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Ancora nel loro antro oscuro
le streghe complottavano contro il Bene. Lambiziosa Nera Regina scrutava la trama del destino
con laiuto della fedele Calliope,antica veggente del Reame delle Streghe.
E nelle fitte nebbie dello spazio e del tempo,Calliope vide una minaccia giungere dal cielo
e gli eventi prendere una svolta inattesa.Guard pi a fondo e vide le stelle brillare accecanti,
risplendere i fuochi di grandi battaglie,archi e spade colpire allunisono.
Ma non vide che, vicina, unaltra
e pi nera minaccia incombeva:dal castello e dalle sue stesse pietre, saliva.
Non vide il destino della Nera Regina prossimoa compiersi e, con quello della sua signora, il suo.
Una potenza inattesa stava per sorgere,una potenza che avrebbe fatto crollare
il Reame delle Streghe, per poi riedificarlo...
Mago Fabulus,Cronache del Regno della Fantasia,introduzione al Libro Quarto.
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uesta la storia di Ombroso, coraggioso giovaneelfo che part un giorno per liberare i reamioppressi del Regno della Fantasia. Attravers
boschi e montagne innevate, paludi e terre oltraggiate,affrontando mannari e Cavalieri senza Cuore, Nefandi,orchi e altri terrificanti mostri. Ma non era solo: con
lui viaggiava un pugno di amici fidati, che lo avevanoseguito per servire la giustizia e riportare la pace.Regulus, Spica e Robinia erano i loro nomi.
Liberarono il popolo degli Elfi Boschivi e aiutaronogli Gnomi di Forgia a riconquistare il loro reame. Fuin quelle terre che scoprirono qual era ilvero compitoche li attendeva: distruggere lo Scettro Oscuro di Stria,poich grazie a esso la Nera Regina era riuscita a piegarela potenza antica di uno dei perduti Anelli di Luceai suoi orribili scopi di morte e conquista. Ma perannientare quellarma spaventosa sarebbero dovuti
penetrare nel cuore pi oscuro del Reame delle Streghe.
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INTRODUZIONE
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INTRODUZIONE
Fu cos che la loro missione li condusse attraverso
le terribili paludi e le terre desolate di un reame ormaiper sempre distrutto e conquistato dagli orchi. Quii giovani elfi scoprirono il doloroso segreto dellanticopopolo dei Nani Grigi, i cui corpi vennero trasformatiper sempre in linfa e legno di betulle, e affrontaronolira e la ferocia degli orchi.
Nel frattempo, a cavallo dei magici unicorni dellafata Nevina, il mago Stellarius era in viaggio perraggiungere Ombroso, mentre il Cavaliere, cheil giovane elfo aveva conosciuto nel Reame dei Boschisotto le false spoglie di un cacciatore di draghi e che
aveva scoperto poi essere uno degli antichi Cavalieridella Rosa, cercava di penetrare nel Reame delleStreghe. Ma la situazione precipit. Regulus, Robiniae Spica vennero fatti prigionieri dagli orchi e trascinatiin catene nel Reame delle Streghe. Ombroso, Favillae Zolfanello, invece, riuscirono a fuggire e venneroraggiunti da Stellarius. Ma mentre tentavano di passareattraverso lo Specchio delle Orde che li avrebbe portatinel Reame, il giovane Ombroso rimase indietro perdifendere i propri amici dallattacco degli ultimi orchi.Il varco si chiuse per sempre e il ragazzo rest solo, in
una terra ormai abbandonata.
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di abbattere i Cavalieri senza Cuore. Veleno, la Spada
del Destino. Ed era sempre lui ad avere con s il solostrumento capace di indebolire e distruggerelo scettro della Nera Regina: il Trillo delle Fate.
E Ombroso era rimasto indietro, dallaltro lato degliSpecchi delle Orde, nel Reame degli Orchi, insiemealla giovane Favilla e al piccolo drago Zolfanello.
