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PROPOSTA DI PROGETTO: CONTRASTO
ALL’ABBANDONO DEI RIFIUTI SUL TERRITORIO
COMUNALE
Gruppo Consiliare Movimento 5 Stelle - Samarate
PROPOSTA DI PROGETTO:
CONTRASTO ALL’ABBANDONO DEI RIFIUTI SUL TERRITORIO COMUNALE
PARTE I
Definizione del concetto di RIFIUTO Il primo passo verso la soluzione ad un problema è la comprensione dei termini del
problema stesso. Questa operazione coincide con il riconoscere l’esistenza di un
problema, più o meno cronico.
L’identificazione e la classificazione del rifiuto permette di definire sia le conseguenze
dell’abbandono dello stesso ma soprattutto le contromisure più adeguate a seconda della
tipologia.
Si riporta quindi qui in sintesi la definizione e i contorni del concetto di rifiuto, utilizzando la
normativa di riferimento in materia di Ambiente.
NORMATIVA DI RIFERIMENTO
D.Lgs 152/2006 – Testo Unico sull’Ambiente (TUA)
Parte IV – Norme in materia di gestione dei rifiuti e di bonifica di siti inquinati
Titoli I – Gestione dei rifiuti
Capo I – Disposizioni generali
Art. 184 – Classificazione
I rifiuti sono classificati secondo l’origine in (Art.184):
- rifiuti urbani
- rifiuti speciali
A loro volta, secondo le caratteristiche di pericolosità, possono essere divisi in:
- rifiuti pericolosi
- rifiuti non pericolosi
Rifiuti urbani Sono i rifiuti domestici anche ingombranti provenienti da locali e luoghi adibiti ad uso di
abitazione civile, i rifiuti provenienti dalla spazzatura delle strade, i rifiuti di qualunque
natura o provenienza giacenti sulle strade ed aree pubbliche ed i rifiuti vegetali provenienti
da aree verdi.
Sono sostanzialmente i rifiuti domestici per i quali si fa la raccolta differenziata
(carta/cartone – vetro – plastica – umido). A questi si aggiungono i rifiuti prodotti al di fuori
dell’ambito domestico ma sempre nel contesto cittadino.
o Rifiuti URBANI di PICCOLE DIMENSIONI: si intende per esempio il mozzicone o il
pacchetto di sigarette, la carta delle patatine, il cartone della pizza, la
lattina/bottiglia di bibita, il sacchetto per la raccolta delle deiezioni del cane, etc...
In diverse occasioni sono i rifiuti che vengono lasciati per strada, di fronte ai portoni,
sui sagrati o per i quali il cittadino non ha dove depositarli se si trova per le strade
della città.
o Rifiuti URBANI INGOMBRANTI: si intendono tutti quei rifiuti che per dimensioni e
origine (mobili, suppellettili, vetri, imballaggi ingombranti, legno etc etc), non
possono essere buttati nei cestini o compresi nella raccolta differenziata, ma
devono essere portati al centro di raccolta dove previa differenziazione possono poi
venire recuperati.
Rifiuti speciali Sono i rifiuti derivanti da attività agricole, dalle attività di demolizione e costruzione nonché
i rifiuti pericolosi derivanti dalle attività di scavo o dalla dismissione e rimozione di amianto
compatto e lana di roccia, i rifiuti derivanti da lavorazioni, da attività sanitarie, i macchinari
e gli elettrodomestici, i veicoli a motore e loro parti.
In questo caso le problematiche diventano anche e soprattutto di carattere sanitario,
dovuto alla potenziale presenza di sostanze pericolose.
Si sono dimostrati di particolare rilevanza per il territorio di Samarate i rifiuti derivanti dalle
attività edilizie nonché i rifiuti pericolosi, derivanti dalla rimozione di amianto e lana di
roccia.
