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INTEGRAZIONE
CDD / LIBRI DI TESTO
Autoproduzione e relativa adozione di
libri di testo autoprodotti dai docenti
La necessità
Nell’anno scolastico 2014 – 2015 va a pieno
regime la riforma Gelmini.
Per la materia di Scienze naturali
la riforma prevede, al quinto anno
del Liceo Classico e del Liceo
delle Scienze Umane, lo sviluppo
di moduli di Biochimica e di
Scienze della Terra.
Questo implica il bisogno di
adottare nelle classi quinte due
diversi testi di Scienze naturali;
libri che trattano un numero
di argomenti considerevole,
molto più ampio di quello
ritenuto necessario, e che
quindi hanno un costo elevato.
La necessità
La necessità
Tutti gli anni nei consigli di classe emerge il problema
dello sforamento del tetto di spesa per i libri di testo e
occorre fare i salti mortali per rientrare nei limiti stabiliti
dal ministero, facendo anche delle rinunce.
Nella riunione del dipartimento
di Scienze naturali che deve
discutere le proposte di
adozione per l’a.s. 2014-2015
nasce l’idea di predisporre del
materiale di scienze della
Terra che tratti esclusivamente
gli argomenti che si prevedono
di affrontare.
Questa documentazione, distribuita in formato PDF,
sarebbe stata utilizzata dagli studenti a costo zero.
L’incontro
Nel 2015, il nostro liceo è
invitato a far parte del gruppo
di istituzioni che affiancano le
scuole capofila del movimento
“Avanguardie educative”, in
collaborazione con INDIRE.
Questo significa che i
docenti possono
partecipare a importanti
momenti di formazione,
fare proprie alcune «idee»
di innovazione educativa
e sperimentarle.
L’incontro
Una delle Idee del Movimento delle Avanguardie
educative é rivolta alla questione libro di testo e
produzione di risorse didattiche digitali.
L’idea chiamata “Integrazione
CDD / Libri di testo”
suggerisce una riflessione
approfondita sulle modalità
con cui la scuola si accosta
ai nuovi libri e considera la
creazione di testi integrativi
come una delle opportunità più
interessanti offerte dal digitale.
* CDD = Contenuti Didattici Digitali
Nascita di una idea
Il libro di testo è un elemento
essenziale della didattica,
progettato per favorire i percorsi
di apprendimento degli studenti
e per aiutare l’azione
dell’insegnante.
Uno strumento didattico che, a differenza di
tanti altri (ipertesto, cd multimediale, sistemi di
e-learning, LIM), difficilmente passerà di moda,
perché il nostro sistema formativo è incentrato
sulla coppia docente-libro.
Attualmente, l’ingresso
del digitale nel mondo
della scuola ha messo in
discussione l’idea stessa
di «libro di testo».
Nascita di una idea
In questi ultimi anni, una serie di interventi legislativi
ha introdotto alcune novità in tema di produzione e
adozioni di libri di testo.
Nascita di una idea
Il processo di trasformazione è avviato
dalla legge 133 dell’agosto 2008
Appare subito evidente come
questa manovra risulti svilita da
una motivazione di natura
economia (il taglio dei costi).
Nascita di una idea
Negli anni successivi il processo di trasformazione procede con
l’introduzione di importanti novità e nel 2014 il MIUR si premura di
riassumere l’intero quadro normativo a cui le scuole devono
attenersi:
è ribadito il ruolo del collegio docenti (art. 6, comma 1, legge n.
128/2013);
si fa riferimento all’abolizione del vincolo pluriennale di adozione
(art. 11, legge n. 221/2012) e a quello quinquennale di non
modificabilità dei contenuti dei testi;
si parla di “testi consigliati”, tra i quali rientrano anche i contenuti
digitali integrativi adottabili in forma disgiunta dal libro di testo
(art. 6, comma 2, legge n. 128/2013);
si fa cenno alla riduzione del tetto di spesa (DM n. 781/2013);
si sottolinea la possibilità per le scuole di realizzare direttamente
i contenuti digitali, come integrazione o sostituzione del libro di
testo (art. 6, c. 1, legge n. 128/2013).
Nascita di una idea
A partire dall’anno scolastico 2014-2015 l’adozione del libro di
testo non è più obbligatoria (Nota protocollare MIUR n. 2581
del 9 aprile 2014); le adozioni, quando effettuate, devono
necessariamente essere in formato digitale o misto.
Realizzazione di materiale didattico digitale
Art. 6, comma 1, legge n. 128/2013
Nel termine di un triennio, a decorrere dall’anno scolastico 2014/15, gli istituti scolastici
possono elaborare il materiale didattico digitale per specifiche discipline da utilizzare
come libri di testo e strumenti didattici per la disciplina di riferimento; l’elaborazione di
ogni prodotto è affidata ad un docente supervisore che garantisce, anche avvalendosi
di altri docenti, la qualità dell’opera sotto il profilo scientifico e didattico, in collaborazione
con gli studenti delle proprie classi in orario curricolare nel corso dell’anno scolastico.
L’opera didattica è registrata con licenza che consenta la condivisione e la
distribuzione gratuite e successivamente inviata, entro la fine dell’anno scolastico, al
Ministero dell’istruzione, dell’Università e della Ricerca e resa disponibile a tutte le
scuole statali, anche adoperando piattaforme digitali già preesistenti prodotte da reti
nazionali di istituti scolastici e nell’ambito di progetti pilota del Piano Nazionale Scuola
Digitale del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca per l’azione Editoria
Digitale Scolastica.
PURTROPPO LE LINEE GUIDA PROMESSE, CHE AVREBBERO DOVUTO
ORIENTARE IL LAVORO DI REALIZZAZIONE, NON SONO MAI STATE PRODOTTE.
