto di «valore d’uso»
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Il «valore d’uso» Il «valore d’uso» è un valore è un valore «interno» «interno»
È il valore attuale dei flussi finanziari che si stima È il valore attuale dei flussi finanziari che si stima l’attività (o gruppo di attività) oggetto di l’attività (o gruppo di attività) oggetto di impairmentimpairment
sarà in grado di produrre in futurosarà in grado di produrre in futuro
Valore d’usoValore d’uso
Variabili rilevanti Variabili rilevanti per la per la
determinazione determinazione del valore d’usodel valore d’uso
Cf Cf = stima dei flussi finanziari derivanti dall’utilizzo = stima dei flussi finanziari derivanti dall’utilizzo dell’attivitàdell’attività
i i = tasso di interesse appropriato per l’attualizzazione = tasso di interesse appropriato per l’attualizzazione dei flussi finanziaridei flussi finanziari
t t = il periodo nel quale si prevede di poter fruire dei = il periodo nel quale si prevede di poter fruire dei benefici (flussi di cassa positivi al netto di quelli benefici (flussi di cassa positivi al netto di quelli negativi) che il bene può rilasciarenegativi) che il bene può rilasciare
La prima variabile: la stima dei flussi di cassa futuri
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Flussi finanziari: caratteristiche e composizioneFlussi finanziari: caratteristiche e composizione
Composizione dei Composizione dei flussiflussi
Devono essere considerati i: Devono essere considerati i: •flussi di cassa in entrata derivanti dall’utilizzo continuo dell’attività;flussi di cassa in entrata derivanti dall’utilizzo continuo dell’attività;•flussi di cassa in uscita necessari per generare i flussi in entrata (attribuibili in modo flussi di cassa in uscita necessari per generare i flussi in entrata (attribuibili in modo diretto o in base a un criterio ragionevole); diretto o in base a un criterio ragionevole); •flussi in uscita necessari per rendere utilizzabile l’attività;flussi in uscita necessari per rendere utilizzabile l’attività;•flussi derivanti dalla dismissione del bene al termine della sua vita utile.flussi derivanti dalla dismissione del bene al termine della sua vita utile.
Origine delle Origine delle informazioniinformazioni
• Le informazioni per la stima dei flussi devono derivare, innanzitutto, dai budget Le informazioni per la stima dei flussi devono derivare, innanzitutto, dai budget aziendali formalizzati e approvati dalla direzione aziendale; aziendali formalizzati e approvati dalla direzione aziendale;
• Le previsioni fondate sui budget devono comunque abbracciare un periodo non Le previsioni fondate sui budget devono comunque abbracciare un periodo non superiore a cinque anni, poiché oltre non sono attendibili;superiore a cinque anni, poiché oltre non sono attendibili;
• le previsioni oltre questo periodo e fino al termine della vita utile dell’attività, le previsioni oltre questo periodo e fino al termine della vita utile dell’attività, dovranno essere stimate mediante estrapolazione, applicando ai dati di budget dovranno essere stimate mediante estrapolazione, applicando ai dati di budget tassi di crescita annuali opportunamente individuatitassi di crescita annuali opportunamente individuati
Condizioni correntiCondizioni correnti• La stima dei flussi dovrà essere eseguita sulla base delle «condizioni correnti» La stima dei flussi dovrà essere eseguita sulla base delle «condizioni correnti»
dell’azienda, ossia delle condizioni nelle quali operadell’azienda, ossia delle condizioni nelle quali opera
Riflessi di eventuali Riflessi di eventuali riorganizzazioni riorganizzazioni
aziendaliaziendali
• Se si tratta di processi di ristrutturazione non ancora iniziati, di essi non si deve Se si tratta di processi di ristrutturazione non ancora iniziati, di essi non si deve tener conto; tener conto;
• Se, invece, di stratta di processi di ristrutturazione già avviati: Se, invece, di stratta di processi di ristrutturazione già avviati: la stima dei flussi in entrata e in uscita derivanti dall’uso dell’attività dovrà la stima dei flussi in entrata e in uscita derivanti dall’uso dell’attività dovrà
considerare le nuove condizioni di gestione; considerare le nuove condizioni di gestione; Le stime dei flussi in uscita connessi alla riorganizzazione aziendale non Le stime dei flussi in uscita connessi alla riorganizzazione aziendale non
rilevano ai fini della determinazione del valore d’suo dell’attività, in quanto rilevano ai fini della determinazione del valore d’suo dell’attività, in quanto rilevano come passività potenzialirilevano come passività potenziali
La seconda variabile: il tasso di attualizzazione
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Ci sono due diversi approcci:
Approccio tradizionaleApproccio tradizionale
Approccio dei flussi finanziari attesiApproccio dei flussi finanziari attesi
I flussi finanziari da attualizzare non sono «pesati» in base alla probabilità