La definzione completa di rifiuti pericolosi è racchiusa in un allegato del TUA che non
riportiamo qui; la trattazione dell’argomento rifiuti in questo documento ha lo scopo di
affrontare i temi dove è possibile avere autonomia di azione e si possa richiedere una
collaborazione diretta dei cittadini, dagli adulti ai bambini. Lo scopo è anche di creare una
cultura sociale che debelli quanto più possibile i rifiuti urbani, ovvero quelli che più
impattano la quotidianità del territorio in cui viviamo. Il rifiuto pericoloso richiede per ovvi
motivi un altro tipo di approccio, competenze e responsabilità.
PARTE II
Sviluppo del Progetto di Contrasto all’abbandono dei rifiuti
Nell’affrontare il problema dell’abbandono dei rifiuti è necessario discriminare tra la
fenomenologia dell’abbandono in zona urbana o comunque pubblica e quell
dell’abbandono in zone suburbane, boschive o remote.
Al di là delle differenti metodologie di contrasto, una considerazione di carattere generale
è valida e applicabile: l’educazione ambientale e il rispetto del decoro cittadino, quindi
dell’ambito urbano, sono parte integrante della risoluzione del problema dell’abbandono
boschivo.
L’abbandono dei rifiuti è un fenomeno che, seppur in differente misura, è di tipo globale ed
è stato oggetto di studi che spaziano dall’ambito puramente tecnico a quello sociale.
E’ stato riscontrato che sono due i fronti principali sui quali combattere il fenomeno: uno è
la prevenzione intesa a 360°, che spazia dalla componente educativa a quella intesa come
prevenzione del gesto dell’abbandono stesso. Questo fronte è quello che porta più risultati
sul medio-lungo termine.
L’altro fronte è quello sanzionatorio: così come nel rispetto del codice stradale, è questa
componente che svolge una funzione deterrente nell’immediato.
Un comune pulito, con una diffusa educazione ambientale intesa come rispetto della
pulizia degli spazi comuni e una esposizione costante degli organi competenti sul tema,
rende il territorio comunale meno attraente e quindi meno soggetto ad essere considerato
come zona “franca” per l’abbandono dei rifiuti.
Inoltre, in materia sociale, lo smaltimento illegale dei rifiuti è a volte una scelta facile dato
che:
- è percepità da alcuni come pratica comune(“lo fanno tutti”);
- raramente vengono comminate sanzioni pecuniarie;
- le amministrazioni pubbliche provvedono ad asportare i rifiuti abbandonati senza
applicare una vera attività di contrasto dando quindi l’idea di “accettare” il
fenomeno;
- manca tipicamente la pressione e l’esposizione delle autorità soprattutto a livello
mediatico.
Si capisce quindi come il tema sia complesso è richieda un piano strutturato, con fasi
chiave a breve e medio termine, per affrontarlo.
1. Educazione ambientale ed esposizione mediatica
Di fondamentale ed imprescindibile importanza è l’educazione ambientale intesa come
informazione e formazione che deve essere fatta nelle scuole di ogni ordine e grado. A
questo si aggiunga anche la sensibilizzazione e l’esposizione mediatica verso ogni
cittadino.
Vi sono diversi esempi, all’estero ma soprattuto in Italia, sia a livello ministeriale che
Regionale e Comunale dell’istituzione di vere e proprie campagne mediatiche dove oltre
alla sensibilizzazione, le istituzioni locali (o meno) esprimevano la loro condanna,
veicolavano la battaglia e la vigilanza sul territorio. Questo serve a mostrare l’impegno e la
pressione dell’Isituzione sul tema, con l’effetto di scoraggiare le persone intenzionate o
solite abbandonare i rifiuti.
La campagna si può realizzare tramite la stampa locale, le televisioni locali e soprattutto
l’esposizione di cartelloni e volantini su tutto il territorio.
E’ importante che la comunicazione avvenga a partire dal Primo Cittadino, a seguire dalla
Giunta e dal Consiglio Comunale ma non solo: la presa di posizione delle forze di Polizia
Locali è importante ai fini dell’effetto deterrente.
Per quanto riguarda le scuole è necessaria la collaborazione con il Corpo Insegnanti e con
la Dirigenza Scolastica, per identificare dei percorsi costruttivi volti all’educazione e alla
sensibilizzazione dei bambini e dei ragazzi. L’introduzione di piccoli gesti, segnali e
abitudini nelle scuole è importante.
