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Le Basi della Prestazione

Corso Coni 1° Livello FSN/DSA

Prof. Marco Tamantini

Parleremo di:

- I Fattori della Capacità di Prestazione

- Le basi anatomiche e fisiologiche del movimento: organi e apparati

- Caratteristiche del modello di Prestazione

- Allenamento ed Allenabilità

- Fasi sensibili

- Caratteristiche e contenuti dell’allenamento in relazione alle diverse fasce di età

- L’allenamento giovanile

- L’allenamento degli adulti

- Il carico

- Fattori che influenzano la capacità di prestazione

La Prestazione Sportiva

E’ il risultato di un’azione sportiva che,

soprattutto nello sport competitivo, trova il suo

riflesso in una misura o punteggio, che viene

attribuito all’azione motoria secondo regole

prestabilite

Bisogna conoscere cosa si verifica realmente

durante la competizione per determinare su

quali fattori agire durante l’allenamento. Quindi

la prima domanda che un tecnico deve porsi è:

CHE COSA DEVO ALLENARE?

Individuate le capacità da allenare è

conseguente la scelta dei mezzi e dei metodi più

utili per progredire in una specialità sportiva.

Quindi la seconda domanda che un tecnico

deve porsi è:

COME ALLENARE?

Determinate le capacità sulle quali intervenire

con l’allenamento e trovate le metodologie per

stimolarle, rimane l’interrogativo del tempo

utile per la loro applicazione Quindi la terza

domanda che un tecnico deve porsi è:

QUANDO ALLENARE?

Capacità di

prestazione

Capacità coordinative Abil abilità motorie

Tecnica

Capacità Condizionali

Forza Resistenza Velocità

Fattori di

predisposizione

Costituzionali

Capacità sociali

Capacità

Tecnico-cognitive Capacità psichiche

Mobilità articolare

Rapidità

I FATTORI DELLA CAPACITA’

DI PRESTAZIONE SPORTIVA

Considerata la molteplicità dei fattori che la compongono essa può

essere allenata solo globalmente. Solo lo sviluppo armonico di tutti i

fattori che la determinano offre la possibilità di raggiungere la massima

prestazione individuale

Le basi anatomiche e fisiologiche del

movimento: organi e apparati

Apparato Respiratorio

Apparato Cardio-Circolatorio

Apparato Locomotore: attivo e passivo

Sistema Nervoso: Centrale e Periferico

Energetica e movimento

E’ un sistema di canali attraverso cui l’aria arriva nei polmoni e i prodotti di rifiuto vengono eliminati attraverso uno scambio gassoso

1. FORNISCE OSSIGENO AI TESSUTI

2. ELIMINA ANIDRIDE CARBONICA

APPARATO RESPIRATORIO

FARINGE – CAVITA’ NASALI

LARINGE

TRACHEA

BRONCHI

POLMONI

BRONCHIOLI

ALVEOLI

FREQUENZA RESPIRATORIA

numero di atti respiratori al minuto

- Differenza fra bambino e adulto

1. MUSCOLI INTERCOSTALI INTERNI 2. MUSCOLI INTERCOSTALI ESTERNI

3. DIAFRAMMA

La respirazione richiede energia per attivare i

Muscoli che

dilatano la gabbia toracica per aumentare il

volume polmonare

e diminuire la pressione interna che favorisce

l’entrata dell’aria.

Processo inverso per l’espirazione.

APPARATO CARDIOCIRCOLATORIO Trasporta il sangue in tutti i distretti del corpo.

E’ UN SISTEMA IDRAULICO A CIRCUITO CHIUSO

CUORE (ATRI – VENTRICOLI – VALVOLE)

VENE

ARTERIE

CAPILLARI

SANGUE

Durante l’attività fisica circa l’85% del sangue affluisce ai muscoli, abbassando il flusso in tutti gli altri distretti

SISTOLE:

Il Cuore si contrae e si svuota

DIASTOLE:

Il Cuore si rilascia e si riempie

L’alternanza di questi cicli viene chiama Frequenza Cardiaca e varia in funzione del grado di attività fisica e in relazione all’età.