Oh, s, non aveva motivo di preoccuparsi: Ombrosose lera cavata gi altre volte... ma se anche fossesopravvissuto, come avrebbe fatto a raggiungereil Reame delle Streghe e portare a termine la suamissione? Gli Specchi delle Orde, gli unici varchi di
collegamento tra i due reami, erano stati sigillati. Tutti.Sospir una seconda volta. Loro invece, dopo essere
passati attraverso gli Specchi, prigionieri sui carri degliorchi, avevano percorso una vecchia via in mezzo astrani alberi contorti e si trovavano ora in un territoriobrullo e desertico.
I carri procedevano a balzelloni sulla stradasconnessa, facendo tintinnare le catene e i chiavistelli,e avanzavano senza sosta, fermandosi solo poche oreper notte. Gli orchi non sembravano stancarsi.Di giorno il sole era torrido e splendeva accecante.
Pi lontano, sopra il castello della Nera Regina, nubi
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Guardandosi intorno Regulus vedeva nelle gabbie
elfi provenienti da reami lontani, nani, gnomi... e tuttiavevano lo sguardo smarrito e opaco di chi ha perdutoogni speranza. Nessuno osava parlare, neppurequando gli orchi erano lontani, e quando il ragazzoaveva provato a rivolgere la parola a qualcuno nonaveva ottenuto risposta.
Se almeno sapessimo dove stiamo andando... mugugn, rivolto a Robinia.
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La ragazza fece spallucce. A che ci servirebbe?
Ci staranno portando nel cuore delle terre dellestreghe... ci abbandoneranno l, probabilmente. E poici uccideranno mormor, a voce pi bassa.
Regulus fu sorpreso dal tono cupo e rassegnatodella ragazza. Robinia aveva sempre combattutocon grinta, senza lasciarsi prendere dallo sconforto...che cosa le stava succedendo?
Arriver pure il momento in cui ci faranno uscireda questa gabbia! protest.
Certo. Per incatenarci e farci lavorare senza sostanei loro campi... disse allora una voce diversa.
Apparteneva a una creatura che fino ad allora erarimasta in silenzio: un elfo magro e pallido, dalle cuiorecchie ciondolavano strani orecchini.
Regulus gli rivolse unocchiata perplessa. Alloraqualcuno di voi non ha perso del tutto la voce...
Per il momento, sospir quello, scuotendo ilcapo ma pi restiamo tra queste sbarre pi la nostravolont si affievolisce. Non lo sentite anche voi? la condanna di chi cade nelle grinfie delle streghe...Lo scettro della Nera Regina emana un potenteincantesimo, in grado di suscitare i peggiori incubi
nelle menti dei prigionieri e di paralizzarne la volont.
DESERTI
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Crea il deserto nel loro animo. Solamente lOscuro
Esercito e i servitori delle streghe sono protetti daquesta stregoneria.
E come mai tu parli ancora? intervenne Spica.Nella luce del crepuscolo che stava giungendo a
portare un po di sollievo in quelle distese assolate, gliocchi della ragazza emanavano una lucentezzaparticolare e Regulus ringrazi le stelle che sua sorellanon fosse gi perduta come gli altri prigionieri.
Lincantesimo non agisce subito, ma si insinuanella mente giorno dopo giorno spieg lelfo. Ioricordo ancora chi sono e la mia volont non ancora
annientata. Forse gli Elfi Viaggiatori sono piabituati a sopportare situazioni simili... sogghign. Non hanno una casa da ricordare e nostalgie in cuiperdersi. Noi Viaggiatori siamo sempre stati libericome il vento, facciamo ci che ci passa per la testa ela nostra unica casa il nostro cuore. E quello non loperdiamo neppure dietro le sbarre.
Qual il tuo nome? domand Regulus, a cuiquelle parole avevano fatto ricordare quando, dapiccolo, suo padre gli raccomandava di tenersi allalarga dagli Elfi Viaggiatori.
Mezzod. E prima che mi chiediate perch: sono
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nato a quellora! rivel con un lampo malizioso
negli occhi.Regulus sospir. Se vero quello che dici,
dobbiamo fuggire al pi presto da qui. Fuggire! esclam Mezzod. Nessuno fugge dal
Reame delle Streghe...Regulus avrebbe potuto parlargli di Favilla: lei aveva
addirittura servito al castello di Stria ed era riuscita ascappare, anche se nel farlo era stata tramutata inunoca... Ma non lo fece.
