La Consolata in Etiopia - II Parte

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Pellegrinaggio in Abissinia e Tigrai

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Lasciamo AXUM città sacra dei

Cristiani Copti e culla della

antica civiltà etiope

Pellegrinaggio nell’eTioPia crisTiana Santuario della Consolata – gennaio 2013 (II Parte)

Panorama dell’altopiano abissino del Tigray (o Tigrè) tra Aksum e Adua

La lapide che ricorda la cocente sconfitta italiana ad ADUA (la prima da parte di un esercito “bianco”)

ad opera del re etiope Menelik II (1896)

Lasciamo ad Adua la strada per Asmara (nord) e ci dirigiamo verso est

Davanti a noi si apre la conca di YEHA (2130 mt) culla della civiltà etiope pre-axumita (V sec. aC)

La chiesa di ABBA AFTSE uno dei 9 santi siriaci fondatori del cristianesimo etiope

Costruita a inizio XX sec. sulle rovine di una chiesa antica precedente

Il tempio della dea Almaqah (dea Luna o Sole-Shams) dei Sabei (600 aC) in restauro

Originale rappresen-tazione della Trinità

Il prete ci mostra il museo di antichi oggetti di culto

I tratti dei “Tigrini” sono diversi dagli Amhara

YEHA: il tempio del dio Luna risale alla civiltà Sabea (Yemenita) del V sec. aC

Dopo il passo di Alequà (3200 mt) scendiamo in direzione nord-est verso la città più a nord dell’Etiopia : ADIGRAT (2473 mt)

ADIGRAT è sede vescovile per la minoranza cattolica

e il nome significa “Paese dei campi”

Una preghiera per tutte le vittime innocenti di tante inutili guerre al cimitero militare italiano, appena fuori Adigrat

SINKATA: provvista d’acqua

Lasciamo la direzione nord-sud per entrare nell’interno verso la zona delle chiese rupestri di GHERALTA

HAUZIEN – nella zone ci sono una trentina di chiese rupestri, alcune quasi inaccessibili

Iniziamo a camminare verso la chiesa rupestre detta di Papaseiti Maryam

Finalmente la cappella: addossata alla roccia in una oasi verdeggiante di frescura

Rimaniamo senza fiato per le bellezze della natura, il silenzio, i colori, la vegetazione, le coltivazioni ordinate

Molto diversa è la chiesa dei santi AIBA’ ABRAHA’ U ATSABHA’ (verso Wukro)

Pettinatura tipica delle donne tigrine

Abbiamo capito che una Toyota non serve a girare per il centro storico cittadino …

WUKRO (Ugorò originariamente Dongolo) Da qui iniziano le strade che scendono verso

la depressione e il deserto della Dancalia, famosa per le sue miniere di sale

MAKALE’ la chiesa cattolica della Natività di Maria

Dopo la presentazione di Mesghena Weldu, il prete cattolico, don Mario

celebra con il gruppo

MACALLE’ (Me’kele) è la capitale del Tigray, industriale e moderna. Era l’antica capitale di Giovanni IV (XIX sec.). Nel 1998 venne bombardata dall’Eritrea

Anche le chiese copte moderne sono costruite su pianta circolare e ottagonale

Dopo Enda Medhane Alem, la salita al passo dell’Amba ALAGI tra Makalé e Maychew

La resa del duca d’Aosta avvenne su

questo monte (amba) Alagi (3450 mt)

MAYCHEW una delle ultime città del Tigrai

Arriviamo al lago ASHENGE (2400 mt di altitudine)

KOREM tappa per il pranzo

Lasciamo a Korem la direzione nord-sud e ci addentriamo nelle montagne dell’altipiano centrale, sette ore di sterrato, verso LALIBELA

Ora siamo nella regione WELO (anche UOLLO)

Anche a 3000 mt tukul che indicano un villagio, campi coltivati e … bambini che salutano le auto che passano

Un vero e proprio viaggio nel tempo … in una regione senza tempo …

La gente contadina rientra al villaggio verso il tramonto …

E infine … appare l’affascinante LALIBELA (1600 mt), anticamente detta ROHA capitale della dinastia Zagwe (XII sec.)

Roha hotel

Una città scavata nella roccia …

Caverne trasformate in palazzi e chiese per ricreare una “Gerusalemme” in terra etiope, dal momento che la Città Santa dei cristiani era ormai difficilmente raggiungibile

La chiesa di Bet Maryam nel gruppo occidentale di 6

chiese monolitiche

Bet Meskal, la chiesa della santa Croce

Il frate portoghese Francisco Alvarez nel 1540 aveva pubblicato il racconto delle meraviglie viste a Lalibela, ma non era stato creduto: chiese ipogee e monolitiche, tutte scavate nel tufo rosso.

Isolata, tra i gruppi occidentale e orientale La chiesa di BET GIORGIS scavata a forma di croce nella montagna

Il prete con la tipica croce rotonda di Lalibela 13 mt di scavo – la piscina battistero

I fedeli arrivano in processione cantando per la festa del patrono, san Giorgio

I preti in abiti colorati e ombrellini. A destra: giunge la copia dell’Arca Santa

I due gruppi di chiese sono separate dal solco del Giordano (sinistra) mentre a destra lo scavo che sale alla Gerusalemme celeste

Le chiese di Bet Gabriel e Rafael forse antiche residenze della dinastia

Zagwe

L’entrata alla chiesa di Bet Lehem, che ricorda la casa di Betlemme

L’UNESCO ha provveduto a fornire alcune coperture per prevenire il degrado di questo

meravigliosi monumenti

Usciamo dai meandri scavati della “Gerusalemme nera” colmi di meraviglia …

E’ incredibile che le meraviglie contemplate possano essere nascoste nel cuore delle inaccessibili montagne dell’altopiano etiopico, vera e propria perla nascosta

Ci apprestiamo a lasciare questo stupendo paese che ci ha accolti con semplicità …

Salutiamo questa stupenda terra e la sua gente, con la sua storia, cultura e spiritualità