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La presente relazione è ad uso esclusivo della pratica in oggetto. La pubblicazione integrale o di una sua parte è vietata senza il consenso dell'Autore.
INDAGINI GEOFISICHE AD INTEGRAZIONE DELLA RELAZIONE GEOLOGICA
ESEGUITA IN VIA RIPA BIANCA
PRESSO IL COMUNE DI JESI (AN)
Oggetto: SISMICA A RIFRAZIONE ED METODOLOGIA HVSR
Committente: Studio Geologico Dott. D. Stronati
Commessa: 071-16
Falconara M.ma, lì 03 Maggio 2016
Geco srl Via Osoppo 38 60015 Falconara M.ma (AN)
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INDICE
1. PREMESSA ............................................................................................................. 3
2. SISMICA A RIFRAZIONE .......................................................................................... 3
2.1 Cenni teorici ..................................................................................................... 3
2.2 Moduli Elastici dinamici ...................................................................................... 5
2.3 Modalità di acquisizione ..................................................................................... 6
2.4 2.4 Elaborazione in tecnica tomografica ............................................................... 7
3. CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE .............................................................................. 18
Tavola 1 Tavola con ubicazione indagini geofisiche
Tavola 2 Profili di sismica a rifrazione in tecnica tomografica
ALLEGATI
Dromocrone
Geco srl Via Osoppo 38 60015 Falconara M.ma (AN)
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1. PREMESSA
Su incarico e per conto dello Studio Geologico del Dott. Geol. D. Stronati ai sensi del
DD.MM. del 14 Gennaio 2008, è stata eseguita una campagna di indagini geofisiche ad
integrazione della relazione geologica inerenti il progetto di realizzazione di nuovi capannoni in
Via Ripa Bianca presso il Comune di Jesi (AN).
Le indagini svolte sono di seguito elencate:
n° 1 stesa di sismica a rifrazione di superficie con onde P ed Sh, elaborate in
tecnica tomografica, per la definizione delle geometrie e spessori dell’area di
indagine e per il calcolo delle onde sismiche Vs30 in ottemperanza della Normativa
Vigente (DM 1401 del 2008 e s.m.i.):
n° Stesa Lunghezza (m)
Distanza intergeofonica
(m)
N° Scoppi
Tipologia si acquisizione Data
1 Profilo1 120,00 5 9 Onde di sup. P + Sh 19/04/16
Tab.1 – Elenco indagini geofisiche.
n° 3 indagini geofisiche con metologia HVSR per il calcolo delle onde sismiche
Vs30 in ottemperanza della Normativa Vigente (DM 1401 del 2008 e s.m.i.) e per il
calcolo della frequenza di risonanza del sito.
L’ubicazione delle indagini svolte, sono visibili nella tavola allegata.
2. SISMICA A RIFRAZIONE
2.1 Cenni teorici
Il metodo della sismica a rifrazione è una delle indagini geofisiche più utilizzate per la
conoscenza del sottosuolo. La buona precisione raggiungibile, specie se si dispone di sondaggi
di taratura, consente talora di elevare la prospezione sismica a rifrazione da semplice
valutazione qualitativa a valido supporto quantitativo dell’indagine geognostica.
Tale metodologia è basata sul tempo necessario affinché la perturbazione elastica, indotta
nel sottosuolo da una determinata sorgente di energia, giunga agli apparecchi di ricezione
(geofoni) percorrendo lo strato superficiale con onde dirette e gli strati più profondi con onde
rifratte.
Utilizzando quindi le distanze tra il punto di scoppio e quello di ricezione e i tempi di primo
arrivo dei segnali sismici, si costruiscono le dromocrone (curve tempi-distanze), dalle quali si
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risale, tramite opportuno programma di calcolo, alle velocità reali nei singoli strati, al loro
spessore, profondità, forma ed inclinazione.
Fig. 1 - Percorsi delle onde dirette e rifratte e relative dromocrone. S sorgente energizzante; A punto di incidenza della superficie di discontinuità ∑ del raggio incidente con angolo pari all'angolo limite ic; Gn punto di arrivo
contemporaneo delle onde dirette e rifratte; ti tempo intercetto.
