Piccole imprese e distretti industriali. Dinamismo di alcune regioni caratterizzate dalla presenza...

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Piccole imprese e distretti industriali

Dinamismo di alcune regioni caratterizzate

dalla presenza di molte aziende di piccola

e media dimensione, con capacità di

rispondere in modo flessibile alla

domanda e di innovare e migliorare la

qualità dei loro prodotti

La sociologia economica comincia a

studiare queste aree, alcune esistenti da

tempo e già caratterizzate da strutture

produttive di questo tipo, altre con nuove

concentrazioni di imprese

Una distinzione

Sistemi locali di piccole imprese• Piccole e medie imprese specializzate in

uno o più settori produttivi

• Economie esterne: manodopera qualificata, infrastrutture, servizi comuni

• Basso livello di integrazione orizzontale

Distretti industriali1) Specializzazione produttiva in un determinato

settore è particolarmente marcata. E altri settori sono legati a quello prevalente

Distretti industriali2) Integrazione orizzontale elevata. Poche imprese accedono al mercato finale (si può paralare di reti di piccole imprese)

Distretti industriali• Identità culturale territoriale che alimenta reti di

relazioni sociali cooperative. Attitudine a cooperare elevata

Distretti industriali in Italia

Localizzazione

Concentrate in aree urbane di dimensioni ridotte (in genere non superiori a 100 mila abitanti), formate da uno o più comuni vicini

Aree con un mercato del lavoro integrato (in termini di spostamenti tra luogo di lavoro e residenza)

Modello produttivo

Imprese di piccole dimensioni, ciascuna specializzata in una particolare fase o nella produzione di una particolare componente

Solo un numero ridotto di imprese (a volte solo una) ha rapporti diretti con il mercato finale e decide quantità e qualità dei beni da produrre

Capacità di rispondere in modo flessibile alla domanda e di innovare e migliorare la qualità dei loro prodotti

Esistenza di economie esterne alle imprese, ma interne all’area:

- disponibilità di manodopera specializzata

- di infrastrutture collettive, servizi, ecc

- ma anche di fattori immateriali

Economie esterne – Risorse cognitive

Esistenza di una «atmosfera industriale» (diffusione rapida di informazioni e conoscenze, sviluppo di innovazioni incrementali)

Aspetto più importante il formarsi di un sapere contestuale (un saper fare diffuso, un linguaggio condiviso) che consente di adattare agli specifici problemi il sapere codificato

Economie esterne – Risorse normative

Collaborazione tra gli attori economici, sociali, politici; tessuto fiduciario

Risorse normative Cooperazione (tra imprese e tra imprenditore e lavoratori)

Saper fare diffusoRisorse cognitive

=

=

Fattori istituzionali alla base dello sviluppo dei distretti

- Tradizioni artigianali e commerciali, non erose dalla industrializzazione,

da queste sono venute le risorse di imprenditorialità

- Presenza di buone scuole tecniche

- Rapporti di produzione in agricoltura (mezzadria e piccola proprietà contadina)

da cui è derivata la motivazione allo sviluppo di piccola impresa

- Tradizioni e istituzioni politiche legate al movimento cattolico o a quello socialista o comunista (sub-culture politiche)

Hanno rafforzato il tessuto fiduciario (importante anche per le relazioni industriali)

Concorrenza tra imprese è mitigata da meccanismi di cooperazione

Forme di cooperazione nel mercato del lavoro portano ad accettare un’elevata flessibilità interna (di orari, di compiti) e un’elevata mobilità tra le imprese

La cooperazione porta alla produzione di beni collettivi (formazione professionale, tecnologie, promozione delle esportazioni, smaltimento rifiuti, ecc.)

Beni che ciascuna unità produttiva non è in grado di realizzare da sola, ma dai quali dipende lo sviluppo complessivo. Rafforzano le economie esterne

Risorse cognitive

Fattori istituzionali

Risorse normative

Altre risorse

Sviluppo dell’economica dei distretti industriali

Declino dei distretti del made in Italy?

