Il libro dei motti e delle riflessioni -...

Preview:

Citation preview

LDB

Tra il 1924 e il 1927Schnitzler riordina conpassione aforismi vecchi enuoviincuiracchiude,conilgusto del frammento checaratterizza il suo pensiero,unavisionedelmondoeunapoetica. Piace lo stile, laricchezza dei temi, la varietàdelle prese di posizione suproblemi artistici, morali e

religiosi, le relazioni tra isessi, la società del tempo,giudicata da Schnitzler conrigoneeironia.

ArthurSchnitzler

Illibrodeimottiedelleriflessioni

Aforismieframmenti

introduzione,cronologiaebibliografia

diROBERTAASCARELLI

traduzionediCLAUDIOGROFF

BibliotecaUniversaleRizzoli

Proprietàletterariariservata

©2002RCSLibriS.p.A.,Milano

eISBN978-88-58-65691-4

Titolooriginaledell’opera:BuchdersprücheundbedenkenPrimaedizionedigitale2013

Incopertina:GustavKlimt,particolarediuncartoneperil

fregioStoclet,ViennaÖsterreichischesMuseum

PerconoscereilmondoBURvisitailsitowww.bur.eu

Quest’operaèprotettadallaLeggesuldirittod’autore.

Èvietataogniduplicazione,ancheparziale,nonautorizzata.

Mai nulla ha rischiarato ilpensiero profondo; ilpensiero acuto vede meglionelmondo

INTRODUZIONE

IFARMACIDELDOTTOR

SCHNITZLER

1.Lacittàdell’aforisma«Riendece

quiseprouven’estévident;carcequiestevidentsemontreet nepeut

pasétreprouvé.»

(JosephJoubert)Il professore di fisica,filosofia e astronomia GeorgChristoph Lichtenbergpassavaoreallafinestradellasua casa vicino a Gottinga aosservare «una veduta di unmiglio di diametro».1

Nascono da questacontemplazione di unorizzonte ristretto i quadernidi aforismi, «saggezzespezzettate», «via lattea ditrovate» che lo studiososcrive quasi ogni sera per sestesso in forma di appunti,annotazioni, commenti sulleumanevicende.Solitudine, distanza e

spettacolarizzazione delproprio mondo sono ifenomeni che generano nel

Settecentol’aforismatedesco,specchio privato di unainfinita ricerca e di unrapporto problematico conl’esistente. In bilico tra ilpietismodellasuaformazionee l’illuminismo della suafilosofia, Lichtenberg nonriuscirà a ricreare nella frasebencalibrataunsicuroordinecivile e politico, comefaranno invece in Francia iposati estensori di massime,da Voltaire a Vauvenargues,

né rappresenterà con garbataleggerezzal’idealedellaclaraet distincta perceptio, «dellacertezza scevra dal dubbio»accettandocomeilsignorediMontaigne«lapochezzadellamentechelavorasuifattipiùprofondi della vita».2L’aforisma tedesco èpiuttosto un procedimentoconflittuale e interminabileche vedrà la parola vivacozzare contro il Logos, lapotenza rivelatrice dello

sguardo battersi contro lastasi. Nietzsche insegna chenon bisogna guardare per ilgusto «da rigattieri» diaffacciarsi sulmondo da unaposizione favorevole, ènecessario far violenza allanatura strappandole «trattiprincipali, così da farscomparire in tal modo glialtri».3 I suoi aforismi sono«unamacchiadisole,unsaltodi lato nell’ozio di unopsicologo [...] una grande

dichiarazione di guerra» aivalori che si sottraggono allatrasvalutazione,4 allora lascrittura ha «qualcosa dicupo, di concentrato, dioscuramente violento che lafa rassomigliare al delitto diSade».5 Vagamente perversoè del resto il rapporto tral’intransigente aforista dilinguatedescaeilsuolettore,pronto a essere ammonito,maltrattatoperlagioiasottile

di entrare nel gioco, provareilgustosublimedellostupore,avere finalmente unbattistrada lungo vieimpervie. Più tardi EliasCanetti tornerà a mettere inguardia sul contagiodell’egotismo tra autore elettore: «Leggendo unaraccolta di aforismi, qualifrasi ci annotiamo? Prima ditutto,quellechecirecanounaconferma: cose che sentiamoanche noi nello stessomodo,

che abbiamo pensato spesso,che sono in contrasto conl’opinionetradizionale,checigiustificano. C’è moltapretesa di avere sempreragione in questa smania diricevere conferma da uominigrandiosaggi».6Questasmaniadiconferme

esprime assai bene il disagiomodernodifronteaunarealtàin continuo movimento. Gliaforismi che lo registranoaccennano comunque a una

pienezza e lo fanno inepifanie istantanee, sempremalinconiche perché, inquanto frammenti,testimoniano delladisintegrazione dell’armonia.Èuna feritache sanguinandoprova la distruzione dellaorganicità, della gerarchia,del cosmo ben strutturato:«Frammenti, / espettorazionidell’anima, / coagulazionisanguigne del secoloventesimo» dice Gottfried

Benn.Mutilato e conflittuale

anche il mondo cheSchopenhauer e Nietzschecontraggono nelle sentenzedando vita a una filosofiaesclusa dall’architetturasolenneche leavevaprestatoRaffaello nellarappresentazione vaticanadella Scuola di Atene, privadelle sontuose articolazioniche,daTommasod’AquinoaHegel, danno forma al

pensiero occidentale. Ilpensiero aforistico si stiranell’arcaica secchezza deipresocratici,necopia lostatolacunoso, aggiungendooscurità a oscurità. Dalleaffermazioni sibilline delloZarathustra ai protocolli delTractatus di Wittgenstein,l’aforisma sbandaimprovvisamentedisorientando il lettore nellacurva finale, grazie al verbotedesco collocato in chiusura

epuòcosìrovesciareilsensocomune che lo ha guidatofino ad allora. In talerovesciamento starebbe ilcaratterequasisovversivocheAdorno rivendica allascrittura aforistica, estremafrontiera letteraria anche perpensatori eccentrici comeErnest Bloch o WalterBenjamin che, nella volontàdi raccogliere i frammenti diun’epoca, cerca l’essenza delsecoloappenatrascorsotrale

reliquieverbalidell’Ottocentoparigino, accogliendo dabuon collezionista anche gliannunci economici e lapubblicità.Nella Vienna di fine

secolo, capitaledell’impressionismo, dellacrisi e dell’artificio,l’aforisma è un genereletterario assai diffuso. Latessitura di solitudine eteatralizzazione diLichtenberg e l’orrore della

storia di Nietzsche ritornanoinunamisceladigiornalismoapocalittico, di filosofiaumorale, di morale dapalcoscenicochebensiadattaal vuoto dei valori che perHermann Broch soffoca lacittà.La Vienna dell’aforisma

somiglia alle architetture diOtto Wagner costruite percitazioni che possono esserericomposte con piacerecapriccioso. Ci si radica nel

frammento, ci si annullanell’attesadellamodernitàmacon lo sguardo sempre fissoal passato. Lo Jugendstil,evoca tradizionali figureluttuose, bronzi cimiteriali,preziosità della remotaBisanzio.Klimtsaccheggiaval’intera storia della pittura,Mahler il folklore, Freudscavava nel passato,lavorando sui momenti fataliche avevano condotto aidisagi della modernità e i

filosofidelCircolodiViennatentavano di bonificare illinguaggio per aggirare laBabele metafisica in cuiavevano la sensazione diaggirarsi.Pietra tombale

sull’idealismo e sulpositivismo tedesco, sullaambizione hegeliana per cuisoloilTuttocorrisponderebbealVero,l’aforismacostruisceasuamisuraquel finesecoloviennese. Lo spazio bianco

che separa sulla paginastampata un aforismadall’altro è pausa in unpensiero sistematico edescrittivo che provoca unsussulto da protagonista nellettore che interviene blasé omoralista, visionario ovoyeur, moralizzatore otrasgressore, fustigatore olamentoso: può scegliere,fermare lo sguardo,l’intelligenza o l’irrisionegiocando tra i rimandi

attraverso le libereassociazioni.Su questa scena asburgica

nellaqualeregnanoancoralebuonemaniere ma non si hatroppa paura del kitsch,trionfa anche laTrivialaphoristick, un generedi moda, di grande richiamoper signore, nichilistimoderati e azzimaticonsumatoridelfeuilletonchesi appagano di un filonesubletterario, confezionato

con quotidiana sentenziositàbuona per confortare ilproprio cuore nellefrustrazioni della vita. Manon mancano lerappresentazioni più alte delgenere. Karl Kraus ne è ilregista e la frase limatadiventa arma per bloccare ilflusso degli ornamentiviennesi, le nevrosi delloJugendstil. «Die Fackel», ilperiodico che redige epubblica è quasi interamente

composto di aforismi dipreziosa fattura e diintransigente ironia. OttoWeininger rende piùdrammatici i suoi con ilsuggello del suicidiogiovanile. Peter Altenbergsconfina nella brevità dellacartolina, dolce precettisticadi un innamorato chespedisce massime seducenti.Molti sono gli aforismi nelleprose di Hofmannsthal,soprattutto nella varietà del

Librodegliamici,nelquale isuoi pensieri si mescolano aquelli citati da altri, razziaelegante della migliorescrittura aforistica tedesca efrancese, dove tornainsistente Goethe e maiNietzsche.Talvoltagliaforismihanno

lapretesadimarcarel’antitesitra ilbenee ilmale.Talvoltasi pavoneggiavano invecenelle pose libertine, come inquesta celebre sentenza di

Kraus: «Nell’arte dellinguaggio si chiamametafora ciò che “non si usain senso proprio”. Perciò lemetafore sono le perversionidel linguaggio e leperversioni sono le metaforedell’amore».7 In unlinguaggio pervertito comequellogergaledelNovecentoviene allora il dubbio chemolti aforismi, siano leperversioni della saggezza esoloinquestomodometafore

dell’amoredellasofia.

2.Ilpatologodellatransizione

«Unminimodivalorieticidovevaesserericoperto

conunmassimodivaloriestetici,iqualinoneranopiùenonpotevanopiù

esseretaliperchéunvaloreesteticochenonsisviluppisuunabaseetica

èesattamenteilpropriocontrarioecioèartificio,paccottiglia,sofisticazione:inunaparolaKitsch.

ComecapitaledelKitsch.Viennadivenneanchelacapitaledelvuoto-di-valoridell’epoca».

(HermannBroch)«Essere moderni» sempre ecomunque, è la parolad’ordine nellaVienna di finesecolo; moderni senza unprogramma preciso,utilizzando la libertà diespressione che un’artesoggettiva fattadi autoanalisie di visioni poteva donare:«Non vogliamo cercareall’infinito» scrive Hermann

Bahr nel manifesto letterariodella decadenza austriaca«ciò che si sottrae e nonvogliamo più soffrire.Umilmente dobbiamocontentarci della realtàattornoanoi.Essaèlì,fuori.Vogliamo riportarlanell’anima – l’ingresso dellavita esteriore nella intimitàdell’anima,questaè lanuovaarte».Schnitzler è tra i primi a

cercare «l’espressionevitale»

disfacendosi delle «morteforme della convenzione»: 8ha l’anticonformismo, lasensualità, il piacere delteatro, la distanzaneoaristocraticaelasbrigliatafantasia che accomuna questifiglidiunaborghesiaebraicasaziaeprotettiva.Nonmancaneppurel’autocommiserazione deldecadente che espone conlamentosacivetteria i limitiel’inutilità della sua vita.

L’autoritratto poetico scrittonel 1889 traccia un profiloperfettodaartistaallamoda:

«Pensavofosse buono esinceroquell’amicoma in realtànoneracheunabbaglio.

Mi illudevo diessere amatoconpassionemaèsvanitainfretta questaconvinzione.

Pensavo ancheuna volta diesserepoetaoramiaccorgo

come pococonfortante sialasituazione.

Ritenevo diessere unragazzosono invecepiù vecchiodeimieianni.

Tuttociòacuiaspiravo èrimastoametàbarcollanteèilsostegno a cuimiappoggio.

Dove non cisono amici néfiducianon si puòcerto edificar

lavita.

Vorrei tantodecidermi aqualcosama sonotroppo querulopersino perspararmi»9

Intento ad annotare le più

minute sensazioni, gli statifebbrili, le eccitazionierotiche o percettive,Schnitzler ammassa nelretrobottega delle coseinservibilil’ereditàdelsecoloprecedente e criticaseveramente le istituzionidell’impero, gli educandati ele caserme, gli ornamentisontuosi lungo il Ring e lecerimonie ufficiali, lareligione di stato e illinguaggio altisonante della

burocraziaasburgica.Eppure,malgradocondanniil«mondodi ieri», da quel retrobottegaSchnitzler non saprà maistaccarsideltutto,occupatoacatalogare l’inservibile, agiudicarlo, avalutarne i costi– sempre troppo alti perl’individuo.Nato in una famiglia di

ebrei che al liberalismodovevano integrazione,benessere e una visione delmondo razionalista che

riscattava dalle disprezzateorigini orientali, Schnitzlernon riuscirà mai aemanciparsi completamentedalleideepositivistedellasuaformazione. L’influenza delpadre Johann, laringoiatraaffermato e direttore di unarivista clinica, gli studi dimedicina in una facoltàall’avanguardia per i tempi ela professione, esercitata, siapuredimalavoglia,perlunghianni rafforzano questo

legame: «Potete definirmi unliberale» scrive, «unrazionalistaeunoscettico; loaccetto di buon grado e nonlo considero affatto unrimprovero, come sarebbenellevostreintenzioni».Così, mentre i più giovani

protagonisti del fine secoloaustriaco svenderannol’eredità del passatorifugiandosinell’irrazionalismo onell’ascesi, irretiti dalla

«luminosa intuizionedell’arte»,10 Schnitzlerrimarrà per tutta la vita ilpatologo della transizione.L’aveva notato causticoKraus nell’elenco impietosodei poeti dello Jung Wien,ritraendolo come autore diuna sola novella di grandesuccesso, Sterben, Morire:«Gli esteti si erano divisi leparti. Al Dottor Arthurapparteneva il morire, alRichard il vivere, allo Hugo

laVotivkirchecolcielodellasera[...]».11Esemplarmente«moderno»

peracutezzapsicologicaeperla sua vita di collezionistacompulsivo di attimi,corteggiatore disincantato difanciulle di periferia,vampiresco con le figuredella vita, con i personagginatidalla suapennae con sestesso, l’autore gaté diGirotondoediAnatolcelebrain ogni attimo un gioco al

massacro con l’ereditàpaterna, irride le regolerassicuranti del passato,smaschera la menzognaannidata nella placidafamiliarità di vestiti esuppellettilidellasuainfanziae non nasconde il rovello sucosarimangadelsognodiuninarrestabile progresso. Piùche Bahr, Hofmannsthal oBeer-Hofmann, gli amici cheavevanoannunciatoinsiemealui tra gli accidiosi del caffè

Griensteidl o sulle pagine diqualche rivista letteraria lademolizionedelNaturalismo,sono Mach e Freud i suoiinterlocutori ideali. Interpretidi una realtà amputata,frammentata e immutabile,nonsi lasciano ingannaredaipiazzisti di sicurezze e siconcentranosuifenomeniperoffrire un riparo a tutti i«senzatetto»dellatradizione.Nellanotissimaletterainviataal collega di un tempo per il

sessantesimo compleanno,Freud si mostra consapevolediquestavicinanzaeaffermacon decisione di condividereconvinzioni e atteggiamentidell’artista: «Ogni qual voltamisonoabbandonatoalleSuebellecreazioni»scriveFreud,«hocredutoditrovarealdilàdella loro parvenza poetica,gli stessi presupposti,interessi e risultati checonoscevo come i mieipropri. Il Suo determinismo,

comeilSuoscetticismo–chelagentedefiniscepessimismo–, la sua penetrazione nelleverità dell’inconscio, nellanatura istintiva dell’uomo, laSua demolizione dellecertezze convenzionali dellaciviltà, l’adesione dei Suoipensieri alla polarità amore emorte, tutto ciò mi hacommosso come qualcosa diincredibilmentefamiliare[...].Così ho avuto l’impressioneche Ella sapesse per

intuizione – ma in verità acausa di una raffinataautopercezione–tuttociòcheio con lavoro faticoso hoscoperto negli altri uomini.Credo,anzi,chenelfondodelsuo essere Lei sia unricercatore della psicologiadel profondo, cosìonestamente imparziale eimpavido come non ve nesonomaistati».12Eppure, malgrado venga

considerato da Freud un suo

«sosia,» manca allo scrittoreaustriaco la passionescientifica di questoconcittadino illustre. Il suoatteggiamento rimaneradicalmente pessimista,minatodallasfiduciaperognisistema. Eppure, malgradocensuri ogni speranza ditrasformazione e di sviluppo,non può fare a meno distigmatizzarelapiccineriaeilfariseismodeicontemporanei.Le Considerazioni di fine

anno scritte nel 1889 sullarivistadimedicinadelpadre,la «Internationale klinischeRundschau», contrastano perfreddezza e rigore con losmaliziato disimpegno diquegli anni: «Questa bellacredenza della notte di SanSilvestro [...] quando èsempre come se noidovessimo sperare, come sele cose dovesseroall’improvviso migliorare.Quante volte siamo già stati

delusi! Quanto spesso cisiamo già resi conto che gliuominirimangonosempreglistessi e che il sole del primodell’anno sorge sullo stessoproblematicoinsiemedicose,chela lunadellanottediSanSilvestro rischiarava. Ilvecchio spettacolo continuaimmutato. Oggi di nuovo lafretta di ieri, quest’annoancora le lotte di sempre,ancoraquelpo’digenerositàe quella grande quantità di

piccineria che sembracostituire l’essenza dellanaturaumana».Per quanto meschino e

inadeguato, l’uomo vienecomunque posto al centrodella riflessione del giovanemedico che in quei mesi èintento a prendereironicamente le distanze, conunacommediamaiterminata,Blasé, dalla generazioneannoiata e nichilista dei suoicoetanei. L’autore non

rinuncia a corteggiare ilsogno umanistico dellavecchia Austria e, quasi conimbarazzo, usa nei suoi rariscrittisullamedicinaleparolecareaSchiller«ildivino»eaHeine: libertà, dignità,felicità. Basta leggere lepagine dedicate alladescrizione degli ospedaliinglesi e quelle scritte indifesa del policlinico paternoper cogliere il sincerointeresse di Schnitzler per la

tolleranza e l’umanapartecipazione, valori cherendono la vita piùsopportabile, meno misero ilrapporto tra individui. Così,in un articolo del 1888dedicato all’uso clinico dellamorfina, condannal’entusiasmo terapeutico diqueglianni,nellaconvinzioneche lo sviluppo della tecnicanon difenda l’integritàdell’uomo: «La dipendenzada morfina» scrive «è la

prima triste esperienza chel’ottimismo terapeutico hasubìto»; più radicale, Krausavrebbe scritto anni dopo «Ilprogresso fa portamonete dipelleumana».13Dismesse le grucce del

progresso e della redenzione,il pensiero di Schnitzleroscilla e si contraddice. Glipiace rendere «malsicura laterra»,14 scompaginare lecartedellabuonacoscienzae

redigere diagnosi allarmanti,ma poi si ritaglia un ruoloidealizzato di cerusicodisposto a indicare rimedi epalliativi.Da «moralista, nonsi sa di quale profondità»,come aveva intuito Musil,15insegue il dubbio sperandocosìdisuscitarel’esigenzadicogliere ciò che è vero neipropri e negli altruicomportamenti: «Per quantoil mondo possa apparirtiassurdo,nondimenticaremai,

che tuagendo,o tralasciandodiagire,contribuisciinmodosostanzialeatantaassurdità»,affermanegliaforismie,annidopo nel dramma dedicato aParacelso,comeluiscienziatosolitario, azzarderà unaprospettiva quasi kafkiana diletteratura, squassante erivelatrice, anche se solo perun attimo, di nuove frontieredellacoscienza:

«Ci hainvestito unvento ditempesta cheperunattimoHa spalancatole porte dellenostreanime,E vi abbiamogettato unosguardo...È ormaipassato, leporte si

richiudono.Ma quanto hovisto oggi ineternosapràproteggermidauno smodatoorgoglio».

Laguerracontroifalsivalori,lenormedicomportamentoei compromessi di ogni tipo è

dichiarata senza proclamimaconassolutacoerenza.Fragilee possessivo nelle sueintricate vicende erotichescrivel’apologiadella«donnacaduta», incerto sui suoimezzi di scrittore condannadilettanti e parassiti,stigmatizza i burattinai, gliegoisti, gli approfittatorimettendo alla gogna insiemeai suoi concittadini anche sestesso. L’esito è un interessequasi maniacale per i

momenti della disillusione,quandoglieroisonocostrettiarivederesicurezzeeidentitàsociale e vengonoabbandonati all’irritantemanifestarsi di bisogni e didesideri inconfessabili. Avoltesonovicendegrotteschedidongiovanni,comeAnatol,odimarititronfieintegerrimichesiscopronosbeffeggiatietraditi, a volte sono drammipassionali che vedono i piùdeboli, e sono per lo più

donne, schiacciatidall’indifferenza e dalmoralismo. Una battaglia diretroguardialagiudicaKraus,abituato a vedere nellaletteratura l’onda delDiluviouniversale: «Troppo buonod’animo per occuparsi davicino di un problema, si ècostruito una volta per tutteunpiccolouniversodiuominidi mondo e grisette per poiinnalzarsidi tantointantodaquesta bassura a un falso

tragico. Se si verificaqualcosa come la morte –prego,nonc’èdaspaventarsi,le pistole sono caricate adassenzaditemperamento».14Kraus in realtà non

comprende come sia difficilel’alchimia tra lo sforzo ditrovareunsensoallascritturae l’orrore per il trionfalismodell’epoca appena conclusa,come sia complessa laprospettiva schnitzleriana,schermata,quasinascostadal

pudore e da un senso diimpotenza che ha radiciprofonde, psicologiche eculturali.Solo nel dopoguerra

Schnitzler inizia a esporre sestesso e la sua concezione diletteratura.Leideesviluppateduranteilconflittosullaforza«catartica» della fantasia,l’orroreprovatodifronteallaretorica dei belligeranti loporta a immaginare unapagina scritta che assorba le

ossessioni omicide etrasgressive del mondo: sitradisce come Fridolin, siinganna come Casanova o siuccide come Robert, si èschiavidelleconvenzioni,deldenaro, di un turbinio dipassioni. E solo in questomodo, identificandosi conognipersonaggioeconisuoidelitti, viene appagato ildesiderio – di cui si parla inDoppio sogno – di«avventura, libertà, pericolo»

e si consuma la violenzanascosta inognicuore.Coluiche legge – spiega nellanovellaLarivoltadeiBoxer–attiva le capacità fantastichedegli individui e testimoniauna umanità così ricca daindurre anche dei fanaticimilitari alla pietà: colui cheattendevaassortonellaletturadi un libro il momento dellaesecuzioneavràsalvalavitael’ufficiale cinese che lo hafatto graziare, stupito

dell’interesse del condannatoper un libro, potrà goderedella propria buona azione.Poi il meccanismo deldominio avrà di nuovo ilsopravvento e nessuno sichiederà – nota Schnitzler –se anche gli altri prigionieriavevanounlibronellatasca.Questo insieme di

riflessioniassumeconsistenzaprogettualenei testi teoriciaiquali Schnitzler lavora conpassionetra il1924e il1927

– Libro dei motti e delleriflessioni, una raccolta diaforismi alcuni dei qualirisalgono ai lontani anniOttanta, e un testo piùorganico, Lo spirito nellaparola e lo spiritonell’azione, al quale loscrittore affida la propriamaturavisionedelmondo.Infedele alla tradizione è

Schnitzler nei suoi aforismiper la rinuncia a quellapretesa di generalità e di

eternitàcheanimavainvecelemassime di Hofmannsthal oSchröder.17 Del resto, comenotaChamfort,sonoillettorepigro e l’uomomediocre chedanno alla massima uncarattere di universalità chel’autore stesso, a meno chenon sia mediocre, non hapreteso di conferirle.18 Nelcaos delle apparenze, nelladeperibilità dei valori,nell’infinito girotondo delle

domande e delle risposteSchnitzler edifica il suopulpito di moralista laico e,simile all’immaginedell’uomo che dubita,compagno di Bertolt Brechtin tutti i luoghi di esilio,sussurra a chi lo leggel’ammonimento di Paracelso«sei wahr», sii sincero aqualunque costo, perché solocosìpotraidirediessere finoin fondo umano: «Dallaconfondente varietà dei

singoli fenomeni» scrive«cerchiamo scampo nellanormatività ingannevole deisistemi scientifici; dallaindistinta imperscrutabilitàdei destini umani nellacangiante chiarezza diconsiderazioni filosofiche;dall’enigma inquietantedell’infinitezza nei sommisimboli della divinità...: e intal modo fuggiamo sempredal caos del reale che nonsiamo stati in grado di

comprenderenédisopportarenella consolazioneingannevole di un mondoordinatoarbitrariamente».L’autore, come sappiamo,

nonsifaillusionisullaqualitàetica del genere umano: ogniindividuo porta in sé i segnidi una indomabile animalità;è violento, lotta perconquistare e per annientaregli altri, per godere edominare. Eppure vi è inBuch der Sprüche und

Bedenken lo spazio pertestimoniare fiducia, sia pureespressa con le cautele di unradicato scetticismo, nella«guaribilità» del mondoprivato degli individui e,attraverso di esso, dellasocietà nel suo insieme.Senzafiducianellaautonomiadelle scelte, senza pietà esincerità, la terra sarebbepalcoscenico non solo dellepiù orrende insensatezze, maanche della noia più

intollerabile: «Senzapercezione» sostieneSchnitzler «dellaresponsabilità l’Io nonsarebbe più Io, la terra nonsarebbe più palcoscenicodelle tragedie e dellecommedie che si sviluppanotragliindividui,maunafarsatristeomelensatraistintiche,incarnati in un individuo onell’altro,sianoliberidiagirealoropiacimento».Nella introduzione al

volume egli chiede diavvicinarsiallavoro«conunapartecipazione umana epersonale» e di accogliere«con amicizia» quelleriflessioni che non voglionooffrire «sistemi, concezionidel mondo o soluzioni»; sitrattapiuttostodi annotazionivergate nel viaggioavventuroso tra i pericolidell’ovvietà,nell’accecamento dellamorale e delle ideologie. A

coluichesiavvicinaprometteuno sviluppo individuale cheripropone, nella modernitàsincopata del frammento econ apparente nichilismo,l’idealeclassicodellaBildungche Goethe aveva delineatonel Guglielmo Meister, lapossibilità di diventare cosìcome si è: «Noi siamocomunque condannati asfruttare il nostro prossimo;nonsolopermotivicosiddettiegoistici,ma in un senso più

profondo: per realizzare ilnostro destino condizionatodalle nostre predisposizioni[...] e con inconsciaperspicacia scegliamo tra lafolla che ci viene incontroproprio quelli che per loronatura, sono ingradodi farciscoprire e sviluppare lanostra, e quindi di farrealizzareilnostrodestino».

3.Genesideltesto

Nessunopiùdelpoetaèuomopergraziadell’attimo.Egliè lospecchiocontinuodel

mondo,erestataleanchese lospecchioditantointantosioffuscafino

adiventareopaco.

(ArthurSchnitzler)Il primo aforisma diSchnitzler che sia statoconservato risale al 1879. Ilfuturo scrittore aveva allora17 anni e già poteva vantareun gran numero di testi eframmenti,unafamadilibero

pensatoree il titoloonorificoe affettuoso di «secondoSchiller» nella cerchiafamiliare. «Gli aforismi»scrive «cosa saranno mainella varia società deiprodotti letterari? Saranno inervosi,iblasé,quellipienidisufficienza.Nervosinelmodobrusco in cui si danno, blaséper il tono smorzato in cuisonodetti,pienidisufficienzapoiché constatano che quelloche stanno mettendo in

evidenza è già stato cosìmigliaiadivolte.»Iniziacosì,conunaforismasull’aforismae in un gioco ammiccante dispecchi, la vocazione diSchnitzler come scrittore disentenze.Bisogna attendere però

molti anni perché Schnitzleraffronti il pubblico nei pannidi moderno moralista. Nel1886 la «DeutscheWochenschrift» di Viennaaccoglie tra i suoi autori il

laureato in medicina, figliodelmedicofamosoescrittoredilettante, con una sentenzafrivola e amara: «Gli univivonocosì comesi tracannalo champagne; altri come siingurgita una zuppa, uncucchiaio dopo l’altro, conindifferenza; molti devonoinvececercarequelpo’divitacome si cercano gocced’acqua sulla terra sporca:sempre piegati, sempreassetati».

Seguono alcuni detti inversi che irridono allecertezzedellagenerazionedeipadri:«Parlatediprogressoedi scienza / pur rimane laBibbia ciò che vi manda inestasi, /Ah sonodeibimbi egiocano / con le grucce deipadri»; e ancora:«Nell’infocato sole estivodellaverità/MadamaLogicava avanti per la sua via / Edesclama che finito è ilsentiero/poichéaccecatapiù

nullaessavede».Anni dopo ritroviamo la

sua firma di scrittore ormaiaffermato tra le pagine deigiornaliaustriaciconaforismisull’arte e sulle umanedebolezze: «Chi si sentedeluso o stupisce di frontealla personalità di un artista»scrive tra l’altro nel 1898«non ha compreso le sueopere». Sono affermazioniche, piacevolmente ironiche,costruite sulla contraddizione

e la sorpresa, confermano ilproverbiale riserbo e ladiffidenzadel loroautoreperimoralisti di ogni risma: «Apochi» aveva scrittorecensendo da giovanemedico uno scritto diBernheim sull’ipnosi «è datoaccedere senza pregiudizi alsantuario delle idee. Ognunoporta qualcosa con sé, l’unola cieca fede del fanatico,l’altro l’irridente coazione aldubbio di chi non crede a

nulla».In privato coltiva

appassionatamente questogenere. Numerosissime sonolesentenzeraccoltenegliannitra gli appunti e leannotazioni dei diari; molti idetti incastonati nell’opera eaffidati ai suoi personagginon senza un pizzico didistanza, convinto com’è chein ogni affermazione sinascondaunpreconcetto,unaforzatura

Vi sono alcuni temiricorrenti in questo lavorioinfinito della definizione, lasocietà, l’arte, le relazionierotiche,l’eticaelareligione,anche la patria trattati conumorismo, perché «senzaumorismoancheilpiùonestodei pensatori non ce la faràmai a diventare un filosofo:rimarrà soltanto un pedante»e con il piacere della frase aeffetto.Un ruolo privilegiato nelle

sentenzedifinesecolohannole donne; i loro difetti e leloro prerogative vengonoosservati da una prospettivamaschile, ma non per questoesse sono meno difese daquella morale sessuale cheKraus criminalizzava e cheSchnitzler smaschera comeindifendibile stupidità virile.Si sente in questi detti ladelusione di Anatol, diParacelso, dei protagonisti diFlauto pastorale, di I morti

tacciono o di Il velo diBeatrice che sono costretti arendersicontodellaricchezzasentimentale delle lorocompagne e dellaincoercibilità del lorouniversopulsionale.L’accusa contro gli stolti

burattinai della modernità siestende anche ai predicatoridi trascendenza alla moda,occultistiespiritistiamatineisalottieprontiaesibirsisulletavole dei palcoscenici, ai

parolai della nazione e aimissionari dellamoralità,maanche ai critici colpevoli diaver tiranneggiato Schnitzlerper i suoi testi giudicatitroppo sensuali e tropposprezzanti. Incompetenti,arroganti, i recensori sono ifariseidellacultura,esempidiun controllo sociale ancorapiù intollerabile se applicatoalliberogiocodellacreazioneartistica.Apartiredallontano1880 lo scrittore non

risparmia loro l’interorepertorio della svalutazione,dalla battuta pungente finoall’accusa violenta: «Uncritico di professione è unacostruzione assurda»leggiamo in un aforisma del1908. «Persone del generenon possono mai farsi unnome con l’obiettività, masolo con l’arguzia e iltemperamento. Sono deichiacchieroni, buffoni,arrivisti».

