View
220
Download
0
Category
Preview:
DESCRIPTION
Guida su Pescara realizzata dagli studenti della scuola media Pascoli di Pescara
Citation preview
contenuti e realizzazione
a cura degli studenti della scuola media Pascoli di Pescara
con il contributo del Comune di Pescara
supporto grafico e impaginazione
a cura della Cooperativa Sociale Alchimia - onlus
“PESCARA: FOTOGRAFIE DI COMPLEANNO ”
Cento anni di storia pescarese nelle sue immagini
a cura della classe II C
PESCARA: AVVENTURA ... EMIGRAZIONE
Realtà di ieri e di oggi
a cura della classe III A
ALFREDO LUCIANI
il poeta che amava le “stelle lucende”
a cura della classe III C
CORRADINO D’ASCANIO:
l’uomo che la passione per il volo ha portato molto in alto
a cura della classe I A
CORRADINO D’ASCANIO
geniale inventore della Vespa e dell’elicottero
a cura della classe II A
ITINERARI PESCARESI:
conosciamoci e divertiamoci insieme
testimonianze dell’esperienza di soggiorno a Pescara
a cura della classe III B Progetto Comenius
IL PARCO D’AVALOS E LA SUA EVOLUZIONE
a cura della classe I B
1910: POSA PRIMA PIETRA DEI MOLI DEL PORTO CANALE
Un fiume può raccontare storie, svelare i suoi segreti e farne dono al viaggiatore attento…
a cura della classe I C
pag. 16
pag. 12
pag. 8
pag. 20
pag. 4
pag. 24
pag. 4
pag. 32
pag. 28
oto per conoscere e documentare la storia dei luoghi che quotidianamente percorriamo, luoghi che
hanno più storia di quella che appare. Pescara, infatti, è così radicalmente mutata nel suo tessuto urbano
da non presentare a chi la osserva significativi e immediati elementi del suo aspetto antico.
Abbiamo così avuto la possibilità di “leggere” meglio la nostra città di origine o di “adozione” per rivisitarla e
apprezzarla.
Con il nostro lavoro, Vi guideremo in Una divertente e interessante pas-
seggiata virtuale a ritroso nel tempo, tra le memorie fotografiche della
nostra città nel primo Novecento
Una mappa-guida di facile lettura, che consentirà anche ai più pigri di
conoscere siti e monumenti, notizie storiche e curiosità.
Abbiamo esplorato e ricostruito ambienti a noi
sconosciuti:strade,piazze, ville, palazzi,paesaggi e ambienti tipicI del
suo aspetto antico e,partendo dalla costituzione di Pescara come
Provincia, siamo risaliti alle peculiarità delle due distinte cittadine
chel’hanno preceduta:Pescara e Castellammare Adriatico.
Una bella esperienza per tutti noi.
II C
“ PESCARA: FOTOGRAFIE DI COMPLEANNO ”Cento anni di storia pescarese nelle sue immagini
4
F
5
PESCARA: AVVENTURA ... EMIGRAZIONERealtà di ieri e di oggi
8
a… a… ovvero punto di partenza e punto di arrivo di carovane, treni, navi,
gommoni, aerei, autobus… per arrivare, restare, tornare. Insomma per spo-
starsi dovunque nel mondo, e da sempre.
Luoghi, tempi, motivi sono variabili di un movimento, quello migratorio, compiuto
da un soggetto eternamente uguale a se stesso: l’uomo.
Ma ogni individuo costituisce un caso particolare e quindi esperienze personali e
familiari diventano esemplificative di un fenomeno che, oggetto di indagine di più
discipline è comunque difficile da spiegare:
una testimonianza per tutte quella di un “nostro” nonno, Antonio, che nelle sue
memorie racconta: “La mattina del 9 maggio 1952 partii da casa, a Semivicoli, in
Abruzzo, per andare a lavorare in Svizzera. Avevo ventitre anni. Certo che mi era
dispiaciuto, perché non sapevo dove sarei andato, se avrei trovato gente buona o
gente cattiva, ma purtroppo mi decisi così di partire per vedere come andava.”
E alla fine è arrivato in Germania ed è rientrato in Italia nel 1962.
