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in folio - giornale dell'associazione "nicodemo"
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Iconoclasta provocatore del click, il
“rocktografo” con zero tecnica e molto
punk nell‟anima, Richardson presenta un
realismo crudo ed esasperato che si beffa
delle copertine patitane e detta regole e
tendenze. Senza limite e autocensura, le sue
mostre e le sue campagne pubblicitarie
hanno sempre fatto scandalo e sollevato
polemiche. Autore degli scatti proibiti del
marchio Sisley elimina di ogni tabù il per-
benismo sessuale; qui sta la sua forza e la
sua carica: mostrare davanti l‟obiettivo
l‟intimità esattamente come si farebbe in
camera da letto, paradossalmente senza
nessun filtro.
Welcome To The Jungle - Max Papeschi
Max Papeschi è per la prima volta
in Sicilia, l‟artista fa parte della
Farm Young Art, divisione della
Farm che si occupa della promo-
zione di giovani artisti contempo-
ranei nazionali e internazionali.
Decisamente Politically - Scorrect
utilizza il fumetto come strumento
di comunicazione universale.
Mickey Mouse nazista. Paperino
soldato nel Vietnam. Ronald
McDonald macellaio. Così in
digital - art, con chiari riferimenti
alla cultura pop, Papeschi risve-
glia le coscienze sulla realtà con-
temporanea. I personaggi dei car-
toni animati con aria rassicurante
diventano una sottile arma
dell‟ironia; “le icone cult perdono
la loro simpatia per trasformarsi
in un incubo collettivo” spiega
l‟autore nel suo sito, un abile
sconvolgimento dei preconcetti
sociali.
Con la passione per la cultura del
contemporaneo e con la determi-
nazione ad attuare un processo di
cambiamento in Sicilia, la Farm al
vernissage, oltre Max, ha presen-
tato le istallazioni permanenti di Fabio Me-
losu, Antonio Lorenzo Falbo, Cinzia Mu-
scolino, Daniele Alonge, “I could do
that…yes but didn‟t” di Effebieffe,
Cracking Art, You Are Beautiful e Space
Invaders, le mostre fotografiche di Vittoria
Trovato e Santo Di Miceli, la rassegna di
video arte a cura di Arte Giovane Sicilia e i
percorsi luminosi a cura di Davide Groppi.
Che Bello - OFL
Special projects “Che bello” di OFL. Quasi
un brand da tatuare che nasce da una storia
vera e che della vita esalta “ogni singolo
momento come il primo di una lunga serie
ricordandoci quanto sia affascinante mera-
vigliarsi e costruire una felicità comune”.
Poetico come solo l‟arte è in grado di esser-
lo.
Nadia Castronovo
LUGLIO-AGOSTO 2010 Anno 1 - Numero 1
In folio
Happiness flag: passione per la cultura del contemporaneo
Copia gratuita vietata la vendita
Redazione: Associazione Culturale “Nicodemo” via Matteo Boiardo, 5 - Favara (AG) Registro Stampa Tribunale di Agrigento n° 300
Happiness flag
L‟happiness flag, pois bianchi su fondo
rosso, è la bandiera di conquista della
FARM - Distretto Culturale Turistico Con-
temporaneo.
Una pertinente filosofia d‟arte: l‟idea che
vince è un ultrasuono che sgretola, scardina
cliché convenzionali perché “l‟arte contem-
poranea è davvero arte” (cit. Francesco
Bonami) quando più eterogenea è la sua
politica di diffusione.
Il Cortile Bentivegna sede della Farm è in
pieno centro storico di Favara, di cui bene
si conoscono i progetti di rinascita, grazie
soprattutto all‟iniziativa dei privati. Il nota-
io Andrea Bartoli, l‟alchimista spudorato,
ha trasformato un cumulo di case grezze e
abbandonate in una galleria glamour con
una produzione artistica innovativa al pari
di contesti internazionali, fra cui oggi la
Farm si inserisce. Ironia, denuncia, provo-
cazione, capovolgimento della realtà è il
leitmotiv, il codice di linguaggio scelto da
Bartoli, in quest‟ottica gli artisti della Farm
senza timore, in modo tagliente e acido,
presentano i propri lavori. Irrimediabilmen-
te irriverente si plasma una realtà in pixel
oltraggiosa e vera, come solo a volte le
tinte forti sono in grado di raccontare. La
punta di diamante dell‟opening della galle-
ria è senz‟altro la presenza di Terry Richar-
dson, con una mostra permanente, e Max
Papeschi che fin
dentro il midollo
incarnano questo
spirito.