Sarcastiche e irriverentiqueste sentenze di iniziosecolo restituisconosoprattutto i momenti difragilità e di irritazione delloscrittore; solo allo scoppiodella Prima guerra mondialel’aforisma diventa un’armaprivata di lotta contro «lospirito del’ 14» e le passionidelnazionalismo.Nel trionfo della retorica

patriottica Schnitzler avvertecome non mai il bisogno di

una verità limpida e diretta.Sul diario annota il 18 aprile1915:«Imieidifettioriginari:impazienza – inconcludenzamalgrado il tanto lavoro. Ilmio bisogno di sinceritàtotale, che al momento nonsono in grado di soddisfarepienamente».Così,dopoavercondannato in Commediadelle parole personaggi chementono spudoratamente evivono ogni esperienza comefosse una commedia, trova

nell’aforisma lo strumentopiù adatto a fare ordine trasentimenti contrastanti e amettere a nudo alcune veritàprofondamente inattuali. Ilmodellonietzscheanodicoluiche guarda gli idoli perdistruggerli e che conindignazione cerca parolevere nel magma dei luoghicomuni si impone e, negliaforismiscrittitrail1916eil1918, la riflessioneschnitzleriana sulla natura

primitiva dell’uomo si faradicale. Ognuno vuole «lalotta, l’avventura, ildivertimento, anche ilguadagno, la gloria, ilpericolo, – talvolta vuoleanche lamortediunaltro, larovina di un altro, vuoleuccidere,rubare,saccheggiare(cosa che forse proprio inguerra può ottenere con unrischio personalerelativamente minore)». Matuttohaunsuolimite,unsuo

superamento e Schnitzlerguarda alla pace che verràcon l’impegno pedagogico elapacatezzadelmoderato.Retoricaepropagandanon

diminuiscono però con lapace e Schnitzler, stanco edisincantato, continua ascrivere aforismi: «non vedoalcun motivo di gioia» notasul diario nel novembre del1918riflettendosullaneonataRepubblica. «Le formestatualinonsignificanonulla,

mi si mostrino prima gliuomini nei quali dovreiriporrelemiesperanze»:egliuominigli sembranoconfusi,arroganti,esaltati. Il tentativorivoluzionario aVienna il 12novembre viene rubricatocome«confusionediattivisti»e con sarcasmo lo scrittorecommenta: «È trascorso ungiornostorico.Davicinononsembra così eccezionale».ComesempreSchnitzlertace.Non prende posizione in

nessuna delle questioni deltempo e guarda conscetticismo conservatori erivoluzionari, insensibile aifremiti di assoluto chescuotono le generazioni direduci avidi di redenzione epalingenesi. Si rifugia perònella massima alla ricerca diveritàpiùsfaccettatediquellesbandierate in quegli anni econ i suoi epigrammi politiciprende le distanze dalleprospettive rivoluzionarie e

dal fascino dei militanti,riflette sul concetto di patria,sulcaratteredellenazioni.L’aforisma diventa una

formadiespressioneletterariaparticolarmente amata daSchnitzler che lo usa permettere a fuoco il suorapporto con l’assoluto e iconfini del suo concetto dimoralità, ma anche peraffilarelearminellebattaglieche è costretto a combatterecontro i giudizi corrosivi dei

criticie,soprattuttonegliannidella separazione dallamoglie Olga, contro leillusioni della vita di coppia,leamarezze,lasolitudine.Alla fine del conflitto lo

scrittore austriaco era statorubricatotraleespressionidelpassato, da considerare condistacco e, a volte, conirritazione. Questa condannaall’inattualità amareggiaprofondamenteSchnitzlerchenon intende fare alcuna

concessione alle mode, névenire a patti con gli autoridella avanguardia tedesca.Poetadiciòcheètramontato,come scrive con amarezza aGeorg Brandes nel 1924,cronista di un «mondosommerso»comelodefiniscecon affetto Stefan Zweig,sente l’esigenza di precisarelasuapoeticaelasuavisionedelmondo,di difendersi ediirridere alla pochezza deidetrattori in modo da non

permettere che lacontemporaneità lascinaufragare la complessitàdubbiosaesfaccettatadelsuorazionalismo: «Si puòdefinire l’arte» scrive «comel’esito di una nevrosi diangoscia, nel senso che essanascedalbisognodisfuggireall’orrore della caducità.L’arte vuole preservare, soloinunsecondomomentovuoledar forma.Qualcuno si salvanel dare forma, qualche altro

nelgioco».Gioco e forma – o forse

gioco della forma –l’aforisma offre a Schnitzler,ancora una volta, lapossibilità di uscire dal coro,di attaccare con intelligenzamasenzaesclusionedicolpiisuoi denigratori e scriverel’apologiadiunmoderatocheaffrontadailluministalesfidedella modernità. Grandel’attenzione allo stile cheSchnitzler cura fin nelle

minuzie.Evitaognisoluzionepatetica o ambigua convintoche andasse salvaguardatauna prosa in cui l’acutezzadella definizione, laprecisione, l’implacabilitàdella coerenza contribuisseroad allontanare la facilepacificazione da abecedariorurale della Trivialaphoristike dessero vita a una scritturaconsapevoleericcachevuoletenere il passo con le vettedella crudeltà e del rigore

linguisticodiKraus:«L’operadi depurazione dello spiritodeve iniziare dalla lingua.Ogni parola ha per così direconfini flessibili, tanto piùflessibili, quanto più devedefinire un concetto. Questiconfini esigono di essereregolamentati, il piùesattamentepossibile».Scrive e pubblica

regolarmenteneglianniVentile sue sentenze in varigiornali, spesso annunciando

incalcechesitrattadiestrattida un libro in preparazione.Tra il 1924 e il 1926 lavoracon passione a questoprogetto, li ordina e li lima;ne compone di nuovi, inparticolare quelli sullapsicoanalisi che nonpubblicherà e frammenti perun volume che rimane inbozza, Il libro della societàgeneraledegliartisticreativi.In una lettera a Brandes del1924 afferma di star

pensando ad alcune verità divita «che naturalmente in sénon sono nuove, ma vi sonogiunto con un mio percorsoautonomo»; a Hofmannsthalscrive l’anno successivo chenelsuolavoroagliaforismieai diagrammi sta cercando di«mettere ordine» tra pensierislegati fra loro in modo chelascino emergere il lorosignificato.IllavoroalLibrodeimotti

e delle riflessioni dura tre

anni, interrotto anche dalpossente e più sistematicotesto sulle manifestazionidellospiritochepasseràquasiinosservato, Lo spirito nellaparola e lo spiritonell’azione. Inizia a ordinarlie a perfezionarli. Nell’estatedel 1927 legge a LudwigGoldscheider e BelaHorowitz,iresponsabilidellacasa editrice Phaidon diVienna, i suoi aforismi. Gliascoltatori non si saziano di

ascoltarlo eSchnitzlerdecidedi includere nel suo volumegran parte delle sentenzescritteneglianni.Adicembreil libro viene presentato ed èun grande successo: 2000esemplari sono esauriti inpochi giorni e l’accoglienzadella critica è entusiastica:all’inizio di gennaio RichardSpecht lo loda senza riservesul «Neuer Wiener Journal»,ma anche gli amici di untemposembranoritrovarenel

libro lo specchiodiun’epocae un’immagine più precisadellapersonalitàdell’autore.In una lettera a Olga, la

moglie separata che l’avevaaccusatodiesserestatoduroeindiscreto con lei negliaforismi, Schnitzler ammettechedietromoltidettisicelinoesperienze private che eglirielabora in teorizzazioni,fragile nelle sue ansie diebreo e sprezzante neldesiderio di essere libero di

avere le proprie idee e,soprattutto, di cambiarle.Hofmannsthal si dichiaracolpito: «difficilmente –scrive – qualcosa avrebbepotuto commuovermi più diquestolibro»;nonsitrattadeirisultati né dei temi trattati,«ma è qualcosa dimolto piùintenso: il ritmo del Suopensiero» e la scoperta diquello che a lui sembra «ilvero,insolubilesegreto»dellanatura dell’amico; Zweig gli

invia il 7 gennaio una letterapienadiammirazione:«Ilsuolibroèstatounagrandegioia,e soprattutto a livellopersonale:hosempreavutolasensazione che si sapessetroppo poco della Sua piùintima spiritualità, del caloredelle Sue sensazioni e dellaserietàdietroalSuosorriso».PochigiornidopoglitelefonaBeer-Hofmann riservando alvolume parole lusinghiere –solo scherzosamente gli

rimprovera una eccessivaindulgenza con Dio.Schnitzler risponde: «E nonlomeritaforse?».

ROBERTAASCARELLI

CRONOLOGIADELLAVITAEDELLEOPERE

1862, 15 maggio ArthurSchnitzler nasce a Vienna inuna famiglia della buonaborghesia ebraicadall’affermato laringoiatraJohann e da LouiseMarkbreiter.

1871-1878 Frequenta ilprestigioso AkademischesGymnasium.1879, luglio Consegue lamaturitàconottimivoti.1879,autunno Si iscrive allafacoltà di medicinadell’UniversitàdiViennacheinizia a frequentare senzaparticolareimpegno.1880Vieneassuntodalpadrecome collaboratore dellarivista medica da lui diretta,«Internationale klinische

Rundschau», dove pubblicabrevi articoli di argomentoscientifico. Appaiono inoltresu«Der freieLandesbote»diMonaco i suoi primi scritti:Liebeslied der Ballerine(Canto d’amore di unaballerina) e Über denPatriotismus (Sulpatriottismo).1882,ottobreServiziodilevavolontario.1883 Torna alla vita civile,riprendeglistudi.

1885 Si laurea in medicina.Entra quindi come uditore epoco dopo come praticanteall’Ospedale generale diVienna.1886 Lungo soggiorno aMerano per unainfiammazione tubercolare,durante il quale ha modo diconoscere Olga Waissnix.Diventa assistente dellopsichiatraTheodorMeynert.1887 Entra a far parte delreparto dermosifilopatico e

poi di quello chirurgico nelnosocomio della capitale.Pubblica con una certaregolarità i propri scritti su«An der schönen blauenDonau» e «DeutscheWochenschrift».1888 L’editore O.F. Eirichstampa l’atto unico DasAbenteuer seines Lebens(L’avventura della sua vita).Dopo un lungo viaggio aBerlino e a Londra inizia alavoraresottoladirezionedel

padre,interessatopiùcheallalaringoiatria alle potenzialitàdell’uso terapeuticodell’ipnosi.1889Viene pubblicato il suounicoscrittoscientificodiuncerto respiro, ÜberfunktionelleAphonieundihreBehandlung durch Hypnoseund Suggestion (Sull’afoniafunzionale e sul suotrattamento con l’ipnosi e lasuggestione); appaiono sullarivista «An der schönen

blauen Donau» i raccontiAmerika, Der Andere(L’altro), Mein FreundYpsilon (Il mio amicoYpsilon)ealcunepoesie.1890«AnderschönenblauenDonau» pubblica il drammaliricoAlkandi’sLied(Ilcantodi Alkandi); viene stampatoanche l’atto unico Episode(Episodio), scritto l’annoprima.1891 PubblicaDie Frage andasSchicksal(Ladomandaal

destino) e AnatolsHochzeitsmorgen (Mattino dinozze di Anatol). ConosceHofmannsthal, Beer-Hofmann e Bahr. ConHofmannsthal, Bahr e altrigiovani viennesi tra cuiSalten e Beer-Hofmann dàvita al circolo letterario delloJung Wien. Licenzianumerosi scritti: aforismi, gliatti unici Denksteine (Pietremiliari) eWeihnachtseinkäufe(Acquisti

di Natale) e il raccontoReichtum (Ricchezza). AlTheater in der Josefstadtviene rappresentato DasAbenteuer seines Lebens.ConosceKarlKraus.1892 Numerose le messe inscena: Die Frage an dasSchicksal, Abschiedssouper(Cena d’addio) e DasMärchen (La favola) sonoallestiteaBerlino,BadIschleVienna.Nelmaggiomuore ilpadre; Schnitzler lascia il

policlinico per dedicarsi allalibera professione. Inizia ilcarteggioconilcriticodaneseGeorg Brandes e con ildirettore del DeutschesTheater di Berlino, OttoBrahm; nel luglio conosceMarie Reinhard; pubblica invarie riviste Blumen (Fiori),Die dreiElixire (I tre elisir),Sterben(Morire),DerWitwer(Il vedovo). Pubblica il cicloAnatol con un prologo diHofmannsthal.

1895, ottobre Si imponeall’attenzione del pubblicocon la rappresentazione aViennadiLiebelei(Amoretto)(pubblicatonel1896).1896, novembre Vienerappresentato al DeutschesTheaterdiBerlino ildrammaFreiwild(Resnullius).1897LavoraallanovellaDieEntrüsteten (Gli sdegnati) eal dramma Das Kind (Ilbambino), al quale darà iltitolo Das Vermächtnis (Il

legato).Il24settembrenasceil bambino avuto da MarieReinhard che muore pocodopo. In autunno vienepubblicato Die Totenschweigen(Imorti tacciono).Il 4 novembre muore OlgaWaissnix.1898,13gennaioHaluogolaprima rappresentazione diWeihnachtseinkäufe; seguonoaltre due «prime», quella diEpisode a Lipsia e quella diDes Wermchtnis a Berlino.

L’editore Fischer pubblicaDie Frau des Weisen.Novelletten (La moglie delsaggio.Novellette).Larivista«Cosmopolis» propone ildramma in un attoParacelsus.1899 Viene rappresentato aVienna Paracelsus insieme aDer grüne Kakadu (Ilpappagallo verde) e DieGefährtin (La compagna). Il18 marzo muoreimprovvisamente Marie

Reinhard. Il 27 marzo gliviene conferito il premioBauernfeld.A luglio incontraOlgaGussmannchediventeràsua moglie. Fischer pubblicaDas Vermächtnis e sulla«Neue Freie Presse» appareUm eine Stunde (Per un’orasola).1900 Lavora a due opere digrande impegno: il romanzoFrau Berta Garlan (Lasignora Berta Garlan) e lanovella Leutnant Gustl (Il

sottotenente Gusti). Il 18giugno il direttore delBurgtheater rifiuta dimetterein scena Der Schleier derBeatrice(IlvelodiBeatrice).«DieZeit»proponelanovellaDer blinde Geronimo undsein Bruder (Geronimo ilciecoesuo fratello) e «NeueFreie Presse» pubblicaLeutnantGusti;fastampareaproprie spese Reigen(Girotondo).1901Scoppialoscandaloper

Leutnant Gustl, consideratolesivodell’onoredell’esercitoimperialregio. Durantel’estate completa Die Fraumit dem Dolche (La donnacon il pugnale). La rivista«Jugend» pubblicaSylvesternacht (Notte di SanSilvestro), l’editore FischerLeutnant Gusti, Der Schleierder Beatrice e Frau BertaGarlan.1902, gennaio Il ciclo diLebendige Stunden viene

rappresentato aBerlino e poipubblicato da Fischer. Il 9agosto nasce il figlioHeinrich. Inizia il romanzoDer Weg in Freie (verso lalibertà). Numerosi i testicompletati: Die Fremde(L’estranea), AndreasThameyers letzter Brief(L’ultima lettera di AndreasThameyer), Die griechischeTänzerin (La danzatricegreca).1903, 17 marzo Riceve il

premio Bauernfeld perLebendige Stunden. Il 26agosto sposacon ritoebraicoOlga Gussmann. Berlinoaccoglieasettembrelaprimarappresentazione di DerPuppenspieler (Ilburattinaio). In ottobreappare Die grüne Kravatte(La cravatta verde). Reigenviene stampato inquarantamila esemplari dalWiener Verlag (in Germaniala diffusione del testo sarà

proibitapochimesidopo).1904,13 febbraioABerlino,prima rappresentazione diDer einsame Weg (La viasolitaria). In novembre,sempreaBerlino, assisteallamessainscenaperlaregiadiMax Reinhardt dei due attiunici Der tapfere Cassian(L’impavido Cassian) e Dergrüne Kakadu. Larappresentazione dell’altrotesto in cartellone,DasHausDelorme (MathildeDelorme)

vieneproibita.1905 Vengono proposti aVienna Freiwild eZwischenspiel(Intermezzo).IlWiener Verlag stampa laraccolta di novelle DiegriechischeTänzerin.1906 A Berlino vienerappresentato per la regia diOtto Brahm Der Ruf desLebens (Il richiamo dellavita), a Vienna Zum groβenWurstel (Il gran teatro deiburattini). Tre i volumi

stampati da Fischer:Zwischenspiel, Der Ruf desLebens, e il cicloMarionetten. Drei Einakter(Treattiunici).1907 Grande successo per lapubblicazione diDämmerseelen (Animecrepuscolari).1908 Riceve il premioGrillparzerperZwischenspiel.Inizia a lavorare al drammaProfessor Bernhardi. SurivisteesconoKomtesseMizzi

oder Der Familientag (Lacontessa Mizzi ovvero Ungiorno in famiglia),Der Toddes Junggesellen (La mortedelloscapolo)e,apuntate, ilromanzoDerWeginFreie.1909 Il DeutschesVolktheater presenta unampio repertorioschnitzleriano. Il 13settembrenasce la figliaLili.InottobrehaluogoaLipsiala«prima» di Der tapfereKassian. Ein Singspiel con

musicadiOscarStraus.1910, 22 gennaio Vieneproposta a Dresda lapantomimaDer Schleier derPierrette(IlvelodiPierrette)con musica di Ernst vonDohnányi. Il18 settembrehaluogo a Francoforte la«prima» dell’opera tratta daLiebelei, musicata da FranzNeumann. Seguono lerappresentazionidiDerjungeMedardus (Il giovaneMedardo) e del ciclo Anatol

(a esclusione di Denksteien(Pietremiliari)ediAgonie)aBerlinoeaVienna.1911 Nell’autunno si reca aPraga, Berlino, Amburgo,Monaco dove tieneconferenze e assiste allerepliche di Das weite Land(L’ampio paese). Il 9settembre muore la madreLouise.Appaionosurivistelenovelle Die dreifacheWarnung (Il tripliceammonimento), Der Mörder

(L’assassino),DieHirtenflöte(Flauto pastorale), DasTagebuch der Redegonda (Ildiario di Redegonda), FrauBeate und ihr Sohn (LasignoraBeateesuofiglio).1912 In occasione delcinquantesimo compleannovieneallestitagranpartedellaproduzione schnitzleriana. Inautunno, Reigen e ProfessorBernhardinonpossonoessererappresentati a Budapest e aVienna. La «prima» di

quest’ultimaoperaavràluogoil 28 novembre al KleinesTheater di Berlinoriscuotendo un grandesuccesso. Fischer presenta laraccolta di novelle Maskenund Wunder (Maschere eprodigi),ProfessorBernhardieiGesammelteWerkeinzweiAbteilungen (Opere completein due sezioni). Larappresentazione aVienna diProfessor Bernhardi vienevietatadallapolizia.

1914, 22 gennaio Vienepresentata a Copenhagen laversione cinematografica diLiebelei.Il27marzoriceveilpremio Raimund per Derjunge Medardus. Alcuniquotidiani russi pubblicanounasuapresuntaintervista.Inuna lettera aperta denuncial’ingannoeprendeledistanzeda qualsiasi «cultura dellaguerra».1915 Inizia a scriverel’autobiografiapoipubblicata

con il titolo di Jugend inWien (Giovinezza a Vienna).n 12 ottobre ha luogo laprima rappresentazione, incontemporanea a Vienna,Darmstadt e Francoforte diKomödie der Worte(Commediadelleparole).1917 ScriveDer letzte Briefeines Literaten (L’ultimalettera di un letterato). Sul«BerlinerTageblatt»appareapuntate il romanzo DoktorGräsler, Badeartz (Dottor

Gräsler medico termale). Il14novembrevieneallestitaaVienna la commedia Finkund Fliederbusch (Fink eFliederbusch).1918 La «Neue Rundschau»pubblica CasanovasHeimfahrt (Il ritorno diCasanova).1919 La rivista «NeueRundschau» propone lacommedia Die Schwesternoder Casanova in Spa (Lesorelle ovvero Casanova a

Spa), messa in scena l’annosuccessivoalBurgtheater.1920Lacrisinelrapportoconla moglie e le incertezzepolitiche turbano Schnitzlernegli anni dell’immediatodopoguerra. ProfessorBernhardi vienerappresentato a Vienna ericeve il premio delVolkstheater. Il KleinesSchauspielhaus di BerlinometteinscenaReigen.1921, 1° febbraio La

rappresentazione viennese diReigen suscita violentepolemiche. Vengonoorganizzate a Berlinomanifestazioni di protestacontro l’autore. Il 26 giugnodivorzia dalla moglie. Asettembre viene presentato ilfilm di Cecil de Mille trattodaAnatol.1922 Fischer pubblica duenuovivolumideiGesammelteWerke.IncontraFreud.1923 Diviene membro

onorario della Akademie fürbildende Künste di Vienna epresidente onorario delP.E.N.Club. Il 5 ottobre haluogo aVienna la proiezionedel film tratto da Der jungeMedardus per lasceneggiatura dello stessoSchnitzler e di LadislausVajda.1924 Incontra Robert Musil.A ottobre viene presentato aVienna Komödie derVerführung (Commedia della

seduzione). La rivista «NeueRundschau» proponeFräulein Else (SignorinaElse).1925 Si reca in Svizzera enella Germania meridionaleperunaseriediconferenze.Il3marzoMaxReinhardtmettein scena il ciclo dell’Anatol.VengonopubblicateDieFraudes Richters (La moglie delgiudice) e Traumnovelle(Doppiosogno).1926 Lavora al romanzo

Therese. Il 31 dicembre haluogo la prima diSylvesternacht al Theater inder Josefstadt. Fischerpubblica Traumnovelle; larivista «Berliner IllustrierteZeitung» propone la novellaSpiel in Morgengrauen(Giocoall’alba).1927Nell’estate la figliaLilisposal’ufficialeitalianodellaMilizia, Arnoldo Cappellini.Escono lo scritto teoricoDerGeist imWort und der Geist

in der Tat (Lo spirito nellaparola e lo spiritonell’azione) e Buch derSprücheundBedenken(Librodeimottiedelleriflessioni).1928 Viene presentato aBerlino il filmmuto trattodaFreiwild.Il26lugliolafigliasi suicida. Fischer integral’edizione completa delleopereinprosastampandoduenuovivolumi.1929 Ha luogo a Vienna laprima rappresentazione di Im

Spiel der Sommerlüfte(Brezza d’estate), pubblicatol’annoseguentedaFischer.1931 A febbraio vienerappresentato a Vienna DerGangzumWeiher(Ilsentierodel laghetto). A maggioappare Flucht in dieFinsternis. Il 19 settembre laMetro Goldwin Meyerpresenta il film sonoroDaybreak, tratto da Spiel imMorgengrauen. Fischerpropone Flucht in die

Finsternis e una raccolta dinovelle dal titoloTraum undSchicksal (Sogno e destino).Il21ottobremuoreaViennain seguito a una emorragiacerebrale.

BIBLIOGRAFIAESSENZIALE

OperediArthurSchnitzlerDie erzählenden Schriften, 2voll., Frankfurt a.M. 1961;19702.Die dramatischen Werke, 2voll., Frankfurt a.M. 1962;19722.Aphorismen und

Betrachtungen, a cura diRobert O. Weiss, Frankfurta.M.1967.Entworfenes undVerworfenes. Aus demNachlaβ, a cura di ReinhardUrbach,Frankfurta.M.1977.Anatol,TexteundMaterialienzur Interpretation, a cura diErnst L. Offermanns, Berlin1964.Das Wort. Tragikomödie infünf Akten, a cura di KurtBergel,Frankfurta.M.1966.

Roman-Fragment, a cura diReinhard Urbach, in«Literatur und Kritik», 13,April1967,pp.135-183.Jugend in Wien. EineAutobiographie, a cura diTherese Nickl e HeinrichSchnitzler, Wien-München-Zürich1968;München19712;Frankfurta.M.19813.Frühe Gedichte, a cura diHerbertLederer,Berlin1969.Zug der Schatten. Drama in

neun Bildern, a cura diFrançoise Derré, Frankfurta.M.1970.Ritterlichkeit. Fragment ausdemNachlaβ, a curadiRenaR.Schlein,Bonn1975.Über Psychoanalyse, a curadi Reinhard Urbach, in«Protokolle», 2, 1976, pp.277-284.Tagebuch.1909-1912, a curadi Peter M. Braunwarth,Richard Miklin, MariaNeyses, Susanne Pertlik,

Walter Ruprechter, ReinhardUrbach, sotto la direzione diWernerWelzig,Wien1981.Tagebuch.1913-1916, a curadi Peter M. Braunwarth,Richard Miklin, SusannePertlik, Walter Ruprechter,Reinhard Urbach, sotto ladirezione di Werner Welzig,Wien1983.Tagebuch.1917-1919, a curadi Peter M. Braunwarth,Richard Miklin, SusannePertlik, Reinhard Urbach,

sotto la direzione di WernerWelzig,Wien1985.Tagebuch.1879-1892, a curadi Peter M. Braunwarth,Susanne Pertlik, ReinhardUrbach, sotto la direzione diWernerWelzig,Wien1987.MedizinischeSchriften,acuradi Horst Thomé, Wien-Darmstadt,1988.Tagebuch.1893-1902, a curadi Peter M. Braunwarth,Konstanze Fliedl, ReinhardUrbach, sotto la direzione di

WernerWelzig,Wien1989.Tagebuch.1903-1908, a curadi Peter M. Braunwarth,Susanne Pertlik, ReinhardUrbach, sotto la direzione diWernerWelzig,Wien1991.Tagebuch.1920-1922, a curadi Peter M. Braunwarth,Susanne Pertlik, ReinhardUrbach, sotto la direzione diWernerWelzig,Wien1992.Tagebuch.1923-1926, a curadi Peter M. Braunwarth,Susanne Pertlik, Reinhard

Urbach, sotto la direzione diWernerWelzig,Wien1995.Tagebuch 1927-1930, a curadi Peter M. Braunwarth,Susanne Pertlik, ReinhardUrbach, sotto la direzione diWernerWelzig,Wien1997.Tagebuch 1931,Gesamtverzeichnisse 1879-1931, a cura di Peter M.Braunwarth, Susanne Pertlik,Reinhard Urbach, sotto ladirezione di Werner Welzig,Wien2000.

EpistolariDer Briefwechsel ArthurSchnitzler-OttoBrahm,acuradiOskarSeidlin,Berlin1953;Tübingen19752.SIGMUND FREUD, Briefean Arthur Schnitzler, a curadi Heinrich Schnitzler, in«Die Neue Rundschau»,LXVI(1955),pp.95-106.ARTHUR SCHNITZLER-GEORG BRANDES, EinBriefwechsel, a cura di Kurt

Bergel,Bern1956.ARTHUR SCHNITZLER-RAINER MARIA RILKE,Briefwechsel, a cura diHeinrichSchnitzler,in«WortundWahrheit»,XII,4(1958).HUGO VONHOFMANNSTHAL-ARTHUR SCHNITZLER,Briefwechsel a cura diTherese Nickl ed HeinrichSchnitzler, Frankfurt a.M.1983.Karl Kraus und Arthur

Schnitzler. EineDokumentation, a cura diReinhard Urbach, in«Literatur und Kritik», 49(1970),pp.513-530.ARTHUR SCHNITZLER-OLGA WAISSNIX, Liebe,die starb vor der Zeit. EinBriefwechsel, a cura diTherese Nickl ed HeinrichSchnitzler, pref. di HansWiegel, Wien-München-Zürich1970.Der Briefwechsel Arthur

Schnitzlers mit MaxReinhardt und dessenMitarbeitern,acuradiRenateWagner,Salzburg1971.ARTHUR SCHNITZLER-THOMAS MANN,Briefwechsel,acuradiHerthaKrotkoff,in«MAL»,VII,1-2(1974), pp. 1-33. ADELESANDROCK-ARTHURSCHNITZLER, Dilly.Geschichte einer Liebe inBriefen, Bildern undDokumenten,acuradiRenate

Wagner, Wien-München1975.Vier unveröffentlichte BriefeArthur Schnitzlers an denPsychoanalytiker TheodorReik, in «MAL», VIII, 3-4(1975),pp.236-247.The Letters of ArthurSchnitzler to Hermann Bahr,a cura di Donald G. Daviau,ChapelHill1978.ARTHUR SCHNITZLER,Briefe 1875-1912, a cura diTherese Nickl e Heinrich

Schnitzler, Frankfurt a.M.1981.ARTHUR SCHNITZLER,Briefe 1913-1931, a cura diPeterM.Braunwarth,RichardMiklin, Susanne Pertlik,HeinrichSchnitzler,Frankfurta.M.1984.STEFAN ZWEIG,Briefwechsel mit HermannBahr,SigmundFreud,RainerMaria Rilke und ArthurSchnitzler, a cura di JeffreyB. Berlin, Hans Ulrich

Lindken, Donald A. Prater,FrankfurtaM.1987.ARTHUR SCHNITZLER-RICHARD BEER-HOFMANN, Briefwechsel1891-1931, a cura diKonstanze Fliedl, Wien-Zürich1992.DocumentazioniOLGA SCHNITZLER,SpiegelbildderFreundschaft,Salzburg1962.

Richard H. Allen, Schnitzlerand His Early Critics, in«JournaloftheIASRA»,V,3(1965),pp.17-21.FRIEDBERTASPETSBERGER, DerProzeß gegen die BerlinerAufführung des «Reigen»1922, in «Akzente», XII(1965),pp.211-230.RENATE WAGNER-BRIGITTE VACHA,WienerSchnitzler Aufführungen1891-1970,München1971.

GERHARD NEUMANN-JUTTA MÜLLER, DerNachlaß Arthur Schnitzlers.VerzeichnisdesimSchnitzler-Archiv der UniversitätFreiburg i. Br. befindlichenMaterials. Introduzione diGerhart Baumann eappendice di HeinrichSchnitzler:VerzeichnisdesinWien vorhandenenNachlaßmaterials, München1974.ARTUR SCHNITZLER,

Notizen zu Lektüren undTheaterbesuchen 1879-1927,acuradiReinhardUrbach,in«MAL», VI, 3-4 (1974), pp.7-39.REINHARD URBACH,Schnitzler-Kommentarsudenerzählenden Schriften unddramatischen Werken,München1974.ARTHUR SCHNITZLER,HUGO VONHOFMANNSTHAL,Charakteristik aus den

Tagebüchern,acuradiBerndUrban in coll. con WernerVolke, «Hofmannsthal-Forschungen»,III,1975.HARTMUT SCHEIBLE,Arthur Schniztler inSelbstzeugnissen undBilddokumenten, Reinbek1976.ARTHUR SCHNITZLER,Sein Leben-Sein Werk-SeineZeit, a cura di HeinrichSchnitlzer, ChristianBrandstätter, Reinhard

Urbach,Frankfurta.M.1981.RENATEWAGNER,ArthurSchnitzler. Eine Biographie,Wien-München-Zürich-NewYork 1981; Frankfurt a.M.19852.HANS-ULRICH LINDKEN,Arthur Schnitzler. Aspekteund Akzente. Materialien zuLeben und Werk, Frankfurta.M.-Bern-NewYork1984.BIRGIT KAWOHL, ArthurSchnitzler:Personalbibliographie 1977-

1994,Gießen1996.ULRICH VON BÜLOW,Sicherheit ist nirgends: dasTagebuch von ArthurSchnitzler, Marbach amNeckar2000.Traduzioni italiane (1959-2000)Girotondo e altre commedie,a cura di Paolo Chiarini,Torino1959.Anatol, a cura di Paolo

Chiarini,Roma1967.Novelle, a cura di GiuseppeFarese, Roma 1971.Girotondo, a cura di PaoloChiarini,Torino1975.IlritornodiCasanova,acuradi Giuseppe Farese, Milano1975.Doppio sogno, a cura diGiuseppe Farese, Milano1977.LacontessinaMizzi.Alpappagallo verde, a cura diCaudioMagris,Milano1979.Fuganelle tenebre, a cura di

Giuseppe Farese, Milano1981.Verso la libertà, trad. di M.Bistolfi, postfazione diGiorgioZampa,Milano1981.La danzatrice greca e altriracconti,trad.diS.VassillieP. Moro, prefazione di ItaloA. Chiusano, Pordenone1982.Euntempotorneràlapace...,a cura di Giovanni Lanza,Milano1982.I morti tacciono e altri

racconti, a cura di GiuseppeFarese,Milano1982.Gioco all’alba, a cura diEmilio Castellani, Milano1983.IlsottotenenteGustl,acuradiGiuseppe Farese (testotedesco a fronte), Milano1984.Il dottor Gräsler medicotermale, a cura di GiuseppeFarese,Milano1985.Commedie dell’estraneità edella seduzione: Terra

sconosciuta. ProfessorBernhardi. Commedia dellaseduzione, introduzioni diEugenioBernardi eReinhardUrbach, traduzioni di E.Bernardi eR.Menin,Milano1985.La signora Berta Garlan,trad. di L. Magliano,introduzione di Italo A.Chiusano,Milano1986.Beate e suo figlio, a cura diMagdaOlivetti,Milano1986.Commedia delle parole, a

cura di Giuseppe Farese,Milano1986.Amoretto, a cura di PaoloChiarini,Torino1987.Morire, a cura di GiuseppeFarese,Milano1987.Therese, trad. di A.A.Bradascio, introduzione diGiuseppe Farese, Milano1987.Sulla psicoanalisi, a cura diLuigiReitani,Milano1987.HEDY KEMPNY-ARTHURSCHNITZLER, La ragazza

dalle tredici anime, trad. ecura di M. Belardetti,postfazione di H.P. Adamek,Milano1987.Signorina Else, a cura diEnrico Groppali, Milano1987.Marionette. Tre atti unici: Ilburattinaio, Il valorosoCassian, Al gran teatro deiburattini, a cura di BarbaraMelley,Roma1988.Opere, a cura di GiuseppeFarese, Milano 1988.

Seconda edizionenotevolmenteampliata1993.LesorelleovveroCasanovaaSpa, a cura di ClaudioMagris,Torino1988.La signorina Else, a cura diRenataColorni,Milano1988.Commediola. Tre novelleepistolari, a cura di RobertaAscarelli, trad. di A. Rodi,Roma1990.Giovinezza a Vienna, a curadi Therese Nickl e HeinrichSchnitzler, con una

postfazione di FriedrichTorberg, trad. di A. DiDonna,Milano1990.Ore vive. Quattro atti unici,introduzione e trad. diGiuseppe Farese, Milano1990.Paracelso, a cura di PaolaMariaFilippi,Faenza1991.Ricchezza, trad.diG.Piazza,Torino1991.Verso la libertà, trad. di L.Scalero con uno scritto diGiuseppe Farese, Milano

1991.Anatol. Prima edizioneitaliana completa,introduzione e trad. diGiuseppe Farese, Milano1992.Animecrepuscolari,acuradiPaola Maria Filippi, Faenza1992.ARTHUR SCHNITZLER-OLGA WAISSNIX, Lapassione e la rinuncia.Lettere 1886-1897, a cura diGiuseppeTateo,prefazionedi

Giuseppe Farese, Milano1993.La sposa promessa, trad. diL.Cancian,acuraeconunoscritto di Luigi Reitani,Milano1993.Sottotenente Gustl, tra di S.VassillieP.Moro,prefazionedi Consuelo Galvani,Pordenone1993.Il ritorno di Casanova,introduzionediMauroPonzi,trad.diF.Ricci,Roma1994.LaPredizione, trad.diC.De

Marchi,Milano1995.Lapiccolacommedia,trad.diR. Carpinella Guarneri,Milano1996.L’ultima lettera di AndreasThameyer, a cura di RobertaAscarelli,Roma1996.Laparolamuta, (scrittidiH.Bahr e A. Schnitzler) a curadi Paola Maria Filippi,Faenza1997.Novella dell’avventuriero,trad. di R. CarpinellaGuarneri,Milano1999.

Geronimo il cieco e suofratello,trad.diB.BenvenutoeA.Iadicicco,Palermo2000.Pensierisullavitaesull’arte,a cura di Giuseppe Farese,Milano2000.La trasparenza impossibile.Aforismi e riflessioni, a curadiLuisaCoeta,Firenze2000.StudicriticiprincipaliLa vastissima bibliografiacritica schnitzleriana è stata

raccoltadaGiuseppeFareseepubblicata in A. Schnitzler,Opere, a cura di G. Farese,Mondadori, Milano 1988,1993(2ed.ampliata).Quidiseguito riportiamo soltantoalcuni riferimenti essenziali.Per i saggi pubblicati nelleedizioniitalianedelleoperediArthur Schnitzler si rinviaallasezioneTraduzioni.Contributiitaliani

PAOLO CHIARINI,L’‘Anatol’ di ArthurSchnitzler e la culturaviennese ‘fin de siècle’, in«StudiGermanici»,n.s.1963,pp.222-252.CLAUDIOMAGRIS,ArthurSchnitzler, in Il mitoabsburgico nella letteraturaaustriaca moderna, Torino1963,pp.221-235.GIUSEPPE FARESE,Individuo e società nelromanzo‘DerWeginsFreie’

di Arthur Schnitzler, Roma1969.ITALO A. CHIUSANO,Arthur Schnitzler, in Storiadel teatro tedesco. Dal 1889adoggi,Torino1976,pp.75-63.UVE FISCHER, L’Io comesensazione nel ‘SottotenenteGustl’diArthurSchnitzler,inIl mondo come letteratura,Catania1980,pp.171-205.BARBARA MELLEY,Teatro e narrativa di Arthur

Schnitzler nella prospettivaautobiografica, in «Annalidell’Istituto di Lingue eLetterature GermanicheUniversità di Parma», 5(1980),pp.63-96.GIUSEPPE BEVILACQUA,Schnitzler e Freud, inRiccardoMorello (acuradi),Anima ed esattezza.Letteratura e scienza nellacultura austriaca tra ’800 e’900,Genova 1983, pp. 213-222.