Differenza fra adulto e bambino

Differenza fra soggetti allenati e non allenati

Adattamenti del cuore nei soggetti allenati

Ripristino della F.C. a riposo

E’ UN TESSUTO – UN ORGANO SEMIFLUIDO

E’ formato da:

PLASMA

Sali – Proteine – Acqua

GLOBULI

Proteine (Trombociti) – Globuli Rossi (Eritrociti) – Globuli Bianchi (Leucociti)

IL SANGUE

GLOBULI ROSSI:

Sono i più numerosi e trasportano ossigeno ai tessuti attraverso l’EMOGLOBINA (proteina)

GLOBULI BIANCHI

Sono meno numerosi dei rossi e hanno funzione di difesa dagli agenti esterni – MICROBI

PIASTRINE

Provvedono alla coagulazione del sangue, ad esempio dopo ferita.

ANTICORPI

Sono proteine che circolano nel sangue e agiscono insieme ai globuli bianchi

APPARATO LOCOMOTORE 1. PASSIVO – OSSA

2. ATTIVO - MUSCOLI

CONSENTONO IL MOVIMENTO DAL PUNTO DI VISTA MECCANICO

IL SISTEMA SCHELETRICO E’ FORMATO DA OSSA E ARTICOLAZIONI E SVOLGE LE FUNZIONI DI:

•Protezione

•Sostegno

•Movimento

E’ FORMATO DA OSSA LUNGHE – BREVI - PIATTE

IL SISTEMA MUSCOLARE PERMETTE IL MOVIMENTO, L’ATTIVITA’ DEGLI ORGANI INTERNI E IL MANTENIMENTO DELLE POSTURE ED E’

COMPOSTA DA:

•Muscolo Liscio

•Muscolo Cardiaco

•Muscolo Striato

MUSCOLO LISCIO

È presente negli organi interni (tubo digerente – arterie) e la sua contrazione non è volontaria e dipende dal sistema nervoso autonomo o neurovegetativo.

MUSCOLO CARDIACO

Pur essendo striato è caratterizzato d un’attività involontaria

MUSCOLO STRIATO

Costituisce la muscolatura scheletrica ed è la componente attiva dell’apparato locomotore perché si inseriscono sulle superfici ossee determinandone lo spostamento. Sono sotto il controllo del SISTEMA NERVOSO CENTRALE

ARTICOLAZIONI

1. FISSE – Cranio – Funzione protettiva

2. MOBILI – Ginocchio – Movimento

CARTILAGINE

Si trovano alle estremità dei capi articolari e ha due proprietà:

• Essendo lisce consentono lo scivolamento dei capi articolari

• Essendo elastiche funzionano da cuscinetto ammortizzatore

LEGAMENTI

Uniscono i capi articolari

SCIVOLAMENTO – ROTAZIONE – MOVIMENTO ANGOLARE -

CIRCONDUZIONE

MENISCHI DEL GINOCCHIO

LA COLONNA VERTEBRALE

1. Vertebre Cervicali 1-7

2. Vertebre Toraciche 8-19

3. Vertebre Lombari 20-24

4. Vertebre Sacrali 25-29

5. Vertebre Coccigee 30-33(34)

Le vertebre sacrali e coccigee si fondono precocemente formando l’osso sacro

CURVATURE

• Lordosi cervicale

• Cifosi Toracica

• Lordosi Lombare

• Cifosi Sacrale

STRUTTURA DEL MUSCOLO

Fascicolo muscolare

Fibra muscolare

Miofibrille

Miofilamenti

- Actina

- Miosina

Teoria dei filamenti scorrevoli III

3. L’energia immagazzinata sulla testa della miosina serve per lo spostamento della testa

della miosina. Il movimento della testa della miosina fa sì che lo scorrimento tra actina e miosina

abbia luogo. Dalla testa della miosina viene rilasciata ADP. La fibra muscolare si accorcia

4. Un’altra molecola di ATP si lega alla testa della miosina

Scissione dell’ATP e movimento dei ponti trasversali [parte 2]

TIPOLOGIA DEL MUSCOLO

FIBRE BIANCHE

Spesse e rapide – FT: fast twich= fibre a contrazione rapida.

Entrano in azione nelle sollecitazioni intense e di forza rapida

FIBRE ROSSE

Sottili e lente – ST: slow twich= fibre a contrazione lenta.

Entrano in azione nel lavoro muscolare a bassa intensità

FIBRE INTERMEDIE

14% del patrimonio genetico dei bambini.

