(L-LIN/01-Glottologia e Linguistica) Linguistica e repertorio · • Berruto, G., (2014 8),...

Preview:

Citation preview

(L-LIN/01-Glottologia e Linguistica)

Linguistica e repertorio

a.a.2014-2015Anna Pompei

• CALENDARIO

• Periodo 5 marzo - 27 maggio

• Orario

merc. 8.00-11.00, Aula 18

• Linguistica e repertorio

• ANNO ACCADEMICO 2014-2015

• Collegio Didattico di riferimento

• Scienze della Comunicazione

• Periodo didattico • Periodo didattico

• II semestre• Ore di lezione 36• Valutazione esame Esami orali (?)• C.F.U. 6

Programma Linguistica e repertorio

Il modulo si propone come corso introduttivo alla

sociolinguistica. A questo scopo si presenteranno in

maniera dettagliata, seppur elementare, la collocazione

epistemologica della sociolinguistica, le sue nozioni

fondamentali, gli strumenti di cui si serve.fondamentali, gli strumenti di cui si serve.

Testo

• Berruto, G., (20148), Fondamenti di sociolinguistica, Roma-Bari, Laterza

RIFLESSIONE EPISTEMOLOGICA

Sociolinguistica

Definizione approssimativa:Studio di ‘come parla la gente’ Studio di ‘come parla la gente’

(= comunità di parlanti)

→ Branca della linguistica teorica o pratica?

RIFLESSIONE EPISTEMOLOGICA

Linguistica

→ Studio scientifico del linguaggio e delle linguelinguevs.

→ Scienza ‘debole’→ Disciplina ‘molle’

RIFLESSIONE EPISTEMOLOGICA

Peculiarità della linguistica

→ Sistema complesso

Componenti:Componenti:

NATURA: universali (invarianti, regolarità)

STORIA/SOCIETÀ: variazione

RIFLESSIONE EPISTEMOLOGICA

Linguistica

NATURA → Linguistica generale (teorica)vs.vs.

STORIA/SOCIETÀ → Linguistica generale(variazione sincronica)Linguistica storica (variazione diacronica)

RIFLESSIONE EPISTEMOLOGICA

Linguistica

�Variazione in diacronia � Linguistica storica

�Variazione in sincronia � Linguistica generale: �Variazione in sincronia � Linguistica generale: Sociolinguistica

RIFLESSIONE EPISTEMOLOGICA

� Linguaggio / lingua = sistema di segni = codice

� Sistema di corrispondenze tra l’ordine dell’espressione e quello del contenuto, al fine di trasmettere informazioni.

RIFLESSIONE EPISTEMOLOGICA

Codici

� Codice = sistema di segni

� Segno = oggetto complesso in cui un’espressione (percepibile) sta per un contenuto (che può essere non fisico e non percepibile)

� Codice lingua = sistema composto di diversi sottocodici

RIFLESSIONE EPISTEMOLOGICA

� La sociolinguistica studia il repertorio di una comunità di parlanti.

Il repertorio è costituito da varietà.� Il repertorio è costituito da varietà.

� Le varietà sono fatte di variabili, ai vari livelli di analisi della lingua.

RIFLESSIONE EPISTEMOLOGICA

comunità sociale (di parlanti)�

repertorio linguisticorepertorio linguistico

varietà di lingua varietà di lingua varietà di lingua...

variab. variab. variab… variab. variab. variab… variab.variab. variab…

RIFLESSIONE EPISTEMOLOGICA

Una lingua deve essere considerata come la somma dipiù varietà, ciascuna individuabile sulla base di una seriepiù varietà, ciascuna individuabile sulla base di una seriedi variabili. L’insieme delle varietà di una lingua parlateda una comunità sociale costituisce un repertoriolinguistico.

RIFLESSIONE EPISTEMOLOGICA

� Es.: Variabili diafasiche

�registro formale vs. informale (italiano colloquiale)�Ess.: →fonetica ipoarticolazione→morfologia sincretismo dei pronomi

-loro → gli

-le → gli

-tu → te

Te che vuoi?

Non so che dirti, fai te.

Io e te→sintassi a me mi

RIFLESSIONE EPISTEMOLOGICA

� Es.: Variabili diafasiche

�registro formale vs. informale (italiano colloquiale)�Ess.:

→sintassi che polivalenteLa persona che ti ho presentato ieri

Ho detto che è ora di andare via

Che tu sia stanco è la verità

Il collega che gli faremo aprire il dibattito

Questa musica, che obbliga tutti a urlare e (di cui mi lamento) che non

l’ascolta nessuno

RIFLESSIONE EPISTEMOLOGICA

La sociolinguistica si occupa del repertorio linguistico diuna comunità sociale di parlanti, dunque mette inuna comunità sociale di parlanti, dunque mette incorrelazione la lingua con la società e con gli usilinguistici.Tiene conto, quindi, sia di fattori propriamente linguistici,sia di fattori extralinguistici.

RIFLESSIONE EPISTEMOLOGICA

�Fattori linguistici: dimensione teorica eastrattaastratta

�Fattori extralinguistici: dimensione pratica e‘sociale’.

RIFLESSIONE EPISTEMOLOGICA

�Sociolinguistica:�socio =�’Linguistica che studia gli aspetti della lingua�’Linguistica che studia gli aspetti della lingua

legati alla comunità sociale di parlanti (fattorilinguistici’)

�’Linguistica attenta al sociale e impegnata’(fattori extralinguistici’)

RIFLESSIONE EPISTEMOLOGICA

�sociolinguistico:

�’Inerente a rapporti tra lingua e società’�’Inerente a rapporti tra lingua e società’

�’Inerente alla sociolinguistica’

Es.: ‘Problemi sociolinguistici’

RIFLESSIONE EPISTEMOLOGICA

�Definizioni di sociolinguistica

Nuclei problematici:

�Oggetto di studio

�Rapporto con la linguistica

�Pluridisciplinarità

RIFLESSIONE EPISTEMOLOGICA

�Disciplina autonoma?

�Rapporto con la linguistica

�Rapporto con la sociologia (del linguaggio)

RIFLESSIONE EPISTEMOLOGICA

�Definizioni ‘ampie’

Hymes (1980)

Campo disciplinare che tiene conto di linguistica,Campo disciplinare che tiene conto di linguistica,sociologia, etnografia, folklore, psicologia

�Ingloba la linguistica come sua sottoparte

RIFLESSIONE EPISTEMOLOGICA

�Definizioni ‘ampie’

Mioni (1983)

Comprende tutti gli studi che hanno come oggettoComprende tutti gli studi che hanno come oggettoil rapporto tra strutture e usi della lingua e strutturedella società.

RIFLESSIONE EPISTEMOLOGICA

�Definizioni ‘ampie’

Giglioli (1973)

Area comune, in cui sociologi e linguisti possonoArea comune, in cui sociologi e linguisti possonoa tratti convergere e instaurare una proficuacollaborazione.

�Efficacia nel risolvere i problemi sociali

RIFLESSIONE EPISTEMOLOGICA

�Definizioni (più) ‘strette’

Downes (1984)

Branca della linguistica che studia le proprietà delBranca della linguistica che studia le proprietà dellinguaggio e i (sotto)tipi di linguaggio cherichiedono il riferimento a fattori sociali econtestuali per essere spiegati.

�Accento sulla linguistica e sui fenomeni della linguisticache richiedono il ricorso alla dimensione sociale per esserestudiati

RIFLESSIONE EPISTEMOLOGICA

�Status epistemologico della sociolinguistica

�È una branca della linguistica, ossia appartienealle scienze del linguaggio e non a quellesociali. I sociolinguisti sono dei linguisti.sociali. I sociolinguisti sono dei linguisti.

�Costituiscono oggetto di studio dellasociolinguistica fenomeni linguistici visti sottol’angolatura della dimensione sociale.

RIFLESSIONE EPISTEMOLOGICA

�Definizione ‘operativa’ di sociolinguistica:

Settore delle scienze del linguaggio che studia ladimensione sociale delle lingue verbali e deldimensione sociale delle lingue verbali e delcomportamento linguistico.�

Linguistica dei parlanti e non del sistema

RIFLESSIONE EPISTEMOLOGICA

ASTRATTO vs. CONCRETO (Sistema vs. parlanti)

langue vs. parole (Ferdinand de Saussure)Langue sistema di riferimento collettivo, potenzialitàLangue sistema di riferimento collettivo, potenzialitàParole realizzazione, attuazione individualecfr. sistema vs. uso (Hjelmslev, Coseriu)

competenza vs. esecuzione (Noam Chomsky)Competenza Ciò che l’individuo “sa”Esecuzione Ciò che l’individuo “fa”

RIFLESSIONE EPISTEMOLOGICA

• Fonologica• Morfologica• Sintattica• Semantica• Semantica• Pragmatica• Sociolinguistica

RIFLESSIONE EPISTEMOLOGICA

�Oggetti di studio della sociolinguistica (e lorocondivisione):

�variazione linguistica e rapporto con lavariabilità sociale.variabilità sociale.

�dialettologia (sociale e urbana)

�creolistica (pidgin e creoli)

�Varietätenlinguistik (lingua come repertorio, fattodi varietà, costituite da variabili)

RIFLESSIONE EPISTEMOLOGICA

�Oggetti di studio della sociolinguistica(e lorocondivisione):

�analisi conversazionale (tra pragmatica esociolinguistica)

�etnometodologia (studia la categorizzazione dell’eventodi interazione da parte dei partecipanti)

�etnografia della comunicazione (studia l’attivitàlinguistica come espressione dei valori simbolici di unasocietà e mezzo per agire sui rapporti sociali). Diversarelazione tra entità linguistiche e sociali.

RIFLESSIONE EPISTEMOLOGICA

�Oggetti di studio della sociolinguistica (e lorocondivisione):

�etnolinguistica o linguistica antropologica (studia lafunzione del linguaggio e delle lingue nelle diverseculture)

�sociopsicologia del linguaggio (studia l’attivitàlinguistica nella comunicazione dal punto di vista dellapsicologia del parlante)

�Tutte queste discipline studiano la lingua nell’uso,ossia dei parlanti e non del sistema.

RIFLESSIONE EPISTEMOLOGICA

�Rapporto tra sociolinguistica e linguistica:

�linguistica “esterna” (approcci formali)

vs

linguistica “interna” o “autonoma”

�sociolinguistica trasversale a tutta la linguistica,perché lo studio della lingua non può esserescisso dalle strutture sociali della comunità incui la lingua è usata (etnografia della comunicazione)

RIFLESSIONE EPISTEMOLOGICA

�Rapporto tra sociolinguistica e linguistica:

�linguistica “esterna”, che presuppone la

linguistica “interna”, ma è dotata di una propria

autonomia.

�la linguistica interna dà conto della struttura dellelingue, ai diversi livelli di analisi; lasociolinguistica dà conto del loro uso.

RIFLESSIONE EPISTEMOLOGICA

�Rapporto tra sociolinguistica e linguistica:

�Presupposto della sociolinguistica è che illinguaggio serve a comunicare

�prospettiva funzionalistica (storia e cultura)�prospettiva funzionalistica (storia e cultura)

vs.

prospettiva formale (natura).

RIFLESSIONE EPISTEMOLOGICA

�Rapporto tra sociolinguistica e linguistica:

�C’è un impatto della funzione socio-comunicativa del linguaggio sulla struttura dellelingue? A quale livello?lingue? A quale livello?

RIFLESSIONE EPISTEMOLOGICA

Es: Semantica

�SinonimiaStesso significato, diversi significanti.(gr. sýn ‘insieme’ + ónyma "nome“)

Si tratta di un fenomeno riconducibile al fatto che la relazione istituitaall’interno del segno linguistico tra significato e significante non è biunivoca,di 1:1, a causa dell’arbitrarietà del codice verbale. Si tratta, cioè, di unarelazione paradigmatica.

RIFLESSIONE EPISTEMOLOGICA

Es: Semantica

�Sinonimia

� Parliamo di relazioni paradigmatiche quando l’impiego di unlessema esclude la presenza nella frase di un’altra parolalessema esclude la presenza nella frase di un’altra parolariconducibile a uno stesso insieme, identificabile o sulla base di unasomiglianza – nel caso dell’"omonimia", della "polisemia“, della"sinonimia“ e dell’"iponimia“ – o di rapporti oppositivi – nel casodell’"antonimia", della "complementarità" e dell’"inversione".Si tratta, quindi, di relazioni in absentia.

RIFLESSIONE EPISTEMOLOGICAEs.: Semantica

����Quasi-sinonimiaNon esiste di norma una perfetta interscambiabilità di tutti i significanti intutti i contesti possibili, dal momento che tra i due significati cambiano deitratti pragmatici:

Es.: �raffreddore/rinite ≠ diafasica ŋraffreddore/rinite ≠ diafasicalavandino/lavabo ≠ diatopica ("geosinonimi”)padre/babbo/papà:

padre vs. babbo/papà ≠ diafasicapapà vs. babbo ≠ diatopica ("geosinonimi”)padre vs. babbo vs. papà ≠ contestuali (sintagmatiche) Santo Padre vs.Babbo Natale vs. Papa Noël

≈ mettersi seduto vs. *porsi/collocarsi seduto

(salvo tra/fra: ma espressioni come tra trapezi o fra fratelli si evitano).

ŋ

RIFLESSIONE EPISTEMOLOGICAEs.: Fonetica – Allofoni

Fonema vs. allofono

• Il fonema, in quanto rappresentazione mentale,astratta, del suono, può avere diverserealizzazioni, in dipendenza da vari fattori.Queste diverse realizzazioni prendono il nome diQueste diverse realizzazioni prendono il nome diallofoni, distinti in:

• α) varianti libere (varianti allofoniche noncondizionate dal contesto fonologico)

• β) varianti contestuali o combinatorie (variantiallofoniche dovute a fattori fonotattici, come lacoarticolazione)

RIFLESSIONE EPISTEMOLOGICAEs.: Fonetica – Allofoni Fonema vs. allofono

suoni intercambiabili (nello stesso contesto)

sì no cambiano il significato varianti combinatoriecambiano il significato varianti combinatorie

sì nofonemi diversi varianti libere[tɔpo] ~ [dɔpo] [rana] ~ [Rana] [nazo] ~ [aɱfora] ~ [aŋkora]

RIFLESSIONE EPISTEMOLOGICA Es: Fonetica: varianti combinatorie

/s/

[s] [z]#__V [sera] V__V [rɔza]__Csd [skavare] __Csn [zgranokkjare]

__# [ribes]

RIFLESSIONE EPISTEMOLOGICA Es.: Fonetica: varianti libere

/r/

[r] [R][rana] ~ [Rana]

RIFLESSIONE EPISTEMOLOGICAPragmatica

����deissi sociale (allocutivi)

� Plurale usato come sineddoche (figura retorica legata alla quantità),ossia esprimendo l’importanza del ricevente fingendo che sia più diuno:fr. vous - it. non standard voi; plurale maiestatis (vs. fr. vous - it. non standard voi; plurale maiestatis (vs. plurale modestiae)

� Terza persona usata metonimicamente (figura retorica basata sulla contiguità concettuale), a indicare che il ricevente è assente, perché la sua importanza non permette di rivolgerglisi direttamente:it. Lei – port. o senhor / a senhora

RIFLESSIONE EPISTEMOLOGICAPragmatica

����deissi sociale (allocutivi)

�Unione delle due strategie:td. Sie

RIFLESSIONE EPISTEMOLOGICA

� Autonomia e complementarità della sociolinguistica, chespiega (alcuni) fenomeni attestati a livelli diversidell’analisi della lingua, dalla fonetica alla pragmatica.

� Oggetti di studio parzialmente condivisi, ma obiettivi emetodi diversi.

RIFLESSIONE EPISTEMOLOGICA

Statuto teorico della sociolinguistica

� Si sono sviluppati due tipi di sociolinguistica:�’correlazionale’, che mette in correlazione i fatti linguistici e le

variabili sociali considerandoli indipendenti e al fine divariabili sociali considerandoli indipendenti e al fine dispiegare i primi; ha metodologie quantitaive (cfr. Labov).

�’interpretativa’, che considera i fattori linguistici e quelli socialicodeterminantisi e studia l’attività verbale come una dellepossibili espressioni socio-culturali dell’uomo; si incentra sullestrategie di interazione e le intenzioni dei partecipantiall’interazione (per es. strategie di cortesia); ha metodologiequalitative (cfr. Gumperz).

RIFLESSIONE EPISTEMOLOGICA

Statuto teorico della sociolinguistica

� Non esistono una ‘sociolinguistica teorica’ o una‘sociolinguistica generale’:

concetti, problemi e modelli della sociolinguisticapresentano uno scarso livello di generalità, dal momentoche lo stretto legame con la dimensione sociale rendeogni generalizzazione necessariamente ‘particolare’,ossia legata alla cultura e alla struttura sociale dellacomunità di parlanti di una certa lingua.

RIFLESSIONE EPISTEMOLOGICA

Statuto teorico della sociolinguistica

�Tentativi di costruzione di un modello globale dei rapportitra lingua e società si sono sviluppatio all’interno della linguistica teorica (cfr. Halliday: linguao all’interno della linguistica teorica (cfr. Halliday: linguacome potenziale semantico che risponde a una serie difunzioni e si attualizza mediante la scelta tra una serie diopzioni, a seconda della situazione di discorso)o all’interno della etnografia della comunicazione (cfr.Hymes)

RIFLESSIONE EPISTEMOLOGICA

Statuto teorico della sociolinguistica

�È lo stesso oggetto di studio a costituire un ostacolo perla fondazione di una sociolinguistica teorica:

si tratta infatti di una serie di fenomeni vasta edeterogenea, da spiegare tenendo conto e del versantelinguistico e di quello sociale. Si rischia, pertanto, laparcelllizzazione delle analisi – nella sociolinguistica‘correlazionale’ – o la genericità di un’ermeneuticadell’azione linguistica – nella sociolinguisticainterpretativa.

RIFLESSIONE EPISTEMOLOGICA

Statuto teorico della sociolinguistica

�Due obiettivi realistici per la disciplina sono:

�formulare principi generali in relazione alla correlazione�formulare principi generali in relazione alla correlazionetra fenomeni linguistici e strutture sociali

� elaborare modelli di descrizione e analisi della variabilitàdelle lingue

RIFLESSIONE EPISTEMOLOGICA

Spiegazioni in filosofia della scienza

�spiegazioni causali: legame di causa-effetto (hoc propterhoc), proprie delle scienze esatte. Dato un fenomeno daspiegare (explanandum), lo derivano necessariamentespiegare (explanandum), lo derivano necessariamentesecondo una legge (explanans) a partire da condizioniiniziali.Si tratta di spiegazioni nomologico-deduttive, dotate dimassima adeguatezza esplicativa e di caratterepredittivo.Secondo la filosofia della scienza, costituiscono l’unicotipo di spiegazione a pieno titolo.

RIFLESSIONE EPISTEMOLOGICA

Spiegazioni in filosofia della scienza

�spiegazioni ‘teleologiche’: basate sulle intenzioni,dunque dipendenti dalla razionalità e dall’azione umana,proprie delle scienze umane e sociali. Il legame traproprie delle scienze umane e sociali. Il legame traexplanandum ed explanans non è necessario, néfisicamente né logicamente, ma solo probabile oaddirittura solo possibile. Hanno un valore predittivomolto debole e danno una spiegazione ex post dei fattistudiati.

RIFLESSIONE EPISTEMOLOGICA

Spiegazioni in linguistica

� La linguistica, essendo le lingue legate sia a fattorinaturali sia a fattori socio-culturali, si avvale di entrambi itipi di spiegazioni, anche in relazione delle sue diversetipi di spiegazioni, anche in relazione delle sue diversebranche. Ad esempio la grammatica generativa pretendedi essere predittiva e persegue l’adeguatezzaesplicativa. Viceversa, la sociolinguistica seguenaturalmente metodologie proprie delle scienze umane esociali.

RIFLESSIONE EPISTEMOLOGICA

Spiegazioni in linguistica

� I tipi si spiegazioni in linguistica sono in realtà almenoquattro:

�spiegazioni causali�spiegazioni causali�spiegazioni probabilistiche�spiegazioni funzionali (o ‘teleologiche’)�spiegazioni diacroniche (o ‘genetiche’)

Sono tipi di spiegazione via via meno forti, dal punto divista dei rapporti di causalità e della riconducibilità aleggi generali.

RIFLESSIONE EPISTEMOLOGICA

Spiegazioni in linguistica

�spiegazioni probabilistiche: basate sulla probabilitàstatistica, proprie di scienze ‘deboli’ come quelleeconomiche, non colgono legami necessari di causa-economiche, non colgono legami necessari di causa-effetto, ma solo tendenze probabilistiche, a volte ancheforti. Dato un fenomeno da spiegare (explanandum), loderivano con grande probabilità, ma post factum,secondo una tendenza (explanans) a partire dacondizioni iniziali: ‘dato X, è probabile (anche con gradodi probabilità misurabile) che accada Y’.

