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PRESENTAZIONE LABORATORI INTERDISCIPLINARI TERZO ANNO SCIENZE DELL’EDUCAZIONE ANNO ACCADEMICO 2016-2017 AREA ARTISTICO MUSICALE
TURNO 1 Tito Terreni “Dùmdùm Pà Tìketike Pà: ritmo, energie e partecipazione”
Il ritmo è la componente forse più antica della musica, capace di trasportarci nel tempo e nello
spazio...fino in un villaggio, attorno al fuoco... La possibilità di suonare insieme ci può regalare
però ben più di un ricordo ancestrale e dell’energia che le vibrazioni ci trasmettono. Suonare
insieme significa anche ascolto reciproco, rispetto delle regole, sentirsi un tutto con la globalità e
contemporaneamente portare la specificità del proprio strumento, essere leader e gregario
all’interno di una esperienza unitaria. Comunicare con uno strumento musicale permette poi di
esprimere se stessi, a prescindere dalla complessità e dalla bellezza della performance, con una
modalità comunicativa che ci dà la possibilità di scardinare le strutture comunicativo-relazionali
troppo spesso cronicizzate nel linguaggio parlato. Il corso propone attività pratiche con l’uso di
strumenti musicali per lo più semplici ed immediati, esperienze di gioco musicale, body percussion
e semplici esecuzioni collettive, dal formale all’improvvisazione informale. Il laboratorio non
presuppone affatto una preparazione musicale, bensì il desiderio di suonare insieme e riflettere sulle
esperienze vissute.
TURNO 2
Tito Terreni "Canto dunque sono: voce e relazione educativa"
Chi lavora in ambito educativo sa benissimo quanto un uso “scorretto” della voce possa determinare
sfavorevolmente una relazione educativa e l’insegnante che grida-di-non-gridare ne è il classico
esempio. Al contrario un uso della voce più consapevole ci rende capaci di arrivare più in
profondità nella relazione, sfruttando soprattutto la componente non verbale che determina
fortemente messaggi e significati, agendo nella sfera emotiva. Il corso si concentra quindi su quel
mezzo comunicativo fondamentale che è la voce, proponendo esperienze formali (canti), informali
(esperienze vocali) e ludiche, senza scordare il legame con altre esperienze musicali (danza,
strumentario) ed extra-musicali. Il corso non presuppone una preparazione musicale e vocale, ma la
voglia di sperimentare la voce.
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TURNI 4, 5
Tito Terreni IL RITMO DEL CORPO…IL CORPO DELLA MUSICA
Il laboratorio è rivolto ai futuri educatori ed educatrici interessati all'esperienza e alla padronanza
degli elementi di una educazione musicale di base, come un utile strumento nei diversi contesti del
lavoro educativo. Si tratta di pratiche e metodologie che hanno come principali finalità l'indagine
del rapporto tra suono, corpo e musica; l'elemento sonoro come strumento di relazione e ascolto tra
l'io, il tu e l'ambiente; l'arricchimento delle possibilità espressive nel contesto non-verbale; la
musica come linguaggio umano e non tecnico; l'animazione musicale; la musica come esperienza
ludica. Il percorso si svolge con l'utilizzo del corpo, della voce e degli strumenti musicali.
AREA CINEMA E LETTERATURA TURNO 1 Silvia De laude Leggere film e vedere racconti. Come l'immagine letteraria diventa filmica
Il laboratorio si propone di sottoporre all’osservazione degli studenti alcuni testi letterari e la loro
trasposizione teatrale-filmica. Si presterà attenzione a quei casi in cui il testo narrativo diventi in
seguito opera teatrale e poi filmica. L’analisi sarà condotta in particolare su alcune opere di Pasolini
con la collaborazione di esperti, evidenziando in particolare il ruolo della musica, del colore e del
montaggio. Insieme agli studenti saranno presi in esame alcuni brani/sequenze per individuare le
relazioni tra il linguaggio testuale e il linguaggio delle immagini.
AREA MOTORIA TURNO 1
Fabio Maccioni
Il laboratorio fa sperimentare agli allievi giochi ed esercizi propri della pedagogia
dell'improvvisazione teatrale, un'arte/disciplina che si impara tramite il gioco, un ambiente non
giudicante e ...il divertimento! Scopriremo che le abilità degli improvvisatori sono le stesse di chi è
e sarà preposto a gestire un setting educativo: la capacità di ascolto del "qui e ora", la capacità di
accettazione e di risposta positiva e includente, infine la capacità di reazione e di compiere un
scelta. Per il laboratorio servono abbigliamento comodo e carta e penna.
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TURNO 5
Maia Cornacchia L’ARTE DELL’ASCOLTO E IL CORPO TRASPARENTE Quando gli occhi ascoltano e le orecchie guardano, quando la pelle allarga le sue maglie e tutti i
sensi si allertano, quando il movimento è investito di attenzione, affiora l’organicità della nostra
relazione con il mondo. Il corpo trasparente sa collocarsi lì dove è, fra altri corpi che sanno, e fa
spazio, come in una danza, alla continuamente rinnovata vitalità delle nostre risposte. Il laboratorio
coltiva l’arte dell’ascolto lavorando sulla percezione e sulla consapevolezza del movimento dentro e
fuori di noi, nel corpo e nello spazio, nella voce e nel silenzio, per affinare la sensibilità e custodirne
l’elasticità e l’apertura.