I primi tempi di arrivo sono quelli relativi ai raggi diretti attraverso il primo strato e la
pendenza della linea (angolo ) che passa per tali punti è il reciproco della velocità di questo
strato (1/V1). A partire da una certa distanza dal punto di energizzazione (detta distanza critica
e indicata in figura 1 con la lettera X) il tempo impiegato per arrivare al geofono dai raggi che
percorrono il tetto dello strato sottostante (più veloce) risulta inferiore a quello degli arrivi
diretti. I punti relativi a questi arrivi si allineeranno secondo una retta avente la pendenza di
1/V2 (angolo ). Il tempo che corrisponde all’intersezione di ciascun segmento di retta con
l’asse dei tempi è detto tempo intercetto. Questo valore, come quello della distanza critica,
dipendono direttamente dalla velocità dei materiali e dallo spessore degli strati, e possono
quindi essere utilizzati per determinare le profondità dei tetti degli strati stessi.
Si possono ottenere dromocrone, anche nel caso di "n" strati, dove i punti di curvatura
indicano il passaggio tra i singoli strati e le velocità calcolate dalle rispettive pendenze dei rami
della curva.
Fig. 2 - Dromocrona nel caso di stratificazione multipla.
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2.2 Moduli Elastici dinamici
Sono parametri caratteristici di un corpo che stabiliscono una relazione tra deformazioni
elastiche e sforzi a cui un corpo è assoggettato.
COEFFICIENTE DI POISSON
Il coefficiente di POISSON è definito dalla seguente equazione:
ed è un numero puro in senso stretto. Si può dire che è una misura della deformazione
geometrica subita dal corpo.
In teoria il suo campo di variabilità risulta compreso tra 0,0 e 0,5, mentre nella pratica si è
visto che il range risulta più esteso arrivando anche a valori negativi.
MODULO DI TAGLIO
E’ determinabile dalla sola conoscenza delle velocità delle onde SH, è una pressione che si
misura in Kg/cm2 e nella pratica si indica con G.
E’ calcolabile mediante la seguente formula:
dove = densità.
Tale parametro è fortemente dipendente dalla porosità e dalla pressione; assume valori più
bassi in litotipi ad alta porosità, sottoposti a basse pressioni e saturati in acqua. Il campo di
variabilità nei terreni con porosità media è molto esteso.
MODULO DI YOUNG
E' definito dalla seguente equazione:
dove = densità
Il modulo di Young ha le dimensioni di una pressione ed in genere viene misurato in
Kg/cm2. Nelle rocce risulta molto variabile, fino a valori massimi dell’ordine di 106 . In
relazione al campo di variabilità di E, le rocce sono state divise in: quasi elastiche,
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semielastiche e non elastiche. Sono rocce quasi elastiche quelle che presentano un E compreso
tra 6*105 e 11*105 Kg/cm2, in genere sono rocce a grana molto fine, massicce e
metamorfiche (ad esempio i marmi). Sono rocce semielastiche quelle che presentano un E
compreso tra 4*105 e 6*105 Kg/cm2, sono rocce a grana fine con buona coesione e bassa
elasticità (ad esempio dolomie compatte). Sono rocce non elastiche quelle che presentano un E
inferiore a 4*105 Kg/cm2, rientrano in questa categoria quasi tutti i terreni e le rocce a grana
grossolana, con valori medio alti di porosità e discreta o scarsa coesione.
La seguente tabella riporta il campo di variabilità dei principali moduli elastici, suddivisi in
base alle litologie più rappresentative.
LITOTIPO E (Kg/cm2) G (Kg/cm2) �
ARGILLE 20 – 3*105 1,8*104 - 3,6*104 0.35-0.6
SABBIE 3 - 2*104 10 - 5*103 0.3-0.35
ROCCE LITOIDI SEDIM. 5*104 - 8*105 100-20.000 0.2-0.4
ROCCE LITOIDI IGNEE 1,5*105 -1*106 2,5*104 -1*106 0.1-0.4 Tab.2 – Elenco variabilità moduli elastici per tipologia di terreno.