RIFLESSIONE EPISTEMOLOGICA

Spiegazioni in linguistica

�spiegazioni probabilistiche:si tratta di spiegazioni statistico-induttive, con valoredebolmente predittivo; non presentano adeguatezzadebolmente predittivo; non presentano adeguatezzaesplicativa, perché, nei termini di Popper, non possonoessere verificate, in quanto i controesempi non lefalsificano, ma al massimo correggono il grado diprobabilità.

RIFLESSIONE EPISTEMOLOGICA

Spiegazioni in linguistica

�spiegazioni probabilistiche.� Es.: tendenze tipologiche.

�Universali assoluti: privi di eccezioni.

� Tendenze: universali che presentano delle eccezioni.

RIFLESSIONE EPISTEMOLOGICA

Spiegazioni in linguistica

�spiegazioni probabilistiche.� Es.: tendenze tipologiche.

�Universali assoluti: privi di eccezioni.�Universali assoluti non implicazionali:

tutte le lingue hanno vocali orali

RIFLESSIONE EPISTEMOLOGICA

Spiegazioni in linguistica

�spiegazioni probabilistiche.� Es.: tendenze tipologiche.�Universali assoluti: privi di eccezioni.�Universali assoluti: privi di eccezioni.�Universali assoluti implicazionali:Ordine basico VSO (p)Preposizioni (q)Se p allora q (implicazione materiale nel calcolo

proposizionale standard).

RIFLESSIONE EPISTEMOLOGICA

Spiegazioni in linguistica

�spiegazioni probabilistiche.� Es.: tendenze tipologiche.�Universali assoluti implicazionali:�Universali assoluti implicazionali:Possibilità logiche di combinazione dei due parametri:(a) p q

(b) p non-q

(c) non-p q

(d) non-p non-q

RIFLESSIONE EPISTEMOLOGICA

Spiegazioni in linguistica

�spiegazioni probabilistiche.� Es.: tendenze tipologiche.�Universali assoluti implicazionali:�Universali assoluti implicazionali:

(a) gallese (VSO, Preposizioni)(b) Ø(c) inglese (SVO, Preposizioni)(d) giapponese (SOV, Posposizioni)

RIFLESSIONE EPISTEMOLOGICA

Spiegazioni in linguistica

�spiegazioni probabilistiche.� Es.: tendenze tipologiche.�Universali assoluti implicazionali:�Universali assoluti implicazionali:

Solo l’attestazione della seconda possibilità logica (b)non ammessa, perché costituirebbe un controesempio.Perché l’universale possa essere considerato validociascuna delle tre possibilità ammesse deve essereattestata.

RIFLESSIONE EPISTEMOLOGICA

Spiegazioni in linguistica

�spiegazioni probabilistiche.� Es.: tendenze tipologiche.�Universali assoluti: privi di eccezioni.�Universali assoluti: privi di eccezioni.�Universali assoluti implicazionali:

se una lingua ha vocali nasali, allora deve avere vocali orali (Greenberg).

(p) vocali nasali(q) vocali orali

RIFLESSIONE EPISTEMOLOGICA

Spiegazioni in linguistica

�spiegazioni probabilistiche.� Es.: tendenze tipologiche.�Universali assoluti implicazionali:�Universali assoluti implicazionali:Possibilità logiche di combinazione dei due parametri:(a) p q

(b) p non-q

(c) non-p q

(d) non-p non-q

RIFLESSIONE EPISTEMOLOGICA

Spiegazioni in linguistica

�spiegazioni probabilistiche.� Es.: tendenze tipologiche.�Universali assoluti implicazionali:�Universali assoluti implicazionali:

(a) francese (vocali orali, vocali nasali)(b) Ø(c) italiano (vocali orali)(d) Ø

RIFLESSIONE EPISTEMOLOGICA

Spiegazioni in linguistica

�spiegazioni probabilistiche.� Es.: tendenze tipologiche.�Tendenze tipologiche non-implicazionali:�Tendenze tipologiche non-implicazionali:

quasi tutte le lingue hanno consonanti nasali (eccezione: lingue salish)

il soggetto precede di norma l’oggetto (eccezione: malgascio – VOS – hixkaryana – OVS).

RIFLESSIONE EPISTEMOLOGICA

Spiegazioni in linguistica

�spiegazioni probabilistiche.� Es.: tendenze tipologiche.�Tendenze tipologiche implicazionali:�Tendenze tipologiche implicazionali:

se una lingua è SOV, sarà probabilmente posposizionale.

RIFLESSIONE EPISTEMOLOGICA

Spiegazioni in linguistica

�spiegazioni funzionalistiche: in linguistica si oppongono aquelle formalistiche, che si basano sull’assunto che lelingue servano soprattutto a esprimere il pensiero elingue servano soprattutto a esprimere il pensiero eritengono importante, per spiegare i fenomeni linguistici,soprattutto la struttura della lingua.Viceversa, i diversi approcci funzionali si basanosull’assunto che le lingue servano anzitutto acomunicare e ritengono importante, per spiegare ifenomeni linguistici, soprattutto l’uso della lingua.

RIFLESSIONE EPISTEMOLOGICA

Spiegazioni in linguistica

�spiegazioni funzionalistiche: come quelle formalistiche,anche le spiegazioni funzionalistiche sono di vario tipo.Le differenze riguardano:Le differenze riguardano:

�portata ‘globale’ o ‘locale’ delle spiegazionifunzionalistiche rispetto alla teoria linguistica;

�ricerca delle funzioni in principi semiotici (efficienzadistintiva, economia, ridondanza, diagrammaticità, ecc.)o nei bisogni dei parlanti; questa differenza richiamafunzioni interne o esterne al codice lingua. Ossiafunzionalismo cognitivo vs. sociale.

RIFLESSIONE EPISTEMOLOGICA

Spiegazioni in linguistica

�spiegazioni funzionalistiche:�portata ‘globale’ delle spiegazioni funzionalistiche�Functional Grammar (FG) – Dik�Functional Grammar (FG) – Dik

Il sistema linguistico è visto come un complesso di regole,strutture e principi motivati dalle condizioni d’uso.

�Il vaso era fragile, perché si è rotto (= infatti; for in inglese)= Frase causale a livello di speech act (Dico che il vaso era

fragile, perché si è rotto).�La struttura risponde ai bisogni del parlante.

RIFLESSIONE EPISTEMOLOGICA

Spiegazioni in linguistica

�spiegazioni funzionalistiche:�portata ‘locale’ delle spiegazioni funzionalistiche�Concetto di empaty - Kuno�Concetto di empaty - Kuno

Viene integrato un modello formale di sintassi con spiegazionifunzionali legate soprattutto al concetto di empaty, ossia dipunto di vista di un partecipante all’atto comunicativo.

= Logoforici: Caesar dixit se Romam iturum esse (se vs. eumperché riprende anaforicamente il locutore.

� La struttura risponde ai bisogni del parlante.

RIFLESSIONE EPISTEMOLOGICA

Spiegazioni in linguistica

�spiegazioni funzionalistiche:�ricerca delle funzioni in principi semiotici� Martinet, Simone, Haiman� Martinet, Simone, Haiman

la struttura delle lingue, ai vari livelli di analisi, risponde aprincipi soprattutto cognitivi, al fine di un buon passaggio delmessaggio nella situazione comunicativa

�livello fonologico: necessità di sufficiente numero di vocali(efficienza distintiva)

�livello morfologico: accordo come forma di ridondanza

�livello sintattico: diagrammaticità della coordinazione

Spiegazioni funzionalistiche: Jakobson

CODICEfz. metalinguistica

CANALEfz. fatica

CANALEfz. fatica

EMITTENTEfz. emotiva

MESSAGGIOfz. poetica

RICEVENTEfz. conativa

REFERENTEfz. referenziale

RIFLESSIONE EPISTEMOLOGICA

Spiegazioni in linguistica

�spiegazioni diacroniche (o genetiche): basate sulmutamento linguistico. Dato un fenomeno da spiegare(explanandum), esso è ricondotto alla forma che lo(explanandum), esso è ricondotto alla forma che loprecede nel tempo. Hanno un carattere parzialmentepredittivo, perché fatti di analogia o di contatto possonoagire come fenomeni di disturbo:

GRAVIS > greve < LEVIS

RIFLESSIONE EPISTEMOLOGICA

Spiegazioni in linguistica

�spiegazioni diacroniche (o genetiche):�Es.: leggi fonetichelt. -CT- > it. -tt-lt. -CT- > it. -tt-

FACTU(M) > fattoDICTU(M) > dettoNOCTE(M) > notte

RIFLESSIONE EPISTEMOLOGICA

Spiegazioni in linguistica

�spiegazioni diacroniche (o genetiche):�Es.: mutamento morfologicoingl. walk ~ walkedingl. walk ~ walked

go ~ goed (went)bring ~ bringed (brought)help ~ holp > helped

RIFLESSIONE EPISTEMOLOGICA

Spiegazioni in linguistica

�spiegazioni diacroniche (o genetiche):� Ma questo è un livello di descrizione; le spiegazioni

vanno eventualmente cercate su un altro piano, advanno eventualmente cercate su un altro piano, adesempio in ambito funzionale:

�fonetica naturale: assimilazione, per maggiore efficienzaarticolatoria ed economia)

�economia: analogia, che va verso la semplificazione

RIFLESSIONE EPISTEMOLOGICA

Spiegazioni in linguistica

�spiegazioni diacroniche (o genetiche):�Spiegazioni funzionali più legate alla dimensione sociale sono

quelle riconducibili al concetto di interferenza o contatto traquelle riconducibili al concetto di interferenza o contatto tralingue, ossia all’influenza che una lingua può avere su un’altra

�lingua di superstrato: si tratta di una lingua di maggior prestigioche non riesce a imporsi completamente su quella di minorprestigio, a causa della brevità del contatto, ma riescecomunque ad avere una profonda influenza a vari livelli dianalisi (Old English > Middle English).

RIFLESSIONE EPISTEMOLOGICA

Spiegazioni in linguistica

�spiegazioni diacroniche (o genetiche):� lingua di sostrato: si parla di lingua di sostrato in riferimento

alla situazione in cui una delle due lingue scompare, malascia tracce nella lingua di maggior prestigio, che si impone elascia tracce nella lingua di maggior prestigio, che si impone esopravvive (celtico>langue d’oïl).

� lingua di adstrato: si parla di lingua di adstrato in riferimentoalla situazione in cui le due lingue che entrano in contattogodono dello stesso prestigio e si influenzanoreciprocamente; per determinare questa situazione non ènecessario che avvenga un contatto diretto (geografico) tra ledue comunità di parlanti, ma è sufficiente un contatto indiretto(politico, economico, culturale).

RIFLESSIONE EPISTEMOLOGICA

Spiegazioni in sociolinguistica

� In linguistica ai quattro tipi di spiegazioni si affiancanoanche le descrizioni, che ci dicono come è fatto unoggetto, non perché è fatto in una certa maniera.oggetto, non perché è fatto in una certa maniera.

Le descrizioni sono il primo passo perché siano possibilile spiegazioni.

RIFLESSIONE EPISTEMOLOGICA

Assiomi delle sociolinguistica

Si intendono delle affermazioni fondanti, prive didimostrazione, dotate di validità intrinseca e attedimostrazione, dotate di validità intrinseca e attea fungere da basi concettuali per la disciplina.

RIFLESSIONE EPISTEMOLOGICA

Assiomi delle sociolinguistica

Assioma ISeguendo un approccio induttivo (=analitico), lasociolinguistica studia anzitutto il sistema e lesociolinguistica studia anzitutto il sistema e lestrutture di una lingua e della comunità in cui èparlata - che non sono direttamente osservabiliné empiricamente verificabili - prima che l’attivitàlinguistica e la situazione sociale, che, invece, losono.

RIFLESSIONE EPISTEMOLOGICA

Assiomi delle sociolinguistica

Assioma IILa lingua è proprietà individuale e sociale nelcontempo, perché l’individuo la apprende e lacontempo, perché l’individuo la apprende e lausa sfruttando una potenzialità individuale, manel contesto della comunità di cui fa parte.

�Corollario: necessità di un approccio anchesociale al linguaggio, per coglierlo nella suaglobalità.

RIFLESSIONE EPISTEMOLOGICA

Assiomi delle sociolinguistica

Assioma III (della variabilità)Ogni lingua si articola in varietà, pur nei confinistabiliti di una serie di caratteristiche peculiaristabiliti di una serie di caratteristiche peculiari(fonetiche, fonologiche, morfologiche,sintattiche, semantiche), che la rendonoriconoscibile.La variabilità intralinguistica rispecchiala la variabilitàinterlinguistica, che è limitata comunque dagli universali.

RIFLESSIONE EPISTEMOLOGICA

Assiomi delle sociolinguistica

Assioma IVCiascun parlante è capace di usare in potenza eusa in atto più varietà di una lingua, in situazioniusa in atto più varietà di una lingua, in situazionidiverse.

RIFLESSIONE EPISTEMOLOGICA

Assiomi delle sociolinguistica

Assioma VCiascun parlante usa un insieme di varietàdiverso da un altro, in quanto parlante ‘ideale’ didiverso da un altro, in quanto parlante ‘ideale’ diuna comunità linguistica eterogenea.vs. idea della competenza del parlante ‘ideale’chomskyano, che ‘sa’ tutto della propria lingua, in unacomunità linguistica omogenea.

RIFLESSIONE EPISTEMOLOGICA

Assiomi delle sociolinguistica

Assioma VILe diverse varietà non sono socialmenteequivalenti, ma hanno un diverso prestigio.equivalenti, ma hanno un diverso prestigio.

RIFLESSIONE EPISTEMOLOGICA

Assiomi delle sociolinguistica

Assioma VIILa quantità di conoscenze del parlante e dicapacità implicate dal saper usare una lingua ècapacità implicate dal saper usare una lingua ècomunque grandissima e difficilmentedelimitabile; la SL deve porre dei limiti allapropria analisi, costituiti dalle conoscenze edalle capacità legate all’uso sociale della lingua.

RIFLESSIONE EPISTEMOLOGICA

Assiomi delle sociolinguistica

Assioma VIII (della polifunzionalità costitutiva, oplurifunzionalità sociolinguistica)

La lingua è plurifunzionale, a partire da alcuneLa lingua è plurifunzionale, a partire da alcunefunzioni nucleari, quali quella di esprimere ilpensiero, accrescere le conoscenze, stabilire emantenere funzioni sociali (funzioneinterazionale), agire sull’ambiente circostante.

RIFLESSIONE EPISTEMOLOGICA

Assiomi delle sociolinguistica

Assioma IX

I diversi livelli di analisi sono diversamente permeabiliall’influsso extralinguistico, ossia sociale:

morfologia ⊃ sintassi ⊃ fonologia/fonetica ⊃ lessico/semantica ⊃

pragmatica

Romaine (1984):

potere del parlante� pragmatica semantica sintassi fonologia/fonetica potere del sistema

RIFLESSIONE EPISTEMOLOGICA

Assiomi delle sociolinguistica

Assioma XLa variabilità è diversa per i diversi livelli:

massima per lessico, alta per pragmatica e fonetica,massima per lessico, alta per pragmatica e fonetica,ridotta per sintassi e morfologia.Mioni (1988) per italiano:fonetica e fonologia > lessico > morfologia derivazionale> sintassi > morfologia flessiva > ortografia.�fonologia: Romagna, realizzazione delle affricate

�rapporto fonetica/grafia inverso in regno Unito e Francia.

RIFLESSIONE EPISTEMOLOGICA

Assiomi delle sociolinguistica

Assioma XIPossono avere valore sociale fenomeni(=variabili) che si collocano a tutti i livelli di(=variabili) che si collocano a tutti i livelli dianalisi, dal testo agli allofoni.

RIFLESSIONE EPISTEMOLOGICA

Assiomi delle sociolinguistica

Assioma XIILe scelte tra variabili possono costituire un attoidentitario, come segno di appartenenza a unidentitario, come segno di appartenenza a ungruppo, che ha un suo spazio nella comunità deiparlanti.

�Corollario: le variabili forniscono informazioni inrelazione alla collocazione sociale del parlante.

RIFLESSIONE EPISTEMOLOGICA

Assiomi delle sociolinguistica

Assioma XIII (assioma della pluridimensionalitàsociolinguistica)Lo spazio sociolinguistico in cui è collocato il parlante èpluridimensionale:pluridimensionale:

�pluridimensionalità linguistica (≠ varietà)�pluridimensionalità sociale (caratteristiche demografiche,

caratteristiche culturali, status, ecc.La somma di queste varietà riflette situazioni moltodiverse tra loro.

RIFLESSIONE EPISTEMOLOGICA

Assiomi delle sociolinguistica

Assioma XIV (assioma del relativismosociolinguistico)Per sua natura la SL è strettamente legata a unaPer sua natura la SL è strettamente legata a unaspecifica situazione sociale, quella dellacomunità dei parlanti una certa lingua.

RIFLESSIONE EPISTEMOLOGICA

Assiomi delle sociolinguistica

Assioma XVOggetto della sociolinguistica devono essere,nel contempo:nel contempo:�la parte di lingua che è condizionata dai fattisociali�la parte dell’attività linguistica, ossia delcomportamento linguistico dei parlanti, chedipende dai fattori socio-storico-culturali.

RIFLESSIONE EPISTEMOLOGICA

Assiomi delle sociolinguistica

Assioma XVI (assioma del plurilinguismo)Nel sistema linguistico che caratterizza unasocietà convivono più sistemi linguistici, il chesocietà convivono più sistemi linguistici, il cheproduce dei repertori plurilingui. Per i repertoriplurilingui vigono tutti gli assiomi precedenti.

NOZIONI FONDAMENTALI

Comunità linguistica

La nozione di ‘comunità linguistica’ - o ‘comunitàparlante’ o ‘comunità dei parlanti’ – èparlante’ o ‘comunità dei parlanti’ – èfondamentale in sociolinguistica, e mostra comel’interesse di questa parte della linguistica siavolto ai parlanti e alla lingua nel contempo.

= speech community

NOZIONI FONDAMENTALI

Comunità linguistica

�Def. generale

Comunità sociale che condivide determinati trattilinguistici.

NOZIONI FONDAMENTALI

Comunità linguistica

�Tratti linguistici =�una stessa lingua (strutturalisti americani)

�lingua comune, usata per comunicare l’uno�lingua comune, usata per comunicare l’unocon l’altro (Hockett)

�lingua materna (Kloss)

�una varietà di lingua e le norme per il suo usoappropriato (Fishman)

NOZIONI FONDAMENTALI

Comunità linguistica

�Comunità sociale =�gruppo di persone che condividono la stessa�gruppo di persone che condividono la stessalingua, parlata nella stessa entità geografico-politica (Ferguson)

NOZIONI FONDAMENTALI

Comunità linguistica

�Comunità sociale e tratti linguistici =�aggregato umano caratterizzato da�aggregato umano caratterizzato daun’interazione regolare mediante un sistemacondiviso di segni verbali, diverso da quello inuso in altri aggregati umani (Gumperz)

NOZIONI FONDAMENTALI

Comunità linguistica

�Comunità sociale e tratti linguistici =�gruppo di parlanti che condivide un insieme di�gruppo di parlanti che condivide un insieme diatteggiamenti sociali nei confronti della lingua(Labov)

�Possibile deriva verso la psicologia sociale e ilsentimento di appartenenza e l’autoidentificazione, chepuò portare alla dissoluzione del concetto stesso dicomunità di parlanti.

NOZIONI FONDAMENTALI

Comunità linguistica

�Comunità sociale e tratti linguistici =

somma di reti sociali, in cui si possono registrare anchemolte differenze di atteggiamenti linguistici (Romaine)

�concetto di comunità linguistica come rete sociale ecomunicativa essenziale per territori con marcata pluralitàetnica e linguistica.

�comunità linguistica vs. comunità di comunicazione(Dittmar)

�Sprechbund vs Sprachbund (Hymes)

NOZIONI FONDAMENTALI

Comunità linguistica

�Comunità sociale e tratti linguistici =�comunità che condivide la conoscenza di�comunità che condivide la conoscenza diregole per produrre e interpretare il parlare(Hymes)

NOZIONI FONDAMENTALI

Comunità linguistica

A mano a mano che la definizione dicomunità linguistica si accavalla con quella digruppo sociale diventa più ristretta e piùgruppo sociale diventa più ristretta e piùcomplessa, basandosi su parametri pocooggettivi,come gli atteggiamenti, la condivisionedi norme e valori, ecc.�Così la nozione di comunità linguistica passada primitivo dell’analisi a risultato dell’analisisociolinguistica.