Sono condizionabili con l’allenamento

TIPOLOGIA DEL MUSCOLO

LEGGE DEL “TUTTO O NIENTE”

COORDINAZIONE INTRAMUSCOLARE

COORDINAZIONE INTERMUSCOLARE

SISTEMA NERVOSO

Coordina tra loro le varie funzioni degli organi Svolge un ruolo predominante nel controllo e nella

regolazione dei processi fisiologici IL SISTEMA NERVOSO E’ UNICO ma per ragioni

espositive si può distinguere in: - CENTRALE - PERIFERICO - AUTONOMO o NEUROVEGETATIVO

STRUTTURA DI UNA CELLULA

NERVOSA - Neurone

Corpo cellulare

Dendriti

Assone

SINAPSI

Bottone sinaptico di

collegamento

Il rilascio di un ormone

provoca l’attivazione e la

reazione

SISTEMA NERVOSO

Centrale: si trova nella cavità cranica e nel canale vertebrale

Periferico: sono i nervi, le vie attraverso le quali viaggiano le informazioni I NERVI SONO FORMATI DA FASCI DI NEURITI

Mielinizzati e Non mielinizzati

Nervi Misti: le informazioni sensitive e motorie viaggiano insieme

Nervi Motori: viaggia l’impulso che attiva i muscoli effettori (Effettori)

Nervi Sensitivi: portano le informazioni dalla periferia al cervello (Recettori)

SISTEMA NERVOSO CENTRALE

CERVELLO (sede delle funzioni che costituiscono l’intelligenza)

MESENCEFALO

PONTE

CERVELLETTO

MIDOLLO ALLUNGATO

MIDOLLO SPINALE (Contiene i neuroni motori)

MIDOLLO SPINALE

Vi si trovano i neuroni motori, E’ contenuto nella colonna vertebrale. E’ collegato al cervello attraverso il midollo allungato

Ogni segmento del midollo controlla una parte di muscoli, cute, organi interni

SISTEMA NERVOSO NEUROVEGETATIVO

Controlla le attività degli organi interni

E’ autonomo ma non volontario, sottoposto al controllo del SNC con strutture che si trovano nella parte basse del cervello

SISTEMA SIMPATICO

Azione eccitante

SISTEMA PARASIMPATICO

Azione inibente

Lo stress dato dal troppo carico procura disturbi

neurovegetativi quali:

- Insonnia – Inappetenza - Irrequietudine

STRUTTURA DI UNA

UNITA’ MOTORIA - Motoneurone

Midollo spinale

Corpo del neurone

motorio

Assone

Rami dell’assone

Fibre muscolari

GLI ANALIZZATORI

Sono sistemi parziali del sistema sensoriale, che, sulla

base di segnali di qualità ben determinata, ricevono,

decodificano, inoltrano ed elaborano le informazioni,

rendendole utilizzabili

Un analizzatore è costituito da recettori specifici, da

vie nervose afferenti e da centri sensoriali posti nelle

diverse zone del cervello

Analizzatore cinestetico:

i suoi recettori si trovano nei muscoli, nei tendini, nei legamenti e nelle

articolazioni ed informano sulla posizione delle estremità o del tronco o sulle forze che agiscono su di essi. La sintonia precisa dei rapporti spaziali e temporali, necessaria in molti processi sportivi di movimento, presuppone un’informazione cinestetica molto differenziata

Analizzatore tattile:

i suoi recettori sono localizzati sulla pelle ed informano sulla forma e

superficie degli oggetti che vengono toccati

Analizzatore statico-dinamico:

è localizzato nell’apparato vestibolare dell’orecchio interno ed informa

sulle variazioni di direzione e di accelerazione della testa

Analizzatore ottico:

i suoi recettori vengono anche definiti telerecettori o recettori delle

distanze ed informano sui movimenti propri, di persone e di oggetti. Visione centrale e periferica

Analizzatore acustico:

in generale svolge un ruolo subordinato in quanto il contenuto informativo

sull’atto motorio è relativamente limitato

ENERGETICA

CARBOIDRATI: 4,1 Kcal per Grammo. Glucosio- Glicogeno, immagazzinati nei muscoli e nel fegato

GRASSI: 9 Kcal per Grammo. Sottocutanei e viscerali, Intramuscolari.