Globalizzazione (aumento della concorrenza internazionale)

Pressione sulle imprese con produzioni meno complesse di qualità più bassa

Quadro variegato

In alcuni casi perdita di imprese e di occupati

In altri processi di aggiustamento, guidati da imprese leader, di medie dimensioni

Diminuzione occupazione manifatturiera, ma aumento di quella nei servizi alle imprese

Spostamento verso l’esterno di alcune fasi produttive per ragioni di costo

Dunque, dal distretto come rete di piccole imprese al distretto come sistema localizzato di medie imprese-rete, che coordinano subfornitori locali e esteri

Distretti high-tech

Settori coinvolti

Quelli che incorporano nuove tecnologie strettamente legate ai progressi scientifici (elevato tasso di spese in ricerca e sviluppo e/o personale in queste attività)

• Bio-tecnologie• Tecnologie della comunicazione (in particolare

della produzione di software)• Industria legata ai media (film, televisione)

• Divisibilità del processo produttivo

• Incertezza delle traiettorie tecnologiche (più conveniente la sperimentazione in direzioni diverse condotte da piccole imprese)

• Elevata variabilità del mercato

Requisiti necessari perché in un certo settore si possano sviluppare sistemi locali di piccole imprese sono:

Condizioni per lo sviluppo

• Accesso alla ricerca e le possibilità di collegamento con strutture scientifiche e universitarie Importanti sia i rapporti formalizzati, più o meno intesi, che le relazioni informali -> comunità professionali

• Disponibilità di fornitori specializzati di beni e servizi alle imprese Particolarmente rilevante la presenza di servizi legati alla ricerca e formazione, di servizi finanziari, di assistenza allo start-up, di marketing, ecc.

• Qualità del contesto Non solo come disponibilità di aree adeguatamente attrezzate (infrastrutture di comunicazione, ecc.). Ma soprattutto qualità socioculturale e ambientale che incide sulla capacità di attrarre e trattenere specialisti e quindi sulla possibilità che si formino comunità professionali

Distretti industriali in Abruzzo

Martinsicuro, Colonnella, Controguerra, Ancarano, S.Egidio alla Vibrata, Civitella del Tronto, Campli, S.Omero, Torano Nuovo, Nereto, Corropoli, Alba Adriatica, Tortoreto, Bellante, Mosciano S.Angelo, Giulianova, Castellalto, Notaresco, Morro D'Oro, Roseto degli Abruzzi

Distretto Industriale "Vibrata-Tordino-Vomano" (Teramo)

Abbigliamento (per uomo, bambino e casual), intimo, calzature, borse accessori in pelle, borse in stoffa e valigeria. Pelletteria/calzatura. Mobilio

Carsoli, Oricola

macchine elettriche e delle apparecchiature ottiche, ma anche industria del legno ed alimentare, delle costruzioni e delle lavorazioni di minerali non metalliferi e soprattutto del campo editoriale cartografico.

Distretto Industriale "Piana del Cavaliere" (L'Aquila)

Pretoro, Rapino, S. Martino sulla Marrucina, Filetto, Orsogna, Poggiofiorito, Crecchio, Canosa Sannita, Giuliano Teatino, Ari, Villamagna, Vacri, Bucchianico, Roccamontepiano, Casacanditella, Arielli

Distretto Industriale "Maiella" (Chieti)

Abbigliamento. Lavorazione pelli

Casoli, Fara S. Martino

Distretto della pasta

Pasta

Torino Di Sangro, Paglieta, Atessa, Gissi, San Buono, Furci, Dogliola, Fresagrande, Lentella, Cupello, San Salvo, Monteodorisio, Scerni, Pollutri, Casalbordino, Villalfonsina

Distretto Industriale Vastese (S.Salvo - Gissi - Atessa) (Chieti)

Vetro

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