Porre l’attenzione sulla raccolta differenziata anche a scuola in maniera visibile o anche la
manutenzione di un piccolo orto scolastico sono elementi utili e formativi nel comprendere
l’importanza della natura e quindi dell’ambiente.
Segnaliamo a questo titolo il sito www.modusriciclandi.info, relativo ad un progetto nato in provincia di Varese che ha come capofila la Provincia stessa oltre ad annoverare tra i
collaboratori diverse isituzioni, associazioni ONLUS e non per ultima l’Università dell’Insubria. Già diversi comuni a noi vicini (non si parla quindi di NewYork o Tokyo o Stoccolma, si
parla del nostro territorio!!) partecipano ai progetti proposti con le scuole dell’infanzia, primarie e secondarie. Per citare uno dei progetti, le Green Schools sono scuole
certificate per il loro impegno concreto a ridurre la propria impronta ecologica e a educare i
propri studenti e gli adulti ad adottare un comportamento attivo e virtuoso per l'ambiente.
E’ solo un esempio ma le attività e le possibilità sono infinite.
2. Condurre attività di informazione in maniera continuativa
Un risultato costante nel tempo si ottiene tramite un messaggio lanciato alla cittadinanza in
maniera continua. Le reazioni spot in emergenza sono sintomo di un atteggiatento
compulsivo e non coordinato. La cultura del rispetto delle leggi ambientali deve essere
instillata riprendendo a cadenze regolari le informazioni rilevanti.
Pertanto è necessario perdurare nelle campagne mediatiche, nell’affissione dei manifesti
ma anche nel comunicare a mezzo stampa:
- Andamento della raccolta rifiuti;
- Problematiche e aree di miglioramento;
- Istruzioni su come differenziare, prodotto per prodotto, anche tramite serate
informative che trattino il tema del riciclo e dei rifiuti sul territorio. Volendo citare un
esempio, i rifiuti urbani ingombranti purtroppo costituiscono un’ampia percentuale
degli abbandoni(si ricordino i casi riportati fotograficamente di materassi e sedie):
sebbene sia istituito un servizio di raccolta porta a porta su prenotazione, da parte
dell’azienda di raccolta rifiuti, riteniamo che sia necessario pubblicizzare
maggiormente questo servizio, oggi presente sul volantino del servizio rifiuti ma in
forma minore;
- Norme e sanzioni previste: il Dlgs 205/2010 ha inasprito le sazioni previste
dall’articolo 255 del TUE. Tali sanzioni inoltre non si limitano solo alla pena
pecuniaria. Infatti il colpevole è tenuto anche alla rimozione, all’avvio a recupero a
allo smaltimento dei rifiuti ed al ripristino dello stato dei luoghi;
- Conseguenze dirette sul territorio dell’inquinamento e dell’abbandono dei rifiuti;
- Costi per la comunità associati ai comportamenti incivili che portano ad interventi
straordinari di pulizia;
Una relazione ad esempio trimestrale o semestrale a mezzo tv e stampa di Sindaco e/o
Assessori preposti servirebbe a mantenere viva l’attenzione della cittadinanza.
E’ importante la chiarezza nelle comunicazioni ad ogni passo che l’Amministrazione
intraprende, in modo da assicurarsi che il messaggio venga recepito correttamente e
efficacemente sia dalla cittadinanza, magari fin’ora disinteressata al tema, ma soprattutto
da chi, sul territorio comunale, commette atti illeciti.
Tale campagna avrà un’effetto di risonanza anche sui comuni limitrofi: è possibile infatti
che chi abbandoni rifiuti sul territorio comunale provenga in realtà dall’esterno.
3. Dotare il comune e i cittadini degli strumenti necessari
I servizi di igiene urbana sono fondamentali per garantire un ambiente urbano vivibile e
quindi migliorare la qualità della vita nel Comune. Per questo è fondamentale mettere a
disposizione del Comune, ma anche dei cittadini, gli strumenti necessari a mantenere la
pulizia.
