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Il numero 9 di Skan Magazine (maggio 2013)
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SSkkaannAAMMAAZZIINNGGMMAAGGAAZZIINNEEAAnnnnoo 11 NNuummeerroo 99 MMaaggggiioo 22001133LLaa rriivviissttaammuullttiiccaannaallee ddiinnaarrrraattiivvaa ffaannttaassttiiccaalliiooffiilliizzzzaattaa iissttaannttaanneeaa
LLaaddyy BBllooooddddii LLuuccaa OOlleeaassttrriiddii JJaacckkiiee ddee RRiippppeerr
Bright SideSteampact 2013StefaniaDeflazionePrototipo AlfaAntropomorfoMinuti ContatiNon un paese per...Lacrime di sposaUna Storia al MeseEra un mondoPiccoloNASF: Le Tre LuneI sentieridegli indiani
I romanzidi Franco ForteEnginemanLe radici del maleAladino e le Perledi Saggezza
NNoonn ppeerrddeetteeiill nnuummeerroo ddiiGGiiuuggnnoo 22001133NNeell mmeezzzzoo ddeellccaammmmiinn ddii nnoossttrraa vviittaa......
-- 33 --
L'editoriale ............................. 5di Jackie de RipperReportageSteampact 2013 ................. 6di Giorgio SangiorgiUna voce da Malta"Stefania" .......................... 10di Roberto BommaritoBeing Piscu"Defalzione" ...................... 11di Andrea ViscusiGuest Stars"Prototipo Alfa" ............... 14di Luigi Bonaro"Antropomorfo" ................ 18di kaipirissimaOltre lo SkannatoioMinuti Contati"Lacrime di sposa"di Stefano Pastor ......... 21"Non un paese per..."di Maurizio Bertino ..... 22USAM Una Storia al Mese"Piccolo"di Stefano Pastor ......... 24"Era un mondo"di Michele Vaccaro ...... 33NASF Le Tre Lune"I sentieri degli indiani"di Nozomi ..................... 34Nella pancia del Drago"Sono Pdor! Figlio di Kmer!della trib degli Star!"di Andrea Atzori .......... 37
Il Giudizio... Di DioI romanzi storici di Franco Fortedi Diego Di Dio ............ 39Il libro da rileggere"Engineman"di Massimo Luciani ..... 42L'eBook nell'eReader"Le radici del male"(presentazione) ............. 44Narrativa interattiva"Aladino e le Perle di Saggezza"di Leonardo Boselli ...... 45Vale pi di mille parole"Super in Paris" .................50di Giorgio SangiorgiDARK SIDE ........................... 51
J a c k i e d e R i p p e rk a i p i r i s s imaNo z omieGio r g i o S an g i o r g iRo b e r t o Bommar i t oAndr e a V i s c u s iLu i g i Bonar oS t e f ano Pa s t o rMaur i z i o B e r t in oMi c h e l e V a c c a r oAndr e a A t z o r iMa s s imo Lu c i an iL e ona rdo Bo s e l l i
Hanno collaborato Sommario del BBrriigghhtt SSiiddee
-- 44 --
Vale pi di mille parole"Lady Blood" .................... 51di Luca OleastriSkannatoio edizione XVIILe specifiche ..................... 52di TETRACTYS"Effimero panico" ............. 53di Sol Weintraub"Cobalto estaticodializzami l'anima" ....... 58di Nozomi 2.0"La scelta" ......................... 61di Polly Russell"Grigio d'amor perduto" ..64di SmilodonSpeciale ventiquattr'ore"Tanz bambolina"di Sol Weintraub .......... 66"Non c' scoperta senza ricerca"di Polly Russell ............ 69"Materia prima"di shanda06 ................... 75"La danse de la Mort"di anark2000 ................. 78
Il Lato Oscuro"Le viscere della mente"di TETRACTYS ............. 81Domande retoricheTETRACTYS intervistaSol Weintraub .............. 86Risultati e classifiche"Skannatoio 5 e mezzo"... 90
TETRACTYSSo l W e in t r au bNo z omi 2 .0Po l l y Ru s s e l lSm i l odons h anda06anark2000eLu c a Ol e a s t r i
Hanno collaboratoSommario del DDaarrkk SSiiddee
-- 55 --
Stasera l'ariaE' fresca...