Nella sua narrazione dice ancora: “Pensai di scrivere una canzone, già che qui c’era
la fisarmonica, ma non sapevo che musica metterci. Alla fine scrissi le parole su
una musica che già conoscevo:
GREASEBALL
MACCARONE
WAP
BLACK DAGO
VU’ CUMPRA’
D
A Milano noi siamo arrivati,
questa è la nostra città.
Emigranti dal treno scendete,
che l’altro prendete, a Pescara si va!
Rit.
A Pescara noi siamo arrivati,
il bel mare dobbiamo ammirar.
Emigranti dal treno scendete,
la corriera prendete, a Semivicoli si va!
Rit.
A casa mia siamo arrivati,
la mamma dobbiamo abbracciar!
Emigranti dalla corriera scendete,
la sposa prendete, a spasso si va.
Rit.”
La la la la – La ra la la la
La ra la la la – La ra la la la
Per noi le ferie sono arrivate,
le valige le abbiamo preparate.
Emigranti correte, correte,
che il capo-stazione incomincia a fischiar.
Rit.
A Zurigo noi siamo arrivati,
l’altro treno dobbiamo cambiar.
Emigranti, dal treno scendete
che l’altro prendete, in Italia si va.
Rit.
A Lugano noi siamo arrivati,
il bel lago dobbiamo ammirar.
Piano, piano, che il treno si avanza
la lingua italiana si sente parlar.
Rit.
A Chiasso noi siamo arrivati,
la dogana dobbiamo passar.
Col sorriso e le belle maniere
il bravo doganiere ci lascia passar.
Rit.
CANZONE DELL’EMIGRANTE testo di Antonio Talucci
su musica della canzone “il pianino in città”
Parole semplici queste, che, stazione dopo sta-
zione, tracciano un percorso: la via di casa, del
luogo in cui si riconosce la propria identità e dove
in qualche modo, fisicamente o con il pensiero, si-
curamente si torna.
9
Si possono riassumere in fattori di spinta, che in-
ducono a lasciare il paese d’origine, e in fattori di
attrazione verso paesi economicamente e social-
mente più evoluti.
Considerando le condizioni economiche precarie
come giustificazione di fondo del fenomeno,
la decisione di emigrare può essere motivata
da:
- ricerca della sicurezza nella proprietà
- ricerca di un guadagno complementare
- ricerca di un posto di lavoro e di un salario fisso
- idea di far fortuna
- idea di far carriera
PESCARA
I PERCHE’
DELLA
PARTENZA
GREASEBALL
WA
P
1. Prima dell’Unità - verso le regioni vicine alla ri cerca di
guadagni complementari
2. Dall’Unità alla Prima guerra mondiale - in direzione delle
coste americane
3.Ventennio fascista e Seconda guerra mondiale -
alla volta delle colonie dell’Impero
4. Dalla fine della guerra agli anni Sessanta - verso
il triangolo industriale (Milano, Torino, Genova),
la Svizzera, la Germania e il Belgio
5. Momento attuale – Abruzzo regione di immigrati MACCARONE
I TEMPI
DELLA
EMIGRAZIONE
ABRUZZESE
La nostra indagine intendeva verificare il particolare sviluppo
della popolazione di Pescara per la sua collocazione geografica
lungo la costa e lungo le principali vie di comunicazione se-
condo una tendenza migratoria interna che si è andata manife-
stando specialmente nel dopoguerra e fino agli anni ’70.
L’indagine, rivolta a tutti gli alunni della scuola Pascoli,
certamente non ha un carattere di scientificità in
quanto il campione non è rappresentativo della popo-
lazione della città, tuttavia, in qualche misura, può
confermare l’incremento della popolazione pescarese.
Infatti sappiamo, e lo abbiamo rilevato anche dalla no-
stra indagine, che poche sono le famiglie pescaresi ….DOC!
In recent decades, 300 000 abruzzese people have emigra-
ted to other countries. After the end of the 1st World War,
the most popular destinations for the emigrants were the
USA: Canada, Brazil, Argentina, Germany, France and Bel-
gium.
After the 2st World War people started emigrating to
a new continent: Australia. In the 1950s 500,000
abruzzese people moved to Northern Italy, especially
to Lombardia and Piemonte to work in the new indu-
strial developments.