TURNO 6 Micaela Bianco
Il laboratorio ha carattere sostanzialmente esperienziale.
La pratica utilizzata è La Biodanza (danza della vita, danza come metafora del nostro stare, del
nostro esserci, del nostro esistere): un sistema pedagogico che aiuta a rieducarsi alla preziosità della
vita e che ha l’obiettivo di facilitare in ogni partecipante l’incontro con se stesso e la capacità di
assumere e creare la propria esistenza.All’interno del gruppo di partecipanti ciascuno è invitato ad
esprimersi attraverso una serie di esercizi individuali, di coppia e di gruppo, secondo una precisa
metodologia, fondata su basi antropologiche e psicologiche. Gli esercizi sono proposti In forma
dolce, creativa e progressiva, accompagnati da musiche che inducono movimenti sentiti ed
emozionati. Sono questi movimenti che chiamiamo “danza”. La sicurezza nel proporsi, la capacità
di sentirsi, la comunicazione interpersonale ed affettiva sono alcuni degli aspetti che questo sistema
sviluppa; da questi nasce il piacere di essere se stessi.
TURNO 7 Paolo Maccagno ESPLORARE IL CORPO IN MOVIMENTO
Cos'è imparare? Cos'è insegnare?
A partire da queste due domande il laboratorio tenta una via laterale nel proporre un'esperienza che
ha come oggetto l'esplorazione a partire dal corpo. Imparare è esplorare. Insegnare è guidare ad
esplorare. Entrambi richiedono ascolto. Sono cura che richiede un cambiamento epistemologico
verso un'apertura all'Altro. Rappresentano un cambiamento di postura. Il metodo Feldenkrais® (un
programma per la riorganizzazione posturale attraverso una serie di processi e schemi originari di
movimento sperimentati nel corso della nostra evoluzione genetica) è la base su cui si costruisce il
laboratorio che sarà organizzato attraverso l'alternarsi di lezioni di movimento ATM (Awareness
Through Movement), brevi comunicazioni e suggestioni attraverso video e immagini, scrittura
autobiografica individuale, condivisione di gruppo. Le esperienze di movimento in cui si viene
guidati sono collocate su uno sfondo di pensiero che avvicina l'antropologia, la filosofia, la
psicologia del profondo e la teoria dell'evoluzione. Alla fine gli studenti dovranno riportare
l'esperienza attraverso un report scritto. Un'antropologia dell'esplorazione per indagare il valore
pedagogico ed educativo del movimento a partire dal corpo.
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TURNO 13 Chiara Mirabelli QUESTIONI DI PELLE. UN LABORATORIO TRA CORPO E PAROLA Il laboratorio parte da una metafora: quella della pelle che ci contiene, ci separa, ci consente di
incontrarci. Attraverso l'attenzione allo sguardo, alla voce, ai gesti, al contatto, si sperimenteranno
diverse modalità con cui raccontarsi e ascoltare: dal movimento al disegno alla narrazione orale e
scritta. La nostra storia è la nostra pelle narrativa, quella che ci consente di rappresentarci e
diventare più consapevoli di noi stessi, primo passo per un autentico incontro con l'altro.
TURNO 14 Elisa Rossoni Il laboratorio, attraverso un’esperienza psico-corporea, intende avviare una riflessione sulla
dimensione corporea in educazione, sull’ “ esserci” come corpi sulla scena formativa. I giochi e gli
esercizi teatrali che verranno proposti, e che non avranno nessuno scopo performativo, stimoleranno
altresì ad acquisire consapevolezza e riflessività rispetto ad alcune dinamiche del lavoro educativo.
TURNO 15 Ilaria De Lorenzo CORPI IN GIOCO
“Far passare dei segni, da corpo a corpo, alla maniera dell’arte…” (Alwin Nikolais)
Il laboratorio, attraverso il lavoro corporeo proposto, farà riflettere sulle azioni e l’”esserci” come
corpi nel lavoro educativo. Partiremo da alcune attività e giochi presi dal training attoriale, che
coinvolgeranno i partecipanti, attraverso musica e movimento, per arrivare ad una maggior
consapevolezza rispetto ad alcune dinamiche e azioni presenti sulla scena formativa. Dinamiche e
azioni che attraversano i saperi e i non saperi, i corpi e i pensieri degli attori in gioco. Giocheremo
a metterci in gioco per creare nuovi apprendimenti e consapevolezze sul lavoro educativo e le
relazioni che lo attraversano.
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TURNO 16 Tiziana Andrenelli GIOCO MOVIMENTO E COMUNICAZIONE
Il laboratorio permette di riscoprire la propria globalità dove corpo-emozioni-affetti-pensieri, si
fondono e si esprimono attraverso il gioco.Vivere il piacere del gioco e del linguaggio del corpo
nella comunicazione, permette di rendersi consapevoli della propria espressività motoria e della
immagine che ognuno ha di sé. Cogliere e localizzare le proprie sensazioni nell’interazione con
l’altro aumenta la propria capacità di osservare e di comprendere la maturazione psicologica del
bambino. I partecipanti vengono accompagnati in un percorso che va dal corpo agito e giocato al
corpo rappresentato; è un lavoro di ricerca personale vissuto in momenti individuali, in coppia, in
piccolo ed in grande gruppo. Si raccomanda di arrivare con un abbigliamento comodo, calze
antiscivolo e un plaid.