SSkkaannAAMMAAZZIINNGGMMAAGGAAZZIINNEE
-- 66 --
M a s c h e r a t i p e r n o n f a r s i n o t a r e :E d i z i o n i S c u d o a l l o S t e a m p a c t
SSkkaann ReportageSStteeaammppaacctt 22001133
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RRoobbeerrttoo BBoommmmaarriittooTerritori d'oltremareUna voce da Malta
SSkkaannS t e f a n i a
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D e f l a z i o n e AAnnddrreeaa VViissccuussiiBeing PiscuSSkkaann
-- 1212 --
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-- 1414 --
BBoonnaarroo KKaaiippiirriissssiimmaa
- Siamo rimaste sole, uccellino
mio, mi vuoi bene?
- S, mamma
Guest Stars
P r o t o t i p o A l f a
SSkkaann
-- 1515 --
- E questo quaderno zeppo di
numeri che cos?
- Non lo so, me lo dica lei. Ieri,
ho dato alla classe il compito di
copiare dal libro di testo e que-
sto lelaborato di sua figlia.
- In effetti, anche a casa
riempie spesso fogli interi con
tutti questi numeri senza senso.
- Signora, sua figlia molto
introversa, violenta con i
compagni, non si integra con
gli altri bimbi della classe. Sia-
mo fortunati che i genitori di
Enrico non abbiano sporto de-
nuncia, il bimbo stava morendo
carbonizzato in quell incendio
nel ripostiglio dei giochi. Le di-
co che per colpa di sua figlia
abbiamo rischiato di chiudere.
Sono stata rimproverata a
lungo dal Direttore didattico
Guardi signora, voglio esser
franca, temo che si dovr ri-
volgere a uno specialista.
- Ho capito, vieni Lory, andia-
mo a casa. Disse Geltrude
guardando per terra. La bimba
tese la piccola mano a sua ma-
dre e si avviarono. Il sole aveva
tinto il cielo di intensi colori,
era pomeriggio inoltrato,
varcato il cancello della scuola
una pioggerellina leggerissima
sorprese le due, Geltrude apr
lombrello e trasse a s la
piccola, un tramonto anomalo
si specchiava, intervallato da
puntini dacqua, sul lunotto
oscurato di una Punto bianca
parcheggiata dallaltro lato del
marciapiede.
- Venga si accomodi. Il
commissario era passato a tro-
vare Geltrude, erano sulluscio.
- Mi dispiace non posso tratte-
nermi, mi rincresce dirglielo
cos ma suo marito stato
avvelenato. Lautopsia ha mo-
strato tracce di Digitalis purpu-
rea, le stesse sono state trovate
nel tessuto del divano.
- E che cos?
- un fiore velenoso signora,
come quelli che ha in giardino.
- Come? Le mie campanelle
viola sono velenose?
- Stiamo facendo delle indagini
sul cibo che abbiamo preso in
casa e stiamo verificando se
suo marito avesse avuto dei ne-
mici o fosse in situazioni di pe-
ricolo.
- Mio marito era un bravuomo,
faceva una vita tranquilla.
- Lo sappiamo ma non possia-
mo trascurare nulla. La saluto,
per adesso. Sappia che stiamo
lavorando per far luce sulla vi-
cenda.
- Lospedale era appeso in cima
a una collina, lontano dal
centro abitato, vicino alle auto-
strade. Una vecchia, vestita in
modo sobrio, era seduta su di
una panchina, nel giardino
incolto, antistante la clinica.
Indossava degli occhiali scuri,
quasi fosse cieca, con le mani
spargeva del pane, intorno a lei
piccioni aggressivi s ingozza-
vano con fare vorace. Tra le
sterpaglie serpeggiavano picco-
li animali.
- Ecco dottore, siamo venuti.
- Come sta? Il dottor Corbi
tese la mano alla signora, poi
fece una carezza sul capo di
Lory.
- Ciao piccolina. Disse il
dottore sorridendo.
- Questo il quaderno e i fogli
che mi chiedeva. Esclam
Geltrude in evidente stato di
agitazione.
- Stia tranquilla. Replic il
dottor Corbi.
- Ah, senta signora, posso
parlare con Lory da solo? Lei
vada pure a casa. Mander
unauto a prenderla quando
avremo finito.
- Allora Lory, puoi chiamarmi
Pietro. Parliamo un poco di te e
facciamo dei test con questi
nuovi macchinari. Ti va?
- Cosa vuole che faccia?
Replic la piccola.
- Nulla, dobbiamo solo parla-
re. . .
- Secondo la teoria talamica, la
sede dellemozione situata a
livello neurofisiologico.