Both La Spezia and Milan have been important destinations. These
people had to leave their home towns in order to find new job op-
portunities. Some were successful, but others were forced to re-
turn south because of poor health…
IMMIGRAZIONE
A PESCARA:
INDAGINE DI
CLASSE
L’EMIGRAZIONE
IN …… ALTRE
PAROLE
MA
CC
AR
ON
E
VU
’ CU
MP
RA
’
BLACK
DAGO
WAPBL
AC
K
DA
GO
VU’ CUM
PRA’
ALFREDO LUCIANIil poeta che amava le “stelle lucende”
Tatò, dimme, e lu vere lu racconte?
…A Rome se ne i’a cercà fatije,
e lascì moglie e figlie a mezza vie…
Tu che, da giuvenotte, chiù c’amice,
chiù che spose, chiù assai che parentate,
da l’albe a notta scure, verne e state,
de sott’alla tempeste e allù serene,
sole nche Die, l’ùneche vicine,
te guardive li fagge e l’alecine.12
Li du’ dicembre novecentt’e dòdece,
venive, finalmente,a visitarete!
Me dissere: -Pegliète a chesta parte,
nu ponte a mane manche,e poi diritte…
Nen putéte sbaglià; Une è la vie…
Stu core respunnì: -Une è la vie?
E, pe’ la strade, come nu uaglione,
che nen se vo scurdà la lezzione,
arepeteve zitte
-Une è la vie !-
Li du’ dicembre novecentt’e dòdece,
nche nu ciele serene gne na carte,
tatone, j’venive a visitarte.
Sole ‘n terre ce steve na fanchiglie,
che me metteve li pensiere triste…
13
Discendenza me’belle, che le bracce
T’anneriste allu sole, pe’ mill’anne;
stirpia me’forte, gente de capanne,
de lettere tu mai sapiste niente…
sol’a nu libbre te ‘mpariste a legge’,
allu gran libbre de l’antica legge:
dentr’allù solche, arate da li bove;
e stu libbre pe’ ti fu sempre nove!
Libbre de la semente,
che fu la vostra Legge!
Chiamete,core mì',lu fortunate:
che vulive chiù bell'eredità
de li cante da mill'anne d'età?
Chi chiù ricche de mi,ma che pazzie?
Embè cantème 'n mezz'all'alecine,
sole nche die, l'uneche vicine:
vite, glorie, dulore, campusante,
ched'è, tatone mi' 'n facce allu cante,
cant'elterne gne die,
ch'è l'ùneche vicine?
Dentre a ste'recchie me'le sent'ancore,
o mieteture,le vostre canzune!
Che pozz'avè le benedezziune
chi ve inpari a cantà tutte ssi cante ...
Se la Majelle dice ca nen more,
campe chiù assai li cante de l'amore:
li cante de bellezze e gioventù,
quand'à fiurite, nen perisce chiù !
E a mi tutte ssi cante
me sò renate'n core...
CONFRONTO
GENERAZIONALE
FRASARIO
D’E,MERGENZA
E PER FINIR
E UN
PO’ DI C
ULTURA
POPOLARE ...
CORRADINO D’ASCANIO:
l’uomo che la passione per il
volo ha portato molto in alto
INTERVISTA A
CORRADINO D’ASCANIO
Alunni: Signor D’Ascanio, molti di noi la
definiscono l’Icaro abruzzese del vente-
simo secolo… potremmo sapere come e
quando è nata la sua passione per il volo?
D’Ascanio: certo, potete definirmi
l’Icaro abruzzese del ventesimo secolo,
infatti, a solo quindici anni, mi sono ap-
passionato al volo e, osservando gli uc-
celli, progettai un aliante sul quale
effettuai i primi voli lanciandomi da una
collina.
Alunni: dove ha svolto i suoi studi?
D’Ascanio: ho studiato a Chieti presso
l’Istituto Tecnico Ferdinando Gagliardi e
lì mi sono diplomato nel 1909.
16
Successivamente mi sono trasferito a Torino dove mi sono laureato in ingegneria indu-
striale meccanica nel 1914.
Alunni: come reagì allo scoppio della prima guerra mondiale?
D’Ascanio: allo scoppio della prima guerra mondiale seguii un corso di pilotaggio.
Alunni: è rimasto sempre in Italia?