PROTEINE: 4,1 Kcal per Grammo. Principale funzione Anabolica ma possono fornire dal 5 al 10 % dell’energia necessaria in un esercizio prolungato L’energia fornita dai Carboidrati è più accessibile ed immediata

rispetto alle altre due

Ogni movimento ha un costo energetico!

Il Cibo viene trasformato chimicamente in ATP e immagazzinato

ENERGETICA

MECCANISMO ANAEROBICO ALATTACIDO : ATP e CP. Immediatamente disponibile dal muscolo attraverso un processo molto rapido. Si esaurisce presto (20 sec);

MECCANISMO ANAEROBICO LATTACIDO Sintesi di Atp attraverso la Glicolisi Anaerobica. Processo lungo, non produce grandi quantità di Atp e produce Acido Lattico. Debito di ossigeno (20 sec – 50 sec);

MECCANISMO AEROBICO : Sistema ossidativo: più complesso degli altri due e produce notevoli quantità di energia, ciclo di Krebs, dipende dall’ossigeno (oltre i 50 sec)

Caratteristiche del Modello di prestazione

…s’intende l’insieme dei fenomeni che caratterizzano un’attività sportiva (Lombardozzi)

Open Skill e Closed Skill

Negli sport ad abilità chiuse la caratteristica peculiare del modello di prestazione è standardizzata

Prevalenza dell’aspetto fisiologico nella prestazione

Negli sport di situazione la caratteristica peculiare dei modelli di prestazione è la loro variabilità

Durata delle azioni variabile: azioni velocissime e altre meno

Pause variabili, in relazione alle situazioni di gioco

Impegno differente in relazione ai ruoli e alle differenti caratteristiche antropometriche e funzionali

Differenza di intensità di lavoro in relazione al punteggio, alla tattica, ad inizio o termine della partita

ALLENAMENTO

Martin: “processo che produce un cambiamento di stato (fisico,motorio, cognitivo, affettivo)”

Matwejew: “preparazione fisica, tecnico-tattica, intellettuale, psichica e morale dell’atleta realizzata attraverso esercizi fisici”

Carl: “un processo di azione complesso che si pone lo scopo di influire, in modo pianificato e rivolto ad un oggetto specifico, sullo stato di prestazione sportiva e sulla capacità di realizzare nel migliore dei modi questa prestazione in situazioni in cui ci si misura con gli altri”

Vittori: “l’allenamento sportivo è un processo pedagogico-educativo complesso che si concretizza con l’organizzazione dell’esercizio fisico ripetuto in quantità ed intensità tali da produrre carichi progressivamente crescenti che stimolino i processi fisiologici di supercompensazione e migliorino le capacità fisiche, psichiche, tecniche e tattiche dell’atleta, al fine di esaltarne e consolidarne il rendimento in gara”

ALLENAMENTO

L’allenamento rappresenta l’attività

motoria, volontaria e finalizzata, con grado

di sollecitazione funzionale al di sopra di

quello normale (supercompensazione),

volta a sviluppare progressivi adattamenti

per il miglioramento della resistenza

strutturale e della funzionalità dei grandi

apparati. Il carico fisico è la base

dell’allenamento.

Alcuni aspetti teorici

L’allenamento sportivo può essere considerato un processo di adattamento a stimoli esterni, organizzati razionalmente, in modo da esaltare il rendimento di una data disciplina sportiva

E’ un processo complessivo che è tanto più efficace quanto più è accurata la scelta e la distribuzione degli stimoli, che deve tener conto dei processi di adattamento dell’individuo

PRINCIPI PEDAGOGICI DELL’ALLENAMENTO

Priorità dello sviluppo completo della personalità rispetto a quello della prestazione

Consapevolezza di quanto si fa in allenamento

Mantenimento e salvaguardia della salute

Conformità tra pratica e sviluppo

Aumento dell’auto-responsabilizzazione dell’atleta

Chiarezza nella prestazione delle decisioni e della loro successiva realizzazione

Orientamento dell’azione di allenamento sui bisogni e gli interessi degli atleti

ALLENABILITA’

Rappresenta il grado di adattamento ai carichi di allenamento

E’ un parametro dinamico che dipende da una serie di fattori endogeni ed esogeni

Nell’età infantile un ruolo importante viene svolto dalle “fasi sensibili”