NOZIONI FONDAMENTALI

Comunità linguistica

�Def. operativaInsieme di persone, di estensione indeterminata,Insieme di persone, di estensione indeterminata,che condividano l’accesso a un insieme divarietà di lingua e siano unite da una qualcheforma di aggregazione socio-politica.

�varietà di dimensioni della comunità�scala di riferimento per la nozione di repertorio linguistico

NOZIONI FONDAMENTALI

Repertorio linguistico

�Def. operativaIl repertorio linguistico – o repertorio verbale – èIl repertorio linguistico – o repertorio verbale – èl’insieme delle risorse linguistiche possedute daimembri di una comunità linguistica, ossia lasomma delle varietà di lingua (repertoriomonolingue) o di lingue (repertorio plurilingue)impiegate presso una certa comunità sociale.

NOZIONI FONDAMENTALI

Repertorio linguistico

Le diverse varietà intrattengono tra di loro deiLe diverse varietà intrattengono tra di loro deirapporti secondo precise gerarchie di uso.

NOZIONI FONDAMENTALI

Repertorio linguistico

�Es. repertorio linguistico della comunità parlanteitaliana:�italiano e sue varietà�dialetti e loro varietà�lingue minoritarie e loro varietà�rapporti gerarchici tra queste diverse varietà di linguenello spazio sociolinguistico

�Concetto simile a quello di architettura dellalingua (Coseriu)

NOZIONI FONDAMENTALI

Repertorio linguistico

Repertorio linguistico e architettura della lingua:�Se il passaggio da una varietà all’altra del�Se il passaggio da una varietà all’altra del

repertorio durante lo stesso evento comunicativo(commutazione di codice) diventa una dellerisorse comunicative, fa parte del repertorio.

NOZIONI FONDAMENTALI

Repertorio linguistico

Repertorio linguistico e comunità linguistica:�Il concetto di repertorio può riferirsi al singolo,�Il concetto di repertorio può riferirsi al singolo,

anche se il repertorio linguistico individuale èuna sottoparte del repertorio dell’interacomunità: nessun parlante possiede da solotutte le varietà che costituiscono il repertoriodella comunità di parlanti.

NOZIONI FONDAMENTALI

Repertorio linguistico

�Il repertorio linguistico è l’unità massima dianalisi in sociolinguistica; la comunità linguisticaanalisi in sociolinguistica; la comunità linguisticaè il suo correlato sociale.Le diverse varietà ne costituiscono dellesottoparti, che hanno come correlato sociale lecaratteristiche dei parlanti.

NOZIONI FONDAMENTALI

Varietà di lingua

�Definizione generaleOgni componente riconoscibile di un repertoriolinguistico.linguistico.

~ Variante (sopr. linguistica tedesca). Usato anche per uninsieme di tratti troppo esiguo per delimitare una varietàa sé stante, ma una sottovarietà (Cardona).

~ Isoletto (linguistica americana), usato per varietà distinteda altre solo per pochi tratti.

�Anche ‘forme di lingua’, ‘modi//forme di parlare’ (forms ofspeech)

NOZIONI FONDAMENTALI

Varietà di lingua

La varietà di lingua è data dal cooccorrere dicerti elementi linguistici in una certa situazionesociale (contesto d’uso)sociale (contesto d’uso)= modo in cui parla un gruppo di persone o incui si parla in una certa situazione.�Forma convenzionalizzata di realizzazione delsistema.

�ossia selezione di possibilità insite nel sistema da partedi un certo contesto socio-situazionale.

NOZIONI FONDAMENTALI

Varietà di lingua

�Definizioni particolari�Insieme di item linguistici con distribuzione

sociale simile. (Hudson)sociale simile. (Hudson)

�Insieme di tratti congruenti di un sistemalinguistico che cooccorrono con un certo tipo ditratti sociali, che caratterizzano i parlanti o lesituazioni d’uso (Berruto)

�Item linguistici / tratti congruenti = variabili

RIFLESSIONE EPISTEMOLOGICA

comunità di parlanti�

repertorio linguisticorepertorio linguistico

varietà di lingua varietà di lingua varietà di lingua...

variab. variab. variab… variab. variab. variab… variab.variab. variab…

NOZIONI FONDAMENTALI

Varietà di lingua

I tratti che differenziano una varietà dall’altra sicollocano ai vari livelli di analisi della lingua.collocano ai vari livelli di analisi della lingua.La quantità di tratti che differenziano unavarietà all’altra può essere più o meno elevata.Una varietà può differire da un’altra anche sullabase della frequenza di certi tratti.

NOZIONI FONDAMENTALI

Varietà di lingua

�Nonostante il sostanziale accordo degli studiosi�Nonostante il sostanziale accordo degli studiosisu che cosa sia una varietà, non è semplicericonoscerla, delimitarla e classificarla.�Di solito solo alcune varietà (le più salienti)sono dotate di un nome specifico.

NOZIONI FONDAMENTALI

Varietà di lingua

�Si procede�identificando una lista di tratti linguistici che si�identificando una lista di tratti linguistici che sipresentano insieme�verificando se questi tratti tendono acooccorrere con parlanti dotati di certecaratteristiche sociali o in certe situazioni d’usodella lingua.

NOZIONI FONDAMENTALI

Varietà di lingua

�oppure�identificando dei caratteri sociali comuni a�identificando dei caratteri sociali comuni adeterminati parlanti o determinate situazionid’uso della lingua.�verificando se questi tratti sociali e/osituazionali tendono a cooccorrere con trattilinguistici particolari e ricorrenti.

NOZIONI FONDAMENTALI

Varietà di lingua

Variabili

�Definizione�DefinizioneCiascun tratto linguistico, ai vari livelli di analisidella lingua, che faccia parte di una lista dicaratteristiche che occorrono in parlanti dotati dicerte caratteristiche sociali o in certe situazionid’uso della lingua.

NOZIONI FONDAMENTALI

Varietà di lingua

Variabili

� Le variabili che costituiscono una varietà devonoessere coerenti e omogenee. La selezione diessere coerenti e omogenee. La selezione diuna è legata alla selezione di tutta una serie dialtre variabili con questa compatibili.

�Es.:*Scusa,venga qui!

L’enunciato è mal formato solo dal punto di vistasociolinguistico,in quanto le forme di allocuzione sonoincompatibili per rivolgersi alla stessa persona.

NOZIONI FONDAMENTALI

Varietà di lingua

�Due varietà diverse possono essere consideratevarietà di una stessa lingua o di due linguevarietà di una stessa lingua o di due linguediverse, non sulla base del numero di variabiliche le dividono, ma su quella di criteriextralinguistici come il sentimento dei parlanti, leconvenzioni socio-culturali, considerazioni dicarattere politico e ideologico, l’importanzasociale, ecc.

NOZIONI FONDAMENTALI

Varietà di lingua

�Ess. in termini di ≠ strutturale eintercomprensibilità:intercomprensibilità:tedesco e neederlandeselingue scandinaveserbo e croato / hindi e urduvs.Italiano e molti dialetti

NOZIONI FONDAMENTALI

Varietà di lingua

�Influenza del diverso prestigio delle varietàstandard e di quelle substandard.standard e di quelle substandard.La connotazione negativa delle varietàsubstandard non è legata ai soli tratti linguistici,ma alla loro associazione con un insieme diparlanti o con certe situazioni consideratenegativamente.

NOZIONI FONDAMENTALI

Varietà di lingua

Lingua

�Dal punto di vista sociolinguistico una lingua è�Dal punto di vista sociolinguistico una lingua èun diasistema (Weinreich)

Un diasistema è un sistema di livello superiore,costituito da un sottosistema comune (= partecomune a tutte le varietà) e da sottosistemiparziali (= parti specifiche delle singole varietà odi gruppi di varietà).

NOZIONI FONDAMENTALI

Varietà di lingua

Idioletto

�La varietà minima è data da quella adottata dal�La varietà minima è data da quella adottata dalsingolo parlante in una singola tipologia disituazioni. Si parla di solito di idioletto (Bloch).

NOZIONI FONDAMENTALI

Varietà di lingua

Idioletto

Accezioni di idiolettoAccezioni di idioletto�Insieme delle realizzazioni linguistiche di un

parlante nel servirsi di una lingua per interagirecon un altro parlante ⊃ idioletti diversi per linguediverse

NOZIONI FONDAMENTALI

Varietà di lingua

Idioletto

Accezioni di idiolettoAccezioni di idioletto�Insieme delle particolarità linguistiche di un

parlante = repertorio linguistico individuale.�Modo di realizzare la lingua da parte di un

parlante in un insieme omogeneo di situazioni ⊃

più idioletti per il singolo parlante.

NOZIONI FONDAMENTALI

Varietà di lingua

Idioletto

�Definizione operativa�Definizione operativaSomma delle variazioni personali (suscettibili diinterpretazione sociale) rispetto a uno standardlinguistico.

NOZIONI FONDAMENTALI

Competenza comunicativa

�DefinizioneCiò che il parlante sa fare con la propria lingua.Ciò che il parlante sa fare con la propria lingua.

Competenza riguardo a quando parlare equando tacere, e riguardo a cosa dire, a chi,quando, dove, in quale modo

(Hymes)

NOZIONI FONDAMENTALI

Competenza comunicativa

Il concetto di competenza comunicativa nasce incontrapposizione a quello di competenzacontrapposizione a quello di competenzalinguistica di Chomsky, negli anni Sessanta delsecolo scorso.

Risponde alla domanda: “che cosa vuol diresapere una lingua?”

NOZIONI FONDAMENTALI

ASTRATTO vs. CONCRETO (Sistema vs. parlanti)

competenza vs. esecuzione competenza vs. esecuzione Competenza Ciò che l’individuo “sa”Esecuzione Ciò che l’individuo “fa”

(Noam Chomsky)

NOZIONI FONDAMENTALI

Competenza comunicativa

Comp. comunicativa ≅ Comp. linguisticaciò che l’individuo sa ciò che l’individuo saciò che l’individuo sa ciò che l’individuo sa

Comp. comunicativa ≠ Comp. linguisticafatti esterni al sistema fatti interni al sistema

NOZIONI FONDAMENTALI

Competenza comunicativa

La competenza comunicativa consiste non solonella capacità di produrre frasi grammaticali, manella capacità di produrre frasi grammaticali, maanche di usarle come enunciati appropriati allesituazioni.

NOZIONI FONDAMENTALI

Competenza comunicativa

�Quattro parametri:�possibilità formale�possibilità formale�realizzabilità sulla base dei mezzi diesecuzione disponibili (difficoltà)�appropriatezza rispetto al contesto d’uso)�frequenza di realizzazione

(Hymes)

NOZIONI FONDAMENTALI

Competenza comunicativa

�Sette sottocompetenze:�competenza linguistica (ai vari livelli di analisi)�competenza paralinguistica (livello fonico)�competenza paralinguistica (livello fonico)�competenza cinesica�competenza prossemica�competenza performativa (=perlocutiva)�competenza pragmatica�competenza socio-culturale

(Berruto)

NOZIONI FONDAMENTALI

Competenza comunicativa

�Cinque componenti:�pragmatica�pragmatica�performativa�testuale�psico-sociale (procedimenti interpretativi dellasituazione d’uso)�sociolinguistica (Zuanelli Sonino)

NOZIONI FONDAMENTALI

Competenza comunicativa

Per competenza comunicativa si intende, dunque, saperparlare e scrivere usando la grammatica e il lessico inmaniera corretta, scegliendo la varietà più adeguata allamaniera corretta, scegliendo la varietà più adeguata allasituazione, attuando gli atti linguistici appropriati,accompagnando la comunicazione verbale con codicinon verbali, rispettando le regole di interazione, maanche le norme culturali della comunità di parlanti.

�Concetto programmatico

NOZIONI FONDAMENTALI

Competenza comunicativa

�Tre approcci:Comp. comunicativa > Comp. linguisticaComp. comunicativa > Comp. linguistica

Comp. comunicativa ≈ Comp. Linguistica

Comp. comunicativa Comp. linguistica

NOZIONI FONDAMENTALI

Competenza comunicativa

�Il concetto, cardine, di appropriatezzasituazionale è difficile da tenere insituazionale è difficile da tenere inconsiderazione nella pratica del sociolinguistica,perché implica sia la conoscenza generale delmondo, o enciclopedia, sia il conformismo socio-culturale.Inoltre la valutazione dell’appropriatezza risultapossibile solo a posteriori.

NOZIONI FONDAMENTALI

Competenza comunicativa

�Riformulazione in termini dicontestualizzazione dell’atto comunicativo, macontestualizzazione dell’atto comunicativo, maspostato verso le conoscenze aprioristichenecessarie per interpretare quanto viene detto eportare avanti la cooperazione conversazionale.

NOZIONI FONDAMENTALI

Situazione comunicativa

È il primo dei costrutti sociologici che sono dinorma impiegati in sociolinguistica, comenorma impiegati in sociolinguistica, comevariabili indipendenti per spiegare la variabilitàlinguistica. Si tratta di un concetto di scarsorilievo teorico, ma molto importante sul pianodescrittivo.

NOZIONI FONDAMENTALI

Situazione comunicativa

�Def. generaleUna situazione è un insieme di eventi che siUna situazione è un insieme di eventi che sisviluppano in successione, in riferimento ai qualii partecipanti danno un senso al corsodell’interazione, stabiliscono piani d’azione, ecc.

(Schütze 1987)

NOZIONI FONDAMENTALI

Situazione comunicativa

�Def. particolareUna situazione comunicativa è un insieme diUna situazione comunicativa è un insieme dicircostanze, concrete e astratte, in cui avvieneun evento di comunicazione linguistica; è ilmicro-contesto effettivo in cui si attua l’uso dellalingua. Ciascun componente di questecircostanze può influenzare in qualche misura ilcomportamento linguistico dei parlanti.

NOZIONI FONDAMENTALI

Situazione comunicativa

�Componenti della situazione comunicativa(= evento linguistico, secondo Hymes 1980, che parte(= evento linguistico, secondo Hymes 1980, che parteda Jakobson):�contesto ambientale (cronotopo)�scena (culturale)�parlante�mittente (=fonte)

NOZIONI FONDAMENTALI

Situazione comunicativa

�ascoltatore�destinatario�destinatario�scopi-risultati (dal punto di vista dellacomunità)�scopi-fini (in termini di intenzioni individuali)�forma del messaggio�contenuto del messaggio

NOZIONI FONDAMENTALI

Situazione comunicativa

�chiave (tono o spirito con cui un attocomunicativo viene compiuto)comunicativo viene compiuto)�canale di comunicazione�forme di parlata�norme di interazione�norme di interpretazione�genere testuale

NOZIONI FONDAMENTALI

Situazione comunicativa

�Macrocomponenti�S(ituation)�P(participants)�P(participants)�E(nds)�A(ct sequences)�K(ey)�I(nstrumentalities)�N(orms)�G(enres)

NOZIONI FONDAMENTALI

Situazione comunicativa

�Componenti della situazione comunicativa:(Berruto 1980)(Berruto 1980)�Macrocomponenti�Partecipanti�Mezzo�Intenzione comunicativa�Argomento

NOZIONI FONDAMENTALI

Situazione comunicativa

�Componenti della situazione comunicativa:�Attività linguistica (Berruto)L’attività linguistica è un lavoro specializzato,L’attività linguistica è un lavoro specializzato,che richiede conoscenza del ‘saper fare’ epratica. Le singole prestazioni linguistichepossono riuscire più o meno bene e alcunepersone sanno fare meglio questo lavoro(Disuguaglianza linguistica, vs. Chomsky e parlanteideale)

NOZIONI FONDAMENTALI

Situazione comunicativa

�Componenti della situazione comunicativa (= variazione ‘diatipica’,secondo Halliday 1983) :�Macrocomponenti�Macrocomponenti�Campo (argomento, sfera di esperienza, sferadi attività)�Tenore (rapporti tra i partecipanti)�Modo (= mezzo)

NOZIONI FONDAMENTALI

Situazione comunicativa

Nelle varie impostazioni risultano comunquecentrali il ruolo dei partecipanti all’interazionecentrali il ruolo dei partecipanti all’interazione(comunicativo e sociale), le conoscenzepregresse attribuite agli interlocutori, l’immagineche degli interlocutori viene costruita. Questifattori influenzano l’andamento dell’interazione,da intendersi come negoziazione continua tra gliinterlocutori.

NOZIONI FONDAMENTALI

Situazione comunicativa

Degli interlocutori nell’interazione sono rilevantisia il ruolo sociale, sia lo status.sia il ruolo sociale, sia lo status.�Status sociale è la posizione di un individuonella struttura sociale, stratificata in unagerarchia piramidale (= disuguaglianza sociale).�Ruolo sociale è l’insieme dei comportamentiattesi dall’individuo sulla base del suo status.

NOZIONI FONDAMENTALI

Situazione comunicativa

�Il ruolo sociale è la minima unità sociologicaimpiegata in sociolinguistica.impiegata in sociolinguistica.

�Ess.:status status

padre insegnanteruoloeducatore

NOZIONI FONDAMENTALI

Situazione comunicativa

�L’influenza dell’interlocutore nell’interazione èstudiata dalla psicologia sociale del linguaggiostudiata dalla psicologia sociale del linguaggiomediante la teoria dell’adeguamento (oadattamento, o adeguazione):�i parlanti tenderebbero a selezionare nelproprio repertorio le caratteristiche delcomportamento verbale attribuiteall’interlocutore.

NOZIONI FONDAMENTALI

Situazione comunicativa

�Caratteristiche: varietà, tono di voce, velocità diesecuzione, ecc.Scopo: convergenza (o, a volte, divergenza,Scopo: convergenza (o, a volte, divergenza,con scelte opposte), per guadagnare�l’approvazione dell’interlocutore (di solitomediante convergenza; talora mediantedivergenza, sottolineando la distinzione tra igruppi di appartenenza).�all’interno di un rapporto di cooperazione.

NOZIONI FONDAMENTALI

Situazione comunicativa

�Ess.:Scelta della linguaCode switchingCode switching

Foreigner talk

Baby talk

NOZIONI FONDAMENTALI

Situazione comunicativa

�Obiezioni alla teoria dell’adeguamento:�semplificazione mancata della varietà usata

nell’interazione.nell’interazione.Ma: adeguamento locale ed eventualmente shift(es. pidgin)

�l’adeguamento dovrebbe diminuire a mano amano che si realizza la convergenza.

NOZIONI FONDAMENTALI

Situazione comunicativa

�In realtà l’etnografia della comunicazione e lapragmatica mostrano come la situazionepragmatica mostrano come la situazionecomunicativa non sia data una volta per tute, masi evolva secondo un processo dinamico.

NOZIONI FONDAMENTALI

Situazione comunicativa

�Le situazioni possono essere:�transazionali, quando l’accento è posto su status e ruolo

e l’interazione mira a scambi materiali; in questo caso lasituazione è strettamente regolata.situazione è strettamente regolata.

�personali, quando l’accento è posto sui rapporti personalitra gli interlocutori, considerati in se e non in nome dellostatus e del ruolo.

�Tra i medesimi interlocutori si possono avereentrambe le situazioni.

NOZIONI FONDAMENTALI

Situazione comunicativa

�Le situazioni possono essere:�formali, quando l’accento è posto sul rispetto�formali, quando l’accento è posto sul rispetto

delle norme sociali e comunicative vigenti nellasocietà;

�informali, quando l’accento non è posto sulrispetto delle norme sociali e comunicativevigenti nella società.

NOZIONI FONDAMENTALI

Situazione comunicativa

�Le situazioni possono essere:�congruenti, quando la messa in atto delle norme�congruenti, quando la messa in atto delle norme

di una certa relazione di ruolo, il luogo e il tempodella relazione sono appropriati;

�incongruenti, quando ciò non accade.

NOZIONI FONDAMENTALI

Dominio

�DefinizioneIl dominio è costituito da una classe di situazioniIl dominio è costituito da una classe di situazionicomunicative ed è riconosciuto (dalla sociologiadel linguaggio) empiricamente in entità comefamiglia, lavoro, istruzione, religione, ecc.

NOZIONI FONDAMENTALI

Dominio

Il dominio si inserisce in una gerarchia dicostrutti sociali:costrutti sociali:

società dominio situazione evento atto

NOZIONI FONDAMENTALI

Dominio

�Società = detentrice della langue

�Dominio = classe di situazioni ricorrenti�Dominio = classe di situazioni ricorrenti�Situazione = insieme di eventi linguistici�Evento = sequenza di atti linguistici�Atto linguistico = minima unità significativa di

produzione verbale in situazione

PRAGMATICA

Teoria degli ‘atti linguistici’ (speech acts)

Austin (How to do things with words)Austin (How to do things with words)

Searle

PRAGMATICA

Teoria degli atti linguistici

Vs. semantica vero-condizionale:il significato consiste nelle ‘condizioni di verità’ di un enunciato(enunciati assertivi o constatativi).