TURNO 17
Cristina Negro EDUCARE IL CORPO ALLA DANZA
Il laboratorio s’interroga sul valore della consapevolezza corporea e della danza all’interno della
vita professionale e personale. Che cosa significa educare e formare attraverso la danza e quali sono
gli obiettivi e i contenuti a seconda del contesto nel quale si opera? Il laboratorio comprende una
parte pratica accessibile a tutti - luogo di scoperta, di ascolto e di sviluppo del proprio "senso di
danza" - e una parte teorica che prevede la proiezione di video, letture mirate, riflessioni in grande
gruppo.
Obbligatorio un abbigliamento comodo e calze antiscivolo.
AREA ORGANIZZATIVA
Alessandra Lazazzara DA STUDENTE A LAVORATORE: SIMULAZIONI ED ESPERIENZE DI COMPORTAMENTO ORGANIZZATIVO
Obiettivo del laboratorio è approfondire tematiche relative al comportamento organizzativo
(comunicazione, conflitto, negoziazione, leadership, ect.) per sviluppare alcune abilità ed
atteggiamenti di natura individuale ma particolarmente importanti nella dimensione relazionale. Si
farà ricorso ad una didattica attiva fortemente incentrata sulla sperimentazione diretta tramite
simulazioni, role-playing, discussione in aula, attività di gruppo e stimoli multimediali. Ai
partecipanti verrà inoltre richiesto di preparare un elaborato di gruppo da presentare in aula.
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AREA PEDAGOGICO DIDATTICA TURNO 1 Mara Pirotta BUGIE, CAPRICCI & C.: QUANDO I FIGLI INFASTIDISCONO O PREOCCUPANO I GENITORI Un aspetto importante del lavoro educativo con i genitori è la decostruzione dei luoghi comuni che
riguardano i comportamenti “devianti” dei bambini e delle spiegazioni intrapsichiche che vengono
messe in atto. La curiosità per il significato comunicativo e relazionale dei comportamenti dei
bambini può alimentarsi con la ricerca: durante il laboratorio si lavorerà sull'analisi di diversi tipi di
materiali, mettendo in atto una ricerca di carattere collaborativo tra gli studenti.
TURNO 2 Ilaria Torelli MITI E SIMBOLI DELL’EDUCAZIONE SESSUALE Il laboratorio propone un’esperienza di tipo conoscitivo e riflessivo intorno all’universo mitico-
simbolico della sessualità. Attraverso l’esplorazione e l’interpretazione di opere artistiche di tipo
cinematografico, poetico, figurativo di particolare rilevanza simbolica i partecipanti avranno
l’opportunità di arricchire il loro immaginario, dilatare i modelli di comprensione in relazione al
tema trattato e sperimentare un percorso di educazione immaginale riproponibile nei loro contesti
professionali.
TURNO 3 Beppe Pasini PRENDERSI CURA DEI LEGAMI FAMIGLIARI. Teoria e pratica.
In ambito educativo la famiglia rappresenta un interlocutore imprescindibile. Abbiamo infatti
sempre a che fare con un sistema famigliare caratterizzato da interdipendenza e storia, anche
quando ci prendiamo cura di una sola persona: adulto, bambino, immigrato, disabile, ecc. Come si
impara a leggere le relazioni, a prendersene cura, a parteciparvi in modi trasformativi? In quali
ambiti e occasioni un educatore incontra una famiglia, con quali obiettivi? Quali caratteristiche
dovrebbe avere un intervento educativo con la famiglia? Gli obiettivi di apprendimento saranno
orientati a fare esperienza delle relazioni famigliari, per celebrarle e onorarle, per alimentare
riflessività e costruire una buona teoria che ci soddisfa e ci guida, per decidere come relazionarsi
attraverso le azioni che vogliamo mettere in atto. Agli studenti verrà richiesto di mettersi
concretamente in gioco per apprendere dall’esperienza. La postura proposta sarà quella di un
atteggiamento di ricerca, di curiosità e stupore, orientato a ri-educare il proprio sguardo verso ciò
che funziona più che a cambiare quel che non va. E poi non ci son solo le parole…
immaginario, colori, simboli e sensi aiutano a vedere quello che non si vede!
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. TURNO 4
Lisa Brambilla IL LAVORO EDUCATIVO IN SALUTE MENTALE
Il laboratorio ha lo scopo di approfondire il tema del lavoro educativo e della riflessione pedagogica
entro la cornice della salute mentale. Il tema della follia verrà pedagogicamente analizzato,
all’incrocio di un respiro storico e contemporaneo. Nel percorso verrà affrontato il tema
dell’educazione alla sopraffazione e all’annientamento (peculiare dei contesti di internamento) ed
esplorato il passaggio dalla contenzione alla cura e l’ampliamento degli interventi socio-educativi.