che effettivamente si realizzino e il tasso di attualizzazione riflette la seguente
impostazione di base
i i = r + s = r + s
Tasso risk free: è il tasso che riflette il semplice trascorrere del tempo assunto, di norma, in misura pari a investimenti in titoli a reddito
fisso con rischio nullo a quasi nullo
Componente che riflette il rischio associato allo specifico investimento, ossia il rendimento che gli operatori richiederebbero se si trovassero in una situazione di dover scegliere un investimento che genera flussi finanziari di importo tempistica e rischio equivalenti a quelli che l’azienda si aspetta di ottenere dall’attività oggetto di valutazione
Modalità di ottenimento
prioritariamente dal mercatoprioritariamente dal mercato
Se non disponibili tassi Se non disponibili tassi reperibili dal mercato, reperibili dal mercato,
attraverso l’uso di idonee attraverso l’uso di idonee tecnichetecniche
Tasso implicito utilizzato per attività similari in contrattazioni correntemente presenti sul mercato
Costo medio ponderato del capitale WACC, determinato usando tecniche quali il CAPM;
Il tasso di finanziamento marginale dell’azienda;
Altri tassi reperibili sul mercato
I flussi finanziari da attualizzare sono «pesati» in base alla probabilità che effettivamente si realizzino, sicché il tasso di
attualizzazione riflette il semplice trascorrere del tempo
i i = r = r
Esempio: confronto tra le due impostazioni riguardanti il tasso di attualizzazione
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Esempio 1Esempio 1 Si ipotizzino, in merito allo sfruttamento di un brevetto della vita utile residua di cinque anni, i seguenti flussi di cassa e le relative probabilità del loro verificarsi.
Anno Flussi di cassa stimati
Composizione e probabilità di manifestazione
1 30.000 14.00016.000
70%60%
2 36.000 20.00016.000
90%60%
3 36.00011.00018.000
7.000
80%90%10%
4 36.000 18.00018.000
90%80%
5 30.00015.00010.000
5.000
75%80%15%
Sulla base di questi dati si calcoli: a)il valore d’uso secondo l’approccio tradizionale considerando un «r» pari al 2% e un «s» pari al «5%»; b)Il valore d’uso secondo l’approccio per flussi di cassa attesi considerando un «r» pari al 2%.
Esempio 1: segue soluzione
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Anno Flussi di
cassa stimati
Composizione probabilità di
manifestazione
Flussi di cassa attesi, composizione/totale annuo
Tasso di attualizza-
zione
Flussi di cassa
attualizzato
1 30.000 14.00016.000
70%60%
9.8009.600 19.400 2% 19.019,61
2 36.000 20.00016.000
90%60%
18.0009.600 27.600 2% 26.258,26
3 36.00011.00018.000
7.000
80%90%10%
8.80016.200
70025.700 2% 24.217,68
4 36.000 18.00018.000
90%80%
16.20014.400 30.600 2% 28.269,67
5 30.00015.00010.000
5.000
75%80%15%
11.2508.000
75020.000 2% 18.114,62
Valore d’usoValore d’uso 116.149,84116.149,84
Anno Flussi di cassa stimati
Tasso di attualizzazione
Flusso di cassa attualizzato
1 30.000 7% 28.037,38
2 36.000 7% 31.443,79
3 36.000 7% 29.386,72
4 36.000 7% 27.464,23
5 30.000 7% 21.389,71
Valore d’usoValore d’uso 132.721,71132.721,71
Valore d’uso Valore d’uso secondo secondo
l’approccio l’approccio tradizionaletradizionale
Valore d’uso Valore d’uso secondo secondo
l’approcci l’approcci dei flussi di dei flussi di cassa attesicassa attesi
Precisazioni per il caso di attività oggetto di «rideterminazione di valore»
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È importante puntualizzare che lo Ias 36 si applica non solo alle attività valutate al costo, ma anche a quelle oggetto di valutazione al fair value, in conformità al modello della «rideterminazione del valore»
La differenza tra il fair value di cui allo Ias 16 o dello Ias 38 e il fair value al netto dei costi di dismissione di cui allo Ias 36 è rappresentata unicamente dai costi diretti incrementali
attribuibili alla dismissione dell’attività
L‘esecuzione o meno dell’impairment test dipenderà, quindi, dall’entità dei costi di dismissione
Costi di dismissione Costi di dismissione «irrilevanti»«irrilevanti»
Costi di dismissione Costi di dismissione «non irrilevanti»«non irrilevanti»
No No impairment testimpairment test Si Si impairment testimpairment test
Il profilo contabile della svalutazione per perdita di valore
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Per quanto attiene al profilo contabile della svalutazione occorre distinguere tra:
Rilevazione di una perdita per riduzione Rilevazione di una perdita per riduzione di valore di una di valore di una
«singola attivit໫singola attività»
Rilevazione di una perdita per riduzione Rilevazione di una perdita per riduzione di valore di una «di valore di una «cash generating unitcash generating unit»»
Principali attività soggette a impairment test a livello singolo: a)marchi e brevetti dati in licenza; b)immobili dati in locazione; c)Altri beni pluriennali in locazione;d)Partecipazioni in imprese controllate; e)Partecipazioni in imprese collegate; f)Partecipazioni in joint venture.