D’Ascanio: no, ragazzi. Per questioni di lavoro sono uscito dall’Italia. Mi sono spinto fino
agli Stati Uniti dove ho collaborato con il figlio di Gabriele D’annunzio per creare una so-
cietà aeronautica realizzando un aeroplano con il motore della motocicletta Harley Da-
vidson.
17
Alunni: e come è stata la sua esperienza
americana?
D’Ascanio: piuttosto deludente… de-
cisi, quindi, di rientrare a Popoli dove
mi occupai della sistemazione della
piazza principale ma non solo! La mia in-
ventiva si sbizzarrì: ottenni una decina
di brevetti e, forse non ci crederete, ma
creai anche un forno elettrico per il
18
pane e per la pasticceria.
Alunni: la sua passione per il volo
quando si è concretizzata nella realizza-
zione di elicotteri?
D’Ascanio: molto presto, infatti a tren-
taquattro anni fondai una società con
Pietro Trojani ed ho realizzato diversi
progetti di pilotaggio come il D’AT 1 e il
D’AT2.
Alunni: è vero che nel 1930 i giornali
hanno parlato di una sua impresa di
volo?
D’Ascanio: non vi sfugge proprio nulla!
Fu alla presenza di Mussolini che, con il
In conclusione, quindi, voglio
darvi una lezione di vita: ragazzi,
inseguite sempre i vostri sogni e
volate con le ali della fantasia.
D’AT3,conseguii il record di durata in
volo senza scalo di otto minuti e qua-
rantacinque secondi. Purtroppo, per
mancanza di finanziamenti, il progetto
venne annullato.
Alunni: a questo punto si è rassegnato
o ha continuato a inseguire i suoi sogni?
D’Ascanio: no, nella vita non bisogna
mai rassegnarsi ed infatti ho cooperato
con Piaggio per realizzare un motociclo
economico ed agile: la Vespa.
Alunni: come è nato il nome Vespa?
D’Ascanio: mi ricordo che piaggio, ve-
dendo il primo modello di Vespa, disse:”
questo veicolo è l’ideale per donne e
preti ma come farà a reggere il peso di
due persone con quel vitino da vespa?”.
19
CORRADINO D’ASCANIOgeniale inventore della Vespa e dell’elicottero
20
a vespa nacque dalla determinazione di Enrico Piaggio a realizzare unprodotto a basso costo e di largo consumo .
Nei suoi stabilimenti di Biella venne realizzato un “motoscooter” sul mo-dello delle piccole motociclette per paracadutisti. Il prototipo venne bat-tezzato “Paperino” per la sua strana forma, ma non piacque ad Enrico, cheincaricò Corradino D’ Ascanio di migliorare il progetto. Il progettista ae-ronautico non amava però la motocicletta: secondo lui era scomoda , in-gombrante , con gomme troppo difficili da cambiare in caso di foratura e,oltretutto, per via della catena di trasmissione, sporcava. Grazie alla suaesperienza aeronautica, l’ ingegnere riuscì a trovare le soluzioni del caso.Era il 1946. Per eliminare la catena immaginò un mezzo con scocco portante,a presa diretta; per rendere la guida più agevole pensò di posizionare il cam-bio sul manubrio; per facilitare la sostituzione delle ruote escogitò, al postodella forcella un braccio di supporto simile appunto ai carrelli degli aerei.E infine ideò una carrozzeria capace di proteggere il guidatore, di impedirglidi sporcarsi o di scomporsi nell’abbigliamentoFu subito un successo. Questo motociclo aveva una velocità massima di 60km/h e rappresentava un passo avanti rispetto al “Paperino”.Quando Piaggiolo vide esclamò: “Questo veicolo è l’ideale per donne e preti ma come faràa reggere due persone con quel Vitino di vespa?”. E Vespa fu. Il cambioaveva 3 o 4 marce comandate dal manubrio e il motore era sostenuto po-steriormente dalla carrozzeria in prossimità della ruota. All’epoca non avevali cavalletto e bisognava appoggiarla su un fianco quando era ferma. Nel1956 vennero realizzate 1.000.000 di Vespe.
Ancora oggi la Vespa è uno scooter molto utilizzato.
