View
214
Download
0
Category
Preview:
Citation preview
La magia della narrazione
e le magie degli incontri
Scuola dell’infanzia di Minozzo
A.s. 2016/2017
Dopo le stelle e i bambini, ciò che c’è di più bello al mondo, è un libro.
(Fabrizio Caramagna)
Il fantasma della Rocca ………………………………. pag. 4
L’uccellino Marroncino e l’uccellino Rosino ………... pag. 9
Il viaggio della strega Teresa ………………………… pag. 12
Storia di una pecorella ……………………………...… pag. 14
La donnina di Cerré …………………………………… pag. 17
C’era una volta a Minozzo un castello, che era stato costruito da due signori:
Gigi e Fortunato. Questi avevano costruito una torre altissima che si
chiamava Rocca, ma nel tempo era stata buttata giù e per questo diventò
una mezza Rocca.
In questo periodo, abitava nella mezza
Rocca un re cattivo, cattivissimo di nome
Artù che aveva ben novantaduemila e
cento anni e portava sulla testa una strana
corona gialla, con attaccati dei pipistrelli.
Insieme a lui, vi era sua moglie la regina,
che si chiamava Rosetta, Sassolina,
Mattoncina, perché aveva un vestito
marrone tutto pieno di mattoncini.
Aveva i capelli lunghi biondi e indossava
un cerchietto che faceva da corona.
Nel castello abitava un fantasma di nome Foglio,
che aveva questo nome perché mangiava i fogli di
carta e le foglie. Foglio viveva in una stanza segreta,
in cui c’erano degli scheletri, un vampiro, dei
pipistrelli, un gatto, alcuni giochi e ragnatele
dappertutto. Inoltre, c’era anche un dinosauro, per
fare più paura.
Nel giardino della Rocca c’era uno spazietto
dove i bambini andavano a giocare: giocavano
con le bambole di pezza, una palla, il tiro alla
fune e altri giochi che c’erano nella Rocca. Un
giorno, mentre giocavano in questo giardinetto i
bambini videro passare il Re. Notando che
aveva una lunga barba bianca e che era vestito
con un mantello rosso, lo scambiarono per
Babbo Natale e gli chiesero dove aveva lasciato
la sua slitta e se fosse arrivato calandosi dal
camino..
Sentite queste parole, il Re si infuriò e fece rinchiudere i bambini nella
prigione della Rocca.
I bambini, impauriti iniziarono ad urlare chiedendo disperatamente aiuto.
Foglio li sentì e corse ad aiutarli: prese il chiavistello nascosto nella stanza
segrete e andò a liberarli.
I tre si recarono
silenziosi nella stanza
segreta di Foglio e lì
mangiarono pane e
cioccolata; poi
bevvero acqua e
succo di frutta alla
pera.
Vedendo che Foglio era coperto da un lenzuolo bianco, ai bambini venne un’idea.
Presero altri due lenzuoli dall’armadio del fantasma e se li misero addosso, per
mascherarsi da fantasmi anche loro. Così abbigliati, si diressero nella stanza del Re
che stava dormendo tutto vestito. Indossava il suo abito giallo, il mantello metà
rosso metà blu e in testa aveva la corona fatta di pipistrelli.
Vedendo i fantasmi davanti al suo letto, il Re si
spaventò moltissimo e i bambini ne
approfittarono per catturarlo, chiudendolo nella
prigione e legandolo al letto.
La Regina invece venne lasciata nella sua
stanza e legata al suo letto.
Per accertarsi che il Re e la Regina non
scappassero, i bambini buttarono via entrambe
le chiavi.
Ma quando il Re si pentì di essere stato
cattivo e chiese loro perdono, i
bambini recuperarono le chiavi e
decisero di riaprire la prigione,
liberando successivamente anche la
Regina.
Da quel giorno, il Re divenne più
buono e promise di non dare più ordini
e vissero tutti felici e contenti.
Anche se in verità sono le mamme che prendono la roba da mangiare e la portano ai
loro bambini: prendono le briciole di pane e un po’ di salamino.
Marroncino ha un amico che si chiama Rosino …
I due abitano vicino, l’albero di Marroncino è un albero piccolo, mentre quello di
Rosino è un albero alto 2 metri.
C’era una volta a Minozzo
sopra un albero di un
giardino un uccellino, che
si chiamava Marroncino,
perché era tutto marrone.
Un giorno c’era la neve e
le nuvole erano alte nel
cielo.
Marroncino stava sopra
ad un ramo: era un papà
che cercava il cibo per i
suoi piccoli …
I due uccellini si appoggiano sul ramo dell’albero piccolo, fanno una
dormitina e dopo ricominciano il volo. Vanno a cercare altre briciole per i
loro piccoli.
Un giorno mentre Rosino stava dentro al nido … il nido si rompe e
l’uccellino Rosino cade giù sulla neve.
Purtroppo si fa male ad una zampa e sua mamma e suo papà lo trovano
con anche l’ala rotta. Allora chiamano un dottore uccello e gli dicono
dell’ala rotta …
Il dottore ci mette una benda e dice che per un po’ di tempo l’uccellino
non potrà più volare. Glielo dirà il dottore quando potrà ricominciare.