Aspetti contabili da analizzareAspetti contabili da analizzare
Perdita di valore di una singola attività Perdita di valore di una singola attività valutata al costovalutata al costo11
Perdita di valore di una singola attività Perdita di valore di una singola attività valutata al fair valuevalutata al fair value22
Perdita di valore eccedente il valore Perdita di valore eccedente il valore contabile di un’attivitàcontabile di un’attività33
La perdita di valore va rilevata a conto economico, a contropartita del «Fondo ammortamento e svalutazione»
Qualora vi siano state precedenti rivalutazioni e quindi sia iscritta nel patrimonio netto una «Riserva OCI», la perdita andrà prima imputata a questa riserva e poi, in caso di eccedenza, a conto economico, sempre in contropartita del «Fondo ammortamento e svalutazione»
In questo caso, oltre alla perdita di valore integrale dell’attività, andrà rilevato anche un accantonamento per passività potenziali (esempi: perdite eccedenti il capitale in una partecipata, edificio danneggiato da abbattere con connessi costi di bonifica)
Rinvio alle slides 13-15
La svalutazione può essere imputata a La svalutazione può essere imputata a riduzione del valore del bene o riduzione del valore del bene o
imputata a un «Fondo ammortamento imputata a un «Fondo ammortamento e svalutazione»e svalutazione»
Identificazione di una cash generating unit
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Spesso accade che il «valore recuperabile» non sia determinabile per una «singola» attività perché:
il il fair value fair value non è non è individuabile perché individuabile perché
manca un mercato attivo manca un mercato attivo per quella attivitàper quella attività
il valore d’uso non è determinabile il valore d’uso non è determinabile perché la attività in questione non perché la attività in questione non genera flussi autonomi rispetto ad genera flussi autonomi rispetto ad altre attività o all’azienda nel suo altre attività o all’azienda nel suo
complessocomplesso
oppureoppure
In questo caso si deve
Determinare il valore recuperabile con riferimento alla (più piccola) «unità generatrice di flussi finanziari» cui l’attività appartiene (stabilimento, linea produttiva, reparto,
filiale, ramo d’azienda, azienda, ecc.)
Unità generatrice di flussi finanziari Unità generatrice di flussi finanziari ((cash generating unit cash generating unit o CGU)o CGU)
Il più piccolo gruppo identificabile di attività che generi flussi finanziari in entrata derivanti dall’uso continuativo delle attività che sono ampiamente indipendenti dai flussi finanziari in entrata generati da altre attività o gruppi di attivitàEsempio: il software utilizzato nel settore amministrativo o il marchio di fabbrica dei prodotti realizzati e venduti da un’azienda non sono attività capaci di generare flussi finanziari in autonomia, ma solo se considerate insieme alle altre attività impiegate nel processo di produzione e vendita
Risente quindi di valutazioni soggettive del management
È sufficiente che l’unità sia potenzialmente in grado di
generare flussi finanziari anche se non li realizza
effettivamente (es.: reparto) È fondamentale che, nel corso del tempo, i criteri per l’individuazione
delle CGU restino costanti
Casi aziendali
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Una società che opera nel settore minerario possiede una ferrovia privata per agevolare la propria attività estrattiva. La ferrovia privata può essere venduta solo al valore di rottame e non genera flussi finanziari in entrata ampiamente indipendenti dai flussi finanziari in entrata derivanti dalle altre attività estrattive. Non è possibile stimare il valore recuperabile della ferrovia privata perché il suo valore d’uso non può essere determinato ed è probabilmente differente dal valore recuperabile.Perciò, l’entità stima il valore recuperabile dell’unità generatrice di flussi finanziari cui la ferrovia privata appartiene, ossia la miniera nel suo insieme (Ias 36, par. 68).
Esempio 2Esempio 2
Una società che gestisce un parco di autobus fornisce per contratto servizi a un Comune, il quale richiede un servizio minimo su ciascuno di cinque distinti percorsi. Le attività impiegate in ciascun percorso e i flussi finanziari derivanti da ciascun percorso possono essere identificati separatamente. Uno di questi percorsi opera con una significativa perdita. Poiché l’entità non ha la facoltà di chiudere uno qualsiasi dei percorsi degli autobus, il livello più basso di flussi finanziari in entrata identificabili, che sono ampiamente indipendenti dai flussi finanziari in entrata derivanti dalle altre attività o gruppi di attività, è il flusso finanziario in entrata generato dai cinque percorsi insieme. L’unità generatrice di flussi finanziari per ciascun percorso è la società di autobus nel suo insieme (Ias 36, par. 68).