Maria ama Carlo

‘Condizioni di verità’ esiste un’entità designata da Mariaessa si trova nella relazione di amare con l’entità designata da Carloesiste un’entità designata da Carlo

Chiudi la porta!A che ora torni a casa?Scommetto €100 che la data dell’esame slitterà Vi dichiaro marito e moglie

‘Condizioni di verità’ ???

PRAGMATICA

Teoria degli atti linguistici

•Un enunciato ha sempre un significato•Un enunciato ha sempre un significatocome atto, dunque legato al suocontesto d’uso.•Come atto, ha degli scopi e deglieffetti, oltre a delle condizioni di ‘buonariuscita (‘condizioni di felicità’).

(MACRO)PRAGMATICATeoria degli atti linguistici

Vi dichiaro marito e moglie

• Condizioni di buona riuscita esiste l’istituzione del matrimonio

il matrimonio è celebrato secondo determinateregoleil matrimonio è celebrato secondo un certo ritoil matrimonio è celebrato secondo un certo ritoil rito è officiato da qualcuno ufficialmenteprepostoviil rito è officiato mediante la recitazione di certeformuleil rito è officiato alla presenza di testimoni, ecc.

• Scopo dichiarazione (asserzione)

• Effetto stipulazione di un contratto

(MACRO)PRAGMATICA

Teoria degli atti linguistici

Chiudi la porta!

• Scopo ordine

• Effetto esecuzione (o mancata esecuzione)dell’ordine

A che ora torni a casa?

• Scopo domanda

• Effetto risposta

PRAGMATICA

Teoria degli atti linguistici

����Scopo ����atto illocutivo (intenzionecon cui l’enunciato vieneprodotto: asserzione, domanda,prodotto: asserzione, domanda,richiesta, ordine, esclamazione,promessa, ecc.)

���� Effetto ���� atto perlocutivo (conseguenzaextralinguistica, che la produzionedell’enunciato determina).

PRAGMATICA

Teoria degli atti linguistici

Atto locutivo(forma locutiva) produzione dell’enunciato a livello

fonetico, morfosintattico e semanticosemantico

Atto illocutivo(forza illocutiva) capacità che l’enunciato ha di

trasmettere l’intenzione del parlante (IFI)

Atto perlocutivo(effetto perlocutivo) conseguenze concrete dell’enunciato

PRAGMATICA

Teoria degli atti linguistici

J.L. AUSTIN J.R. SEARLE

atto fonetico ATTO ESPRESSIVO

atto fàticoATTO LOCUTIVO

atto fàtico

atto retico

ATTO PROPOSIZIONALE

atto di referenza

atto di predicazione

ATTO ILLOCUTIVO ATTO ILLOCUTIVO

ATTO PERLOCUTIVO ATTO PERLOCUTIVO

PRAGMATICA

Teoria degli atti linguistici

Performativi diretti (= atti linguistici diretti)(Controllano in maniera diretta l’effetto perlocutivo

dell’enunciato)dell’enunciato)

• Scommetto €100 che la data dell’esame slitterà • Vi dichiaro marito e moglie• Mi scuso• Ti nomino Alfiere del lavoro• La condanno al pagamento di una multa

PRAGMATICA

Teoria degli atti linguistici

Performativi impliciti (= atti linguistici diretti)

Chiudi la porta! (Ti ordino)

A che ora torni a casa? (Ti domando)

Mi presteresti il tuo ombrello? (Ti chiedo)

PRAGMATICA

Teoria degli atti linguistici

Atti linguistici diretti

Un atto linguistico diretto si ha quando c’è congruenza traverbo performativo o IFI e forza illocutiva indicata.verbo performativo o IFI e forza illocutiva indicata.Se questo non accade parliamo di

Atti linguistici indirettiVuole uscire? Le consiglio di uscire. (vs. Esca immediatamente!)

Suona il telefono! (vs. Ti dispiacerebbe rispondere?)Fa caldo (vs. Puoi aprire la finestra?)

NOZIONI FONDAMENTALI

Strato sociale

Lo strato sociale, dal punto di vistasociolinguistico, costituisce una delle macro-sociolinguistico, costituisce una delle macro-categorie utili a caratterizzare socialmente lediverse varietà. Ciascuna di queste categorie èpoi costituita da un insieme di micro-fattori.

NOZIONI FONDAMENTALI

Strato sociale

Le categorie sociali si distinguono in

�variabili sociale (strato sociale; gruppo sociale), chedefiniscono la diversificazione sociale vera e propria,sulla base della distribuzione delle risorsesulla base della distribuzione delle risorse

�variabili demografiche (classe generazionale,provenienza geografica, sesso), che si ricavano dalladistribuzione naturale della popolazione

�L’appartenenza a un gruppo etnico è nel contempovariabile sociale e demografica

NOZIONI FONDAMENTALI

Strato sociale

Lo strato sociale costituisce la prima variabilesociale studiata come correlato delsociale studiata come correlato delcomportamento linguistico. Indica unraggruppamento gerarchico di individui in cui lasocietà è articolata, in forma più neutra delladizione di classe sociale, che ha in séconnotazioni ideologiche e politiche.

NOZIONI FONDAMENTALI

Gruppo sociale

Il gruppo sociale non implica, invece,stratificazione, ma indica raggruppamenti, anchestratificazione, ma indica raggruppamenti, anchenon stabili nel tempo, di individui checondividono un insieme di attività e diesperienze, magari in un certo dominio (lavoro,scuola, ecc.), in uno spazio geografico di solitolimitato, dunque con collegamenti diretti tra imembri del gruppo.

NOZIONI FONDAMENTALI

Gruppo sociale

Il gruppo sociale ha un’estensione sempreinferiore a quello di comunità (linguistica) ed èinferiore a quello di comunità (linguistica) ed ècaratterizzato da senso di appartenenza.L’affiliazione a un gruppo orienta fortemente ilcomportamento linguistico.

NOZIONI FONDAMENTALI

Strato e gruppo sociale

Strato sociale e gruppo sociale si intersecanonella struttura della società; in uno strato sonocompresi più gruppi e un gruppo può esserecompresi più gruppi e un gruppo può esserecostituito da individui appartenenti a più strati, disolito contigui.Il gruppo sociale è di solito generato dall’interno,sulla base del sentimento di appartenenza,mentre lo strato sociale è definito dacaratteristiche soprattutto esterne.

NOZIONI FONDAMENTALI

Classe generazionale

La classe generazionale è una delle piùimportanti variabile demografiche studiate comeimportanti variabile demografiche studiate comefattore di differenziazione sociolinguistica.Si rilevano differenze anzitutto nella fase ditrasmissione della lingua da una generazioneall’altra, che può generare variazione; inoltre traclassi generazionali diverse, anche per la piùprobabile appartenenza a stessi gruppi sociali.

NOZIONI FONDAMENTALI

Classe generazionale

La classe generazionale è data da taglidecennali o ventennali/venticinquennali.decennali o ventennali/venticinquennali.Tra le possibili varietà generazionali si inquadraanzitutto il linguaggio giovanile.

NOZIONI FONDAMENTALI

Sesso

Il sesso costituisce un altro correlatodemografico molto considerato indemografico molto considerato insociolinguistica, nonostante le forti variazioni dasocietà a società. Oltre alla correlazione dellavariazione linguistica con il sesso (sex), siconsidera anche quella con il genere (gender, insenso socio-culturale), dei cosiddetti ‘studi digenere’.

NOZIONI FONDAMENTALI

Sesso

Al di là di altre possibili variabili, le donneappaiono più conservative, standardizzanti eappaiono più conservative, standardizzanti emaggiormente cortesi, in termini diadeguamento all’interlocutore, nonchémaggiormente interessate agli aspettiinterazionali, a discapito di quelli referenziali.

NOZIONI FONDAMENTALI

Sesso

Queste caratteristiche, però, si intreccianoinesorabilmente con la posizione delle donneinesorabilmente con la posizione delle donnenella società, dunque ricadono nelledifferenziazioni di status e di ruolo.

LINGUA E STRATIFICAZIONE SOCIALE

Classe sociale

Riprende il concetto di strato sociale:�Strato sociale = raggruppamento gerarchico di

individui in cui la società è articolata (in formaindividui in cui la società è articolata (in formapiù neutra della dizione di classe sociale, che hain sé connotazioni ideologiche e politiche).

�Classe sociale: insieme di persone i cui membrioccupano più o meno la stessa posizione nellagerarchia sociale.

LINGUA E STRATIFICAZIONE SOCIALE

Classe sociale

La dizione ‘classe sociale’ è usata senza problemi inambito anglosassone (e sembra comunque unconcetto cardine per la sociolinguistica).

Possibili sinonimi: categoria socio-economica,condizione sociale/socio-economica; status socio-economico; ceto, fascia sociale, posizione sociale,estrazione sociale, ecc.

LINGUA E STRATIFICAZIONE SOCIALE

Classe sociale

La diversificazione su base sociale è presente intutte le società e si esprime in unatutte le società e si esprime in unadisuguaglianza codificata in un ordinamentogerarchico di diversi strati di persone, definitosulla base di parametri come la disponibilità dibeni e di mezzi, il prestigio, il potere, la capacitàdi esercitare influenza,ecc.

LINGUA E STRATIFICAZIONE SOCIALE

Classe sociale

Più precisamente, in una prospettiva marxista sisottolinea il conflitto sociale tra classi concepitesottolinea il conflitto sociale tra classi concepitecome compatte e contrapposte sulla base delladetenzione dei mezzi di produzione o della solaforza lavoro.

LINGUA E STRATIFICAZIONE SOCIALE

Classe sociale

Al contrario, in una prospettiva ‘funzionalista’, su cuidi norma si basa la sociologia occidentale, sidi norma si basa la sociologia occidentale, sisottolinea una comunanza di aspirazioni in tuttigli strati della società e la competizioneindividuale che può promuovere la mobilitàsociale (‘ambizione sociale’).

LINGUA E STRATIFICAZIONE SOCIALE

Classe sociale

Se si accetta una visione meno netta delle classisociali ( come nella sociolinguistica oggi), nesociali ( come nella sociolinguistica oggi), neconseguono due caratteristiche: continuità pluridimensionalitàEntrambe le caratteristiche rimandano a una visionenon binaria, ma scalare, legata alla teoria deiprototipi.

LINGUA E STRATIFICAZIONE SOCIALE

Classe sociale

continuità: i confini delle classi sociali sono laschi;la società è organizzata intorno a una serie di puntifocali, che attraggono in misura diversa l’adesionedei membri della società (Hudson 1980).La società è costruita nella realtà secondo unacurva continua, senza interruzioni tra strati differenti(Labov 1966).

LINGUA E STRATIFICAZIONE SOCIALE

Classe sociale

pluridimensionalità: l’appartenenza a una classe èdefinita sulla base di un fascio di parametri, oggettivie soggettivi. Può accadere che la collocazionesociale di un individuo appaia diversa a seconda deiparametri considerati, ossia non prototipica.

LINGUA E STRATIFICAZIONE SOCIALE

Classe sociale

Rispetto alle altre variabili sociali e demografiche, lostrato (o classe) sociale risulta di norma il fattore piùrilevante per spiegare la diversificazione linguistica.Non si tratta, tuttavia, di un fattore indipendente, mainteragisce con le altre variabili, in maniera a voltecoerente, a volte conflittuale.Naturalmente – anche nelle società occidentali – avolte risultano più importanti altri fattori (es. gruppoetnico per variabili fonetiche a New York).

LINGUA E STRATIFICAZIONE SOCIALE

Classe sociale

Dal punto di vista diacronico, la considerazione dellaclasse sociale amplia la visione ingenua del pesodel solo prestigio (anche negativo) nella diffusionedel mutamento: l’innovazione non è trainata, disolito, né dalle classi alte né da quelle molto bassesulla scala sociale, ma dalle classi medio-basse, incui i sentimenti di solidarietà e gli atteggiamenti diautoidentificazione sarebbero più forti.

LINGUA E STRATIFICAZIONE SOCIALE

Classe sociale

�Es. isola di Martha’s Vineyard:<town> [taʊn] > [təʊn] a partire dalla classe deipescatori e dei falegnami, in cui la variazione liberasi cristallizza come simbolo di identità in opposizioneall’invasione di turisti.

LINGUA E STRATIFICAZIONE SOCIALE

Stratificazione sociale e sociologia

Nello stabilire quali siano i fattori su cui basarsi peridentificare i diversi strati di una società, quantisiano questi strati e come si debbano assegnare aciascuno gli individui, la sociologia ha messo apunto delle classificazioni molto più fini di quellesufficienti in sociolinguistica.

LINGUA E STRATIFICAZIONE SOCIALE

Stratificazione sociale e sociologia

�Anni Sessanta e Settanta:- tre strati, individuati soprattutto sulla base deimezzi a disposizione e della capacità di influenzalegata al lavoro svolto

�ceto alto (alto e basso)�ceto medio (alto e basso)�ceto basso (alto e basso)�emarginati

LINGUA E STRATIFICAZIONE SOCIALE

Stratificazione sociale e sociologia

�Anni Ottanta (Sylos Labini 1986):- cinque classi, individuate soprattutto sulla base dicome si ottiene il reddito

�borghesia (3,3%)�classi medie urbane (44,4%)�coltivatori diretti (7,6%)�classe operaia (42,7%)�sottoproletariato

LINGUA E STRATIFICAZIONE SOCIALE

Stratificazione sociale e sociolinguistica

Le suddivisioni adottate in sociolinguistica sonomeno fini di quelle dei sociologi e considerano leclassi sociali più come un criterio operativo perselezionare gli informatori e costruire il campione aifini dell’analisi della correlazione con le variabililinguistiche che come costrutto esplicativo sul pianoteorico.

LINGUA E STRATIFICAZIONE SOCIALE

Stratificazione sociale e sociolinguistica

Nella tradizione sociolinguistica di area anglofona siconsidera come fattore essenziale perl’assegnazione di un individuo a uno strato il reddito,pur nella convinzione che la multifattorialità aumentila validità dell’indice. I diversi criteri vengono inoltrequantizzati.

LINGUA E STRATIFICAZIONE SOCIALE

Stratificazione sociale e sociolinguistica

�Labov (1966, New York City):�tre fattori (reddito, grado di istruzione, occupazione)�tre fattori (reddito, grado di istruzione, occupazione)�valori attribuiti da 0 a 3�da un minimo di tre classi (media, operaia e

inferiore) a un massimo di 10.

LINGUA E STRATIFICAZIONE SOCIALE

Stratificazione sociale e sociolinguistica

�Trudgill (1974, Norwich, 60 informanti):�sei fattori (reddito, grado di istruzione, occupazione,�sei fattori (reddito, grado di istruzione, occupazione,

tipo di abitazione, luogo di abitazione, lavoro delpadre)

�valori attribuiti da 0 a 5�cinque classi (middle middle-class, lower middle-

class, upper working-class, middle working-class,lower upper working-class)

LINGUA E STRATIFICAZIONE SOCIALE

Stratificazione sociale e sociolinguistica

�Trudgill (1974, Norwich, 60 informanti):�Data questa suddivisione, si nota una notevole�Data questa suddivisione, si nota una notevole

correlazione con le variabili considerate, ad esempiocon l’omissione substandard della marca di III sg.nei verbi (he have, he love,ecc.). L’andamentomostra una stratificazione netta (sharp stratification),ossia un taglio pronunciato tra middle class eworking class.

LINGUA E STRATIFICAZIONE SOCIALE

Stratificazione sociale e sociolinguistica

�Milroy (1991) ritiene invece più appropriata unaconcezione qualitativa della stratificazione sociale, cosìcome il danese Højrup, che considera tre diversi life-modes:modes:

�lavoratori autonomi; solidarietà; reti sociali a maglie fitte�salariati; lavoro in funzione della famiglia; reti sociali a

maglie fitte�professionisti e dipendenti di alto livello; lavoro superiore

alla famiglia famiglia; reti sociali a maglie larghe.�I modelli basati su concezioni qualitative sono difficilmente applicabili.

LINGUA E STRATIFICAZIONE SOCIALE

Stratificazione sociale e sociolinguistica

Nella tradizione sociolinguistica europeacontinentale, invece, si considera esclusivamente unpaio di fattori, ossia grado di istruzione e tipo diattività svolta.

LINGUA E STRATIFICAZIONE SOCIALE

Stratificazione sociale e sociolinguistica

�Berruto (1977, Bergamo) :

�borghesia (ceto medio-alto); piccola borghesia (ceto�borghesia (ceto medio-alto); piccola borghesia (cetomedio-basso); ceto operaio.

�Galli de’ Parataesi (1984, RM; MI, FI) :

�classi superiori (liceo); classi medie (istituti tecnici);operai.

LINGUA E STRATIFICAZIONE SOCIALE

Stratificazione sociale e sociolinguistica

�Bianconi (1980, Canton Ticino) :

�quadri; impiegati-piccoli imprenditori; casalinghe, operai,�quadri; impiegati-piccoli imprenditori; casalinghe, operai,artigiani.

�Trumper-Maddalon (1990, Veneto) :

�media borghesia, piccola borghesia, proletariato (su basemultifattoriale).

LINGUA E STRATIFICAZIONE SOCIALE

Stratificazione sociale e sociolinguistica

�Rizzi (1989, Bologna) :

�attività (manuale vs. non manuale), titolo di studio (alto�attività (manuale vs. non manuale), titolo di studio (altovs. basso)

�Lo Piparo (1990, Sicilia) :

�scuola elementare, media inferiore, media superiore,università.

LINGUA E STRATIFICAZIONE SOCIALE

Stratificazione sociale e sociolinguistica

Di solito in sociolinguistica si trascurano fattori‘ideologici’ come il tenore di vita, i modelli dicomportamento, i valori di riferimento, i modelli diconsumo, le affiliazioni, ecc., perché sono fattoridifficili da ‘oggettivizzare’. Essi sembrano comunquecorrelare soprattutto con il tipo di titolo di studio e iltipo di attività svolta.

LINGUA E STRATIFICAZIONE SOCIALE

Stratificazione sociale e sociolinguistica

�Per il sociolinguista è sufficiente considerare unastratificazione sociale non molto fine, perché per ifatti di lingua non si riscontra una assolutacorrispondenza biunivoca con le variabili sociali, mac’è piuttosto una (pur netta) tendenza. Inoltre siparte dall’assunto che l’appartenenza di classe siascalare e non assoluta.

LINGUA E STRATIFICAZIONE SOCIALE

Stratificazione sociale e sociolinguistica

�Il fattore di gran lunga più rilevante ai fini dellacorrelazione con le variabili linguistiche sembraessere quello del grado di istruzione, il chesuggerirebbe di considerare soltanto due grandiclassi (colti vs. incolti), o anche tre (colti vs. semicoltivs. incolti) o al massimo quattro (colti vs. vs.semicolti vs. semincolti vs. incolti).

LINGUA E STRATIFICAZIONE SOCIALE

Modello di Bernstein

Il costrutto della classe sociale è impiegato di solitoper interpretare alcune variabili linguistiche, dunquecon una portata locale. Sono stati elaborati anchedei modelli di portata globale, volti a mettere incorrelazione la classe sociale con determinati tipi divarietà linguistiche, come quello di Bernstein equello di Sanga.

LINGUA E STRATIFICAZIONE SOCIALE

Modello di Bernstein

Il modello proposto da Bernstein, sociologodell’educazione, è di natura sociologica. È statoelaborato a partire dal 1970, in tre fasi, di cuisoprattutto l’ultima risulta piuttosto complessa. Partedall’osservazione dell’insuccesso scolastico deibambini inglesi di estrazione operaia negli anniSessanta e cerca di spiegarlo in termini dilinguaggio, opponendo un ‘codice ristretto’ a un‘codice elaborato’.

LINGUA E STRATIFICAZIONE SOCIALE

Modello di Bernstein

Si parla, quindi, di ‘teoria dei due codici’:�il codice ristretto lo è in termini di espansione�il codice ristretto lo è in termini di espansionesemantica e di articolazione sintattica, nonché diancoraggio al contesto; dipenderebbe da un tipo disocializzazione legata al controllo posizionale(mantenimento rigido dei confini);�il codice elaborato sarebbe invece legato alcosiddetto controllo personale, rivolto all’individuo.

LINGUA E STRATIFICAZIONE SOCIALE

Modello di Bernstein

Si tratta, cioè, di due codici legati al ruolo delbambino all’interno della famiglia: i bambini di classeoperaia accederebbero solo a codici ristretti, quelli diclasse media a entrambi.classe media a entrambi.Nella seconda fase di elaborazione del modello icodici, definiti semplicemente ‘codici sociolinguistici’,non sono più considerati modi di esprimersi, maanzitutto di organizzazione e poi di formulazionedell’esperienza.