3.1 Cestini Al di là dei servizi base di spazzatura e ritiro dei rifiuti, è fondamentale restituire alla città la
presenza dei cestini stradali, per constratare l’abbandono dei piccoli rifiuti urbani.
La diffusione deve essere in numero adeguato (città di eccellenza hanno fino a un cestino
ogni 100 abitanti), devono essere posizionati in maniera corretta rispetto al flusso e alla
concentrazione delle persone e soprattutto devono essere matenuti vuoti, per poter
accogliere i rifuti dei passanti e disincentivarli dal buttarli a terra.
Il rifiuto richiama il rifiuto per cui una fioriera colma di mozziconi di sigarette e plastica
faciliterà il gesto di gettarne ancora(“tanto è già sporco”). Anche la forma delle bocche
deve essere tale da poter accogliere solo piccoli rifiuti. Esistono inoltre cestini suddivisi in modo tale da permettare anche la raccolta differenziata lungo la strada (plastica, vetro, carta o generico) o nelle piazze.
E’ importante non sottovalutare il fenomeno del richiamo, il mantenimento di un ambiente
urbano pulito protegge dall’abbandono dei rifiuti, a partire da quelli più piccoli, più
frequenti, e che finiscono per costituire una grossa porzione dell’insudiciamento dei centri
abitati e non.
Ovviamente per la gestione dei cestini è necessario assegnare del personale che
periodicamente provveda al loro svuotamento e al riposizionamento di nuovi sacchetti,
oltre a spazzare le strade raccogliendo ciò che viene buttato a terra.
Il servizio potrebbe essere implementato da chi già esegue quello porta a porta, previo
accordi con il comune ma ricordiamo che, nel caso non fosse possibile accordarsi con la
società di erogazione del servizio, risulterebbe essere un’ottima occasione per applicare il
cosiddetto Baratto Amministrativo, già approvato tramite la relativa mozione in Consiglio
Comunale.
3.1.1 I mozziconi di sigaretta
Il fenomeno specifico dei mozziconi di sigarette, tanto diffuso quanto incivile, richiede ad
esempio l’uso di cestini con un raccoglitore separato per i mozziconi. Si richiede pertanto
un’attenzione dedicata a questo problema perchè cosituirebbe un segnale forte del cambio
dimentalità che si vuole impartire.
Viene spesso ignorato o trascurato il fatto che i mozziconi di sigaretta contengono un
carico nocivo elevato: il fumo di combustione dei compostici presenti in una sigaretta
contiene sostanze tossiche(per l’uomo, l’ambiente e gli orgnismi acquatici), cancerogene e radioattive. Fino al 40% di tali sostanze rimane intrappolato nel
mozzicone stesso, che riversa il suo carico nell’ambiente, nell’acqua e quindi nei nostri
organismi.
Tutto questo senza contare l’acetato di cellulosa che compone il filtro stesso e che non è
biodegradabile. Impiega anni prima di distruggersi e disperdersi nell’ambiente.
I mozziconi sono gettati a terra in un gesto che ormai ha del quotidiano: secondo diversi
studi in diversi contesti, rasentano il 40% dei rifiuti urbani abbandonati. Essi velocemente
vanno a costituire un tappeto giallo che ricopre il suolo pubblico o riempe ogni sorta di
contenitore(fioriere, vasi etc..). La Polizia Locale può giocare un ruolo fondamentale,
avendo a disposizione gli strumenti sanzionatori anche per questo caso. Infatti con la legge 221/2015, denominata Green Economy, è stato identificato per la prima volta il mozzicone di sigaretta come rifiuto. La legge 221/2015 “Green
Economy” introduce nel TUA(Testo Unico Ambientale) l’art. 232-bis (Rifiuti di prodotti da
fumo) che, ai punti 1 e 2, definisce l’obbligo per i comuni a posizionare “…nelle strade, nei parchi, e nei luoghi di alta aggregazione sociale appositi raccoglitori per la raccolta dei mozziconi dei prodotti da fumo..” e di provvedere ad attuare specifiche campagne informative, prevedendo inoltre la sanzione amministrativa pecuniaria (da 60 a 300 euro) per chi abbandona i mozziconi sul suolo, nelle acque e negli scarichi.