Nascita di una idea
I numerosi interventi normativi e di indirizzo che si
sono occupati del tema, non sono riusciti
completamente a sgombrare il campo dall’ambiguità
legata al perseguimento di finalità legittime ma diverse:
il contenimento del costo e/o del peso dei libri di testo
da un lato, il miglioramento dell’efficacia, della capacità
espressiva e della varietà dei contenuti di
apprendimento usati dall’altro.
Nascita di una idea
Secondo il D.M. n. 781 del 27/09/2013
Allegato 1
Libro digitale
Impianti narrativi e argomentativi
validati scientificamente, integrati
da codici comunicativi diversi
(testo, immagini, audio, video)
Termina la contrapposizione tra parte narrativa e
contenuti digitali integrativi che non sono due risorse
separate
Nascita di una idea
Secondo il D.M. n. 781 del 27/09/2013
Allegato 1
Contenuti integrativi
Sono risorse di natura eterogenea e differenziata,
selezionate di volta in volta.
Hanno funzione integrativa o complementare o di
approfondimento e personalizzazione dei percorsi.
Possono anche essere acquisiti indipendentemente
o reperibili in rete o prodotti attraverso il lavoro individuale
o collaborativo dei docenti, eventualmente anche
attraverso il coinvolgimento dei discenti.
È incentivato l’uso di risorse educative aperte
(Open Educational Resources – OER).
Nascita di una idea
Si spalanca una nuove opportunità:
potere scegliere di utilizzare risorse
aperte (Open Educational Resources
o OER) o perfino autoprodotte.
Questa tematica è affrontata anche nella legge 107/2015
«La Buona Scuola» e nel Piano Nazionale Scuola
Digitale (PNSD), che si propongono di supportare la
diffusione dei libri di testo digitali e promuovere l’uso
di contenuti didattici digitali e nuove tecnologie
valorizzando e condividendo le numerose produzioni
di scuole e insegnanti.
Nascita di una idea
In particolare, l’azione n. 23 del PNSD prevede la
“Promozione delle risorse educative aperte (OER) e linee
guida su autoproduzione dei contenuti didattici”.
L’obiettivo è creare una strategia comune di innovazione
all’interno delle scuole del Paese, affinché il sistema educativo
possa coniugarsi con le opportunità offerte
dalle nuove tecnologie e dal digitale.
Risorse: non previste per le tipologie di strumento
Strumenti: tavoli tecnici; linee guida
Tempi di prima
attuazione: Dicembre 2015 - Marzo 2016
Obiettivi
misurabili:
numero di istituzioni scolastiche che praticano
l’autoproduzione, tipologia e qualità dei risultati
Nascita di una idea
La possibilità di utilizzare, in forma integrata, risorse di
apprendimento di diversa origine e natura rappresenta una
delle principali innovazioni introdotte dal digitale.
I nuovi strumenti e contenuti disponibili, se adeguati e integrati
efficacemente, potrebbero migliorare l’apprendimento.
È importante che i tavoli
tecnici assicurino alle scuole
delle linee guida con dei criteri
chiari per valutare l’efficacia e
l’utilizzabilità tecnica delle
risorse di apprendimento
digitali utilizzate.
Nascita di una idea
Esistono due tipi di risorse:
• a copertura curricolare che forniscono un quadro di
contesto e un filo conduttore, validato e conforme alle
indicazioni nazionali, e sono strutturate in funzione
del percorso disciplinare seguito;
• di natura integrativa, come approfondimenti,
integrazioni, fonti ecc., che non hanno copertura
curricolare e sono spesso granulari e non strutturate.
Le risorse con copertura curriculare come il libro di testo,
anche se autoprodotte, devono rispettare dei requisiti minimi
di validazione, disponibilità e accessibilità.
Nascita di una idea
Esistono tre interpretazioni dell’idea CDD/Libri di testo:
1. Autoproduzione e relativa adozione di risorse
didattiche digitali prodotte dai docenti e arricchite
dall’intervento degli studenti, limitatamente ad alcune
discipline del curriculum
2. Autoproduzione e relativa adozione di libri di testo
autoprodotti dai docenti
3. Autoproduzione di contenuti digitali integrativi
La linea (2) è portata avanti dai docenti di una
scuola o di una rete di scuole, nella logica
dell’autonomia, per la valorizzazione della
professione docente e la personalizzazione dei
percorsi di apprendimento proposti dai testi, in
base alle specifiche del contesto in cui si opera
(ad es. la Rete italiana Book in Progress).
Risorse educative aperte (OER)
La conoscenza è un bene comune (commons).
L’accesso e la fruizione delle informazioni e della
conoscenza sono diritti fondamentali dell’uomo.
Le tecnologie e il World Wide Web ci danno una
straordinaria opportunità per condividere, usare
e riusare la conoscenza.
Risorse educative aperte (OER)
Esistono numerosi materiali che spesso
rimangano chiusi all’interno degli ambienti
formativi nei quali sono stati creati e che invece
potrebbero essere resi liberamente disponibili
attraverso la rete.
Il contenuto di una risorsa educativa aperta, deve essere di facile
accesso, come deve esserlo anche la documentazione che
descrive l'esperienza nella quale la risorsa è stata utilizzata
(componente pedagogica e contestuale).
In tutto il mondo sono presenti alcune migliaia di depositi
(repository) liberamente accessibili online.
Le OER possono essere contenuti didattici (open content),
strumenti (open source) o risorse per l'operatività.
Learning Objects + Open Source License = Open Educational Resources
Risorse educative aperte (OER)
Le Open Educational Resources sono:
“materiali digitalizzati forniti liberamente e apertamente per
educatori, studenti e autodidatti da utilizzare e riutilizzare
per l’insegnamento, l’apprendimento e la ricerca”.