GIUSEPPE FARESE (a curadi),ArthurSchnitzlereilsuotempo,Milano1983.VITO ATTOLINI, ArthurSchnitzlereilcinemadiMaxOphüls,inArthurSchnitzlereilsuotempo,pp.156-171.GIUSEPPE FARESE,Tramonto dell’Io e coscienzadella fine in ArthurSchnitzler, in ArthurSchnitzlere il suo tempo,pp.24-33.BIANCA CETTI

MARINONI, ArthurSchnitzler scrittore dellacrisi, in Le due realtà.Fortune dell’immaginarionella letteratura tedesca,Milano1983,pp.106-110.FERRUCCIO MASINI, ‘Laregione intermedia’ diSchnitzler, in Il travaglio deldisumano. Per unafenomenologiadelnichilismo,Napoli1983,pp.115-118.GIUSEPPE FARESE,‘Commedia delle parole’ di

Arthur Schnitzler. Unatrilogia della solitudine, in«Studi Tedeschi», XX, 1-3(1987),pp.109-123.GIUSEPPE FARESE, ‘Ildottor Gräsler medicotermale’: tragicommedia diun filisteo di mezz’età, inMaria Enrica D’Agostini,MarinoFreschi,G.Kothanek(a cura di), Mitteleuropa.Storiografie e scritture,Napoli1987,pp.3-13.ENRICO DE ANGELIS,

Arthur Schnitzler, inSimbolismo e decadentismonella letteratura tedesca,Bologna1987,pp.179-193.PAOLO CHIARINI,Paradigmi e varianti nelladrammatizzazione del primoSchnitzler, in «StudiGermanici», n.s., XXIV-XXVI,(1986-1988),pp.235-258.ROBERTAASCARELLI,Leragioni del sogno.‘Traumnovelle’ di Arthur

Schnitzler, in «StudiTedeschi», XXXI, 3 (1988),pp.13-54.LUIGI FORTE, ArthurSchnitzler e la sua ragazzadalle tredici anime, in«Belfagor», a. XLIII, 5(1988),pp.503-515.CLAUDIA MONTI,Letteratura austriaca‘doppio’ della psicoanalisi:Musil e Schnitzler, in «StudiTedeschi», n.s. XXXIII, 1-2(1990),pp.9-28.

Studia Schnitzleriana, a curadi Fausto Cerignani,Alessandria 1991 (saggi diCercignani,MariaTeresaDalMonte, Giuseppe Farese,GabriellaRovagnati).GIUSEPPE FARESE, Ladoppia anima di Anatol, in«Contesti», 4 (1992), pp. 9-22.ROBERTAASCARELLI,Lascansione del temponell’epoca di ArthurSchnitzler, in Fausto

Cercignani(acuradi),Studiaaustriaca, Milano 1992, pp.9-24.FAUSTO CERCIGNANI,Arthur Schnitzler e il solitocammino dell’io. ‘DoktorGräsler’, ‘Frau BertaGarlan’,‘FrauBeateundihrSohn’, ‘Der Weg ins Freie’,in Studia austriaca, pp. 61-88.BARBARE MELLEY, Lafigura della ragione in‘Flucht in die Finsternis’ di

Arthur Schnitzler, in Studiaaustriaca,pp.137-142.ROBERTA ASCARELLI,Arthur Schnitzler, Pordenone1995.FAUSTO CERCIGNANI,Sogno e realtà nella Viennadi Schnitzler, in «StudiaAustriaca III», Milano 1995,pp.27-44.CLAUDIA SONINO,‘Sterben’ di Schnitzler: unanovella in grigio, in «StudiGermanici», Anno XXXIII,

2-3,1995.FAUSTO CERCIGNANI,Arthur Schnitzler. Finzioneartistica e realtà del vissuto,in «Cultura tedesca», n. 6,Dicembre1996,pp.37-48.GIUSEPPE FARESE,ArthurSchnitzler.UnavitaaVienna1862-1931,Milano1997.ContributistranieriTHEODOR REIK, ArthurSchnitzler als Psycholog,Minden1973.

JOSEF KÖRNER, ArthurSchnitzlers Gestalten undProbleme, Zürich-Leipzig-Wien1921.RICHARD SPECHT, ArthurSchnitzler. Der Dichter undseinWerk.EineStudie,Berlin1922.SOL LIPTZIN, ArthurSchnitzler,NewYork1932.BERNHARD BLUME, Dasnihilistische Weltbild ArthurSchnitzlers,Stuttgart1936.RUDOLF LANTIN, Traum

und Wirklichkeit in derProsadichtung ArthurSchnitzlers,Diss.,Köln1958.HERBERT W. REICHERT-HERMANN SALINGER(curatori), Studies in ArthurSchnitzler,ChapellHill1963.GERHART BAUMANN,Arthur Schnitzler. Die Weltvon Gestern eines Dichtersvon Morgen, Frankfurt a.M.1965.FRANCOISE DERRÉ,L’Œuvred’ArthurSchnitzler.

Imagerie viennoise etproblèmes humains, Paris1966.GOTTFRIED JUST, Ironieund Sentimentalität in denerzählenden DichtungenArthur Schnitzlers, Berlin1968.CHRISTA MELCHINGER,Illusion und Wirklichkeit imdramatischen Werk ArthurSchnitzlers,Heidelberg1968.HANS ULRICH LINDKEN,Interpretationen zu Arthur

Schnitzler.DreiErzählungen,München1970.MARTIN SWALES, ArthurSchnitzler. A Critical Study,Oxford1971.MICAHEL IMBODEN, Diesurreale Komponente imerzählenden Werk ArthurSchnitzlers, Bern-Frankfurta.M.1971.WILLlAM H. REY, ArthurSchnitzler: ‘ProfessorBernhardi’,München1971.KENNETH SEGAR,

Psychological Determinismand Moral Responsability inSome Narrative Works ofArthur Schnitzler, Ph. Diss.,Oxford1971.KLAUS KILLAN, DieKomödienArthurSchnitzlers,Düsseldorf1972.REINHARD URBACH,Arthur Schnitzler, Velber beiHannover1972.HEINZ RIEDER, ArthurSchnitzler. Das dramatischeWerk,Wien1973.

JORG SCHEUZGER, DasSpiel mit Typen undTypenkonstellationen in denDramen Arthur Schnitzlers,Zürich1975.GUNTER SELLING, DieEinakter und EinakterzyklenArthur Schnitzlers,Amsterdam1975.ROLF PETER JANZ-KLAUS LAERMANN,Arthur Schnitzler. ZurDiagnose des WienerBürgertums imFinde siècle,

Stuttgart1977.HARTMUT SCHEIBLE,Arthur Schnitzler und dieAufklärung,München1977.BARBARA GUTT,Emanzipation bei ArthurSchnitzler,Berlin1978.DETLEV ARENS,Untersuchungen zu ArthurSchnitzler Roman ‘Der Wegins Freie’, Frankfurt a.M.-Bern1981.NORBERT ABELS,Sicherheit ist nirgends.

JudentumundAufklärungbeiArthur Schnitzler, Königstein1982.HEIDE TARNOWSKI-SEIDEL, Arthur Schnitzler:‘Flucht in die Finsternis’.Eine produktionsästhetischeUntersuchung, München1983.URSULA KELLER, BöserDinge hübsche Formel. DasWien Arthur Schnitzlers,Berlin-Marburg1984.ROLF ALLERDISSEN,

Arthur Schnitzler.ImpressionistischesRollenspiel und skeptischerMoralismus in seinenErzählungen,Bonn1985.GIUSEPPE FARESE (a curadi),AktendesInternationalenSymposiums “ArthurSchnitzler und seine Zeit”,Bern-Frankfurt a.M.-NewYork1985.MICHAELA L.PERLMANN, ArthurSchnitzler,Stuttgart1987.

MICHAELA L.PERLMANN,Der Traum inderliterarischenModerne. Zum Werk ArthurSchnitzlers,München1987.CLIVE A. ROBERT, ArthurSchnitzler and Politics,Riverside1989.FRANZ BAUMER, ArthurSchnitzler,Berlin1992.ULRICH WEINZIERL,Arthur Schnitzler. LiebenTräumen Sterben, Frankfurta.M.1994.

WOLFGANG LUKAS, DasSelbst und das Fremde.Epochale Lebenskrisen undihre Lösung im Werk ArthurSchnitzlers,München,1996.HARTMUT SCHEIBLE,LiebeundLiberalismus:überArthur Schnitzler, Bielefeld1996.JOSEPH STRELKA, DieSeele... ist ein weites Land.Kritische Beiträge zumWerkArthur Schnitzlers, Bern,1996.

WALTER MÜLLER-SEIDEL, Arztbilder imWandel. Zum literarischenWerk Arthur Schnitzlers,München1997.KONSTANZE FLIEDL,Arthur Schnitzler. Poetik derErinnerung,Wien1997.GOTTHART WUNBERG,Arthur Schnitzler, München1998. DIRK VONBOETTIKER, Meine Werkesind lauter Diagnose. Oberdie ärztliche Dimension im

Werk Arthur Schnitzlers,Heidelberg1999.BETTINA MATTHIAS,Masken des Lebens -Gesichter des Todes. ZumVerhältnis von Tod undDarstellung imerzählerischen Werk ArthurSchnitzlers,Würzburg1999.JENNEKE A.OOSTERHOFF,DieMännersind infam, solange sieMänner sind:Konstruktionender Männlichkeit in den

Werken Arthur Schnitzlers,Tübingen2000.

ROBERTAASCARELLI

PREFAZIONEQuestolibrononvuoleoffriresistemi, concezioni delmondo o soluzioni; non lovorrebbe neppure nel casol’autore ritenesse possibili oanche soltanto auspicabilirisolvimenti definitivi nelcampodellospirito.Lo si consideri

semplicemente un diario,meglio ancora una serie diannotazioni tracciate inoccasione di avvenimentiesterni e interiori, talvoltasortedopomaturariflessione,più spesso nate dall’umoredel momento. È inevitabileche un diario del generecontenga talune ovvietà oaffermazioni che sonosoltanto spiritose e quindiscarsamente sincere; non sivoglia attribuirvi più

importanza di quanto facciaio e non mi si biasimi peraverle lasciate. In alcuni casicancellarle sarebbe statapresunzione, in altridisonestà. Tuttavia prendo ledifese di ciascuno dei mieimotti, anche di quelli cheforse oggi non considero deltutto sinceri o che non avreivoluto scrivere. Non sonotanto presuntuoso da credereche il mio pensiero piùrecente sia sempre il più

saggio o che la mia ultimaformulazione sia quellameglioriuscita.Miriconoscoanche in osservazioniincidentali il cui vero sensopotrebbe a volte essere piùchiaro al lettore di quanto losiamaistatoame.Uno dei motivi che mi

hanno spinto a pubblicarequesto libro è statoindubbiamente anche ildesideriodi rettificare ilgrannumero di idee errate,

intenzionali e non, sul miorapporto con i problemicosiddetti eterni e con alcunidiquellipiùlegatiallanostraepoca; idee che nasconofacilmente quando, adesempio, si vorrebbe farcrederechefrasidamepostein bocca a qualchepersonaggio inventatoesprimano una miaconvinzione personale, oquando si interpretano comeestrinsecazioni della mia

natura più profondaoccasionali passatempiartistici che a uno scrittoredevonopuresserepermessi.Questo libro non ha

assolutamente la presunzionedi vivere di vita propria. Èdestinato a quei lettori chehanno sentito le mie operetalmentevicinedadimostrareneimieiconfrontinonsolouninteressedicarattereestetico-letterario, ma anche unapartecipazione umana e

personale. In questo senso,vogliano accoglierloamichevolmente.

A.S.

MOTTIINVERSIIncoraggiamento

Per quanto inevitabile sipresentilasorte,non chinare mai il capo contrepidaumiltà.Ciòcheoggi simascheracolvoltodeldestinoieri era solo una tra infinitepossibilità.

Eseoggilasceltanontivienresanota...dadomaniatesaràaffidata.

SloganelettoraleUno slogan? A lungo mi cisonorottoilcapo,gente,già, come se al mondo tuttoandassecosìsemplicemente!Nehobisognodiunadozzinaalgiorno,almeno,anche se cerco di tenermi afreno.

Eseperdomaniunonetengoconservato,mi devo accorgere che èormaisorpassato.Ho scritto allora «caso percaso»,miciadatto,maanchequesto, ahimè,nonvaledappertutto.

ParolaeveritàL’aspra salita cuore e labbrohainaridito,pure ecco infine il dolce

premio:seiriuscito!Del vero il tempio s’erge insacrosito.Ma dal buio urla una voce:fattiindietro!Qui non riesce a penetrarealcunmortale:un gigante, il Verbo, è aguardiadelportale.Aunfilosofo,nellibrodegli

ospitiNell’Ideahaicercatoscampo,

sveltamente,dall’altruitribolazione.Ma pur sempre restiincatenato,terrenamente,allatuaafflizione.

PrimaverainautunnoAnno dopo anno ti inondal’assetatocuorela pozione della primavera,conpiùdolcesapore...Comprendi ora quel gustoinebrianteesconsolato?

Anche l’amara gocciadell’addiotuhaiingollato!

PalatifiniEcco cosa indispone noi,palatifini:gustare anche la schiuma,quellaattornoall’orlo[delbicchiere,quando agognamo qualcosadabere.Appenasorseggiamo[egiàlaassaporiamo.

Spingitiallargo...

Spingiti al largo suun’imbarcazionenei giorni afosi del gransolleone;lezanzarechetihanpresodimirasono solo il flagello dellariva.

Dalontano...Da lontano, sopra lacampagna,

unavettasalutaun’altravetta,eternasuacompagna.Grevi fumigano le valli ailoropiedi,e quei saluti non li hannointesi.

InvitoAgli ospiti do un cordialebenvenuto,ma la festavogliogodermelaappartato.Se mi aggirassi tra le liete

compagnie,musicaedanzanonlesentireipiùmie.

ParlailpignoloUnprodigio,echedovreimaidire?Una volta che qualcosa èaccadutopotròsoltantoacconsentirea ritenerlo un qualcosaavvenuto.

VeritàeternaPazzo, chi invitasse a pranzoilgiornoappressoquella signora dal vestitorosso.Oggi incede impettita comeeternaverità,domani avrà le vesti diMadameBanalità.

AmicoenemicoIl nemico?Chi di te parla inmalafede,

eperòinfondoneancheluicicrede.L’amico? Quello ascolta conpazienzae: «c’è qualcosa di vero»,infinepensa.

AunafanciullaTu,fanciulla,senzamacchiagiungisempredall’amato,masoltantosudiluibrillatuttolosplendoredelsuoanimoappagato.

Fugavana

Per quanto lontano tu corra,impaziente...datefuggivia,daltempoperniente.

IlnuovoprofumoSe hai percepito un nuovoprofumo,èmeglionondirloai«sanidimente».«L’ha preso il delirio», silamentauno,

«Èsolounaposa»,ridel’altroinsolente.Il fatto che forse hai il nasopiùbuonononvieneallamentediquasinessuno.

SpiralediparoleLa spirale di parole non lasvolgifinoinfondo;siacheruotisuunaspola,siacheruotisuuncapello,siacheruotiattornoalnulla:

primadiaverloappuratosaraibelchescoraggiato.

TrasparenzaMio povero ruscello di cosìscarsaportata,sul fondo del tuo letto contopietradopopietra!Non son scarsa, solo chiara,dissediquell’acquailvelo,eimieiciottolisond’oroallalucedelbelcielo.

Lèvatiditorno...

Lèvati di torno con la tuasicumeradalle nostre escursioni aprimavera!Perchisolol’alberopiùbellopuòcontare,dimmi,nelboscocosacistaafare?

LietopresentimentoPerché mai attorno allaneonatastellalealtresiaffollanoingiubilo

assordante?Sentono non lontana unafelicitàpiùbella:provare in fondo al cuore undisingannobruciante.

TripudioCosa succede oggi, che ilnostroorecchiosenterisuonare alto il giubilo deifiacchi?Si è appena constatatoufficialmente:

a quel padre, dopo sette figlibelliesanimolto,l’ottavo è nato; ed è giàsepolto.

AunrecensoreLogiuri:tunonintendevilui,parlavidicretiniingenerale...Èvero,ilsuonomenonl’haifatto,quindi a ragione ti apparesuscettibile.Pure–perdona–permenon

seicredibilefinché tolleri che qualcunaltropensichepensavialuiquandol’haiscritto.

Aveviragione...Avevi ragione? – Non vuoidiregranché.Solo ciò che hai fattosopravviveate.

IpoveriTolta la fame–cominciano i

problemi.

RitrattoCome siede superbo, con losguardoaudace,i piedi che sfiorano le staffe,lerediniallentate.Primo al traguardo il suocavallofarebbebellamostra,se non fosse di legno egirassesuunagiostra.

Maschera

Voi dite: un superuomo.Scusate,noncisiamo.Quel che mi apparve sullascenaeletta,anche se mascherato con unvoltoumano,era soltanto unasupermarionetta.CelebrazionediBeethoven

Siate indulgenti, se acomandononmiriescedi onorare con voi l’eccelso

vate.Neltempioamoentraremutocomeunpesce,edasolo,semeloconcedete.

PosteritàSisperdapurenelnullailmionome!Basta che cantino la miacanzone!

Distici

1Delpoetailcuoreimpetuoso,chevibròconlaspada[delboia,un uguale sussulto pietosorisuonavanelcapochecadde.

2Non lapidate ilblasfemo,voitimorati;ildiocheegli[offendenon è forse il vostro alcontempo,coluichecreò[ancheilblasfemo?

3

Svolazzante nastro alcappello...cosìl’impudenza[ornailgiovane.Se come vessillo la inalbera,unaventatalaabbatte.

4Virtuosi, ad ogni eventochinatevicomeaundecreto[divino.Non disprezzate più l’empio,népiùlodatel’onesto.

Onnipotenza, come voil’intendete, creò i peccatoried[igiusti,ai suoi occhi non ha colpa ilfurfante,pazzo[chipunisceechigiudica.Non devozione, angoscia efolliasalgonodauna[preghiera.Ed il suo dio dentro al pettocustodisceildubbiosoda[solo.

5Mormoral’ondaall’oceano:atortoticredipossente.Di tesonframmentosparuto,mafluttuosecondomie[leggi.Dall’abisso mugghia inrisposta:giàsenzaformati[squagli,prima di aver conosciuto,tremando,l’ordinamento[degliastri.

ImmortalitàScorronoisecoli,sullalapidesbiadisconoinomi,purseincisiinlettered’oro;eancheilmarmosispezza.Ma dalla tua polvere sbocciafinoinlontanestagioniun fiore che nutre farfalle edeternamenteolezza.CelebrazionediSchiller

Scettico a devoto si affianca,ilsaggioalfolle,in

[preghiera;Al cielo forse non sale, peròl’hasentitailvicino.Lasalae ilboscosicolmanodigenteadorantee[festosa;sia esso muto o tonante, l’immortalepercepiscequel[grazie.Voisacerdotizelanti, toglietel’altaresuperbo,[lasciate che in silenzio iovenericiòcheritengodivino.

Disticiatei

1

Senza fede chiamate, bigotti,chisidefinisceuno[scettico?Si limita solo a non crederechevoisaresteisapienti.

2Crocifisso, davvero seitrapassatoconfederadiosa?Oppuredidubbi segreti espiilacolpamortale?

3

Attenzione, la plebaglias’avanza–colletteratoalla[testa.Ah, quando mai vedrò ilpopolo–maguidatodal[poeta!

4Certo, ammiro lo slancio;solomichiedo:chevolava[nell’aria?Eraunapalladimarmo?Era

unabolladischiuma?

5Pur se la compassione viinumidiscegliocchi:giàlaseconda lacrima temo l’abbiaversatasullalorobontà,[troppocommossi.

6Animabuona,avessisoltantoimmaginatoacheprofondità oggi ti hannosepolta,

ieri il bicchiere col velenononl’avrestivuotato.

DedicaalfuturoIn te, ancora non nato, iosalutocongioiaunamico.Se già oggi vivessi, chissà,avreiforseunaltronemico.

Incausapropria

1Se di nuovo intonate i critici

lamentiche vi canterei solo il cantorisaputodiamoreegiocoemorte...Beh, consolatevi: in questieternieventic’è tutto il vero e come vienvissuto,il senso e l’anima d’ogniterrenasorte.

2Dal turbine dell’epocaafferrati

senza requie precipitiavanzate,io soltanto ho fermato ilpasso.Equelchenonviquadranonl’hoscritto.

3«Ecco cosa ti mancasoprattutto:nonhai,delmondo,profondalavisione».Iosorridodelvostropostumodisprezzo,

e mi accontento della suaosservazione.

4«Per quanto la tua opera siaaudace,abbiamouna[recriminazione:sempre un problema vi sitrova,manonc’èmaila[soluzione».Proprio da me vorreste chel’eternadomandasia[risolta?Credetemi, signori, non è

prontaperunatalesvolta.

5Dellatualode,orecensore,mi piacerebbe molto farmibello,se poi davanti al miodetrattorenon ti togliessi tanto dicappello.

6Fama?–MioDio,losobene,nehofinoall’eccesso.

Ne avessi meno, diconoscermimegliovisarebbe[concesso.

PRESENTIMENTIEINTERROGATIVI

1Potete tranquillamentedefinirmi un liberale, unrazionalistaeunoscettico; loaccetto di buon grado e nonlo considero affatto unrimprovero, come sarebbenelle vostre intenzioni.

Perchéperquanto iodesiderivedere gli uomini godereappieno di una totale libertà,so bene che pochissimi traloro saprebbero sfruttarla inmaniera intelligente e che lamaggior parte ne farebbe unusoassolutamenteindebito.Eper quanto, in mancanza dialtri mezzi, io cerchi diimpiegare al meglio la miaragionenell’indaginediveritàpiccole e grandi, mi rendoconto della sua insufficienza

elimitatezza,intuttiisensi;einfine, per quanto riguarda imiei dubbi, c’è in essi unataledevozionechepotrebberosenz’altro essere più affinialla religiosità di quello chevoichiamatelavostrafede.

2Se credo in qualcosa, nonattribuisco mai a questocredere un valore dogmatico,nemmeno per me stesso.Quanto definisco lamia fede

è solo una maniera diesprimere il fatto che,secondo la miapredisposizione, le mieesperienze, il mio modo dipensare, per un determinatofenomeno una determinataspiegazionemisembra lapiùplausibile; e certo nonsignifica che per questa miafede, vale a dire perl’universale forza probatoriadellemieesperienzepersonaliolavaliditàesclusivadelmio

pensiero, sarei pronto adaffrontarelamorte.Ilmartirioè sempre stato soltanto laprova dell’intensità di unafede,maidellasuagiustezza.E noi non possiamo maiinfluenzare gli altri con lafede inciòchecrediamoma,nel migliore dei casi, con lafede nel nostro spirito disacrificio.

3Sono i nostri interrogativi

sulla divinità a renderci piùricchi, non le scarne risposteche riceviamo.È la nostalgiaanutrirelanostraanima,nonl’appagamento; e il sensodella nostra vita è ilcammino, non la meta.Perchéognirispostaèfallace,ogni appagamento ci scivolatraledita,elametanonèpiùtaleappenaèstataraggiunta.

4Il tuo presentimento del

divino: lo consideri uninterrogativo che rivolgiall’infinito;matisbagli:quelpresentimento è già larisposta che l’infinito tirinvia... ed è l’unica che tideviaspettare.

5Il percorso dal sentimentoreligioso al dogma èinfinitamente più lungo diquello dal dogma alla folliareligiosa.

6

Tutti gli uomini sulla terrahanno il senso dell’infinito edell’eternità. Ciò che lidifferenzia è solo il grado disgomento provocato daquestaconsapevolezza.L’unocredeaunDiopersonalechegovernauominiecose,l’altroallapropriavolontàcomesuounico Dio, i primi sonoremissivi,glialtrisiribellano,e tutti, pur comportandosi

ciascunocomemeglioritiene,tuttisonocredenti.

7Chi crede in Dio puòrivolgergli le sue preghiere,per chi lo conosce lapreghierasichiamalavoro.

8Qualsiasi rapporto emotivocon Dio è privo di senso, laribellione non menodell’adorazione, perché sia

l’altare davanti al qualegiacciamo nella polvere, siaquello che vogliamodistruggeresiamosemprenoiadaverloinnalzato.

9Fin quando ogni pazzo, ogniteologo,ognibaciapileeognigazzettiere potrà permettersidi intendere e di applicare laparola di Dio secondo comegli garba al momento,qualsiasi discussione su

questioni religiose rimarràsterile.

10Il fattocheabbiamol’ideadiun Dio è solo una provainadeguata della suaesistenza. Una prova piùsolidaèchesiamoingradodidubitaredilui.

11Ancheneipensatoripiùliberisi trova spesso una certa

mancanzadilibertà,unacertacautela, per non direcodardia, non appena ildiscorsocadesull’ambitochesisuoledefinirereligioso.Puravendo rinnegato qualsiasitimore reverenziale, di frontea certi concetti dellatradizione, di fronte a parolelegate a concetti religiosi,quel timore sopravviveancora. Insomma, non si puònegare l’avversione o lasoggezione in base alle quali

viene addirittura evitata unapiùrigorosadelimitazionedelconcetto di religione. Non èstrano che la mancanza direligiosità in quanto talevengausataanchedapersonealtrimenti intelligenti comeun rimprovero, persino comeun insulto, e così vengavissuta da alcuni? Davveronon è ancora di paleseevidenza che lamancanza direligiosità in senso strettoesiste altrettanto poco quanto

l’ateismo?Cisonopersonediassoluta eccellenza chesemplicemente non siinteressano dei cosiddettiproblemi religiosi epreferiscono occuparsi dialtri, ad esempio di quellidella storia o delle scienzenaturali, accontentandosidell’unico ma indubitabiledogma che esistono certeleggi la cui azione è al difuori della nostra portata esulle quali la nostra volontà

non ha il minimo influsso; eche però rifiutano di crederein un Dio personalizzato oantropomorfo, interessato alloro destino individuale.Eppureciascuno,ancheilpiùirreligioso,insediaalpostodiciòcheperglialtrièappuntoDio un concetto diverso, unadiversa rappresentazione,unadiversa congettura. Quantaforza intellettuale si èsprecatainutilmente,findallacreazione del mondo, sulle

questioni religiose, e quantoci vorrà ancora prima didecidersi a considerare tuttele riflessioni e le discussioniin questo campo per quelloche sono: ossessioni interneallametafisica.

12Nessuno ha mai messo arischio la propria personaesprimendosi in manierairriguardosa nei confronti digrandispiritidell’arteodella

scienza nei quali si palesal’elementodivino.Sipossonodisprezzare o schernireimpunemente, e certo senzacorrere pericoli, Goethe,Beethoven e Michelangelo(pernonparlaredegliuominidiscienzaedialcuni ingegniche sono ancora ospiti diquesta terra); una parolairriverente su Cristo,Francescod’Assisiounaltrosanto qualsiasi può ancoroggiaveregraviconseguenze

per colui che ha osatopronunciarla. Solo inquestioni di religione lamancanzadi tatto, anzigià ildubbio non viene visto dibuon’occhio e in determinatecircostanze,anchesenonpiùcon l’inquisizione e i roghi,comunque punito secondoparagrafi della legislazionecivile tuttoraesistenti. Invecenon ci sarebbe nulla daobiettaresesiprocedesseconla stessa severità contro

persone le cui bestemmie sirivolgono alle manifestazionispiritualidiunambitodiversoda quello strettamentereligioso. Ma a volte anchechi è certamente in grado dipercepire la componentedivina in Goethe, Beethovene Michelangelo, nel rendereomaggio a un qualche santousa un tono pur semprediverso da quello con cuiesprime la sua venerazioneper i grandi spiriti dell’arte e

della scienza, perché nellacosiddettadeferenzareligiosavibracostantementeunchedibizantino, se non addiritturadivile.

13Per quanto in alto pensi dislanciarsi, la fede,commisurata con l’infinito, –in questo caso l’unico metroadatto – rimane lontana daDio esattamente quanto ildubbio.

14

Sottomissione... o ribellione?Già, se si potesse decidereuna volta per tutte. Percepirequando sia il momento perl’una o per l’altra, questa èanzitutto religione... ofilosofia... o entrambe allostessotempo.

15Un’ombra di dubbio giàrendelafedeunassurdo,anzi

in qualche modo la annulla,mentre occasionali accessi difede non recano alcun dannosostanziale al dubbio, alcontrario sembrano appuntolegittimarlo.

16Almondo si starebbemeglioseognidevotononsisentissesuperiore allo scettico pernobiltà d’animo, e ogniscettico superiore al devotoper saggezza. Anche lo

scetticopuòessereuncretino,e il devoto una canaglia... edentrambientrambelecose.

17Se al mondo ci fosserosoltanto scettici e nessuncredente, il dubbio avrebbeperso qualsiasi significato enon gli resterebbe altro cheribattezzarsi«fede».

18Esistono due generi di

scetticismo.Ilprimo:dubitarea ogni costo, il secondo: nonammettere nulla che non siaprovato. Nel primo caso loscetticismo è soltantocredulitàdisegnonegativo,euno scettico di quel tipo sidistingue dal credulone forsesolo per mancanza diingenuitàeperarroganza.Gliscettici del secondo genereinvece compiono soltanto illoro dovere di esseri umaniquando cercano di farsi una

precisaragionesudeterminatiavvenimenti e fenomeniprima di persuadersi adaccettarli, sono quelli cheinterrogano, che osservano,cheindagano,insommaiveridevoti.

19Fede e dubbio non hannonullaachefareconprogressoe sviluppo. Solo chi operaattivamente fa avanzare ilmondo, e poiché tanto il

devoto quanto lo scetticopossono essere attivi la cosamigliore sarà lasciareciascuno esattamente nellostato d’animo più propizioallasuaattività.

20Èstranol’impulsochespingel’umanità a mettere in forseanche le poche certezzerelative che si è conquistatanelcorsodeltempo,enoninbase alla scoperta di nuovi

fatti, ma semplicementepartendo dal dubbio sullarelativa certezza di quelli giàscoperti. E questi dubbitrovano la loro massimaestrinsecazione proprio neicosiddetti credenti. Appuntoin costoro si manifestacostantemente la tendenza adisprezzare le testimonianzedei nostri sensi, le deduzionidella nostra ragione, e asostituire un sapere perquanto problematico con la

fede, che talvolta, connotevole presunzione, essiamanodefinire lavera fede...come se questa fosse menoproblematica.

21Il fatto di avere fedegeneralmente non è benchiaronemmenoachicel’ha.Dubitare, invece, èevidentissimo per ognuno.Solo,nonsempresisadichecosa.

22

Èrisaputochealcunicredentidi strettissima osservanzahannodubitatodiDioperchéli aveva colpiti una grandesventura...magari per quantoprovocatadalorostessi;perònon si è mai visto nessunoche abbia perso la fede peraver ottenuto una felicitàimmeritata.

23

Di quale ingannevoleprudenza è a volte la lingua!Ha creato la parolaVerzweiflung (disperazione)che deriva da Zweifel(dubbio)... un rafforzamentoespressivo che suona quasicome un giudizio, unacondanna, unapunizione;masièbenguardatadalricavaredalla parola Glaube (fede) iltermine Verglaubung, chericorda fatalmente la parolaVersklavung(asservimento).

24

Può sembrare a prima vistaparadossale che politica,amministrazione statale,matematicasianocomponentifantastiche nell’economiadello spirito umano, mentrereligione, filosofia, arte nerappresentino gli elementiesatti. Eppure le cose stannopropriocosì.In politica, a dispetto di

storia universale, diritto

internazionale e arte digoverno,nonesistenullachesipossaindicarecomeregolaprecisa. L’economianazionale poggiaessenzialmente sullaconoscenza dei rapportisociali,cheperòsonosoggettia eterna fluttuazione;economia mondiale, valoredei terreni, industria,circolazionedeldenarosonoiproblemichediannoinanno,di paese in paese devono

essere considerati e affrontatiin maniere diverse. Lamatematica,infine,laddovesistacca dall’ambito puramentearitmetico e geometrico,quindigiànell’algebra,ancorpiùnellageometriaanaliticaesoprattutto nel calcolodifferenziale e integrale,addita ovunque territoriassolutamentemetafisici.Invece sono proprio

religione, filosofia e arte acercare la legge, l’ordinee la

forma tanto più intensamentequanto più realizzano almassimo grado la loro idea.Ogni religione (non tantonelsensodisentimentoreligioso,che qui, dove si parla dielementi interni all’economiadello spirito umano, è fuoriquestione) ha bisogno deisuoimiti,deisuoidogmi,deisuoi rituali, ogni filosofiapartedall’esigenzadifondareun sistema che investa lastruttura del mondo o

comunque di definire unaconcezione del mondosecondolineeprecise,el’arteè indissolubilmente legata alconcettodiforma.Ciò che appare

sconcertante è il fatto cheproprio in questi àmbiti –religione, filosofia e arte –sembranotrovarsialoroagiospiriti confusi, disonesti ebugiardi, mentre in politica,economia, matematica sonodi solito all’opera caratteri

professionalmente più aridi emenofantasiosi.Potrebbe dunque sembrare

che proprio i campi piùessenzialidellaciviltàumana,contrariamenteall’ideainessiimmanente, venganoamministrati da spiriti benpocoadatti.Dico potrebbe sembrare,

perchéquantoèstatoespostosopra vale solo per imediocri, per lamedia, per itecnici.

Negli esemplari «più alti»della specie umana, negliamministratori «nati» di tuttiqueicampi,ilgiustorapportosistabiliscesubito.Ilpoliticodi razza, dunque il verostatista; il vero economista,dunque il riformatore; ilveromatematico, dunque ilpensatore nello spazio e neltempo o al di là di essi: tutticostoro sono immaginabilisolo come persone dominatedalla fantasia o ancor più

come caratteri strutturatiattornoaunasovrabbondanzadi fantasia. Il vero sacerdote,però, dunque il soccorritore;il vero pensatore, dunque illogico;ilveroartista,dunquecoluicheplasmaeincornicia:tutti costoro si avvicinerannotantopiùallametaconquantapiù esattezza e pedanteriatratteranno la loro materia...,naturalmenteintendendosiailtermine«fantasticatore»siailtermine «pedante» nel loro

senso originario, che lamaggior parte delle personenonhapiùpresente;nonconiltonosarcasticocheifilisteisono soliti usare per quelledefinizioni.

25Negliultimi tempi la ragioneviene trattatamalissimo, anziè addirittura schernita damistici, occultisti e credentiperché si dimostra incapacedi rispondere a tutti gli

interrogativi che le vengonoposti. Ma quando mai si ècreatadelleillusioniinquestosenso? Se l’avesse fatto, nonmeriterebbe più di chiamarsiragione.Conoscesestessaeipropri limiti. Sa di esserenient’altro che una lucemodesta nella penombradell’infinito, ma comunquel’unica a nostra disposizione.Certo, illumina soltanto leimmediate vicinanze, madovremmo per questo

spegnerla con un soffio ecamminare nel buiocompleto, se nonapparteniamoai fortunati chesi accontentano diquell’incerto luccicare chepiovedall’alto?

26Ciò che siamo solitisuffragare quale necessitàmetafisica dell’uomo di radoè qualcosa di diverso dallasua tendenza a vagare con i

pensieri in un territorioincontrollabile senzaassumersene fino in fondo laresponsabilità e, con tuttoquesto, a considerarsi ancoraeccezionale.

27Ci salviamo dallasconcertante varietà deisingoli fenomeni ricorrendoalla regolarità ingannatricedei sistemi naturalistici;dall’inafferrabilità brumosa

dei destini umaniappellandoci alla chiarezzacangiante di considerazionifilosofiche; dagli enigmisconvolgenti dell’infinitovalendoci dei simbolisvettantideldivino,tralecuiombre dense il tormento deldubbio si placa nellaremissività della fede: e cosìsiamo in fuga perenne dallaverità caotica, che nonsaremmo in grado né dicoglierenédi tollerare,verso

l’ingannevoleconsolazionediun mondo arbitrariamenteordinato.

28L’opera di depurazione dellospirito deve iniziare dallalingua. Ogni parola ha percosì dire confini flessibili,tantopiùflessibiliquantopiùdeve definire un concetto.Questi confini esigono diessere regolamentati il piùestesamente possibile.

Leggendo testi di caratterefilosofico,masoprattuttotestireligiosi, quindi semprequando si trattano argomentidifficilmenteafferrabili e chein pratica sfuggono a ognicontrollo, ci si stupisce ognivolta nel vedere quali frasiinconsistenti, sentimentali,patetiche, di ovvia ambiguitàsiano state scritte. E ognivolta, anche se a tratti ciirritano e ci colpisconosfavorevolmente, purtuttavia

ci sorprendiamo a leggerequelle frasi con un certorispetto, come se già la loroastrattezza,dasola,cifacesseprovare un brividoreverenziale.