3.2 Cartelli di divieto di abbandono rifiuti L’apposizione di cartelli specifici che ricordino il divieto di abbandono rifiuti non è una
misura banale ma bensì un altro segnale di attenzione e controllo del problema da parte di
chi amministra il territorio.
E’ di particolare importanza affigerli in zone riconosciute come soggette a fenomeni cronici
di abbandono: le autorità competenti devono pertanto affiggerli in concomitanza alla
rimozione dei rifiuti e pulizia del sito. L’apposizione del “divieto di scarico” deve riportate le
sanzioni previste al massimo della loro applicabilità. La funzione deterrente è presente nel
fatto, che al di là della pulizia dell’area, si è passati al monito delle sanzioni. Non si subisce
quindi passivamente applicando solo la rimozione, a spese dei cittadini, dei rifiuti.
E’ possibile anche segnalare che l’area è sotto controllo delle forze dell’ordine.
3.3 Raccolta differenziata spinta
Secondo gli ultimi dati ufficiali della provincia di Varese, la raccolta differenziata praticata
dal comune di Samarate ha portato nel 2015 ad un risultato del 67.6% di raccolta
differenziata un indice di efficienza pari a 5.36. Sono valori nella media rispetto alla totalità
dei comuni della provincia. Si registra purtroppo una inflessione rispetto al 2014 (-0.9%
RD, +0.3% totale rifiuti e +12% di variazione costi).
Per un progressivo miglioramento è necessario collaborare con l’azienda incaricata della
raccolta rifiuti per definire un target di miglioramento realisitico, prendendo come spunto
comuni dove si ottengono risultati migliori e capire quali differenze e quali ulteriori
metodologie e migliorie legate alla raccolta dei rifiuti siano implementati.
In questo senso il primo passo da valutare è l’applicazione della tariffa puntuale sulla
raccolta del cosiddetto “secco”(indifferenziata). Invitiamo il Comune ad accellerare ed
incoraggiare possibili soluzioni proposte tramite la società appaltatrice, traendo vantaggio
appunto dalle esperienze già maturatre dalla stessa. Per assicurare progressi in tal senso
è indicata la stesura di un piano temporale con l’azienda stessa al fine di identificare gli
step necessari e porsi degli obiettivi sfidanti.
4. Lavorare in maniera integrata con gli enti e le autorità sul territorio
E’ importante lavorare in modo coordinato e integrato con tutti gli strumenti presenti nel
territorio. In questo senso l’apporto dei Corpi di Polizia Locale(come già menzionato) e dei
corpi volontari o associazioni è funzionale al raggiungimento degli obiettivi.
Si richiede pertanto che l’Amministrazione in concerto con il Comando di Polizia Locale definiscano un tavolo di lavoro legittimato per l’intesa chiara della priorità dell’azione di
controllo, prevenzione e sanzione sul tema dell’abbandono dei rifiuti urbani e boschivi.
4.1 Polizia Locale – Controllo su strada
Per le tipologie di rifiuti speciali (edilizia) nonché i rifiuti pericolosi (amianto e lana di
roccia), è possibile un’azione di controllo sulla movimentazione degli stessi.
La normativa prevede che il trasporto avvenga su mezzi autorizzati al trasporto di quella
specifica tipologia di rifiuto e che il trasportatore sia iscritto all’Albo Gestori Ambientali della Regione Lombardia. Il carico inoltre deve essere accompagnato dal Formulario Identificativo del Rifiuto (FIR) che ne definisce in modo univoco la tipologia, l’origine ed il
destino finale, discarica o centro di recupero autorizzati dalla Regione Lombardia.
Quindi un primo controllo e una prima azione di prevenzione, che richiede la
collaborazione della Polizia Locale, deve essere fatta attraverso l’analisi documentale
delle autorizzazioni ambientali e dei Documenti Di Trasporto (DDT) dei veicoli commerciali
e specifici per l’edilizia circolanti sul territorio.