Sotto questa definizione ricade una grande varietà
di risorse digitali:
interi corsi completi di letture, video, esercitazioni, ecc.; singoli
oggetti didattici relativi a uno specifico e delimitato contenuto di
insegnamento, qualsiasi sia il formato mediale; articoli,
dispense, appunti, libri, ecc.; simulazioni; lesson plan; ecc.
Risulta importante per insegnanti e studenti sapere
effettuare la ricerca e la selezione di OER
Risorse educative aperte (OER)
La ricerca in rete si compie attraverso le seguenti fasi:
• definizione del problema/obiettivo di ricerca;
• definizione del tipo di risorse;
• selezione dello strumento di ricerca;
• identificazione delle parole chiave per la ricerca;
• recupero (localizzazione e accesso) delle risorse;
• selezione e valutazione delle risorse e dei relativi
contenuti.
Ad esempio si potrebbe selezionare:
YouTube per i video www.youtube.com
SlideShare per la ricerca di diapositive www.slideshare.net/
MERLOT per oggetti didattici www.merlot.org/
Perché adottare questa idea
Le caratteristiche fondamentali del testo digitale, cioè
flessibilità, reticolarità e multimedialità favoriscono una rilettura
sostanziale delle pratiche di studio, consentendo un diverso
approccio con i contenuti forniti in genere da un libro di testo
cartaceo, finito e immodificabile. L’idea di libro di testo cambia
nella direzione di un prodotto aperto e integrabile, passibile di
riscritture potenzialmente realizzate dagli studenti stessi.
Gli studenti entrano in contatto con ambiti linguistici differenti,
non solo scrittura, ma suoni, immagini, relazioni; un
paratesto vasto e flessibile all’interno del quale imparano a
muoversi per gradi, mettendo in atto competenze diverse.
La costruzione di risorse didattiche digitali condotte da docenti
e studenti sono un’importante occasione di confronto con la
nuova testualità, oltre che con il metodo di studio.
Perché adottare questa idea
Il libro digitale potrebbe diventare importante per rivedere
metodologie e contenuti dell’apprendimento:
• capacità di operare su un testo o di riscriverne gli argomenti,
spostando, aggiungendo elementi, appropriandosi del
contenuto stesso;
• familiarità con i nuovi linguaggi, riconoscimento di forme
espressive complesse che integrano il testo, le immagini e i
video, ma ne comprendono anche i fondamenti e le regole;
• usi “collettivi” del testo, attraverso pratiche di lettura sociale
e di condivisione della scrittura, che il digitale può rendere
consuete.
Perché adottare questa idea
L’utilizzo di contenuti digitali potrebbe avere
un’importante ricaduta didattica quando i contenuti,
attraverso una didattica laboratoriale trasferita all’interno
delle singole classi, sono “autoprodotti” dagli alunni in
collaborazione con il docente.
In questo modo il risultato della
produzione di contenuti digitali
si traduce in un utilizzo delle
conoscenze e nell’acquisizione
delle competenze chiave di
analisi, sintesi, comunicazione
e collaborazione.
https://youtu.be/-oPjVs4vTPs
Perché adottare questa idea
Motivi economici:
fornire una risposta al problema del «caro libri»
e, comunque, rimanere sotto ai tetti di spesa
previsti per l’acquisto dei libri di testo.
Motivi didattici:
migliorare in modo efficace l’apprendimento
degli studenti e le loro competenze.
Riepilogando: perché l’idea di produrre materiali
sostitutivi al libro di testo di Scienze della Terra in uso
nelle classi quinte del nostro Liceo?
Perché adottare questa idea
… e per gli insegnanti?
Superare una didattica trasmissiva.
Trovare motivazione nell’organizzazione dei
contenuti che non sono solamente imposti dal testo.
Essere in grado di attualizzare i contenuti, con la
trattazione di temi legati al territorio e al presente.
Potere personalizzare i contenuti con temi legati
ai bisogni di approfondimento della classe.
La scelta del prodotto digitale
Innanzitutto si è cercato di capire quale risorsa
digitale didattica (documenti di testo corredati di inserti
multimediali, presentazioni, e-book, ecc.) fosse la più
adatta alle nostre necessità, alle nostre possibilità e
alle nostre disponibilità.
La scelta del prodotto digitale
Si è deciso di produrre un ebook,
cioè un libro in formato elettronico.
Perché questa scelta?
• L’ebook è immateriale, liquido ed
è utilizzabile su diversi dispositivi.
La scelta del prodotto digitale
• Lettori, anche atipici, di
ebook (ebook reader,
tablet, smartphone), sono
oggi a disposizione di tutti
i ragazzi, nativi digitali
incuriositi, stimolati e
allettati da tutto ciò che
passa attraverso uno
schermo.
• Rispetto al libro di testo, servendosi delle potenzialità
del digitale (multimedialità, ipertestualità, interattività),
l’ebook permette di predisporre in modo più autonomo il
percorso di conoscenza che si vuole apprestare per gli
alunni.
La scelta del prodotto digitale Analogie e differenze
Dipendono dal contenuto
e dalle scelte editoriali
per singolo libro
No
Si
No
No
No
Minore
No al buio
Non regolabili
EBOOK LIBRO
Quelle del lettore; non
dipendono dal numero
dei libri
Si
No
Si
Si
Si
Maggiore
Si anche al buio
Regolabili
PESO E
DIMENSIONI
MODIFICABILITÀ
FAMILIARITÀ
INTERATTIVITÀ
(ricerca interna al testo)
MULTIMEDIALITÀ
CONNETTIVITÀ
ECONOMICITÀ
LEGGIBILITÀ
DIMENSIONI
CARATTERI
La scelta del prodotto digitale
L’aspirazione è di testare le potenzialità del libro
digitale, cercando di farne un uso efficace e non solo
legato a una moda, senz'altro non passeggera.