29È proprio della natura deldilettante misurarsi senza lapreparazione necessaria, lapredisposizione e il vigorecon i problemi ultimi dellascienza e i più alti compiti

dell’arte. In questo senso, ilfilosofo sembra appuntoconfondersi con il dilettante.È sempre invischiato nellequestioni estreme e supreme,di per sé irrisolvibili,nell’elaborazione speculativadell’infinito, dell’eternità equindi della divinità, edimentica che, perché questisforzi possano avere qualcheprobabilità di successo equalche significato,bisognerebbe prima aver

sistemato e risoltopienamentetuttiiproblemidicarattere più modesto elimitato,anzituttoquellidellescienzenaturaliedellastoria.Ma finché l’umanitàcontinuerà a cercare, questonon accadràmai.E quindi cimancheranno sempre lepremesse di ciò che a buondiritto si dovrebbe chiamarefilosofia, e ogni filosofo chenon abbia esperienza direttadi infinito edi eternitànonè

maturoperlasuaprofessione.

30Simboli, astrazioni, già glistessiplurali...sonoaltrettantitentativi di fuga dalla realtàsconvolgente e sconcertantedelle cose verso laspeculazione, la metafisica oversoDio.

31Lafilosofia,allafinfine,nonriesce a esprimere altro che

tautologie; se supera questostadio, nel caso migliorecomincia la poesia, nella viadi mezzo troviamo lachiacchiera,nelcasopeggioreildogmatismo.

32La base sulla qualeinnalziamo l’edificio delnostro pensiero può esserebenissimo una simulazione oquantomenononesserestataprogettata secondo le regole

dell’architettura intellettuale;maingenereèunabasedicuici serviamo solo all’iniziodella nostra opera. Il punto èche la costruzione checerchiamo di erigere sulfondamento delle nostreconvinzioni aprioristichedovrebbeavere in sé la forzae la norma per reggersi dasolaetendereversol’alto.

33La profondità di un pensiero

non è di per sé una qualità.Un pensiero ci appareprofondo quando è chiaro,forte e genuino, cioè quandoè circonfuso dal soffiodell’esperienza vissuta allaquale deve la sua origine.Talvoltaperòlaprofonditàdiun pensiero si palesa solotramite la forma d’arte concui viene espresso, e certo,ancor più di frequente, èsoltantosimulata.

34Ognispeculazione,forseognifilosofare è soltanto unpensare in spirali; èvero chearriviamopiùinalto,manonesattamente più avanti. Erestiamosempre lontaninellastessa misura dal centro delmondo.

35Accontentiamoci della veritàche le parallele si incontranosolo all’infinito e non

rompiamoci la testa su cosapotrebbe ancora accaderedopo l’avvenutacongiunzione.

36Ieri era il passato... e tiarroghi il diritto didimenticare? Domani è ilfuturo... e ti credi capace diiniziareunanuovavita?Oggiè il presente... e ti illudi diguardare in avanti e indietroda un punto sicuro? Cosa

penseresti di un nuotatore inbalia di un fiume vorticosoche a ogni bracciataimmaginasse di essereriuscito a dividerlo in tresezioni?

37Èunpeccatochequasi tutti irazionalistiabbianocosìpocoingegnoequasi tutti imisticisiano praticamente privi difantasia. Altrimentipotrebbero comprendersi a

meraviglia e forse talvolta siaccorgerebbero di esseredello stesso parere e diparlare soltanto linguediverse.

38Se ti accosti all’altare dellaverità, troverai molta genteinginocchiata ai suoi piedi.Ma sulla strada che viconduce sarai stato sempresolo.

DESTINOEVOLONTÀ

1Guardati dal lasciarticoinvolgere in discussionicon gente troppo pronta acontrobattere sfoderandoargomenti pescati nel campodella metafisica odell’inconscio.Sonoicodardi

del pensiero che, invece diingaggiareconteunalottaadarmi pari alla luce del sole,preferiscono celarsi tra icespugli dell’irresponsabilitàe scagliare a sorpresa lefrecce avvelenate di frasifatte,paradossiearroganze,espacciano l’impenetrabilitàche diffondono attorno a séperilluminazioneinteriore,senonperstatodigrazia.

2

Senza il presupposto di unlibero arbitrio saremmocostrettiadabbandonare tuttelenostreconcezionimoralidicolpa ed espiazione, di bontàe malvagità, di importanza efutilità,eatrovaredefinizionialternativechesenzal’auraditentativi di valutazioneesteticioeticiesprimerebberosoltanto il rapporto dicausalità. Ogni idea diresponsabilità verrebbebandita dal mondo, non ci

sarebbemotivodiamareediodiare, di premiare e dipunire, di ammirare e didisprezzare,diperdonareedivendicare, di essere fieri overgognosi.Cosìnonfutantoun postulato morale ereligioso dell’umanità a farsubentrare come antagonistadella causalità il liberoarbitrio, che è poisemplicemente la causalitàimprigionata nell’individuoper la durata della sua

esistenza,quantopiuttostounpostulatoestetico,assolvendoilqualel’umanitàèriuscitaasfuggire alla noia mortale diun mondo privo diresponsabilità, come dovevanaturalmentepresupporlounaconcezione strettamentedeterministica. Secondoquesta concezione, però,anche l’ipotesi di un liberoarbitrio scaturiscedalla leggeeternamente in vigore dellacausalità, così come alla fine

anchel’idolononvarrebbeinquantoelementocontrappostoal divino, ma in quantocondizionatodalladivinità.

3Se seguiamo a ritroso unqualche fenomeno lungo tuttigli anelli della catena senzascoprire apparentemente innessunpuntounattodiliberoarbitrio (visto che il liberoattodivolontànonpuòesserealtro che l’espressione della

legge di causalitàimprigionata nell’individuo),in questo modo arriviamonaturalmente al principio ditutte le cose.Manellanostrafacoltà di immaginazione –perchédipendesolodaquesta–nonriesceapenetrarel’ideacheperlomenoallora(edèunAllora che vale anchenell’infinito) non dovesseroesserci stateuncertonumerodipossibilità,foss’anchesolole due del Nulla e del

Qualcosa.Seilnostromondo,cheormaiècomeè,èl’unicopossibile di tutti i mondi,prima che esistesse devonoessersi date anche altrepossibilità. «Allora» si èdunqueoperataunascelta.Alprincipiodituttelecosedeveaver agito un qualcheelementochesecondoleleggidel nostro pensiero nonpossiamo che definirevolontà, se non diamo lapreferenza alla parola Dio.

Ma se quella volta c’è stataunavolontà,nonsivede,anzinon si capisce perché nondovrebbeessercistatasempreed esserci ancora. E se c’èsempre stata e c’è sempre esemprecisarà,nonsivedeenon si capisce perché nonpotrebbeenonvorrebbeagirein ciascun singolo uomo adogni secondo, quindi in ognisingolocaso la sceltaèpostanellenostremani,quindiDiocome volontà è presente in

noicostantemente.

4Il determinista pose alprincipio di tutte le cosel’inconcepibile, il miracolo.Ma è forse menoinconcepibile, menomiracolo,menoDio,sequestifosse all’opera sempre eovunque? Un Dio che dopoquell’immane inizio si fossemesso a riposo, fossescomparso dalmondo perché

ora tutto si muovevaautomaticamente secondo lalegge della causalità da luicreata,nonsarebbealtrettantoprodigioso di un Dio chefosse rimasto, checontinuasse ad agireininterrottamente in ogniuomo, in ogni pensieroumano, in ogni moto dellavolontà umana? E poi, dovedovrebbe essere scomparsoquel Dio dei deterministi?Che sia qui o che non ci sia

più, rimane inconcepibile,rimane un miracolo, rimaneDio.

5Ci si può davveroimmaginare un Dio che sisarebbeaccontentatodicrearesemplicemente la legge dicausalità,dopodiché,apartireda quel primo impulso concuimettevainmotoilmondo,gli avvenimenti successivi sisarebbero snodati con

invariata predeterminazione?No,nonsièresolecosecosìfacili: ha collocatonell’universo un avversariodella sua stessa levatura, illibero arbitrio, che in ognimomentoèprontoamisurarsiinduelloconlacausalità,elofapersinoquandoèconvintodi doversi sottomettereumilmente a una decisioneimperscrutabile.

6

Senzalanostrafedenelliberoarbitrio la terra sarebbe nonsoltanto teatro della piùagghiacciante insensatezza,ma anche della noia piùintollerabile.Lamancanza diresponsabilità vanificaqualsiasiesigenzaeticachesisia appena affacciata allacoscienza; senza il senso diresponsabilità l’Io nonsarebbe più l’Io, la terra nonsarebbe più lo scenario ditragedie e commedie recitate

dagli individui, ma di unafarsastupidaotristetraistintidominanti che si incarnanocasualmenteinunindividuoonell’altro.

7Èstranoilbisognodell’uomodi cercare leggi piùnascoste,più profonde, leggimetafisiche,ancheneicasi incui le ben note leggi eterne,ad esempio quella dicausalità, bastano largamente

per spiegare eventiprodigiosi.Insomma,laleggedi causalità non gli sembragiàabbastanzametafisica?

8Se la credenza nel dominioincontrastato della legge dicausalitàsidovesseaffermareincondizionatamente, laconseguenza sarebbe untotalequietismocheapocoapoco porterebbeall’annientamentodiqualsiasi

dinamicainternadellasocietàumana. Un correttivo però èstato creato, nel senso che seun individuo, completamentepervasodalla consapevolezzadellacausalità,volessevivereseguendone i dettami nesarebbeinognicasoimpeditodagli altri. Perché già nellepiù elementari lotte perl’esistenza si vedrebbecostretto, anche là dove inbase alla sua consapevolezzadella causalità avesse deciso

dinonamareedinonodiare,ad agire comunque come seamasse e odiasse...semplicemente per istinto disopravvivenza.

9Ogni «se», ogni congiuntivoin qualche modo cancella ilmondo; eppure, in qualsiasidiscorso filosofico non cirimane altro che cancellare ilmondounadozzinadivolteericostruirlodalle fondamenta.

Ogninostracritica, anziogninostropensieroèsempreunanuova ribellione contro lacausalità come leggesuprema.Mailliberoarbitrioagisce soltanto per lo spaziodi un secondo. Una voltacompiuta la sua funzione,l’effetto che ha provocatoviene inghiottitoirrevocabilmente nella sferadell’immodificabile,dell’ineludibile,dell’avvenuto, quindi del

necessario.

10La cosiddetta sovracausalitàdi cui parlano i più recentifilosofi della storia non sidifferenzia minimamente,nella sua essenza, da quellacausalità quotidiana chedomina tutte le cose terrene.Sarebbe quasi altrettantoparadossale parlare di unsovratempo o di unsovraspazio all’interno dei

quali si svolgono gli eventidella storia universale,contrapponendoli al temponormaleeallospazionormaleincuiaccadono lealtrecose.È solo un errore diosservazione o diragionamento se gliavvenimenti storici cisembranosottostareaun’altralegge, più alta, rispetto allevicende private e quotidiane.I primi hanno effetti piùampi, non cause più illustri

delle seconde. Le fatalitàinevitabili che crediamo discoprire negli avvenimentistorici sono un’invenzione dichiosservaaposteriori.Senel1813Napoleonenon

fosse stato sconfitto e avessefondato l’impero mondialeche sognava, oggi questoimpero (se ancora esistesse)ci sembrerebbe appuntol’espressionediunanecessitàstorica, proprio come oggi ciappare tale la nascita

dell’imperoromano.Ogni attimo della nostra

esistenzaèilpuntod’incrociodi un’infinita molteplicità diconcatenazioni causali, manon tutti gli attimi sonoegualmentesignificativiperildestino di ciascuno. È bendiverso trovarsi nella nostrasicura abitazione in tempo dipace o sull’oceano intempestao inun lazzarettoosu un campo di battaglia.Viviamounmomentofatidico

quando le concatenazionicausali nel loro incrociarsiportano con sé pericolimaggiori e accresciutepossibilitàdimorte.Quanto più importante è

l’individuo storico, tanto piùspessositroveràvicinoaqueipericolosi punti d’incrocio,nonsoloperlaviolenzadellecircostanze,maancheperunasuainclinazionepersonale.Dedurre dal fatto che fin

dal principio del mondo un

gran numero di civiltà hannoavuto un inizio molto similealla nostra e hanno poicontinuato a svilupparsi inmaniera altrettanto simile,dedurre da questo fatto cheanche la nostra civiltà èdestinata a un prossimodeclino, è senza dubbiolecito; ma sembra del tuttosuperfluo postulare su unabasedelgenereilconcettodisovracausalità. L’identicità oquanto meno la somiglianza

degliinizi,dellosviluppo,deifenomeni concomitanti,persinodelladuratadidiverseciviltà storiche si fondasemplicemente sul fatto chele leggi biologiche cheregolano l’umanità restanosempre le stesse. Ma questeleggi,cheproprioinbaseallenostre esperienze sonoaltrettanto immutabili delleleggi poste a governo delcorso degli astri, non hannopiù niente a che fare con la

causalità. Sono leggi naturaliaprioristiche, possiamochiamarle destino oppureDio... ma perchésovracausalità, visto cheappunto con la causalità nonhanno proprio niente daspartire?

11Le esperienze vissute da ungrand’uomo, per quantoirrilevanti possano sembrare,sonosempresimboli;ciòche

viveunuomodeboleemalatoè sempre un sintomo, perquanto poco abbiaapparentemente a che fareconlasuadebolezzaolasuamalattia.

12È uno degli errori capitali diogni considerazione storica iltentativo di circondare di unnembodigrandezzaqualsiasiavvenimento,anchequello insé piùmiserevole, quando le

sue conseguenze siano divastaportata;cosìunrisultatoche doveva verificarsisecondo la legge di causalitàviene spacciato perespressione di un’ideaaprioristica, e nonsemplicemente comenecessità logica, ma comeuna cosiddetta necessitàstorica.

13Il fatto che in battaglia una

certa pallottola colpisca uncerto soldato,nonci appariràmai aprioristicamente fatale.Considereremo invece fataleun evento del genere sequello stesso soldato cadenon in combattimento, maviene colpito da unapallottolavaganteadesempiomentrevaaprenderel’acqua,o muore subito dopol’armistizio o è l’ultimocadutodellaguerra. Inquesticasi parliamo anche di

sfortunate coincidenze, dalche già si può desumere chesorteecasosonoesattamentela stessa cosa, che «caso» èsolo l’espressione più banalee «sorte» quella più patetica.Per il soldato poi, comunquesiamorto,quellamorteèstatainogni casouna«sorte»e lapallottola «fatale», anche persuamoglieeisuoifigli.Maselapallottolacolpisce

il generale o addirittura ilcomandante supremo,

definiremo certo lacircostanza non più come«caso», ma come «sorte» e,quali che possano esserne leconseguenze, come necessitàstorica. E non perché latraiettoriadiquestapallottolaobbedisca a leggi diverse daquelle che di solito regolanole pallottole, ma perché lamorte del generale oaddirittura del comandantesupremo scatena effetti piùvasti di quanto abbia fatto o

potuto fare la morte dimigliaiadisoldatisemplici.Eppure la pallottola che

colpì quel soldato potrebbeessere stata la più fatale. (Sead esempio la figlia o lafidanzata del soldato cadutouccidesse per vendetta ilprincipedelpaese.)Insomma, non appena un

evento – per quanto casualepossa essere apparsoinizialmente – si innalza alrangodieventostoricograzie

a determinate e forse nonprevedibili conseguenze, lopercepiremo come sorte, e aseconda dei casi anche comenecessità storica; e per imistici lapallottolachecolpìil comandante supremosignificherà già di per séqualcosa di diverso rispettoalle centinaia di migliaia dialtre pallottole sparate nelcorsodellaguerra.Eppure la morte del

comandante è forse solo in

apparenza più significativadella morte di quel semplicesoldato. Già, nessuno puòsapere se la morte diquell’ignoto soldato non loriguardipersonalmentepiùdavicino della morte delcomandante. Perché, comepoco possiamo seguire aritroso nel passato tutte leconcatenazioni dellacausalità, altrettanto pocosiamo in grado di seguirnecongliocchinelfuturoanche

unasoltanto.

14La storia è un processocontinuo.Vaavantiancheneicosiddetti periodi tranquilli,nei quali poco accade di ciòche potrebbe interessare allagente. Il momento in cui lamadreeilpadrediNapoleonesi incontrarono, non fu fatalenelsensopiùalto?Echifuingrado già allora di percepirequell’attimocomedestino?E

mentre... Goethe scriveva ilFaust e Beethovencomponeva l’Eroica, forse lastoria non andava avantiproprio così, e in un sensoben più alto che durante legloriose battaglie combattutedaNapoleone?

15SiconoscelafamosafrasediNapoleone: «Non esiste ildestino, la politica è ildestino». Frase altrettanto

vera o falsa, altrettantoprofonda o banale che se unattore affermasse: non esisteil destino, le condizioni delteatrosonoildestino,oseuncontadino dicesse: non esisteil destino, le condizioni deltempo sono il destino, ecc.Innegabilmente vero è soloche il politico di spicco è ingradodiinfluenzareildestinodegliuomini inmisuramoltopiù rilevante di quanto ingenerepossafarlochiesercita

altreprofessioni.Qui–comespesso accade –un’insulsaggine patetica èdiventata un’espressioneproverbiale.

16Cesare ha avuto vita piùfacile di Napoleone. PerchéCesare era Cesare eNapoleone recitavaNapoleone... chiaro chenessuno avrebbe potutorecitarlosenonlui.

17

Per quanto un destino possaapparire esteriormenteconcluso, rimane ancoraattualefinchénonloabbiamocompreso del tutto. Soloquando ci sia diventatodecifrabile abbiamo il dirittodidefinirlotrascorso.

18Dominio di sé, sete diconoscenza e spirito di

sacrificiosonoleunichevirtùreali tra tutte quelle che si èsoliti definire così. Perchésolo in esse è attiva lavolontà.

19Ciò che fa presa su di noicomepersonalitàèunaspeciedi cupa nuvolaglia dipossibilità addensata cosìgrandiosamenteattornoaunafronte che in ogni attimopotrebbe scaturirne un lampo

fiammeggiante di realtà, perilluminareoperannientare.

20Nessunaazione,siacheabbiafallito sia che abbia avutosuccesso, può esserecancellata dalmondo.Anchelascurecheèstatabranditaenon ha colpito continua adagire inarrestabilmente,seppure inmaniera diversa etalvolta persino in un’altradirezione rispetto alle

intenzioni di chi la brandiva;e può essere stata unostrumento di morte peggiorecheseavessecolpito.

21Se hai conquistatol’isolamento interiore che tipredispone a poter affrontarelamorteinogniistante,allorasei diventato ancheintimamente così ricco chepersino nell’eternità nondovresti temere nessuna ora

vuota.

22L’essere stati creati perconcepire l’inconcepibile eper tollerare l’intollerabile,questo rende la nostra vitacosì dolorosa e al tempostesso così inesauribilmentericca.

23Ecco cosa tradisce semprel’uomo insignificante: il fatto

che, quando il destino ha giàsudato sette camicie pertrasformarlo in individuo,costui riesce comunque asalvarsi incarnandosi in untipo.

24Che in tutti noi siaconnaturata laconsapevolezzadell’importanza dellaconservazione della specie,ma non della conservazione

dell’individuo, anzi, chequestarispettoaquellaappaiaquasi inessenziale, sidimostra tra l’altro nelparticolare rispettochesiamosoliti portare ai grandiamatori, mentre ad esempioconsideriamoilcrapuloneconmolto meno riguardo,trovandolo anzi ridicolo senon addirittura spregevole. Eanche il sarcasmo che ingeneresiapplicaagliinettiincampo sessuale, espresso nei

documenti letterari di tutte leepoche, sta a dimostrare laconvinzione profonda,derivante da ragionimetafisiche, dell’importanzadel talento sessuale. La cuitotaleassenza,com’ènoto,haspinto parecchia gente alsuicidio, caso invecerarissimoinpresenzadisensidi inferiorità intellettuale.Perché noi percepiamo, anziagiamo simbolicamentemoltopiùspessodiquantosi

pensi.

25I momenti più felici dellanostra vita sono quelli in cuiavvertiamo la stranasensazione che sia n nostropotere ricominciare questavita da capo e cancellarequellavissutafinora,contuttii suoi dolori e i suoi errori,come un compito che adessosperiamo di scrivere megliodiquantoci sia riuscitonella

primastesura.Maanchesenefossimo capaci, a cosa ciservirebbe? Le stesureprecedenti ormai esistono ealla fine, davanti al giudicesupremo, non sarà presentesoltantol’ultima,malanostraintera produzione, per essereesaminataevalutata.

26Se tiperdi inunagrotta,nonscavare troppofreneticamente: potrebbe

accadere che il soffitto ticrolli addosso, proprio nelmomento in cui intravedi ladebole luminosità diun’uscita.

27Quando scagli un sassonell’acqua vedi oscillare soloicerchipiùviciniepensichegli effetti del tuo lancio sispengano nel gioco delleultime onde. Oh, se invecepensassi che le vibrazioni si

propaganoancora,semprepiùlontano, attraverso l’interoglobo terrestre, per tornarepoi indietro, fino alla riva, alsasso,anzialla tuamanochelohalanciato.

28E se ti cade in testa unategola, sei proprio sicuro cheinuncertosensononsiastatacolpa tua? Non averconsiderato la possibilitàdellacadutanonèstata forse

una mancanza diprecauzione? E si puòdavvero escludereassolutamenteche sia stato iltuo modo di camminare adattirare la tegola? O infinenon sei passato davanti allacasadalcuitettotiècadutaintesta già con l’intenzioneinconscia di scuoterequell’edificio dallefondamenta?

29

Prendi una strada che seisolito percorrereregolarmente. Il tuoassassino, che ti odia datempo, tiaspettaalvarcoe tiuccide. Noi diciamo allorache questo è accaduto pernecessità.Prendi una strada che

finora non hai mai percorso.Nei pressi, qualcuno aspettaal varco qualcun altro conl’intenzionediassassinarlo;tiscambia per lui e ti uccide.

Allora noi parliamo dicasualità.Lanecessitàpuòinqualche

modo essere ulteriormentepotenziata dall’intenzione odall’ostinazione: alloraparliamodisfidadeldestino.La casualità può assumere

forme ancora più strane, adesempio tu percorri unastrada assolutamente al difuori del tuo itinerarionormale e incontri un pazzoche viene anch’egli condotto

verso di te da una bizzarraconcatenazione, e che tiuccide.E proprio là dove la

casualità sembra del tuttoassurda, dove mille stranecoincidenze erano necessarieperprovocareuncertoeventodel tutto inatteso, là noiabbiamo di nuovo lasensazionedellafatalità.A rigor di logica, dunque,

destino e caso non sonomaicontrapposti, ma sono

perfettamente eguali e tantopiù incontestabilmenteidentici quanto più elevato èil punto di osservazione dalquale consideriamo unevento.

RESPONSABILITÀECOSCIENZA

1Visto che l’umanità nel suocomplesso rimane l’elementoassolutamente problematicodi sempre, comemai sembraassumere spesso unatteggiamento così stoltoverso i contemporanei e così

riguardoso verso i posteri,così sprezzante verso lapropria epoca e così nobileversolegenerazionifuture?IImotivo è semplice: la gioiamaligna e la falsaindignazione, questipotentissimi meccanismibasilari della natura umana,secondolelorocaratteristichepeculiari possono agire solocontro l’uomocontemporaneo, anzi, alcunimoti dell’animo che nei

riguardidellapersonaviventeriesconoaesprimersisoltantosottoformadigioiamalignaedi indignazione, nel giro dipochissimo tempo sono ingrado di trasformarsi eaddirittura volgersi alcontrario se quella persona èfrattanto morta. Quantacordialità, premura, bonomiaaffiorano d’improvviso in uncuoreinduritoemalevolononappena sia eliminata lapossibilitàcheunaltrouomo

possa gioire di quellacordialità e bonomia o forsetrameunconcretovantaggio!Infatti, non solo lasoddisfazioneoilpiacerechead un altro le cose vadanomale o che abbia avutoesperienzesgradevoli,magiàildisagiool’amarezzaperchégode di buona salute o gli ècapitatoqualcosadipiacevolerappresentano nell’economiadi tutti i rapporti umani, daindividuoaindividuo,daceto

a ceto, da paese a paese,molto più di qualsiasiamicizia,amore,riconoscenzaedequitàtraesseriviventi.

2La vera obiettività, e quindianche l’assoluta equità,resteranno sempre e soltantoun’idea; tra rigore eindulgenza, traodioeamore,pure tra fedeltà e tradimentocorre una linea precisa,invisibile ai nostri occhi.

Anche il passo più sicuro,però, non è in grado diprocedere al centro dellastrada inmododanonesserecostretto a deviare verso unlato o verso l’altro e, vistocom’è fatta la natura umana,ilpiùdellevolteversoquellopeggiore;ecosìaccadechelagiustizia degli uomini, senzaalcuna cattiva intenzione, sirisolvapiùspessoperilrigoreche non per l’indulgenza, siapiù incline a condannare che

a giustificare, e l’apostasiarappresentiunostatod’animomolto più diffuso delfanatismo.

3Ildogmatismointuttiicampipossibili, non solo in quelloreligioso, è sempre a portatadi mano anche per il noncredente; e alcuni che fino aieri lo deridevano, oggi permotivi politici, per il propriovantaggio,percomodità,visi

richiamanocon tale fermezzacomesenonfossemaivenutoloroinmentedisbeffeggiarloodidubitarne.Epossonostarcerti che i devoti liaccoglieranno in ogni caso abraccia aperte, anche sedovrebbero avere ottimimotivi per diffidare dellasincerità di quellaconversione.

4Lamaggiorpartedellebuone

azionisicompiepermotividivanità, per scrupoli dicoscienza e per paure più omeno consapevoli; sonorarissime lebuoneazionichesgorgano dal cuore senzaampi giri viziosi. Ma anchequeste le compiamo più nelnostro interesse chenell’interesse altrui, perchéesse rappresentano soltantopagamentiratealidiundebitoimmenso che non saremmomai in grado di estinguere

completamente.

5Se a un uomo nonpropriamente buono masoltanto bonario capita dicompiere, nella noncuranzadel suo animo, un’azioneveramente nobile, quasisempre se ne pentirà. Infatti,per quanto possa opprimerciil ricordo di un atto tuttosommato poco degno di noi,ancor più ci affliggerà la

consapevolezza di avernecompiutounodicui,secondolanostraindolepiùautentica,siamoassolutamenteindegni.

6Ciò che caratterizza ilborghese – o meglio quellaridicolafigurapresenteanchetra i proletari e gliaristocratici che i letteratiodierni amano classificaresotto tale definizione – nonsono in alcun modo qualità

positive o negative di tipoparticolare, quanto piuttostola circostanza che il«borghese»ècapacediandarfiero dei suoi difetti eaddirittura dei suoi vizipropriocomedeisuoipregiedelle sue virtù, e che in ognicasosisenteassolutamenteinpace con se stesso, sia chefaccia la gattamorta, sia cheoltrepassiilimitidellecito.

7

Non sono gli sciocchi cheprovocanoidannipeggiorialprogressodell’umanità,malemolte persone intelligenti ofin troppo assennate che,senza propriamente fingere omentire, posseggono lastraordinaria capacità didisattivare automaticamentel’intelletto,comesispegnelaluce in una stanza che sivuole lasciare al buio, aseconda lo richiedano il loroimmediatovantaggioolaloro

comodità.

8Parli della tua missione?Suona un po’ patetico. Oforsenonèsoltantoilpretestoconcuiintendisottrartialtuodovere? Perché questo è ilconcettopiùimpegnativo,piùdifficile e più carico diresponsabilità; e ciò chechiami la tua missione deveperforzaesserecontenutoneltuo dovere... altrimenti non

seimai stato degno della tuamissione.

9Alcunisonosolitigiustificareil distacco da un amico, daun’amante, da un impegnoassunto, con ilcomandamento della fedeltàverso se stessi; e questo,spesso, rappresenta soltantolamaniera più comoda e piùignobile di autoilludersi.Quanti conoscono infatti le

leggidellapropriaevoluzionepersonale così bene da poterdecidere se insiemeall’infedeltàversoqualcunooqualcosa non abbianocommesso la peggiore versosestessi?

10Perunresiduosensodicolpa,pochi uomini perdonol’occasione di vendicarsidella vittima di una loromascalzonata giocandole un

altro brutto tiro; del quale sirifanno poi con un terzo ecosìvia.Valutaunpo’quantorancore debba essersiaccumulatoinqualcunochetiodia e che non ha neppuretrovatoilmododiattuareunaprimaangheria.

11Esistonomoltigeneridi fugadalle responsabilità: c’è unafuga nella morte, una fuganella malattia e infine una

fuga nella stupidità.Quest’ultima è la menopericolosa e la più comoda,perché anche per le personesaggelastradanonèdisolitocosì lunga come amerebberopensare.

12Per giudicare la natura dipersone semplici sono disolito sufficienti i fatti palesidella loro esistenza, le loroazioni ed esperienze. Con

persone di carattere piùcomplesso, anche esoprattutto le possibilitàdiventano importanti percomprendere la loro indole;ma nelle anime moltocomplicatelepossibilitàsonotanto varie e addiritturainfinitecheèl’azionestessaariguadagnare importanza,perché in fondo rappresentaciò che si è scelto tral’infinito numero dipossibilità.

13

Ci sonouomini chehanno latendenza a organizzare lapropria vita secondodeterminati princìpi, e altriche preferiscono stabilire iprincìpi in base agli eventifortuiti offerti loro daldestino. In entrambi i casi sitratta solo del tentativo direndersi la vita il più facilepossibile,mentrel’importanteè affrontare ogni esperienza

senza pregiudizi e senzacondizioni, anche a costo disbagliareognivolta.

14Chi ha avuto il donodell’equità non corredato dairimanenti attributi divini dionnipotenza e onniscienza sela passa peggio dell’ingiusto;perché è destinatoall’autodistruzione.

15

La consapevolezza di averfatto un torto a qualcuno dirado ci predispone a unamaggiore benevolenza neisuoi confronti. Anzi, suscitain noi il bisogno di avere, laprossima volta, ancor menoriguardo, se non altro perassicurare un’attenuante alprimotortocommesso.

16Il cielo ci guardi dal«comprendere». Toglie

vigore alla nostra ira, dignitàal nostro odio, piacere allanostra vendetta esoddisfazione al nostroricordo.

17La gente che si lasciainfinocchiareèpiùpericolosadi quella che imbroglia; e lagente che si lasciacorrompere più vituperabiledi quanto non siano icorruttori.Perchéèunalegge

psicologicacheglisciocchiei deboli, non certoinconsciamente, sono sempreallaricercadicolorodaiqualisi aspettano menzogna ecorruzione, e non si dannopacefinquandononlihannotrovati.

18Come esistono persone ingrado di pensare piùrapidamente e piùintensamente di altre, così

esistono anche quelle chesono solite, anzi che sonocostrette a percepire piùrapidamente e piùintensamente di quantopercepiscono gli altri. Ènaturale che queste personevengano poi considerate piùegoiste di quelle la cui vitaemotiva scorre a velocità piùridotta, cosìcomeavoltechipensa più rapidamentesembra superficiale, eprofondo chi elabora con

lentezza le proprie idee;spesso a torto in entrambi icasi.

19C’è gente che riunisce in sétutte le possibili virtù, con lasola limitazione che leesercitaascapitodiqualcuno:è prodiga del denaro altrui,coraggiosa nei pericoli checorrono gli estranei e saggiaconlospiritodelprossimo.

20Sulla persona totalmentesinceragravadisolitounchedi pedantesco, a volte dibizzarro, in certe occasioniaddirittura di maligno, tantoche non si riesce a gioire divero cuore per la sua altavirtù. E infatti, come l’acquadistillata non solo ha unsapore scipito ma alla lunganon riesce nemmeno aplacare la setee richiedeconurgenza qualche componente

che la inquini dal punto divistachimico,cosìnell’animaumana alla purezza deveessere mescolato qualcosa ditorbido, all’elementocelestiale un elementoterreno, se non addiritturademoniaco, e quindi anchealla virtù di tutte le virtù, lasincerità,deveframmischiarsiun lieve profumo dimenzogna perché quellanobile qualità possa giungerenonsoloaun’estrinsecazione

ideale ma consegua ancheuna feconda efficacia nelmondo.

21Ci sono uomini dai qualisiamo propensi ad aspettarciun comportamentoeccezionale, e che non cideludono fin quando nonavanziamopretesee richiestenei loro confronti, mafalliscono immancabilmentenonappenacisiaunostacolo

da superare, un dovere dacompiere o un pericolo daaffrontare. E costoro siribelleranno soprattuttocontro chiunque, senzacattiva volontà masemplicementepercomesonoandate le cose, si è trovatonella situazione di metterliallaprova;insomma,comesefosse lui il vero colpevoledella loro inadeguatezza, chealtrimenti nessuno avrebbenotato, e tanto meno loro

stessi.

22Se ti capita di esprimeregiudizi sprezzanti su undeterminato ceto, sarannosempre i suoi rappresentantipeggiori a sentirsi colpiti e,per non farlo notare,cercheranno di accusarti dicalunnieversoaltreclassichenonhaimaiavuto intenzionedicriticare.

23Ama chi è più lontano da te,visto che non puoi soffrire iltuo prossimo, e forse ci saràfinalmentepacenelmondo.

24È una tendenza innatadell’uomo rilevareun’altissima percentuale dicolpa nelle disgrazie chetoccano agli altri, e vederenellepropriesololafatalità.

25Èunafortunacheingeneresisappiano notizie abbastanzaprecise solo sui nostrigenitori,almassimosuinostrinonni. Se conoscessimoaltrettanto anche dei nostripiù lontani antenati non siconterebbero i difetti dicarattere e le furfanterie chetenteremmo di giustificareconlenostretareereditarie.

26

L’istinto più profondamenteradicatonellanaturaumana,aben guardare, è la pauradell’annientamento. E quindiil brivido reverenziale cheproviamo di fronte al piùvaloroso degli eroi spessonon denota nient’altro che lanostra timorosa ammirazioneper il commediante piùconsumato.

27Liquidareilpassato,rimettere

il futuro alla provvidenza:entrambe le cose significanonon comprendere il verosenso del presente, che puòavere valore di realtà solonella misura in cui sia ingradodiconservareilpassatoconlafedeltàdellamemoriaedi includere il futuro con laconsapevolezza dellaresponsabilità.

28Di fronte alla divinità non

esistono casi limite, né sulterrenodell’eticanésuquellodellacoscienza:ilfattochelelinee di demarcazionesembrano scomparire èdovuto alla debolezza delnostrosguardo...eancorapiùspessoquestacancellazioneèsolo un’esigenza del nostroquieto vivere o della nostraviltà.

29Esistono soltanto tre virtù

assolute: obiettività, coraggioesensodi responsabilità;chenonsoloracchiudonoinsé,incertoqualmodo,tuttelealtre,ma con la loro presenzariescono a paralizzare alcunidifetti e debolezze chepossono coesistere nellostessoanimo.

30Ci sono virtù relative e virtùassolute. Relative quelle chepossono essere espressione

dei valori di una determinataepoca, assolute quelle cheesistono ed esisteranno inogni tempo e in ognicircostanza. Virtù relative:devozione, coraggio fisico,castità; virtù assolute: ricercadella verità, coraggiointellettualeefedeltà.