N.B. Le classi di litotipi ed i relativi parametri elastici sono dati a puro titolo indicativo; ciò a
causa della variabilità delle caratteristiche elastiche, anche di specifici litotipi, per piccole
variazioni delle loro condizioni chimico-fisiche in natura.
2.3 Modalità di acquisizione
Sono state realizzate n°1 stesa di sismica a rifrazione in Onde P ed Onde Sh con spaziatura
intergeofonica di 5 e n.9 punti di scoppio (shots) per una lunghezza complessiva di 120m
lineari di stendimento.
Le stese sono state acquisite ponendo nel terreno n° 24 geofoni ed eseguendo n° 9
energizzazioni, secondo gli schemi seguenti:
SHOT1 SHOT2 SHOT3 SHOT4 SHOT5 SHOT6 SHOT7 SHOT8 SHOT9
G1 G24
Fig. 3 – Schema stendi mento con ubicazione geofoni e punti di energizzazione.
Per registrare gli impulsi di compressione, sono stati utilizzati geofoni con direzione di
vibrazione verticale, mentre per le onde di taglio, sono stati impiegati geofoni con direzione di
vibrazione orizzontale, posizionandoli nel terreno, in direzione ortogonale rispetto allo
stendimento. Le onde P sono stata generate, mediante una massa battente (martello), fatta
cadere su di una piastra metallica posizionata nel terreno; per originare le onde SH, è stata
utilizzata invece una trave (posizionata perpendicolarmente rispetto allo stendimento) in legno,
percuotendola con la stessa massa battente utilizzata per le onde P.
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2.4 2.4 Elaborazione in tecnica tomografica
Per una ricostruzione bidimensionale di dettaglio delle caratteristiche meccanico-elastiche
del sottosuolo e con lo scopo di evidenziare eventuali inversioni di velocità sismica dei terreni,
sono stati acquisiti profili superficiali di sismica a rifrazione con elaborazione in tecnica
tomografica. Al fine di procedere ad elaborazione dati di tipo tomografico è stato necessario
utilizzare numerosi punti di energizzazione (n°9 scoppi) per stesa sismica costituita da 24
geofoni.
La ricerca del modello di distribuzione di velocità del terreno che ottimizza i tempi di arrivo
individuati sui sismogrammi delle registrazioni di campagna viene effettuato in modo iterativo
fino al raggiungimento della soluzione che minimizza l’errore fra i tempi misurati e quelli
calcolati sulla soluzione ottenuta.
Viene utilizzato un modello di partenza privo di condizioni iniziali al fine di eliminare
qualsiasi valutazione preliminare sull’assetto geologico che, in caso di imprecisioni, potrebbe
dirottare verso una soluzione che non minimizzi l’errore oppure che lo minimizzi verso un
minimo relativo della funzione di convergenza.
Il software utilizzato per la ricostruzione dei tempi di arrivo e dei percorsi d’onda si basa su
una soluzione agli elementi finiti per l’Eikonal Equation (Vidale 1988) che tiene conto di tutti i
possibili percorsi, onde dirette, rifratte e diffratte che generano i primi arrivi sui sismogrammi.
Il modello iniziale e la soluzione finale sono costituiti da una serie di celle all’interno delle quali
il valore di velocità rimane costante: tale valore viene aggiornato ad ogni iterazione del
procedimento di calcolo per raggiungere il miglior risultato. Le dimensioni delle celle utilizzate
e quindi il dettaglio finale ottenuto sono fortemente dipendenti dalla spaziatura dei geofoni e
dal numero degli shot effettuati: aumentando la spaziatura dei geofoni si deve aumentare il
numero degli shot per mantenere costante il dettaglio. Il metodo utilizzato per la soluzione
della matrice dei tempi di arrivo e delle velocità è il S.I.R.T. (Simultaneus Iterative
Reconstruction Tecnique).
Infine i valori del risultato vengono interpolati fra loro per ottenere una distribuzione
continua di velocità. Per l’interpolazione è stato utilizzato il metodo della triangolazione con
interpolazione lineare.
Il controllo di qualità dei modelli sismostratigrafici è eseguito dalla diretta comparazione
grafica tra i tempi di percorso valutati sperimentalmente e quelli calcolati dalla soluzione del
modello.