Sarà importante verificare eventuali ricadute cognitive,
in termini di efficienza nello studio, efficacia
nell’apprendimento e qualità dei risultati ottenuti dagli
studenti, come conseguenza del cambiamento determinato
dalle nuove tecnologie.
Per effettuare questa valutazione, non basteranno i risultati
corrispondenti alle prestazioni degli studenti in prove di
valutazione e di profitto, ma occorrerà anche riflettere
sull’evoluzione delle competenze maturate e sulla
verifica di possibili nuove competenze come risultato del
diverso approccio ai problemi didattici.
Problemi aperti
• Scelta strumento di presentazione
• Copy-right/left
• Formati e software
• Attendibilità delle fonti o dei siti
• Validazione dei contenuti
• Praticabilità
• Utilizzo dei materiali prodotti
Scelta strumento di presentazione
Per l’uso dello strumento di presentazione sono stati
valutati i seguenti indicatori:
• facilità d’utilizzo della risorsa;
• gratuità della risorsa;
• necessità o meno di installare la risorsa nel computer;
• possibilità di condivisione in rete.
Scelta strumento di presentazione
In relazione ai destinatari del prodotto digitale sono stati
valutati i seguenti parametri:
• inserimento testi (aspetto grafico del testo, inserimento di
link, possibilità di copia-incolla, ecc.);
• inserimento immagini (inserimento di vari formati immagine,
caricandoli dal computer o prelevandoli dalla rete);
• inserimento suoni (inserimento di sottofondi musicali,
registrazioni audio complementari a testi e immagini);
• inserimento video (incorporazione di video nei formati più
diffusi);
• inserimento animazioni (incorporare animazioni);
• interattività (interazione con il software, in maniera semplice
e intuitiva);
• interfaccia (veste grafica, lettura dei vari elementi
multimediali);
• requisiti di sistema (richiesta di specifici programmi).
Internet e la legge sul copyright
Stiamo ormai vivendo nell’«Era
dell’Accesso»:
o sempre più abituati a
procurarci informazioni, dati,
immagini e video,
immediatamente disponibili,
sempre accessibili, in diversi
formati, utilizzabili da vari
dispositivi.
Con l’avvento di Internet tutto è cambiato, si naviga
su una pagina e con pochi click si copia tutto ciò
che ci serve (testi, immagini, loghi, ecc.).
Il concetto di appartenenza “materiale” è avvertito
in maniera diversa rispetto a un tempo.
Il diritto d’autore stenta a tenere il passo con questo cambiamento
radicale rimanendo, al contrario, legato alla tradizione.
Internet e la legge sul copyright
In Italia il diritto d’autore è disciplinato prevalentemente
dalla Legge 22 aprile 1941, n. 633 e successive
modificazioni, e dagli artt. 2575 e seg. del Codice Civile
(Libro Quinto – Titolo IX: “Dei diritti sulle opere
dell’ingegno e sulle invenzioni industriali”).
La Legge n. 248 del 18 agosto 2000 (“Nuove norme di
tutela del diritto d’autore”), modificando la legge
633/1941, ha previsto ulteriori disposizioni a tutela del
diritto d’autore, ad esempio per combattere la
contraffazione e la pirateria realizza sul web.
Internet e la legge sul copyright
Qualora non fossero presenti indicazioni
come ci si deve comportare?
Le fotografie sono tutelate dalla legge sul diritto
d'autore in base a quanto disposto dagli artt. 87 e ss,
a meno che non manifestino un particolare valore
creativo, nel qual caso, si ricade nella disciplina
prevista per le «opere fotografiche».
Occorre sempre verificare direttamente sui siti
le disposizioni specifiche relative all’utilizzo e
allo sfruttamento delle immagini, dei video, ecc.
Internet e la legge sul copyright
Entro che termini un'immagine è considerata una
«fotografia» e quindi disciplinata dagli articoli della legge?
La nozione che l'art. 87 individua è la seguente:
«Sono considerate fotografie ai fini dell'applicazione delle
disposizioni di questo capo, le immagini di persone o di aspetti,
elementi o fatti della vita naturale e sociale, ottenute col
processo fotografico o con processo analogo, ….»
Nell'espressione «processo
analogo» si coglie la possibilità
di estendere la tutela anche alle
foto digitali.
Internet e la legge sul copyright
• il nome del fotografo o dei datori di lavoro o del
committente;
• la data dell'anno di produzione della fotografia;
• il nome dell'autore dell'opera d'arte fotografata;
• oppure un digital watermark (filigrana digitale).
Se mancano tali informazioni, la riproduzione della foto, a
norma del comma 2, non è considerata abusiva sempre
che, però, il fotografo non provi la malafede del riproduttore.
L’art. 90 chiarisce che ogni esemplare della foto
deve contenere le seguenti indicazioni:
Internet e la legge sul copyright
• se la pagina web non è riconducibile all’autore
della fotografia o se non è indicato alcun riferimento
all’autore, la riproduzione di tali immagini fotografiche
non è considerata abusiva;
• è considerata abusiva la riproduzione di una fotografia
che, nonostante l’assenza dei vari riferimenti indicati
dalla disposizione predetta, sia stata pubblicata su una
pagina web riconducibile al titolare dei diritti o nella
quale siano chiaramente indicati il nome del titolare dei
diritti fotografici e la data dello scatto.
Nel caso in cui ci sia stato un download di
una fotografia da una pagina web, possono
configurarsi due ipotesi:
Internet e la legge sul copyright
Per utilizzare fotografie trovate su pagine web, che
contengono le informazioni indicate dalla norma, occorre
l’autorizzazione alla riproduzione da parte dell’autore.
Esiste una tecnologia che permette di incorporare in un file
digitale, come per es. nelle fotografie, una sequenza di bit,
visibile o meno, che dà informazioni sul documento e sulla
paternità dello stesso (digital watermarking).