Kibosh è il più
grande progetto
fotografico di
Terry Richardson,
un libro con oltre
350 foto presenta-
to dalla Farm in
Sicilia già nel
2005 tra Catania e
Palermo.
Action figure di Terry Richardson
by Uncle York
PAGINA 2 IN FOLIO LUGLIO-AGOSTO 2010 ANNO 1 - NUMERO 1
è un po‟ più occidentalizzato e la cui finali-
tà è la competizione sportiva fine a se stes-
sa. A quali gare hai partecipato?
Quest‟anno ho partecipato alla “Coppa di
Natale”, a Palermo, che è una gara a livello
regionale e alla “Coppa Sicilia”, ad Ispica,
di livello nazionale, classificandomi in en-
trambe al primo posto, con la cintura aran-
cione, nella specialità dei kata, cioè nell'e-
secuzione di tecniche di varia difficoltà.
Per raggiungere dei buoni risultati mi alle-
no due volte a settimana per più di un‟ora,
adesso sono cintura verde. Ma tu sei anche
uno scrittore. Ho iniziato a scrivere da
piccolissimo e dopo aver trascorso un mo-
mento di rifiuto durante le scuole medie ho
ricominciato. Quest‟anno ho scritto un rac-
conto intitolato “Fantasmi sull‟oceano” che
si è classificato fra i primi 20 su 152 rac-
conti e poesie con i quali, ragazzi di età
compresa tra i 14 e i 18 anni, provenienti
da tutta Italia, hanno partecipato al concor-
so “Tholos” diretto dalla Tholos Editrice di
Alberobello; è possibile leggere i racconti e
le poesie sul sito www.scrivoanchio.it.
Questo risultato mi ha dato la possibilità di
partecipare allo stage letterario offerto
dall'editore ai migliori 20. Il 18 luglio parti-
rò per Alberobello e sarò di ritorno il 24
dopo che la giuria presente allo stage avrà
designato i migliori 3 sui 20 finalisti. Quali
sono i temi che tratti nel tuo racconto?
Narro di xenofobia in un modo molto parti-
colare, infatti i protagonisti fanno tutti parte
di un ceto medio che di solito non viene
implicato in certe tematiche, narro il males-
sere interiore di coloro che dalla vita sem-
Andrea Palumbo: un ragazzo impegnato Ragazzi apatici, annoiati, chiusi in un mon-
do personalissimo che rifiuta tutti gli stimo-
li che la realtà esterna propone? Ma quando
mai! Andrea Palumbo è proprio l‟opposto
dell‟idea che si ha di solito dei nostri ragaz-
zi, una persona solare e simpaticissima i cui
interessi spaziano dal Karate, sport che gli
ha permesso di vincere numerose gare a
livello regionale, alla scrittura. Andrea rie-
sce a trovare il tempo per tutto con una
naturalezza incredibile ed è per questo che
abbiamo deciso di intervistarlo:
Come mai hai scelto il karate? Mi sono
accostato al karate in maniera molto natura-
le, seguendo gli allenamenti della
“Fudoshin Karate” che vengono tenuti
presso la scuola media Antonio Mendola.
Per me, all‟inizio, era uno sport come un
altro per tenermi informa e impiegare il
tempo, poi ho iniziato ad appassionarmi
sempre di più e a documentarmi sulle varie
federazioni che erano presenti all‟interno
del territorio scoprendo di far parte della
Shotokan Karate international del maestro
Masaru Miura. Cosa ti piace del karate?