Esempio 3Esempio 3
Una società che produce prodotti per la cura del corpo ha definito le proprie CGU in base alle divisioni operative «shampoo, dentifrici e creme» e ha allocato alle singole CGU i diversi impianti di produzione. A seguito della chiusura delle «creme», la società ha deciso di utilizzare la capacitò produttiva degli impianti liberi per la produzione dei dentifrici. La società deve esporre tali informazioni nelle note al bilancio
Esempio 4Esempio 4
L’impairment test nel caso di una CGU
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L’impostazione è la stessa prevista per le attività L’impostazione è la stessa prevista per le attività singolesingole
Valore contabile CGUValore contabile CGU
Fair valueFair value CGU al netto CGU al netto dei costi di dismissionedei costi di dismissione
Valore d’uso CGUValore d’uso CGU
confronto
1. Il valore contabile deve essere individuato in modo coerente con il criterio con il quale è individuato il valore recuperabile;
2. Il valore contabile è dato dalla somma dei valori delle attività che compongono la CGU, sia di quelle direttamente riferibili, sia di quelle riferibile in base a un criterio di ragionevole imputazione;
3. Il valore contabile non include, in linea di principio, il valore delle passività, salvo che la loro considerazione sia indispensabile per la determinazione del valore recuperabile della CGU;
4. Il valore contabile, di norma, non tiene conto delle attività correnti (quali crediti e rimanenze) che sono sottoposte separatamente a verifiche per perdite di valore.
particolarità
particolarità
Il fair value raramente sarà preso in considerazione perché presuppone la presenza di una CGU in via di dismissione
particolarità
Il flusso di cassa utilizzato sarà di norma corrispondente all’EBITDA (Earning Before Taxes Depraciation and Amortisation)
L’impairment test dell’avviamento
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Un’operazione di aggregazione aziendale (acquisto ramo d’azienda, conferimento, fusione, ecc.) può determinare l’iscrizione nell’attivo di un plusvalore a titolo di «avviamento»
L’avviamento, però, secondo lo Ias 38, essendo a vita utile indefinita, non può essere ammortizzato, bensì sottoposto a impairment test
L’avviamento, però, secondo lo Ias 38, essendo a vita utile indefinita, non può essere ammortizzato, bensì sottoposto a impairment test
Quando? Quando? Con cadenza annuale, ma deve essere ripetuto, ogni anno, nello stesso periodo
Nel primo esercizio di iscrizione nell’attivo dell’avviamento, per effetto di un’operazione di aggregazione aziendale, l’impairment
test andrà eseguito prima della chiusura dell’esercizio stesso
N.B.:
Condizione per eseguibilità
dell’impairment test
Previa allocazione dell’avviamento alla CGU o
al gruppo di CGU cui si riferisce
Ipotesi di allocazione contabile:Ipotesi di allocazione contabile: 1.1.all’all’aziendaazienda, se la CGU coincide con , se la CGU coincide con l’azienda acquisita; l’azienda acquisita; 2.2.al al ramo o business unitramo o business unit, se la CGU è , se la CGU è un segmento dell’’azienda acquisita; un segmento dell’’azienda acquisita; 3.3.al al settore di attivitàsettore di attività, se la CGU è un , se la CGU è un settore di attività; settore di attività; 4.4.a a un gruppo di CGUun gruppo di CGU, se l’avviamento, , se l’avviamento, riferibile a più CGU, non può essere riferibile a più CGU, non può essere imputato specificamente a ognuna di imputato specificamente a ognuna di esse, se non in modo arbitrarioesse, se non in modo arbitrario
Contestuale verifica per riduzione di valore della CGU e delle attività che la compongono
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Se, contestualmente, alla verifica per perdita di valore di una CGU si procede, perché vi sono indicazioni in tal senso, anche alla verifica di perdite di valore per un o più delle singole attività che compongono la CGU, allora occorre procedere con questo ordine nella verifica:
Singole attivitàSingole attività
CGU cui è stato allocato CGU cui è stato allocato l’avviamentol’avviamento
Gruppo di CGU cui è stato Gruppo di CGU cui è stato allocato l’avviamentoallocato l’avviamento 3°3°
2°2°
1°1°
La stessa regola si applica laddove il rapporto sia tra CGU (e non singole attività) e gruppo di CGU
Rilevazione contabile della perdita di valore di una CGU