I digital watermarks sono equiparati agli elementi indicati dall’art. 90
della legge 633/1941 e quindi, in presenza di questi marchi, senza
autorizzazione il riutilizzo delle fotografie è considerato abusivo.
Internet e la legge sul copyright
L'inserimento di metadati nei file, è alla base del funzionamento
dei Digital rights management (DRM), sistemi tecnologici
mediante i quali i titolari di diritto d'autore possono tutelare,
esercitare e amministrare tali diritti nell'ambiente digitale.
Si applicano a computer, apparecchi elettronici e file digitali.
I file audio o video sono codificati e criptati in modo da
garantire una diffusione più controllata, rendere più difficile la
duplicazione e consentirne un utilizzo che sia limitato o
predefinito nella licenza d'accesso fornita agli utenti.
Vale anche per gli ebook.
Nel 2009 Amazon, poiché era stato violato il diritto di autore, rimosse dai
suoi ebook due libri rendendoli inaccessibili anche a coloro che li avevano
acquistati. La possibilità di imporre indiscriminatamente limitazioni sull'uso
dei file è vista da molti come una minaccia all'esercizio dei diritti sui
contenuti legalmente acquistati.
Il social DRM è un sistema di protezione degli ebook non invasivo che si
traduce nella marcatura del file, ma non impone alcun tipo di restrizione.
Internet e la legge sul copyright
Ai sensi dell’art. 91, la riproduzione è lecita (salvo
il pagamento del compenso al fotografo, se noto)
nel caso di inserimento di immagini fotografiche in antologie
destinate all’uso scolastico o in opere scientifiche o didattiche.
Pertanto, su queste basi, la libera riproduzione di immagini
fotografiche sembrerebbe possibile nell’ambito della
costruzione di un sito con i menzionati obiettivi.
Comunque, il diritto esclusivo
sulle fotografie ha una durata
limitata nel tempo: vent’anni
dal momento in cui la
fotografia è stata scattata.
Internet e la legge sul copyright
In Italia non esiste il «fair use» (uso legittimo di un’opera protetta da copyright,
senza autorizzazione, sotto particolari condizioni)
Tuttavia, per la “didattica” sussistono
eccezioni nella normativa sul diritto d'autore.
1. comma 1 – nell'ambito della didattica è consentito l'utilizzo di
opere coperte dal diritto d'autore purché:
• dell'opera protetta vengano utilizzati solo brani o parti di essa;
• tale utilizzo avvenga per finalità di sola critica o discussione o
per fini illustrativi nell'insegnamento;
• nell'uso dell'opera non si configuri un'ipotesi di concorrenza
economica al suo autore;
• nel rispetto del diritto inalienabile alla paternità dell’opera,
venga citato l’autore, il titolo dell’opera, l’editore e, se del
caso, il traduttore.
Art. 70 della legge n. 633/41 modificato nel 2008:
Internet e la legge sul copyright
2. comma 1-bis. È consentita la libera pubblicazione
attraverso la rete internet, a titolo gratuito, di immagini
e musiche a bassa risoluzione o degradate, per uso
didattico o scientifico e solo nel caso in cui tale utilizzo
non sia a scopo di lucro.
Se un file è compresso
(es. in formato .mp3 o .jpg)
rientra in questo caso?
La questione della degradazione
dei contenuti non è stata mai
chiarita in modo preciso, per cui
permane l’incertezza sulle
possibilità d’uso in campo
didattico.
Internet e la legge sul copyright
Che cosa succede se, per esempio, scarico un’immagine
di un fotografo americano da un sito web francese con
l’intento di inserirlo in un lavoro destinato al mercato
italiano? Situazione, oggi, nemmeno tanto improbabile: il
mondo di Internet non conosce confini di tipo nazionale.
Nasce un problema di giurisdizione e di legge applicabile.
Le cose si complicano perché occorre fare riferimento ai
principi di diritto internazionale al fine di individuare la
legge applicabile ai vari rapporti giuridici in questione.
Gli assetti normativi
dei vari Stati non
sempre coincidono.
Il copyleft
Il diritto d’autore conferisce all’autore di un’opera
la possibilità di esercitare su di questa alcuni diritti
in via esclusiva.
L’autore può scegliere liberamente, entro certi limiti,
se e come trasferire questi diritti, che la legge gli
attribuisce, ad altri soggetti.
Il copyleft
Le licenze copyleft sono strumenti attraverso i
quali un detentore di diritti chiarisce
pubblicamente quali diritti intende riservarsi su
un’opera e di quali, invece, intende privarsi.
Tutti i diritti riservati
(Copyright tradizionale)
Alcuni diritti riservati
(Creative Commons)
Nessun diritto riservato
(Public domain)
Il copyleft
Il primo manifesta la volontà di distribuire la sua opera nei
termini previsti dalla licenza allegandola all’opera stessa;
il secondo esprime l’accettazione dei termini
della licenza attraverso un comportamento che lascia
chiaramente trasparire la sua intenzione ad accettare.
Le parti possono liberamente decidere il contenuto
del contratto nei limiti imposti dalla legge.
Una «licenza copyleft» è un contratto
bilaterale in cui avviene idealmente
l’incontro fra la volontà di almeno due
parti: il licenziante (autore) e il
licenziatario (utente).
Si tratta di un contratto per adesione.
Il copyleft
Nella pratica esistono alcune associazioni o organizzazioni
internazionali (Free Software Foundation, Electronic Frontier Foundation, Creative Commons, Art Libre, Movimento
Costozero, ecc.) che si occupano di redigere alcuni modelli
standard di licenze opencontent e di consentirne l’uso
pubblico, in modo da facilitare la diffusione della pratica del
copyleft e anche di controllare il funzionamento delle licenze,
apportandovi eventuali aggiustamenti.
