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LA NOSTRA GITA A GRECCIO (13 dicembre 2013 – Santa Lucia). Venerdì 13 dicembre abbiamo fatto una gita a Greccio, paesino vicino a Rieti: il giorno della gita era arrivato e io ero molto eccitato e correvo velocemente verso le scale (Eduard). Greccio e Francesco. - PowerPoint PPT Presentation
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LA NOSTRA GITA A GRECCIO
(13 dicembre 2013 – Santa Lucia)
Venerdì 13 dicembre abbiamo fatto una gita a Greccio, paesino vicino a
Rieti:
il giorno della gita era arrivato e io ero molto
eccitato e correvo velocemente verso le
scale (Eduard).
Greccio e FrancescoIl paesino di nome
Greccio (Matteo), è il luogo dove Francesco è andato tante volte
come pellegrino (Giorgia), un paesino
collocato su un precipizio (Iulia), il
paese che San Francesco
assomigliava un po’ a Betlemme (Chiara).
I professori accompagnatoriSiamo partiti alle 8.15 e sul pullman c’erano già i ragazzi di Roviano (Mario). Con noi c’erano la prof. Sforza, il prof. Innocenzi e sua moglie Anna, che anche la prof. di Roviano, poi c’era anche il padre della prof. Sforza (Nicholas).
Le ragioni del viaggio
Questa gita è stata organizzata perché con la prof. Sforza abbiamo parlato di
San Francesco nella “Divina
Commedia” e poi abbiamo visto cin il prof. Innocenzi il film “Fratello Sole Sorella Luna” di
Zeffirelli (Gianluca).
LA NEBBIA
Quando, alle 8.15, è arrivato il pullman
eravamo tutti emozionati
(Alessandro). Io mi sono messo vicino a
Mario, al primo posto e ho visto tutto il
panorama bellissimo: ma, a un certo punto,
siamo passati in mezzo a una nebbia fittissima (Flavio). Abbiamo fatto l’autostrada, ma poi ci siamo trovati alla Valle del Salto (Nicholas).
Saliti sull’auto eravamo tutti assonnati e sentivamo
la musica con i cellulari (Daniele). Alla gita è
venuta anche Elisa con l’insegnante Martina e io
l’ho fatta giocare con il mio telefono. (Arianna De.)
LE STORIE DEL PROF
Durante il viaggio, ci ha circondato una nebbia molto fitta. (Mario). Per strada ci guardavamo intorno e vedevamo
tantissima nebbia sui monti (Loredana). Durante il viaggio abbiamo visto
molta nebbia e così il padre della prof. Beatrice ci ha raccontato le storie di
Greccio (Matteo). Il padre della prof. ci ha raccontato anche di Francesco e della costruzione della Chiesa di
San Damiano (Mattia). Inoltre, il prof. descriveva i luoghi che si vedevano dal pullman e ci ha detto di un
castello che moltissima anni fa era abitato da un signore che maltrattava
sua figlia, Beatrice Cenci. Ma un giorno, con l’aiuto del suo maestro di liuto,
Beatrice riuscì ad ammazzare il padre ma, lei
stessa poi fu uccisa (Fabiana).
L’arrivoVerso le 10.30 siamo arrivati al Santuario
del Presepio di Greccio. Siamo saliti e
man mano che salivamo la nebbia si diradava: a un certo
punto il cielo era libero e sereno!
Siamo andati al bar a fare colazione e al
bagno e poi è arrivato un altro autobus da
Roma con ragazzi, più o meno della nostra
età. Ci stavamo organizzando per una partita a pallone, ma
il professore ci ha detto di andare!