LINGUA E STRATIFICAZIONE SOCIALE

Modello di Bernstein

Essi vengono legati ai tipi di significati che si èportati a esprimere abitualmente (orientamentocognitivo), a seconda dei rapporti in famiglia e dellafamiglia nella società; dunque, in ultima analisi, aseconda della divisione del lavoro.Nella terza fase, degli anni Ottanta, viene introdottoil concetto di ‘relazione con la base materiale’, ossiacon le situazioni concrete, i contesti specifici.

LINGUA E STRATIFICAZIONE SOCIALE

Modello di Bernstein

In questo caso l’elaboratezza del codice vienericondotta alla maggiore complessità della divisionedel lavoro e alla minore specificità del rapporto traindividuo e la sua base materiale, data dallesituazioni concrete in cui viene a trovarsi.

LINGUA E STRATIFICAZIONE SOCIALE

Modello di Bernstein

Vengono introdotti due fattori indipendenti dai quali icodici sono caratterizzati: classificazione (C) inquadramento (F=framing).

LINGUA E STRATIFICAZIONE SOCIALE

Modello di Bernstein

classificazione (C):la classificazione riguarda la distribuzione del poterela classificazione riguarda la distribuzione del poterenella società e fornisce regole di riconoscimento,essendo legata alla relazione (forte [+] o debole [-])tra le categorie referenziali di un contesto diriferimento.

LINGUA E STRATIFICAZIONE SOCIALE

Modello di Bernstein

�Es.:richiesta a bambini di sette anni di classe mediarichiesta a bambini di sette anni di classe media(MC) e di classe operaia (LWC) di raggrupparefigure di cibi, commentando.MC LWCsono verdure non mi piacciono

vengono dal mare è quello che fa la mammacontengono burro è quello che ho mangiato a

colazione

LINGUA E STRATIFICAZIONE SOCIALE

Modello di Bernstein

Così si evidenziano diversi sistemi di interpretazionedi una situazione comunicativa, basati suatteggiamenti cognitivi (O=orientation to meanings)che producono sistemi simbolici diversi, secondo laseguente formula:

O± Cie/Fie

LINGUA E STRATIFICAZIONE SOCIALE

Modello di Bernstein

Anche se c’è senz’altro un legame tra estrazionesociale e prestazioni linguistiche dei bambini, legataalla ricchezza di esperienze e al diverso possesso dirisorse culturali, il modello di Bernstein non sembramolto utile sul piano sociolinguistico, oltre aiproblemi interpretativi e alla scarsa possibilità diesportazione al di fuori del territorio britannico.

LINGUA E STRATIFICAZIONE SOCIALE

Modello di Bernstein

Pone, però, il problema del rapporto trastratificazione sociale, socializzazione e linguaggio,oltre a sottolineare le disuguaglianze linguistiche inentrata nel sistema scolastico.

LINGUA E STRATIFICAZIONE SOCIALE

Modello di Sanga

Glauco Sanga, linguista e antropologo culturale,negli anni Settanta ricorre al materialismo storico,considerando quindi le classi sociali come gruppidistinti e impenetrabili e distinguendo tra struttura(economica) della società e sovrastruttura, data daatteggiamenti, istituzioni, idee. Nel suo modello lalingua pertiene alla sovrastruttura, sia come uso, siacome sistema, ed è dunque determinata dallestrutture socio-economiche.

LINGUA E STRATIFICAZIONE SOCIALE

Modello di Sanga

La lingua dipende, cioè, dalla classe sociale, perchéentra in rapporto con la società attraverso lamediazione della classe sociale:differenza di classe = differenza linguisticaLe classi sociali producono registri diversi, ossiavarietà diverse, da cui sono caratterizzati.Ad esempio, il dialetto pertiene alle classi legate a unasocietà preindustriale (artigiani, contadini e operai, perorigine).

LINGUA E STRATIFICAZIONE SOCIALE

Modello di Sanga

Il rapporto tra stratificazione sociale e varietà risultadeterministico.�Es.:

borghesia italiano standard

piccola borghesia (terziario) italiano burocraticoclasse operaia it. popolare unitarioartigiani dialetto urbanocontadini dialetto rusticoemarginati gergo

LINGUA E STRATIFICAZIONE SOCIALE

Modello di Sanga

�Es.:

borghesia italiano standardital. anglicizzatoital. letterarioital. regionaleital. colloquiale

emarginati gergo italiano

gergo dialettale urbanogergo dialettale rurale

LINGUA E STRATIFICAZIONE SOCIALE

Modello di Berruto

Berruto propone un modello basato sui seguentiassiomi:

�Assioma VCiascun parlante usa un insieme di varietà diverso da un altro, inCiascun parlante usa un insieme di varietà diverso da un altro, inquanto parlante ‘ideale’ di una comunità linguistica eterogenea.

� Assioma XIILe scelte tra variabili possono costituire un atto identitario, comesegno di appartenenza a un gruppo, che ha un suo spazio nellacomunità dei parlanti.

� Corollario: le variabili forniscono informazioni in relazione allacollocazione sociale del parlante.

LINGUA E STRATIFICAZIONE SOCIALE

Modello di Berruto

Berruto propone un modello basato sui seguentiassiomi:

�Assioma XVOggetto della sociolinguistica devono essere, nel contempo:Oggetto della sociolinguistica devono essere, nel contempo:�la parte di lingua che è condizionata dai fatti sociali�la parte dell’attività linguistica, ossia del comportamento linguisticodei parlanti, che dipende dai fattori socio-storico-culturali.

LINGUA E STRATIFICAZIONE SOCIALE

Modello di Berruto

Date queste premesse, le interrelazioni tralinguaggio e stratificazione sociale possono esseregeneralizzate

�a seconda del sistema linguistico (non si riscontranodifferenze)

�a seconda del comportamento linguistico individuale(si riscontrano differenze)

�a seconda della parte di repertorio accessibile alparlante (si riscontrano differenze)

LINGUA E STRATIFICAZIONE SOCIALE

Modello di Berruto

�a seconda del sistema linguistico:�a seconda del sistema linguistico:non si riscontrano differenze, ossia non esistonovariabili in sé alte e basse per la loro posizioneassoluta nel sistema linguistico (ma solo perchécorrelano con determinati strati sociali).

LINGUA E STRATIFICAZIONE SOCIALE

Modello di Berruto

�a seconda del comportamento linguistico individuale:si riscontrano differenze nella ‘qualità’ dellesi riscontrano differenze nella ‘qualità’ delleprestazioni linguistiche del parlante (ossia la misuradella sua competenza) a seconda del suoposizionamento sociale, in modo direttamenteproporzionale.

LINGUA E STRATIFICAZIONE SOCIALE

Modello di Berruto

�a seconda della parte di repertorio accessibile alparlante:si riscontrano differenze nella ‘quantità’ delle varietàdel repertorio dominate dal parlante, in manieradirettamente proporzionale al suo posizionamentosociale.

LINGUA E STRATIFICAZIONE SOCIALE

Modello di Berruto

�Una certa pronuncia non è stigmatizzata in se, ma inquanto legata a un certo strato sociale. Viceversa, laproduzione di un testo scarsamente coeso o unascarsa padronanza della lingua standard, ossiadelle varietà più alte, sono stigmatizzabili di per sé eriflettono questa valutazione negativa sullo stratosociale a cui appartengono i parlanti che presentanoqueste peculiarità.

LINGUA E STRATIFICAZIONE SOCIALE

Modello di Berruto

Naturalmente la correlazione tra qualità delleprestazioni linguistiche e livello di accesso allevarietà del repertorio correlano con gli strati socialiin forma di tendenza e non in senso assoluto:

� il singolo parlante può situarsi sociolinguisticamentepiù in alto o più in basso rispetto a quanto attesosulla base della sua collocazione sociale.

LINGUA E STRATIFICAZIONE SOCIALE

Modello di Berruto

La sociolinguistica non considera le varietà checorrelano con i diversi strati sociali come ‘migliori’ o‘peggiori’ l’una rispetto all’altra, ma si limita a notarela relazione che le lega con il livello diacculturamento e di conoscenza del mondo dinorma proprio di un certo strato sociale. Il discrimen più forte è dato dalla possibilità diaccesso alla varietà standard, soprattutto nellaforma scritta.

VARIAZIONE INTERNA DELLA LINGUA

Dimensioni di variazione

�Diatopia (tópos = “luogo”):

italiano standarditaliano standarditaliano regionaledialetto

La dimensione diatopica di variazione è legatasoprattutto alla geografia linguistica, alladialettologia e alla linguistica delle varietà.

VARIAZIONE INTERNA DELLA LINGUA

Dimensioni di variazione

�Diastratia: si tratta della dimensione relativa aidiversi strati sociali e culturali. Il concetto vienesommato a quello di variazione a seconda delsommato a quello di variazione a seconda delluogo da Flydal (1951).

�Diafasia (for, faris = “parlare”): la dimensionediafasica riguarda la variazione dovuta allediverse situazioni comunicative; è propriamenteaggiunta alle altre due dimensioni da Coseriu(1956).

VARIAZIONE INTERNA DELLA LINGUA

Dimensioni di variazione

�Diamesia (mésos = “mezzo”): è la dimensione legataal canale, ossia al mezzo, scritto o parlato, dicomunicazione. Il termine si deve a Mioni (1983),che aggiunge questo parametro agli altri tre,che aggiunge questo parametro agli altri tre,introdotti da Coseriu, in francese. L’opposizione tralingua scritta e lingua orale è spesso considerataparte della variazione diafasica, anche se in realtà èstrettamente legata, più che alla sociolinguistica, allalinguistica delle varietà.

VARIAZIONE INTERNA DELLA LINGUA

Dimensioni di variazione

�Le dimensioni di variazione di più strettapertinenza del sociolinguista sono quelle

diastratica (strettamente legata al parlante)

ediafasica (legata alla situazione: ogni parlante ha a

disposizione più varietà diafasiche).

VARIAZIONE INTERNA DELLA LINGUA

Dimensioni di variazione

�Varietà diastratiche:varietà del repertorio individuate da insiemivarietà del repertorio individuate da insiemicongruenti di tratti linguistici (=variabili)significativamente correlanti con tratti dellacollocazione sociale del parlante (strato o classesociale, ma anche gruppo sociale, éthnos, sessoe classe generazionale).

VARIAZIONE INTERNA DELLA LINGUA

Dimensioni di variazione

�Varietà diastratiche:

�socioletto = varietà diastratica lato sensuvarietà legata alla classe socialevarietà legata al gruppo sociale

VARIAZIONE INTERNA DELLA LINGUA

Dimensioni di variazione

�Varietà diafasiche:varietà del repertorio individuate da insiemivarietà del repertorio individuate da insiemicongruenti di tratti linguistici (=variabili)significativamente correlanti con tratti

�relativi ai ruoli reciproci che sussistono tra iparlanti nella situazione comunicativa (=registri)

�relativi all’ambito del discorso e all’argomento dicui si parla (=sottocodici)

VARIAZIONE INTERNA DELLA LINGUA

Dimensioni di variazione

�Varietà diafasiche:�il temine registro nella linguistica�il temine registro nella linguisticafunzionalistica è impiegato in senso più ampio,per indicare tutte le varietà pertinenti allecomponenti di campo (argomento, sfera diesperienza, sfera di attività) , tenore (rapporti trai partecipanti) e modo (mezzo), in relazione conuna certa situazione comunicativa.Possibili sinonimi: stile, stile contestuale.

VARIAZIONE INTERNA DELLA LINGUA

Dimensioni di variazione

�Varietà diafasiche:�il temine sottocodice evidenzia il fatto che si�il temine sottocodice evidenzia il fatto che sitratta di un codice particolare, caratterizzato daun lessico speciale, con corrispondenzesignificato-significante aggiuntive rispetto aquelle stabilite nel codice comune.Possibili sinonimi: linguaggi settoriali, lingue speciali,tecnoletti, ecc.

VARIAZIONE INTERNA DELLA LINGUA

Dimensioni di variazione

�Le tre dimensioni di variazione in sincronia inrealtà sono spesso sovrapposte, nel senso cheuna concreta produzione di un parlante risenteuna concreta produzione di un parlante risentesenz’altro e della sua posizione sociale, e dellasituazione comunicativa, e della suaprovenienza geografica (ad es. i tratti piùmarcatamente popolari di norma emergono neglistrati sociali più bassi).

VARIAZIONE INTERNA DELLA LINGUA

Dimensioni di variazione

�Quando non si voglia indicare la dimensione divariazione, si parla genericamente divarietà/variabile substandard (o non standard).varietà/variabile substandard (o non standard).

�Tuttavia ogni volta che è possibile ilsociolinguista deve saper individuare quale siala dimensione di variazione in cui avviene piùsignificativamente la correlazione tra trattilinguistici e tratti del contesto extralinguistico.

VARIAZIONE INTERNA DELLA LINGUA

Dimensioni di variazione

�Volendo istituire una gerarchia, la dimensionediatopica sembra preponderante – sia dal puntodi vista dello sviluppo della capacitàdi vista dello sviluppo della capacitàsociolinguistica nell’apprendimento, siaquantitativamente – su quella diastratica, a suavolta predominante su quella diafasica.Tra dimensione diastratica e diafasica c’è ampiasovrapposizione (cfr. espressioni come linguapopolare, colloquiale, familiare, ecc.).

VARIAZIONE INTERNA DELLA LINGUA

Dimensioni di variazione

�Volendo invece rappresentare le tre dimensionenel loro interagire, si può ricorrere al concetto di‘architettura di un repertorio linguistico’.‘architettura di un repertorio linguistico’.A Berruto (1987) si deve la disposizione lungoordinata ed ascissa delle varietà diastratiche ediatopiche, incrociate dalle varietà diafasiche,come terza dimensione.

VARIAZIONE INTERNA DELLA LINGUA

Dimensioni di variazione

VARIAZIONE INTERNA DELLA LINGUA

Dimensioni di variazione

Wunderli (1992) propone invece due sistemi,uno bidimensionale per l’asse diatopico ediastratico e uno tridimensionale per l’assediastratico e uno tridimensionale per l’assediafasico, distinto in argomento (=campo), modoe stile (=tenore).

VARIAZIONE INTERNA DELLA LINGUA

Continuum

Anche in ambito sociolinguistico, come in quellosociologico, si adotta (come, in genere, nellalinguistica funzionalistica) il concetto dilinguistica funzionalistica) il concetto dicontinuum, che si oppone a una visione discretadelle categorie, in senso aristotelico, comeopposizione binaria di insiemi di proprietàdicotomiche.

VARIAZIONE INTERNA DELLA LINGUA

Continuum

In una concezione della categorizzazione basatasull’idea di continuum le categorie sonoconcepite come prototipiche, dunque costituiteconcepite come prototipiche, dunque costituiteda membri che condividono l’intero fascio deitratti caratterizzanti e individui che necondividono solo una parte. In questo modo siindividuano dei punti focali e dei confini in cuiuna categoria sfuma impercettibilmentenell’altra.

VARIAZIONE INTERNA DELLA LINGUA

Continuum

Teoria dei prototipi (Rosch)

Modello relativo al processo di “categorizzazione”, ossia alla maniera inModello relativo al processo di “categorizzazione”, ossia alla maniera incui gli uomini raggruppano in categorie le entità del mondo esterno, aseconda delle loro somiglianze o differenze.In questo approccio si ritiene che l’appartenenza di un membro ad unacategoria non possa essere definita in maniera binaria, di [+] o [-], sullabase del possesso o meno di un insieme di proprietà necessarie esufficienti; le categorie, infatti, presentano una struttura interna, conuna zona centrale più rappresentativa, che degrada gradualmenteverso zone periferiche, in cui si verifica la sovrapposizione con altrecategorie.

VARIAZIONE INTERNA DELLA LINGUA

Continuum

Teoria dei prototipi

‘Uccello’[+animato]

[+alato][+alato]

[+con piume]

'[+volatile] passero

[+cinguettante]

[+oviparo]

[+piccolo]

ecc.

pollo, struzzo, pipistrello…?

VARIAZIONE INTERNA DELLA LINGUA

Continuum

Teoria dei prototipi

fragola

Frutto Verdura

fragola

ananas

susina

mela

fico

oliva

VARIAZIONE INTERNA DELLA LINGUA

Continuum

L’idea di continuum può essere applicata beneallo spazio di variazione di una lingua(=architettura di un repertorio), che è costituito(=architettura di un repertorio), che è costituitoda varietà di lingua in sovrapposizione e chetrapassano l’una nell’altra, con confini sfumati enon ben definibili.

VARIAZIONE INTERNA DELLA LINGUA

Dimensioni di variazione

VARIAZIONE INTERNA DELLA LINGUA

Continuum

Parimenti in dialettologia si vede come i dialettisiano dati da fasci di isoglosse, in maniera che èpossibile individuare bene il confine tra le duepossibile individuare bene il confine tra le duevarietà dialettali poste ai poli del continuum, manon le differenze che distinguono i punti vicini.Nella creolistica, questo modello è adottato permostrare il passaggio graduale dalla varietà alta(per es. inglese in Giamaica) a quella bassa(per es. creolo giamaicano), poste ai poli.

VARIAZIONE INTERNA DELLA LINGUA

Continuum

�I limiti del modello vanno visti�nella unidimensionalità e linearità del continuum, a�nella unidimensionalità e linearità del continuum, acui opporre dei modelli pluridimensionali;�nel fatto che tutti i continua sono anisotropi (ossiaorientati) e scalari (cioè dotati di gradini e di limiti).Così lo spettro dei colori visibili è dato dallo sfumaredi un colore nell’altro, ma all’interno della finitezzadello spettro visibile e con gradini costituiti dai colorifondamentali.

VARIAZIONE INTERNA DELLA LINGUA

Continuum

‘Idea discreta del continuum’, grazie alla ‘Idea discreta del continuum’, grazie allapossibilità di addensamenti focali.

VARIAZIONE INTERNA DELLA LINGUA

Variabili sociolinguistiche

�Definizione approssimativa:

Ogni insieme di modi alternativi di dire la stessacosa.

VARIAZIONE INTERNA DELLA LINGUA

Variabili sociolinguistiche

�DefinizioneUn’entità del sistema lingua (pronuncia,Un’entità del sistema lingua (pronuncia,morfema, parola, costruzione, regola, ecc.) cheammette realizzazioni diverse equivalenti (ossiache non mutano il valore dell’entità nel sistema,vale a dire il suo significato), tutte in correlazionecon fattori extralinguistici. Stesso significato = principio di equivalenza semantica.

VARIAZIONE INTERNA DELLA LINGUA

Variabili sociolinguistiche

�Le variabili hanno dei valori, ossia realizzazionialternative (che costituiscono parimenti delleclassi), chiamate varianti (sociolinguistiche).classi), chiamate varianti (sociolinguistiche).

�Il problema di fondo è dare conto di questediverse realizzazioni all’interno di un corpus(corpus linguistics), individuando bene quelleche non sono in variazione libera, ma sonosensibili al contesto linguistico e/oextralinguistico.

VARIAZIONE INTERNA DELLA LINGUA

Variabili sociolinguistiche

Dopo essere state individuate, le variabili e le lorovarianti devono essere contate e trattatestatisticamente, ad esempio rappresentandone ilcomportamento nel corpus mediante la costruzionedi strutture sociolinguistiche (Labov), costituite dadiagrammi cartesiani.Le strutture sociolinguistiche possono essere didiversa complessità.

VARIAZIONE INTERNA DELLA LINGUA

Variabili sociolinguistiche

Galli de’ Paratesi (1984)variabile [r:] variante [r]

r1 RI=licealirRII=studenti tecnici e magistrali

r2 RIII=operai

r1 =registro informaler2 =registro formale

RIII RII RI

VARIAZIONE INTERNA DELLA LINGUA

Variabili sociolinguistiche

Labov (1966)SEC variabile #[θ] varianti [tθ] [t] (NY) = marker

SEC=socio economic-class, dalla più bassa

Registro: parlare spontaneo � lettura di liste di parole

distribuzione di prestigio

variabile laboviana

Registro

VARIAZIONE INTERNA DELLA LINGUA

Variabili sociolinguistiche

variabile laboviana

VARIAZIONE INTERNA DELLA LINGUA

Variabili sociolinguistiche

Labov (1966)SEC variazione diastratica [+]

variazione diafasica [-]

variabile = indicator

Registro

VARIAZIONE INTERNA DELLA LINGUA

Variabili sociolinguistiche

Labov (1966)SEC variazione diastratica [-]

variazione diafasica [+]

variabile = stereotipo

Registro

VARIAZIONE INTERNA DELLA LINGUA

Variabili sociolinguistiche

ipercorrettismo

VARIAZIONE INTERNA DELLA LINGUA

Variabili sociolinguistiche

�Problemi metodologici:�come discernere le varianti nel continuum di�come discernere le varianti nel continuum direalizzazioni dei parlanti?�come quantizzarle, soprattutto se sono più di una?�Es.:

[θ] = 0; [tθ] = 0,5 [t] = 1

VARIAZIONE INTERNA DELLA LINGUA

Variabili sociolinguistiche e livelli di analisi

�Problemi metodologici e di sostanza:�problematicità della nozione di variabile�problematicità della nozione di variabile�quali tipi di variabili e a quale/i livello/i di analisi siprestano meglio a funzionare da variabilisociolinguistiche?