TURNO 5 Federica Colombo LA FORZA DELLE RADICI: IL MITO DELLA NASCITA, TRA MEMORIE FAMILIARI E INDIVIDUALI
Il racconto della nascita è paradigmatico per comprendere la relazione tra narrativa famigliare e
memoria individuale. Un educatore curioso di storie affronta situazioni di stasi oppure di forti crisi e
rapide trasformazioni partecipando consapevolmente a passaggi significativi nella storia delle
persone. Se la storia della nascita dell’individuo rivela paradigmi e miti che connotano il passaggio
di consegne da una generazione a un’altra, la storia dei protagonisti dell’educazione diventa luogo
di evocazione di narrazioni ricche di tracce che ci raccontano che educatori siamo e a quale storia
partecipiamo con una attenzione continua alla nostra posizione nel sistema. Il laboratorio parte da
attivazioni corporee utili per prendere contatto e porsi in ascolto di sé, passa attraverso la
costruzione di un percorso di ricerca ispirato al metodo dell’indagine collaborativa e finalizzato a
generare una teoria soddisfacente circa questo evento apicale della vita umana. Il caos, la terra,
l’aria, l’acqua e il fuoco sono gli elementi primordiali della natura che vengono esplorati attraverso
esperienze estetiche come il disegno e la poesia capaci di aprire verso la costruzione di una teoria
locale del proprio nascere e rinascere.
TURNO 6 Andrea Galimberti IL CONFLITTO IN FAMIGLIA: DAL SAPERE AUTOBIOGRAFICO ALLA COMPOSIZIONE
Il laboratorio si incentra sulla dimensione del conflitto famigliare come occasione di riflessione
pedagogica. Il sapere esperienziale verrà convocato e intrecciato ad alcune prospettive teoriche che
tematizzano il conflitto e offron possibili vie per attraversarlo in modo generativo. Vi sarà una parte
dedicata a case studies costruiti partendo da esperienze professionali del conduttore (ed
eventualmente dei partecipanti) legate a servizi educativi che si occupano principalmente di
conflitto famigliare. I case studies verranno allestiti attraverso role playing e approfonditi attraverso
riflessioni in piccolo gruppo.
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TURNO 7 Laura Moretti L’OSSERVAZIONE NEI CONTESTI EDUCATIVI
L’osservazione è un metodo di lavoro fondamentale per chi lavora in ambito educativo. E’ un
importante strumento per potenziare la competenze degli adulti di comprendere la complessità
degli eventi relazioni e dei processi cognitivi: sostiene lo sviluppo di un’attenzione mirata a
raccogliere dati, favorisce il confronto tra le/gli educatrici/ori, sviluppando una prospettiva di lavoro
descrittiva e non valutativa. I protocolli osservativi e le videoregistrazione diventano materiali di
discussioni nei gruppi di lavoro e il confronto sui dati sostiene la progettazione e il monitoraggio del
lavoro educativo. La formazione all’osservazione richiede l’acquisizione da parte dell’educatore di
un atteggiamento di rispetto e di sospensione del giudizio nei confronti di quanto si osserva. Il
laboratorio si propone, attraverso la discussione di protocolli osservativi e videoregistrazione di
trasmettere alcune competenze metodologiche di base al fine di far diventare l’osservazione una
pratiche quotidiana del lavoro educativi. TURNO 8 Federica Negri Il potere trasformativo dell'esperienza ludica
Il laboratorio vuole essere occasione di avvicinamento e approfondimento delle tematiche legate
alla simbolica del gioco. In particolare vuole esplorare la dimensione generativa dello sguardo
infante, capace di rivitalizzare l’immaginario ludico, di esplorare il reale fino a capovolgere e
reinventare i consueti legami con le cose del mondo. Attraverso la visione e l’ascolto di opere
artistiche e la proposta di attività espressive, corporee e ludiche si vuole condurre i partecipanti alla
scoperta delle trame dell’immaginario del gioco, al fine di ri-conoscere la potenza vitale e integrale
dell’esperienza ludica. Verrà posto il focus sul gioco, quale esperienza totalizzante e capace di
generare nuove conoscenze. Proveremo a riprendere contatto con il nostro sguardo bambino,
accostandoci ad opere artistiche con sguardo curioso e rispettoso, libero da giudizi e pregiudizi, al
fine di tornare alla quotidianità con lo sguardo rinnovato, arricchito e trasformato.
TURNO 9 Alessandra Rigamonti L’affido familiare come una danza. Tra ritmi e pregiudizi Il tema del laboratorio è l’affido familiare e ha come obiettivi quelli di promuovere: 1) conoscenze
rispetto alla tipologia di intervento: definizioni, soggetti coinvolti, caratteristiche, quadro
normativo; 2) riflessioni pedagogiche rispetto al lavoro educativo nell’ambito dell’affido familiare;
3) competenze critico-riflessive per far emergere i propri pregiudizi/presupposti rispetto al tema
proposto. Si prevede di utilizzare una metodologia pratica e partecipante che includa esperienze
estetiche e autobiografiche. Il laboratorio è basato sulla messa in gioco dello/a studente/essa al fine
di incrementare le proprie competenze riflessive e critiche a partire dagli spunti teorici circa l’affido
familiare e dalle suggestioni che verranno fornite.
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TURNO 10
Roberto Bezzi IL LAVORO EDUCATIVO IN CARCERE
Il laboratorio ha sede nel carcere di Bollate e parte dalle immagini/stereotipi che gli studenti hanno
sul carcere e sui detenuti. Si analizza poi (divisi in gruppi) il materiale cartaceo (giudiziario e psico-
pedagogico) di persone recluse per poi simulare il colloquio con le persone di cui si è trattata la
storia.
Infine c’è l’incontro reale con i detenuti che sono stati oggetto del laboratorio e la conoscenza della
persona, con una rilettura finale delle rappresentazioni iniziali.