L
a prima idea di una macchina che potesse librarsi in volo fu di Leonardo
Da Vinci. Nel 1483 Leonardo,osservando il volo degli uccelli, progettò un
elicoide che avrebbe dovuto avvitarsi in aria grazie ad una spirale che doveva
essere tenuta in moto circolare continuo.
La spirale, meglio nota come vite aerea, sfruttava alcuni principi dell' aerodi-
namica ma, nella versione in cui era stata disegnata, non avrebbe potuto real-
mente volare, in quanto Leonardo non superò il problema della controrotazione
del corpo.
Inoltre, ai suoi tempi la forza motrice dipendeva dall’acqua e dal vento e non
poteva produrre la potenza sufficiente per il sollevamento del modello co-
struito.
Lo studio leonardesco influenzò il nome attuale dell'elicottero, poiché "helix"
ha proprio il significato di "spirale".
La storia dell’ elicottero
21
L
... si fanno tentativi ... ... per far volare l’elicottero
Dopo molti tentativi ... l’elicottero di Corradino D’ascanio
alla fine del 18° secolo fino ai primi del ‘900 molti inven-
tori si cimentarono con il problema del volo verticale:
russi, francesi, inglesi e anche l’italiano Enrico Forlanini ten-
tarono di far volare apparecchi che, sostanzialmente, presen-
tavano sempre due problemi tecnici importanti: il problema
della controrotazione dell’elicottero e quello del suo ribalta-
mento.
Il primo di questi due problemi viene risolto con l’applicazione,
nella coda degli elicotteri, di una seconda piccola elica (ro-
tore di coda) le cui pale girano sul piano verticale per bilan-
ciare la rotazione orizzontale del rotore principale.
Corradino D’ Ascanio,dopo una serie di tentativi in parte non
riusciti, finalmente nel 1930 risolve anche il problema del ri-
baltamento inventando una elica a passo variabile con una
fondamentale innovazione nel rotore che permette di cam-
biare l'inclinazione ("angolo di attacco") delle pale ad ogni giro,
in modo da equilibrare la portanza delle pale che hanno velo-
cità assoluta più elevata con quella delle pale più lente.
... ma ...
D
Il rotore di coda impedisce all’elicot-
tero di ruotare su stesso a seguito
dell’azione delle pale orizzontali.
crash !!!
e un elicottero viaggia a 100 Km/h, l’elica che va in avanti
somma la sua velocità ( ad es. 50 Km/h ) a quella dell’elicottero,
quindi avanzerà a 150 Km/h, l’elica che torna indietro invece,
sottrarrà la sua velocità a quella dell’elicottero e quindi avrà una
velocità di 50Km/h. Questa differenza creerà uno squilibrio di por-
tanza determinando il ribaltamento del mezzo dopo pochi secondi
dall’inizio del volo. La risoluzione del problema, trovata da Corra-
dino D’ Ascanio, è semplicemente quella di applicare al piatto ro-
tante dell’elicottero delle
aste collegate alle pale per
bilanciare la velocità di
queste ultime inclinandole
in modo da frenare o ac-
celerare le pale ad ogni
giro, ottenendo quindi
una portanza omogenea
sotto di esse.
... ecco che arriva Corradino ... ... e si mette all’opera ... ... si vola ...
L’elica a passo variabile: la soluzione al problema del ribaltamento
S
Pale ad assetto variabile che
fendono l’aria con inclinazioni di-
verse e la sospingono verso il
basso, generando maggiore o mi-
nore portanza a seconda delle si-
tuazioni.1930 - Elicottero D’Ascanio
ITINERARI PESCARESI:conosciamoci e divertiamoci insieme
i apre davanti a noi un grigio cancello a righe che ci addentra in un piazzale, dove troviamo
otto entrate: due per ogni tribuna e due per ogni curva.
Saliamo i gradini e ci ritroviamo davanti uno spettacolo emozionante, dove si respira una nuova
aria. L’erba verde, le sedie bianche e azzurre ci fanno tornare in mente la vecchia storia di
questo stadio. Due degli eventi più importanti accaduti in essp furono: la promozione in serie
A della squadra del Pescara e i Giochi del Mediterraneo.