Forse intervenne Spica interrompendo i pensieridel fratello solo perch
nessuno ci ha mai provato. Oh, davvero, mia dolce
fanciulla? Tu credi? E comehai idea di provvedere?Dimmelo e io ti seguirovunque! rise lelfo,indicando le distese sassoseche si allargavanotuttintorno a loro e ilcastello che incombevaallorizzonte come una
minaccia.
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Ancora non so esattamente come, ma di sicuro
la prima cosa da fare cercare di risvegliare tuttiquanti da questo terrore che li paralizza ribatt lei. E prima che sia troppo tardi.
Non servir a nulla! sussurr Mezzod, e la suavoce si fece rauca. Siamo perduti, siamo destinatia morire qui, lavorando come schiavi per le streghe.
Spica pos la fronte sulle ginocchia, esausta.Non avevano la minima idea di come agire, era vero,ma se cera una cosa che sapeva per certo era che nonpotevano arrendersi.
E non lavrebbero fatto. Mai.
Spica continuava a pensare. Non riusciva a dormiree quasi non riusciva a mangiare. Pensava soltanto.Da giorni. Preoccupazione, rabbia, dolore, ansia...tutte queste sensazioni si accavallavano nel suo cuoresenza lasciarle pace.
In ognuna delle otto carovane, compresa la loro,cerano circa dieci schiavi. Gli orchi erano in numerominore, una ventina forse, ma ben armati e
sufficientemente grossi da tenere tutti sotto controllo.
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I prigionieri invece erano incatenati e privi di armi,
senza contare che nessuno di loro era un mago e,soprattutto, nessuno di loro aveva abbastanza risorsementali o energie fisiche per tentare una fuga.
Quindi lunico punto a loro favore, il numero,non poteva essere sfruttato. A meno che qualcunonon riuscisse a riscuoterli dal terrore che li tenevaprigionieri... Doveva sottrarli a quegli incubi, pensSpica risoluta. Solo cos avrebbero trovato la forza perribellarsi, quella stessa forza che ancora animava lei.
Forse lunico modo era farli sentire a casa, l, in quelluogo sperduto. Mezzod aveva ragione quando diceva
che la casa di ciascuno il proprio cuore. E nel cuoresi custodiscono tante cose: ricordi dellinfanzia,racconti e leggende che hanno rallegrato tempi ormaisvaniti. Forse quegli stessi racconti li avrebberorisvegliati e riportati alla realt. E se cera una cosa cheSpica sapeva fare fin da quando era piccola eraraccontare. Aveva ascoltato cos tante leggende da nonriuscire neppure a tenerne il conto...
Si guard intorno nella luce della sera e dopo unbreve sospiro cominci: In un tempo lontano, in unaterra verdeggiante che si estende nel cuore del Regno
della Fantasia...
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Robinia si volt verso lamica con gli occhi sgranati,
cercando di non scoppiare a piangere. Non si era maisentita cos spaventata prima di allora; era come setutte le sue energie fossero risucchiate da quelle cateneche le martoriavano i polsi. Temeva che anche lei sisarebbe perduta come gli altri prigionieri... Neppureil pensiero di avere vicino i suoi amici le dava conforto.Avrebbe preferito che Regulus e Spica fossero lontanimille miglia da tutto quel dolore e che non lavedessero in quelle condizioni. E Ombroso, Favilla?E il suo caro Zolfanello? Forse erano gi morti. Ma seanche erano ancora vivi, erano pur sempre soli, senza
alcuna possibilit.Ma proprio mentre la sua mente vagava in questi
tetri pensieri, ecco che Spica aveva cominciatoa parlare. La voce della giovane Stellata era calmae dolcissima. Dopo qualche istante Robinia si reseconto che lamica stava raccontando una storia.Una vecchia storia che aveva gi sentito una voltaquando era bambina.