TURNO 11 Piergiuseppe Pasini IL SE’ COME PRE-TESTO. PRATICHE NARRATIVE NEL LAVORO EDUCATIVO E SOCIALE. Allestire e animare occasioni e contesti in cui le storie di persone che vivono situazioni di
particolare fragilità o crisi, prendono voce , rappresenta una preziosa opportunità educativa. Più
che una ulteriore metodologia, l’approccio narrativo riflette una postura paradigmatica che
considera le storie di vita come ‘luogo’ cruciale di esplorazione di sé , riscoperta di saperi taciti e
silenti, inclusione identitaria, esperienza di cura. E poi…, poi non ci sono solo le parole: i colori, il
gioco, la scrittura poetica, l’espressione corporea, possono essere di grande aiuto per dialogare con
le emozioni, cercare la bellezza e rianimare la speranza! Il laboratorio si prefigge di
sperimentare con gli studenti strumenti e pratiche narrative in contesti gruppali implementando
creatività, consapevolezza epistemologica e agire riflessivo attraverso esercitazioni ed esempi
concreti
TURNO 12 Livia petti LABORATORIO DI EDUCAZIONE MEDIALE – LA COMUNICAZIONE EDUCATIVA ON LINE NEI SOCIAL NETWORK
Lo scopo del laboratorio è far acquisire alcune competenze base dell’educazione “nei” media, in
modo particolare comprendere le dinamiche comunicative degli adolescenti nei social network e
sperimentare strategie educative informali in Rete. Il laboratorio si articola in sessioni pratiche di
osservazione e comprensione della comunicazione degli adolescenti nei social network con lo scopo
di identificare le problematiche emerse, a cui fa seguito la progettazione di interventi di
comunicazione educativa in Rete.
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TURNO 13 Antonella Pezzotti ESPERIENZE DI BIOLOGIA AL NIDO
Durante il laboratorio saranno proposte attività di tipo pratico basate su esplorazioni
multisensoriali a partire dalle quali saranno sviluppati approfondimenti sulle caratteristiche
biologiche di alcuni organismi viventi o loro parti e sulle caratteristiche ecologiche di alcuni
ambienti naturali.
Il lavoro di tipo pratico si svolgerà prevalentemente a coppie o in piccoli gruppi e sarà sempre
affiancato da discussioni intra e intergruppo.
TURNO 14 Silvia Pinciroli L'EDUCATORE E-MOTIVO. LA FOTOGRAFIA: UN VIAGGIO NEL LAVORO EDUCATIVO CONSAPEVOLE
Che ruolo hanno le emozioni nel lavoro educativo? Come diventarne consapevoli e prendercene
cura? Come farle diventare chiave di lettura del proprio stile educativo? Queste e altre domande ci
accompagneranno. Le immagini e la fotografia saranno i medium attraverso i quali traghettare nelle
varie proposte, accompagnati da vari e differenti strumenti e linguaggi estetici. L’esserci e lo
sperimentare con i sensi è quindi prerogativa dell’esperienza proposta, così come “prendersi il
rischio” di scoprire e/o ritrovare parti di sé che possano rivelarsi nuove risorse, nuove energie,
nuove buone prassi per il lavoro educativo “consapevole”.
TURNO 15 (Silvia Tognetti) e TURNO 16 (Elisabetta Marazzi) La progettazione educativa
Obiettivo del laboratorio è di fornire a studenti e studentesse le conoscenze e gli strumenti
metodologici per l’ideazione e la realizzazione di interventi in ambito educativo.
Nello specifico, partendo dalla definizione del termine progettazione verranno delineati gli approcci
teorici che sottendono alla costruzione del significato pedagogico del progetto educativo.
Successivamente si analizzeranno le fasi che costituiscono il processo di progettazione (analisi del
bisogno; analisi della situazione; elaborazione del progetto; attuazione del progetto; valutazione dei
risultati). All’interno del laboratorio sarà possibile sperimentare la costruzione di un progetto
educativo attraverso il lavoro di gruppo ed esercitazioni pratiche.
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TURNI 17 e 18 Silvana Vaccaro “Progettare”: per una didattica inclusiva Saper progettare le condizioni e le azioni per generare situazioni educative inclusive. Il laboratorio
si svolgerà prevalentemente attraverso metodologie attive che coinvolgeranno gli studenti in diverse
attività TURNO 19 Giulia Schiavone
“Le arti circensi come esperienza ludico-trasformativa”
Il laboratorio intende approfondire le tematiche legate alla simbolica del gioco, con un focus
specifico sul valore pedagogico delle arti circensi.
Le attività sono volte a stimolare la capacità di guardare, ascoltare e leggere la poliedricità insita
nella dimensione ludica, per tornare alla pratica quotidiana arricchiti di nuovi stimoli e diversificate
proposte. In tale contesto si esplorerà il gioco quale esperienza vitale e integrale per ciascun essere umano,
con il gioco infatti si sperimenta, si conosce, si apprende, si cambia, si crea anche in età adulta.
Grazie ad attività visive ed espressive, corporee e ludiche, in piccolo e grande gruppo, si propone ai
partecipanti un approfondimento e un'esperienza condivisa di tali tematiche con un atteggiamento
non giudicante, né censorio o classificatorio, garantendone e preservandone la ricchezza e la
complessità.
