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Le risorse della Terra e i problemi ambientali

Per sopravvivere, l’uomo ha bisogno di sfruttare le risorse: la luce del sole, la forza del vento, le piante e il suolo, l’acqua, i minerali. Alcune risorse sono inesauribili mentre altre non rinnovabili. L’acqua dolce è la risorse fondamentale per la vita del genere umano.

Le regioni settentrionali dell’emisfero boreale, alcune zone equatoriali e le zone poste lungo le rive dei grandi fiumi e dei grandi laghi sono ricche d’acqua; sono più povere invece le aree tropicali e le zone interne dei continenti. Sono presenti inoltre nel sottosuolo false, la cui acqua è estratta attraverso i pozzi.

I consumi di acqua variano da paese a paese. A livello mondiale il 70% viene utilizzato per l’agricoltura, il 20% per l’industria e il 10% per usi domestici. Nei paesi più ricchi gli usci domestici salgono al 15% mentre nei paesi più poveri la percentuale per l’agricoltura raggiunge il 92%, 5% per usi domestici e 3% per l’industria. L’utilizzo della forza dell’acqua produce energia elettrica (centrali idroelettriche).

L’uomo sfrutta le risorse del mondo vegetale per ricavare cibo, materiali per abbigliamento e costruzioni, combustibile, carta e altri prodotti. Le foreste svolgono un ruolo fondamentale nella regolazione della vita: producono grandi quantità di ossigeno. Il legno si può utilizzare come combustile, come materiale di costruzione o per la produzione della carta. Senza poi dimenticare i frutti commestibili e le piante medicinali.

L’uomo sfrutta le risorse del pianeta che si trovano anche nel sottosuolo: i minerali, che servono per costruire ciò di cui ha bisogno; alcuni sono combustibili fossili (carbone, petrolio, gas naturale), materiali fissi (uranio), minerali metallici (ferro, rame, zinco, alluminio), minerali non metallici (minerali di zolfo, salgemma).

L’uomo sfrutta anche risorse che provengono dal mare: i peschi, i crostacei, i molluschi e le alghe (fonte alimentare e acquacoltura); il petrolio e il gas naturale; il turismo nelle località balneari; le vie di comunicazione su cui transitano merci che alimentano il commercio internazionale.

Per accedere alle risorse del pianeta, l’uomo modifica e sfrutta l’ambiente; geografi ed ecologisti hanno elaborato un metodo per calcolare la pressione dell’uomo sull’ambiente. È l’impronta ecologica, essa stabilisce il consumo di risorse naturali e corrisponde alla superficie terrestre produttiva, necessaria per fornire le risorse indispensabili all’uomo. La pressione sulle risorse terrestri negli ultimi anni è cresciuta costantemente.

Oggi l’uomo preleva dall’ambiente quantità di risorse molto superiori a quelle che l’ambiente stesso può rigenerare, creando enormi problemi ambientali e rischiando di provocare entro breve l’esaurimento delle risorse disponibili. Nel luoghi in cui il consumo d’acqua è superiore alla disponibilità locale si verifica il cosiddetto stress idrico: esso è generato dalla cattiva gestione della risorsa per scopi industriali; c’è la dispersione idrica in agricoltura e in ambito domestico.

La deforestazione colpisce oltre 90.000 kmq ogni anno, in particolare le foreste pluviali, la cui estensione è stata dimezzata. La situazione è meno grave per le foreste boreali, dove viene praticata la silvicoltura; esse sono inoltre soggette a piogge acide, provocate dall’inquinamento dell’aria. Altro danno è la desertificazione: la perdita di fertilità da parte del terreno.

Lo sfruttamento delle risorse e il conseguente inquinamento hanno prodotto mutamenti climatici: il riscaldamento della Terra e l’assottigliamento della fascia di ozono. Il primo nasce dall’aumento delle emissioni di diossido di carbonio da parte dell’uomo: questo provoca l’effetto serra, aumentando il calore, alterando il clima, sciogliendo i ghiacci e i poli con l’aumento del livello dei mari.

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