Quello che mi piace di più di questo sport è
che il fine ultimo non è lo scontro fisico,
come spesso in passato si credeva, ma for-
za, concentrazione, equilibrio, attraverso
l‟esercizio fisico e il movimento di contra-
zione e rilassamento dei muscoli, aiutano a
perseguire il raggiungimento di una perfe-
zione ideale verso la quale il corpo e la
mente devono sempre essere rivolti. Il ka-
rate che ho scelto, infatti, è di tipo tradizio-
nale e risente moltissimo della cultura giap-
ponese, a differenza di quello sportivo che
brano avere tutto, ma che in effetti non
riescono a rapportarsi con realtà che per la
loro diversità destabilizzano. Ci sono co-
munque altre tematiche collaterali, come
l‟amore, il rapporto genitori-figli,
l‟amicizia, che hanno reso la storia più va-
ria e interessante. Ho voluto narrare di un
tema forte con un linguaggio semplice e
comprensibile; per me raggiungere questo
risultato è stata una vera e propria sfida,
infatti il racconto è piaciuto molto anche ai
miei coetanei.
Andrea Rosario Palumbo
Un messaggio per i ragazzi della tua età?
Impegnatevi in ogni cosa per la quale nutri-
te interesse cercando di andare avanti, per-
ché i limiti sono fatti per essere superati.
Ma mi piacerebbe che anche soggetti pub-
blici e privati si impegnino a organizzare
qualcosa che interessi veramente i giovani,
è facile dire che i ragazzi della mia età sono
annoiati, vuol dire che ciò che viene propo-
sto è poco interessante.
Samanda Virone
Il „primato‟ dell‟Ecopunto
A poche settimane dalla sua apertura
l’ecopunto di Favara raggiunge risultati
inaspettati
Nelle ultime settimane Favara ha raggiunto
un invidiabile primato in campo di nettezza
urbana: secondo quanto riferito dal Sindaco
alla Tv locale, Favara è il comune della
provincia di Agrigento che ha raggiunto la
più alta quantità di raccolta differenziata
dei rifiuti. Dal primo mese dall‟apertura
dell‟ecopunto (il centro di raccolta e smi-
stamento di rifiuti riciclabili) nel piazzale
antistante lo stadio comunale sono stati
raccolti ben 420 quintali di rifiuti riciclabili
(carta, vetro, plastica e alluminio). In pas-
sato altri timidi tentativi di „educazione
ambientale‟ non avevano raggiunto una
così elevata partecipazione popolare, perio-
dicamente spuntavano per le strade i conte-
nitori per la raccolta differenziata e pun-
tualmente finivano con l‟essere riempiti di
rifiuti di ogni tipo. Il successo dell‟eco-
punto invece risiede in una sorta di „patto‟
che viene stipulato con la cittadinanza: i
cittadini si impegnano a differenziare i ri-
fiuti domestici in cambio di uno sconto
sulla bolletta del servizio di nettezza urba-
na. Infatti, ogni nucleo familiare che con-
voglia i rifiuti già selezionati all‟ecopunto
riceve una tessera magnetica sulla quale
viene registrata la quantità di rifiuti destina-
ta al riciclo, proporzionalmente alla quanti-
tà dei rifiuti depositata verrà accreditato
uno „sconto‟ sulla bolletta della tassa per lo
smaltimento dei rifiuti solidi urbani. La
cittadinanza favarese ha risposto
all‟iniziativa in misura massiccia, tanto che
il Sindaco ha già annunciato l‟apertura di
un secondo ecopunto (nei pressi di villa
Ambrosini) per alleggerire il carico di lavo-
ro del primo. Questa esperienza insegna
che i cittadini rispondono meglio alla
„novità‟ e imparano presto a modificare
abitudini consolidate in vista di un vantag-
gio immediato e visibile, in questo caso di
natura economica. Anche il rischio di in-
correre in sanzioni pecuniarie in caso di
mancato rispetto dell‟orario di utilizzo dei
cassonetti pare stia modificando quest‟altra
indecorosa abitudine (le prime multe sono
già state prese). Ma i vantaggi ottenuti per
la città vanno sicuramente al di là del ri-
sparmio; infatti l‟impegno a differenziare
in casa i rifiuti contribuisce nell‟immediato
a ridurre la quantità di immondizia nei cas-
sonetti e apporta ricadute benefiche
all‟ambiente nel medio e lungo periodo.
Non possiamo nascondere però quello che
sta succedendo in questi giorni ad Agrigen-
to, dove l‟esperienza dell‟ecopunto è partita
già un anno fa. Gli agrigentini aspettavano
di vedere riconosciuto il loro impegno alla
differenziazione già sulle bollette in recapi-
to in questi giorni, ma lo „sconto‟ non c‟è
stato, pare perché non sia ancora disciplina-
to da un Regolamento comunale. Se ciò
avvenisse anche a Favara, sarebbe una gra-
ve sconfitta che riporterebbe nei cittadini
favaresi quel senso di sfiducia nelle inizia-
tive collettive che a volte li caratterizza.