Il primo avvenimento è del ’91 quando il Pescara è riuscito a pareggiare con il Catania. Sugli
spalti cominciò l’avventura, in 40 000 erano a tifar. Il sole splendeva e lo stadio era tutto in
festa ... Scattato il novantesimo minuto, ci fu l’invasione dei tifosi nel campo, felici e orgogliosi
allo stesso tempo.
Il secondo evento invece è più recente perchè risale al 2009. Il 26 giugno c’è stata la presenta-
zione dei paesi partecipanti e nei giorni successivi si sono svolti i trenta giochi programmati.
Infine, nell’ultimo giorno dei giochi, il 9 luglio, il gradino più alto del podio è stato assegnato
all’Italia, paese ospitante le varie rappresentanze dei paesi che si affacciano sul Mediterraneo.
Luoghi
dello Sport
24
Ciao! Io sono il Parrozzo! Sono uno squisito dolce pescarese alle
mandorle, ricoperto da una colata di cioccolato fondente! Il mio “papà”,
Luigi D’Amico, mi creò nel 1920, ispirandosi alla pagnotta preparata dai
contadini abruzzesi con il granoturco e cotta nel forno a legna… anch’io
sono giallo, ma son fatto con farina, zucchero, mandorle e uova e…non
sono bruciato nel forno a legna ma.... tutto ricoperto di cioccolato fon-
dente!!!
Il famoso poeta pescarese Gabriele D’Annunzio era golosissimo di me e
mi ha persino dedicato una canzone in vernacolo: “ E’ tante ‘bbone stu
parrozze nove che pare a pazzie e San Ciattè, c’avesse messe a su gran
forne tè la terre lavorata da lu bbove, la terre grasse e lustre che se coce
e che dovente a poche a poche chiù doce de qualunque cosa doce…..”!!!
Ciao!! Io sono il Pesce,
l’animale più diffuso a Pescara ma soprattutto il più buono a tavola!
Con me puoi realizzare ottimi spiedini, fritture e un “brodetto” davvero speciale!
e….io sono l’Aurum, il tipico liquore pescarese, chiamato così da Ga-
briele D’Annunzio perché ho il colore dell’oro!
Nasco dalla distillazione delle arance e venivo prodotto, nei primi anni del
Novecento, nella vecchia fabbrica progettata dall’architetto Michelucci,
vicino la pineta D’Avalos. Ora sono prodotto a Montesilvano dove si
trova la mia nuova casa…!
25
Luoghi dellaCultura
All’inizio di corso Mantonè si trova la casa natale del poeta Ga-
briele D’Annunzio, una signorile palazzina a tre piani di fine Ot-
tocento.
Dall’esterno potrebbe sembrare una casa come le altre ma ap-
pena superato il portone, ci accoglie un vivace giardinetto che
ci conduce nel luogo dove Gabriele D’Annunzio visse la sua fan-
ciullezza.
Superato il cancello, la nostra attenzione è attratta da
un rustico pozzo costruito ai primi del Novecento.
Salendo gli stretti scalini, ci addentriamo nella prima
stanza, è qui che inizia lo spettacolo ottocentesco!
Le decorazioni sono la cosa che più ci affascina!!
Casa D’Annunzio
26
l più originale, forse, ma senza dubbio il più poliedrico tra gli artisti di casa
Cascella è Basilio, nato a Pescara il 2 ottobre 1860. L’amore per la sua terra
e lo studio delle sue antichissime tradizioni accende l’impulso creativo delle sue
celebri cartoline e litografie. Queste particolarissime cartoline rappresentano
donne e contadine abruzzesi che indossano le sciacquaie, grossi pensagli d’oro
a forma di mezza luna o di navicella, la presentosa, l’amorino e la pietra stregonia,
tipici gioielli abruzzesi che abbiamo ammirato in occasione della nostra visita al
laboratorio di oreficeria Verna e…riprodotto…come potete vedere !!!
La “presentosa” è un gioiello a forma di stella, con uno o due cuori uniti al cen-
tro e contornati da spiralette realizzate in filigrana…era un dono per le giovani
donne ed era una promessa d’amore!