AREA PSICOLOGICA PSICOLOGIA CLINICA TURNI 1,2 Stefano Ardenghi CineMe: Lavorare sul Significato Personale attraverso il Cinema
Nell’ottica del paradigma teorico Cognitivo Costruttivista, l’essere umano è un sistema complesso e
organizza il suo esperire in modo narrativo, tanto che l’esistenza diventa Storia e quindi Significato.
Intento del corso è mettere in evidenza come questo modello rappresenti un metodo di indagine
complesso della realtà, proponendone un utilizzo esplicativo attraverso l’analisi di alcune pellicole
cinematografiche. La scelta dei film è frutto della selezione di specifici elementi che rendano
comprensibili alcuni aspetti del funzionamento umano sia armonico che psicopatologico. L’utilizzo
di tale materiale inoltre, non solo permette di leggere e analizzare le storie narrate come reali casi
clinici, ma offre l’opportunità di ricostruire il duplice punto di vista/Significato Personale: quello
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del regista/autore che “orienta” le vicende e i personaggi della storia e quello dello spettatore che
fruisce delle immagini. Nell’ambito delle due giornate di studio, trattando la prospettiva teorica
Postrazionalista, saranno presi in esame e delineati per cenni i personaggi e autori scelti
nell’espressione delle diverse Organizzazioni di Significato Personale. Nel corso degli incontri
saranno proposte le modalità peculiari di una possibile lettura del funzionamento umano dei
personaggi scelti considerato come se fosse un’esemplificazione clinica.
AREA PSICOLOGICA PSICOLOGIA GENERALE Turni 1,2 Barbara Diana TEORIE E TECNICHE DI RICONOSCIMENTO DELLA COMUNICAZIONE MENZOGNERA
Il laboratorio, utilizzando le basi teoriche della psicologia della comunicazione, approfondirà lo
stato dell’arte sul riconoscimento della comunicazione menzognera. Sono previste attività in aula
ed esercitazioni, che permetteranno ai partecipanti di apprendere nozioni importanti sulla
discomunicazione e la comunicazione non verbale. Verranno esplorati, inoltre, tecniche e strumenti
ad oggi utilizzati per identificare la menzogna nei diversi ambiti, dalla ricerca alle applicazioni sul
campo.
Turno 3 Judith Schek Imparare giocando: tecnologie innovative per la regolazione delle emozioni Il corso ha l’obiettivo di offrire agli studenti una panoramica teorica e pratica circa la gestione dello
stress e la regolazione delle emozioni. La prima parte di corso è dedicata alle principali teorie sulle
strategie di regolazione emotiva, al legame di queste con il coping e allo sviluppo di tali
competenze. La seconda parte di corso è centrata sui programmi attualmente esistenti per la
gestione dello stress e la regolazione delle emozioni, con particolare focus alle tecnologie
innovative quali la realtà virtuale, il biofeedback e i serious games.Infine verrà data la possibilità di
provare un protocollo tecnologicamente avanzato e sarà dato spazio ad esercitazioni di gruppo per
poter progettare il proprio serious game.
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Turno 4 Cesare Massimo Cavalera LETTURA DEL CORPO E ANALISI DELLE EMOZIONI
Il presente laboratorio ha come obiettivo quello di esporre le più importanti teorie psicologiche
legate all’espressione del comportamento emotivo. Per una migliore osservazione delle dinamiche
emotive e motivazionali sarà possibile svolgere, per chi lo desidera, alcuni esercizi corporei. Si
consiglia pertanto una abbigliamento comodo (tuta e calze antiscivolo).
Turno 5
Elena Cadel PSICOLOGIA DEI COMPORTAMENTI ALIMENTARI
Il laboratorio di psicologia dell’alimentazione si propone di illustrare e valorizzare il campo delle
conoscenze scientifiche psico-sociali dei processi che conducono alle scelte alimentari non-
patologiche, con approfondimenti sui temi della salute e dell’ambiente. Per ogni argomento sono
previste una serie di esercitazioni pratiche volte a migliorare la comprensione dei concetti teorici e
acquisire competenze che potranno essere di supporto nel percorso lavorativo.
Turno 6
Federica Pallavicini STRESS: VALUTAZIONE E GESTIONE Il laboratorio ha l’obiettivo di offrire agli studenti una panoramica teorica circa lo stress e le relative
modalità di valutazione e gestione. La prima parte del laboratorio è dedicata alle teorie sullo stress,
in particolar modo psicologico. La seconda è invece focalizzata sul concetto di assertività e sulle
modalità classiche gestione dello stress, come biofeedback e tecniche di rilassamento. Nel corso è
dato ampio spazio ad esercitazioni pratiche di gruppo (es. tecniche di comunicazione assertiva, role
playing e discussione di filmati).