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Imputazione contabile
Nel caso in cui la perdita di valore riguardi una CGU e non una singola attività, bisognerà determinare in quale misura la stessa si riferisca alle attività che ne fanno parte, compreso l’avviamento se iscritto
Regola Regola
Prioritariamente Prioritariamente La perdita va imputata riduzione del valore di carico dell’avviamento (se ancora esistente in bilancio)
Successivamente Successivamente Alle altre attività che compongo la CGU assoggettate allo IAS 36, in base a un criterio proporzionale, ma fino a ridurre il loro valore di carico non oltre il più elevato tra il loro fair value al netto dei costi di dismissione e il loro valore d’uso
N.B.:N.B.:La perdita di valore eccedente l’avviamento non va imputata alle attività che non sono sottoposte a impairment test (es.: rimanenze e crediti);
Correttivo Correttivo Se con il calcolo di cui sopra il valore di carico di una delle attività della CGU scenderebbe al di sotto del fair value o del valore d’uso, la perdita eccedente non imputabile a queste attività va imputata, pro-quota, alle altre attività della CGU
Perdita di valore dei corporate assets
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Gli stessi criteri adottati per l’individuazione di una perdita di valore in relazione Gli stessi criteri adottati per l’individuazione di una perdita di valore in relazione all’avviamento, devono essere adottati per i cespiti destinati ad attività ausiliarie e all’avviamento, devono essere adottati per i cespiti destinati ad attività ausiliarie e comuni (comuni (corporate assetscorporate assets))
Naturalmente, si tratta di beni che non sono capaci di generare autonomi flussi finanziari, possono quindi presentarsi due casi:
Una parte del valore contabile di queste attività è imputabile con un criterio ragionevole e coerente a una CGU
Il valore contabile di queste attività non è imputabile, neanche in parte, a una
CGU
Si deve confrontare il valore contabile della CGU, inclusa la parte relativa ai
corporate assets, con il relativo valore recuperabile
Si deve: •Confrontare il valore contabile dell’unità, esclusi i corporate assets, con il suo valore recuperabile, e rilevare l’eventuale perdita di valore; •Identificare il più piccolo gruppo di unità generatrici di flussi finanziari cui può essere imputata, secondo un criterio ragionevole e coerente, una quota parte del valore del valore dei corporate assets; •Confrontare il valore contabile di tale gruppo di attività, incluso il valore dei corporate assets, con il valore recuperabile del gruppo di attività.
Vedi esempi consegnati un
aula
Il 1° gennaio 2012 la società Gamma S.p.a. ha acquistato un ramo d’azienda al costo di euro 750. Il fair value delle attività nette acquisite è pari a 600. L’avviamento, determinato come differenza tra il corrispettivo pattuito e il fair value delle singole attività e passività è pari a 150. La CGU è così costituita:
Attività componente la CGU Valore all’atto dell’acquisto Valore alla chiusura dell’esercizioAvviamento 150 150Attività materiali 400 360Attività immateriali a vita definita 200 160Totali 750 670
Si consideri che: (a)le attività materiali sono costituite da Impianti e macchinari da ammortizzare in 10 anni a quote costanti; (b)le attività immateriali sono costituite da un marchio da ammortizzare in 5 anni a quote costanti.Alla fine dell’esercizio 2012 è eseguito l’impairment test, dal quale emerge un valore recuperabile della CGU di 650 e, quindi, una perdita di valore di 20.
Esempio: perdita di valore inferiore all’avviamento
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Esempio 5Esempio 5
Attività che compongono la Attività che compongono la CGUCGU
Valore contabile CGU al Valore contabile CGU al 31.12.2012, 31.12.2012, post post ammortamentiammortamenti
Imputazione perdita di Imputazione perdita di valorevalore
Valore contabile CGU al Valore contabile CGU al 31.12.2012, 31.12.2012, post post perdita di valoreperdita di valore
Avviamento 150 (20) 130
Attività materiali nette 360 - 360
Attività immateriali nette 160 - 160
Totali 670 (20) 650
Perdita per riduzione di valore a Avviamento 20
Stesso caso prospettato nell’esempio precedente, con la sola differenza che dall’ impairment test eseguito alla fine dell’esercizio 2012 emerge un valore recuperabile della CGU di 500 e, quindi, una perdita di valore di 170.
