Il Sé e lemozione nellottica socio-cognitiva. Lapertura verso gli stati interni promossa dalla...

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Il Sé e l’emozione nell’ottica socio-cognitiva

L’apertura verso gli “stati interni” promossa dalla social cognition fa si che vengano ripresi gli studi sul self, rimasti confinati alla psicologia di derivazione personalistica e psicoanalitica.

SELF CONCEPT: l’insieme dei pensieri e dei sentimenti che definiscono ciò che ciascuno di noi ritiene di essere (Arcuri, 1995)

Tale definizione di sé non è neutra, ma è associata ad un giudizio di valore.

Il valore, positivo o negativo, che la persona attribuisce in generale a se stessa è definito come autostima.

La ricerca contemporanea sul sé trae le sue origini dal pensiero di William James (1890)

Duplicità del sé:

- sé come soggetto, come conoscitore (Io)

- sé come oggetto di conoscenza (Me)

Secondo James fanno parte del Me tutti gli elementi con i quali la persona sviluppa un’identificazione emotiva:

- Me materiale;

- Me sociale;

- Me spirituale.

Nell’ottica cognitiva il sé diventa il nocciolo attivo della persona, elemento di coordinazione dei processi psicologici e di controllo dell’azione.

Le linee di ricerca contemporanea sul sé riguardano sostanzialmente due aspetti:

- il sé come struttura di conoscenza;

- il sé come regolazione e motivazione;

1) Il Sé come struttura di conoscenza

Il sé è concepito come una struttura cognitiva che organizza in memoria l’insieme delle credenze su noi stessi (informazioni circa i propri attributi, ruoli, esperienze passate e prospettive future)

Nella rappresentazione di sé entrano diverse componenti:

“una gerarchia di concetti contesto-specifici, ognuno relativo alle diverse impressioni di sé in differenti tipi di situazioni” (Kihlstrom, 1988)

Il sé può essere concepito come un sistema di conoscenze, una rete costituita da nodi (vari concetti di sé) collegati tra loro e collegati a un nodo centrale che costituisce l’identità individuale

SELF

Vive a Ypsilanti

Corre ogni giorno

Aiutato un anziano ad attraversare la strada

Dato a un derelitto opportunità di cambiare

Atletico

Gentile

Restituito un portafogli al proprietario

Buono

Onesto

Ama Mozart

Colto

Secondo Markus (1977), il self è un sistema di schemi di sé; uno schema integra tutte le informazioni note sul sé in un settore particolare della condotta.

Ciascuno di noi considera alcune caratteristiche più importanti di altre per definire se stessi.

Gli schemi di sé:

- si dimostrano più forti e più complessi di quelli che ci costruiamo sulle altre persone

- influenzano l’elaborazione delle informazioni relative a se stessi e agli altri

- non sono sempre tutti contemporaneamente attivi

Markus (1986), definisce i sé possibili le componenti del sistema di sé orientate al futuro:

-ciò che vorremmo diventare;

-ciò che si teme di diventare;

-ciò che gli altri si aspettano da noi.

2) Il Sé come regolazione e motivazione

Il processo di autoregolazione è relativo ai modi in cui le persone controllano e direzionano le proprie azioni.

Quando l’attenzione è focalizzata sul sé, questa istanza diventa un “me”, il fuoco dell’attenzione.

Spesso si ha una stabile rappresentazione di sé che non sempre viene confrontata con i dati della realtà (sé imperativo)

Quando l’attenzione è focalizzata sul sé si possono cogliere le discrepanze tra i propri standard personali e i comportamenti in atto.

Carver e Scheier (1981) modelli a retroazione:

-si effettua una prestazione;

-si confronta con uno standard di riferimento;

-se si verifica una discrepanza si modifica il comportamento

-si effettua un secondo confronto

-si torna indietro o si esce dal circuito

Emozione e cognizione

-antecedenti

-valutazioni cognitive

-reazioni fisiologiche/espressive

-tendenza all’azione

-comportamenti

-regolazione

Molti autori definiscono l’emozione come un’esperienza multicomponenziale:

Il termine emozione indica un processo che comporta dei cambiamenti piuttosto ampi ed interrelati nell’organismo e che si verifica in risposta a un evento scatenante, che ha un significato fondamentale per l’individuo

L’emozione è un processo dinamico con un inizio ed una fine e di durata relativamente breve

L’umore è uno stato generalmente più diffuso, di durata assai maggiore e non necessariamente scatenato da un evento concreto.

A livello teorico, gli studi sulle emozioni hanno affrontato in maniera differente il problema della relazione tra i dati di ordine fisiologico e le operazioni mentali di valutazione e di giudizio:

-Le teorie somatiche

-Le teorie cognitive

1) Le teorie somatiche

Presuppongono dei centri nervosi specifici (centrali o periferici), deputati alla produzione di specifiche emozioni

La teoria alla base dei modelli somatici è quella di James-Lange (1885), detta anche “posizione periferica”, poiché si concentra sul sistema nervoso periferico, autonomo e somatico, piuttosto che su quello centrale.

Secondo questa concezione, un’emozione è provocata dalla consapevolezza, da parte della persona, di uno specifico modello di cambiamenti a livello corporeo. Ogni tipo di emozione avrebbe una specifica configurazione somatico-viscerale

La teoria periferica di James-Lange è stata criticata da Cannon (1927), che mostrò come le reazioni automatico-viscerali sono poco specifiche.

Egli assunse che per ciascuna delle principali emozioni esistano dei meccanismi all’interno del sistema nervoso centrale che producono cambiamenti fisiologici appropriati

Teoria del feedback facciale (Izard, 1977):

Per questi autori esiste un piccolo numero di emozioni universali con specifici modelli di risposte espressive e fisiologiche.

Esistono dieci pattern di base (attività elettrochimica del sistema nervoso) che danno vita alle dieci emozioni fondamentali (paura, dolore, gioia, disgusto, interesse, sorpresa, disprezzo, vergogna, tristezza, colpa)

L’emozione è attivata da un evento che modifica il livello di attività elettrochimica del sistema nervoso; tale modificazione si dirige al sistema espressivo facciale e il feedback sensoriale ne deriva genera l’esperienza soggettiva dell’emozione.

2) Le teorie cognitive

All’inizio degli anni ’60 lo psicologo sociale sperimentale Schachter fu uno dei primi a proporre una teoria cognitiva delle emozioni.

Per Schachter sono necessari due fattori per suscitare e differenziare le emozioni:

-la percezione di un aumento di attivazione somatica (arousal)

-cognizioni riguardanti l’interpretazione della situazione.

Ancora negli anni ’60 M. Arnold fa un discorso prettamente psicologico sulle emozioni, sostenendo che è il significato attribuito a un evento a provocare un’emozione.

Appraisal: valutazione immediata tra buono e cattivo, che consente di generare un impulso di avvicinamento/allontanamento.

Alcuni anni dopo, Lazarus (1966) introdusse i concetti di appraisal primario e appraisal secondario.

È un modello transazionale perché viene valutata la relazione persona-ambiente.

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