31Dover fare talvolta più,talvolta meno del propriodoveree riuscireacompierlo

appuntograzieaquestopiùoa questo meno: ecco ilproblema che ci ritroviamosempre ad affrontare in ognidifficile situazioneesistenziale.

32Difficilmente il pentimento èqualcosa di più dellaconstatazione che un certovantaggio non valeva ilprezzopagatoperottenerlo.Ilperdono, nella maggior parte

dei casi, altro non è che iltentativo pusillanime diripristinare una condizioneprecedente,piùcomodaopiùpiacevole, persino a scapitodell’equità, dell’onore e delrispetto per se stessi.Entrambi dunque, ilpentimento come il perdono,sono sempre soluzionisoltanto apparenti: oinconsapevoli illusioni oconsapevoli contraffazionidelsentimento.

33

Un cuore generoso è capacedi donare più riccamentedella mano più prodiga. Madove sono i bisognosi cheaccettano quei doni congratitudine?Preferisconononammettere di esseremai statipoveri.

34Perché l’ultima goccia si dàtante arie per aver fatto

traboccareilcalice?Anchelaprima non è stata menocolpevole:malostoltocalice,allora,nonl’avevapresagito.

35Alcuni credono di aver fattodei gran passi avanti, e ditutte le qualità chepossiedono solo lapresunzione si trovad’accordo con questa loroidea.

36Ti lamenti che non gli haifatto niente di male, eppureluimedita vendetta?Non c’èmotivo di stupirsi. Il rancoreche ti serba non è dovuto auna tua colpa, ma alla suacattivacoscienza.

37Alcuni cercano scampo nellafollia come altri nellamorte;e in entrambi i casi puòessersitrattatosiadicoraggio

chediviltà.

38Rendersicontopienamentediaver commesso una pazzianon serve a cancellarla; e inalcuni casi può addiritturarappresentare la pazzia piùgrande.

39Ciò che ci sembra mania digrandezza non sempre è undisturbo psichico: spesso è

soltanto il comodomascheramento di unapersonachedisperadisé.

40Rinunciaresenzafalsopudorea un’opinione riconosciutacome erronea è forse il piùstraordinario risparmio dienergie concesso al nostrospirito; e al tempo stessoquello di cui più raramentefacciamouso.

41Pervoil’importanteèdunquecercarelaverità?No:avereragione.Consigliare?No: essere i piùfurbi.Aiutare?No:riscattarvi.

42Dietro al nostro agire, adistanza abissale, maiinteramente comprensibile, sitrova ciò che possiamodefinire colpa; nelle

lontananze del cielo,imperscrutabile ai nostriocchi mortali, ciò chepossiamo definirericompensa. Ma cheentrambe esistano, la colpacome la ricompensa,testimonia di quanto è natocon noi e pulsaininterrottamente col battitodeinostricuori:lacoscienza.

43Gli individui più miserabili

sono sempre quelli la cuidistinzione si spingeesattamente fino al punto dinon procurare loro alcundispendio,e il cuicoraggioècosì misuratamente grandecheaessinullapuòaccadere.

44Nel mondo c’è qualcosa disbagliato, visto che anchegliartisti più grandi possonodisporre solo periodicamentedi tutta la loro genialità,

mentre anche i furfanti piùpiccolisi trovanoinpossessodel loro carattere senza laminimainterruzione.

45Per quanto il mondo possasembrarti assurdo, nondimenticare mai che offri unbel contributo a questaassurdità con il tuo agire oconiltuoastenerti.

46

Una cosiddetta mezza verità,purcontutteleariecheriesceadarsi,nondiventeràmaiunaverità intera. Anzi, se laguardiamo negli occhi consufficiente intensità,vedremosempre una completamenzogna.

47Un miscuglio di verità emenzogna produrrà sempresoltanto menzogna, unmiscuglio di forza e

debolezza sempre soltantodebolezza, di bontà ecattiveria sempre soltantocattiveria. Perché solo ilsegno negativo èdeterminante, e la differenzatra l’algebra e la psicologiaconsiste nel fatto che inquest’ultimo caso due segninegativi non danno mai unrisultatopositivo.

48La forza purificatrice della

verità è così possente che ilsolo ricercarla basta adiffonderetutt’attornoun’ariapiù limpida; il poteredevastante della menzognacosìterribilecheèsufficientepropendervi per oscurarel’atmosfera.

49Anche questa èmenzogna, espesso la più miserabile ditutte: comportarsi come se sicredesseallamenzognadiun

mentitore.

50Per poter bollareun’inesattezza comemenzogna dobbiamo primaprovarnelacattivavolontà.Eprima di inchinarci davanti aun’esattezza come davanti auna verità, è necessario chesulla sua fronte risplenda pernoil’aureoladelcoraggio.

RELAZIONIESOLITUDINI

1Il desiderio, l’impulso oaddirittura la foga di vivere,di sperimentare,di conoscereuna relazione spirituale è diregola presente ancor primadi aver individuato l’oggettodegnooambitocheconsenta

di iniziarla. E solo in casirarissimi l’animo umanotrova la pazienzadi aspettarel’oggettogiusto.Che nel caso particolare

l’oggetto ideale esistadavvero,cheadesempio,perparlare subito del legamesentimentale più diffuso,l’amore, due persone sianodestinate l’una all’altra nelsenso che l’una o l’altra oentrambe non avrebbero maiamato se non si fossero

casualmente incontrate, ècosaaltamentedubbia.L’uomovuoleamare,vuole

odiare, proprio come vuoleprovare gioia maligna,indignazione, invidia,ammirazione, e quindi sapràtrovare l’oggetto,generalmente, nella direzionedellaminor resistenza, anchese è probabile che non saràmai quello ideale. Perciòspessobastaun’occasionedeltutto irrilevante per suscitare

un innamoramento e pertrasformare l’innamoramentoin passione, e allo stessomodo,permotivibanalissimi,si instaura frequentementeun’antipatia che indeterminate circostanzedegenera o viene fattadegenerareinodio.Il genio dell’odio, sulla

terra, è forse ancor piùpossente del geniodell’amore. Ed è certamenteall’interno di gruppi, ad

esempio di popolazioni, chela disposizione all’odio èsempre più forte di quellaversol’amore.Può accadere, è vero, che

ungruppodiuominisiacoltoda una venerazione fanaticaneiriguardidiunsingolo;mache due gruppi manifestinoreciprocamente unavenerazione fanatica, esoprattutto che da ciò sitraggano conseguenze diqualche sorta, è un caso che

non è mai stato osservato. Echeunpopolo si unisca a unaltro,siuniscaaddiritturaconentusiasmo, sia pure in baseall’odio comune verso unterzo, non è ancora maiavvenuto nel corso dellastoria universale. Per questolealleanzetrapopoli,comesidimostra continuamente inpolitica, hanno sempre unvaloreeffimero.

2

Qualcosa che è accaduto tradue persone non è piùrimediabile nel momento incuicessadiessereunsegretotradiloro.Perchénonappenaun terzo, non appena altriestranei – come succedeimmancabilmente – ne sianoal corrente, perquell’avvenimento, che erarimastounaquestionetraduepersone, comincia una nuovavita negli animi altrui;assume una nuova forma,

prende un nuovo senso,prolunga i suoi effetti,continua ad agire e alla fine,in modo misterioso siripercuote sulle due personetralequalieraaccaduto.

3L’essenza di un uomo la sipuò calcolare da tre aneddotisignificativi della sua vitaforse con la stessa esattezzadell’area di un triangolo dalrapportoreciprocoditrepunti

fissi, le cui linee dicollegamento formano iltriangolo.

4Spesso il talento di un uomoci riconcilia con il suocarattere discutibile, seproprio quel carattere non cifa in qualche modo soffriredirettamente. Invece nonsiamo mai propensi alasciarci intenerire dallasquisitezza di una persona

chemanchiditalento.

5L’anima di alcuni uominisembra consistere di singolielementi per così direfluttuanti, che non sicondensanomai attorno a uncentro, né sono in grado diformare un insieme. Cosìl’uomosenzanucleotrascorrela vita in un’immensasolitudine di cui non riescemai a prendere coscienza. In

questo senso, la maggiorparte degli uomini è priva dinucleo,maèunacarenzachecicolpiscesoltantoinpersonenotevoliedeminenti,esipuòosservare di preferenza neitalenti mimetici, soprattuttonegli attori e particolarmentenelleattricigeniali.

6Le nature eternamentescontente sono quelle chevengono colte da una noia

mortale nel corso diun’esperienzapurimportante,perché in ispirito l’hanno giàconsumata da tempo. Chi saveramente godersi la vita,invece,ègratoperlemodestesorprese che sono soliteattenderlo,ochequantomenosadi potersi attendere, anchenell’esperienza piùinsignificante.

7I tuoi peggiori nemici non

sonoaffattocolorochehannoun’opinionediversadallatua,maquellichelapensanoallostesso modo, e per ragionidiverse, per prudenza, perprepotenza, per viltà, sonoincapaci di riconoscerequell’opinionecomepropria.

8Il cuore è fatto per amare eper odiare, per gioire e persoffrire, per esultare e perpiangere.Maquandosisforza

di comprendere – cosa chespetta soltanto all’intelletto –pecca contro la sua stessanatura; e se poi crede dicomprenderenonfaaltrocheingannare se stesso e finisceperrovinarsi.

9Come esiste l’amore isterico,così esiste anche l’odioisterico, con tutte lecaratteristiche proprie di altristati di eccitazione:

l’intemperanza delsentimento, in partevolontaria e in parte no,l’istrioneriacomeespressionedel sentimento, e lacostrizione a entrambe:all’intemperanza comeall’istrioneria.

10Alcune persone sonoconsideratenobilidicaratteresoloperché sannoconservareun certo controllo quando si

tratta di non esprimere controppa vivacitàun’esasperazione forsepienamente giustificata neiriguardidichièpiùfortunato.Seapersonedelgenerecapitauna fortuna improvvisa, disolitocisiaccorgebenprestoche si è sempre trattato difurfanti.

11Chi per paura delle delusionihasemprerinunciatoaessere

feliceègabbatopeggiodichiha colto ogni occasione difelicità, anche correndo ilrischio che non fosse maiquellavera.

12Ti illudi di aver trasformatounuomograziealtuotalentodieducatore,edisolitonehaifatto un commediante, unipocritaouncodardo.

13

Goethe:Beatochisichiudealmondosenzaodio...Infelice però chi sente

l’impulsoadaprirealmondol’intera sua anima con tuttol’odiochecontiene.

14L’amore per i figli è sempreun amore infelice, l’unico infondo che meriti pienamentequesta definizione.Basterebbe avere il coraggiodiricordare.Anchenelnostro

amore verso i genitori, perquanto grande, non c’eraforse un po’ di compassione,addirittura un po’ diriluttanza,insommanonc’eraqualcosa, inquestoamore,diaffineallapaura?

15Lo snob è un uomo chepersegue un’apparenteautoelevazione sul camminodi un realeautoannientamento. È, in

senso proprio, il masochistadell’ordinamentosociale.

16La deformazione delsentimento in quello statod’animo che chiamiamosentimentalismo conosce unacrescitachesisviluppa in trestadi:nelprimoilsentimentosi indebolisce per laconsapevolezza fin troppochiara della sua alterazione,nel secondo viene offuscato

dall’incapacità di nasconderequesta consapevolezza, nelterzo viene degradatodall’orgoglio perquell’incapacità... e con ciòha perso definitivamente ildiritto di chiamarsisentimento.

17Nulla intorbida il quadro delmondo quanto l’obbligoimmaginario alla solidarietà.Questa falsa credenza crea

rapporti tra persone che nonhanno niente in comune eostacola quelli tra personechedovrebberoincontrarsi.Inpiù costringe genterispettabile aprenderepartitoper dei furfanti, e quindi adiventare a sua voltadisonesta.

18Nei rapporti tragliuomini lefasistatichesonorarequantonellavitadelsingolo.Cisono

inizio, sviluppo, apice,declinoefine,epropriocomeper l’individuo persinomalattiedigenerequantomaidiverso: indisposizioni,malanni congeniti, stati diesaurimento, segni divecchiaia; e non mancanoneppureleipocondrie.Alcunirapporti si spezzano già acausa di malattie infantili,anchequellicheconlecureeuna buona assistenza,insomma con un’igiene

intelligente,potrebberoesseremantenuti; altri vengonomeno nel fiore degli anni inseguito a malattie ricorrenti,altri ancora prima o poimuoiono per infermitàcostituzionali che di radovengono diagnosticate intempo; alcuni invecchianorapidamente,altrilentamente,ce ne sono di quelli chesembrano morti e possonoessererisvegliatiallavitaconla pazienza, la

somministrazionedimedicineadatteelabuonavolontà.Malerelazioniumanesomiglianoagli uomini anche in questo,che poche sanno adattarsiall’inevitabile, a sopportarecondignitàdolorievecchiaiaeamorireinbellezza.

19Rapporti umani che eranostati instaurati con granpompa si possono portareavanti in tono più sommesso

solo tramite sacrificidolorosie umilianti; ed è più saggiointerrompere unacoabitazione spirituale chetentare di circonscriverlafaticosamente.

20In una relazione morbosadobbiamo interpretare anchel’indizio più irrilevante comesintomo della malattia, allostesso modo che in unorganismoammalato.

21

Nell’economiadelle relazionipersonali la combinazione diinaffidabilità e calore umanoè comunque semprepreferibile a quella difreddezza e affidabilità.Perché, mentre control’inaffidabilità esiste unadifesa, la conoscenza degliuomini, la freddezzadicuoreraggela cosìirrimediabilmente qualsiasi

rapporto da condannarlo allasterilità.

22Se coltivi con eccessiveattenzioni il «jardin secret»dellatuaanimapuòsuccedereche esso cominci a fioriretroppo rigoglioso,proliferando oltre lo spazioassegnatogli,epocoallavoltaprenda possesso di territoridellatuaanimachenoneranoaffatto destinati a rimanere

segreti. E così può infineaccadere che tutta la tuaanima diventi un giardinosbarrato e perisca disolitudine tra i suoi fiori eprofumi.

23Ogni sentimento veramentegrande può essere nobile efecondo, l’odio comel’amore; l’odio deve soltantoessere privo di elementiimpuri quali l’egoismo,

l’invidia,lasetedivendettaela viltà. Ma da quantielementideveesseredepuratol’amore prima di poterloconsiderare veramentealtruista?

24Se abbiamo raggiunto unacerta dimensione di vita, diesperienza e di conoscenzadell’uomo, ogni rapporto,anche con i più saggi eamabili dei nostri amici, ha

ormai un significato quasiesclusivamente«atmosferico», e tutti i nostridiscorsi, anche quellicosiddetti profondi, possonoarricchirci e renderci felicinon tanto e non più in sensospirituale, quanto di solito inuna forma, per così dire,ritmicaomusicale.

25Esistono diverse forme disolitudine più genuine, più

dolorose, più profonde diquelle che siamo solitidefinire tali. Non ti è maiaccaduto di trovarti in unacompagnia numerosa eall’improvviso, dopo essertisentito assolutamente epiacevolmente a tuo agio,tutti i presenti ti sonosembratideglispettrietusolol’unicapersonarealetraloro?O nel mezzo di unadiscussione quanto maistimolante con un tuo amico

nontiseimairesocontodellatotale inconsistenza di tuttequelle parole edell’improbabilità di riuscirea capirvi? O mentre giacevibeato tra le braccia della tuaamata non hai mai avvertitod’improvviso, con assolutacertezza, che dietro la suafronte passavano pensieri dicui non sapevi nulla? Tuttoquesto è solitudine, unasolitudinepeggiorediciòchecomunemente definiamo

l’essere soli con se stessi.Perché, commisurato con lealtresolitudinirealiincuic’èinquietudine, pericolo edisperazione, questo tipo diisolamento rappresenta unacondizione cosìinnocentementecontemplativa che forsedovremmo percepire lo stareconnoi stessi come la formapiù dolce e piacevole disocievolezza.

26Anche la solitudine ha i suoibellimbusti, che di solito sitradiscono con il loroatteggiarsiamartiri.

27Com’èdeliziosalasolitudine,quando sappiamo che daqualche parte nel mondo,fosseancheagrandedistanza,qualcuno si strugge per noi.Ma questa può ancora dirsisolitudine? Non è piuttosto

quellaformamoltocomodaemolto irresponsabile disocievolezza che sa soltantochiedereeprenderesenzamaidare qualcosa, anzi senzariconoscere neppure i propriobblighi?

28Quandoduepersonevoglionocomprendersi fino in fondoèesattamente come se duespecchi posti di fronte sirinviasserodicontinuoleloro

stesse immagini da unadistanza sempre più vasta,con una specie di disperatacuriosità, fino a perderle nelgrigiore di un’irrimediabilelontananza.

29Spessocrediamodiodiareunuomo, mentre odiamosoltanto l’ideache incarna.Ese la persona che da lontanoci sembrava insopportabile oaddirittura pericolosa ci si fa

incontro in carne e ossa,d’improvviso vediamo solouna povera creaturacondannatafindallanascitaapeccare,soffrireemorire;eilnostro odio si tramuta incommozione, compassione,forsepersinoinamore.

30Se una verità che un giornohaiespressocontuttal’animaritorna a te pronunciata daaltre labbra, per così dire

sotto forma di proverbio, avolte sarai tentato diaccoglierlacomeilpadrecheaccoglie il figliol prodigo,andatosene per il mondocarico di ricchezze e che,finalmente tornato,bussaallatua porta vestito damendicante.

31Il tuo implacabile nemicomortale è forse l’unicapersona con cui riusciresti a

stabilire un rapporto davverochiaro per tutta la vita..., acondizione che non viconosciate maipersonalmente.

32Di tutti gli sprechi dellospiritol’equitàèilpiùinutile.Ciò che si spende in amoretalvolta viene comunquerimborsato, anche se inmisura modesta. Per l’equitàdimostrata non si ottiene

nient’ altro cheincomprensione, ingratitudinee,inaggiunta,anchescherno.

33Se ti senti incline allariconciliazione, chieditianzitutto cosa ti ha reso cosìmalleabile: cattiva memoria,indolenzaocodardia.

34I cosiddetti uomini impulsividi solito non sono

scialacquatori di sentimenti,solononhannolapazienzaditenerliafreno.

35Il gusto di un cibo, di unacosa, di una persona, puòingannare perché contienetroppe possibilità di errore.Puòesserealteratodalnostroappetito, dalla nostracuriosità,dalnostrodesiderio,dal momento della sorpresacome da quello

dell’assuefazione. Solo ilretrogusto conserva il verosapore, diluito sì, ma anchedepurato; e solo nelretrogusto simanifesta l’ideadella persona, della cosa, delcibocheabbiamoassaporato.

36Nondiradoaccadecheopereteatralivenganorecitatemalein pubblico non perché leprove siano state troppopoche, ma perché sono state

troppe. Così esiste anche ungenere di conoscitorid’uomini che si sono datieccessivamente da fare, eproprio perché hannoaccumulato troppeesperienzealla fine restano sempreturlupinati.

37Se ti capita una disgrazia, ilprimo impulso del tuo amiconon sarà il compatimento eneppure il desiderio di

aiutarti, bensì lasoddisfazionediaverprevistoda tempo la sventura che tisovrastava e, in secondoluogo, la convinzione che tustessonesialacausa.

38Sequalcunodicediamaregliuomini,èdifficilechelodicasenza commuoversi per lapropria bontà d’animo; se unaltro afferma di disprezzarli,di rado lo dichiarerà senza

essere fiero della propriasaggezza. Comunque siprenda posizione nei riguardidegli uomini, talvolta arimetterci saranno costoro,mamailapropriavanità.

39Se credi di correre il rischiodirovinartiperqualcuno,nongettargli subito addosso tuttala colpa, ma comincia achiederti per quanto temposeiandatoincercapropriodi

quelqualcuno.

40La partecipazione delprossimo alla nostra sorte èun’alternanza di gioiamaligna, invadenza esaccenteria.

41Per quanto un uomo possaavertiingannato,defraudatoocalunniato, esiste sempre lapossibilità di una

riconciliazione, anzi, infuturo, persino di un correttorapporto tra tee lui.Sì, forsepotresti addirittura capirti ameraviglia con il tuoassassino, ad azionecompiuta... forse piùfacilmente con lui che conchiunque. Solo per un uomoche non sa cosa ti ha fattonon esisterà mai la via delritorno – anche sepersonalmente hai superatoda tempo il dolore che ti ha

procurato.

42Per la maggior parte degliuomini, un’opera di bene dicuisianostatidestinatarinonrappresenta tanto l’occasionedi dimostrare la lorogratitudine, quanto unpretestoperdimostrarelaloroincorruttibilità. Questo nonsolo è notevolmente menogravoso da un punto di vistapsicologico, ma a volte

rafforzaatalpuntolastimadisé che ben presto costorofiniscono per reputarsisuperioriallorobenefattore.

43Non esiste rancore piùimplacabile di quello cheportiamo verso chi, pur nonvolendolo, ci ha posto nellacondizione di manifestare ilati negativi del nostrocarattereproprionel rapportoconlui,oppurecihadatoper

primomotivodiscoprirli.

44Esiste un unico genere didelusione che sembra debbaesserci in ogni casorisparmiata: quella chepotrebbe venire dallaposterità, se vivessimo tantoda vederla. Ma chi hapredisposizione per questotipodicoseriesce inqualchemodoapresagirla,ecosìnonmancano neppure gli

amareggiatidall’immortalità.

45È gente sgradevole quellache, invece di esserericonoscente alla guida peraverlacondottaaunbelpuntopanoramico, si comportacome se l’avesse scoperto daséproprioinquelmomento,ese la guida non si unisce alsuo entusiasmo consufficientefervorelerinfacciaanche la mancanza di senso

dellanatura.

46Rifugiarsinellasolitudineperdisprezzo verso l’umanità orichiudersi totalmente in sestessi, quasi mai è segno diforza o di grandezza, moltopiù spesso di indolenza o disuperbia. Predicare l’amoredel prossimo non ènecessariamenteunaprovadibontà o di saggezza, spessoindicalabilitàemotiva,senon

addiritturadebolezzadi testa.Più dignitoso del disprezzoper il singolo, più utiledell’amore per la comunità ècheognunoprendacoscienzadel proprio temperamentonaturale e dei doveri che nederivano, e agisca diconseguenza.

47Quanto più una persona chein fondo al cuore nonpossiamo soffrire sa

conquistarsi riconoscimenti,ammirazione,sì,–nonostantepossa suonare paradossale –persino amore, tanto piùaumentano dentro di noi, inparallelo, le dimensioni diquell’originaria avversione; ecosì, abbastanza spesso,l’odio trova e cerca alimentoproprio in ciò che sembraopporsi con maggiorveemenza alla sua natura:nell’equità.

48Alcuni credono di continuarea rimpiangere una felicitàperduta, e da tempo ormai èsolo il defunto dolore perquella perdita che fa scorrerelelorolacrime.

49È sempre meglio tendersifreddamente lamanosopra ilprofondo abisso di un’eternaestraneità piuttosto cheabbracciarsicommossisoprai

gorghi ingannevoli dellacomprensione.

50Ilfattodideluderepuòspessocapitarci senza averne colpa.Èsufficientechepersonecheci hanno sopravvalutato oanche solo apprezzato per inostri meriti si evolvanoprescindendo da noi osuperandoci, o anche chesemplicemente se loimmaginino.Confermare noi

stessi, invece, questodobbiamo farlo sempre, ognigiorno, di nuovo – con lanostrafaticaelanostraforza.

51Ipregidelnostroprossimocirisultano evidenti soltanto aseconda del loro significatoqualitativo; e non è maiprevedibile fino a che livelloun qualsiasi pregio sia ingrado di svilupparsi indeterminate circostanze. Se

dunque l’immagine di unindividuo ci sembra mutareper via di un cambiamentoappunto imprevisto, eavoltesembra addiritturatrasformarsinelsuocontrario,non possiamo parlare didelusioni, ma dovremmopiuttostoparlarediconferme;edètuttosommatostranochetali conferme, invece dilusingare la nostraconoscenza dell’animoumano, ci colpiscano molto

più dolorosamente di quantofaccianodisolitoledelusionivereeproprie.

52Noi siamo comunquecondannati a sfruttare ilnostroprossimo;nonsolopermotivi cosiddetti egoistici,mainunsensopiùprofondo:per realizzare il nostrodestino condizionato dallenostre predisposizioni. Lepersone di cui non possiamo

servirci a questo scopo,automaticamente leallontaniamo da noi, e coninconscia perspicaciascegliamo tra la folla che civiene incontro proprio quelliche per loro natura sono ingrado di farci scoprire esviluppare lanostra,equindidi agevolare il compimentodelnostrodestino.

53Comel’astronomoèingrado

di calcolare con sicurezzamatematica dalla più piccoladeviazione di un astrodall’orbita l’influsso di uncorpo celeste sconosciuto inqualche punto del cosmo,anzi forse di stabilire da ciòl’esistenzadiquelcorpo,allostesso modo il conoscitored’anime potrà dedurre dallosguardo, dall’espressione,dagli atteggiamenti,dall’inflessione di un essereumano che gli è familiare –

dunque da minimicambiamenti che sfuggonoalprofano – la presenza di unnuovo influsso sconosciutomolto prima di quell’esserestesso,anzi,persinosecostuinon dovesse mai prenderecoscienza della deviazionedallapropriaorbita.

54La solidarietà degli sforzi vilega con cordicelle, lasolidarietà dei destini vi

annodaconfuni,lasolidarietàdelle responsabilità vi saldal’unoall’altroconcatene.

55Ma perché mai l’indulgenzadelprossimo la consideriamoper lo più stupidità, e lanostrainvecebontà...labontàdegli altri unadebolezza e lanostra un segno di nobiltàd’animo?

56

Comprendere ogni cosasignificaperdonareognicosa:pensiero e frase quanto mainobili. Peccato però che ilperdono avvenganovantanove volte su centoperpigriziaealmassimounavolta per bontà; e che, sucento volte, novantanove labontàtraggaoriginenoncertodalla ricchezza dell’animoquanto piuttostodall’insufficienzadell’intelletto.

57

Arte di vivere: sapersubordinare le leggiparticolari della propriapersona a quelle generalidella natura, dello stato edella società, e affermare sututteilproprioIo.

58Nei riguardi della personaveramente amabile cisentiamo sempre innocenti,

anche se le abbiamo fatto untorto; nei riguardi di unapersona sgradevole siamocostantemente oppressi dalsensodiresponsabilità,anchese la colpa di una seccaturache le capita non èminimamente nostra, maforsetuttasua.

59Rapporti umani deteriorati, ein modo particolare lerelazioni amorose, hanno

talvolta, come i nobilidecaduti, un loroorgoglio daaccattoni, ridicolo o anchecommovente, che dobbiamoin ogni caso rispettare esoprattuttononferireconunapartecipazione troppoostentata.

60L’amore di una donna puoigiocarteloinvarimodi:conlafiducia e con la sfiducia, conla condiscendenza e con la

tirannia, con la troppa e conla troppopoca tenerezza,contuttoeconniente.

61Per quanto possiamo ritenereinfida una donna, saremosempre sdegnati se questaconvinzionetrovaconfermaanostro svantaggio, e semprepiacevolmente colpiti se essagiocainnostrofavore.

62

Ingannare per una precisaragione significaquasi esserefedeli.

63Ogni relazione amorosaconosce tre stadi chetrapassano inavvertitamentel’uno nell’altro: il primo, nelquale si è felici anchetacendo;ilsecondo,nelqualetacendocisiannoia,eilterzonel quale il silenzio, avendoper così dire preso forma, si

erge tra i due innamoraticomeunmalvagionemico.

64Nessuno spettro ci assale intravestimenti più svariati diquelli con cui si camuffa lasolitudine, e una delle suemaschere più impenetrabili èl’amore.

65Sentircilegaticonildesideriocostante di essere liberi e

cercare di unire senza laconvinzione di averne ildiritto: ecco cosa rende cosìproblematico ogni rapportod’amore.

66Poche donne hanno il sensoinnato della giustizia; amoltissime manca addiritturaqualsiasicomprensioneperlapresenza in altri di talesenso... quando non appaialoro decisamente ridicolo; e

questo accade molto piùspesso di quanto voglianoammettere.

67Non puoi crederti amato dauna donna finché non seisicuro di aver fatto confluiresu te solo tutto il suodesiderio erotico e di avertradottoinrealtà tutte lealtrepotenzialità del suo essere,anchelepiùinsospettate.

68Perquantoasprapossaesserela contesa tra due uomini acausa di una donna, arrivasempre il momento in cuisembrano sul punto ditendersi reciprocamente lamano... come sopra a unabisso.

69Hai compreso? Haiperdonato? Hai dimenticato?Quale fraintendimento! Hai

solocessatodiamare.

70Il meglio che due amantipossono diventare l’uno perl’altro nel corso del tempo:surrogati dei loro sogni osimbolidellorodesiderio.

71Una donna è senz’altro ingrado di sostituireadeguatamente con lacattiveria il coraggio che le

mancapersuicidarsi.

72Confessarequalcosadisolitorappresenta un inganno piùsubdolochetaceretutto.

73Nello sviluppo dei rapportierotici, da un punto di vistapsicologico, un partner sieleva agli occhi dell’altro,sempre più risolutamenteverso l’individualità, e da un

punto di vista fisico calasemprepiù irrimediabilmenteversolanorma.

74Ledonne sono più naturali eal tempo stesso piùsocialmente condizionatedegli uomini; questa è lacontraddizione sulla quale sifonda la problematica diquasituttiirapportid’amore.

75

Una donna intelligente unavolta mi disse: gli uominisanno perfettamente ciò chehannoottenutodanoi;ma ingenere non hanno la minimaidea di tutto ciò che nonhannoottenuto.

76La donna che tradisce sente,alcontrariodegliuomini,unanecessità: quella digiustificarsi a posteriori,foss’anchesolodifrontease

stessa; perciò difficilmente siaccontentadell’inganno,negaesvelaaltempostesso.

77Per cento donne che siinnamoranonondi unuomo,ma della sua fama, della suaricchezza, o anche delle suepredisposizionicriminali,nonc’è neppure un uomo chedesideri una donna perché èfamosa, ricca o perché è unacriminale.Ciascunadiqueste

peculiarità potrà forserappresentare un’attrattiva inpiù, ma mai la vera ragioneper amare una donna. È unacaratteristica femminilequelladilasciarsiinfiammareanchedalsoloconcetto.

78Un litigio d’innamorati dirado finisce con una verapace; di solito è soltanto unatregua durante la quale gliavversari si concedono

reciprocamente il tempo perseppellire i loromorti.Masela lotta ricomincia, anche imortivengono strappatidallaterra e i due continuano acombattere circondati daesalazioniputride.

79Non l’eccesso di fiducia mala carenza di fantasia rendeall’uomocosìdifficilecredereall’infedeltà della donnaamata.

80

Un destino tragicomico:sapere che la propria vita èdistruttaenonaverenessunosulla cui spalla si vorrebbesfogarsipiangendosenonchiha appunto operato quelladistruzione.

81Per i debiti d’amore vale laregola: meglio lasciarliscaderecheriscuoterli troppo

tardi.

82Se la fedeltànonèun regaloin contraccambio, allora è ilpiùfolledeglisperperi.

83Nonesisterapportoeroticoincui la verità non vengasempre percepita dagliamanti,eognimenzognanonvengacostantementecreduta.

84

Con qualsiasi amante, noncredere di poter entrare inun’intimità tale daautorizzarti a confessarle ituoi impulsi segreti. E secomunquelofai,stapurcertoche lei si vendicherà, oconfessandoti a sua volta isuoi...oppuretacendoteli.

85Sarai in grado di giudicareobiettivamente la tua amantesolo quando riuscirai a

mettertineipannidicoluichesaràiltuosuccessore.

86A volte rappresenta untradimento peggiore verso ladonna amata tenere tra lebraccialeianzichéun’altra.

87Se in un uomo che amiancora scema poco alla voltail fascino del sesso, puòaccadereilnuovomiracolodi

trovarti di fronte il bambinochequell’uomoeraprimachetu lo abbracciassi comedonna, e allora lo amerai piùdiprima.

PRODIGIENORME

1L’ingresso nel territorio deiproblemimetafisici dovrebbeessere consentito solo aquegli spiriti che si sianomostratidegnidiaccederviinbase a un correttocomportamento nel territorio

dei fenomeni realicomunemente abbordabili;occuparsi di occultismodovrebbe essere proibito achiunque non abbiasufficienti conoscenze nelcampo del relativamentemanifesto; e infine non sidovrebbe accordare il dirittodi muoversi nelle regionidell’inconscio a nessuno chenon abbia percorso conscrupoloquelledelconsciointutte le direzioni fino ai

confini della chiarezza. Manaturalmente sono proprio leriserve della metafisica,dell’occultismo edell’inconscio, difficili dacontrollare e dai confiniincerti, quelle dove gliavventurieri, gli speculatori ei capitani d’industria delpensiero scorrazzano a loroagio.Eseanchetornerannoacasa dalle escursioni in queiterritori con i resoconti piùconfusi o più falsi, non

mancherannomaiipazziogliidiotichestannoadascoltarlie credonopiùa lorocheagliesploratori legittimati acompiere quei viaggi daprofessionalità, responsabilitàecoraggio.

2L’occuparsi di problemimetafisici,lacuiveraessenzaè data proprio dalla loroirrisolvibilità, fa parte delleossessioni dell’uomo. Una

guarigione è tanto piùdifficile in quanto gli uominigeneralmente non sentonoalcunbisognodifarsiguarire.«Certe cose si fanno meglioal buio»: è un detto che puòbenissimo essere trasportatosul piano filosofico; alchiarore e alla lucepochissimi si trovano a loroagio,epreferisconorifugiarsilà dove non esistonocontrolli; vale adire, làdovel’unico mezzo di

comunicazione umano, laparola, perde la sua validità,anzicambiarottaesignificatodi momento in momento.All’interno della metafisica,però, si addice solo ilsilenzio; discorsi e replichediventano arbitrari e senzasenso.

3Esistono certe malattie dinatura metafisica che siconfigurano come disturbi

relativi alle tre categoriekantiane di spazio, tempo ecausalità.Ilorosintomisono:presunzione o terrore, epresentano quindi analogiecon la mania di grandezza ela mania di persecuzione neidisturbipsichici.Una presunzione rispetto

allo spazio può forse essereconsiderato il desiderio diraggiungere altri mondi nelcosmo, la brama diconquistare l’infinito. E

terrore rispetto allo spazio ilsenso di vertigine nonnell’impressione fisica dipaura della caduta, ma quelbrivido non necessariamentelegato alla paura che a volteci assale se solo presagiamola vicinanza di un abisso oquando alziamo gli occhi alcielo.Come presunzione rispetto

al tempo sarebbe forse dainterpretare la fedenell’immortalità. Il terrore

rispetto al tempo può variareda manifestazioni controllatedi impazienza eprecipitazione fino a unatormentosairrequietezza.Presunzione rispetto alla

causalitàsarebbelacoscienzadicontrapporsiinognicasoaldestino nel ruolo del piùforte, sarebbe la mania digrandezza in sé e per sé,l’hybris.Ilterrorerispettoallacausalitàpuòassumereformediversissime, da sensi oscuri

di paura e di ansia fino allavera e propria angosciaesistenziale, e può esseresublimato esteticamente finoaldolorecosmico.