Esempio: perdita di valore inferiore all’avviamento
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Esempio 6Esempio 6
Attività che compongono la Attività che compongono la CGUCGU
Valore contabile CGU al Valore contabile CGU al 31.12.2012, 31.12.2012, post post ammortamentiammortamenti
Imputazione perdita di Imputazione perdita di valorevalore
Valore contabile CGU al Valore contabile CGU al 31.12.2012, 31.12.2012, post post perdita di valoreperdita di valore
Avviamento 150 (150) 130
Attività materiali nette 360 (13,85=360/520*20) 346,15
Attività immateriali nette 160 (6,15=160/520*20) 153,85
Totali 670 (170) 650
Perdita per riduzione di valore a Diversi 170,00
Avviamento 150,00
Impianti e macchinari 13,85
Marchi 6,15
Ripresa di valore
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Alla data di chiusura di ogni esercizio, occorre verificare se precedenti perdite di valore di attivo possano non sussistere più oppure si siano ridotte. Le informazioni, al riguardo, derivano sempre da:
(a) il valore di mercato del bene è aumentato significativamente;
(b) si sono verificati o si verificheranno a breve cambiamenti, con effetti favorevoli, nell’ambiente tecnologico, economico, di mercato, in cui opera l’azienda oppure nel mercato di specifico interesse nel quale essa opera;
(c) i tassi di interesse o altri rendimenti sono diminuiti e ciò genera un riflesso sul tasso di attualizzazione utilizzato dall’azienda, aumentando in modo rilevante il valore recuperabile (più precisamente il valore d’uso);
(d) Il sistema informativo interno all’azienda evidenzia che il rendimento di quel bene sarà migliore di quanto in precedenza ipotizzato
Fonti esterneFonti esterne
(a) Incrementi di efficienza che determineranno effetti positivi negli esercizi futuri;
(b) Il sistema informativo interno all’azienda evidenzia che la redditività dell’attività è migliorata durante l’esercizio o si incrementerà nei periodi amministrativi successivi.
Fonti interneFonti interne
Aspetti contabili connessi alla contabilizzazione delle riprese di valore
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Ripresa di valore di Ripresa di valore di «singole attivit໫singole attività»
Ripresa di valore di Ripresa di valore di ««Cash generating UnitCash generating Unit»»
Valutate al costoValutate al costo Valutate al Valutate al fair valuefair value
1. Il ripristino è possibile fino al raggiungimento del valore che il bene avrebbe avuto, senza la riduzione di valore, al netto degli ammortamenti;
2. La misura eccedenza deve essere considerata come rivalutazione e trattata ai sensi dello Ias 16 o Ias 38
1. Il ripristino deve essere contabilizzato a incremento della Riserva OCI, tranne il caso in cui ci sia stata in precedenza una riduzione di valore imputata a conto economico;
2. In caso di precedente svalutazione a conto economico, il ripristino andrà imputato a riserva solo per la parte che eccede la precedente riduzione di valore
Il quadro delle ipotesiIl quadro delle ipotesi
1. Il ripristino deve essere attributo alla CGU in proporzione al valore contabile di ogni singola attività;
2. Il valore dell’avviamento non deve mai essere sottoposto a ripristino di valore (questa ripresa sarebbe, infatti, imputabile a un ammortamento internamente generato che non può mai essere iscritto nell’attivo)
La rilevazione della ripresa comporta sempre la revisione dei piani di ammortamento delle attività revisionateLa rilevazione della ripresa comporta sempre la revisione dei piani di ammortamento delle attività revisionate
Esempio: ripresa di valore di una singola attività valutata al costo
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Esempio 7Esempio 7 La società Alfa S.r.l. ha acquistato nell’anno 2009 un brevetto del valore di euro 1.000.000. La società ha stimato la vita utile di tale attività in cinque anni e ha impostato un piano di ammortamento a quote costanti applicando nel primo esercizio di utilizzo del brevetto la quota intera di ammortamento. Il criterio di valutazione adottato è quello del costo. Il piano di ammortamento originario era pertanto il seguente:
Anno Costo storico Quota amm.to Fondo amm.to Valore residuo
2009 1.000.000 200.000 200.000 800.000
2010 1.000.000 200.000 400.000 600.000
2011 1.000.000 200.000 600.000 400.000
2012 1.000.000 200.000 800.000 200.000
2013 1.000.000 200.000 1.000.000 0
Nell’anno 2010, a seguito di informazioni fornite dai principali concorrenti su nuove ricerche effettuate, la società valuta (attraverso un impariment test) il valore recuperabile del brevetto euro 450.000. La perdita di valore da rilevare è pari a euro 150.000 (600.000-450.000) e il piano revisionato è il seguente.
Anno Costo storico Rid./Rip. valore Quota amm.to Fondo amm.to Valore residuo
2009 1.000.000 200.000 200.000 800.000
2010 1.000.000 200.000 400.000 600.000
2010 (p.p.v.) 850.000 (150.000) - 400.000 450.000
2011 850.000 150.000 550.000 300.000
2012 850.000 150.000 700.000 150.000
2013 850.000 150.000 850.000 0
(p.p.v.) = post perdita di valore
Perdita per riduzione di valore a Brevetti 150.000
Segue esempio 7
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Durante l’anno 2011, le società concorrenti danno notizia che le ricerche realizzate non porteranno all’ottenimento dei risultati previsti, e quindi la società al termine dell’esercizio ridetermina nuovamente il valore recuperabile del brevetto in euro 520.000.Considerato il nuovo piano di ammortamento derivante dalla precedente riduzione di valore, l’importo della ripresa di valore è così determinabile:
Valore recuperabile al 31/12/2011 520.000Valore residuo contabile al 31/12/2011 post ammortamenti (300.000)Ripresa di valore 220.000
Occorre però considerare che con la ripresa di valore il valore contabile (netto) dell’attività non può superare quello che avrebbe avuto senza la riduzione di valore. Poiché la società adotta il criterio di valutazione al costo, l’eventuale eccedenza non dovrà essere considerata. Pertanto, poiché il valore netto contabile del brevetto alla data del 31/12/2011 sarebbe stato pari, senza la riduzione di valore, a euro 400.000, il ripristino di valore andrà eseguito fino a questo ammontare e non fino al più alto valore recuperabile (pari a euro 520.000). Andrà quindi rilevata una ripresa di valore di euro 100.000 (=400.000-300.000).