(Cristian)
Il panorama
Abbiamo iniziato la salita, tante scale,
vedevamo la valle che sembrava un
lago di nebbia (Cristian)
Frate ToninoPoi siamo entrati dentro una cappelletta dove un
frate francescano di nome Tonino ci ha
parlato della vita di San Francesco (Cristian). San Francesco era
venuto a Greccio nel 1223, tre anni prima
della sua morte. Lui era passato di qui, mentre
andava a Roma dal Papa. Tonino ci ha
raccontato che Francesco era a Greccio nel periodo di Natale e gli era venuto in mente
di fare un Presepe vivente (continua)
Il Presepe
Però, non sapeva come poter fare il Bambinello: le statue non le voleva usare
e nemmeno una donna incinta che partorisse per
quella data (Daniele). Allora Francesco decise di
usare il corpo e il sangue di Cristo, ovvero l’Eucaristia
(Gianluca), e chiese a Frate Leone di leggere il Vangelo (Daniele). L’affresco della cappelletta dove eravamo
rappresentava proprio quello che frate Tonino ci
raccontava. Greccio pareva proprio una nuova
Betlemme! (Alessandro e Matteo).
Il convento
Frate Tonino ci ha poi detto di andare a
vedere le stanze e il dormitorio dei frati: ci
siamo incamminati lungo uno stretto
corridoio e di qua e di là c’erano delle
stanzette chiuse. In fondo c’era il giaciglio
di Francesco: una roccia appuntita!
Abbiamo visto i dormitorio, i mobili
ma anche i libri ancora intatti che
erano scritti in latino e che i frati dovevano leggere
tutti i giorni. Avanzando ancora, abbiamo visto degli splendidi dipinti sui muri. Raffiguravano angeli, Maria, Gesù
e molti ancora (Eduard).
La chiesa e la mostra dei PresepiUsciti dalla casa di Francesco siamo andati a visitare la Chiesa, con molti affreschi, dipinti e un Presepe che rappresentava le scene della vita di Gesù nel mondo. Inoltre c’era un altare con una mangiatoia con della paglia vera (Mattia). Poi abbiamo visto la mostra dei presepi di tutto il mondo (Chiara, Loredana, Arianna D’A. e D). I presepi erano grandi e piccoli. Poi c’era anche un piccolo bazar dove, chi voleva, poteva comprare dei piccoli ricordini. Poi abbiamo mangiato sul piazzale, godendoci il bel sole di dicembre (Federica, Lorenzo, Gavriel e Crinel).
A Rieti
Poi, verso mezzogiorno, ci siamo rimessi in viaggio verso Rieti (Loredana). Arrivati lì, abbiamo faticato un po’ per trovare la strada, e abbiamo anche rischiato di incastrarci sotto un ponte. Ma l’autista, pronto, ha capito che non potevamo passare e allora, con un po’ di difficolta, ha fatto marcia indietro. Siamo andati a mangiare da Mc Donald’s e io non c’ero mai stato! (Alessandro). Abbiamo mangiato e poi la prof. Sforza è andata a prendere alla scuola lì vicino suo figlio Giulio, che poi ci ha fatto da guida (Flavio).
Passeggiando per Rieti
Abbiamo fatto una passeggiata al Centro
storico di Rieti, abbiamo percorso via Roma
e poi siamo andati ai Giardini all’italiana dove ci siamo riposati e fatto un po’ di scherzi. I cespugli dei giardini all’italiana sono tagliati tutti pari
(Mattia).
Il fiume Velino
Saremmo dovuti andare ai mercatini di Natale, solo che aprivano alle 16.00 e noi dovevamo ripartire. (Chiara). Al
ritorno siamo passati sul Ponte romano di legno che sovrasta il fiume
Velino: che bello! Si vedevano trote,
cigne, anatre e germani reali, oche e piccioni a cui abbiamo tirato un po’ di mangiare, come
pezzetti di pane e pezzetti di panini
sbriciolati. Anche il prof. Innocenzi ha dato alle anatre dei cresckers
(Mattia, Daniele, Loredana).
Il ritorno
Era giunto il momento di ripartire: il pullman ci
aspettava a Porta Romana. Ci siamo seduti
e l’autista ci ha rimproverato perché avevamo fatto troppa confusione! Però dopo
siamo stati molto educati. Abbiamo ripreso l’autostrada della Valle
del Salto e siamo tornati a Riofreddo, stanchi ma
contenti della bella giornata passata.
La 1° e la 2° E
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