4I fenomeni che l’usolinguistico designa comemiracolisonocaratterizzatidaquantosegue:1. Solo a una minima e

sempre decrescente partedell’umanità è concesso

vederli, in circostanze deltuttoeccezionali.2. Per gli indifferenti

rivestonoingranpartescarsointeresse,perilnormalecorsodel mondo sono pocoimportanti(nonfoss’altrochea causa della loro estremararità),eingeneraleappaionopiùirrealidiquantononsianoimiracoliall’internodeiqualitutti noi viviamoininterrottamente,acuisiamoabituati e la cui origine

pensiamodiriconoscerenelleleggi sempre operanti dellanatura.3. Per quanto ad alcuni

osservatori la loro realtàsembri dimostrata, tuttaviapotrebbero essere interpretatisolo come risultanze di certeleggi che agiscono sì più dirado, ma che in nessun casosono più misteriose delleleggi di natura finoraconosciute.

5Noiparliamodicosechenonriusciamo a spiegare con laragione,contrapponendoleadaltre che con la ragionecrediamodiaverspiegato.Pensiamo sempre di avere

achefarecolsecondocasosevediamo un singolofenomeno, di per séassolutamente inspiegabile,ripetersi con regolarità,cosicché siamo indotti asupporne l’origine in una

perenneleggedinatura.Dimentichiamo però che

ancheleleggidinatura,nellamisuraincuisirapportanoalnostro pianeta e al mondosololimitatamenteaccessibileainostrisensi,sisonoevolutepocoallavoltaechenelcaosnon avevano ancora validitàalcuna.

6La sostanza dei fenomenicosiddettioccultinonconsiste

nell’essere più misteriosi dimillealtri chenondefiniamoocculti solo perché ciabbiamo fatto l’abitudine,bensì nel loro non adeguarsialle leggi di natura checonosciamo, anzi nelsembrare in contraddizioneconesse.Illibrarsidiuncorponello

spazio, cioè il superamentodella forza di gravità, lacosiddetta levitazione, non è,o meglio non sarebbe di per

sé più stupefacente del corsodegli astri, del fiorire e deltrascorrere, della vita e dellamorte,edi tutti i fenomeniaquesti collegati; il datocaratteristicodellalevitazioneè o sarebbe solo che in ognicaso essa rappresenta unevento isolato di estremararitàechecomunqueappareo apparirebbe soltanto indeterminate circostanzeprovocate artificialmente – ebasterebbero questi due

motivi per farle ricoprire unruolo del tutto irrilevantenella sconfinata quantità eregolarità dei prodigiquotidiani.Seperòimmaginassimoun

individuo già esistenteall’epoca del caos, quandoancora non c’erano unregolato corso degli astri néuna vita organica sulla terra,che ora si svegliasse da unsogno durato miliardid’anni...: per un individuo

simile la levitazionerappresenterebbe certo unprodigio più modesto dellafioritura di una violetta odellospuntardelsole.

7Come per prodigio, dici,quella pallottola ti ha solosfioratol’orecchio.Epensa:lastessapallottola

ha colpito un altro in pienopetto.Questoèstatoforseunprodigiominore?

Per trevoltedi seguitohaiincontrato un amico allostesso angolo di strada allastessaora.Qui,secondote,siè espressa una «legge dellaserie».E come la mettiamo con

l’uomodallabarbabiancachehai incontrato un’unica voltaal teatro dell’Opera due annifa, e con le migliaia d’altriche hai visto soltanto unavolta? Legge del casosingolo,forse?

Prima della partenza haismarrito la chiave dellavaligia, non riesciassolutamente a trovarla e, tilamenti esasperato dellaperfidiadeglioggetti.Cerchi ancora una volta di

aprire la valigia, ed ecco,sotto la pressione della tuamano la serratura scatta dasola. Perché adesso non tiviene in mente di constatarel’amabilitàdeglioggetti?

8La straordinaria intensitàdelle nostre impressioni neisogni deriva certamente dalfattocheneisogninonsiamomai distratti. Nella vita losiamo sempre, e dobbiamoesserlo. Come nel nostrocampo visivo entra non solol’oggettoosservato,maanchequanto vediamo tutt’attorno,sbiadendo poco alla volta aimargini, così nella nostracoscienza non c’è solo

l’evento momentaneo, masono virtualmente presentianche tutti i nostri ricordi,esperienze e previsioni. Nelsogno siamo consapevolisoltanto di quello che stiamosognando. Il nostromedioconscio dorme. Nelsogno, dorme piùprofondamente del nostrosubconscio. Perciò, in sogno,non ci meravigliamo divolare,nellanostracoscienzaonirica, infatti, la forza di

gravità non è contemplata;non ci stupiamo cheriappaiano i defunti, perchéper chi sogna non esiste lalegge naturale del divenire edel soccombere. Così anchela tenerezza per una personaamatanelsognoèqualcosadipiù bello che nella realtà,perchéquestatenerezzarilucecome una fiamma priva dialone sfarfallante, perchéviene soppresso tutto ciò cheda svegli sappiamo, in

particolare e in generale,sull’amore e sulla suainadeguatezza.

9Nei nostri sogni le personescomparsedapocoportanodisolito con sé, inizialmente,tutto l’orrore delladecomposizione, anche senon le abbiamomai viste damorte. Solo poco alla volta,da un sogno all’altro, siliberano di quell’orrore, anzi

percosìdiredella lorostessamorte,eattraversanoilnostrosonnopiùvivedeivivi.

10Come è risaputo che inmoltissimi casi il ricordo èsolito contraffare le nostreimpressioni passate fino arenderleirriconoscibili,nonsiconsidera quasimai che essopossiede anche il dono direttificarle. Così ci accadetalvolta di vedere davanti a

noi, in ispirito,unessereconun atteggiamento, uncomportamento, uno sguardoche in realtà in lui nonabbiamo mai rilevato.Eppure, proprio da come sipresenta nel ricordo, cisembra assolutamenteplausibile.Unataleimmaginevisiva esibisce infatti lamedia matematica tra centoimmaginidiquell’essere,chein parte abbiamoeffettivamentevistonelcorso

del tempo, o checonsideravamo possibili. Ecosì il ricordo, proprio ilricordo,cifornisceunaveritàpiù alta, quale non potéesserciconcessaneimomentirealmentevissuti.

11Secondo una nostra innatasensazione, la misura didolore e gioia possibile sullaterra sembra essere limitata.Perciò se a qualcuno che

conosciamo accade qualcosadibrutto,perunpo’sentiamoaccrescersi le prospettive cheuna simile disgrazia nonpossa colpire la nostrapersona, almeno non subito;ma se nell’ambiente in cuiviviamo si verifica un casoparticolarmente fortunato, lenostre speranze al riguardosembranocadere.Con questa credenza forse

connaturata, anche se nonsempre consapevole, in uno

svolgimento degli eventisecondo la legge del calcolodelleprobabilitànonsispiegadunque la nostra invidia neicasi in cui la fortuna delprossimo non ci ha toltoproprio niente, e la nostragioia maligna nei casi in cuidalla sventura degli altri nonci è derivato il minimovantaggio?

12Una grande qualità isolata

non producemai qualcosa digrande, anzi, nel suoisolamento, opera come unacomponente pericolosa, senon addirittura distruttiva;un’enorme energia, adesempio, se non èaccompagnata da grandeintelligenzaoverabontà,nonprodurrà mai qualcosa direalmente fecondo.Qui correil confine che separa iconcettidiuomoimportanteedi grand’uomo, dove

quest’ultimo è appuntocaratterizzato dall’armonia dideterminate grandi qualità,anche nel loro apparentecontrasto.

13Se ti trovi ai piedi di unimponente massicciomontuoso non ti rendicertamente conto della suavarietà, non immagini qualialtezze si ergono dietro lavetta, o dietro quella che ti

sembra essere la vetta, nonindovinigliabissiinsidiosinéitranquillipuntidiriposochesi celano tra le rocce. Solopocoallavolta,mentre sali elasci vagare lontano losguardo,tisisvelanoimisteridelpaesaggiomontano,quellisuppostiequellisorprendenti,quelli notevoli e quelliinsignificanti,ma tutti solo aseconda della direzione chehai preso; e non ti sirivelerannomaiperintero.

Lo stesso ti accade neiconfronti di un’anima. Ciòchesipresentaaituoiocchiaun primo, fuggevole sguardonon è ancora, per quanto tupossaesserevicino, laverità,certamentenontuttalaverità.Sololungoilcammino,sehaibuoniocchielanebbianontioffuscalavista, l’essenzapiùprofonda di quell’anima ti sisvelapocoallavoltaesempresoltanto in parte. E lo stessoaccadeancheinquestosenso:

che mentre ti allontanigradatamente dal territorioesplorato, tutta la varietàconstatata durante la tuaescursionesbiadiscecomeunsogno, e se prima delcongedo definitivo ti volgiindietro ancora una voltascorgisoltantoquelmassiccioche ti era sembratoingannevolmente cosìelementare,equellavettachenoneraaffattolavetta.

14Ogniattimodellavitaèdipersé così strano che nonriusciremmo a sopportarlo sefossimoingradodipercepirequesta stranezza nella realtàpresente con la stessaevidenza con cui in genere èsolita apparirci nel ricordo enell’attesa.

15Alcune esperienze psichichesi svolgono quasi

esclusivamente nelsubconscio; solo di tanto intanto, come sommozzatoriche nuotavano sott’acqua,salgono alla superficie, siguardanoattornostupitenellaluce della coscienza, sireimmergono e scompaionopersempre.

16Finchéun’illusionenonvienericonosciuta come abbaglioha esattamente il valore di

una realtà, allo stesso mododi altri fenomeni chepossiamo afferrare con isensi, sebbene rappresentinodelle illusioni sul piano dellafisicaodellafilosofia.Masericonosciamo l’illusionecome tale, già non è piùun’illusione: è ormai ilconcetto di illusione, e inrealtà solo questo èun’illusione.

17

Ciò che chiamiamo illusioneè follia, abbaglio oautolesionismo... se nonrappresenta una realtàsuperiore che siamo troppomodesti, troppo scettici otroppopavidiper riconoscerecometale.

18L’odio è probabilmente unistinto primordiale fortequanto l’amore e la fame.Altrimenti non ci si

spiegherebbe come uominiche si ritengono verideterministi e non credonoaffatto a una colpa in sensonaturalistico siano soggettiagli impulsi dell’odio allastessa o in ancor piùaccentuata maniera di quelliche sostengono l’esistenza diun libero arbitrio. A ognimodo, nella sua istintività,l’odio è un elementoindispensabile anche nelgiocoalternodelleenergie,ed

era certo già contenuto inquellaforzaprimigeniachesiesprime costantemente inogni manifestazione vitale,anche nelle pulsionidistruttive; è divinoesattamente quanto l’amore.Lapretesadiamareilproprionemico è altrettantoimmorale,insensolato,dellapretesadiunacastitàassoluta,e altrettanto irrealizzabileperpersone normali.L’osservanza del precetto di

castità esclude naturalmentela possibilità di ingannare sestessi; osservando l’altroprecetto,quellodell’«amate ivostri nemici», l’inganno èabbastanzacomune.Perciòsitrova tanta gente che siconsidera buona solo perché,persvariatimotivi,nonriescea tradurre in atto il proprioodio.Certamenteanchequilamoderazione è una norma acui vale la pena attenersi,specielàdovel’odiocompare

solo come funzione psichica,cioè non viene sfogato.Odiatori di questo generesono individui altrettantoimmoralidiquellinaticonunvivace istinto amoroso alquale, d’altra parte, nonconcedonodiesplicarsi.

19La sensatezza ha significato,anzi ha la possibilità diesistere, solo accettandol’insensatezza. Proviamo a

immaginare unmondo in cuinon ci siano né senso nénonsenso:essociapparirebbepur sempre più assurdo chesensato. Il dato negativocorrisponde alla nostracapacità di comprensione piùdel datopositivo.Allo stessomodo la vita acquistarilevanza solo attraverso lamorte.Unacosa senza l’altranonhaalcunsenso,elamorteeterna è un concettoaltrettanto assurdo della vita

eterna. L’espressione spessousata di «voluttà diannientamento» èsentimentaleenonhanienteache fare con una più altaverità.

20Chesingolarecarriera:quelladi una possibilità che èriuscitaaelevarsial rangodiuna realtà; e tanto piùsingolaresequestapossibilitàsi trovava in fila con molte

altre nel ruolo di unaimprobabilità, o venivaaddirittura sbeffeggiata comeimpossibilità. Che destinolacrimevole, invece, se unapossibilità che si credeva giàvicinissima a concretarsiquale probabilità, a un certopunto ha dovuto rinunciareper sempre a diventare reale,entrando a far parte dellosconfinato esercito difantasmi delle impossibilità,allequalisisentivasuperiore.

GARBUGLIQUOTIDIANI,

CORSODEITEMPI1

Ciò che rende la vita cosìfaticosa e spesso cosìsconfortante non è solol’esistenzadell’insensatezzaedella menzogna in tutte leloro forme e gradazioni; la

cosa peggiore è che civediamo sempre costretti, etalvoltasiamopersinoinclini,amisurarciconl’insensatezzacomesefossedotatadisensoe a venire a patti con lamenzogna come se fosse inbuona fede o addirittura laveritàstessa.

2L’Ideaèqualcosaditalmentedivino che può senz’altroaccettare sacrifici volontari,

anzi forse addiritturapretenderli. Ma quante voltenel corso della storia è statadegradata a idolo sul cuialtare si sono sgozzatibambiniinnocenti.

3Sarà sempre la politica adeterminarel’atmosferadiunpaese,nonlascienzaol’arte.Perché lapolitica rappresentaun elemento costante, gravasulle nostre teste come

l’orizzonte lungo il qualecorrono lenuvole,esiste,chevogliamo ammetterlo o no,comeesisteilclima,anchesenonmoriamodifreddoononsentiamo avvicinarsi untemporale. Così occorronosempre una motivazioneesterna e una disponibilitàinteriore per condividere contutto il nostro essere i donidell’arte e della scienza:anchesenellanostrastanzaèappeso un quadro che

amiamo moltissimo, il suoeffetto su di noi in quantoopera d’arte dura solo iltempo trascorso a osservarloconsapevolmente; e anche sesul nostro tetto c’è uncannocchiale, il corso degliastri ci sgomenta solo per iltempochealziamolosguardoalcielo.

4L’elemento più inutile e altempo stesso più pericoloso

dellasocietàumanaèformatoda quegli individui il cuitalento finalizzato è inevidentecontrastoconlaloroversatilità intellettuale. Noninognicampocostorohannola possibilità di svilupparequesto aspetto pernicioso:l’operaio, l’artigiano, ilgiudice, l’avvocato, ilmedico, ilprete, ilcontadino,l’artista, il poliziotto, ilfunzionario, il soldato nonsono pensabili senza un

rendimento positivo, perquanto minimo sia. Perché achi esercita tali professioni èassegnato il compito diconseguire determinatirisultati per dimostrare lapropria ragion d’essere, equindi è sempre sotto ilcontrollo di personecompetenti per il suorendimento specifico, vale adire, al tempo stesso, sotto ilcontrollodellacomunità.In tre ambiti, però, un

controllo del genere èpraticamente irrealizzabile,nel campo della politica, delgiornalismo e dellaspeculazione. Ed è proprioqui, dove un vuoto attivismocerca di camuffarsi darigorosa attività, lachiacchiera insulsa o torbidada discorso significativo eimparziale, insomma dovel’attività si atteggia aproduttività, qui è il campod’azione ideale per quei

mestatori di natura, diprofessione e di mestiere.Seguendo il loro irresistibileimpulso, senza una ragioneprofonda o anche soloesterna,miranounicamente amettereinmotol’ingranaggiodella loro inclinazione, chepoi,comeunabellamacchinainutile, gira voracemente avuoto, buona soltanto adiffonderefracassoe,conunacerta frequenza, a provocaredisgrazie in un raggio vicino

eanchepiùlontano.

5Ognitentativodimigliorareilmondo partendo dalpresuppostochel’umanitàsiacapacediprogredire insensoetico o che sia addiritturaoriginariamente buona, ècondannato al fallimento. Laconcezione della bontàoriginaria dell’uomo èterribilmente sentimentale, equindi improduttiva se non

pericolosa, e ancor piùpazzesca, se possibile, è laconcezione che la gente checrede nell’umanità sia di persépiùnobiledicoloroiqualiall’umanità non credonoassolutamente, ma credonoinvece, di caso in caso, aisingoliindividui.Qualsiasi raggruppamento

umano chiuso in se stessorappresentaunamassatorpidama accessibile a ogniinflusso, dalla quale, sotto

l’effetto non solo diavvenimenti ma anche diparole d’ordine, si possonoottenere gli esiti più diversi,quantomenoapparentementepiù diversi: schiere di eroi eorde di animali assetati disangue; patrioti o traditori; epossono essere benissimo, etalvolta lo sono, gli stessiindividui, che fino a ieriacclamavano il loro sovranoadapplaudireoggiilboiachesolleva la testa mozza del

principe giustiziato. Definirequesta gente incostante,ipocrita,traditricenonètantoun’ingiustizia quanto unasopravvalutazione. Perchésempre più ridotto è ilnumero degli uomini che haun rapporto genuinamenteaprioristico, basato sullaragioneosulsentimento,conun qualsiasi principio, unqualsiasi fatto, un qualsiasialtro uomo, a meno che nonsussistanolegamidisangueo

comunionidiinteressi.Si è quasi tentati di

considerare ogni gruppoumanochiusoinsénoncomeuna somma di individui, macome un elemento: unelemento al pari del fuoco,dell’acqua, dell’aria e dellaterra.E il compitodell’uomosarà quello di riuscire autilizzare l’umanità, propriocome cerca di fare più omeno efficacemente macostantemente con altri

elementi,pergliscopipiùaltidelprogresso.

6L’amore assolve il suocompito solo se è operante.Come sentimento in sé,speciequandoilsuooggettoègenerico, come cosiddettoamore per l’uomo,rappresenta invece uno statod’animosospetto,vistocheinquesto caso, di solito, siaccontentaunpo’troppodise

stesso. Sì, qualcheinnamorato degli uominicrede di aver già fattoabbastanzaselilusingaasuomodo, cercando diconvincerli, spesso conmenzogne quasi inconsce,chesonobuoni.L’odio invece non ha

bisogno di alcun attivismoper provocare il male.Avvelena l’atmosferagiàconla sua sola presenza. Il suoistinto a espandersi e la

possibilità di farlo sono piùforti di quelli dell’amore;basta dire che all’odio nonmanca mai un determinatooggetto da rovinare o daannientare, mentre l’amoretroppospessononrappresentaaltro che la soddisfazione oaddirittural’entusiasmoperlapropria – in genere soloimmaginaria – capacitàd’amareintensamente.

7

È nell’essenza stessa dellapoliticadoversi indirizzare insenso esclusivamenteutilitaristico, e quindi nonpoter tenereinalcuncontoleistanze etiche, nonostante lafrequenza con cui vengonoprese a pretesto. Che entrotale atmosfera valori assolutie durevoli, siano essispirituali o morali, nonpossanocertoprosperare,nonè un mistero per nessuno.Anche tra gli stessi politici

non ce n’è uno che non siaconsapevole della commediacheèobbligatoa recitarepermestiere, con più o menograndetalentoeinmanieradivolta in volta sfrontata,superficiale, demenziale ospiritosa, davanti al suopartito, al suo paese,all’umanità intera; e anche lagente se ne rende contoabbastanza spesso. Il guaio èche, in base a leggi fisico-spirituali,daquestaatmosfera

politica si diffondenecessariamente un velenocheaggredisceancheglistratid’aria mentali confinanti, eche in tal modo ilsovvertimento di ogniconcetto morale, partendodall’orizzonte politico chefumiga sopra le testedell’intera umanitàcivilizzata,siespandesempredi più, e nessuno, in quantocittadino e quindi soggettopolitico,èingradodisottrarsi

del tutto a quelle esalazionivenefiche. E forse c’è chi leinspira tantopiùprontamentein quanto, grazie a questointontimentopolitico, si vedesgravato da alcuneresponsabilità di natura siaintellettuale sia morale, chesembravano fatte apposta perrendergli più difficile la vitaprivata.

8Le discussioni politiche si

trascinano spessoevolentieriall’infinito perché sotto ilnome di un certo paese siintendonoorailsuogoverno,oralasuapopolazione,oralostato,anziilconcettodistatoinquantotale.Lostatocomeconcetto,infatti,èqualcosadidiverso dal popolo che locompone, e qualcosa didiverso dal governo che loregge.Èqualcosatrailfisicoe ilmetafisico, tra la realtà el’idea.

Alla stessa sterilità dellediscussioni politiche sonocondannate in genere anchequelle sulla religione, perchésotto tale concetto siintendonoora i dogmi, ora ilrituale, ora il rapporto delsingolo con le cosiddetteeterne domande, conl’infinito e l’immortalità, coniproblemidelliberoarbitrioedella responsabilità o, comeanchesidice,conDio.E lo stesso avviene, di

nuovo,nellediscussionisullamaggior parte delle altretematiche astratte, soprattuttosullamoraleesullequestionifilosofiche, ma anche sullapossibilità di definireproblemipiùviciniediminorampiezza, come ad esempiosocialismo, capitalismo,aristocrazia, democrazia ecc.,dove i concetti vengonoformulatiorainsensolatooraristretto, ora concreto oraastratto, ora fisico ora

metafisico; insomma, granparte delle dispute su tuttequestecoseavoltesembranopoter nascere solo perchénessun concetto vienedefinitocontotaleprecisione,quasinonpuòesseredefinito,anzi ci si guarda bene daltracciarne i confini in modoperlomeno così netto quantosarebbe senz’altro possibile.Infatti,piùspessodiquelchesi crede, in tali discussionil’impulso primario non è il

bisogno di verità, ma lapropensionealdiverbio.

9Conflitti religiosi? – Sì,magari potessero davverodiventaredeiconflitti!Controversie di confine? –

Sì,magari potessero davverodiventaredellecontroversie!Solo al di là dei cosiddetti

conflitti religiosi e dellecontroversie di confine, cioèaldilàdireligioneepolitica,

cominciano il pensiero, illavoroelavita.La religione in senso

rituale è una faccenda perteologi di professione, lapoliticaèrobaperdiplomaticie funzionari. Le altre cose,quelle veramente essenziali,valeadirelascienzael’arte,sonoquestionicheriguardanotutti. Anzi, il compito dellaciviltà consiste nel renderequestioni di tutti la scienza el’arte. In realtà però sono

proprio la religione e lapolitica a essere tali, oggi. Eproprionellareligioneenellapoliticagliuomininonhannofatto un passo avantidall’inizio dei tempi. Sonoambiti in cui possono crearsisempre nuove complicazioni,manessunnuovovalore.Ciòche una vera scienza indaga,ciòcheunaveraarteproduceè relativamente eterno, tuttoquanto ha a che fare conpolitica e religione è

assolutamente effimero. Solociò che nella religione èmorale, storia dello spirito epoesia,ciòchenellapoliticaèeconomianazionale e tecnicarestavivoefruttuoso.La politica è l’argomento

prediletto di ignoranti echiacchieroni, la religionel’argomento prediletto di chinon ha altro a cui pensare edei codardi. Comeprofessione,lapoliticaèperiduri di cuore e gli

irresponsabili, la religione èfatta apposta per i poveri dispiritoegliipocriti.Il grande politico non è

affatto un politico, ma unostatista, il grande religiosonon è un pretonzolo, ma unpoetaounfilosofo.Entrambisono idealisti, pazzi o santi,visto che sprecano le loroforze in imprese impossibili.Il primo tentando di crearenello stato condizioni internee rapporti esterni duraturi,

l’altro pensando di potertradurre in realtà sogniirrealizzabili.

10La politica è il rifugio dovecrimini che normalmenteavrebbero come inevitabileconseguenza la prigione o lamorte, dove tradimenti chenormalmente scatenerebberolo sdegno più rovente, dovemenzogne che normalmenteverrebbero seppellite sotto

una sghignazzata generalenon solo sembrano essereesentidaqueste ripercussionialtrimenti ovvie, ma dove isuddetti crimini, tradimenti emenzogne vengonoconsiderati assolutamentenormali se non addiritturagloriose conferme dellanatura umana. La cosapeggioreperòèchenonsoloipolitici della stessa corrente,ma tutta l’opinione pubblica,anzi persino gli avversari

lascino prevalere in similioccasioni una comprensionecosì indulgente come maisaprebbero impiegare neiriguardi di persone che sonodelle canaglie senza pretestipolitici, a loro rischio epericolo.

11Come fa parte dei difetti delnostro codice penaleconsiderarel’ubriachezzaunacircostanza attenuante,

altrettanto ingiustificatoappare il fatto di accettarecome attenuante o persinocome causa assolutorial’ottenebramento dellecoscienze creato dai partiti,quella che eufemisticamentesi suole definire convinzionepolitica. Confidando in talecomprensione, alcuniindividui si prendono unabella sbornia politica perpoter dar sfogo ai loro istinticriminalisenzacorreregrossi

pericoli... quando addiritturanonsimulanol’ubriachezza.

12Come esiste un certo gruppodi politici che vorrebbeascrivere tutte le grandiconquiste dell’umanità a unadeterminatarazza,adesempioa quella germanica, cosìesistono dei politicantireligiosi che amerebberotrovare create ed espressesolo dalla sostanza del

cristianesimo tutte le grandiconquiste, tutte le qualitàmorali di più alto grado,come spirito di sacrificio,amore del prossimo e bontà,quasi che simili virtù nonsianomaiesistiteprimadellanascita di Cristo e, dopo, sitrovino soltanto in chiprofessalareligionecristiana.Comecaratteristicheprecipuedel cristianesimo, siconservano forse solol’intolleranza, la presunzione

e, infine, un tipoparticolarissimo diremissività non solo neiriguardidell’EssereSupremo,ma anche dei suoi sacerdoti,unaremissivitàchesidegradafino al bizantinismo piùspesso di quanto avvenga inqualsiasi altra religione, macheèstataproclamatavirtùditipo speciale da chi ne traevantaggio.

13

La forza dell’intelligenzaumana è pur sempre cosìgrande che dovrebberibellarsi control’insostenibilitàdellamaggiorparte dei dogmi religiosi, ilcui contenuto contraddice lenorme della natura, le nostreesperienze e certe leggi delpensieroanoicongenite.Cosìogni confessione si vedecostretta a ricorrere a mezzicoercitivi, di cui è riuscitafacilmenteaidentificareilpiù

efficaceneltimoreperlavita,per la salute e per i beniterreni.Nonsicredaperòchecon l’abolizione della torturae dei roghi si siano esauritetuttelepossibilitàdel terrore,perché, sebbene impeditonell’applicazione dei suoimetodi più vistosi, esso puòancora disporre di quellimeno appariscenti, con cui ètuttora in grado di otteneredei risultati. Per alcuni è giàuna notevole fonte di

angoscia se la loro carrieraola loro posizione socialecominciaavacillare,equindila chiesa ha interesse aincrementarelosnobismocheè riuscito a diffonderel’opinionesecondolaqualeildubbio di per sé non solosignifica mancanza direligiosità (a cui oggi non ècerto più connesso unimmediato pericolo di vita),maèmalvistonegli ambientipiùprestigiosicomesegnodi

pocaeleganza.

14Non c’è ancora mai stataun’idea, né filosofica néreligiosa,cheabbiarealmenteprovocato un generalesovvertimento interiore.Sempre, anche inconseguenza delle idee piùragguardevoli, si sono avutimutamenti solo in campopolitico,tecnicooeconomico.Perché le rivoluzioni morali

avvengono sempre soltantonel singolo o all’interno dipiccoli gruppi in particolaricircostanze; mai in tutto unpopolo o addiritturanell’umanità. Anche ilcristianesimo, checché se nedica, da quando esiste hainfluito moralmente solo sulsingolo; sulla comunità haavutodeglieffettidicarattereesclusivamente politico, ed èinsito nella natura dellapolitica intorbidare qualsiasi

altroelementomoraleconcuivengaacontatto.

15Ciò che porta all’assurdo ilterrorecomeideapoliticaèilfatto che le fazioni piùestreme, per quanto possanofronteggiarsi in cagnescoconle loro opinioni, nel corsodegli avvenimenti finiscononecessariamenteperfarcausacomune. Il motivo èsemplice: queste fazioni

hannoposto al di sopradelleidee particolari di cui sipresume siano al servizioquella della violenza, che lelega forzatamente l’unaall’altra. Al terrore saràsempreassicurataperqualchetempouna rozza supremazia,mai la vittoria, che alla finepuò essere conquistata solodallo spirito. Qualsiasipredominio fisico è limitatonel tempo già per il fatto diessere destinato a esaurirsi

pocoallavoltasecondo leggifisiologiche,mentrelospiritosi rigenera da se stesso incontinuazione.Ècosìcheallafine riporta necessariamentela vittoria sulla violenza, laconquista già con la parola,cheècreaturaimmortalenatadallospirito.

16Levirtùesaltateconmaggiorclamore sono quelle chepossonoveniresercitatesenza

sforzo mentale né spreco dienergie e neppureautodisciplina, vale a diresoprattutto le due seguenti:patriottismo e timor di Dio.Non dovrebbe esseregiustificato il sospetto che diperséessenonrappresentinoalcuna virtù, ma siano statequalificate come tali da queipoteri,lostatoelachiesa,chericavano da una simileconcezione i vantaggi piùplateali?

17

Nella nostra epoca losnobismo è una malattiadell’anima talmente diffusache si potrebbe quasiattribuirgli un carattereendemico e paragonarloappropriatamente peresempio alla tubercolosi. Pernon poche persone haconseguenze addiritturamortali, anche seovviamentenonsipuòconstatarelamorte

dell’anima con la stessafacilità di quella di unorganismo. Nellamaggioranza dei casi losnobismo ha un andamentostrisciante,avoltepassaquasiinosservato, e lo si puòaccertare – proprio come latubercolosi solo con ladissezione – solo con unesame accuratissimodell’anima. Si presentanoancheformeereditarie,lieviegravi, curabili e incurabili, e

l’umanità odierna dovrebbeintraprendere contro di esseunabattagliasistematica,nonfosse che per la salute deisuoifigli.

18Gli uomini non esercitano illoro odio più implacabileladdove ne avrebberofondatissimi motivi, bensìladdove l’esplicazionedell’odio si lega al pericoloperessirelativamenteminore,

o è in grado di assicurarevantaggi, profitti e onori.Poiché in tali casi i verimotivi dell’odio – complessidi inferiorità e invidia – nonsi confessano volentieri, anziabbastanza spesso non sononeppurecoscienti,siricorreapretesti, di cui anche i piùridicolieipiùfalsisembranoessere sufficientementevalidi. Così vengonoesagerate a bella posta lecattive qualità forse esistenti

nell’uomo che si è deciso diodiare, ne vengono inventatealtrechenonesistono,perchéaposteriorisipossaconferireall’odio un barlume digiustificazione, e in modoquasi automatico vengonoalimentate artificialmentecattive qualità nelle personechesidetestano.Ma poiché questo

procedimento richiede pursempre fatica, tempo etalvolta persino intelligenza,

si è sviluppato il metodoquanto mai comodo di usarecerte definizioni, che inorigine indicavano undeterminato partito, unadeterminata nazionalità, unadeterminatarazzaintesicomecategoria, in sensospregiativo, canzonatorio oaddirittura offensivo. Equesta forma primitiva emiserevoledipolemicavieneapplicata di preferenza inpolitica, non solo per

esprimere il proprio odio inmaniera concisa, ma ancheper istigare, scatenare esfruttare a proprio vantaggiol’istinto all’odio presenteneglialtri.Non dobbiamo dunque

meravigliarci se sentiamoaffermare ogni giorno conempito più o meno retoriconon solo da parte di teste dirapa,furfantiopoliticanti,maanche di gente per così diresaggia e dignitosa, che sono

fieri di appartenere proprioalla loro nazione, alla lororazza, al loro partito: unafrase che sarebbeassolutamente priva diqualsiasi senso se nonsupponessimo che chi laformula consideral’appartenenza a qualunquealtra nazione, razza o partitomeno rispettabile se nonaddirittura umiliante, e icomponenti di tutte le altrenazioni, razze e partiti meno

stimabili se non addiritturaspregevoli e detestabili, ecome tali vuole additarli aglialtri.

19Il sostenitore onesto sprecaspesso troppa energiapsichica nella difesaappassionata di opinioni allequali, nel segreto dell’animo,non credono affatto molti dicoloro che si atteggiano aseguaci, fautori, talvolta

addirittura a martiri dellemedesime.Così–comenellamaggior parte delle altrerelazioni umane – anche inpolitica chi è intimamenteindifferentesitrovasempreinvantaggio rispetto a chi èintimamente coinvolto.Perché mentre per il primoanche una sconfitta assumeun significato per così diresoltanto sportivo, chi èseriamente coinvolto siimpegna in ogni caso con

tutto se stesso per le proprieconvinzioni, paga un prezzocomunque più alto del primoanchedavincitoreeperdedipiù e più dolorosamente diquanto l’altro possa maiperdere.

20Ciò che noi solitamentedefiniamo una menzognaquasisempreèsoltantolasuaforma più attenuata e piùinnocua. La vera, l’autentica

menzogna,secosìsipuòdire,obbedisce a denominazionimolto diverse e molto piùaltisonanti,esisentirebbebenpococolpitaselasidefinissesemplicemente unamenzogna; proprio comealcuni furfanti emassacratoridella politica girerebberoappena la testaseaqualcunovenisseinmentedichiamarlicomesimeritano,vistochedisolito sono molto più presidall’esigenza di entrare nella

storia universale in veste distatistiodieroi.

21Convinzione politica? –Spesso non è nient’altro chelacomodamascheradietrolaquale un mascalzonevorrebbe nascondere il suoceffo rivoltante perimperversare sotto laprotezione della libertàcarnevalesca, impunito oaddirittura acclamato, inquel

sabba politico che, almercoledì delle ceneri,amiamo definire storiauniversale.

22Le idee, per quanti contrastipossano esistere tra di esseche ai nostri occhi terrenisembrano inappianabili, allafine si libreranno riconciliatenell’immensità. Leconvinzioni, per quantoduramente vengano in

conflitto tra loro, sono pursemprequestionid’onorechepossono essere disputate concavalleria.Ipartitiinvece–sifossero pure posti, l’uno ol’altro, un obiettivoragionevole –, anche se siscagliano in faccia soloparole, si fronteggianosempre con i pugni in tasca,comedegliattaccabrighe.

23Uno sport a cui si dedicano

volentieri politici, giornalistiesnobèquellodiappiccicarea una certa parola innocua,onesta o persino di nobileorigine, una toppa gialla,come nei tempi andati siusava con gli ebrei, inmodoche la plebaglia potesseimpunementeecomodamentefarsene beffe, offenderli omaltrattarli. Nell’epocaattuale sonosoprattutto tre leparole cui danno la caccia iragazzacci di strada del

nostro tempo: progresso,libertàedubbio.

24Le esperienze di massa nonforniscono alcunadelucidazione sulla naturadelle singole anime. Sequalcuno sia devoto oincredulo, abbia untemperamento da eroe o davigliacco,siabuonoocattivo,loscopriamosoltantoquandoaffronta vicende strettamente

personali.Ecomeècertocheuna chiesa piena di gente inpreghiera può esserecomposta per metà diagnostici e un manipolo dieroi per nove decimi dicodardi, è altrettanto certoche una generazione tuttaintentaapredicareconparoleinfiammate l’amore delprossimoconta tra le sue fileperlomeno lo stesso numerodi freddiegoisti edimalvagisentimentali di qualsiasi altra

chel’hapreceduta.