Tale sezione, associata ai litotipi presenti nell'area di indagine (sezione litostratigrafica
interpretativa), risulta visibile alla TAV. 2 allegata al presente rapporto.
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3. INDAGINE SISMICA TIPO HVSR
3.1 STRUMENTAZIONE IMPIEGATA
Le misure di microtremore ambientale sono state eseguite per mezzo di un tromografo
digitale portatile progettato specificamente per l’acquisizione del rumore sismico.
Per tale scopo viene utilizzato un sismografo 24 bit GEOBOX prodotto dalla ditta Sara
Instruments Srl (frequenza di risonanza 0.45 Hz).
Lo strumento (GeoBox – Sara Intrument) è dotato di tre sensori elettrodinamici
(velocimetri) orientati secondo le direzioni NS, EW e verticalmente, ad alta definizione,
alimentato a batterie, senza cavi esterni.
3.2 PROCEDURE DI ANALISI DATI PER STAZIONI SINGOLE H/V
Sui terreni di sedime è stata condotta, un'indagine geofisica attraverso l'acquisizione di n.3
registrazione a stazione singola, denominate Geo1 HVSR1, Geo2 HVSR2 e Geo3 HVSR3.
Dalla registrazione del rumore sismico ambientale in campo libero si ricava la curva H/V,
secondo la procedura descritta in Castellaro et al. (2005), avendo utilizzato i seguenti
parametri:
larghezza delle finestre d'analisi 20 s,
lisciamento secondo finestra triangolare con ampiezza pari a 10% della frequenza
centrale;
rimozione dei transetti sulla serie temporale degli H/V.
La curva H/V viene riprodotta creando una serie di modelli sintetici (che contemplano la
propagazione delle onde di Rayleigh e di Love nel modo fondamentale e superiori in sistemi
multistrato), fino a considerare per buono il modello teorico più vicino alle curve sperimentali.
Tale operazione è possibile esclusivamente in presenza di un vincolo che può essere la
profondità, nota tramite prove dirette (Sondaggi eseguiti in situ), di un riflettore sismico il cui
marker sia riconoscibile nelle curve H/V (Castellaro e Mulargia, 2008) o la velocità delle onde
di taglio (Vs) del primo strato nota da altre indagini.
3.3 Stazione singola Geo1 HVSR1- Dati di input
Dati riepilogativi:
Numero tracce: 3 Durata registrazione: 1200 s Frequenza di campionamento: 300,00 Hz Numero campioni: 360000 Direzioni tracce: Nord-Sud; Est-Ovest; Verticale. Numero totale finestre selezionate: 42 Numero finestre incluse nel calcolo: 42 Dimensione temporale finestre: 27,307 s Tipo di lisciamento: Triagolare proporzionale Percentuale di lisciamento: 10,00 %
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Grafici tracce con finestre selezionate:
Fig.1: Traccia e finestre selezionate in direzione N-S, E-W e Verticale.
Grafici degli spettri
Fig.2: Spettri medi nelle tre direzioni.
Fig.3: Mappa della stazionarietà degli spettri. Fig.4: Mappa della direzionalità degli spettri.
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3.4 Rapporto spettrale H/V
Dati riepilogativi:
Frequenza massima: 20,00 Hz Frequenza minima: 0,50 Hz Passo frequenze: 0,15 Hz Tipo lisciamento:: Triagolare proporzionale Percentuale di lisciamento: 10,00 % Tipo di somma direzionale: Media aritmetica Verifiche SESAME:
Frequenza del picco del rapporto H/V: 14,00 Hz ±0,12 Hz
Affidabilità curva H/V - verificata f0 > 10/lw OK
nc(fo) > 200 OK
σA(f) < 2 per 0,5 f0 < f < 2 f0 se f0 > 0,5H
OK σA(f) < 3 per 0,5 f0 < f < 2 f0 se f0 <
0,5H Tab.1: Sesame – Affidabilità della curva H/V.