Un giorno il dottore gli dice: “Vai pure dai tuoi piccoli, sei guarito”.
Allora ci va.
Però deve salire da una
scaletta per arrivare
sull’albero. Ci deve
andare piano a salire
perché l’ala le fa ancora
male, e anche la gamba.
Quando vede i suoi
piccoli, li abbraccia e
stanno tutti insieme al
calduccio. Mentre fuori
nevica molto forte,
mangiano le bricioline e
sono felici.
Un giorno la strega Teresa va a fare un giro nel bosco, dove incontra la strega
Giovanna.
Le due streghe decidono di fare una magia e trasformano la loro casa in un
castello. Ma, una volta entrate nel castello, Teresa e Giovanna incontrano tante
difficoltà: scivolano a terra per colpa del pavimento lucido, si schiacciano le ditanei cassetti mentre cercano
il libro delle magie, si
bruciano con l’acqua
bollente, si tagliano con le
forbici e infine si spaccano
le maglie con una bottiglia.
Le due amiche decidono di abitare insieme nella casa, ma prima vanno a fare
una gita a Minozzo, dove ci sono tante cose belle e anche tanti bambini (che
siamo noi). Noi lo sappiamo che sono venute qui perché abbiamo visto le
scope vicino alla legna di mia nonna!
La strega Giovanna allora decide di far tornare la casa come era prima,
perché quel castello l’aveva proprio stufata. Le due streghe volevano di
nuovo la loro casa, con le ragnatele, i pipistrelli e i ragni, perché a loro
piaceva così.
C’era una volta in un bel prato una pecorella che mangiava tanta bella erba
insieme alla sua mamma e quando avevano finito di mangiare l’erba, andavano a
bere nella ciotola d’acqua.
Era nato perché mamma pecora e papà pecora volevano tanta compagnia per
la loro pecorella femmina.
Un giorno,
all’improvviso, mentre
la mamma era nella
stalla, nacque un
piccolino ... Era
bellissimo: aveva
delle belle zampette e
un bel musino …
Un giorno il papà decise di andare nei
campi a fare un pisolino sotto un
albero, ma nella notte arrivò un lupo,
che era un po’ vecchietto e triste e
disse: “Voglio proprio mangiare delle
pecorelle … mi viene l’acquolina in
bocca!”.
Per fortuna, il papà pecora sentì il lupo
avvicinarsi e scappò via appena in
tempo per rifugiarsi nella stalla.
Il lupo aveva scoperto il
nascondiglio delle pecore perché
sentiva il loro odore, l’odore di
pecora; ma non riusciva ad entrare,
perché la stalla era chiusa con il
portone, e il portone era di ferro.
Ma dopo un po’ arrivò in suo aiuto
un lupo più giovane che era molto
furbo e gli disse: “Guarda! C’è una
finestra!”
Il lupo entrò dalla finestra, mise tutto in disordine per cercare le pecore, ma non
riuscì a trovarne nemmeno una. Nel frattempo, mentre il lupo era impegnato a
cercare le altre pecore, la pecora che era rimasta da sola raggiunse le altre nel
nascondiglio segreto. Così il lupo, non riuscendo a trovarle, se ne andò via e
restò a pancia vuota. Arrivò nella sua tana TRISTE, ARRABBIATO e
AFFAMATO… e le pecore erano tutte salve.
Allora il lupo
giovane si arrampicò
sulla finestra. Ma le
pecore nella stalla
erano molto più
furbe di lui … Si
nascosero in un
nascondiglio
segreto. Una pecora
era poco furba e non
sapeva dove
nascondersi, allora
andò a finire sotto il
fieno.
C’era una volta una donnina che abitava a Cerré Sologno. Questa donnina non
aveva la lavatrice, allora andava al pozzo a prendere l’acqua: la tirava su con il
secchio e dopo andava al lavatoio a lavare i panni (a quel tempo infatti di lavatoi ce
ne erano tanti), poi li stendeva sul ramo di un albero perché così il sole staccava le
goccioline.
Se era caldo, le goccioline dopo
si scioglievano, mentre quando
era freddo si ghiacciavano.
Spesso raccontava dei suoi bambini, che erano un po’
birichini e andavano a prendere l’acqua dal pozzo per lavarsi
le mani senza sapone.
Spesso, lungo la strada incontrava qualche altra signora e le raccontava di
quello che facevano a casa.
Dopo aver chiacchierato, le due donnine decidevano sempre di tornare a
casa a fare da mangiare ai piccolini, ma prima passavano al monumento
per mettere dei fiori. Lì ci sono quelli che erano morti in guerra da tanto
tempo e ogni volta che ci andava, la donnina tornava a casa un po’ triste.
(forse c’era anche il papà della donnina che era morto in guerra)
Le storie che trovate in questo libro sono state interamente inventate dai bambini della
scuola dell’infanzia di Minozzo, che hanno tratto libera ispirazione per i loro racconti dalle
uscite effettuate nei paesi del nostro territorio.
Storie e illustrazioni di: Beatrice, Christian, Federico,
Francesco, Gaia, Gabriel, Julia, Leonardo, Maddalena,
Sara, Simone, Yassemine.
Stesura: Nadia Rubertelli, Lara Piccinini
Recommended