Turno 7 Luca Argenton Un’idea per cambiare il mondo
Si può scoprire di più di una persona in un’ora di gioco che in un anno di conversazione. Lo diceva Platone
per sottolineare come l’attività ludica non fosse soltanto occasione di svago e divertimento, ma motore di
complesse dinamiche psicologiche, pedagogiche e sociali. Il gioco ha infatti invaso lo spazio, il tempo e la
socialità umana, dimostrando di avere il potenziale per migliorare le nostre vite e cambiare il mondo in cui
viviamo. A partire da un approfondimento (anche esperienziale) di applicazioni concrete e casi di successo, il
laboratorio invita i partecipanti a mettere a punto un progetto che possa risolvere un problema reale. Partendo
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dalla possibilità di divertirsi e di ritrovare nel gioco uno strumento in più per veicolare le proprie idee. Per
questo si farà riferimento ai concetti di gamification e serious game. Il primo allude alla possibilità di
conciliare i principi ludici con attività e contesti distinti da quelli del gioco, quali quelli lavorativi, economici
o educativi. Il secondo si riferisce a simulazioni interattive in cui si fondono competenze e ambiti disciplinari
differenti come informatica, ingegneria, psicologia e scienze della formazione per aumentare conoscenze o
abilità. I partecipanti saranno supportati nell’acquisizione delle capacità necessarie a sviluppare un concept
innovativo e a presentarlo in modo efficace. Il laboratorio prevede l’uso del gruppo come strumento di
apprendimento. Saranno utilizzati come strumenti didattici:
– lezioni di approfondimento teorico
– esercitazioni e project work di gruppo
– esperienze di gioco a serious game
– approfondimenti individuali
Si lavorerà in maniera concreta, dando strumenti e modalità di lavoro che faranno in modo che l’idea non
rimanga chiusa in cassetto.
Turni 8, 9 Olivia Realdon METODI E TECNICHE DI ANALISI DELL’ESPERIENZA EMOTIVA
Le esperienze emotive sono risorse soggette a un apprendimento continuo, e non solo sono centrali
nel modulare la relazione interpersonale, ma possono altresì modulate. L’obiettivo del laboratorio è
dunque di focalizzarsi su metodi e tecniche che consentano di analizzare, scomporre, comprendere
l’esperienza emotiva così da ottimizzare le leve operative di cui disporre per poterla comprendere,
riconoscere, modulare nei contesti educativi – e non solo.
AREA PSICOLOGICA PSICOLOGIA DELLO SVILUPPO E DELL’EDUCAZIONE Turno 1
Elisa Brazzelli LE EMOZIONI NEL LAVORO EDUCATIVO Il presente laboratorio si propone di approfondire la tematica della competenza emotiva, affrontata
nel corso di Psicologia dello Sviluppo, offrendo agli studenti occasioni di riflessione sulla propria
esperienza emotiva e spunti per promuovere lo sviluppo socio-emotivo nei bambini. Nella prima
parte del laboratorio ci si focalizzerà sul riconoscimento delle proprie emozioni, attraverso un’auto-
osservazione del proprio repertorio emotivo. Nella seconda parte, invece, gli studenti saranno
guidati nella progettazione di percorsi di educazione alle emozioni da proporre a bambini di età
prescolare e scolare.
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Turno 2 Letizia Della Zoppa Laboratorio CREATIVAMENTE: LAVORARE CON E SUL PENSIERO CREATIVO IN AMBITO Il laboratorio di pensiero creativo è finalizzato a sviluppare la creatività attraverso attività pratiche
esperienziali. Si lavorerà sulla capacità di trovare soluzioni differenti alle sfide educative con un
duplice scopo:
preparare l'operatore a individuare risposte alternative per progettare tenendo conto delle diverse
tipologie di utenza
sviluppare competenze specifiche per educare l'utenza all'utilizzo di un pensiero creativamente
funzionale ed appropriato.
La creatività infatti porta con sé le tematiche fondamentali di originalità e di appropriatezza:
lavorare su se stessi e imparare attraverso l'esperienza diretta a discriminare ed integrare tali
componenti permette di superare alcuni pregiudizi sulla apparente estraneità del pensiero creativo
all'ambito educativo dove di fatto però permane. Facendo sperimentare e quindi fornendo agli
educatori le competenze partiche per agire tale discriminazione si permette da un lato di impiegare i
processi creativi per progettare in funzione delle caratteristiche specifiche dell'utenza e dall'altra di
renderli manifesti favorendo la coesione dei gruppi. Saranno esplorate le relazioni tra il processo
creativo e le capacità di leadership e di lavoro di gruppo supportando il rispetto tra pari e
sviluppando un approccio critico verso la diversità in ottica inclusiva.
Turni 3, 4, 5, 6, 7 Pietro Cielo LA LINGUA DEI SEGNI
La proposta è quella di alcuni incontri di Lingua dei Segni Italiana usata prevalentemente dalle
persone Sorde in Italia. Si tratta di una modalità profondamente diversa di comunicazione nella
quale vengono messe in gioco abilità visive e manuali al posto di quelle acustico vocali tipiche della
comunicazione verbale. Questo corso offre insieme ad alcune competenze in questa lingua per i
principianti, un’attenzione alle abilità visive, spaziali e di espressione corporea, conoscenze circa la
condizione e la cultura della comunità sorda. Programma: approfondimenti di morfologia e sintassi.
Confronti con l’Italiano. Acquisizione della lingua italiana nei bambini sordi, scelte educative per
l’abilitazione al linguaggio, la cultura dei sordi. Per la parte pratica si utilizzeranno unità del metodo
VISTA, edito dal Gruppo Silis e dalla Mason Perkins Deafness Fund, Edizioni Kappa, Roma. La
parte pratica ha lo scopo di stimolare la comunicazione visivo-gestuale, la competenza nella
comprensione e nella produzione di dialoghi su diversi argomenti e l’esecuzione di frasi con
elementi spaziali e sequenziali. Saranno inoltre utilizzati fumetti e cartoni animati per la produzione
in LIS.