Affidabilità picco- non verificata
Exist f- in [f0 /4, f0] | AH/V (f-) < A0/2 OK
Exist f+ in [f0, 4 f0] | AH/V (f+) < A0/2 Ok
A0 > 2 Ok
fpicco [AH/V(f) ± σA(f)] = f0 ± 5% NO
σf < ε(f) NO
σA(f0) < θ(f0) OK Tab.2: Sesame – Affidabilità del picco.
Grafico rapporto spettrale H/V
Fig.5: Rapporto spettrale H/V e suo intervallo di fiducia.
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3.5 Modello stratigrafico HVSR 1
Dati della stratigrafia:
Fig. 6: Modello di velocità delle onde di taglio per il sito in oggetto.
Sismostrato
(N°)
Profondità
(m)
Spessore
(m)
Velocità Media
Onde S (m/s)
1 1.0 1.0 180
2 5.6 4.6 296
4 7.7 2.1 560
5 30.0 22.3 444
Tab.3: Modello di sottosuolo per il sito in oggetto.
3.6 Stazione singola Geo2 – HVSR2 - Dati di input
Dati riepilogativi:
Numero tracce: 3 Durata registrazione: 1200 s Frequenza di campionamento: 300,00 Hz Numero campioni: 360000 Direzioni tracce: Nord-Sud; Est-Ovest; Verticale. Numero totale finestre selezionate: 38 Numero finestre incluse nel calcolo: 38 Dimensione temporale finestre: 27,307 s Tipo di lisciamento: Triagolare proporzionale Percentuale di lisciamento: 10,00 %
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Grafici tracce con finestre selezionate:
Fig.7: Traccia e finestre selezionate in direzione N-S, E-W e Verticale.
Grafici degli spettri
Fig.8: Spettri medi nelle tre direzioni.
Fig.9: Mappa della stazionarietà degli spettri. Fig.10: Mappa della direzionalità degli spettri.
3.7 Rapporto spettrale H/V
Dati riepilogativi:
Frequenza massima: 20,00 Hz Frequenza minima: 0,50 Hz Passo frequenze: 0,15 Hz Tipo lisciamento:: Triagolare proporzionale Percentuale di lisciamento: 10,00 %
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Tipo di somma direzionale: Media aritmetica Verifiche SESAME:
Frequenza del picco del rapporto H/V: 15,65 Hz ±0,17 Hz
Affidabilità curva H/V - verificata f0 > 10/lw OK
nc(fo) > 200 OK
σA(f) < 2 per 0,5 f0 < f < 2 f0 se f0 > 0,5H
OK σA(f) < 3 per 0,5 f0 < f < 2 f0 se f0 <
0,5H Tab.4: Sesame – Affidabilità della curva H/V.
Affidabilità picco- verificata
Exist f- in [f0 /4, f0] | AH/V (f-) < A0/2 OK
Exist f+ in [f0, 4 f0] | AH/V (f+) < A0/2 NO
A0 > 2 Ok
fpicco [AH/V(f) ± σA(f)] = f0 ± 5% OK
σf < ε(f) Ok
σA(f0) < θ(f0) OK Tab.5: Sesame – Affidabilità del picco.
Grafico rapporto spettrale H/V
Fig.11: Rapporto spettrale H/V e suo intervallo di fiducia.
3.8 Modello stratigrafico HVSR 2
Dati della stratigrafia:
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Fig. 12: Modello di velocità delle onde di taglio per il sito in oggetto.
Sismostrato
(N°)
Profondità
(m)
Spessore
(m)
Velocità Media
Onde S (m/s)
1 1.0 0.8 130
2 3.1 2.3 170
3 5.25 2.15 600
4 22.65 17.4 420
5 30.0 9.35 465
Tab.6: Modello di sottosuolo per il sito in oggetto.
3.9 Stazione singola Geo1 HVSR3- Dati di input
Dati riepilogativi:
Numero tracce: 3 Durata registrazione: 1200 s Frequenza di campionamento: 300,00 Hz Numero campioni: 360000 Direzioni tracce: Nord-Sud; Est-Ovest; Verticale. Numero totale finestre selezionate: 36 Numero finestre incluse nel calcolo: 36 Dimensione temporale finestre: 27,307 s Tipo di lisciamento: Triagolare proporzionale Percentuale di lisciamento: 10,00 % Grafici tracce con finestre selezionate:
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Fig.1: Traccia e finestre selezionate in direzione N-S, E-W e Verticale.