... un cavaliere camminava sul greto del fiumeScrosciante, lo sguardo perduto nei giochi di luce chesi rincorrevano sul pelo dellacqua. Sul suo viso il sole
disegnava strane ombre, e i suoi occhi erano tristi
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e lontani. Era stanco, ferito,
ma continuava a camminaresenza fermarsi. Sembravache sulle sue spalle portasse ilpeso del mondo. Veniva dauna terra oltre le nebbie dellastoria, dove da tempoormai si era perso ilsapore della libert,ma non la speranza diriuscire un giorno ariconquistarla. Non
erano le streghe ad averloesiliato, n gli orchi ad averlo scacciato: era stato il suore. Quel re a cui lui aveva giurato fedelt e per il qualesarebbe stato disposto a morire... e qui la ragazzafece una pausa carica di significato.
Robinia trattenne il fiato. Quella era la storia diAcero, uno dei leggendari fondatori del Reame deiBoschi. Sgran gli occhi su Spica e lamica le rivolseun sorriso stanco: era per lei che stava raccontandoadesso, anche se probabilmente quella storia sarebberiuscita a toccare il cuore e la mente di tutti
i prigionieri. Era la storia di come Acero aveva salvato
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il suo popolo e le sue terre dalla tirannia grazie al
proprio coraggio e allaiuto di una fedele compagniadi amici.
Una lacrima scese lungo la guancia di Robinia,mentre anche gli altri prigionieri sembravano inqualche modo scuotersi leggermente sotto quel fiumedi parole. La stella sulla fronte di Spica brillava di unaluce calda e dorata che avvolse tutto come unonda.Robinia cominci a tremare.
Ehi, stai bene? le chiese Regulus.Robinia annu. Poi guard Spica e sospir. Laveva
sempre ammirata, ma non avrebbe mai immaginato
che avesse tanto coraggio e tanta forza da riuscirea narrare delle storie in un momento come quello.Il bagliore che emanava la stella sulla sua frontela faceva sentire in qualche modo a casa, e anche glialtri prigionieri ne parevano attratti.
Ma che cosa sta facendo? domand Mezzodsocchiudendo gli occhi.
Credo che stia tentando di farci coraggio disseRobinia.
E di scuotere gli altri prigionieri dal terrore aggiunse con un moto di entusiasmo Regulus, che
aveva capito subito le intenzioni della sorella.
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lunica speranza che abbiamo. Da soli non possiamo
fare nulla. Ma insieme... Se ribaltassimo il carro, peresempio, forse potremmo forzare le sbarre e scappare.
E con gli orchi come la metti? lo schern Mezzod. Siamo molti di pi di loro. Se solo trovassimo la
forza di ribellarci non potrebbero fermarci... sussurrRegulus.
Robinia sorrise e annu. Anche la stella sulla frontedel ragazzo scintillava decisa.
E come pensate di uscire vivi da qui? Siamo inquello che viene chiamato il Deserto Impietoso...Niente sopravvive in queste lande se non lo vogliono
le streghe sibil lElfo Viaggiatore con una stranaespressione.
Spica continu a raccontare e raccontare finchla notte fu piena e la luna apparve dietro lontanissimemontagne. E mentre raccontava, intorno a lei i voltidei prigionieri si distendevano e gli occhi si riaprivano.
Era incredibile vedere quanta forza potesse avereuna semplice voce. Ci sarebbe voluto del tempo,ma Spica ce lavrebbe fatta. Avrebbe risvegliatoi prigionieri e spezzato lincantesimo delle streghefacendo appello al cuore dimenticato che ciascuno
di loro aveva in petto.
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Mezzod la osservava, con gli occhi semichiusi,
come se pensasse a qualcosa. A qualcosa di inquietantee misterioso.
In quello stesso istante, pi a sud, nel vasto Reamedelle Streghe, il mago Stellarius si guard intorno esospir. Erano ormai alcune ore che tutta la suaconcentrazione era tesa nello sforzo di mantenerelIncanto Specchiante su di s e sulla sua compagnadi viaggio, e le forze iniziavano a mancargli. Fuggendo
dal Reame degli Orchi attraverso lo Specchio delleOrde, lui, Favilla e Zolfanello si erano trovati davantiagli orchi che montavano la guardia dallaltro lato delvarco stregato, nel Reame delle Streghe. Avevanointrapreso un combattimento a colpi di magia e infine,sentendo arrivare rinforzi, Stellarius aveva fatto lunicacosa possibile: aveva usato su di s e su Favillaun Incanto Specchiante. Era una sorta di magia diillusione: loro avevano assunto laspetto di due orchiche giacevano a terra attorno allo Specchio, mentrei cadaveri di questi ultimi avevano preso le sembianze
del mago e della giovane del popolo dei Nani Grigi.