“L’amorino”, nato per propiziare fortuna e prosperità alla donna, è bendato per-
ché allude all’amore sincero e incondizionato…Il pendente richiama la forma
dell’albero, che nasce dalla terra fertile e feconda, l’albero della vita con le sue
radici ben piantate nel terreno ed i rami protesi al cielo verso l’infinito…
Infine…”la pietra stregonia”, un amuleto d’argento, legata al culto della Ma-
donna e simbolo della donna…era considerato un potente antidoto contro le
streghe. Sembra che queste fossero spaventate dal colore brillante dell’argento
ed atterrite dalla dentellatura del castone; abbagliate dalla miriade di stelle che
i cristalli della pietra formano, trascorrevano la notte a contarle, distraendosi
fino al far del giorno quando, con la luce del sole, perdevano il loro potere e si
ritiravano nelle loro case ...27
Basilio Cascella
I
“Nonno Pino, vorrei tanto sapere cosa accadeva inquesta Pineta Dannunziana prima della mia nascita.”
“…Tante primavere fa… che gli uomini direbbero altempo dei Borboni… una bella duchessa adorava pas-seggiare in questo posto…
…e un tale Carlo v, con piacere, glielo regalò”.
IL PARCO D’AVALOS E LA SUA EVOLUZIONE
28
“”Nonno, allora mi spieghi perché adessosiamo così pochi?”
“Nel ‘700 iniziò l’abbattimento di tanti nostri
avi per venderne il legname e creare spazi
per l’edificazione”.
“Che peccato, nonno! Gli uomini,da sempre, pensano solo a faresoldi.”
“Hai ragione, Pinuccio! Pensa che
agli inizi del ‘900 gli uomini hanno
iniziato a dividere in lotti l’area e a
costruire degli edifici”.
29
“Allora è per questo,nonno , che ho notato che intorno a menon ci sono solo pini come noi ma anche piante tipiche dellamacchia mediterranea come i miei amici giunchi e le rovelleche sono vicino al laghetto!”
“E come mai adesso si sono fermati, nonno?”
“Per fortuna esistono anche persone che ci amano ed
infatti, dal 2001, siamo protetti da una legge regionale
che ha creato quest’area di riserva”.
“Devi sapere Pinuccio, che dal 1910 è alimentato
dall’acquedotto della val di Foro.”
“E il laghetto, come si è formato?”
“E quell’edificio, nonno?”30
“Quello è l’ex edificio Aurum dove si
produceva un liquore molto amato dai
pescaresi”.
“E quelle?”
“Quante cose vuoi saper, Pinuccio mio! Sono villette che gli uomini defini-
scono in stile liberty”.
Nonno, sai che ti dico:
NU SEM NU PURTET RISPETT !!!
31
1910: POSA PRIMA PIETRA DEI MOLI DEL PORTO CANALE
Un fiume può raccontare storie, svelare i suoi segreti e farne dono al viaggiatore attento…
di questo fiume che è uno dei principali punti di ac-cesso all’Adriatico.I latini lo chiamavano Aternum e dava nome a nu-merosi templi e località, fra cui Ostia Aterni,l'odierna Pescara. Il nome attuale compare solo nel 1035 quando nelChronicon casauriense (la raccolta dei documentidell’abbazia di S. Clemente a Casauria) si annota che“Gualtiero del fu Rainaldo s’impegnava contrattual-mente col monastero per 300 moggi di terreno iuxtafluvium Pischarie, a capite ponte regale…”. Da quelmomento tutti i documenti storici riportano il nomePischarie, riferito molto probabilmente alla pesco-sità delle sue acque, e come tale è indicato nellemappe cinquecentesche, talvolta con l’aggiunta diAternum olim. Questa stretta connessione trova unpreciso riscontro nella denominazione tecnica delcorso d’acqua, definito come fiume Aterno-Pe-scara.
Anche oggi, all’interno di una visione complessivadi una Pescara che si trasforma, il fiume è simbolodel riavvicinamento di quartieri apparentementelontani, per sviluppo e tessuto sociale.Nell’antichità il fiume era una conca occupata daun grande lago. In seguito il livello del lago si ab-bassò e l’acqua scavò un suo percorso dando origineal fiume.Per secoli le zone interne dell’Abruzzo venivano rag-giunte o lasciate dai viaggiatori percorrendo la valle
32
La presenza di un fiume caratterizza significativa-mente il territorio che attraversa e le popolazioniche lo abitano. Il potenziamento del porto canale fumotivo di distensione nella storica rivalità tra i duecomuni Castellammare e Pescara. Nella richiesta in-dirizzata al ministero dei Lavori Pubblici, i capi delledue amministrazioni sottolineavano “ la necessità as-soluta dell’accordo tra i due comuni … in quantol’unione sola dà la forza”.