Cannon attribuisce al talamo
un ruolo essenziale. Secondo
lui, sia le vie corticali che le vie
sottocorticali, hanno un ruolo
primario nella mediazione
dellesperienza emotiva. Tala-
mo e ipotalamo rappresentano i
centri di controllo delle azioni
motorie che includono, a loro
volta, cambiamenti nel sistema
periferico. Ecco, sembra che
nella tua fisiologia il talamo
non svolga nessuna di queste
funzioni, e, in considerazione
di quella strana membrana che
lo avvolge, sembra essere quasi
una sorta di ricevitore biologi-
co che traduce informazioni a
pi alta frequenza in un
linguaggio riconoscibile dal si-
stema nervoso. un ipotesi,
non ho mai visto nulla del ge-
nere, dovrei approfondire lo
studio. Quel che certo che
la tua ghiandola non percepi-
sce, come di norma, stimoli di
tipo emotivo. Tu sei del tutto
incapace di provare emozione
non vero? Quanto al fatto di
non parlare, credo che sia
normale per te. La maggior
parte delle cose che gli uomini
dicono sono irrazionali, tu non
parli semplicemente perch non
sapresti cosa dire, giusto? Sono
-- 1616 --
sicuro che mi capisci bene. Il
tuo libro di testo si chiama
Impariamo a scrivere?
- S.
- Il tuo compito perfetto.
solo scritto con un codice di-
verso, non alfabetico. Lo hai
scritto in binario vero? La
bimba non replic.
- incredibile. Abbiamo tro-
vato tutti i dettagli del libro di
testo, incluso il formato, gli
elementi in merito alle modali-
t di stampa offset, le spaziatu-
re, l interlinea, la grammatura
della carta. Insomma, con i soli
dati presenti nel tuo quaderno
possibile dare istruzioni
complete a una qualsiasi
computer per stampare comple-
tamente il testo scolastico in
uso nella tua classe.
- La maestra ci aveva detto di
copiare. Ma il compito poi non
le piaciuto. Replic la
bimba.
- Dal codice assembler che ave-
vi scritto sui fogli che ci ha
dato tua madre invece, abbiamo
trovato delle coordinate di ripe-
titori governativi, delle parti di
sequenze numeriche che corri-
spondono a delle trasmissioni
televisive, stavi guardando un
documentario su dei bellissimi
fiori viola a campana, le Scro-
phulariaceae e, credo, tu abbia
recepito insieme alle immagini
anche tutte le coordinate di tra-
smissione. Avete per caso la tv
satellitare in casa?
- Quei fiori alla tv mi piaceva-
no molto e li ho disegnati.
- Sembra che tu percepisca
l informazione nella sua globa-
lit e riesca anche a restituirla
esattamente com, ma questo
non un difetto, semmai
unanomalia e insieme una dote
eccezionale.
- Il problema consiste semmai
nel fatto che questa eccessiva
razionalit, la completa assenza
di emozioni, sembrerebbero
portarsi dietro ci che viene de-
finito disturbo delirante, una
sorta di paranoia. Non hai nes-
sun tipo di preconcetto morale
o culturale vero? Per percepi-
sci il mondo come se fosse
contro di te?
- La maggior parte delle perso-
ne fa cose irrazionali, illogiche.
- Senti Loredana, tu non sei co-
me gli altri, ma allo stato attua-
le non posso sostenere che tu
abbia dei disturbi, sei solo fi-
siologicamente diversa. Se mi
consenti di approfondire gli
studi, potremmo trovare una
soluzione di compromesso che
possa integrarti meglio. Che di-
ci? Vuoi provare? Non ti succe-
der nulla. Io ti protegger
- A questora ti staranno gi
cercando tutti. La vecchia
punto bianca andava veloce, la
strada lunga e veloce costeggia-
va case dei pescatori in calce
viva da una parte, il lago che
era dallaltra parte finiva sui pi-
ni di un enorme montagna, un
sole rosso si rifletteva sullo
specchio dacqua.
- Allora, Beta dodici perch hai
avvelenato tuo padre? Disse
a un certo punto Alfa undici
mentre era alla guida dellauto-
vettura.
- Voleva riportarmi da Loro, al
Centro Sperimentale. Avrebbe-
ro ricominciato con il Pro-
gramma Alfa, con tutti quegli
esperimenti dolorosi. E co-
munque, non era mio padre, io
non sono nata, sono stata creata
da Loro. Dovresti saperlo, sei
come me. Alfa undici si fa-
ceva chiamare Carla Morlon,
era una bellissima donna sulla
quarantina, capelli nerissimi,
carnagione molto chiara, pelle
delicata, espressione arcigna,
sopracciglia aguzze, due
accenti, uno acuto e uno grave
calcavano su due splendidi
occhi cerulei. Non rideva mai,
lei e Lory erano identiche, solo
che Alfa undici era ormai una
donna.
- Perch sei venuta a cercarmi?
Disse Lory senza espressio-
ne.