FASI SENSIBILI

Periodi dello sviluppo che sono particolarmente

favorevoli per la formazione di determinati

fattori della prestazione motoria sportiva, nei

quali, cioè, l’allenabilità è particolarmente

elevata

Se non si presta attenzione può accadere che

determinati fattori della prestazione non

possono essere più sviluppati, o possono essere

sviluppati con un dispendio di tempo

sproporzionalmente più elevato

FASI SENSIBILI

Periodi cronologicamente limitati nei

quali i sistemi cellulari reagiscono più

sensibilmente agli stimoli ambientali.

Sistema somatico

%

Matu-

razione

età 10 14 18 6

Sistema nervoso

FASI SENSIBILI

Capacità Coordinative ( 6 – 11 anni )

Capacità Condizionali ( oltre 13 – 14 anni )

2 4 6 8 10 12 14 Anni

100 %

75 %

50 %

25 %

Rapporto tra preparazione generale e

preparazione specifica

%

6-7 8-9 10-11 12-14 15-17 17-20

10

90

20

80

20

80

40-30

60-70

50-40

50-60

70-60

30-40 80

%

6-7 10-11 15-17 17-20

10

90

20 20

80

40-30

60-70

50-40

50-60

ALLENAMENTO

ETA’ ADULTA

POTENZIAMENTO

CAPACITA’ CONDIZIONALI

SISTEMA SOMATICO-ENERGETICO

ALLENAMENTO

APPARATO MUSCOLO-TENDINEO

ETA’ EVOLUTIVA

APPRENDIMENTO

CAPACITA’ COORDINATIVE

SISTEMA NERVOSO

ALLENAMENTO (CODIFICATO E NATURALE) + CRESCITA

OSSA

ALLENAMENTO

ATLETI ADULTI :

- Il modello di allenamento è il risultato delle esperienze accumulate;

- Si ha alternanza tra carichi di lavoro elevati o medi per attivare efficacemente la supercompensazione;

- Si limitano all’essenziale gli obiettivi da perseguire, valorizzando le esercitazioni specifiche.

ATLETI GIOVANI :

- L’attività di gruppo è da preferire, per esigenze metodologiche, didattiche e organizzative;

- Il perseguimento di numerosi obiettivi metodologici favorisce la costruzione delle esperienze motorie di base;

- Si sviluppano le capacità motorie per ricercare un miglioramento agonistico più accentuato.

L’ALLENAMENTO GIOVANILE

Lo scopo dell’allenamento giovanile consiste principalmente nell’individuazione

dell’attitudine specifica e nella scoperta delle potenzialità individuali di sviluppo nello sport

prescelto

Può essere suddiviso in 3 sezioni: - allenamento di base - allenamento di costruzione - allenamento di alto livello

L’ALLENAMENTO GIOVANILE

Allenamento di base:

- formazione di base multilaterale indirizzata

verso uno sport

- impiego di contenuti e metodi di allenamento di

vario tipo che rivestono un carattere di formazione

generale

- acquisizione delle abilità tecniche di base o delle

doti necessarie per una ampia base di movimento

LE GARE

Il giovane deve dimostrare quali siano le capacità, le abilità ed i comportamenti che ha acquisito attraverso l’allenamento;

Il giovane dovrebbe svolgere un’attività di gare anche in discipline diverse dallo sport che pratica (multilateralità);

Le gare vanno disputate tutto l’anno ed in tutte le tappe dell’allenamento;

Debbono essere eseguite gare all’interno di un gruppo di allenamento e tra gruppi di allenamento dello stesso livello

In generale, le gare sportive servono allo sviluppo

dello stato di allenamento, perciò sono un mezzo

specifico di allenamento che serve alla formazione

ed alla stabilizzazione della prestazione sportiva.

Esse contengono elementi per l’incremento della

prestazione che possono essere allenati solo

durante una competizione:

carichi fisici e psichici interni

esperienze di gara

studio tattico dell’avversario

individuazione degli errori di allenamento

Il carico L’insieme delle attività organizzate dall’allenatore che superano il livello di sollecitazione motoria insito nei

comuni gesti e movimenti della vita quotidiana.