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Turni 8,9
Paola Brambilla L’AUTISMO: RICONOSCERE, COMPRENDERE, EDUCARE
Il laboratorio si pone come obiettivi la conoscenza della patologia autistica in un percorso di
riflessione sulle caratteristiche della sindrome, così come descritte dai principali autori di
riferimento, e sulle principali modalità di intervento. Gli strumenti principali utilizzatati sono video
e filmati.
Durante le prime ore del laboratorio le esercitazioni principali sono quelle di osservazione dei
sintomi precoci e caratteristici dei disturbi generalizzati dello sviluppo, a cui segue la presentazione
di griglie strutturate, pensate per le insegnanti, con il medesimo fine. Nella seconda parte del
laboratorio il focus si sposta sugli interventi. Sempre attraverso dei video vengono analizzate le più
accreditate metodologie di intervento e si svolgono delle esercitazioni. Un’attenzione particolare
viene data all’ambito dell’intervento educativo con bambini autistici ad alto funzionamento e
Sindrome di Asperger, dove la diagnosi a volte è più tardiva e difficile ma l’intervento è
fondamentale.
Turno 10
Elisa Ripamonti Arteterapia e progetti educativi
L’arteterapia utilizza l’insieme delle tecniche e delle metodologie dell’arte grafico-plastica come
mezzi terapeutici, finalizzati al recupero ed alla crescita della persona nella sfera emotiva, affettiva
e relazionale. Attraverso tale metodo si progetta un intervento di aiuto e di sostegno che mette in
comunicazione e scarica il vissuto emotivo spostandolo sulla concretezza dell’oggetto creato. Il
laboratorio affronterá la questione del dono all’interno del setting di arteterapia,
ponendo l’attenzione su come il costruire un progetto comune di arteterapia necessiti di essere
aperto alle relazioni con un’attenzione accogliente nei confronti dell’altro cosí come avviene
all'interno di una relazione pedagogica: cogliere il valore dell'altro e farne potenziale.
Turno 11 Elisabetta Conte Promuovere lo sviluppo del lessico psicologico nei contesti educativi
Il laboratorio è organizzato in due parti. Nella prima parte vengono proposti e discussi i concetti di
'teoria della mente' e lessico psicologico con particolare attenzione al loro sviluppo nell'infanzia.
Nella seconda parte, più operativa ed esperienziale, si affronteranno i processi di socializzazione
che favoriscono lo sviluppo del lessico mentalistico nei contesti scolastici ed educativi. In
particolare, verranno approfondite varie pratiche di socializzazione indirette e dirette, tra le quali la
lettura condivisa di libri e le conversazioni strutturate.
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Turni 12, 13 Manuela Peserico e Barbara Ferrari Comunicazione non verbale e relazione d’aiuto
La relazione educativa è connotata da elementi specifici della relazione d’aiuto integrata nel
rapporto interpersonale e nella comunicazione. Su queste premesse è strutturato un percorso
esperienziale per affinare: capacità relazionali, ascolto e comunicazione. Nel laboratorio gli
educatori chiamati a mettersi in gioco, con tutto ciò che si sente e prova quando si entra in relazione
con l’altro. Il lavoro avviene con metafore finalizzate a sperimentare e riflettere sul modo con cui le
persone si rapportano. L'attenzione è sul modo perché ciò che è sotteso alla relazione, non è il cosa
succede, ma il come succede ciò che succede. La relazione non è finalizzata al prodotto, ma è
attenzione al processo.
Si raccomanda agli studenti di presentarsi con un abbigliamento comodo, calze antiscivolo e una
benda per coprirsi gli occhi.
Turni 14, 15
Elisa Ripamonti GIOCO ANCH’IO, PENSARE E PROGETTARE INTERVENTI LUDICI PER MINORATI DELLA VISTA
Il laboratorio si svolge in due giornate, entrambe suddivise in una sostanziosa parte teorica volta ad
avvicinare gli studenti al mondo della minorazione visiva ed una parte pratica ed esperienziale dove
gli studenti sperimenteranno attività adattate per non vedenti e divisi in gruppi, potranno progettarne
di proprie. Uno degli obiettivi del laboratorio è cogliere quanto sia indispensabile per un non
vedente, l’esperienza pratica e il contatto diretto con gli oggetti e la realtà circostante per poterla
conoscere e padroneggiarla. È inoltre importante cogliere come molte autonomie e competenze
possono raggiungersi fin da piccoli utilizzando momenti ludici e di attività condivise: tramite il
gioco e l’educazione tra pari, infatti, le emozioni e le capacità messe in campo favoriscono un
apprendimento più efficace.
Turno 16
Elisa Brazzelli OSSERVARE PER EDUCARE Quali sono gli strumenti e le tecniche che consentono di osservare i bambini in quei contesti
fondamentali della loro vita, come l’asilo nido e la scuola dell’infanzia? Come utilizzare le
conoscenze teoriche sull’osservazione del bambino per organizzare la raccolta dei dati? Come
costruire uno schema di codifica per classificare le osservazioni? Con l’obiettivo di fornire una
risposta a queste domande, il laboratorio è volto ad approfondire in termini pratici e teorici le
principali applicazioni del metodo osservativo negli ambienti educativi in cui i bambini giocano,
comunicano, interagiscono con i pari e con gli insegnanti. Sono previste attività in aula ed
esercitazioni pratiche, volte a migliorare la comprensione dei concetti teorici e ad acquisire
competenze utili nel percorso lavorativo.
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