Prima di essere un‟operazione di risparmio,
infatti, l‟ecopunto è un progetto di educa-
zione ambientale e un tentativo di respon-
sabilizzazione della cittadinanza verso il
proprio territorio. Oltre a provvedere subito
nelle sedi competenti affinché non avvenga
a Favara quanto sta succedendo ad Agri-
gento, cosa rimane da fare? La nostra Asso-
ciazione si sente in dovere di segnalare
alcuni nodi da affrontare: il problema delle
discariche abusive che sorgono alle perife-
rie e la mancanza di una pulizia più accura-
ta delle strade e dei marciapiedi (spesso
occupati dalle erbe infestanti). L‟ambiente
esterno è lo specchio della città e dei suoi
abitanti, se questo diventa migliore vorrà
dire che anche i suoi abitanti sono miglio-
rati.
Filippo Bosco
Uno degli ultimi
romanzi che ha
interessato il pa-
norama della criti-
ca letteraria inter-
nazionale per la
peculiarità di for-
me e contenuti,
presto anche film
in distribuzione
nelle sale italiane,
Cecità di José
Saramago, risco-
pre un inusitato
successo anche in concomitanza con la
morte recente dell‟autore Premio Nobel per
la Letteratura. In una città non meglio pre-
cisata, all'improvviso, esplode un'epidemia
di cecità. Una cecità contagiosa che si tra-
smette non si sa come. Il Governo correrà
immediatamente ai ripari isolando i primi
ciechi (che ben presto diverranno centinaia)
in un ex manicomio, impedendo loro qual-
siasi contatto con l'esterno, anche a costo di
causare vittime tra coloro i quali vorrebbe-
ro riconquistare la libertà, spesso coinci-
dente con la riappropriazione della dignità
dell‟individuo costretto in una prigione dai
toni lattiginosi: questa cecità non solo è più
contagiosa e si diffonde più rapidamente di
un'influenza, ma per di più è bianca. "E'
come essere immersi in un mare di latte ad
occhi aperti", dirà uno dei ciechi. I perso-
naggi del romanzo, infatti, rimarranno sem-
pre "anonimi": l‟anonimato difeso a spada
tratta lungo il dipanarsi della storia rimarca
la volontà dell‟autore di eguagliare la con-
Rubrica “Il libro del mese”: Cecità di Saramago
Sotto il segno della follia quanto potrebbe essere migliore il mondo
se venisse governato dal buon senso delle
donne. Nella resa degli spettacoli classici,
grande ruolo assume la traduzione dei testi.
L‟Aiace, grazie alla traduzione lineare e
limpida di G. Paduano, è risultato un testo
più vicino alla sensibilità dell‟uditorio,
mentre la Fedra, nella traduzione del poeta
recentemente scomparso Federico Sangui-
neti, si è fatta notare per le scelte linguisti-
che più estreme e forse provocatorie. San-
guineti ha infatti operato una „traduzione a
calco‟, dove le parole sono state lasciate
nello stesso posto che occupavano nel testo
greco, con l‟effetto - secondo l‟autore - di
«grecizzare l‟italiano, non italianizzare il
greco», ricorrendo ad un lessico elevato,
più poetico ma forse più adatto
all‟attenzione di un lettore che a quella di
uno spettatore. Non sono mancate alcune
scelte proprie del Sanguineti sperimentali-
sta e d‟avanguardia per cui, ad esempio, il
poeta fa dire al servo che Ippolito muore
travolto da uno tsunami. L’INDA è già al
lavoro per la prossima stagione, sono già
noti i titoli in programma: la saggezza anti-
ca tornerà a visitarci attraverso Filottete di
Sofocle, Andromaca di Euripide e Le Nu-
vole di Aristofane.