VARIAZIONE INTERNA DELLA LINGUA

Variabili sociolinguistiche e livelli di analisi

� Problematicità della nozione di variabileRisulta problematica, in particolare, l’estensioneRisulta problematica, in particolare, l’estensionedella nozione di variabile al di sopra del livellofonologico, con conseguente trattamento in terminidi regola variabile e di formulazione diconsiderazioni probabilistiche.Il problema è dato dal principio dell’equivalenzasemantica.

VARIAZIONE INTERNA DELLA LINGUA

Variabili sociolinguistiche e livelli di analisi

� Problematicità della nozione di variabileIl principio dell’equivalenza semantica prevede che iIl principio dell’equivalenza semantica prevede che idiversi valori di una variabile – ossia le diversevarianti – lascino intatti significato e funzioni dellavariabile interessata.

VARIAZIONE INTERNA DELLA LINGUA

Variabili sociolinguistiche e livelli di analisi

� Problematicità della nozione di variabileQuesto principio si applica con facilità al livelloQuesto principio si applica con facilità al livellofonologico, in cui riguarda allofoni di fonemi, ossiaunità prive di pertinenza distintiva, e dunque nontocca per definizione il significato referenziale delmessaggio (cfr. <three> = [θri:] / [tθri:] / [tri:])..

VARIAZIONE INTERNA DELLA LINGUA

Variabili sociolinguistiche e livelli di analisi

� Problematicità della nozione di variabile�Possibile questione, in realtà, nel senso di�Possibile questione, in realtà, nel senso diconfrontare varianti che danno luogo a varietà checostituiscono almeno in parte sistemi diversi:sarebbe meglio parlare di fonotipi cherappresentano la realizzazione normale di unfonema in una certa varietà, all’interno di undiasistema, piuttosto che di varianti allofoniche.

VARIAZIONE INTERNA DELLA LINGUA

Variabili sociolinguistiche e livelli di analisi

� Problematicità della nozione di variabileAnche a livello morfologico si può pensare che leAnche a livello morfologico si può pensare che lediverse varianti di una variabile siano equiparabili, alivello di sistema linguistico, ad allomorfi di unostesso morfema (cfr. -aio/-aro). Così in morfosintassi(sincretismo le/gli e sovraestensione di ci).

VARIAZIONE INTERNA DELLA LINGUA

Variabili sociolinguistiche e livelli di analisi

� Problematicità della nozione di variabileI problemi iniziano ai livelli superiori, in cui le unitàI problemi iniziano ai livelli superiori, in cui le unitàhanno un valore referenziale e forme diversepotrebbero avere in realtà un significatoleggermente diverso, per esempio a livellopragmatico (cfr. fr. ne…pas vs. pas e italiano nonmica vs. mica: non vengo mica).

VARIAZIONE INTERNA DELLA LINGUA

Variabili sociolinguistiche e livelli di analisi

� Problematicità della nozione di variabileIn alcuni casi, cioè, l’equivalenza semantica sembraIn alcuni casi, cioè, l’equivalenza semantica sembrascontata (per es. il ragazzo a cui ho dato un librovs. il ragazzo che gli ho dato un libro), mentre in altrino (per es. mi piace il caffè vs. a me mi piace ilcaffè, dislocazione a sinistra dell’italiano popolare incui la topicalizzazione potrebbe avere un valorecontrastivo, a livello pragmatico).

VARIAZIONE INTERNA DELLA LINGUA

Variabili sociolinguistiche e livelli di analisi

� Problematicità della nozione di variabileA favore di un’estensione non problematica si poneA favore di un’estensione non problematica si poneSankoff (1973), che pensa che possibili differenzenel valore referenziale o anche nella funzionegrammaticale siano neutralizzate nel discorso inatto, per la mancanza di consapevolezza delparlante.

VARIAZIONE INTERNA DELLA LINGUA

Variabili sociolinguistiche e livelli di analisi

� Problematicità della nozione di variabileViceversa, risultano critiche Gadet (1992) e GodardViceversa, risultano critiche Gadet (1992) e Godard(1992), la quale pensa che la scelta di costruttialternativi non sia sempre riconducibile allo stessopunto del sistema, con lo stesso identicofunzionamento.

VARIAZIONE INTERNA DELLA LINGUA

Variabili sociolinguistiche e livelli di analisi

� Problematicità della nozione di variabileUna posizione intermedia si ha in Lavandera (1978),Una posizione intermedia si ha in Lavandera (1978),che propone di parlare piuttosto di comparabilitàfunzionale di uno stesso contesto, a partiredall’osservazione che spesso il parlante sa chevarianti sintattiche hanno un valore pragmaticoparticolare, dunque agisce consapevolmente.

VARIAZIONE INTERNA DELLA LINGUA

Variabili sociolinguistiche e livelli di analisi

� Problematicità della nozione di variabileParimenti Romaine (1984) sostiene la necessità diParimenti Romaine (1984) sostiene la necessità diinquadrare la variazione sintattica all’interno dellapragmatica del discorso, che coinvolge l’intenzionecomunicativa del parlante, nel quadro di una teoriasociolinguistica integrata: così, però, si rischia diconfondere variabilità sociolinguistica e variazione‘stilistica’, legata a esigenze diverse, ad es. didistribuzione dell’informazione.

VARIAZIONE INTERNA DELLA LINGUA

Variabili sociolinguistiche e livelli di analisi

� Quali tipi di variabili e a quale/i livello/i di analisi siprestano meglio a funzionare da variabilisociolinguistiche?

VARIAZIONE INTERNA DELLA LINGUA

Variabili sociolinguistiche e livelli di analisi

In gran parte si tratta di scelte del tutto arbitrarie: cfr.realizzazione della –r in inglese (car, floor, ecc.),substandard in British English e standard inAmerican English.�Tuttavia, è possibile che, in generale, le varianti‘più naturali’ siano socialmente sfavorite (cfr. [t] vs[θ]; ma [tθ]? Cfr. anche assimilazioni come inmonno, quanno, ecc. e riduzioni e assimilazionidell’allegro speech).

VARIAZIONE INTERNA DELLA LINGUA

Regole variabili

�Regole variabiliEsprimono le analisi ricavate dall’esame minuziosoEsprimono le analisi ricavate dall’esame minuziosodei dati linguistici rappresentati attraverso lestrutture sociolinguistiche introdotte da Labov esviluppate soprattutto all’interno dellasociolinguistica variazionistica nordamericana.

VARIAZIONE INTERNA DELLA LINGUA

Regole variabili

Obiettivo è l’elaborazione di descrizioni formali dellalingua – grammatiche – in grado di dar conto dellavariabilità.Si tratta, quindi, di regole simili a quelle di riscritturadella grammatica generativa, in cui però si tengaconto non solo di categorie e tratti linguistici, maanche dei fattori che influiscono sull’applicazione.L’output in questo caso non è categorico.

VARIAZIONE INTERNA DELLA LINGUA

Regole variabili

�Es.:�Regola di riscrittura (in fonologia sono meccanismiche connettono una rappresentazione fonologica a unarappresentazione fonetica e operano una serie dirappresentazione fonetica e operano una serie dicambiamenti)

A � B / C (riscrivo A come B nel contesto C)[k] � [ʧ] / __ +[i][amiko]� [amiʧi]; [diko] �[diʧi]

VARIAZIONE INTERNA DELLA LINGUA

Regole variabili

�Es.:�Regola variabile

A � <B> / C (riscrivo variabilmente A come B nel A � <B> / C (riscrivo variabilmente A come B nel contesto C)

< > = variabilità; l’elemento compreso tra le parentesiuncinate ha un peso variabile.C = contesto linguistico e quantificazione dei datiextralinguistici che correlano con l’uscita della regola.

VARIAZIONE INTERNA DELLA LINGUA

Regole variabili

�Es.:�Regola variabile (indebolimento consonantico in Toscana:me lo dava [me lo 'ðaa]; Giannelli-Savoia 1978)

VV γ stato emotivo

v � <ø> / V__V [+acc] β stile informale [P2]

α stile trascurato [*P3]*=variante categorica, nello stile trascuratoP2=ceto medio urbanoP3=ceto contadinoα > β > γ

VARIAZIONE INTERNA DELLA LINGUA

Regole variabili

Nella formulazione delle regole variabili sono spessostati curati soprattutto gli aspetti statistici, anche adiscapito dell’attenzione per i correlati sociali di unavariante; i fenomeni considerati sono spessomicroscopici.�Es.:cancellazione dello [ǝ] nella copula (is [ǝz], have[ǝv], will [ǝł] nel Black English.

VARIAZIONE INTERNA DELLA LINGUA

Regole variabili

<Pro> V

[ǝ] � ø #____C01# gonna

<-C>1

<-C> [+T] NPPA-Loc

P0=0,25 [Pro] = 0,86 [V] = 0,49[-C] = 0,65 [gonna] = 0,89

[[NP] = 0,16[PA-LOc] = 0

P0 = propensione della regola a essere applicata a priori1 = categoricità dell’occorrenza

VARIAZIONE INTERNA DELLA LINGUA

Regole variabili

Considerato un certo corpus, si assegna a ciascuncorrelato una restrizione variabile (= grado diprobabilità) nell’influenzare l’occorrenza dellavariante. Viene usato un programma (VARBRUL) alfine di prevedere la frequenza di occorrenza chemeglio produce output più vicini a quelli effettivi delcorpus. Nella formulazione della slide precedente siha la misura della ‘stima della probabilità massima’di occorrenza.

VARIAZIONE INTERNA DELLA LINGUA

Regole variabili

I limiti della metodologia sono�considerazione privilegiata dei fattori linguistici enon extralinguistici di variazione, come se sitrattasse di un fenomeno di variazione linguisticapiuttosto che sociolinguistica�rischio di ‘riduzionismo’, consistente nella velleitàdi applicare metodi propri delle scienze esatte afenomeni legati anche al comportamento umano, enel rischio di piegare i dati alle esigenze teoriche

VARIAZIONE INTERNA DELLA LINGUA

Regole variabili

I limiti della metodologia sono�pretesa di vedere nelle regole variabili una sorta diestensione della grammatica generativa, che non sioccupa di uso, ma di competenza linguistica, e checonsidera i tipi di frase (type) e non la loro frequenzadi occorrenza (token)�velleità di raggiungere un’adeguatezza esplicativadi tipo predittivo, come nelle spiegazioni causali,laddove si tratta di descrizioni o al massimo dispiegazioni ex post, di natura probabilistica

VARIAZIONE INTERNA DELLA LINGUA

Regole variabili

I vantaggi della metodologia sono�possibilità di esprimere in maniera economica eformalizzata variabili sociolinguistiche�apertura all’analisi statistica – che permette dirappresentare mediante curve la distribuzione dellevarianti – e all’analisi fattoriale, che dà modo divedere quali variabili siano più o meno connessecon i fattori socio-demografici e con i fattoripropriamente linguistici

VARIAZIONE INTERNA DELLA LINGUA

Grammatica di varietà

�Grammatica di varietà (Varietätengrammatik)Si tratta di un modello alternativo alle regoleSi tratta di un modello alternativo alle regolevariabili, proposto da Klein e Dittmar, in Germania,in particolare per studiare le diverse interlingue (=varietà) presentate da lavoratori immigrati.Riprende la nozione di grammatica probabilistica dailogici e non presenta ambizioni teoriche, ma soloobiettivi descrittivi.

VARIAZIONE INTERNA DELLA LINGUA

Grammatica di varietà

La grammatica di varietà è data da una serieordinata di regole di riscrittura, che descrivono lederivazioni possibili delle diverse unità linguistiche.Ogni regola è data da un blocco di regole constessa entrata e diverse uscite (varianti), di cui vienecalcolata la probabilità di occorrenza a partire da uncorpus. I blocchi di regole rappresentano unospazio di varietà prestabilito.

VARIAZIONE INTERNA DELLA LINGUA

Grammatica di varietà

�Es.: uso di determinanti, quantificatori e numeralinel SN ad Heidelberg

I II III IV HeidelbergSN�(A)N 0,59 0,52 0,48 0,34 0,34

SN�Det(A)N 0,19 0,30 0,32 0,50 0,55

SN�Q(A)N 0,07 0,08 0,08 0,06 0,05

SN�Num(A)N 0,14 0,10 0,11 0,09 0,04

(SN�altro) 0,00 0,00 0,01 0,01 0,02

VARIAZIONE INTERNA DELLA LINGUA

Grammatica di varietà

I punti di somiglianza con le regole variabili sono�sono entrambi dispositivi volti a incorporare la�sono entrambi dispositivi volti a incorporare lafrequenza nella grammatica�la grammatica di varietà non considera il contesto(è acontestuale) e postula la separatezza dei fattoriche possono influire sull’occorrenza delle diversevarianti.

VARIAZIONE INTERNA DELLA LINGUA

Grammatica di varietà

I punti di differenza con le regole variabili sono�la grammatica di varietà non è orientata su�la grammatica di varietà non è orientata sunessuna varietà (vs. regole variabili, orientate sullavarietà standard in input) e può dar conto di variabilicon valori non binari.

VARIAZIONE INTERNA DELLA LINGUA

Grammatica di varietà

I vantaggi della metodologia sono�si tratta di un sistema di rappresentazione chiaro e�si tratta di un sistema di rappresentazione chiaro efacile da impiegare.I limiti della metodologia sono�necessità di integrazione mediante altre tecnicheche possano cogliere le relazioni con il contesto (ades. scale di implicazione).

VARIAZIONE INTERNA DELLA LINGUA

Scale di implicazione

�Scale di implicazioneLe scale di implicazione (o analisi di implicazione, oLe scale di implicazione (o analisi di implicazione, oscalogrammi) sono state proposte all’interno dellacreolistica americana come alternativa descrittivaalle regole variabili, in particolare con riferimento aicontinua creoli e post-creoli. Si tratta, in realtà, diuna metodologia che può essere consideratacomplementare a quella delle regole variabili.

VARIAZIONE INTERNA DELLA LINGUA

Scale di implicazione

Lo scopo è quello di far emergere eventualiimplicazioni tra le variabili e le varianti che lerealizzano e, più in generale, rapporti di gerarchiatra tratti. Si rappresenta, cioè, se la selezione di untratto implichi la selezione di un altro o di altri tratti.

VARIAZIONE INTERNA DELLA LINGUA

Scale di implicazione

�Es.: astrattoT1 T2 T3 T4T1 T2 T3 T4

V1 + + + +V2 + + + -V3 + + - -V4 + - - -

T1⊃T2 ⊃T3 ⊃T4

VARIAZIONE INTERNA DELLA LINGUA

Scale di implicazione

�Es.: imperativo nell’interlingua

2sg (II/III) 2sg neg 2pl 2sg (I) 3sg

P1 + + + + +?P2 + + + + +?P2 + + + + +?P3 + + + + -P4 + + - + -P5 + + + - -P6 + + + - -P7 + + - - -P8 -? - - - -P9 -? - - - -

VARIAZIONE INTERNA DELLA LINGUA

Scale di implicazione

La scala di implicazione mostra la diversa difficoltàdi realizzazione delle diverse forme imperativali, dicui la più difficile risulta essere il congiuntivoesortativo, presente – con qualche incertezzaesortativo, presente – con qualche incertezzainterpretativa – sono nelle due varietà di interlinguapiù avanzate.Si nota che la reale distribuzione delle varianti tra levarietà non crea un modello implicazionale perfetto,ma negli scalogrammi è tollerata una deviazione del10%.

VARIAZIONE INTERNA DELLA LINGUA

Scale di implicazione

Una scala di implicazione presuppone l’esistenza dicoppie di tratti che ammettono solo tre delle quattrocombinazioni possibili, secondo il seguente schema:

(a) p q

(b) p non-q

(c) non-p q

(d) non-p non-q

VARIAZIONE INTERNA DELLA LINGUA

Scale di implicazione

�Es.:

p= [v] � <ø> / V__Vq= gorgia toscana

(a) p q(a) p q

(b) p non-q

(c) non-p q

(d) non-p non-q

� Non è possibile, se i due tratti correlano, che, in assenzadell’indebolimento di [v], ci sia la gorgia in una varietà.

VARIAZIONE INTERNA DELLA LINGUA

Scale di implicazione

I vantaggi della metodologia sono�le scale di implicazione, mostrando le correlazioni�le scale di implicazione, mostrando le correlazioni

tra tratti, permettono di mettere ordine nellavariabilità, oltre a rappresentare delle significativerestrizioni sulla variazione, da xn a n + 1 (x=numerodelle varianti e n=numero delle variabili), adesempio da 25 (=32) a 5 + 1 nel caso di 5 variabilicon 2 varianti.

VARIAZIONE INTERNA DELLA LINGUA

Scale di implicazione

I vantaggi della metodologia sono�le scale di implicazione possono essere applicate a�le scale di implicazione possono essere applicate a

tutti i livelli di analisi, e lo sono state proficuamentesoprattutto ai livelli alti di analisi, di solito non trattaticon le regole variabili

�le scale di implicazione permettono di trattare conun’unica grammatica (polilettale o panlettale) piùvarietà (dalla creolistica all’apprendimento di L2)

VARIAZIONE INTERNA DELLA LINGUA

Scale di implicazione

I vantaggi della metodologia sono�possibilità di incorporare la variabilità espressa�possibilità di incorporare la variabilità espressa

quantitativamente attraverso le regole variabili,mediante l’introduzione di un terzo valore v,compreso tra 0,1 e 0,9.

VARIAZIONE INTERNA DELLA LINGUA

Scale di implicazione

�Es.: astrattoT1 T2 T3 T4T1 T2 T3 T4

V1 1 1 1 1V2 1 1 1 vV3 1 1 v vV4 1 v v 0V5 v v 0 0V6 v 0 0 0

T1⊃T2 ⊃T3 ⊃T4

VARIAZIONE INTERNA DELLA LINGUA

Altri modelli

�Altri modelliRegole variabili, grammatiche di varietà e scaleRegole variabili, grammatiche di varietà e scaleimplicazionali possono risultare inadeguati permodellizzare situazioni molto complesse, in cui nelparlante convivono e interagiscono,sovrapponendosi, due varietà come la linguaconsiderata standard e il dialetto, che sono spessodue sistemi anche strutturalmente diversi.

VARIAZIONE INTERNA DELLA LINGUA

Altri modelli

�Altri modelliPer questo in Europa sono stati fatti tentativi diPer questo in Europa sono stati fatti tentativi dimodellizzazioni più complesse, per rendere conto diuna maggiore complessità della variazione, rispettoall’inglese degli USA o ai creoli a base inglese.

VARIAZIONE INTERNA DELLA LINGUA

Altri modelli

�Altri modelli�’Grammatiche coesistenti’ o ‘analisi di sistemi�’Grammatiche coesistenti’ o ‘analisi di sistemicoesistenti’Si parte dall’idea che non sia possibile inserire lavariabilità in una descrizione unica e si pensa quindia costruire grammatiche in parallelo, con particongiunte e parti disgiunte, in cui si mettono leregole specifiche di ogni varietà.

VARIAZIONE INTERNA DELLA LINGUA

Altri modelli

�Altri modelli�’Grammatiche coesistenti’ o ‘analisi di sistemi�’Grammatiche coesistenti’ o ‘analisi di sistemicoesistenti’�Es.:Studio del livellamento dialettale in Svezia eDanimarca, con calcoli delle curve di distribuzionedelle variabili e delle combinazioni implicative omeno delle variabili.

VARIAZIONE INTERNA DELLA LINGUA

Altri modelli

�Altri modelli�’Grammatiche coesistenti’ o ‘analisi di sistemi�’Grammatiche coesistenti’ o ‘analisi di sistemicoesistenti’�Es.:Oltre alle variabili implicative, si trovano variabili indistribuzione libera e variabili di equivalenza (oentrambe, o nessuna). Si nota inoltre un livellointermedio tra dialetto e lingua standard, di convergenzadell’uno sull’altra.

VARIAZIONE INTERNA DELLA LINGUA

Altri modelli

�Altri modelli�’Grammatica di variazione’ (Mioni e Trumper 1977). In�’Grammatica di variazione’ (Mioni e Trumper 1977). Inquesto caso si vuole invece dare una descrizionecomune di italiano e dialetto nella competenza delparlante del Veneto. Si tratta, dunque, di un tentativo diutilizzo e adattamento a una situazione più complessadei metodi della sociolinguistica americana. Il limite è laconvalida sul campo non ad ampio raggio.