Il fiume Pescara nasce a Popoli e scorre per 70 km fino al capo-
luogo di provincia. Nella città, adagiata lunga e sottile sulla linea
di costa, il fiume entra e si urbanizza nei duoi ultimi 500 metri.
Lo sapevi che…
…Il Pescara è il fiume più lungo
d’Abruzzo e il maggiore per
estensione di bacino tra quelli
che sfociano nell’Adriatico a
sud del Reno?
Scorre per 152 km attraver-
sando l’Abruzzo da ovest verso
est .
Lo sapevi che…
…Il bacino idrografico del Pe-
scara occupa un’area di 3.190
kmq ?
Le portate massime possono
sfiorare i 3000 m3/s tanto che
durante le piene stagionali la
città di Pescara corre seri ri-
schi d’inondazione nelle zone
circostanti il porto situato sul-
l’estuario .
33
ggi il fiume è poco “dentro” la città, pur attraversandola: è usato, ma poco
vissuto, guardato, ma non “visto”.
Risalire il corso di questo fiume significa ammirare un paesaggio a tratti in-
tatto, originario.
Tutt’attorno alla zona umida, dove le acque sono più basse, si crea un ambiente
paludoso e si sviluppano i caratteristici canneti.
Proseguendo verso l’interno si sviluppa un intrigo di rami, di alberi ed arbusti.
I tronchi chiari del pioppo bianco si mescolano agli altri alberi riparali, agli ar-
busti, alle numerose piante lianose ed erbacee.
Ecco un piccolo schema per capire meglio la vegetazione maggiormente rap-
presentativa che possiamo incontrare:
La flora e la fauna del fiume
A= canneto B= salici arbustivi C= salici arborei D= pioppeto
La fitta vegetazione ripariale ospita uccelli pregevoli, che stanziano lì o vi so-
stano nel periodo di passo.
Vista la sua lunghezza l’ittiofauna del fiume varia molto in relazione al terri-
torio attraversato. Dalle trote e dai gamberi dell’alto corso si passa ai lucci,
ai cavedani, ai barbi, alle carpe e alle anguille del medio e basso corso, men-
tre in prossimità della foce sono presenti anche specie marine, soprattutto
cefali.
34
O
“Classe III e IV. Ambiente inquinato o comunque alterato; ambiente molto inquinato o co-
munque molto alterato.”
Così sembra recitare la carta d’identità attuale del fiume Pescara in base ai risultati delle
ricerche sul suo stato ecologico. E pensare che circa un secolo fa la sua acqua, tersa e in-
contaminata, era utilizzata per essere bevuta !
Sulle sponde si estendeva una volta la pineta, a stretto contatto con l’insediamento ur-
bano:una peculiarità suggestiva, testimoniata anche da Gabriele d’Annunzio nelle Novelle
della Pescara.
“…QUANDO LA COMPAGNIA GIUNSE AL BOSCO DEI SALICI PRESSO LA FOCE
DEL PESCARA, SULLA RIVA SINISTRA, TURLENDANA SI ARRESTO’ POICHE’ VO-
LEVA DISSETARSI AL FIUME. IL PATRIE FIUME RECAVA L’ONDA PERENNE
DELLA SUA PACE AL MARE. LE RIVE, COPERTE DI GHIANDE FLUVIALI TACE-
VANO E SI RIPOSANO, COME AFFATICATE DALLA RECENTE OPERA DELLA FE-
CONDAZIONE.
IL SILENZIO ERA PROFONDO SU TUTTE LE CASE. GLI ESTUARI RISPLENDE-
VANO AL SOLE TRANQUILLI, COME SPERE, CHIUSI IN UNA CORNICE DI CRI-
STALLI SALINI.
SECONDO LE VICENDE DEL VENTO, I SALICI BIANCHEGGIAVANO O VERDEG-
GIAVANO…”
Recuperare e disinquinare: questo è oggi il nostro impegno perun fiume che da solo non sa difendersi.
35
Recommended