In teoria qualunque autore è libero di scrivere la sua
licenza personale a seconda delle sue esigenze e di
applicarla nei modi e nelle forme a lui più congeniali.
Licenze Creative Commons (CC)
Creative Commons ha creato un set di licenze che
cerca di rispondere alle diverse esigenze degli autori.
Su uno schema di base con alcune disposizioni che si
ritrovano in tutte le concessioni sono state inserite
certe clausole o varianti che a seconda della loro
presenza originano sei diverse licenze.
Il progetto Creative Commons si
articola in un ente associativo
centrale, residente negli USA,
e in una rete di istituzioni affiliate che fungono da
referenti per un progetto di internazionalizzazione
delle licenze. Il progetto italiano è attivo dal 2003.
Licenze Creative Commons (CC)
In ordine dalla più permissiva alla più restrittiva per il
licenziatario le licenze sono:
Licenza Visual
Attribuzione
CC BY
Attribuzione - Condividi allo stesso modo
CC BY-SA
Attribuzione - Non opere derivate
CC BY-ND
Attribuzione - Non commerciale
CC BY-NC
Attribuzione - Non commerciale - Condividi allo
stesso modo CC BY-NC-SA
Attribuzione - Non commerciale - Non opere
derivate CC BY-NC-ND
Licenze Creative Commons (CC)
Le licenze sono realizzate in tre forme diverse, ma coincidenti.
La licenza vera e propria,
rilevante a livello giuridico, è
il Legal code, “Codice
legale”, un documento/
contratto, formato da alcune
premesse e da otto articoli,
in cui si regola la
distribuzione dell’opera e
l’applicazione della licenza.
Immagini tratte da www.creativecommons.it. I contenuti di questo sito sono rilasciati sotto Licenza Creative Commons Attribuzione 3.0 Italia
Licenze Creative Commons (CC)
Esiste una seconda “confezione” delle licenze chiamata
Commons deed, “atto per persone comuni”, una versione
sintetica scritta con un linguaggio “accessibile a tutti” e
strutturata in una veste grafica chiara e schematica.
La terza
“confezione” della
licenza è quella
chiamata Digital
code, ovvero una
serie di metadati
che rendono la
licenza facilmente
rintracciabile dai
motori di ricerca.
Attenzione all’openwashing
Openwashing significa far credere che un prodotto o
un’azienda siano completamente liberi quando non lo
sono pienamente.
Per esempio, un contenuto aperto (open content), per
essere veramente tale, deve rispettare la regola delle 5R:
Retain poterne fare una copia
Ruese poterla riusare in diversi modi
Revise poterla adattare e/o modificare
Remix poterla combinare con altre
Redistribute poterla ridistribuire
Attenzione all’openwashing
Soddisfare i diritti del modello 5R significa che gli
utenti sono liberi di:
• riutilizzare il contenuto nella sua forma inalterata;
• modificarne il contenuto che può essere adattato e
rettificato;
• combinare tramite un remix contenuti originali
diversi, aggiungendo o modificando per creare
qualcosa di nuovo;
• ridistribuire copie del contenuto originale o riveduto
in forme remix o derivate in modo che possa essere
condiviso con gli altri.
Il copyleft nella didattica
Il modello copyleft ha una particolare vocazione per il
mondo della didattica, basti pensare a tutta la produzione
indipendente, esclusivamente funzionale all'attività
didattica, che è realizzata normalmente dalle scuole e dai
singoli insegnanti: dispense, slide, diagrammi, testi, etc.
Rilasciare questi materiali in un
regime libero, autorizzandone
perfino la modifica, fa sì che altri
docenti o altre scuole possano
sviluppare lo stesso materiale,
senza dover per forza ripensare il
lavoro interamente per il problema
del copyright.
Il copyleft nella didattica
La rete ci da la possibilità di passare da consumatori a
produttori, assumendo un ruolo più attivo nel processo che
coinvolge le fasi di creazione, produzione, distribuzione e
consumo di materiali didattici.
La condizione di «utenti prosumer» (producer-
consumer) si realizza se noi tutti oltre a
prendere diamo qualcosa. Si tratta di mettere a
disposizione le nostre conoscenze, esperienze,
abilità al servizio della comunità scolastica o di
una rete.
I materiali OER sono resi pubblici perché tutelati da forme
flessibili di diritto d’autore, come le creative commons.
La scuola può contribuire attivamente alla produzione e
condivisione del proprio patrimonio culturale che ogni giorno
fornisce e che rimane spesso prigioniero delle singole realtà.
Il copyleft nella didattica
Il riuso di contenuti digitali (foto, video, musica) è molto
frequente a scuola: sia gli insegnanti sia gli alunni
producono spesso lavori multimediali ai quali capita di
dover associare una fotografia, un audio, un piccolo video.
Questi materiali aggiuntivi si trovano agevolmente sul web
attraverso i motori di ricerca e i siti specializzati.
Spesso, però, risulta difficile capire qual è l’atteggiamento
da tenere nei confronti del diritto d’autore.
Attraverso una piccola guida si
è cercato di fare chiarezza su
questo problema.