CARICO ESTERNO: sono gli esercizi e la quantità di essi

CARICO INTERNO: la reazione dell’organismo alla successione degli stimoli

CARICO PSICOLOGICO: quanto riescono a sopportare il lavoro

Il carico va sempre considerato con il recupero

IL CARICO MOTORIO

• Intensità dello stimolo Grandezza del singolo stimolo

• Densità dello stimolo Rapporto temporale tra fasi di carico e di recupero

• Durata dello stimolo Durata dell’azione di un singolo stimolo o di una serie di stimoli

• Volume dello stimolo Durata e numero degli stimoli per unità di tempo

• Frequenza dell’allenamento Numero delle unità di allenamento quotidiane o settimanali

Caratteristiche del Carico

ECCESSIVO : oltrepassa la capacità funzionale, provocando fenomeni di affaticamento;

ALLENANTE : causa la sintesi proteica e induce effetti allenanti;

DI MANTENIMENTO : insufficiente per stimolare la sintesi proteica, ma sufficiente per evitare il disallenamento;

DI RIPRISTINO : insufficiente per evitare il disallenamento, ma efficace per un processo di ripristino a seguito di carico allenante;

INUTILE

La capacità di carico

Per capacità di carico s’intende la capacità

dell’organismo di tollerare sforzi senza

alterazioni della salute.

Significa assimilazione, tolleranza del carico

ed è la condizione di base per

l’adattamento

Capacità generale di carico

dell’organismo

Corrisponde allo stato generale di salute e allenabilità;

è l’espressione della rielaborazione del carico da parte dell’intero organismo, e comprende la capacità di recupero dopo carichi di qualità e quantità diverse.

Caratterizzato dai sistemi globali di regolazione

( nervoso vegetativo, ormonale, neuromuscolare),

e dalla funzionalità dei processi fisiologici e

psichici di base.

Le alterazioni si manifestano nella frequenza delle malattie infettive, nelle alterazioni dell’equilibrio elettrolitico, nella stanchezza generale.

Capacità fisica di carico

Comprende quella di recupero e ripristino

dopo sforzi sportivi; dipende dal livello di

sviluppo, da quello di adattamento, dalla

costituzione del soggetto, e viene influenzata

dall’alimentazione, dal regime di vita, dal genere

e intensità del carico.

Capacità di carico meccanico

Dipende dallo stato del sistema locomotore e

di sostegno (in sintonia col sistema neuro-

muscolare), che devono permettere

ripetizioni di carichi senza problemi. Le

alterazioni si manifestano in danni a carico dei

nuclei di maturazione ossea, in dolori

all’inserzione tendinea, in alterazioni posturali

e squilibri muscolari.

Se si vuole migliorare la capacità di prestazione sportiva, sono necessari stimoli di carico adeguati.

Ciò si ottiene attraverso la catena:

- Carico

- Alterazione dell’omeostasi

- Adattamento

- Stato funzionale più elevato

Sistemi sensibili ad alterazioni dovute al carico

Apparato locomotore e di sostegno

Sistema ormonale

Sistema nervoso vegetativo

Disposizione cellulare della cartilagine di

accrescimento e articolare

La colonna vertebrale

La parete addominale

Indicazioni per l’allenamento dei giovani

Tenere presente che si lavora su un soggetto in età evolutiva (FASI SENSIBILI)

La maturazione del sistema nervoso è precoce rispetto al sistema somatico

La metodologia DEVE sempre collegarsi alla BIOLOGIA

Il CARICO DEVE essere ADEGUATO all’età, oltre che rispondere ai principi del carico

Multilateralità finalizzata al potenziamento neuro-muscolare

Controindicazioni

Il punto debole delle strutture è rappresentato dalle CARTILAGINI DI CONIUGAZIONE E ACCRESCIMENTO

Evitare SOVRACCARICHI (pesi o intensità non adeguate)