Chi non è in regola è evidente che il carico lo dovrà gestire in modo ”non corretto”. E’
fondamentale di concerto con la PL, concordare la priorità ed il focus su questo tipo di
controllo su strada. L’effetto è di scoraggiare chiunque a mettersi su strada con un carico
pericoloso a bordo nell’intento di sbarazzarsene in maniera illegale.
4.2 Uffici Tecnici Comunali - Controllo Preventivo E’ necessario anche il coinvolgimento degli Uffici Tecnici Comunali per mettere in atto un
controllo preventivo. Questo controllo a monte serve ad evitare che si verifichi a priori la
possibilità di gestire tali rifiuti in maniera illegale, ponendo quindi un freno alla radice.
4.2.2 RIFIUTI EDILI
In questo caso il controllo preventivo può essere fatto in collaborazione con gli uffici tecnici
che rilasciano le autorizzazioni edilizie. I progetti, in particolare quelli di ristrutturazione,
prevedono che vengano indicate le parti che devono essere demolite e ricostruite. Questo
implica la definizione di volumi di macerie e quindi di rifiuto che verrà prodotto.
Tale rifiuto deve essere conferito presso centri autorizzati e deve viaggiare con il FIR.
La modalità di controllo potrebbe essere la seguente: colui che chiede la concessione
edilizia, a fine lavori dovrà presentare all’ufficio tecnico copia del FIR, vidmata per
accettazione dal centro di destino di tutti i rifiuti prodotti e definiti in fase progettuale,
considerando sempre una percentuale minima in difetto ed una in eccesso.
Nel caso non sia in grado di produrre tale documento, sia il titolare della concessione
edilizia che la ditta incaricata dei lavori e autorizzata al trasporto, dovranno essere
sanzionati.
4.2.3 AMIANTO E LANA DI ROCCIA Un’azione simile è possibile per quanto concerne la rimozione dell’amianto, di fibre e lane
in dimensione respirabile e quindi potenzialmente cancerogene.
Entro il 31 gennaio 2013 i comuni, al fine del monitoraggio del territorio, dovevano dotarsi
del cosiddetto censimento amianto, cioè di una autodenuncia del cittadino che dichiarava
di avere coperture in lastre in fibrocemento mediante “Modulo di NOTIFICA PRESENZA
DI AMIANTO IN STRUTTURE O LUOGHI”.
Il censimento per il cittadino, non implica l’obbligo di rimozione a tutti i costi.
Esiste invece uno strumento operativo per la valutazione dello stato di conservazione delle
coperture al fine di indirizzare le conseguenti azioni di monitoraggio e/o bonifica che sono
a carico del proprietario dell’immobile. La valutazione dello stato di conservazione è effettuata tramite l’applicazione dell’Indice di Degrado (I.D.). Il risultato dell’applicazione
dell’I.D. è un valore numerico, a cui corrispondono azioni conseguenti che il proprietario
dell’immobile dovrà attuare. Queste azioni vanno dalla rivalutazione in fituro all’esecuzione
della bonifica in tempi prestabiliti.
E’ importante perciò stabilire un “punto zero” con una mappatura completa e aggiornata
dello stato di fatto del territorio; questo permette:
1) di determinare in termini di volumi o di tonnellate, il potenziale inquinante
presente;
2) di verificare periodicamente lo stato di rimozione con controlli annuali sul
territorio;
3) di esaminare il corretto adempimento normativo rispetto al risultato dato dall’ID,
sia per quanto concerne le procedure di rimozione e smaltimento adottate,
soggette a relativa autorizzazione da parte della Usl.
Le ditte che eseguono la rimozione dell’amianto devono essere obbligatoriamente iscritte
all’Albo Gestori Ambientali nelle categorie adeguate: sarà possibile verificare se chi ha
eseguito materialmente il lavoro aveva le autorizzazioni e le competenze in materia.