Anno Costo storico Rid./Rip. valore Quota amm.to Fondo amm.to Valore residuo
2009 1.000.000 200.000 200.000 800.000
2010 1.000.000 200.000 400.000 600.000
2010 (p.p.v.) 850.000 (150.000) - 400.000 450.000
2011 850.000 150.000 550.000 300.000
2011 (p.r.v.) 950.000 100.000 - 550.000 400.000
2012 950.000 200.000 750.000 200.000
2013 950.000 200.000 950.000 0
Brevetti a Ripresa di valore brevetti 100.000
Esempio: ripresa di valore di una singola attività valutata al fair value
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Esempio 8Esempio 8 La società Alfa S.r.l. ha acquistato nell’anno 2009 un brevetto del valore di euro 1.000.000. La società ha stimato la vita utile di tale attività in cinque anni e ha impostato un piano di ammortamento a quote costanti applicando nel primo esercizio di utilizzo del brevetto la quota intera di ammortamento. Il criterio di valutazione adottato è quello del fair value. Il piano di ammortamento originario era pertanto il seguente:
Anno Costo storico Quota amm.to Fondo amm.to Valore residuo
2009 1.000.000 200.000 200.000 800.000
2010 1.000.000 200.000 400.000 600.000
2011 1.000.000 200.000 600.000 400.000
2012 1.000.000 200.000 800.000 200.000
2013 1.000.000 200.000 1.000.000 0
Nell’anno 2010, a seguito di informazioni fornite dai principali concorrenti su nuove ricerche effettuate, la società valuta (attraverso un imapriment test) il valore recuperabile del brevetto euro 450.000. La perdita di valore da rilevare è pari a euro 150.000 (600.000-450.000) e il piano revisionato è il seguente.
Anno Costo storico Rid./Rip. valore Quota amm.to Fondo amm.to Valore residuo
2009 1.000.000 200.000 200.000 800.000
2010 1.000.000 200.000 400.000 600.000
2010 (p.p.v.) 850.000 (150.000) - 400.000 450.000
2011 850.000 150.000 550.000 300.000
2012 850.000 150.000 700.000 150.000
2013 850.000 150.000 850.000 0
Perdita per riduzione di valore a Brevetti 150.000
Segue esempio 8
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Durante l’anno 2011, le società concorrenti danno notizia che le ricerche realizzate non porteranno all’ottenimento dei risultati previsti, e quindi la società al termine dell’esercizio ridetermina nuovamente il valore recuperabile del brevetto in euro 520.000.Considerato il nuovo piano di ammortamento derivante dal precedente riduzione di valore, l’importo della ripresa di valore è così determinabile:
Valore recuperabile al 31/12/2011 520.000Valore residuo contabile al 31/12/2011 post ammortamenti (300.000)Ripresa di valore 220.000
Considerato che il criterio di valutazione adottato è il fair value, la società potrà rilevare la ripresa di valore nel suo intero ammontare: (a)fino a concorrenza della perdita di valore prima rilevata (ossia per euro 150.000) dovrà essere rilevata a profit or loss; (b)per l’eccedenza (ossia per euro 70.000) andrà imputata a riserva di rivalutazione (OCI).