Filippo Bosco
PAGINA 3 IN FOLIO LUGLIO-AGOSTO2010 ANNO 1 - NUMERO 1
L‟allegoria evidente è magnificamente re-
sa, e forse risiede proprio in questo la gran-
dezza di uno scrittore come Saramago. Te-
nendo presente che il titolo originale del
libro è "Saggio sulla cecità", probabilmente
si capisce meglio l'intento dell‟autore lad-
dove dice: "Volevo raccontare le difficoltà
che abbiamo a comportarci come esseri
razionali, collocando un gruppo umano in
una situazione di crisi assoluta. La priva-
zione della vista è, in un certo senso, la
privazione della ragione. Quello che rac-
conto in questo libro, sta succedendo in
qualsiasi parte del mondo in questo mo-
mento". La sintassi e la forma del testo non
rendono completamente agevole la lettura
ad un lettore inesperto, il discorso diretto è
definitivamente accantonato per cedere il
passo all‟assoluta assenza della punteggia-
tura che determini il discorso diretto, se-
condo una tecnica già in uso e ben collau-
data da un grande della letteratura mondia-
le, Joyce, che in barba alla tradizionale
strutturazione del discorso narrativo, con
l‟Ulisse compone un‟opera priva di ele-
menti di demarcazione testuale. Saramago
non si spinge a tanto, ma è certo ben lonta-
no dalla forma professa di un Pontiggia. In
altri termini, tutto fila d‟un fiato. Un altro
tassello utile per comporre il multiforme
mosaico di “Ulisse” è il realismo esaspera-
to: tale operazione è possibile riscontrarla
in Saramago, che regala ai suoi affezionati
lettori un‟opera imperdibile della cui lettura
non possiamo fare a meno.
Calogero Sorce
non può essere eguagliata facilmente altro-
ve. Gli spazi ridotti del piccolo palcosceni-
co condizionano fortemente l‟impianto
scenico, i movimenti del coro e dei perso-
naggi, tuttavia è ugualmente importante che
Agrigento venga raggiunta da questo tipo
di iniziative, che difatti hanno riscosso una
partecipazione elevatissima. Le tragedie
messe in scena hanno in comune il tema
della follia. La vergogna per il mancato
riconoscimento del valore e dell‟onore in
Aiace e l’impossibilità di soddisfare il desi-
derio in Fedra scatenano nella psiche dei
due personaggi effetti devastanti, che porte-
ranno scompiglio sociale anche nella polis:
solo l‟intervento rispettivamente di Odisseo
e Artemide restituirà alle vicende l‟ordine
iniziale sottratto dalla follia. Lisistrata in-
vece, sotto l‟aspetto farsesco e il linguaggio
esilarante, denuncia la tragicità di un pro-
blema senza tempo: la violenza e l‟inutilità
della guerra. Lisistrata, stanca della lunga
guerra che tiene lontano il marito, organiz-
za assieme alle donne ateniesi uno
„sciopero del sesso‟ per costringere gli uo-
mini alla pace. La commedia, in una tradu-
zione datata ma ancora efficace di E. Ro-
magnoli, ha saputo rendere con molta viva-
cità la funzione socio-politica e non solo
ludica della comicità greca, evidenziando
In scena ad Agrigento gli spettacoli del
XLVI Ciclo di Rappresentazioni Classiche
di Siracusa
Dal 29 giugno al 1 luglio sono andati in
scena alla valle dei Templi i tre spettacoli
prodotti dall‟INDA - Istituto Nazionale del
Dramma Antico - di Siracusa per il XLVI
Ciclo di Rappresentazioni Classiche. Gli
spettacoli allestiti quest‟anno sono stati le
tragedie Aiace di Sofocle (regia di D. Sal-
vo, con M. Donadoni) e Fedra di Euripide
(titolo originale Ippolito, regia di C. Rifici,
con E. Pozzi), e la commedia Lisistrata di
Aristofane (regia di E. Bronzino, con I.