Anche in questo caso di fondamentale importanza è la verifica documentale della gestione
del rifiuto. Una copia del FIR timbrata e firmata dal centro di destino autorizzato dalla
Regione Lombardia dovrà essere conservata da parte del proprietario dell’immobile che
ha rimosso l’amianto, per le verifiche da parte degli Enti. Nel caso non fosse in possesso
del FIR e quindi non fosse in grado di dimostrare che il ciclo produzione/smaltimento del
rifiuto è stato correttamente eseguito, e da chi, sarà passibile di sanzione.
Questo meccanismo di controllo previene il fenomeno della “rimozione/smaltimento fai da
te” che, specialmente per piccole quantità di materiale, sembra la via più facilmente
percorribile e che può portare facilmente allo scarico nei boschi.
4.3 Guardie Ecologiche volontarie (GEV) A supporto e complemento delle forze di Polizia Locale, che svolgono anche altre funzioni
sul territorio comunale, si richiede di attivare il corpo delle Guardie Ecologiche Volontarie(GEV).
Il GEV è composto da cittadini volontari; la loro organizzazione è affidata dalla legge
regionale n. 9/2005 agli enti organizzatori, che possono essere enti gestori dei parchi
regionali, comunità montane, comuni capoluogo di provincia, raggruppamenti di comuni o province. Vi sono 66 enti formatori in Lombardia, di cui diversi in provincia di Varese
ed i corsi sono erogati gratuitamente.
Le Guardie Ecologiche Volontarie in servizio presso la Provincia di Varese sono circa 80,
con un turn-over di 4-5 nuovi elementi all'anno,organizzate in quattro nuclei territoriali:
Besozzo,
Busto Arsizio
Mornago
Saronno
Le GEV esercitano funzioni educative ma anche sanzionatorie, sono difatto Pubblici Ufficiali. Nell’espletamento del loro servizio, sovolgono diverse attività:
- si relazionano con le scolaresche e la cittadinanza;
- informano sulle leggi e sui comportamenti finalizzati alla tutela ambientale;
- redigono verbali di accertamento o segnalazione riguardanti illeciti amministrativi di
natura ambientale;
- partecipano a monitoraggi e progetti naturalistici;
- collaborano con le autorità competenti in caso di emergenze di carattere ecologico
e per la difesa del territorio.
Le GEV si preparano adeguatamente al loro compito, frequentando un corso di formazione, sostenendo un esame di idoneità, ricevendo il decreto di nomina a Guardia Particolare Giurata dal Prefetto e il decreto di incarico dall’Ente organizzatore presso il
quale svolgeranno la propria opera di volontariato. Tutte le informazioni sono reperibili sul
sito della Regione Lombardia e della Provincia di Varese.
5 SINERGIA e COPERTURA DEL TERRITORIO
Come già accennato è possibile che i rifiuti scaricati sul suolo samaratese possano
provenire parzialmente dai comuni limitrofi: è necessario quindi impegnarsi a discutere e
promuovere le pratiche di prevenzione e controllo in questo piano con i comuni adiacenti.
Per quanto riguarda le aree boschive del comune di Samarate, esistono possibili ingressi
anche in altri comuni. Quindi ogni azione di controllo/prevenzione è molto più efficace se
eseguita in sinergia con i comuni confinanti.
In questo modo si potrebbero meglio sfruttare degli eventuali investimenti economici
necessari per fare controllo mediante telecamere per il riconoscimento delle targhe, o di
telecamere nascoste per la sorveglianza di punti particolari, o per il dispiegamento di forze
umane sul territorio.
6 Regolamentazione della Raccolta Differenziata durante gli eventi pubblici:
un’occasione per la diffusione della cultura ecologica.
Nel corso dell’anno il Comune e le Associazioni di cittadini organizzano eventi pubblici di
festa e svago per la cittadinanza: spesso in questi eventi, che richiedono una
organizzazione accurata, non viene presa in considerazione la gestione dei rifiuti in
un’ottica differenziata.