25Sarebbe veramente ridicolochi si scandalizzasse per lapresenza di un baro in unapartita nei cui criteri leciti,anzi nelle cui regole ècompreso anche l’imbroglio,e nella quale anche ilgiocatore corretto a volte sicomporta in modo da essereconsideratounbaroperpoteringannare più facilmente i

compagni di gioco. Eppure...nonsomigliamotuttiaquestoingenuo osservatore dellapartita quando, incuriositi edeccitati, ci stringiamoattornoaitavoliverdidellapoliticaestiamo a guardare i giocatorimentre si imbrogliano avicenda o fanno finta diimbrogliarsi – senza che lacosa torni più di tanto a lorodanno, visto che poi sono icuriosi, i disturbatori delgioco a dover pagare gli

ammanchi e, in sovrappiù, ilcontodell’interaserata?

26Può sempre essere sconfittodaunadiscussionechièstatovincitore di una battagliaspirituale; su chi tra duelottatoriabbiacostrettol’altroinginocchio,osuchideidueabbia fracassato il cranioall’altro,suquestononcisaràmai una divergenza diopinioni.Aunpiùaltogrado

disaggezzalapolitica,finoaoggi,nonècertoarrivata;elastoria del mondo vieneinsegnata e imparata grossomodoinquestosenso.

27Le tendenze ostili a unaminoranza trovano sempreterreno di sviluppo nonappena una maggioranza sirende conto che, grazie allasuperiorità morale dellaminoranza, sta correndo il

rischio di perdere queiprivilegi dovutiesclusivamente alla suasuperioritànumerica.

28La politica estera ha i suoidogmi,comelareligione;chesi chiamano potenza,ampliamento dei confini,prestigio. Ma come i vericredentinonsitrovanoaffattotra i dogmatici, così saràbendifficile trovare i patrioti

miglioritraipolitici.

29In politica, per uno chepartendo dalle proprieesperienze abbia deciso dischierarsi in un certo mododopo matura riflessione e inbase a un convincimentoonesto,senetrovanomigliaiain veste di fiancheggiatori:gente in buona fede,spensierata e zelante, allaquale(senerendacontoono)

non importa proprio un belniente di sciamare dallequinte a destra o a sinistracome comparse straccione dipiccoli movimenti politici odi grandi eventi storici, permormorare o urlare il loroeterno e insensato«rabarbaro»,1dicui ilmondorisuona.

30Una forma nuova di statoviene sempre creata con

mezziviolenti.Anche,eforseparticolarmente, quando èstata introdotta con lo slogan«mettere fine alla violenza».Solo che in questi casi laviolenza è solitamanifestarsicon metodi subdoli piuttostocheconrivoluzionioneste.

31Proclamare virtù il fatto chegli uomini si sentanoaffini èstata l’idea geniale di unpotentecheavevabisognodi

guardiedelcorpo.

32A volte l’umanità assomigliaa una ragazzina. Se le siaccosta un grand’uomo cadenell’imbarazzo, corre nellasua stanza e riprende agiocareconlebambole.

33Chi è spaventato spesso siaggrappa a chi gli ha messopaura, come un bambino

intimorito. Così le nazionifanno dei capi dellarivoluzioneiloroprìncipi.

34Ilfineultimodiogniciviltàèrendere superfluo ciò chechiamiamo «politica», eindispensabili per l’umanitàlascienzael’arte.

35Lamenzognavitaledi alcunistati e di alcuni individui:

aspettareancoralabancarotta,anzi ritenere addiritturapossibile evitarla,quandogiàvisitrovanonelmezzo.

36Un uomo per il quale ildesiderio di libertà significaqualcosa di diverso dallavoglia di sentirsiirresponsabile è già unapersonanotevole.

37

Ogni guerra viene iniziatacon i pretesti più futili,portata avanti con buoneragioni e conclusa con legiustificazionipiùfalse.

38Se capita di intrattenersi conun politico dai modi civili edi qualche intelligenza, si faper lo più la scopertasorprendente ma simpaticache in realtà non appartieneaffattoalsuopartito.

39

Coscienza di classe: cosìdefiniamo un gruppo bencircoscritto di pregiudizi,ognunodeiqualivafierononsolo di se stesso ma anchedegli altri, e che sono solitiaccrescersi automaticamentee reciprocamente fino a unlivellodacuiconseguonounaparziale incapacità diintendere e di volere e unpericolo per l’ambiente

sociale.

40Se soltanto fosse possibileuna politica chepresupponesse la completaverità e un’amministrazionedella giustizia basata sullacompleta equità nonavremmoalcunbisognonédipoliticinédigiuristi.

41Non esiste alcun genere di

convinzione politica in sensopartitico, neppure tra quellepiù oneste, che non affondicon almeno una radicenell’arido terreno dellaristrettezzadiidee.

42Quanto più risolutamente unpartito politico arriva alpotere,tantopiùmiseramentesi volatilizza l’idea nel cuisegno esso ha ottenuto lavittoria, e a legittimi eredi di

quell’ideasiatteggianoisuoibastardisnaturati:idogmi.

43Siamo rassegnati al fatto chein tempi tristi, ad esempiodopo una guerra perduta (oanche dopo una vinta), gliinnocenti debbano soffrireinsieme ai colpevoli. Però cifa dubitare della giustiziadivina che i più colpevoli dituttisoffranocosìdiradoedisolito inmisuracosìmodesta

insieme agli assolutamenteinnocenti.

44Perappartenereaunpartitoèindispensabile una certa dosedi dabbenaggine. Personeragionevoli che tentano disostenereilpuntodivistadelloro partito fino alle estremeconseguenze destano semprel’impressionediaverpersolalucidità o di essere diventatedisoneste.

45

Chi si aggrega a un partitopolitico, fosse pure almigliore di tutti stando aiprincipi che lo informano,finisce in ogni caso perincanaglirsi... grazie ai suoicompagnidipartito.

46La pedanteria ha fraintesol’amore del prossimo; e ilrisultato è noto come

marxismo. Il risentimento hafrainteso ilmarxismo, e ne èvenutofuoriilbolscevismo.Iletterati hanno frainteso ilbolscevismo, facendolopassare di nuovo per amoredel prossimo... ma a questopunto ne aveva proprio tuttal’aria.

47Chem’importadituttequestechiacchiere? In vita mia nonmi sono mai occupato di

politica!E quale vantaggio ne

ricavi, amico mio? È lei aoccuparsiditeinogniattimodellatuavita!

CREAZIONEERISONANZA

1I tre criteri dell’opera d’arte:coerenza, intensità,continuità.

2Attorno all’artista c’è unelemento misterioso che lo

pone in grado di afferrarel’ambiente circostante conforza incomparabilmentemaggiore di qualsiasi altrapersona, ma che al tempostesso lo isola piùimplacabilmente di quantofarebbe la muraglia piùmassiccia.

3Gli effetti dell’arte non sifondano su illusioni, ma suassociazioni di idee. Ciò che

noi definiamo illusione è unmomento del tuttosecondario, che indeterminate circostanze puòanche mancarecompletamente. Proprio lepersone alle quali un’operad’arte dà una totale illusionedi vita non consentono chel’opera d’arte agisca su dilorocometale.L’impressionecheessericevonodaun’operanonhanienteachefareconilsuo valore artistico, tanto

meno quanto più la loroimpressione è associata aquellachesudiesseavrebbeavuto un avvenimento realedi tipo molto simile. Sidovrebbe allora credere chelo spettatore che tira melemarce a quella canaglia diFranz1 o che aspetta l’attoreall’uscita di scena perpicchiarlo abbia ricevutoun’impressione artistica piùfortediunaltro, ilquale,purammirato e commosso, non

ha dimenticato nemmeno perun attimo di aver giocato atarocchialcaffè,quellostessopomeriggio, con l’attore cheinterpretaFranz.Quandomaiabbiamoavuto

realmente l’illusione, anchecon le regie più eccelse, cheuna battaglia sulla scena siaunaverabattagliaeunamortein scena, per quantomirabilmente interpretata,rappresentiunamortevera?Ilgrado della nostra

commozione dipende forseanche solo minimamentedalla forza di immaginazionepiù o meno intensa con cuiriusciamoacrederechelassùunuomomuoiaperdavvero?La nostra commozione, laprofondità della nostraesperienza artistica si fondasolo sul fatto che unabattagliaounamorteinscenao, per portare subito un altroesempio, un abbraccio inscena provocano in noi

regolarmente una serie diassociazionid’ideelegateallanostra individualità econcernenti altri baci, altrebattaglie, altre morti. E ilgrado di commozione, ilsignificato della nostraesperienza artistica dipendedalla rapidità con cui leassociazioni si presentano escorrono, dall’intensità cheassumono i dettagli e dallaloro particolare sequenza. Elaseriediassociazionichesi

allacciaadesempioallamortedi un eroe scorrerà tanto piùfittamente,continuativamente,velocemente e con singolareintensitàquantomaggioreèiltalento con cui l’autore hadelineato il destino del suoeroe e la perfezione con cuil’attore l’ha rappresentato.Per quanto un’opera d’arte ouna prova d’artista possanoessere realistiche non cidaranno mai l’illusione della

vita.Hannosoltanto ilpoteredi risvegliare in noi appuntounapiccolaograndequantitàdi ricordi diversissimi conminore o maggiore intensità.E se qualche volta capita diaffermare che una morte inscenacihacolpitoper lasuaincredibile veridicità, quindiin un certo modo ci èsembrato che l’eroe finisseveramente i suoi giornidavanti ai nostri occhi, conciò vogliamo soltanto dire

che quella scena ci hariportato alla mente unastraordinaria quantità dieventidimorte–checisonostatiraccontati,acuiabbiamoassistito,checihatramandatola storia, che conosciamo daaltre opere – e che in noi sisono risvegliate le immaginidi altri, prossimi eventi dimorte, vicini o lontani nellospazio, e quelle della nostrastessa,ineluttabilefine.La sequenza delle

associazioni si attiene allanorma solo fino a undeterminato grado, perchéviene modificatadall’individualità e dalladisposizione momentanea dichi lascia agire su di sél’opera d’arte, insomma delfruitore. La primaassociazione che suscita adesempio la morte di Amletosarà, a seconda dei casi, lamortediunaltropersonaggioteatrale, come re Lear o

Wallenstein, oppure lamortedi un personaggio storico, ola morte del proprio padre ofratello, o ancora il pensierodella possibilità di quellemorti, o il pensiero dellapropriafineecc.Madaquiinpoi le associazioni,ovviamente a livellosubconscio, continuano acorrere a varia profonditànelle direzioni più diverse,senza che in seguito possanoessere ricordate nei

particolari.Quellocherestaèsoltanto l’impressioneartisticaglobale.Abbastanza spesso (negli

spettatori distratti) la catenadelle associazioni vieneinterrottadaun’immaginechesaleallacoscienzascaturendoda un’altra serie diassociazioni, un anello dellaquale si trovava da tempo instretto collegamento con unanello dell’associazioneoriginaria.

L’arredamento scenico, lafedeltà storica, i costumiindovinati, tutto questo nonserve ad accrescerel’illusione, ma a favorirel’intensità e la rapidità delleassociazionieaimpedirechelalorocatenasispezzi.Insomma, ciò che noi

percepiamo comeimpressione di un’operad’arte è il risultato di unasommadiassociazionidiideenella loro singolare intensità,

singolare sequenza, singolarerapidità di scorrimento,suscitate in noi per il tramitedell’opera d’arte. Equell’impressione nondipende in alcun modo dalgrado di illusione in cuil’opera ci ha trasportato; nonpuò assolutamentedipenderne, perché nellepersone in pieno possessodelle loro facoltà mentaliun’illusione del genere nonpotràmaisorgere.

4

Ogni atto e ogni evento sipossono spiegare con lacausalità, senza doveripotizzare una collaborazionedel libero arbitrio, chepossiamo definiredeterministicamentel’espressione della causalitàracchiusa nell’individuo. Mase tentiamo di spiegare lacreazioneartisticaconlasolacausalità non ne veniamo a

capo, e questo si vedebenissimo soprattutto nellamusica.Mentre qualsiasi decisione

inuncampodiversodaquelloartistico significa una sceltatra un numero limitato dipossibilità, e quindi ciapparirà sempre fondata,forse anche soltanto in baseallecaratteristichediuncertoindividuo, l’invenzione eancorpiùl’armonizzazionediuna melodia (a meno di non

credere a un’ispirazionedivina) presuppongono unnumeroinfinitodipossibilità,tra le quali si è sempreoperata una sceltaincredibilmenterapida.Primadi decidere per unadeterminata melodia earmonizzazione, un artistadeve già avere rigettatoinconsciamente tutte le altrepossibili varianti. Qui nonbastano spiegazioni basatesulle circostanze esterne o

sulle cosiddette peculiarità eunicità dell’individuo; lasceltafattainquestocasononpuòesserespiegataaltrimentiche come espressione di unlibero atto di volontà. Maquanto più ci allontaniamodall’arte, tanto più siamo ingrado di prescinderedall’ipotesi di un liberoarbitrio.

5L’effetto rassicurante delle

opere d’arte si spiegasoprattutto col fatto che inesse è eliminato quanto noidefiniamo«caso».Allo stesso modo il caso

sembraessereeliminatodallastoria (in quanto storia delpassato), e qualsiasi eventostorico ha l’effetto di unanecessità.Solo il presente, e in

particolare lanostraesistenzasingola, è esposto eassoggettato alle cosiddette

accidentalità.Non esiste quindi

evidentementeunadifferenzagenerica tra necessità e caso,matuttodipendedalpuntodivistadichiosserva.Noi riusciamo ad

abbracciare con lo sguardosolo un determinato numerodi concatenazioni causali, eanche questo solo fino a uncerto punto, mentre ogniistante vissuto rappresenta ilcrocevia di innumerevoli

concatenazioni causali cheprovengono dall’infinito evannoversol’infinito.La storia invece racconta

solodi quelle catenedi nessicausalichesisonodimostrategravide di conseguenze almassimo grado, e trascura lealtre.Un esempio: un

grand’uomo muore soffocatodaunnocciolodiciliegia.Lavita di quest’uomo ci è notadalla nascita fino alla morte.

Ilnocciolodiciliegiaperòhaavuto importanza solo nelmomentoincuisièincastratonellastrozzadelgrand’uomo,non nel corso del suoprogressivoformarsi,eanchela sua storia successiva ci èindifferente.Ma in una tragedia il

nocciolo di ciliegia non èutilizzabile, nonostante abbiacausato la morte delgrand’uomo. Perchénell’opera d’arte esigiamo

che le catenedi nessi causaliil cui incrociarsi provoca ilmomento tragico procedanocon un’intensità press’a pocouguale.L’eroe deve perire per

mano dell’avversario con cuii nessi causali lo hannoportato a contatto, o inseguito a una causalità insitain lui: spossatezza, suicidioper disgusto ecc. Potrebbeperire a causadi unnocciolodiciliegiasolonelcasoincui

l’idea-base del dramma fosseche la storia universale puòessere deviata dal suo corsoanche da un nocciolo diciliegia. Di fronte all’operad’artenoncilasceremmomaiconvincere che il nocciolo diciliegia sia stato voluto daDio (anche se ciòcorrispondesse alle nostrepersuasioni filosofiche oreligiose), pur pensando chedavanti a Dio tutte letraiettoriedellacausalitàsono

eguali, visto che partono dalui e ritornano a lui. In uncerto senso, Dio ha sempreavuto i suoi motivi, perchéegli è il motivo in sé. Manell’arte Dio può essere solociòcontrocuil’eroesiribella.Un eroe devoto in sensodogmatico è inverosimile.Nessuna catena di nessicausalipuòessereabbastanzasignificativadapermettersidiannientare quella dell’eroenell’istante incui la incrocia.

Del resto la morte noninterrompe inalcunmodoglieffetticausalidiunapersona;in particolare, lamorte di ungrand’uomo ha delleconseguenze proprio come leavevano avute i suoi atti,spesso ancor piùconsiderevoli.

6Laveratragediasi innalzaalcielocomeunatorresullacuilibera cima spazzata dalle

tempeste la salma dell’eroegiacesulcatafalco;maanchealla base di ogni veracommedia, nascosto nellaprofondità di stanze murate,dorme un tragico segreto,pure se il maestro che haerettol’edificiospessononnehailminimopresentimento.

7Il vero dramma sarebbequello in cui la parola inapparenza più secondaria si

lasciasse inseguire attraversoognisortadilabirintifinoallaradice dell’opera, e in cuiancheilcoloredegliocchidelpersonaggiomenoimportantevenisse sfruttato per unoscopopiùprofondo.

8Unpresuppostoirrinunciabiledel dramma è la presenza diuna determinata visione delmondo e l’accettazione dialcuni valori morali

immutabili. Non èassolutamente ammissibileaffermare ilmitoall’iniziodiun dramma e smentirlo nelcorso dello svolgimento; nonè ammissibile tendere sopral’azione drammatica unavolta di effetti luminosiparticolari e ben calcolati epoi farla scendere come unsoffitto mobile o addiritturastrapparla rinviando di puntoin bianco alla sconfinatezzadi problemi irrisolti e

irresolubili. Non èammissibile, all’inizio di undramma, ricavarne gli effettipostulando l’esistenzaassolutamente certa di unlibero arbitrio, di colpa, diresponsabilità e coscienza,ponendo quindi il mondosotto il governo di leggimorali, e nella conclusionemettere in dubbio liberoarbitrio,colpa,responsabilità,e considerare il mondo sottoil dominio esclusivo della

causalità.Se l’acrobata lasciaalla fine cadere il peso dimezzoquintalechesembravasollevare con tanta faticafacendocapirealpubblicodiaver tenuto in mano unasagoma di cartone, questopuò essere considerato unlegittimo scherzo da clown.Ma anche il dramma diventatale, se un alto valore eticoperde sempre più peso nelpassaggio dal primoall’ultimoattoealla finesiè

trasformato da mezzoquintaleinpiuma.

9Seèlecitodefinireilconcettofondamentale del drammaantico l’ineluttabilità deldestino, quello del drammaclassico la lotta della grandepersonalità contro ostacoli diogni genere, quello deldramma romantico il vagareerrabondo dell’individuonell’illimitatezza (perciò non

èmaiesistitounverodrammaromantico), si dovrà sempreconsiderare come concettofondamentale della tragediamoderna la contraddizioneinsolubile tra ragione esentimento (ecco perché latragediamodernasitrasformanecessariamente intragicommedia). Il fatto cheragionee sentimentoabbianoregimi rigidamente separati,anche se all’occasionesembranoandared’accordoe

riconciliarsi, è la cognizioneche determina l’atmosfera incui si svolge l’azione deldramma moderno. QuantoKleist definisce «disordinedelsentimento»–econluihainizioildrammamoderno–sipotrebbe definire altrettantobene disordine della ragione.In realtà si tratta di undisordine reciproco; eappunto questo è l’elementotragicomico, e quasi sipotrebbe dire che là dove

comincia la saldezza delsentimento o la pienacomprensioneildrammadevenecessariamentecessare.

10Nel dramma a lieto fine gliautorisvelanoper lopiùsoloi difetti del loro carattere –nel dramma tragico,infallibilmente, quelli dellalorointelligenza.

11

Qual è la cosa piùinsopportabile inundramma:la profondità di pensierorecitata da una marionetta ol’insulsaggine con cui ciannoia un personaggio pienodivita?

12Inogniepocasisviluppaunamanieraletterariacheancheitalenti più scarsi riescono amaneggiare con maggiore ominore abilità, e che

rappresenta l’involontariaparodia dello stile diquell’epoca. Tra questiparodisti in buona o in malafede ci sono dei veri genidella maniera, in grado diingannare non solo ilpubblico,maanchelacritica.Lostileclassicoèquellochemeno si presta a untrattamentodelgenere,perchésenza cultura personale,impegno e pazienza qui nonc’è niente da ricavare o da

simulare: sono lo stilenaturalistaedespressionistaaoffrirsi con la massimaarrendevolezza al trattamentomanieristico.Maanche iveritalenti, nei periodi di fiacca,cadono vittime delmanierismo, a volte persinoquelli che nel loro momentopiù felice hanno creato esviluppatoilnuovostile.

13All’artista può accadere di

essersi lungamente baloccatoin maniera sovrana con ilproprio materiale, come unabile giocoliere con la suapalla, e di essere sempreriuscito a riafferrarlo condestrezza al momento giustomentre ricadeva dalle altezzepiù vertiginose e dallelontananze più estreme... finquando capita che gli sfuggainavvertitamente di mano, siallontani saltellando escompaia in un qualche

groviglio esistenziale da cuinon sarà più possibileestrarlo.

14Non saranno mai laproblematica che hai sceltoné lo spirito con cui l’haitrattata a far vivere la tuaopera nel futuro; lo farannosempre e soltanto le figureche hai modellato el’atmosfera che hai creatointornoaesse.

15

Se in un’opera d’artepensiamo di cogliere comepregioartisticolapresenzadiuna visione del mondo,questoeffettononderivamaidal genere particolare divisione che l’autore haespresso, bensì soltanto dalgradoditalentocheèriuscitoaimpiegareperesprimerla.

16

Alcune idee poetiche che nelcorso del tempo sonoaffondate nel nostroinconscio, e che quindiriteniamodiaverdimenticatoanchealivellodiespressionelinguistica, continuano aprendere parte alle nostreesperienze, ne traggononutrimento in manieramisteriosa e non cessano disvilupparsi anche senza ilnostro intervento, a nostrainsaputa.Epuò accadere che

un giorno, prodigiosamentemutate, risalgano dalleprofonditàdell’animaquasi avolerci ammonire: ora siamofinalmente mature per ilcompito assegnatoci findall’inizio; soltanto adessosiamodegnediteetudinoi:adempiamo insieme il nostrodestino,crealatuaopera!

17Dall’opera di alcuni scrittoriricaviamo senza dubbio la

sensazione che in qualchemodo e in qualche camposiano dei geni,ma purtroppononneilorolibri.

18Ogni scrittore è realista eidealista, impressionista edespressionista, naturalista esimbolista al tempo stesso,oppure non è uno scrittore.Naturalmente una di questetendenze prevale, con la suavisionedelmondo,aseconda

di temperamento,predisposizione, epoca eatmosfera. Ma non appenauna prevale fino a soffocaresensibilmente le altre oaddiritturaaisteriliredeltuttoquesta o quella, si può giàparlaredimancanzaditalentoedinerbo.

19È indice di cattivo gustocommuoversi per i propripersonaggi, e di gusto ancor

peggiore prendersi gioco diloro. Purtroppo ci manca iltermine adatto a definire uncerto genere minore diumorismo in campointellettuale («spiritosaggine»è forse ancora il piùpertinente) che sia altrettantofelice quanto il terminesentimentalismo peresprimere un rapporto spurioall’interno della sferaemotiva.Inambedueicasisitratta comunque di una

mancanzadidistaccodapartedell’autore o nei riguardi delpersonaggio da lui creato oneiriguardidelpubblicooneiriguardidientrambi.

20All’umoristanonverràmaiinmentedifarcomunellaconilsuo pubblico, neppure nelmomento più sfrenatamenteallegro.Èsoloilbuffonechestrizza l’occhio alla platea oal lettore per prendersi

confidenza e cercarel’applauso, sempre pronto atradire e a piantare vilmenteinassoancheunpersonaggioda lui stesso ideato, creandocosì una mediocre atmosferaintellettuale,lasolaincuièingradodioperare.

21All’umorista–esoloaluitratuttigliscrittori–èconsentitala verbosità; anzi, a certecondizioni, è un espediente

artistico in più, di cui nondeveenonpuòfareameno.

22Ildilettoèlaveracondizioneessenziale dell’umorismo, siain senso soggettivo cheoggettivo, e l’idea di dilettonon tollera limitazioni dialcungenere.L’umorista,percosì dire, non può maismettere, e a malapenainiziare. Sono soltanto lenecessità tecniche che lo

costringonoafarlo.

23L’umorista passeggia a suopiacimentoentrol’immensità.

24La concezione tragica delmondo, vista dalle altezzedell’umorismo, sembra inognicasocomunqueristretta,se non ridicola o addiritturaassurda.

25

Nella tragedia lo spiritoumano per quanto possainabissarsi tocca prima o poiilfondo,nell’umorismomai.

26All’umorismo, divinofanciullo, nulla è vietato;nemmeno giocare con ildolore, la miseria, la morte.Sel’ironia,l’arguzia,lasatiratentano di fare lo stesso, cisembra di cattivo gusto,rozzo, se non addirittura

blasfemo.

27Ironia, arguzia e satirapossono reggere sul pianoartistico solo come formeespressive occasionalidell’umorismo. Lasciate a sestesse, producono certamentegli effetti più svariati, effettidi tipo politico, morale,letterario;macheconl’arteinsensoelevatononhannonulladaspartire.

28

L’umorismo è sempre dinatura demoniaca; il regnodell’arguzia,dell’ironia,dellasatira, questi angeli cadutidellospirito,è inclusoinunasferasatanica.

29Non ogni artista di genio haumorismo, ma ogni artistadell’umorismo (non ognibuffone) ha genio.

L’umorismoè ilconcettopiùampioepiùelevato.Èilverogeniodelcuore,perchécipuòesserebontàsenzaumorismo,ma mai umorismo senzabontà.

30Chi ha umorismo quasicertamente ha genio. Chi hasoltantoarguzia,disolitononhanemmenoquella.

31

Nel campo del grottesco nonèmaipossibileraggiungerelaperfezione, anzi è assurdoperseguirla.Perchémentresiailtragicocheilcomico,anchese spinti al massimodell’intensità, sono inclusinell’ambito del finito, ilgrottesco rimanda all’assenzadilimitiequindisiescludedasédall’arte.

32Nell’opera d’arte creata sulla

spinta di una necessitàinteriore l’idea fiammeggiainestinguibilmente solarecome un cuore divenutoraggiante; l’operaabborracciata, fosse anche dialtissimo livello tecnico,regge davanti a sé l’ideacomeunluminochevacillaesolitamente si spegne moltoprima di aver raggiunto lameta.

33

Sequalcunoesclamasse:mièvenutoinmenteunmagnificosoggetto!,epoirisultassecheil supposto soggetto consistesoltantoinunpaiodimacchiedi colore su fondo chiaro oscuro, avremmo certamentequalche dubbio nel definireunveropittorel’uomochehaparlatocosì.Eprobabilmenteanchelui(nellamaggiorpartedei casi) ci rifletterebbebeneprima di mettersi davanti alcavalletto e porre mano alla

sua opera sotto la spinta diun’idea di quel genere. Cisono invece fin troppiscrittori che afferranointrepidamente la penna nonappena li coglie un vagosentimentodellanaturaounostato d’animo indistinto; e sela prendonomolto amale senon sembri subito disposto aconsiderareleloromacchiedicolore vere prestazioniartistiche.

34Quandounsoggettocominciaamaturare nell’anima di unoscrittore, si verifica unprocesso simile alrigonfiamento di una cellulale cui pareti si assottiglianoprogressivamente, diventanoporose e nelle quali, per cosìdire, si aprono migliaia,centinaia di migliaia dibocche. Tutto ciò che capitanellevicinanzediunacellulasoggetta a una simile

trasformazionepuò,anzidevediventare il suo nutrimento.Essa si chiude davanti asostanzenoncompatibilio leeliminarapidamente,einveceingolla, rielabora, adatta allapropria natura quantopotrebbegiovarle.Allostessomodo in cui questa cellulaaccoglieinsétuttociòcheleservepernutrirsi,svilupparsi,completarsi, anche quelsoggetto accoglie tutto ciòche gli può essere utile delle

esperienze, delle conoscenze,dei sentimenti dello scrittore,rifiuta gli elementi nonsfruttabili, li rigetta e pocoalla volta si dilata, semprepiù,tantocheallafinesembracostituire l’intero contenutodell’anima dello scrittore,anzi quella stessa animasembra essersi tramutata nelsoggetto.

35Pazienza e impazienza si

alternano nell’animodell’artista durante lacreazione. È paziente inquanto, riguardo alla propriaopera, deve sentirsi di frontea un tempo totalmenteillimitato, anzi per così direall’eternità; impaziente inquanto, anche se in costanteattesa di sorprese chepotrebbero venirgli incontrolungo il cammino, fin dalprimopassovededavantiaséla meta con una

determinazione cosìvisionariache ildesiderioglimetteleali.

36Come giudicare dal punto divista dell’economia dellospirito una persona eminenteche rinuncia a essereproduttivamente attiva per lacomunità e preferisceescludersi ilpiùpossibiledalresto del consorzio umano?Non siamo talvolta propensi,

di fronte a una persona delgenere, a riconoscere imeritidi altre, la cui influenza siestende a campi piùaccessibili di importanzaspirituale molto inferiore eche, tramite contributi senzadubbiomenorilevantimapiùcomprensibili, sanno, se nonarricchire spiritualmente,almeno allietare il mondofacendo leva sui sensi, inmododaincrementareiltassodiallegriaequindidi felicità

sulla terra, come senz’altrofannoadesempiogliscrittoridi farse, i compositori dimusicadaballo,gliacrobati?Anzi, non dovremmo inrealtà, quanto piùdemocratico è il nostroatteggiamento mentale,considerare proprio questepersone come gli uomini dimaggior valore? E poidimentichiamo troppo spessochel’effettovisibilederivanteda personalità e da

prestazioni,cioèquellodicuiabbiamo una conoscenzadiretta, rappresenta soltantoun piccolo frammento deglieffetti che agiscono sullaterra, e che sull’atmosferadell’epoca si ripercuotononon solo le prestazioni a noinote, non solo quellepersonalità di cui i posterihanno conservato memoria,ma – in vibrazioni invisibili,non valutabili e nascoste –anche quanto è stato

elaborato,detto,promossodapersone i cui contributi forsesono statidimenticatipropriocomeiloronomi.

37Ci meravigliamo semprequando un poeta che hacreato per noi un mondo difasto, di splendore, diraffinatipiaceri,cisipresentacome un bohémien sciatto escalcinato;quandol’autorediun libro di profonda severità

morale ha l’aria di unapersona superficialmentefrivola; quando l’artefice diun’opera grondante nobiltàd’animo e amore delprossimo ci sembra un tipoarido o addirittura spietato: enella nostra delusione siamosubitopropensiaritenerlideipersonaggi disonesti oalmenobugiardi.Però facciamo loro torto.

Nonsonoassolutamentedegliimpostori,sonoperl’appunto

dei letterati il cui metodocreativo si sviluppa per cosìdire in due fasi; iniziano – enoncertoconintenzionipocooneste, ma seguendo unalegge interna – col creareanzitutto la figura di unautore idoneo a comporre,grazie al temperamento cheglihanno inventato,un’operacheessi,per loro indole,nonsarebbero in grado discrivere.La verità però è un

elementocosìirresistibilecheanche le opere piùragguardevolivenuteallaluceinquestomodo tradiscono inqualchepunto, talvolta anchenell’organizzazionecomplessiva, il mistero dellaloro origine, fosse puresoltanto con uno stranofastidio che riescono asuscitare e che puòaccrescersi fino allarepulsione e addirittura aldisgusto. E in ogni caso

un’opera del genere cadràvittima dell’oblio piùrapidamente delle creazioniprodotte da un genio inmaniera diretta, senza primaricorrere a una figuraintermedia che l’opera delletterato ha dovuto corredaredigrandiforzespiritualialuistessonegate.

38Può condurre un’esistenzarettaealtempostessofornire

una produzione immacolatasolo l’artista in grado diinstaurareunrapportoumanocon le figure da lui create, eun rapporto artistico con lepersoneconcuivive.

39Un autore abile ci potrà avolte ingannare sulledimensioni del suo talento,mamaisulgradodiinteresseche ha dimostrato per la suaproblematica e i suoi

personaggi.

40È nella natura del geniotrasformare in elementi distimolo tutte le avversitàinterne ed esterne che iltalento sente come ostacoli eche talvolta lo annientanosenza possibilità di salvezza,anzi esser capace di riceveredaessel’impulsofinaleversolaperfezione.

41Alcuni artisti riescono aconservare faticosamente lapropria fama solo perchéprovano di continuo adaffrontare compiti che nonsono all’altezza delle loroforze.

42Allo scrittore è consentitoamare la libertà piùardentementediquanto l’amil’eroe da lui creato.Ma guai

se anche una sola goccia diquesta personalesovrabbondanza d’amoretrabocca nelle parole del suoeroe.

43Scrittore,dadove tiprovienel’impulso a raccontare le orepreziose della tua solitudineal mondo che tendel’orecchio? Non dovrestiessere in fondo un carattereestremamente socievole,

provvistoanchediunpizzicodivanità?

44Essere artista significa saperlevigare le ruvide superficidel reale fino a renderle cosìlisce da rispecchiare tuttal’immensità,dalle altezzedelcielo fino ai baratridell’inferno.

45Èmoltofacileparlareintutta

sincerità delle propriedebolezze, dei propri vizi,persinodeipropricrimini.Maparlarne come se quelledebolezze non fosseroassolutamente amabili, néquei vizi eccezionalmenteinteressantisenonaddiritturavirtù segrete, né quei criminicosì audaci e grandiosi comemai prima ne furonocommessi,questoèilpunto,esolo qui comincia l’assolutaveridicità. Che nelle

autobiografiesitrovadirado.

46Nell’anima dell’autoredrammatico di razza il casoparticolare, tragico o comicoche sia, nasce già comesimbolo,oalmeno lodiventapromuovendosi a quel gradonel corso del lavoro. Maqualunquetentativodifornireintenzionalmente, tramiteeffettiluminosiaggiuntiinunsecondo tempo, una valenza

simbolica anche al casoparticolare di più feliceinventiva, è destinatocomunque a fallire; e saràproprio il gesto borioso osupponente a tradire anchequi, come in altri campi, ilparvenuolosnob.

47Nei momenti migliori dellaloro creatività gli artisti disecondo piano sonodifficilmente distinguibili da

quellidavverograndi.Maciòche in ogni caso fa lorodifetto è la capacità dimantenereabbastanzaalungoil livellonecessario;e la lorosventura è che proprio neimomenti in cui sarebberichiesto l’impegno estremoed eccezionale di tutte leforze essi cadononell’insufficiente, nel corrivoonell’assurdo.

48

In genere definiamo naturad’artista la somma dellequalità che ostacolano illavorodell’artista.

49Troppo spesso siamopropensi a supporre laprofondità sotto unasuperficie ambiguamentetorbida; e quando decidiamodiverificare,bastailmignoloperraggiungereilfondo.Unasuperficie limpida, però, ci

inganna fingendo semprescarsa profondità, in quantopermette al nostro presagosguardo di scrutare fino a unfondalechenonsaremmomaiingradodiraggiungereconloscandagliodellaragione.

50In ogni aneddoto veramenteindovinato si nasconde ilgerme di un mito, ogniallegoria poetica prende ladirezionedelsimbolo.

51

Spessolevirgolettenonsonoaltro che un pretesto fasullocon cui l’autore cerca diimputare al cattivo gusto deisuoi contemporanei laresponsabilità diun’insulsaggine cadutaglidalla penna o che non hasaputo sostituire con un’ideapiùbrillante.

52

Gli autori teatrali capaci discrivere, ad esempio, unquartoattoprimadelsecondomi destano qualche sospetto.Evidentemente non hannomai sentito parlare dellesorpreseedelleavventurecheloscrittoreèsolitoincontraresulla sua strada e cherappresentano il fascinomaggiore, anche se talvoltanon privo di pericoli, dellesueperegrinazioni.

53L’acuto desiderio cheavvertiamo di veder morirel’eroe di una tragedia sispiega, forse, anche con lanostra perenne indecisione afidarci incondizionatamentedel destino. Conosciamol’imprevedibilità delleinnumerevoli forze cheagiscono al di fuoridell’individuo e che sono ingrado, anche travestite daridicoli accidenti di

trasformarsiper lui indestinie non ci sentiamo soddisfattisel’eroechecieracarovienenuovamente abbandonatodall’autore nell’orribileincertezzadell’esistenza.Soloquando è definitivamentemorto starà bene... e noi conlui.