Genatiempo). È il secondo anno che
l‟INDA, a conclusione della stagione tea-
trale nella sede storica del teatro greco di
Siracusa, porta in tournèe la sua produzione
anche ad Agrigento. Questa iniziativa di
promozione del teatro classico avrà un se-
guito anche negli altri anni, così ha almeno
annunciato dal palco il Sindaco di Agrigen-
to. Certo, chi ha avuto modo di assistere ad
uno spettacolo al teatro greco avrà notato
delle differenze con l‟allestimento agrigen-
tino: per quanto suggestivo possa essere lo
sfondo della Valle illuminata, il teatro gre-
co di Siracusa restituisce un‟atmosfera che
dizione di centinaia di contagiati, permet-
tendogli allo stesso tempo, con un sapiente
utilizzo della metafora e dell‟allegoria, di
scandagliare i più reconditi recessi
dell‟animo umano; ad un certo punto, infat-
ti, si insinua il tarlo nel lettore attento ai
livelli infratestuali del tessuto narrativo,
che possa trattarsi di una cecità dello spiri-
to. L‟uomo ha perso di vista i valori fon-
danti della società “civile” che ha costituito
intorno a sé, scadendo addirittura nella con-
dizione ferina. Il lettore accompagnerà i
personaggi guidato dagli occhi della moglie
del medico, l'unica misteriosamente scam-
pata al "mal bianco". Ella, infatti, per stare
accanto al marito, si unirà agli altri ciechi,
nascondendo loro il fatto di non aver perso
la vista. I ciechi vivranno nell'orrore senza
vederlo, gli passeranno accanto forse solo
intuendolo. Il lettore, invece, quell'orrore lo
vedrà attraverso gli occhi della moglie del
medico, che darà lui la possibilità di
"vedere" come si perde l'etica, il rispetto, la
dignità e come nascono i soprusi e la vio-
lenza in un contesto di parasocietà domina-
ta dall‟utile e dall‟immediato bisogno di
soddisfare le esigenze più triviali
dell‟individuo. L‟ansia di redenzione che si
respira all‟interno del romanzo è assimila-
bile a quella di opere di grandi autori come
Buzzati ne "Il deserto dei Tartari" o Gol-
ding ne "Il signore delle mosche". "E' una
vecchia abitudine dell'umanità, passare
accanto ai morti e non vederli […] Non
siamo diventati ciechi, secondo me lo sia-
mo […] Ciechi che, pur vedendo, non ve-
dono […] Il mondo è pieno di ciechi vivi".
CUCINA:
Polpette di melanzane
Ingredienti per 4 persone:
3 Melanzane grandi
100g di Parmigiano
2-3 Uova
80g circa di Pangrattato
Olio di semi per la frittura
Sale qb
Procedimento:
Lavate le melanzane, tagliatene il picciolo e, se
la buccia è troppo spessa, sbucciatele, ma non
completamente, lasciando qua è là qualche stri-
sciolina di buccia. Lessatele in abbondante ac-
qua salata; quando cotte, versatele in un colapa-
sta e fatele scolare per bene pressandole di tanto
in tanto con una forchetta. Quando avranno
perso gran parte del liquido e si saranno raffred-
date, mettetele in un recipiente capiente e, con
l‟aiuto di una forchetta, riducetele in una purea
omogenea. Aggiungete il parmigiano, il pan-
grattato e infine le uova, aggiustate di sale e
mescolate cercando di ottenere un composto
molto morbido ma allo stesso tempo compatto.
Nel frattempo fate riscaldare in una padella
capiente l‟olio di semi e, quando ben caldo,
friggete le polpette che formerete con l‟aiuto di
un cucchiaio (un cucchiaio = una polpetta).
Appena dorate giratele servendovi di due for-
chette: le polpette quando sono calde possono
disfarsi facilmente, ma niente paura perché
fredde sono abbastanza compatte. Servitele
tiepide.
Anna Lisa Agrò
ASSOCIAZIONE CULTURALE
“NICODEMO”
via Matteo Boiardo, 5 - 92026 Favara (AG)
tel.: 3881907152
E-mail: associazionenicodemo@hotmail.it
Pagina web: www.associazionenicodemo.org
Club Letterario Per il mese di luglio il Club Letterario va in
vacanza, riprenderà ad agosto con il libro Ogni
cosa è illuminata di Jonathan Safran Foer.
Per info consultate la nostra pagina web.
PAGINA 3 IN FOLIO LUGLIO-AGOSTO 2010 ANNO 1 - NUMERO 1
Com‟è che si dice?
Chi è causa del suo mal
pianga se stesso! E‟ di questi giorni la notizia riportata da
tutte le più importanti testate giornalistiche
nazionali circa i commenti, possiamo dire
poco lusinghieri - per usare un eufemismo -
rivolti dal nostro Ministro Giulio Tremonti
alle regioni del Sud sulla gestione dei fondi
europei. Le parole del ministro sono state
molto dure. Ha infatti affermato che è tem-
po di dire basta alla “cialtroneria di chi
prende i soldi e non li spende”. La pro-
grammazione comunitaria 2007-2013, se
correttamente sfruttata, potrebbe consentire
alle nostre regioni di ottenere quei risultati
nello sviluppo a lungo termine che determi-
nerebbero quel giro di boa tanto agognato.