VARIAZIONE INTERNA DELLA LINGUA

Altri modelli

�Altri modelli�Nel modello sono presenti regole, anche variabili�Nel modello sono presenti regole, anche variabilied eventualmente corredate di scale di implicazione,relative:

- a fenomeni equivalenti nelle diverse varietàA [+reg n] [-reg m] /seƞto/B [-reg n] [+reg m] /ʧeƞto/C [-reg n] [-reg m] /keƞto/

VARIAZIONE INTERNA DELLA LINGUA

Altri modelli

�Altri modelli

- a stessi fenomeni, con diverse restrizioni contestualiA regola m/XB regola m/YC regola m

VARIAZIONE INTERNA DELLA LINGUA

Altri modelli

�Altri modelli- a stessi fenomeni, con differente frequenza

A regola m, φ=0 (regola non attiva)A regola m, φ=0 (regola non attiva)B regola m, φ=0,3 (regola variabile)C regola m, φ=0,6 (regola variabile)D regola m, φ=100 (regola categorica)

In questo caso delle linee di ‘isonomia’ uniscono i punticon stessa realizzazione della regola.

VARIAZIONE INTERNA DELLA LINGUA

Altri modelli

�Altri modelli�Nel modello i rapporti tra varietà è definito da altreregole, ad esempio dalle regole di corrispondenza,come le seguenti (più pericolose nella loroapplicazione nel passaggio dialettoitaliano, chepuò produrre ipercorrettismi, mentre nell’altradirezione, italiano�dialetto, la regola è categorica):C ø / __C (regola di geminazione e scempiamento)

VARIAZIONE INTERNA DELLA LINGUA

Altri modelli�Altri modelli�Infine, il modello prevede la possibilità di mostrarel’interferenza del dialetto sull’italiano (se la regola chedescriverebbe il passaggio italiano�dialetto viene applicatadescriverebbe il passaggio italiano�dialetto viene applicataall’interno dell’italiano come regola variabile), e anche laselezione di una delle due diverse varietà, italiano e dialetto,mediante ‘correlazioni di somme algebriche di coefficienti’ cheimporrebbero l’applicazione di certe regole, spostando versol’alto o verso il basso la varietà selezionata all’interno di duescale a quattro gradini, in cui il terzo gradino dell’italianocorrisponde al primo del dialetto.

DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Status di una lingua o di una varietà

Al fine di comprendere come sono organizzati irepertori linguistici e come si differenzianosocialmente, sono necessari alcuni concetti disociologia del linguaggio, a cominciare da quello distatus e di funzione di una lingua o varietà di lingua.Si tratta di concetti relativi al rapporto di un sistemalinguistico con l’articolazione socio-politica eamministrativa di una comunità.

DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Status di una lingua o di una varietà

�Definizione di status

Con status si intende ciò che con un sistemaCon status si intende ciò che con un sistemalinguistico si può fare sul piano economico, politico,sociale, culturale, legale, ecc…Il concetto si pone dunque a un livello astratto (deiure).

DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Status di una lingua o di una varietà

�Definizione di funzioneCon funzione si intende invece ciò che con unCon funzione si intende invece ciò che con unsistema linguistico si fa effettivamente sul pianoeconomico, politico, sociale, culturale, legale, ecc…Il concetto si pone dunque a un livello concreto (defacto).

DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Status di una lingua o di una varietà

�Es.: Svizzera

(DE) Schweizerische Eidgenossenschaft

(FR) Confédération suisse

(IT) Confederazione svizzera

(RM) Confederaziun svizra

DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Status di una lingua o di una varietà

�Es.Status: in Svizzera hanno lo stesso status di lingua

ufficiale sia l’italiano, sia Il tedesco, sia il francese (ilromancio, parlato nel Canton Grigioni, è linguanazionale dal 1938 e parzialmente lingua ufficialedal 1996).

Funzione: in Svizzera il tedesco e il francese hannouna piena funzione ufficiale, mentre l’italiano (eancor più il romancio) hanno una funzione limitata.

DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Status di una lingua o di una varietà

La funzione ufficiale di un sistema linguistico si puòesplicare nell’amministrazione, nei rapporti traautorità e cittadino, nella scuola e nell’educazione(lingua in cui si insegna o che si insegna),nell’accesso alle conoscenze tecniche e scientifiche,ma anche nei rapporti tra Stati, ecc.

DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Status di una lingua o di una varietà

Nell’effettivo attuarsi dello status di un sistema linguisticoinfluiscono vari fattori, a cominciare dal prestigio, che èstrettamente legato agli atteggiamenti dei parlanti.strettamente legato agli atteggiamenti dei parlanti.Secondo Fasold (1984, 1989), gli attributi minimi che unsistema linguistico deve avere perché il suo statusufficiale si esplichi attraverso una funzione effettiva sono:

-alto livello di standardizzazione-conoscenza da parte di quadri di cittadini colti.

DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Status di una lingua o di una varietà

�Es.in Svizzera l’italiano è svantaggiato rispetto alin Svizzera l’italiano è svantaggiato rispetto alfrancese e al tedesco perché non può contare suquadri di cittadini colti.

DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Status di una lingua o di una varietà

Nel corso degli anni sono stati fatti diversi tentativi dirappresentazione del profilo sociolinguistico di unoStato, tenendo conto delle funzioni svolte dallediverse lingue e varietà di lingua.

DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Status di una lingua o di una varietà

�Es.: Paraguay (Ferguson 1966)3L = 2Lmag (Su, Vg) 0Lmin + 1Lspec (Cr)

Lmag: dipende dal numero di parlanti (≥25% o >1.000.000 di parlanti) edall’uso nell’istruzione (>50% nella scuola secondaria).

Lmin: dipende dal numero di parlanti (≥5% o >100.000 parlanti) edall’uso nell’istruzione primaria.

S(tandard)U(fficiale)=spagnolo

V(ernacolare)g(lingua di gruppo)=guaraní, ossia lingua nonstandardizzata

Spec(lingua a statuto speciale)=latino, nella Chiesa

DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Dimensioni dello status linguistico

Le componenti che definiscono lo status di unalingua o di una varietà di lingua – e quindi i ‘tipifunzionali’ – di sistemi linguistici sono:�componenti geo-politiche�componenti socio-demografiche�componenti linguistiche

DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Dimensioni dello status linguistico

�componenti geo-politiche:

�area di diffusione�sistema sociale di riferimento�statuto giuridico delle lingue e varietà di lingua

DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Dimensioni dello status linguistico

�componenti geo-politiche:�area di diffusione�area di diffusione�ampia o ristretta (= lingua ‘locale’, o’regionale’ o ‘di

minoranza’)�compatta o diffusa�composta da più regioni di un territorio plurilingue o

da più Paesi (=‘area di ampia comunicazione’)

DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Dimensioni dello status linguistico�componenti geo-politiche:�area di diffusione� Compatta o diffusa

�varietà dachlos ‘senza tetto’ (Kloss 1978): varietà che non ha sopradi sé una lingua strettamente imparentata, ad es. lingue minoritariela cui versione standard non è studiata a scuola (arbërisht, anticavariante del tosco, varietà dell'Albania meridionale, parlato in alcunecomunità in Italia meridionale (ora legge n. 482/1999 in materia ditutela delle minoranze linguistiche storiche)

vs.varietà con Überdachung ‘copertura’, come i dialetti in Italia.

DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Dimensioni dello status linguistico�componenti geo-politiche:�area di diffusione� ‘area di ampia comunicazione’�lingua veicolare = sistema linguistico usato per rispondere a bisogni�lingua veicolare = sistema linguistico usato per rispondere a bisogni

di carattere utilitaristico o commerciale in situazioni plurilingui einteretniche

�Es.:�pidgin

�creoli�lingue franche

DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Dimensioni dello status linguistico�Es.:�pidgin

Si tratta di codici semplificati nati per soddisfare limitate esigenze dicomunicazione, relative a situazioni di commercio (pidgin <comunicazione, relative a situazioni di commercio (pidgin <business) o di colonizzazione.Si hanno pidgin a base inglese, francese, portoghese, olandese e,in misura minore, spagnola.Di norma si tratta di lingue semplificate, sia nel lessico – la cuimatrice è costituita dalla lingua di maggior prestigio – sia nellastruttura morfosintattica.

DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Dimensioni dello status linguistico�pidgin

� Es.: neomelanesiano a base inglese (Pacifico)1sg mi

1pl esclusivo mifelǝ1pl esclusivo mifelǝ

1pl inclusivo jumi <you + me

borata ‘consanguineo dello stesso sesso’ < brother

vs.

sisa ‘consenguineo di sesso opposto’ < sister

DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Dimensioni dello status linguistico�Es.:�creoli

Secondo una delle ipotesi della creolistica, le lingue creoleSecondo una delle ipotesi della creolistica, le lingue creoletrarrebbero origine dai pidgin, quando essi diventano, da linguaausiliaria, L1 per i parlanti di seconda generazione e subiscono,appunto, un processo di creolizzazione.Rispetto ai pidgin i creoli sono caratterizzati da un lessico più ricco espesso anche da una struttura più complessa.

DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Dimensioni dello status linguistico�Es.:�lingue franche

Codici simili sono il sabir – lingua franca parlata sulle coste delCodici simili sono il sabir – lingua franca parlata sulle coste delMediterraneo e sulle navi dal medioevo alle soglie dell’età moderna,con lessico a base italo-spagnola più elementi greci, arabi e turchi egrammatica semplificata (mi sabir ‘io so’) – e il russenorsk –combinazione di russo e norvegese parlato dai pescatori delle costeartiche.

DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Dimensioni dello status linguistico�componenti geo-politiche:�area di diffusione� ‘area di ampia comunicazione’

�lingue poli- o pluricentriche.�lingue poli- o pluricentriche.Si tratta di lingue che abbiano lo status di lingua nazionale in piùPaesi, in cui hanno una varietà standard.�Es.:tedesco: lingua nazionale in Germania, Austria e Svizzera, constandard diversi.

DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Dimensioni dello status linguistico

�componenti geo-politiche:�sistema sociale di riferimento�sistema sociale di riferimento�Stato, nazione, associazione o organismo inter- o

sovranazionale, entità amministrativa statale eregionale

DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Dimensioni dello status linguistico

�componenti geo-politiche:�sistema sociale di riferimento�lingua ‘di ampia comunicazione’, in quanto parlata per i

rapporti tra Stati oppure per la comunicazione trarapporti tra Stati oppure per la comunicazione traistituzioni internazionali (ad es. lingua della diplomazia olingue franche)

DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Dimensioni dello status linguistico

�componenti geo-politiche:�sistema sociale di riferimento�lingua di lavoro, adibita alla comunicazione presso certe

organizzazioni (ad es. presso l’ONU, in inglese Unitedorganizzazioni (ad es. presso l’ONU, in inglese UnitedNations; in francese Organisation des Nations Unies;in spagnolo Organización de las Naciones Unidas;in russo Организация Объединённых Наций;in cinese 联合国; in arabo al-Umam ,المتحدة ا�مم al-Muttaḥida; presso l’Unione europea inglese, francese etedesco, su 24 effettivamente parlate nei 28 Paesi)

DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Dimensioni dello status linguistico

�componenti geo-politiche:�sistema sociale di riferimento�lingua nazionale, ossia connessa con il carattere di

identificazione nazionale della comunità che la parlaidentificazione nazionale della comunità che la parla

�Es: italiano per l’Italia‘una d’arme, di lingua, d’altare,di memorie, di sangue e di cor’

Alessandro Manzoni, Marzo 1821

DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Dimensioni dello status linguistico

�componenti geo-politiche:�sistema sociale di riferimento�lingua regionale, come accade nelle regioni a statuto

speciale (per es. tedesco in Alto Adige, catalano inCatalogna, basco nei Paesi Baschi, ecc.)

DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Dimensioni dello status linguistico

�componenti geo-politiche:�statuto giuridico delle lingue e varietà di lingua�statuto giuridico delle lingue e varietà di lingua�lingue legislativamente riconosciute o meno�lingue ufficiali, stabilite come tali nell’ordinamento

dello Stato e impiegate nell’amministrazione (Fasold1989)

DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Dimensioni dello status linguistico

�componenti geo-politiche:�statuto giuridico delle lingue e varietà di linguaKloss (1968) distingue sei casi possibili:�lingua ufficiale unica (Germania)�lingua ufficiale (aggiunta) paritaria (francese e fiammingo

in Belgio)�lingua ufficiale regionale (catalano in Spagna)�lingua promossa, di cui la legislazione favorisce

l’impiego, pur non essendo lingua ufficiale (spagnolonegli USA)

DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Dimensioni dello status linguistico

�componenti geo-politiche:�statuto giuridico delle lingue e varietà di linguaKloss (1968) distingue sei casi possibili:�lingua tollerata, né ufficialmente sostenuta, né

ufficialmente vietata (basco in Francia, lingue degliimmigrati)

�lingua proscritta, per la quale esistono sanzioni oproibizioni (catalano, basco e gallego in Spagna duranteil franchismo, ma anche dialetti e tedesco in Alto Adigedurante il fascismo)

DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Dimensioni dello status linguistico�componenti geo-politiche:�statuto giuridico delle lingue e varietà di linguaSituazione in ItaliaArt. 2 della legge 482/1999Art. 2 della legge 482/1999

«In attuazione dell'articolo 6 della Costituzione e in armonia con iprincípi generali stabiliti dagli organismi europei e internazionali, laRepubblica tutela la lingua e la cultura delle popolazioni albanesi,catalane, germaniche, greche, slovene e croate e di quelle parlanti ilfrancese, il franco-provenzale, il friulano, il ladino, l'occitano e ilsardo.»

DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Dimensioni dello status linguistico�componenti geo-politiche:�statuto giuridico delle lingue e varietà di linguaSituazione in Italia

Le minoranze linguistiche d'Italia sono costituite dalle comunitàparlanti lingue appartenenti a varie famiglie linguistiche (ovvero igruppi germanico, albanese, greco, neolatino e slavo) e diversedalla lingua nazionale entro i confini della Repubblica italiana. Lalegge nazionale 482/99 e leggi regionali tutelano e riconoscono 12gruppi linguistici minoritari, rappresentati da circa 2.500.000 parlantidistribuiti in 1.171 comuni di 14 regioni.

DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Dimensioni dello status linguistico�componenti geo-politiche:�statuto giuridico delle lingue e varietà di linguaSituazione in Italia:

Non sono tutelate le «alloglossie interne», cioè le comunità parlantiNon sono tutelate le «alloglossie interne», cioè le comunità parlantilingue di ceppo italo-romanzo trasferitesi dalle proprie sedi originalie insediatesi in territori oggi appartenenti allo Stato italiano (come idialettofoni gallo-italici dell'Italia insulare e meridionale), né le«minoranze diffuse», cioè le comunità parlanti varietà nonterritorializzate (come i Rom e i Sinti), né le «nuove minoranze»,ossia le lingue alloglotte di recente importazione parlate in comunitàin cui spicca «una volontà di conservare lingua, cultura, religione eidentità di origine».

DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Dimensioni dello status linguistico�componenti geo-politiche:�statuto giuridico delle lingue e varietà di linguaSituazione in Italia:

Non sono tutelati neanche i dialetti, le cui comunità, stricto sensu,rientrerebbero nell'accezione di «minoranze linguistiche» in quantoparlanti varietà geneticamente autonome rispetto alla linguanazionale italiana.

DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Dimensioni dello status linguistico

�componenti socio-demografiche:

� numero e tipo di parlanti�tratti socio-culturali degli utenti�domini d’impiego

DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Dimensioni dello status linguistico

�componenti socio-demografiche:�numero e tipo di parlanti�numero�numero�quantità relativa (percentuale di parlanti sulla

popolazione totale)�quantità assoluta�considerate entrambe per definire le lingue maggiori

vs. minori.

DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Dimensioni dello status linguistico

�componenti socio-demografiche:�numero e tipo di parlanti�numero�quantità relativa (percentuale di parlanti sulla

popolazione totale)�considerata per definire lingue maggioritarie vs.

minoritarie.

Le lingue minoritarie sono definite tenendo conto anchedell’area di diffusione, della parentela con la linguamaggioritaria, della collocazione dei parlanti nella società.

DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Dimensioni dello status linguistico

�componenti socio-demografiche:�numero e tipo di parlanti�numero�quantità assoluta�considerata per definire lingue grandi (centinaia di milioni

di parlanti) vs. medie (decine di milioni di parlanti) vs.piccole (pochi milioni, centinaia o decine di migliaia, oanche solo centinaia di parlanti �endangered languageso lingue in estinzione).

DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Dimensioni dello status linguistico

�componenti socio-demografiche:�numero e tipo di parlanti�numero�quantità assoluta�il numero di parlanti, sommato al PNL dell’intera

popolazione parlante, al numero di pubblicazioni nellalingua e ad altri indicatori definisce la puissancelinguistique di una lingua (Mackey 1976)

DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Dimensioni dello status linguistico

�componenti socio-demografiche:�numero e tipo di parlanti�tipo�tipo�parlanti nativi (L1)�parlanti non nativi (L2)�Ammon (1989) individua 196 tipi di utenti, riconducibili a

9, combinando questa distinzione con le diverse abilitàlinguistiche (ricettive e produttive, scritte e parlate) el’opposizione tra capacità e uso effettivo.

DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Dimensioni dello status linguistico

�componenti socio-demografiche:�numero e tipo di parlanti�tipo�tipo�parlanti nativi (L1)�parlanti non nativi (L2)�Lo status di una lingua con molti parlanti nativi è diverso

da quello di una lingua con pochi parlanti nativi (casiestremi lingue pidgin e franche).

DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Dimensioni dello status linguistico

�componenti socio-demografiche:�tratti socio-culturali degli utenti�tratti socio-culturali degli utenti�variabili sociali e demografiche (classe sociale,

classe generazionale, gruppo etnico, religione,cittadinanza, professione, ecc.)

�Se correlano con una varietà (registro o sottocodice)possono contribuire allo status della varietà stessa.

DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Dimensioni dello status linguistico

�componenti socio-demografiche:� domini d’impiego� domini d’impiego�lingue di uso generalizzato�lingue relative a uno o più domini (sottocodici)�L’influenza dei domini si ha soprattutto nelle funzioni

culturale, educazionale, commerciale, tecnica, religiosa,solo in parte in quella ufficiale.

DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Dimensioni dello status linguistico

�componenti linguistiche:

�grado di elaborazione di un sistema linguistico�grado di standardizzazione di un sistema

linguistico�’vitalità’ di un sistema linguistico

DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Dimensioni dello status linguistico

�componenti linguistiche:�grado di elaborazione di un sistema linguistico (o�grado di elaborazione di un sistema linguistico (o

Ausbau)�Kloss (1978) propone il concetto, tenendo conto degli

argomenti di cui la lingua può trattare (temi relativi allastoria e tradizione locale; temi culturali generali; temi difilosofia, scienze naturali e tecnologia) e del suo livello disviluppo (a livello di scuola elementare, di scuolasecondaria, di università).

DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Dimensioni dello status linguistico

�componenti linguistiche:�grado di elaborazione di un sistema linguistico�grado di elaborazione di un sistema linguistico�Viene così costruito un reticolo a nove caselle, in cui

collocare le lingue, con un esempio di scalaplurifattoriale, in cui a ciascun gradino si puòassegnare un valore numerico, per quantificarestatus e funzione di un sistema linguistico.

DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Dimensioni dello status linguistico

�componenti linguistiche:�grado di elaborazione di un sistema linguistico�grado di elaborazione di un sistema linguistico�Così nel primo gradino si hanno le lingue usate solo

per pubblicare testi di scuola elementare su temirelativi alla comunità locale e nekl’ultimo lingueusate anche per testi universitari di filosofia, scienzenaturali e tecnologia.

DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Dimensioni dello status linguistico

�componenti linguistiche:�grado di elaborazione di un sistema linguistico�grado di elaborazione di un sistema linguistico�Al di sotto del livello minimo si hanno lingue usate

solo per tradurre testi fondamentali (per es. laBibbia), oppure in testi scritti di narrativa e di poesia,o in testi non poetici orali.Naturalmente la grafizzazione è considerataindispensabile ai fini dell’elaborazione minima.

DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Dimensioni dello status linguistico

�componenti linguistiche:�grado di elaborazione di un sistema linguistico�grado di elaborazione di un sistema linguistico�Kloss (1968) propone invece sei tipi funzionali, da lingue

standard che soddisfano tutti i bisogni, anche tecnologici, diuna società avanzata (tutte le lingue occidentali, masoprattutto l’inglese), a lingue standard ‘giovani’, usate perfunzioni specifiche, per es. educazionali (hausa, yoruba eigbo in Nigeria), a lingue ‘preletterarie’ (molte lingue indigenein Africa, Asia, Oceania).

DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Dimensioni dello status linguistico

�componenti linguistiche:�grado di standardizzazione di un sistema�grado di standardizzazione di un sistema

linguistico� lingue standard, standardizzate� lingue non standard, non standardizzate� lingue autonome� lingue eteronome

DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Dimensioni dello status linguistico

�componenti linguistiche:�grado di standardizzazione di un sistema�grado di standardizzazione di un sistema

linguistico�Con lingua standard si intende una varietà per le

quale esistono norme basate su modelli letterarie codificate in grammatiche, dizionari, ecc.

DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Dimensioni dello status linguistico

�componenti linguistiche:�grado di standardizzazione di un sistema�grado di standardizzazione di un sistema

linguistico�Con lingua autonoma si intende una varietà in

cui le norme per il buon uso, le tendenze versocui evolve, i neologismi siano definiti all’internodel sistema.

DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Dimensioni dello status linguistico

�componenti linguistiche:�grado di standardizzazione di un sistema�grado di standardizzazione di un sistema

linguistico�Una lingua B è invece eteronoma se i suoi utenti

vengono corretti nella direzione di un’altralingua, autonoma, A, se B evolve verso A e se ineologismi provengono da A (cfr. dialetti econcetto di ‘copertura)

DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Dimensioni dello status linguistico

�componenti linguistiche:�’vitalità’ di un sistema linguistico

�Si intende la continuità della tradizione e dellatrasmissione della lingua da una generazione all’altrapresso gruppi di parlanti.

È vitale un sistema linguistico che continui a esserelingua materna di gruppi consistenti di parlanti,socioculturalmente influenti, e che sia usato e nel parlatoe nello scritto.

DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Dimensioni dello status linguistico

�componenti linguistiche:�’vitalità’ di un sistema linguistico

�Non è vitale un sistema linguistico che sia trasmessocome lingua materna in piccoli gruppi isolati, da parlantisocioculturalmente marginali, e che sia poco usato nelparlato e meno o affatto nello scritto.Se la lingua perde totalmente la propria vitalità, muore.Una lingua può anche tornare a vivere (cfr. ivrit).I pidgin possono essere piuttosto vitali (� creoli).

DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Dimensioni dello status linguistico

�componenti linguistiche:�’vitalità’ di un sistema linguistico�Al concetto di vitalità si può legare quello di language

vigour, che è tanto maggiore quanto, indipendentementevigour, che è tanto maggiore quanto, indipendentementeda fattori politici, culturali e sociali, un sistema linguisticogode di un alto prestigio in una comunità, comecondizione per non essere esposti a discriminazioni eper poter godere appieno delle possibilità diavanzamento sociale (inglese in Canada; linguanazionale per gli immigrati).

DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Lingua vs. varietà di lingua

Lingua e varietà di lingua sono nozionidifficilmente distinguibili sulla base di definizionidifficilmente distinguibili sulla base di definizionichiare. Naturalmente per stabilire quale sistemalinguistico possa essere considerato lingua equale varietà di lingua (e di quale lingua) ènecessario partire dalla definizione di lingua.

DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Lingua vs. varietà di lingua

�Definizione di linguain linguistica: sistema linguistico (sistema di

sistemi) peculiare dal punto di vista strutturalesistemi) peculiare dal punto di vista strutturalein sociolinguistica variazionistica: diasistema,

come somma di varietàin sociologia del linguaggio: sistema linguistico

socialmente sviluppato (standardizzato, lg.ufficiale o nazionale, con ampia gamma di funzioni,Dachsprache ‘lingua tetto’)

DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Lingua vs. varietà di lingua

�Abstandsprache (lingua per distanziazione)

vs.

�Ausbausprache (lingua per elaborazione)Kloss (1978)

DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Lingua vs. varietà di lingua

�Abstandsprache (lingua per distanziazione)

Indica una lingua riconoscibile come tale sullabase dei tratti strutturali che la caratterizzano, atutti i livelli di analisi, e la distinguono dalle altrelingue (= definizione linguistica)

DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Lingua vs. varietà di lingua

�Ausbausprache (lingua per elaborazione)Indica una lingua riconoscibile come tale sulla base delIndica una lingua riconoscibile come tale sulla base delfatto che si tratta di un codice dotato di realeonnipotenza semiotica e dunque capace di svolgere tuttele funzioni richieste in una comunità di parlanti (=definizione sociolinguistica e di sociologia dellinguaggio).È un sistema linguistico socialmente evoluto perchéserve da ‘strumento standardizzato di attività letteraria’.

DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Lingua vs. varietà di lingua

�Possibilità logiche binarie:Abstandsprache = AAbstandsprache = AAusbausprache = B

+A +B (lingue occidentali, cinese, ecc.)

+A -B (romanì)

-A +B (gallego � portoghese; corso � italiano)

DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Lingua vs. varietà di lingua

�Il concetto di Abstandsprache è in realtàproblematico nella sua applicazione, in quanto siproblematico nella sua applicazione, in quanto sitratta di un concetto che prevede un continuume dei prototipi posti ai suoi poli, a seconda dellacondivisione o meno di una matrice di tratti, dicui i più importanti sono cinque.

DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Lingua vs. varietà di lingua

�Comparazione genealogica: lingue di famigliediverse risultano strutturalmente più distanti di lingueappartenenti alla stessa famiglia, salvo i casi in cui ilcontatto non abbia agito da fattore dicontatto non abbia agito da fattore diomogeneizzazione (cfr. Sprachbund o lega linguistica,che consiste in un insieme di fenomeni di convergenzasintattica, morfologica e fonologica che accomunanogruppi di lingue che possono avere o non avere relazionigenealogiche; es. lega balcanica).�Problemi per cosiddetti dialetti italo-romanzi.

DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Lingua vs. varietà di lingua

DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Lingua vs. varietà di lingua

�Reciproca comprensibilità: ossia possibilità deiparlanti di due sistemi linguistici di comprendersiparlanti di due sistemi linguistici di comprendersiparlando ciascuno la propria varietà (cfr.intercomprensione).�Problemi legati alla marcatezza e all’atteggiamentodei parlanti, per questioni di prestigio.

DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Lingua vs. varietà di lingua

�Coscienza linguistica: riconoscimento, da parte deiparlanti, di un sistema linguistico come lingua a sé,parlanti, di un sistema linguistico come lingua a sé,dotata di una propria autonomia, o come varietàriconducibile a un’altra lingua.�Il criterio dà soprattutto informazioni sullo status delsistema linguistico e sull’atteggiamento dei parlanti.

DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Lingua vs. varietà di lingua

�Lessicostatistica (o glottocronologia): metodo messoa punto da Swadesh nel 1951, concepito comea punto da Swadesh nel 1951, concepito comealternativo al metodo comparativo, nell’ambito dellalinguistica diacronica. Si basa sull’ipotesi che le parole diuso comune (= vocabolario di base) si mantengono nellelingue per un certo periodo. Se si identifica la lorovelocità di decadimento è possibile stabilire in qualemomento due lingue imparentate tra loro si sonoseparate (= profondità temporale).

DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Lingua vs. varietà di lingua

�Sul piano sincronico, due lingue con lessico dibase pari ad almeno l’81% risultano varietà dellabase pari ad almeno l’81% risultano varietà dellastessa lingua e non lingue autonome (adesempio tra inglese e tedesco ca 60% di lessicoimparentato).�Problemi con l’individuazione del lessico dibase e con i sinonimi).

DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Lingua vs. varietà di lingua

�Differenza strutturale: si tratta, sostanzialmente, divalutare la simiglianza tipologica di due sistemivalutare la simiglianza tipologica di due sistemilinguistici ai vari livelli della lingua. Ci sono deitentativi, anche statistici.�Problemi di identificazione e confrontabilità dellestrutture e di definizione del discrimen che stabilisce ladifferenza o l’assimilabilità di una varietà a un’altra, intermini e quantitativi e qualitativi (di peso dei singolitratti).

DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Lingua vs. varietà di lingua

�Definizione integrata di lingua (Ammon 1989):

Una lingua X è un insieme di varietà linguistiche inUna lingua X è un insieme di varietà linguistiche incui

� una varietà (quella standard) copre tutte le altre(Überdachung ~ Ausbausprache)

� nessuna delle varietà coperte (eteronome) ha ungrado più che medio di dissimilarità rispetto allavarietà tetto (Abstandsprache).

DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Lingua vs. varietà di lingua

�Definizione integrata di lingua (Ammon 1989):�Problema con lingue con alto grado di�Problema con lingue con alto grado didissimilarità, come nel caso di alcuni deicosiddetti dialetti italo-romanzi.�Problema in caso di mancanza di copertura,come nel caso dell’arbërisht rispettoall’albanese.

DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Lingua vs. varietà di lingua

�Possibilità logiche in continuum (scalari):Abstandsprache = AAusbausprache = B�A �B (lingue occidentali, cinese, ecc.)�A �B (nederlandese � tedesco)�A �B (molte lingue africane) A �B (sardo; ma ora � sardo standard)�A �B (molti dialetti dell’Italia centrale)

DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Lingua standard vs. dialetto

�Con lingua standard si intende una varietàsovraregionale, parlata dai ceti medio-alti,sovraregionale, parlata dai ceti medio-alti,omogenea (quasi senza variazione), scritta ecodificata in base a un corpus riconosciuto diopere letterarie di riferimento.

DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Lingua standard vs. dialetto

�Standard è un termine polisemico, in quanto puòessere inteso

(a) sia come uso corretto di una lingua, coincidentecon una precisa varietà socio-geografica (cfr.inglese standard) o meno (cfr. italiano standard)

= def. Linguistica(b) sia come insieme di tratti non socialmente marcati

della lingua (uso medio dei parlanti colti)=def. sociolinguistica

DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Lingua standard vs. dialetto

�Caratteristiche di una lingua standard (Garvin-Mathiot 1956):

• stabilità flessibile (invarianza)• uso in testi astratti (elaborazione)• funzione di modello di riferimento (codificazione)• prestigio• funzione unificatrice (dei parlanti = lingua nazionale)• funzione separatrice (rispetto ai parlanti di un’altra

lingua = lingua nazionale)

DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Lingua standard vs. dialetto

La differenza tra lingua standard e dialetto non è dinatura linguistica, ma sociolinguistica. I dialetti, cioè,sono lingue storico-naturali tanto quanto le linguestandard, sul piano semiotico. Si distinguono,standard, sul piano semiotico. Si distinguono,invece, sia dal punto di vista di status e funzione, siasul piano dell’uso secondo le altre dimensioni,diastratica, diafasica e diamesica, con cui ladimensione diatopica si incrocia profondamente, inmaniera molto complessa e diversa da comunità acomunità.

DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Lingua standard vs. dialetto

�Definizione approssimata di dialetto:

varietà linguistiche definite dalla dimensionediatopica, che possono anche godere di un certogrado di codificazione, ma non sono mai lavarietà standard (a cui sono subordinate), chefunge da ‘tetto’ e con cui risultanogeneticamente imparentate.

DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Lingua standard vs. dialetto

�Condizioni perché una varietà risulti dialettorispetto a una varietà standard:rispetto a una varietà standard:

�certo grado di vicinanza strutturale�copertura da parte della varietà standard�parentela

DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Lingua standard vs. dialetto

�Classificazione dei dialetti a seconda del rapporto conla varietà standard:

�primari, se sono varietà geografiche sorelle della varietà orastandard, che esistevano prima del processo di standardizzazione(dialetti italo-romanzi)

�secondari, se si sono formati per differenziazione diatopica rispettoalla lingua comune, in cui i parlanti di un’ampia comunità siriconoscono, dopo la sua diffusione (italiani regionali)

�terziari, se si sono formati per differenziazione diatopica rispetto allavarietà standard, dopo la sua diffusione (italiani regionali)

DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Lingua standard vs. dialetto

Il concetto di dialetto si definisce dunque solo inrelazione a quello di lingua standard. Rispetto a questa, idialetti presentano una scarsa o quasi nulla Ausbau,ossia elaborazione.ossia elaborazione.A mano a mano che la acquisiscono, tendono adiventare, a loro volta, lingue standard (convergenza).Se si ha, invece, avvicinamento tra dialetti, si halivellamento dialettale, fino alla formazione di una koinè,in cui vengono eliminati i loro tratti più peculiari emarcati.

DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Diglossia

Il concetto di diglossia si inserisce all’interno dellatipologia dei repertori, che si propone di classificare lecomunità linguistiche a seconda del tipo dicomunità linguistiche a seconda del tipo diorganizzazione sociolinguistica prevalente. A secondadel peso diverso – sul piano di status e funzioni – dilingue e varietà presenti in un repertorio, infatti, lecollocazioni reciproche dei sistemi linguistici compresentiin una comunità possono presentare diverseconfigurazioni.

DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Diglossia

La prima distinzione è tra diglossia e bilinguismo(Ferguson 1959).�Diglossia: compresenza di più lingue o varietàsociolinguisticamente e funzionalmente differenziate,ossia usate dalla comunità di parlanti conspecializzazione per funzioni diverse.vs.

�Bilinguismo: compresenza di più lingue nonsociolinguisticamente e funzionalmente differenziate.

DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Diglossia

�Caratteristiche della diglossia secondo Ferguson:�esistenza di vari dialetti primari (=L1) di una lingua�esistenza di una varietà sovrapposta (secondaria,esistenza di una varietà sovrapposta (secondaria,appresa dopo la varietà primaria) ai dialetti�stabilità della coesistenza tra varietà basse e varietàalta�parentela tra le varietà, ma differenza strutturalemarcata per quella alta�prestigiosa tradizione letteraria per la varietà alta

DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Diglossia

�Caratteristiche della diglossia secondo Ferguson:�standardizzazione della varietà alta�apprendimento formale della varietà alta, a scuolaapprendimento formale della varietà alta, a scuola�uso della varietà alta nello scritto e nel parlato formale�uso delle varietà basse nella conversazione ordinaria�Ess.:francese vs. creolo ad Haiti; arabo classico vs. arabo dialettale;katharévousa vs. dimotikhì in Grecia; Hochsprache vs.Schwyzertüsch in Svizzera.

DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Diglossia

�Caratteristiche della diglossia secondo Ferguson:

�A differenza di quanto accade in Europa, di norma,nell’uso di lingua standard e dialetti, nella diglossianessun parlante usa la varietà alta per la conversazionequiotidiana.

DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Diglossia

Questa definizione, nel suo rigore, presenta alcuniproblemi:�siccome la delimitazione delle varietà è definitaanzitutto sulla base della distribuzione nelle diversesituazioni (con ricca esemplificazione), il confine tradiglossia e bilinguismo sfuma, se due lingue diversevengono usate in maniera sociolinguisticamente efunzionalmente differenziata (sovrapposizione tradiglossia e bilinguismo)

DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Diglossia

� in-diglossia/endoglossia/diglossia intralinguisticavs.

out-diglossia/esoglossia/diglossia interlinguistica

�a partire dalle stesse premesse, la diglossia è stataestesa, indebitamente, a ogni situazione di compresenzadi registri diversi in situazioni formali o informali(sovrapposizione tra diglossia e dimensione diafasica)

DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Diglossia

�la distribuzione della varietà alta rispetto alle varietàbasse in Ferguson è sociolinguisticamente netta eobbligatoria, mentre si è appurato che può darsi il casoobbligatoria, mentre si è appurato che può darsi il casoin cui la selezione della varietà alta o di quelle basserisulti obbligatoria per certi ambiti, preferenziale in altri.

DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Diglossia

Il possesso di entrambi i tipi di varietà si è visto che puòessere ristretto a un certo numero di parlanti, mentre glialtri dominano una sola varietà (ad esempio chi nondeve usare la lingua per scopi formali). In questo casodeve usare la lingua per scopi formali). In questo casonon è facile stabilire quale percentuale di parlanti debbadominare entrambi i tipi di varietà perché si possaparlare di diglossia. In alcuni casi si è arrivati asostenere una distribuzione tra gruppi complementari,sulla base della classe sociale (sovrapposizione tradiglossia e dimensione diastratica)

DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Bilinguismo

Per bilinguismo si intende la compresenza nel repertoriodi più lingue diverse (per distanziazione,Abstandsprachen). Sul piano sociolinguistico interessa ilAbstandsprachen). Sul piano sociolinguistico interessa ilbilinguismo di una comunità di parlanti e non quello delsingolo individuo (linguistica del contatto; didattica dellelingue). Naturalmente il repertorio può essere anche inuna situazione di plurilinguismo.

DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Bilinguismo

Si distingue tra:

�plurilinguismo di diritto, ossia riconosciuto ufficialmente(Canada, Belgio, Svizzera, Lussemburgo, molti Paesiafricani o asiatici; in India 14 lingue ufficiali)�plurilinguismo di fatto, ossia non riconosciutoufficialmente

DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Diglossia e bilinguismo

�Tipi logici di repertorio (Fishman 1967):

�bilinguismo con diglossia�bilinguismo senza diglossia�diglossia senza bilinguismo�né bilinguismo né diglossia

DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Diglossia e bilinguismo

�Modello complesso di tipi di repertorio (Berruto1987,1989):

�bilinguismo sociale (o comunitario)�diglossia�dilalia�bidialettismo (o polidialettismo)

DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Diglossia e bilinguismo

�bilinguismo sociale (o comunitario):si tratta della situazione in cui due lingue, diverse persi tratta della situazione in cui due lingue, diverse perdistanziazione e per elaborazione, sono compresentinella comunità sociale e sono entrambe usate, in tutte lesituazioni formali e informali, dunque consovrapposizione dei domini.

DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Diglossia e bilinguismo

�bilinguismo sociale (o comunitario)�CaratteristicheCaratteristiche�coesistenza di due lingue, per differenziazione edelaborazione�uso di entrambi i codici nella conversazione ordinaria�sovrapposizione di dominio tra i codici

DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Diglossia e bilinguismo

�bilinguismo sociale (o comunitario)�Ess.:Montréal (inglese e francese)Valle d’Aosta (italiano-francese, anche se è più usatol’italiano)

DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Diglossia e bilinguismo

�diglossia:si tratta della situazione in cui sono compresenti nellasi tratta della situazione in cui sono compresenti nellacomunità sociale due varietà chiaramente diverse perstruttura e storia (come nella dilalia) o anche distanziate,ma tali che solo una sia usata nello scritto formale e neidomini più alti.

DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Diglossia e bilinguismo

�diglossia�Caratteristiche distintive:Caratteristiche distintive:�sensibile diversità tra le varietà�chiara differenziazione funzionale tra i due codici�standardizzazione piena di una delle varietà�possibilità di promozione di una delle varietà a codicealternativo dell’altra varietà

DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Diglossia e bilinguismo

�diglossia�Ess.:Svizzera tedesca (Schriftsprache vs.Schwyzertütsch)Varie regioni italiane fino all’Ottocento avanzato

DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Diglossia e bilinguismo

�dilalia:si tratta della situazione in cui sono compresenti nellacomunità sociale due varietà chiaramente diverse perstruttura e storia, ma tali che almeno una parte dellastruttura e storia, ma tali che almeno una parte dellacomunità le usi entrambe anche nel parlato informale e,nonostante la chiara differenza funzionale, sia possibileusare entrambe, alternativamente (code-switching) ocongiuntamente (code-mixing o enunciazione multilingueo intrasentential-code-switching), in una stessa funzioneo in uno stesso dominio.

DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Diglossia e bilinguismo

�dilalia�Caratteristiche distintive:Caratteristiche distintive:�sensibile diversità tra le varietà�uso di entrambi i codici nella conversazione ordinaria�sovrapposizione di dominio tra i codici�chiara differenziazione funzionale tra i due codici�una delle due varietà è socialmente marcata

DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Diglossia e bilinguismo

�dilalia�Caratteristiche distintive:Caratteristiche distintive:�esistenza di un continuum di sottovarietà�alto prestigio di una delle due varietà�presenza di entrambe le varietà nella socializzazioneprimaria�possibilità di promozione di una delle varietà a codicealternativo

DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Diglossia e bilinguismo

�dilalia�Caratteristiche distintive:Caratteristiche distintive:�frequenza di commutazione di codice e dienunciazione mistilingue�presenza di una tradizione di impiego letterario dialmeno una delle varietà

DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Diglossia e bilinguismo

�dilalia�Ess.:Italia (italiano e dialetti italo-romanzi, compresi sardo efriulano; eccezione di Toscana e di Roma)

DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Diglossia e bilinguismo

�bidialettismo e polidialettismo:si tratta della situazione in cui sono compresenti nellasi tratta della situazione in cui sono compresenti nellacomunità sociale una varietà standard e diverse varietàregionali e sociali, senza un grado alto di distanza aidiversi livelli di analisi, con possesso di tutte le varietà daparte della popolazione, che però usa solo le varietà nonstandard nella conversazione informale.

DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Diglossia e bilinguismo

�bi- o polidialettismo�Ess.:Inghilterra, parte della Francia, Toscana e Roma

Recommended