La parola «gtiang non è più un tabù per chi ha avuto u tumore

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Un termineche ora si puòusare (e si deve)per sempre piùpazienti

on più solo «lungo-sopravviventi o sur-vtvors», ma ancheguariti. È ormaitempo che questa

parola venga utilizzata, che ilconcetto sia sdoganato, perchéi numeri e le statistiche lo dico-no: guarire dal cancro è possi-bile.

Lo sostengono gli esperti in-ternazionali che si sono riunitidi recente a Siracusa per laquinta Conferenza europea suipazienti oncologici lungoso-prawiventi e cronici, che han-no steso un documento (Cartail Siracusa) in cui sono rias-sunti i dati a disposizione, cheindicano quando, per determi-nate forme di tumore, si è au-torizzati a pronunciare la paro-la "guarigione".

«E fondamentale, con tuttee cautele necessarie, che il ter-Tiine entri a far parte del mon-10 oncologico — dice Paolofralongo, direttore dell'Onco-ogia dell'Ospedale Umberto I11 Siracusa, fra gli organizzato-i del convegno —. Oggi trop-

prospettive uure n concetto ai lungo-soprawiventi

La parola «gtiangnon è più un tabùper chi ha avuto upò spesso familiari e medicisono riluttanti ad usare la pa-rola guarigione, con conse-guenze negative sia per gli exmalati che finiscono per sen-tirsi sempre inutilmente pre-occupati, sia per il Servizio sa-nitario, che spreca invano de-naro per visite e controlli chepotrebbero non essere più ne-cessari».

La premessa è una soltanto:il via libera si ha nel momentoin cui l'aspettativa di vita del-l'ex paziente (ovvero il suo ri-schio di morte) diventa ugualea quella del resto della popola-zione del suo stesso sesso edetà. Ovviamente, tutto dipendedal tipo di neoplasia, dallo sta-dio al momento della diagnosie dal successo delle terapie.

«Importanti studi condottisu numeri molto grandi di per-sone — spiega Tralongo -hanno dimostrato che le per-sone curate efficacemente perun tumore al colon o alla cervi-ce uterina possono essere defi-nite guarite dopo otto anni dicontrolli in cui non si è avuta

| li traguardo| L'aspettativa1 di vita deve esserei| deiI stesso sesso

Le variabiliTuttodaldi neoplasia,

alla

tumorealcuna ripresa della malattia. Sisale, per ora, a io anni per chiha avuto un carcinoma della ti-roide o dei testicoli, il cui tassodi sopravvivenza a cinque annidalla diagnosi oggi è già supe-riore al 90 per cento. E ancheper il cancro al seno sappiamoche ben l'8o per cento delledonne operate per un nodulodi piccole dimensione non haalcuna ricaduta nei successivi15 anni: per precauzione,quindi, teniamo la soglia dellaguarigione a 20 anni, anche invirtù dei molti tipi diversi dicarcinoma mammario e consa-pevoli del fatto che per alcuneforme le recidive si presentanoa tanti anni di distanza. Un di-scorso simile può essere fattoper gli uomini con un tumorealla prostata, tenendo presenteche viene diagnosticato inun'età più avanzata rispetto aquello al seno».

Sentirsi guariti è un passodeterminante per il reinseri-mento sociale, lavorativo, per ilbenessere psicologico e la sferapiù intima e sentimentale, per

Persone in Italiache vivono avendo avutouna diagnosi di tumore

2.250.000

Forme per cui il tasso di sopravvivenzadopo 5 anni è maggiore

» Testicoli91%

• Tiroide90%

Prostata88%

• Sarcoma Kaposi87%

1.300.000sono i cosiddetti lungo-sopravviventi

(cioè hanno avuto la diagnosi almeno 5 anni prima)

Di questi

s^Seno85%

• Melanoma85%

t- Linfoma di Hodgkin83%

• Vescica

maschi

49%

78%»• Utero

76%femmine

60%» Leucemia linfatica cronica

72%»• Rene

fe 68%» Cervice uterina

*SS« 68%Fonte Rapporto 2011 Airtum, La sopravvivenza dei pazienti oncologici in Italia

un ritorno pieno alla quotidia-na normalità (basti pensare al-le tabelle di rischio per stipula-re un'assicurazione, che valu-tano la pratica in base al rischiodi morte della persona, o a tuttiquei lavori che necessitano uncertificano di piena salute).

Certo, purtroppo, ci sono tu-mori da cui ancora oggi non siguarisce e gli esperti non vo-gliono in alcun modo accelera-re in modo «sbrigativo» il mo-mento in cui i pazienti abban-donano l'iter di controlli. Fer-mo restando che anche gli exmalati dovranno sempre par-tecipare, come tutti gli altri,

agli screening per la diagnosiprecoce con la mammografiaper il cancro al seno, il test delsangue occulto delle feci perquello del colon e il Pap o Hpvtest per quello dell'utero.

«La comunicazione va fattacon gradualità nel rapporto framedico e paziente — precisaGabriella Pravettoni, docentedi Psicologia all'Università de-gli Studi di Milano e direttoredella Psiconcologia all'IstitutoEuropeo di Oncologia —, sen-za dare false speranze da un la-to né, dall'altro, far sentire lepersone malate, e a rischio, al-l'infinito. Bisogna far capire,

CORRIERE DELLA SERA

quando è il caso, che la guari-gione è un concetto realistico esostenere gli ex pazienti e i lorofamiliari nel passaggio fra icontrolli sempre meno fre-quenti e il ritorno alla normali-tà. Ad esempio, può rivelarsimolto utile coinvolgerli in unnuovo progetto di vita sano,con educazione a stili di vitacorretti (nutrizione, attività fi-sica, astensione da fumo e al-col), che li incentivi a un pen-siero positivo, oltre ad essereconcretamente valido per tute-lare la salute».

Vera MartinellaS> RIPRODUZIONE RISERVATA

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