Evitare CONTRAZIONI ISOMETRICHE protratte troppo a lungo

Evitare esercizi PLIOMETRICI

Supercompensazione

E’ il processo mediante il quale lo stimolo provoca

una condizione di disagio a cui segue una reazione

ricostruttiva che supera il livello precedente alla

stimolazione e prepara l’atleta ad impegni più gravosi

e rendimenti più elevati

Alcuni aspetti teorici

Produrre una condizione di disagio ma senza superare

la capacità di risposta dell’organismo

Gli effetti dello stimolo sono specifici e agiscono su organi

e funzioni direttamente o indirettamente coinvolti ma

ogni effetto perde consistenza col passare del

tempo per cui si ha la necessità di mantenere una

frequenza adeguata delle sedute di allenamento

Alcuni aspetti teorici

Il nuovo stimolo allenante va inserito nel momento in cui

l’organismo ha realizzato la supercompensazione

Alcuni aspetti teorici

Stimolo in ritardo (nessun adattamento significativo)

Stimolo dopo recupero non completo (affaticamento)

Stimolo al momento giusto

In età evolutiva l’effetto dell’allenamento non viene ottenuto attraverso la supercompensazione (allenamento metabolico), ma attraverso una

ottimizzazione della coordinazione neuromuscolare. L’efficacia del processo di allenamento dipende da una

corretta trasmissione e presa di informazione, che richiede lo stesso carichi con pause adeguate.

Fattori che influenzano la capacità di prestazione

sportiva

L’importanza del Riscaldamento

L’importanza del Recupero e del

Ristabilimento dopo i carichi sportivi

L’alimentazione

Riscaldamento

Prima dell’allenamento e dell’evento sportivo

Generale

Speciale

L’effetto in funzione dei fattori esogeni ed endogeni

Il Defaticamento

S’intendono tutte le misure che, prima di un carico

sportivo – allenamento o gara – servono a creare sia

uno stato di preparazione psicofisico e coordinativo

ottimale sia alla prevenzione degli infortuni

Generale: ad esempio la corsa, si ottiene

l’aumento della temperatura interna del corpo,

della muscolatura e la preparazione del sistema

cardiopolmonare

Speciale: è il prolungamento del generale ma

specifico, dal punto di vista tecnico-coordinativo,

per lo sport praticato

Fattori Esogeni

Riscaldamento e momento della giornata

Riscaldamento e sport specifico

Riscaldamento e temperatura esterna

Fattori Endogeni

Riscaldamento ed età

Riscaldamento ed atteggiamento mentale

Riscaldamento e stato di allenamento

Il Defaticamento

Effetti Fisiologici

Effetti Psicologici

L’importanza del Recupero e del Ristabilimento dopo i

carichi sportivi

La Fatica

I processi di ristabilimento

Il Superallenamento

La Fatica

Le cause fisiologiche sono:

- esaurimento delle riserve energetiche

- diminuzione dell’attività enzimatica

- alterazione del metabolismo dei lipidi ed

elettrolitico

Misure per il ristabilimento dopo carichi sportivi

Pedagogiche

- creazione di un ben definito ritmo di vita e di allenamento

- struttura razionale dell’intero modo di vivere dell’atleta

Medico-biologiche

- alimentazione corretta

- somministrazione di vitamine e preparati leciti

- metodi fisioterapici

- Metodi balneologici: massaggi, sauna, docce, raggi

Psicologiche

- training autogeno

- visione di film o programmi rilassanti

- ascolto di musica rilassante

IL SONNO

- rigenerazione di cellule cerebrali della Corteccia

- rigenerazione totale dell’organismo

- produzione e rilascio di GH (bambini: crescita - adulti: rigenerazione)

Il Superallenamento

Eccesso di stimoli superiore alla media, di

natura fisica e psichica, senza un adeguato

recupero:

- allenamento troppo duro

- eccesso di sollecitazione per somma

di impegni, sportivi e privati

- sonno insufficiente

- alimentazione insufficiente

L’alimentazione

Il bilancio calorico

- metabolismo basale

- metabolismo funzionale

- metabolismo anabolico

Il bilancio alimentare

- carboidrati, grassi e proteine

Il bilancio dei fluidi

- acqua ed elettroliti

Il bilancio dei minerali

- sodio, cloruri, potassio, magnesio, ferro, calcio, fosforo

Il bilancio vitaminico

- Vitamina A e B

Bibliografia

L’allenamento ottimale Weineck

Calzetti Mariucci

Progettare e gestire l’allenamento sportivo C. Beccarini – A. Madella D.A.D. Scuola dello sport

L’Allenamento Infantile Hann Società Stampa Sportiva

I principi dell’allenamento giovanile G. Frohner Calzetti/Mariucci

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