Il copyleft nella didattica
Esistono diversi progetti rivolti alla promozione e alla
distribuzione di contenuti scientifici e didattici liberi.
www.wikipedia.org
http://en.wikibooks.org/
www.creativecommons.org/education
http://ocw.mit.edu/
www.berkleeshares.com
http://cnx.org/
www.plos.org
www.sciencecommons.org
www.saylor.org/
Il copyleft nella didattica
Esistono diversi progetti rivolti alla promozione e alla
distribuzione di contenuti scientifici e didattici liberi.
www.open.edu/openlearn
www.khanacademy.org
www.europeana.eu/portal/it (biblioteca pubblica digitale dell'UE)
www.curriki.org
www.coursera.org
www.edx.org/
www.sloop2desc.eu/it/
www.oercommons.org/
https://www.boundless.com/
www.federica.unina.it/
www.raiscuola.rai.it
www.atuttascuola.it/
www.progettotrio.it/trio/
www.pubblicascuola.it/indice.php
(portale per insegnanti di lettere)
www.batmath.it/
(portale per insegnanti di matematica e fisica)
http://risorsestudentipon.indire.it/
Il copyleft nella didattica
Esistono alcuni progetti italiani rivolti alla promozione e
alla distribuzione di contenuti scientifici e didattici liberi.
Il copyleft nella didattica
Trovare opere rilasciate sotto licenze CC o CC0:
http://search.creativecommons.org/
https://archive.org/
www.flickr.com
https://500px.com/home
www.vimeo.com
www.youtube.com
https://pixabay.com/videos/
https://videos.pexels.com/
https://it.wikipedia.org/wiki/Aiuto:Risorse_di_pubblico
_dominio
Il copyleft nella didattica
Trovare foto e immagini gratuite:
http://photopin.com/
http://www.imageafter.com
http://www.stockvault.net/gallery/
http://www.morguefile.com/archive/
https://plus.google.com/+PixelPerfectDigital
http://openphoto.net (Creative Commons)
http://www.sxc.hu (richiede la registrazione)
http://www.mooseek.com/directory/arte/fotografie/royaltyfree.htm
http://photojournal.jpl.nasa.gov/
http://www.freefoto.com
https://pixabay.com
https://www.pexels.com/
http://www.kaboompics.com/
http://deathtothestockphoto.com/
https://it.wikipedia.org/wiki/Wikipedia:Risorse_di_immagini_di_p
ubblico_dominio
Pagine in cui sono raccolti molti altri link utili:
http://blog.ehiweb.it/2015/03/30/immagini-foto-gratis-lista-siti/
https://superdevresources.com/free-stock-videos-footages/
Il copyleft nella didattica
Trovare foto e immagini gratuite:
Il copyleft nella didattica
Trovare suoni e canzoni gratuite:
http://www.freesound.org/
www.soundclick.com
www.jamendo.com/
www.soundcloud.com/
http://freemusicarchive.org/
http://incompetech.com/music/royalty-free/collections.php
http://noisetrade.com/
www.beatpick.com/
I formati
I formati più comuni che possono essere letti - e che si
utilizzano - per un ebook sono:
Il formato ePUB è uno standard
aperto, flessibile e libero (non
proprietario), concepito ad hoc per
la pubblicazione dei libri digitali.
Attualmente i formati più diffusi
sono epub2, leggibile da lettori,
ipad, tablet e smartphone, ed
epub3 che mantiene la stessa
leggibilità ma supporta anche file video e audio, consente di usare MathML ed è liquido e ridimensionabile (si può
aumentare o diminuire la dimensione del carattere).
I formati
I formati MOBI/AZW sono adoperati
da Amazon per distribuire gli ebook
sulla propria piattaforma e sui
dispositivi Kindle.
Il formato PDF, sviluppato da
Adobe, è stato concepito per i
documenti che devono essere
stampati. Un PDF di solito ha
diversi elementi di formattazione,
immagini, disegni e link a contenuti
esterni. Al contrario dell’ePub, il
PDF mantiene il layout originale
del documento (formato A4). È
poco leggibile su schermi piccoli.
I formati
Esistono diversi software per convertire gli ebook da un
formato all’altro in modo che gli utenti possano leggere
qualsiasi tipo di libro elettronico sul proprio e-reader.
Questi software, spesso
free, come Calibre,
Hamster e-book
converter, Sigil e
Adobe InDesign sono
particolarmente efficaci
per passare da ePub a
Mobi e viceversa.
I software
Per il formato ePUB, che è open source:
Sygil e Calibre sono gli editor (multipiattaforma)
più utilizzati per costruire/importare file di testo
e inserire elementi multimediali off line.
Si presentano come editor di testo ma hanno un’interfaccia
interna che rielabora le pagine in linguaggio XML.
Sono free per Windows, Linux e Mac.
I software
Ci sono editor, come ePubEditor, che lavorano
anche on line e che consentono di esportare in
diversi formati: epub2, epub3, html, pdf, SCORM.
Nelle versioni a pagamento da la possibilità di
registrare gratuitamente più utenti, i quali possono
così utilizzare la funzione di redazione condivisa.
I software
Altri software gratuiti per la creazione di eBook:
• iPubsoft ePub Creator www.ipubsoft.it/epub-creator/
• Scriba eBook Maker (realizzato interamente da personale del
Senato italiano) http://scribaebookmake.sourceforge.net/
• Scriba EPUB (piattaforma) www.scribaepub.info/
• eCub (per Windows, Mac e Linux) www.juliansmart.com/
• PressBooks (un plugin per WordPress)
https://pressbooks.com/
• Didapages (in italiano)
http://www.maestramarcella.altervista.org/index.php?opt
ion=com_content&view=article&id=57&Itemid=62
• Writer2ePub (estensione per OpenOffice.org o LibreOffice) http://writer2epub.it/
Programmi di lettura
Readium (Windows, Mac
OSX, Linux), estensione
per il browser Chrome
Applicazioni per desktop
FBReader (Linux, Mac,
Windows)
EPUBReader
(estensione Firefox)
Programmi di lettura
App per dispositivi mobili
Per i tablet Apple:
iBooks (iOS)
Per i tablet Android:
Google Play Libri
Gitden Reader (anche
per Apple)
Kobo eBooks
(Android, iOS)
Kindle
(Android, iOS)
Attendibilità delle fonti o dei siti
Le quattro componenti della credibilità di un sito web secondo B.J. Fogg
L’attendibilità delle fonti o dei siti dovrà essere
vagliata dall’insegnante.