Le motivazioni possono essere varie ma non sono sicuramente insormontabili: questi
eventi devono essere invece tramutati in una occasione per promuovere la raccolta
differenziata ed educare ulteriormente a questa pratica. Si chiede pertanto che il Comune
si doti, nella forma ritenuta più idonea, di un documento ovvero di un regolamento
comunale che definisca la gestione dei rifiuti negli eventi organizzati sia
dall’Amministrazione ma anche dalle Associazioni.
Tale documento dovrà includere come minimo(ma non necessariamente limitato ad esso)
la richiesta di presentare:
- un elenco di dotazioni per la raccolta differenziata(tipologia di sacchi e quantità);
- il numero di postazioni di raccolta;
- il personale responsabile del controllo della raccolta differenziata durante l’evento;
- il metodo di gestione e smaltimento dei rifiuti raccolti (chi li prenderà in consegna?
come verrano consegnati all’azienda di raccolta rifiuti? dove verranno posizionati se
smaltiti tramite il servizio standard di raccolta dei sacchi?)
Il soddisfacimento di tali richieste preventive dovrà essere obbligatorio per
l’organizzazione di un qualsiasi evento sul territorio comunale. Ovviamente anche il
Comune, nel caso di eventi da esso organizzati, dovrà dotarsi di tale documentazione.
Ad integrazione di quanto sopra, è importante che la Cittadinanza percepisca il beneficio
di tutto questo; si richiede quindi che, ad esempio, i punti di raccolta rifiuti nelle feste siano
evidenziati con dei segnali o cartelloni che invitino alla raccolta differenziata in maniera
positiva e veicolando il messaggio dell’utilità di tale raccolta.
Anche i manifesti e le comunicazioni divulgative degli eventi potranno includere un
messaggio che ricordi che durante l’evento verrà effettuata la raccolta differenziata al
100% a beneficio di tutta la comunità.
Ovviamente, durante tali eventi e a fronte della documentazione presentata, dovranno
essere previsti dei controlli spot da parte delle autorità o di delegati comunali. Purtroppo si
osserva spesso che a fronte di regolamenti e accordi presi, la parte di controllo, sebbene
prevista dagli accordi stessi, non venga assolutamente effettuata. Questa mancanza
rende difatto inutile qualsiasi buona intenzione e sforzo, per cui si raccomanda che, in un
clima di serenità e piena collaborazione, il Comune si impegni nell’azione di controllo.
Relativamente gli esercizi pubblici di consumo al dettaglio, si può ricercare la
collaborazione degli stessi dotandoli di cesti per la raccolta differenziati appena al di fuori
del negozio, possibilmente accompagnati da messaggi che incoraggino l’uso degli stessi e
l’importanza del gesto.
7 Diffusione dei risultati e degli effetti delle azioni intraprese
Questo aspetto è di fatto parte integrante della strategia di comunicazione. E’ stata
evidenziata l’importanza di una campagna preventiva che copra diversa aspetti ma è
altresì importante il monitoraggio e la diffusione dei risultati ottenuti, sia nell’andamento
generale che a seguito di precise inziative e azioni intraprese.
La Cittadinanza può in tal modo percepire l’effetto diretto di ciò che viene fatto e per cui si
richiedono degli sforzi, bloccando così il pensiero del “tanto non serve a nulla” o del “tanto
non cambia niente”.
Oltre all’andamento sulle attività continue, come ad esempio la raccolta differenziata porta
a porta, si possono misurare e pubblicare i risultati delle raccolte differenziate duranti gli
eventi pubblici(quantità, costi di smaltimento risparmiati sul secco etc..). Si può anche
documentare come, grazie ad un migliore comportamento civico, il verde e gli spazi
pubblici godano di uno stato di conservazione dignitoso nel corso del tempo.
Anche i progetti scolastici che si decide di avviare devono essere seguiti mezzo stampa e
adeguatamente esaltati nei risultati ottenuti periodicamente.
Questi sono solo alcuni esempi, ovviamente il concetto va esteso ad ogni azione di
contrasto o miglioria nella gestione del rifiuto, sia che coinvolga attivamente la
Cittadinanza o riguardi solo l’Amministrazione.
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