54Nell’arte dobbiamo liberarcidal pregiudizio che la mortedebbaperforzarappresentare

qualcosa di tragico. È inveceun evento così squisitamentenaturale da poter esseremotivo, nell’ambito diun’opera d’arte, tanto diallegria quanto dicommozione. Più unpersonaggioèlontanodanoi,più si distanzia in episodiframmentari, più facilmenteriusciamoadaccettarequestopuntodivista,probabilmenteperché da quei personaggisecondari così remoti non si

dipanano verso il nostropersonale destino legamiassociativi tanto numerosi etanto forti. La morte diAmleto ci colpiscetragicamente, quella diPolonio al massimotragicomicamente, e allostesso modo – forsetragicomica in misura ancormaggiore, anche se talvoltacommovente – agisce su dinoi la morte nel teatro dellemarionette. Il dolore per la

fine del burattino chesentiamo nel nostro eternocuoredibambinivienesubitorovesciato in ilarità dallanostralogicadiadulti,perchéquelle oneste marionette, adifferenza di alcunipersonaggi apparentementetragici che a volte sonosoltantomarionettedisoneste,rinunciano fin dal principioall’inganno di recitarci undestinoumano.

55Il pubblico è molto piùintelligente di quanto noncreda, ma è meglio nonammetterlo, altrimentidiventaancorpiùpresuntuosodiquantoènormalmente.

56Non mi fido degli entusiastiche sono rapiti dalla lorocapacità di entusiasmarsitanto o ancor piùprofondamente che

dall’argomentoperilqualesisonoentusiasmati.

57Così il genio dell’arte sivendica del dilettante: secostui tenta di diventarecreativo, finisce sotto illivello reale non solo dellasuaintelligenza,maanchedelsuo carattere, cosicché illavoro di una persona disolito passabilmenteassennata,allaqualefadifetto

appunto solo il talento, cisembra il balbettio di undemente, e quella stessapersona,cheforsenellavitaèun uomo rispettabilissimo, ciappare, tramite la sua operamalriuscita, un soggettoaltamenteambiguo.

58Ciò che tradisce il dilettante,prima e in ogni caso piùinfallibilmente delle carenzedel suo talento, è la

problematica dei suoi tipiumani.

59Anche il dilettante qualchevolta ha delle idee cheriescono a impressionarepersino i più esigenti. Ma adifferenza dell’artistadimentica per lo più chel’idea è soltanto ilpresupposto necessario espesso rappresentaunicamente una tentazione

che può anche portarenell’abisso. Il punto restaquesto: sapere qualipossibilità di sviluppo sonopresenti in un’idea; sentirequandoèarrivatoilmomentodi trasferire nella realtà unadiquellepossibilitàe–seperqualche ragione interna oesternailmomentononvuoleproprio presentarsi – avere ilcoraggio di respingerlo comeunfigliodegenere.

60Le style c’est l’homme: è undetto tanto vero che loscrittore suole tradirsi piùapertamente là dove piùansiosamente si sforzava difingere.

61Sotto l’ammirazione tributatada un discepolo si nascondespesso e non sempreinconsciamente ilcompiacimento per le

debolezzedelmaestro,grazieallequaliegli losenteaffine,giustifica le proprie e siconsidera esonerato daulteriori argomentazioni chelegittimino la sua condizionedidiscepolo.

62Come verrebbe consideratoun matematico che nel suocampopretendesseopensassedi operare interventiessenziali o addirittura di

scoprire cose nuove, se adesempio si permettesse diprescindere dall’aritmetica odalla geometria analiticaconsiderandole disciplineormaisuperflue?Ecosafadidiverso la schiatta di letteratiche pretende di poterrinunciare alla psicologia,anzi la definisce qualcosa disuperatoediridicolo?

63Alcuni letterati, nelle loro

opere, amano atteggiarsi astilisti, altri a cultori diproblemi sociali, altri ancorapersino a moralisti. Non c’èda stupirsi se nella vitaprivata sonosolitiporre tuttoil loro impegno nel riposarsidaquellefatiche.

64Unmalvagio che sulla scenainterpretamagnificamente unbuono, un bilioso che fa ilbenevolo, una canaglia il

virtuoso, un malinconico ilburlone, un cretino ilsuperintelligente...; sono tuttitipidiattorichesiincontranocon una certa frequenza.Magli interpreti veramentegrandisembranoesserequellicapaci di elevareinconsciamente sulla scenafino a una dimensionesatanica o demoniaca la loroindole più segreta, forsenascosta a loro stessi, forseproprio perché è nascosta a

lorostessi.

65L’essenza del feuilletonismo:considerare l’effettomomentaneoinognicasopiùimportante di obiettività,veritàeconseguenze.Sarebbeingiusto dire che l’autore difeuilleton bada soprattutto alvantaggio personale. Alcontrario: è quello che è,spesso a proprio danno, e avolte sa anche rendersene

conto.Il fatto che appunto il

feuilleton offra il terreno piùadatto allo sviluppo dellospirito o, per meglio dire,dello stato d’animofeuilletonistico, si basa sullanecessità giornalisticadell’effetto immediato. Cisono però dei feuilleton, enoncerto i peggiori, chenonsono stati scritti affatto dafeuilletonisti nel sensocorrente del termine, come

d’altra parte ci sono libri edrammi creati con spiritoassolutamentefeuilletonista.Ma il feuilletonismo è un

elemento che si tradisce dasé, e anche se a volte unfeuilletonistariesceascrivereunromanzooundrammacheè un’ingannevole imitazionedi un’opera d’arte, in unqualche punto si palesano lasua incapacità di calarsi finoall’idea posta alla base delproprio lavoro, lo smarrirsi

della comprensione e dellasensibilità per i valoriessenziali della propriatematica, o quantomenounosvaniredellaforzaingradoditrattenere quei valori. Alloraegli cerca scampo nelleattrattive ambigue e a buonmercato degli eventimarginali trattandoli con unaspecie di imbarazzatascrupolosità, per allontanarsicosìsemprepiùesemprepiùimplacabilmente dal cuore

dell’operainquestione.I feuilletonisti che in

rapporto alle loro capacitànon riescono a farediversamente sono le figurein qualche modo menointeressanti; più singolari,tragicomici, talvolta persinotragici sono quelli che,neppure condizionatidall’effetto momentaneo e inpossesso di una creatività dibuon livello e durevole, virinunciano per impazienza,

leggerezza o scarsaconoscenza di se stessi;quindi per una certasottovalutazionedellepropriecapacità, che è legata allapresunzione più spesso diquantononsicreda.Senonsonoinballoaspetti

politici o opportunistici,simpatie o antipatie, seinsommaperunavoltanonsitratta dell’effetto immediato,alloraancheilfeuilletonistaèin grado, a seconda

dell’abilità, di esprimere laverità obiettiva; ma un casodel genere, per legge dinatura, si verifica di rado. Isuoi legami con uomini esituazioni sono cosìmolteplici,è implicatoinunatale rete di relazioni che inpratica non si troverà mainella condizione di scrivereuna frase per il piacere discriverla, o meglio discriverlaconspiritoobiettivo.Il feuilletonista ha una

scrittura naturalmente facile.Perchésolol’obiettivitàhauneffetto ritardante, solol’obiettività si aspettaobiezioni, le va a cercare, lecostringe a uscire dallapropria anima. Il momentopersonale è invece semprecaratterizzatodall’accelerazione, e ilfeuilletonista scrive tanto piùrapidamente in quanto, alivello conscio o inconscio,sta sempre fuggendo dalla

propriacoscienza.

66Ogni genere di produzioneartistica sfidanecessariamente la critica.Perché è nella natura delprodotto artistico arrogarsivolontà creativa e forzacreativa, e quindi in un certosenso divinità. E poiché ildivinoèqualcosadiassolutomentre qualsiasi genere diproduzione artistica, anche il

più alto, rappresenta semprequalcosa di relativo, in lineadi principio la critica hasempreragione;mainpraticaspesso in modo piuttostobanale, e quasi sempre nelpuntosbagliato.

67Non appena un’opera d’arteinizia il suo camminopresentandosi in pubblico, siassiste talvolta a uno stranospettacolo:comeunascimmia

malignabalzasullagroppadiun nobile cavallo da corsa,così uno slogan qualsiasibalza sull’opera, vi siaggrappa saldamente e siesibisce facendo boccacce; ese a causa del galopposfrenatoperde apocoapocola voglia, e col tempo ilrespiro e la vita, si ècomunque avvinghiato contale forza al nobile animalecheancoraalungolacarognarinsecchita – una visione

ridicolmente spettrale –rimane accovacciata sullagroppa del cavallo in corsaprimadiessernesbalzataediputrefarsi sul ciglio dellastrada.

68Per il critico è così facileesprimere senza correre ilminimo rischio l’avversioneche prova per uno scrittore,perlasuapersonaoperlasuaopera, che gli serve una

notevole forza di carattere eautocontrollo per nonsoggiacere a una similetentazione.Non vale davvero la pena,

in questo contesto, parlaredella schiera di individuimalignioprividitalentoche,come in ogni altraprofessione, formano lamaggioranza anche in quelladei critici; ma in qualunqueepoca ci sono anche scrittoriveramentedotatiaiquali,per

sfondare,mancasoltantoquelmisterioso elemento che unartista deve possedere perchéi suoi successi sianocoronatida intensità e durata: lapersonalità; una mancanzache l’interessato solo di radoriuscirà a percepire o adammettere.Perché queste persone –

che in quanto «creatori»danno senz’altro ilmeglio disé, vale a dire spesso unprodotto buono, anzi di

notevole valore, e nonvannomai al di là delriconoscimentodiunacerchiaristretta e per di piùpresagiscono, in quelleprofondità dell’animo doveanche la possibilità diingannaresestessinonesistepiù, che pure i posteridifficilmente potrannoricompensarliperleafflizionidel loro cammino terreno –perché dunque nondovrebbero sentirsi piene di

astio quando vedono uncollega, forse nemmeno piùdotato sul piano del vero epropriotalentomaingradodiesercitare una maggioreinfluenza solo grazie a quelmisterioso elementorappresentato dallapersonalità, godere divantaggi spirituali ematerialichealororestanosolitamentepreclusi? Ora, se a una diqueste persone viene offertalapossibilitàdidare sfogoal

proprio animo oppresso, disentirsiperbrevetempo–peril tempoche terrà inmano lapenna–superiorealfortunatocollega, se può illudersi diavere tra le mani per unattimo il destino di costui oalmeno di rovinargli perun’ora la digestione con unpo’ di scherno e didisprezzo... ci si puòmeravigliare che non voglialasciarsi sfuggireun’occasionedelgenere?

Sarebbe sciocco liquidareconiltermineinvidialostatod’animo di questa gente dacompatire. Essa vuolesemplicemente, senza cattiveintenzioni, per così dire inmaniera automatica, sfruttarel’occasione – ahimè tantorara! – di prendersi larivincita per un po’, vadacome vada, sul propriodestino spesso in qualchemodo ingiusto, tentando direagire all’amarezza. E

poichénell’arte,comeintuttele cose umane, non esistenulla di assolutamenteperfetto e qualunque opera,anche riuscita, significativa,grande, da certe prospettiveben scelte offre alla criticaparecchi punti di attacco,poiché inoltre il tacere deimeriti è ovviamentepermesso, ma in questocampoanche il travisamento,l’irresponsabilità e lecattiverie non sono

considerati per nullaindecorosi, anzi, poiché nelloro animo offuscato sannorendersi cieche anche difronte alle pagine riuscite diun autore che detestanoqueste persone, possonopassare per criticicoscienziosi, davanti a sé eagli altri, anche in seguito...persino se questa esigenza dimirare più in alto se lafossero completamentegiocata.

69

Quandoilcriticosiaccingeagiudicare un’opera, puòsceglieretraduemetodi.Osiconcentra su quest’opera inparticolare non considerandola restante produzionedell’autore, oppure includenel suo giudizio l’interapersonalità dell’autore. Disolito applica però un terzometodo, che in ogni casodovrebbe essergli vietato,

inserendonelraggiodellesueosservazioni, accantoall’opera da recensire, altrisingoli scritti secondo unasceltaarbitrariaetralasciandovolutamente quelli che almomento non si adeguanoallo scopo e all’effetto daperseguire; e in tal modo sipermette di frammentare loscrittore dall’alto del propriopotereassoluto.

70

A volte, come autore, siincontrano da parte diqualche critico pregiudizi eostilità che costui, in tuttacoscienza, sarà capace dinegare; perché hanno le loroscaturigini in abissi chenemmeno luiconoscee, se lipresagisse, avrebbe ottimimotivi per guardarsi daldiscenderli.

71Dovete per forza togliere

sempre di mezzo qualcunoper farpostoaunaltro?Nonvi accorgete di quanto destisospetto,conquestisistemi,ilnuovo talento... e al tempostessolavostraonestà?

72A pochi uomini è dato staredifronteaun’operad’artenelruolo di tranquilloosservatore; ma quasinessunoècapaceoèdispostoa restare un semplice

osservatorementre lascia chel’opera agisca su di lui,riassaporandolaoparlandone.Inavvertitamente si trasformain critico, cercando dimisuraresull’operalapropriacapacitàdigiudizio,ilpropriospirito,ilpropriocarattere.La persona ingenua,

all’inizio, lo fa senza alcunaintenzione,certosenzacattiveintenzioni; ma anche inpersone così cominciano benpresto a reclamare i loro

diritti le qualità piùintrinsecamente umane:vanità e saccenteria,l’impulso a mostrare lapropria superioritàa se stessie agli altri, cosicchéanch’esse saranno molto piùsollecite a cogliere i latideboli di un’opera che asottolinearnequellipositivi.E vorremo rinfacciare

queste qualità comuni a tuttiproprio a colui che delcriticare ha fatto la sua

professione?

73Tutteledebolezzecheavoltesiamopropensi ad addebitareal critico come soggettohanno evidentemente benpoco a che fare con la suapersona, con i difetti del suocarattere,delsuotalentoodelsuogiudizio.Spessoinquelledebolezze si esprime soltantolo spirito congenito dellacritica, le sue tare ereditarie,

si potrebbe dire, di cuichiunque,nonappenaesercititale professione, cadeinevitabilmente vittima. Misembra una provadell’esattezza di questasupposizione il fatto cheanche autori mai abbastanzaindignati per gli attacchisubiti(anzipropriocostoroinparticolare), nel momento incui trovano l’occasione diesercitare una critica suun’opera di un altro scrittore

assumono di solitocomportamenti da recensoreeguali e spesso ancorapeggiori di quelli chesembravano loro altamenteriprovevoli quando lisentivanosullapropriapelle.

74Uno degli elementi più forti,einognicasoquellocostante,nei rapporti tra gli esseriumani è il piacere per ledisgrazie altrui, quando non

appaia frenato dalla simpatiapersonale o da interessicomuni.E voi pretendete sul serio

che il recensore, per amoredella verità, soffochi unabattuta cattiva, untravisamento divertente,un’ipocrita espressione dirammarico, visto che in ognicaso può contare sulla gioiamaligna come su un alleatopotentee infallibile,dallacuiapprovazioneedalcuidiletto

si sentirà sempre discolpato,confortato e incoraggiato perilfuturo?

75A volte si sarebbe quasiportati a credere cheimportanti avvenimentistorici si siano verificati alsolo scopo di fornire alrecensore criteri semprenuovi o errati nellavalutazionedelleopered’arte.Seper tuttauna seriedi anni

si è voluto commisurarel’importanza di ogni operariferendola alla «grandeepoca»–unoslogancheoggiviene deriso dagli stessi cheallora ne abusarono fino allanausea per i loro scopi –,adessoèdiventatodimodaloslogan del «mondosommerso», per il quale inrealtà non può più provareinteresse nessuna personaragionevoleechequindi,coni suoi personaggi e i suoi

problemi, non meritanemmeno più l’attenzionedell’artista.Se però al luogo comune

della «grande epoca» sipoteva ancora concedere unbarlume di discernimento,cercando almeno di capirlosotto l’aspetto puramentequantitativo, la faccenda del«mondosommerso»,ancheseripetuta con pappagallescaleggerezza da alcune personealtrimenti intelligenti, è

talmente assurda e tradisceuna concezione così ingenuadell’ essenza dello sviluppopolitico, sociale ed etico,insomma un talefraintendimento di tutta lastoria (come se nel giro dipochianniunmondopotessedavvero sprofondare e –anche ammettendolo – comese lo scrittore non avesse ildirittodi evocare le figurediun mondo sommerso, perquanto sommerso da poco),

chenoncivorràmoltoperchéarrivi il momento in cui ilnuovo slogan sarà bollato diridicolagginedaquelle stessepersone che oggi tentanoancora di sostenere la lorosuperiorità critica facendolevaingranpartesudiesso.

76Indignazione morale? Difronte alle opere d’arte nonesiste proprio. Ciò che disolito si definisce così è un

concettodeltuttofittizio.Cisonoperòdellepersone

che, consciamente oinconsciamente, ribattezzano«indignazionemorale»laloroincapacità o la loroavversione a osservareun’opera d’artesemplicemente come tale. Sitratta di gente non sempreavveduta, ma spessoonestissima.Esistono poi persone che

per motivi assai diversi,

molto di frequente percosiddetti motivi politici, difronte a un’opera d’arte sifingono indignate, senzaesserlo dentro di sé. Sarebbescortesedefinirequestagentedegli ipocriti tout-court,vistoche il loro gesto diindignazione, nella nostraciviltà, si instaura di solitoquasi automaticamente espessosenzaintenzioniostili.Cisonoanchepersoneche,

siano o no indignate per

quanto le riguarda, prendonoterribilmente sul serio leindignazioni immaginarie,recitate, finte degli altri. Sitratta di gente ingenua oirrimediabilmentesciocca.E infine ci sono persone

che sanno tutto questopropriocomelosoioecomelo sa ovviamente anche lospettabile lettore, ma che sicomportanocomesenel lorocuore credessero a tuttequeste indignazioni

immaginarie, recitate esimulate:esitrattadeicritici.

77Ènotochegliautorisonounarazza estremamentesuscettibile. Chi potrebbesostenere il contrario? Ineffetti ne conosco soloun’altra ancor piùsuscettibile:quelladeicritici.Perché su una dozzina diautori che non se la sonopresapoi tropposeuncritico

hatrovatodaridiresulla loroopera,l’hasbeffeggiataol’hacondannata, chehannoancheaccettato tranquillamente lasoddisfazione con cui quelloha messo in dubbio la loroonestà di artisti o larettitudine del loro carattere,non c’è nemmeno un criticoche sia disposto a tollerareun’obiezione sull’infallibilitàdei propri giudizi o il piùlieve dubbio sulla propriaspregiudicatezza senza

definire con sprezzo oindignazione l’autore che haosato tanto un... beh, comeminimo appunto un tiposuscettibile.

78Laprimadomandadelcriticodovrebbe essere: opera,cos’hai da dirmi?Ma questodisolitolopreoccupapoco.Ilsuo primo impulso èpiuttosto: dunque, opera, fa’attenzioneaquellochehoda

dirti!

79Quante volte accade – e nonsempre necessariamente concattive intenzioni – che ilcritico trasfonda la propriaidea fissa nell’opera di unautore e non riesca a vederein essa nient’altro chequell’idea,dacuièpossedutoin dimensioni maniacali;mentreperl’autoresitrattadiun’idea che rappresenta solo

un elemento della sua opera,e nemmeno il più importantetraunadozzinad’altri.

80Al vero critico balza subitoagli occhi se un’opera chepuò essere più o menoriuscita nei particolari siastata creata per necessitàinteriore o per qualcheragione esterna. Ma anchel’artista capisce, con nonminore infallibilità, se il

giudizio emesso dal critico,siaessodiapprovazioneodirifiuto, nasce da uninteressamento obiettivo o èoffuscatodaunaseriedialtrimotivi.

81Di fronte a qualche giudizioche leggo sulla stampa miaccade di pensare per primacosa: «Com’è intelligente,com’è azzeccato, com’èequilibrato! Ne sottoscriverei

ogni parola». Eppure nonriesco a provare una veragioia; perché avverto subitol’impulso di chiedere alcritico: detto tra noi, amicomio, avresti scritto le stessecose se non provassi unaparticolare simpatia perl’autore di cui hai giudicatol’opera?O se le lodi che haiintonato non ti procurasseroun qualche vantaggiomoraleo(fossepureperviaindiretta)d’altrogenere?Oseinquesto

caso non avessi colto unaspecifica occasione per farbrillare la tua intelligenza?Insomma – mi chiedo allafine – se per caso l’operafosse stata di un altro avrestinotato che meritava il tuoplauso? E se l’avessi notato,pensi che sarebbe valsa lapena di metterlo nero subianco o addirittura dipubblicarlosulgiornale?

82

Quasi tutte le obiezioni neiriguardi di un’opera d’artepossono avere una lorogiustificazione, se prendonole mosse da un punto diosservazione particolarmenteelevato.Maquandosiguardalagente cheosa insediarsi inquel punto di osservazione,spessovienvogliadichiederescuotendo la testa: da doveprendete il coraggio perarrampicarvi fin lassù? Cosaandate cercando a quelle

altezze? Non temete che lapiùlievefolatadiventopossafarviprecipitare?

83Ad alcuni recensori procuraun particolare piacereconstatareildecisivoregressodiunautore, làdovesi trattasoltanto di un’oscillazioneverso il basso, comenaturalmente succedenell’arco della produzione diogni personalità creativa. Di

fronteaquestioratorifunebriunpo’ troppoprecipitosi si ètentati di pensare a quelleeffimere destinate asvolazzare lungo la riva neltempotraun’altaeunabassamarea e che si illudono, nonvivendo tanto da poterassistere all’alta mareasuccessiva, di aver vistoprosciugarsiilmare.

84L’interesseper l’operasucui

si accinge a dare un giudizioè il presupposto di ognicritica non solo proficua,madiqualsiasicriticachevogliaessere semplicementedignitosa, anzidiognicriticalecita. Acume, cultura,spirito,tuttoquestononservese manca l’intimapartecipazioneall’operaaltrui– foss’anche unapartecipazione di naturapolemica–equindiilpiacereper il proprio lavoro. Perciò

mi fido pochissimo di queirecensori che cominciano asospirare già nell’istante incui prendono in mano lapenna e maledicono ildestino,undestinochespessosi sono scelti, per averliassegnatiaquelcompito.Mainsomma, in quale altraprofessione sarebbeimmaginabile che qualcunocontinuasse a esercitarlasenza esitazioni, cosìtestardamente e

sfacciatamente, quando nonriconosceasestessoildirittodipraticarla?

85È un vezzo della criticarinfacciare a un talento,specie al grande talento, diessereappuntosolountalentoenonungenio.Moltopiùdirado se la prende con ungenio che – cosa piùfrequentediquantosipensi–non possiede il talento

sufficiente per creareun’opera veramentesignificativa.

86Il recensore navigato a unopiùgiovane:faitroppousodigrandi parole, mio caro,troppo lusinghiere evincolanti ; vincolanti nonsolo per te, ma anche perl’autore, al quale in questomodononrendicertounbuonservizio. Dovresti cambiare

abitudini quanto prima.Fortunatamente, per lamaggior parte delleespressioni di lode e diriconoscimento abbiamo altritermini che esprimono lostessosignificatoinformapiùpacata, meno gravosa per ilcritico e l’autore. Qualcheesempio? Di recente ti èvenuta l’idea di definire«profondo»uncertoscrittore.Credimi, per il grandepubblico la parola «noioso»

suonapiùomenoallo stessomodo.Unaltrol’haichiamato«spiritoso». Il termine«superficiale» non è moltopiù vicino a quello cheintendevi realmente? Ticonsiglio inoltre di sostituirequando si presenti il caso«robusto» con «rozzo»,«candido» con«sprovveduto», «singolarità»con «parzialità»; se pensi ditrovare una vicenda carica ditensione o movimentata,

definiscila tranquillamentedozzinale, e ciò che allaprima occhiata volevaimpressionarti per la sottileindagine psicologica puoisenz’altro contrassegnarlocome pedante. Fantasioso?Abbiamo un bel sinonimomolto più tedesco: falso.Lingua stilizzata? In casi delgenere propongo ladefinizione «artificiosa» o«arida»; e se ti capitasse didivertirti per un dialogo

vivace e frizzante, la cosamigliore è liquidarlo comechiacchiere da feuilleton. Latrattazionediproblemieroticisbrigalacomepornografia, inmodo convincente. E se unautore ti sembrasse prolificoo addirittura creativo, ticonviene accennare alla cosascherzando sulla sua scritturatorrenziale o sulla sualaboriosità. Certo, tuttoquesto suona meno cortese,ma in compenso ti attieni

strettamenteallaverità,anchese in certo qual modo laesprimi attraverso il suocontrario.

87Sta’ zitto e muto, autore – eniente repliche! L’unica chepuoi contrapporre a tutti gliattacchil’haigiàanticipata:latua opera. Se durerà neltempo,avraiavutoragione.

MOTTIBREVI1

Unnuovopensiero:disolitoèunavecchissima insulsagginequando ne sperimentiamo laveritàsunoistessi.

2Quante volte consideriamoinconciliabilitàdiopinioniciòche è soltanto diversità di

temperamento.

3Il fatto che tu abbia scrutatounapersonafinoinfondononte l’ha ancora perdonatonessuno, per quanto benepossaesserselacavata.

4Quante volte – e nei nostririguardiancorpiùspessochenei riguardi degli altri –riteniamo forza di carattere

ciò che alla fine è soltantodebolezzadisentimento.

5Amontediogniobbligo checi si assume deve esserceneun altro: aver ben chiara lamisura della propria forza,della propria resistenza, delproprio spirito di sacrificio:altrimenti assumersi unobbligodiventadiperséunacolpa.

6Che animale vorace è lavanità! Si nutre sia delsuccesso che dell’insuccesso,della fortuna come delladisgrazia, dell’amore comedell’odio, e in caso dinecessità riesce a vivere delproprio grasso, diventandoanziancorapiùgrassa.

7Perdere un’illusione significaarricchirsi di una verità. Ma

chi lamenta la perdita non èstatodegnodelguadagno.

8Sono davvero soltanto ledonne a tornare sempre allaloroprimaparola,«quandosiè predicata per ore laragione», come diceShakespeare? I filosofi esoprattutto i teologi nonfannoforselastessacosa?

9

Com’è spesso poco chiaral’ideachegliuominihannodise stessi! C’è chi ama ilprofumo dei fiori e siconsidera un botanico, e c’èchi conta i filamenti e siritiene un naturalistaappassionato.

10Lamentarsi? No, essereattivo!Deplorare? No, esseresoccorrevole!

Accusare?No,correggere!

11Puoi impedire a un uomo dirubare, ma non di essere unladro.

12Non è una cortesia volerportare il bastone a unparalitico.

13Unicamentetraituoiparihaiildirittodisentirtisolo.

14

Non avere alcun motivo permentire non significanecessariamente esseresincero.

15Guardati dalle personemodeste: non immagini conquale commosso orgogliocoltivanolelorodebolezze.

16Siamoveramentespietatisolo

verso le persone chesappiamo di non poter maiperdere.

17Anche quelli che ci amano eci onorano non si sentono aloroagioaccantoanoiprimadi aver scoperto il nostropuntodebole.

18Fareunapasseggiatalungolariva del mare e annegare in

una pozzanghera lì accanto:ecco un destino davverotragicomico.

19Chi si sente condannato allasolitudine può sempre farequalcosa perché la suasolitudinesiaricca.

20L’orecchio dell’umanità èfatto in modo che di solitonon sente il suono perché

dorme, e si sveglia solo conl’eco.

21Esiste un orecchio talmentefine da essere in grado dipercepire i sospiri della rosacheappassisce?

22Credidiessertipentito?Matiseisoltantobattutoilpetto.

23Essere pronto èmolto, saper

attendere è meglio, masfruttare ilmomento giusto ètutto.

24Anche il caos si disponeattorno a un punto fermo,altrimenti non esisterebbenemmenoilcaos.

25Saggezza di vita significa:dareimportanzaallecoseperquanto possibile, ma non

prenderne completamente sulserioneancheuna.

26Ricchezza interiore senzacapacità di raccoglimentointerioreèuntesorosepolto.

27L’ostinazione è l’unica forzadel debole... e una debolezzainpiù.

28Dilettante è chi non è

all’altezza delle proprie idee,manevaorgoglioso.

29Discepoli?! Il cielo me nescampi, allora meglio gliamici.

30Chi sono i tuoi nemici piùirriducibili? Sconosciuti cheimmaginano quanto tu lidisprezzeresti se liconoscessi.

31Esistono soltanto pochepersone che sono antipaticheal vero egoista: quelle chequasiquasipotrebbeamare.

32Quando l’odiodiventavilesimette in maschera, va insocietà e si fa chiamaregiustizia.

33Le persone che vogliono

sempre essere le piùintelligenti sono costrette daquesto sforzo incessante aimpiegare l’intellettoconunatale intensità che alla fine, disolito, si ritrovano a esserestatelepiùstupide.

34Ciò che logora piùrapidamente e nel modopeggiore la nostra anima èperdonaresenzadimenticare.

35Nessuno al mondo è piùpovero del ricco incapace didissipare.

36Credo alla tua saggezza soloquandovienedalcuore,eallatua bontà solo quando vienedallaragione.

37Onnipresenza di Dio: tu lovedi, lo senti, lo percepisci

ovunque... lui, te, in nessunluogo.

38SemagnificateilDiosenzalacui volontà nemmeno unpasserocadedal tetto,perchépicchiate il ragazzo che loabbatte?

39La cosa peggiore che puòaccadereaunoscrittoreènonessere maturo per le sue

stesseidee.

40Solo la forma ha diritto divitanell’arte;ciòcheinessaèspirito vivedell’approssimazione delleparole.

41È accaduto spesso che unmalvagioabbiafattoqualcosadibuonoper intelligenza,mamai che uno stupido abbia

fatto qualcosa di intelligenteperbontà.

42A che mi serve una lancettache gira a velocità così folleda segnare mille volte algiorno il minuto esatto, mamail’oraesatta?

43La conoscenza di sé nonrappresenta quasi mai ilprimo passo verso un

miglioramento, ma spessol’ultimoversoilnarcisismo.

44Falsificare il ricordo: èl’impotente vendetta che lanostra memoria si prendesull’irrevocabilitàdiquantoèavvenuto.

45Solo la direzione è reale, lameta è sempre fittizia, anchela meta raggiunta... anzi

soprattuttoquesta.

46Ècosì facilescrivere ipropriricordi quando si ha unacattivamemoria.

47Solodiradounsofismaèunafalsità bell’e buona; di solitoè una robusta pozione dimenzogna, ma avvelenata daunagocciadiverità.

48

Anche alla convinzione piùonesta devo negare il miorispetto se non mi sembraonesta la circostanza a cui siriferisce.

49È il peggior spreco diintelligenza e di sentimentocercare di convincere degliavversari che non pensanoneppure lontanamente asostenere la loro stessaopinione.

50

Ciò che agisce comepersonalità è il trapelare ditutte le possibilità di uncarattere dietro le sue reali ecasualimanifestazionidivita.

51Sescuotiunaforismanecadefuori una bugia e ti avanzaunabanalità.

52Se un uomo intelligente non

dovesse pensare: proprioquestacosaoilsuocontrarioègiàvenutainmenteancheame, avrebbe pocheprospettive.

53Davanti a una verità vissuta,per quanto minima, miinchino con rispetto; a unparadosso, per quantobrillante,ridoinfaccia.

54

Quanto offri qui sotto formadi aforismi... pensi forse cheuna saggezza così a buonmercatononlaconoscessigiàda un pezzo? Che tu credaquesto, caro lettore, è lasoddisfazione più lusinghierachepotevatoccarmi.

55Sulla terra non c’è nessunanuova verità: e tu pensavi ditrovarla proprio in questefrasette?

56

Nel cuore di ogni aforisma,per quanto nuovo oaddirittura paradossale vogliaapparire, pulsaun’antichissimaverità.

1G. Chr. Lichtenberg,Aphorismen, a cura di A.Leitzmann, Behr’s Verlag,Berlin1902,vol.I,n.1196.

2Th. W. Adorno, Il saggiocome forma, in Note per laletteratura1943-1961,trad.it.di A. Frioli, Einaudi, Torino1979,pp.13sgg.

3Ivi,p.92.

4F. Nietzsche, Crepuscolodegli idoli, trad. it. di F.Masini,inOpere,acuradiG.Colli e M. Montinari,Mondadori, Milano 1975, p.43.

5M. Blanchot, L’infinitointrattenimento. Scrittisull’“insensato gioco discrivere”, trad. it. di R.Ferrara, Einaudi, Torino

1977,p.208.

6E. Canetti, La provinciadell’uomo, trad. it. diF. Jesi,Adelphi, Milano 19832, p.197.

7K. Kraus, Detti econtraddetti, trad. it. di R.Calasso, Adelphi, Milano1972,p.79.

8

H.v.Hofmannsthal, lettera aE.M. Kafka del 1890, cit. inW. Volke, Hugo vonHofmannsthal, Rohwolt,Reinbek1967,p.21.

9A. Schnitzler, Lied einesNervosen, in «Ander scönenblauen Donau», 13, 1889, p.297.

10H. v. Hofmannsthal,Gedankenspuck (1890), in

Gedichte und Dramen I,Fischer,Frankfurta.M.1979,p.97.

11K. Kraus, Pro domo etmundo, in Detti econtraddetti, cit., pp. 240-241. Kraus si riferisce aSchnitzler, Richard Beer-Hofmann e Hugo vonHofmannsthal.

12Lettera di S. Freud ad A.

Schnitzler del 14.5.1922, inId.,Briefe1873-1939,trad.it.Lettere 1897-1939, a cura diM. Montinari, Boringhieri,Torino1960,pp.312-313.

13K. Kraus, Pro domo etmundo,cit.,p.244.14Ivi,p.243.15R. Musil, Tagebücher, trad.

it. di E. De Angelis, Diari,Einaudi,Torino1980,p.715.

14K. Kraus, Die demolierteLiteratur, in «BreslauerZeitung»,16.5.1897.

17Cfr. R. Noltenius,Hofmannsthal, Schröder.Schnitzler,MöglichkeitenundGrenzen der modernenAphorismus, Stuttgart 1969,pp.221sgg.

18Cfr.N.Chamfort,Massimeepensieri. Caratteri eaneddoti,trad.it.diU.RendaeG.Bonazzi,Guanda,Parma1988.

1Nel gergo teatrale tedesco iltermine «Rhabarber» è usatoper indicare il parlottiosimulato di una folla sullascena(N.d.T.).

1Il personaggio negativo deiMasnadieri di Schiller(N.d.T.).

IndiceCopertinaTrama

FrontespizioCopyright

INTRODUZIONE-IFARMACIDELDOTTORSCHNITZLER1.Lacittàdell’aforisma2.Ilpatologodella

transizione3.Genesideltesto

CRONOLOGIADELLAVITAEDELLEOPEREBIBLIOGRAFIAESSENZIALEPREFAZIONEMOTTIINVERSIPRESENTIMENTIEINTERROGATIVIDESTINOEVOLONTÀRESPONSABILITÀECOSCIENZARELAZIONIESOLITUDINIPRODIGIENORMEGARBUGLIQUOTIDIANI,

CORSODEITEMPICREAZIONEERISONANZAMOTTIBREVI

Recommended