Nel frequentare un master in finanziamenti
europei mi sono resa conto che più aumen-
tavano le mie conoscenze in questo campo
- anche se ancora esigue - più aumentava la
mia rabbia, rabbia che è cresciuta nel corso
di questi mesi in maniera esponenziale. Si,
rabbia, perché nonostante ci siano le risorse
messe a disposizione dall‟Europa, di esse
non si riesce a farne buon uso. Eppure ci
sarebbe davvero tanto da fare. Innanzitutto
offrire a tutti quei giovani che hanno idee
imprenditoriali valide la possibilità di rea-
lizzarle. Già perché quello che potrebbe
essere non è in ragione delle difficoltà dav-
vero innumerevoli che si incontrano. Per-
ché se è vero come è vero che le nostre
amministrazioni - senza farne nel modo più
assoluto una questione di colore - hanno
peccato di “cialtroneria”, è anche vero che
le regole imposte da Bruxelles hanno reso
tutto più difficile e complesso di quanto già
non fosse. Parlavo di rabbia perché al Sud,
al nostro Sud, mancano innanzitutto le
competenze necessarie, competenze in ma-
teria di valutazione, programmazione, pro-
gettazione. Occorrerebbe lungimiranza, una
dote di cui evidentemente non siamo prov-
visti. Occorrerebbe autocritica, perché se
Tremonti ci dà dei “cialtroni” forse sarebbe
giusto incassare il colpo e ripartire ricono-
scendo i propri sbagli. Del resto i numeri
non mentono, al Sud sono stati spesi solo
3,6 miliardi di risorse comunitarie a fronte
di una cifra pari a 44 miliardi per il periodo
2007-2013. Forse, peraltro non tutti sanno
che l‟Europa, in base alla regola del disim-
pegno automatico, ha stabilito che questi
soldi se non spesi entro il 2016 dovranno
tornare a Bruxelles (2016 solo perché è
stata adottata una misura anticrisi, se questa
non ci fosse stata il termine finale sarebbe
stato fissato al 2015). Ed allora occorre
rimboccarsi le maniche, pretendere che le
amministrazioni si attivino, pretendere che
siano trovate risorse statali o regionali poi-
ché l‟U.E. prevede che i fondi comunitari
debbano essere spesi solo se accoppiati a
questi, occorre non perdere questa occasio-
ne perché altrimenti davvero potremmo
essere noi la causa del nostro male.
Rossana Airò
TURNI FARMACIE MESE DI AGOSTO
1 Dom SAJEVA Dott. Gaetano 17 Mar MARATTA Dott.
2 Lun PENNINO Dott. Angelo 18 Mer ARCURI Dott. Rosario
3 Mar SAJEVA Dott. Gaetano 19 Gio MARATTA Dott.
4 Mer AMATO Dott. ssa Lilly 20 Ven BONGIORNO Dott. Antonio
5 Gio CENTRALE s.a.s 21 Sab CENTRALE s.a.s
6 Ven ARCURI Dott. Rosario 22 Dom ARCURI Dott. Rosario
7 Sab AMATO Dott. ssa Lilly 23 Lun BONGIORNO Dott. Antonio
8 Dom BONGIORNO Dott. Paolo 24 Mar BONGIORNO Dott. Paolo
9 Lun MARATTA Dott. 25 Mer MARATTA Dott.
10 Mar ARCURI Dott. Rosario 26 Gio PENNINO Dott. Angelo
11 Mer MARATTA Dott. 27 Ven MARATTA Dott.
12 Gio AMATO Dott. ssa Lilly 28 Sab BONGIORNO Dott. Antonio
13 Ven CENTRALE s.a.s 29 Dom CENTRALE s.a.s
14 Sab ARCURI Dott. Rosario 30 Lun PENNINO Dott. Angelo
15 Dom BONGIORNO Dott. Antonio 31 Mar BONGIORNO Dott. Antonio
16 Lun CENTRALE s.a.s
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