Grafici degli spettri
Fig.2: Spettri medi nelle tre direzioni.
Fig.3: Mappa della stazionarietà degli spettri. Fig.4: Mappa della direzionalità degli spettri.
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3.10 Rapporto spettrale H/V
Dati riepilogativi:
Frequenza massima: 20,00 Hz Frequenza minima: 0,50 Hz Passo frequenze: 0,15 Hz Tipo lisciamento:: Triagolare proporzionale Percentuale di lisciamento: 10,00 % Tipo di somma direzionale: Media aritmetica Verifiche SESAME:
Frequenza del picco del rapporto H/V: 16,55 Hz ±0,15 Hz
Affidabilità curva H/V - verificata f0 > 10/lw OK
nc(fo) > 200 OK
σA(f) < 2 per 0,5 f0 < f < 2 f0 se f0 > 0,5H
OK σA(f) < 3 per 0,5 f0 < f < 2 f0 se f0 <
0,5H Tab.1: Sesame – Affidabilità della curva H/V.
Affidabilità picco- verificata
Exist f- in [f0 /4, f0] | AH/V (f-) < A0/2 OK
Exist f+ in [f0, 4 f0] | AH/V (f+) < A0/2 NO
A0 > 2 Ok
fpicco [AH/V(f) ± σA(f)] = f0 ± 5% Ok
σf < ε(f) Ok
σA(f0) < θ(f0) OK Tab.2: Sesame – Affidabilità del picco.
Grafico rapporto spettrale H/V
Fig.5: Rapporto spettrale H/V e suo intervallo di fiducia.
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3.11 Modello stratigrafico HVSR 3
Dati della stratigrafia:
Fig. 6: Modello di velocità delle onde di taglio per il sito in oggetto.
Sismostrato
(N°)
Profondità
(m)
Spessore
(m)
Velocità Media
Onde S (m/s)
1 1.0 1.0 120
2 4.6 3.6 180
4 7.93 3.87 555
5 30.0 22.07 449
Tab.3: Modello di sottosuolo per il sito in oggetto.
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4. CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE
4.1 SISMICA A RIFRAZIONE
Nella TAV.1 si riporta la planimetria dell'area con l'ubicazione delle indagini, mentre in TAV.2
vengono riportati i risultati della base sismica elaborata ed il caloclo delle Vs30 (NTC 2008).
I terreni investigati sono stati suddivisi in 2 principali sismostrati, che possono essere così
riassunti (a partire dalla superficie):
il primo intervallo, caratterizzato da velocità delle onde P variabili tra 770 e 820
m/sec e velocità delle onde SH (calcolate sullo stendimento 1) di 345-390 m/sec,
presenta uno spessore compreso tra circa 7,00 m e 10m. Da una taratura diretta
(sondaggi geognostici) si può affermare che tale orizzonte è costituito
prevalentemente da depositi di copertura prevalentemente granulare.
il secondo sismostrato presenta velocità delle onde P comprese tra 1780 e 2050
m/sec e velocità delle onde SH di 410-450 m/sec. Tale sismostrato risulta ascrivibile
con ogni probabilità alla presenza di un substrato di natura argilloso marnosa con un
grado di alterazione e/o fratturazione medio-basso.
Mediante i valori di velocità (minimo e massimo) dei sismostrati, sopra individuati, è stato
possibile determinare il campo di variabilità dei moduli elastici dinamici, riportati nella tabella
seguente:
MODULI ELASTICI DINAMICI
Intervallo [n°]
Vp [m/sec]
Vs [m/sec] Kg/m3] E
[Kg/cm2] G
[Kg/cm2] Vp/Vs
1 770 345 1850 6053 224 0,3744 2,2319
820 390 1850 7619 287 0,3538 2,1026
2 1780 260 1950 3926 134 0,4891 6,8462
2050 320 1950 5941 204 0,4875 6,4063
Tab.3 –Moduli elastici per sismostrato.