Anno Costo storico Rid./Rip. valore Quota amm.to Fondo amm.to Valore residuo
2009 1.000.000 200.000 200.000 800.000
2010 1.000.000 200.000 400.000 600.000
2010 (p.p.v.) 850.000 (150.000) - 400.000 450.000
2011 850.000 150.000 550.000 300.000
2011 (p.r.v.) 1.070.000 220.000 - 550.000 520.000
2012 950.000 260.000 810.000 260.000
2013 950.000 260.000 1.070.000 0
Brevetti a Diversi 220.000
Ripresa di valore 150.000
Riserva di rivalutazione OCI 70.000
Ripesa di valore di una CGU
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Esempio 9Esempio 9 Nei primi mesi dell’anno 2009 la società Beta S.r.l. aveva acquistato per un valore di euro 140.000 un‘azienda XY operante nello stesso settore produttivo. Si ipotizzi al riguardo che: a)l’azienda acquistata sia stata configurata come la CGU XY;b)l’azienda acquistata fosse costituita esclusivamente da attività materiali pluriennali, valutate al momento dell’acquisto, euro 130.000; c)tali attività materiali fossero rappresentate da impianti e macchinari con vita utile di dieci anni e ammortamento a quote costanti (anno 2009 quota intera di ammortamento); d)l’avviamento sia stato in origine determinato come differenza tra il prezzo di acquisto e il fair value delle attività dell’azienda acquistata identificate. Al termine dell’esercizio 2009, a seguito del cattivo andamento del mercato e delle stime delle vendite future, aveva rideterminato il valore recuperabile dell’azienda acquistata, stimando il valore recuperabile dell’azienda acquistata in euro 108.000. Nell’anno 2010 a seguito di una forte ripresa del mercato, la società Beta ricalcola il valore recuperabile determinandolo in euro 112.000
CGU XY Valori al momento dell’acquisto
Valori contabili al 31/12/2009, prima
dell’impairment test
Impianti e macchinari 130.000 117.000
Avviamento 10.000 10.000
Totale 140.000 127.000
=130.000 – 13.000 = 117.000
Segue esempio 9
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Determinazione perdita di valoreDeterminazione perdita di valore
Valore contabile CGU al 31/12/2009 post ammortamenti 127.000Valore recuperabile CGU al 31/12/2009 (108.000)Perdita di valore 19.000
Attribuzione della perdita di valoreAttribuzione della perdita di valore
CGU XY Valori contabili al 31/12/2009, prima dell’i.t.
Attribuzione perdita di valore
Valori al 31/12/2009 post impairment test
Impianti e macchinari 117.000 (9.000) 108.000
Avviamento 10.000 (10.000) 0
Totale 127.000 (19.000) 108.000
Revisione piano di ammortamento «Impianti e macchinari»Revisione piano di ammortamento «Impianti e macchinari»
Anno Costo storico Perdita di valore Amm.to Fondo amm.to Valore residuo
2009 130.000 13.000 13.000 117.000
2009 p.i.t. 121.000 (9.000) - 13.000 108.000
2010 121.000 12.000 25.000 96.000
2011 121.000 12.000 37.000 84.000
2012 121.000 12.000 49.000 72.000
2013 121.000 12.000 61.000 60.000
2015 121.000 12.000 73.000 48.000
2017 121.000 12.000 85.000 36.000
2018 121.000 12.000 97.000 24.000
2018 121.000 12.000 109.000 12.000
2019 121.000 12.000 121.000 0
Segue esempio 9
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Determinazione ripresa di valoreDeterminazione ripresa di valore
Nel determinare la ripresa di valore occorre ricordare che, in ogni caso, le attività, a seguito della ripresa di valore, non possono assumere un valore superiore al minore tra: (a)Il valore recuperabile delle attività, se calcolabile; (b)Il valore contabile, che si sarebbe ottenuto, al netto dell’ammortamento, se in esercizi precedenti non si fosse contabilizzata una perdita di valore.
Pertanto, il valore contabile della voce «Impianti e macchinari» che si sarebbe ottenuto, al netto dell’ammortamento, se non fosse stata contabilizzata la perdita di valore sarebbe stato: Costo storico 130.000Ammortamento anno 2009 (13.000)Ammortamento anno 2010 (13.000)Valore residuo 104.000
La ripresa di valore è pertanto: Valore contabile teorico, secondo originario piano di ammortamento al 31/12/2010104.000Valore contabile effettivo (come da piano rivisto) al 31/12/2010 96.000Ripresa di valore 8.000
Poiché l’avviamento non è mai soggetto a ripresa di valore, la ripresa sarà attribuita interamente alla voce «Impianti e macchinari».
Attribuzione della ripresa di valoreAttribuzione della ripresa di valore
CGU XYValori al
31/12/2009, post impairment test
Ammortamenti anno 2010
Valori al 31/12/2010 post ammortamenti
Ripresa di valore Valori al 31/12/2010
Impianti e macchinari 108.000 12.000 96.000 8.000 104.000
Avviamento 0 0 0 0 0
Totale 108.000 12.000 96.000 8.000 104.000
Segue esempio 9
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Revisione piano di ammortamento «Impianti e macchinari»Revisione piano di ammortamento «Impianti e macchinari»
Anno Costo storico Perdita di valore Ripresa di valore Amm.to Fondo amm.to Valore residuo
2009 130.000 13.000 13.000 117.000
2009 p.i.t. 121.000 (9.000) - 13.000 108.000
2010 121.000 12.000 25.000 96.000
2010 p.r.v. 129.000 8.000 - 25.000 104.000
2011 129.000 13.000 38.000 91.000
2012 129.000 13.000 51.000 78.000
2013 129.000 13.000 64.000 65.000
2015 129.000 13.000 77.000 52.000
2017 129.000 13.000 90.000 39.000
2018 129.000 13.000 103.000 26.000
2018 129.000 13.000 116.000 13.000
2019 129.000 13.000 129.000 0
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