Credibilità
presunta
Credibilità
esperita
Credibilità
superficiale Credibilità
stimata
Si fonda sulle conoscenze
pregresse o sui pregiudizi
o stereotipi già posseduti
dall’utente.
Si fonda sulla prolungata
esperienza diretta che
l’utente ha avuto con quel
sito.
Si fonda sulla forma e
qualità estetica che l’utente
deriva dall’aspetto di un
sito web.
Si fonda sulla credibilità
che l’utente attribuisce a
una fonte esterna che
esprime un’opinione su
quel sito.
Attendibilità delle fonti o dei siti
Alcune regole per valutare la credibilità (autorevolezza e
competenza) di un sito:
• fornisce collegamenti a fonti di terze parti (es: pubblicazioni);
• mostra che alle spalle vi è un'organizzazione legittima (es:
ente governativo);
• esibisce le credenziali del gestore e/o dei suoi collaboratori;
• presenta i dati biografici dei redattori;
• facilita i contatti: telefono, indirizzo fisico e
indirizzo email;
• presenta nel design un aspetto professionale;
• aggiorna spesso i contenuti;
• elude gli errori tipografici.
Attendibilità delle fonti o dei siti
Studenti, ma anche insegnanti, potrebbero trovare difficoltà nel
trovare risorse veramente utili e riusabili per le proprie necessità.
Infatti, la vasta quantità di materiali didattici che motori di ricerca
e archivi specializzati rendono disponibile richiede la capacità di
sapere scegliere le risorse in tempi abbastanza brevi.
Una vera selezione può essere condotta tramite un’accurata
analisi della qualità dei materiali, basata sulla verifica dei
contenuti e delle caratteristiche tecniche. Ciò richiede, tuttavia,
tempi lunghi e può essere condotta una volta che è stato pre-
selezionato un insieme ridotto di materiali.
Su come condurre la pre-selezione e
su come valutare la «pertinenza» e
l’«affidabilità» delle risorse è stato
fornito agli studenti un vademecum.
Validazione dei contenuti
La verifica dei contenuti può avvenire in più
modi:
• attraverso un team di esperti (es. case editrici,
riviste universitarie);
• tutti possono contribuire; tutto è sotto il controllo di
tutti (es. Wikipedia, benché utilizzi anche esperti
wikipediani);
• attraverso insegnanti della scuola che insegnano la
stessa materia (la legge n. 128/2013 prevede un
docente supervisore);
• attraverso un gruppo di insegnanti della stessa
materia che appartengono a una rete di scuole.
Lo stato delle cose
INDIRE utilizza il modello PDCA, o ciclo di Deming, per il controllo e il
miglioramento continuo dei propri progetti.
Il termine PDCA è un acronimo in cui le lettere hanno il seguente significato:
• Plan: pianificazione
• Do: applicazione in via sperimentale di quanto pianificato
• Check: controllo dei risultati e verifica della compatibilità con quanto
pianificato
• Act: implementazione delle soluzioni che hanno superato le verifiche
Questo ciclo è un modello in quattro fasi per la realizzazione di un
cambiamento. Proprio come un cerchio non ha fine, il ciclo PDCA
deve essere ripetuto più volte per il miglioramento continuo.
Soluzione
Lo stato delle cose
Fase Descrizione
Fase quadro Chiarire le linee generali del prodotto, gli obiettivi, l’argomento e i destinatari.
Ideativo-propositiva Schema complessivo del lavoro (argomento, mappa concettuale, scelta del linguaggio, tempi, tecnologie disponibili, ecc.).
Organizzativa Reperire e predisporre strumenti e materiali.
Realizzativa Realizzare il prodotto.
Revisione finale Valutazione del prodotto rispetto a quanto definito in fase ideativo-propositiva.
Le fasi di progettazione
Plan: definire cosa fare per risolvere il problema e
successiva pianificazione delle azioni da svolgere.
Lo stato delle cose • Linee generali, obiettivi, metodologia
e valutazione
• Ripartizione ruoli dei gruppi
• Associazione capitoli – redattori
Lo stato delle cose
Do: sono attuate le soluzioni e i piani definiti in
precedenza. I responsabili individuati mettono in
pratica le azioni previste; ogni soluzione è
attivata per un periodo di prova; è verificata
l’adeguatezza delle soluzioni adottate rispetto
agli obiettivi attesi.
Lo stato delle cose • Esempio di stesura capitolo
• Disegni prof.ssa A. Cocchi
• Capitoli terminati (testo e selezione
delle immagini)
Lo stato delle cose Check: controllo, nel tempo, dei risultati, verifica
della compatibilità con quanto pianificato e
approfondimento di quanto non ha funzionato;
individuare cosa deve essere fatto per
superare le difficoltà o le anomalie che
ancora persistono.
Lo stato delle cose
• problematico
coinvolgimento degli
alunni delle classi
quinte;
• lentezza nella
produzione dei testi e
difficoltà nella ricerca
di immagini e,
soprattutto, video;
• complessità nella
scelta del software
per l’editing, per
passare da un
formato all’altro e per
la visualizzazione con
diversi tipi di lettore.
L’analisi dei risultati e il confronto con quelli attesi
hanno evidenziato le seguenti carenze:
Utilizzo dei materiali prodotti
L’idea è di realizzare un libro che non sia un prodotto
completo e bloccato, ma un percorso, un fil rouge che leghi
diversi argomenti e che possa rappresentare un punto di
riferimento per docenti e studenti della scuola.
Pur contenendo le
conoscenze
fondamentali non
sarà esaustivo e
potrà essere la
base per il lavoro
di altri:
modellabile,
espandibile e
riscrivibile.
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