Dalla sezione sismostratigrafica è stato calcolato il parametro Vs30, (velocità media di
propagazione entro 30 metri di profondità delle onde di taglio, parametro necessario per la
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definizione delle categorie di profilo stratigrafico del suolo di fondazione, ai fini della definizione
dell’azione sismica di progetto), sul punto in cui il terreno ha lo spessore maggiore di litologie
coesive, considerate più scadenti in termini di velocità sismiche:
Al geofono 11- . Vs30 = 394 Cat . B (Categoria di Sottosuolo NTC 2008);
CATEGORIA B: Rocce tenere e depositi di terreni a grana grossa molto addensati o terreni
a grana fina molto consistenti con spessori superiori a 30 m, caratterizzati da un graduale
miglioramento delle proprietà meccaniche con la profondità e da valori di Vs,30 compresi tra
360 m/s e 800 m/s (ovvero NSPT,30 > 50 nei terreni a grana grossa e cu,30 > 250 kPa nei
terreni a grana fina).
4.2 HVSR
Sulla base delle indagini trografiche è stato possibile stimare la Vs30, tramite la formula:
Vs =H
∑ hivi
dove:
vs = valore di velocità delle onde di taglio (m/s)
H = profondità (m) alla quale si desidera stimare vs (30 metri in caso di Vs30)
hi = spessore dello strato i – esimo (m)
la velocità delle onde Vs a 30,0 m dal piano di fondazione, nel caso di fondazioni dirette,
come esplicitamente richiesto dalle Norme Tecniche per le Costruzioni, D.M. 14/01/2008,
calcolata con gli strati suddetti è pari a:
HV1 Vs30 (HVSR) = 399 m/s (CAT. B)
HV2 Vs30 (HVSR) = 371 m/s (CAT. B)
HV3 Vs30 (HVSR) = 368 m/s (CAT. B)
Ovviamente sarà cura del progettista, al fine di evitare pericolosi fenomeni di doppia
risonanza in caso di sisma, progettare una struttura con frequenze fondamentali di oscillazione
lontane (superiori per un fattore di moltiplicazione di almeno 1.4, o meglio, minori) da quelle
tipiche del terreno nel sito specifico di edificazione.
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E' da tenere presente che le frequenze dei modi di vibrare delle strutture dipendono
principalmente dalla loro altezza. Per edifici standard in c.a. relazioni tipiche sono date in
Figura 7 relativamente al primo modo di vibrare.
Fig. 7 - Relazione tra altezza e frequenze di vibrazione in edifici in c.a. ed in muratura
Falconara M.ma, lì 03 Maggio 2016
Il responsabile
Ubicazione stendimento “Sismica a Rifrazione”
Legenda:
Sismica con HVSR
HVSR 3
HVSR 2
HVSR 1
Rifra
TAV.1
scala 1:2.000
COMMITTENTE : Fileni
OGGETTO: Indagini sismiche eseguite in Via Bianca Ripa nel Comune di Monsano (AN)
COMMESSA : 071-16
HVSR 1
SEZIONE SISMICA PROFILO 1 IN ONDE P e SH - ELABORAZIONE IN TECNICA TOMOGRAFICA SCALA 1:500
Profilo Onde P
SERVIZI GEOLOGICI INDA GINI SISMICHE
TAV.2
Velocità onde sismiche P (m/s)
LEGENDA:
limite contatto alluvioni/substrato
ubicazione profilo Sismica a Rifrazione
Velocità onde sismiche Sh (m/s)
0 5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 55 60 65 70 75 80 85 90 95 100 105 110 115 120
-15
-10
-5
01 2 3 4 5 6 7 8 9
300
500
700
900
1100
1300
1500
1700
1900
2100
0 5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 55 60 65 70 75 80 85 90 95 100 105 110 115 120
-30
-25
-20
-15
-10
-5
01 2 3 4 5 6 7 8 9
100
120
140
160
180
200
220
240
260
280
300
320
340
360
380
400
420
440
460
480
500
520
540
560
580
600
Substrato (Marne grigio- azzurre)
Depositi alluvionali (ghiaie con sabbia)
VS30
Calcolo Vs30 (NTC 2008)
VS30
Onde P
DROMOCRONE
Onde Sh
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