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Solo Zolfanello non aveva mutato aspetto: Stellarius
e Favilla, sotto false spoglie, lo portavano con lorocome fosse un trofeo di caccia da donare a Stria.
Il mago sorrise sotto la folta barba pensando allafortuna insperata che avevano avuto in tutto queltrambusto: nella sacca cenciosa di uno degli orchiavevano ritrovato larco fatato di Spica. Naturalmentelorco che lo aveva con s e che avevano abbattuto inquel primo scontro non immaginava nemmenolontanamente la potente magia da cui era segnataquellarma, la capacit che aveva di adattarsi al nemicoda colpire... Con tutta probabilit era stato attratto dal
luccichio del filo magico attorcigliato intorno alsemplice legno dellarco e lo aveva preso con s. Maquel rivestimento disposto in modo cos attento e fine,quellinconfondibile alone magico che emanava...inconfondibile per chi lo sapeva riconoscere, certo.E Stellarius non aveva dubbi: in fondo ne era luilartefice! Cos laveva preso subito, con il segretointento di restituirlo alle mani della sua proprietaria,la sola che poteva guidare le frecce di quellarco conla sua volont.
Riscuotendosi da questi pensieri, il mago torn
ad aguzzare le orecchie. Potersi aggirare come orchi
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tra gli orchi dava loro anche un altro vantaggio:
quello di captare indizi e informazioni. E, da quantoavevano sentito, sembrava che la battaglia finalefosse ormai vicina.
La Nera Regina sapeva che un cavaliere era giuntonel suo reame e lindovina del castello, la vecchiaCalliope di cui Favilla si ricordava fin troppo bene,le aveva predetto che quellarrivo avrebbe significatolinizio dello scontro finale. Stria era decisa ad avereper s tutto lonore e il potere. E si era preparata.
Le truppe formate da orchi, mannari e altri alleatidelle streghe erano numerose e ben armate. Cerano
stormi di draghi neri addestrati a combattere che silevavano dagli accampamenti per sorvegliare i confinidel reame. Cavalieri senza Cuore si spostavano da unaparte allaltra a cavallo recando ordini, organizzandoi campi e comandando le truppe. Scarafaggi Gigantipattugliavano le zone impervie vicino al castelloe Troll delle Caverne controllavano le montagnepi lontane.
Alte fortificazioni si ergevano lungo i confini delreame eccetto quelli che davano sul mare: l era statosufficiente avvelenare le acque per tenere lontane
le navi nemiche e far approdare solo le truppe alleate.
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Le schiere di sirene e tritoni che avevano tentato
di opporsi erano state facilmente sconfitte ed esiliateo ricacciate nelle profondit del mare.
Il gruppo di orchi in mezzo a cui si nascondevanoStellarius, Favilla e Zolfanello si stava dirigendo versoil margine settentrionale di una foresta che gli orchichiamavano Bosco degli Incubi. Era il luogo piterrificante che Favilla avesse mai visto: l il Malesembrava farsi pi denso e acquistare una consistenzaquasi fisica, che indeboliva persino il potere diStellarius. Alberi secchi e tozzi levavano al cielo i lororami avvizziti, e i tronchi bucati assomigliavano
a enormi bocche spalancate in un grido di terrore.
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Tra le varie notizie raccolte, Favilla e il mago non
erano per riusciti a scoprire nulla su Ombroso. Lagiovane tremava al pensiero dellamico rimasto da solooltre lo Specchio; forse morto, forse ferito e in baliadi un terribile drago. Ma non aveva smesso di sperareche in un modo o nellaltro ce lavrebbe fatta e chesarebbe riuscito ad arrivare l. Perch, se ceraqualcuno in grado di sconfiggere Stria, quello eraOmbroso.
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