- Sto provando a sottrarvi al
Loro controllo, voglio
prendervi tutte con me. Vivre-
mo tutte insieme come una fa-
miglia. Qui dietro c Beta no-
ve. Stiamo andando a prendere
la piccola Beta sette a Milano.
Alfa undici indic con un di-
to i sedili posteriori, una ra-
gazzina identica a Lory stava
giocando con un orsacchiotto.
- Siamo delle assassine, vero,
ma, malgrado la nostra natura,
vorrei provare a rieducarvi. La
nostra genetica non pu essere
una predestinazione. Sono circa
dieci anni che non uccido pi.
Fidatevi, possiamo cambiare.
Con la volont possiamo mi-
gliorarci. Insomma, uccidere
la cosa pi grave di cui si possa
macchiare un essere umano.
- Ma noi non siamo umane.
Replic la piccola.
- Smettila, non dire cos. Ce la
faremo
- Signora, sono il dottor Corbi,
quando mi ha detto che Lory
stata rapita sono venuto subito
da lei.
- Mi aiuti dottore, sono sicura
che lei pu riuscire a trovare la
mia bambina. Proruppe
Geltrude disperata.
- Signora, devo chiederle una
cosa che credo sia molto
importante per poter ritrovare
-- 1717 --
sua figlia.
- Tutto, dottor Corbi, le dir
tutto ci che vuole sapere.
- Lory stata adottata?
- No, dottore. Guardi, qui ci so-
no le foto di quando ho partori-
to. Avevamo dei problemi, sia-
mo stati tanti anni alla ricerca
di un bambino. Poi, un ente
statale ha avviato un Pro-
gramma Sperimentale di fe-
condazione presso un Centro
medico e ci siamo rivolti a loro.
- Buongiorno, sono il dottor
Corbi del Centro Universitario,
avrei bisogno di consultare i
vostri archivi per una ricerca
scientifica. Mi serve il file di
Loredana Panico.
- Un attimo, faccio una ricerca
Replic l impiegato.
Ecco, mi dispiace. Tutto il
materiale relativo alloperato
della dottoressa Carla Moron
non disponibile. protetto da
password. Non ho accesso ai fi-
le.
- Perch mai?
- La dottoressa che dirigeva il
reparto stata sospesa. Dicono
che si sia macchiata di gravi
colpe, pare che sia impazzita.
Un bel giorno i militari sono
venuti qui, hanno sequestrato
tutto e poi sono spariti
portandosi via la dottoressa.
- E se volessi informazioni sul
file della famiglia Panico?
- Dovrebbe far domanda al Mi-
nistero della Difesa e poi torna-
re con lautorizzazione e la pas-
sword per consultarli.
- E questa dottoressa Moron,
rintracciabile in qualche modo?
- Non lo so, per, visto che
un dottore, la posso farla parla-
re con il Dirigente medico
dellospedale.
- La punto bianca era riversa
sulla strada, le ruote continua-
vano a girare rivolte verso il
tramonto. All interno, Alfa
undici con il cranio fracassato e
il volante nello sterno, gli occhi
cerulei erano spalancati,
guardavano fissi nel vuoto.
- Poco pi in l, mentre i
soccorsi sfrecciavano verso la
Punto bianca, Aristide Scroto,
camionista di Segrate diretto a
Birmingham, accoglieva due
piccole gemelle nel suo tir, ave-
vano capelli nerissimi, carna-
gione molto chiara, pelle deli-
cata, espressione arcigna,
sopracciglia aguzze, due
accenti, uno acuto e uno grave
calcavano su splendidi occhi
cerulei.
- Era pomeriggio inoltrato
quando il dottor Corbi venne
accompagnato nella cella di Al-
fa Uno.
- E cos mi hai trovato dottor
Corbi
- Come sa il mio nome, come
faceva a sapere che la cerca-
vo Lei devessere Carla Mo-
ron
- Se preferisci chiamarmi co-
s Era una donna sulla
quarantina, era bellissima, ave-
va i capelli nerissimi, carna-
gione molto chiara, pelle deli-
cata, espressione arcigna,
sopracciglia aguzze, due
accenti, uno acuto e uno grave
calcavano su splendidi occhi
cerulei.
- Prima slegami, poi parlia-
mo
- Devesserci una buona ragio-
ne se legata
- Ho mangiato un orecchio a un
infermiere, era sgarbato, mi
trattava sempre male. Ma non
mi sembra il tuo caso, tu sei
una persona molto buona e so-
prattutto educata. Disse la
donna prorompendo in una ri-
sata folle.
- Sei nuovo, dottorino, lo so
che stai pensando che sono
identica alla piccolina che co-
nosci e ti stai chiedendo se so-
no intelligente come lei? Sappi
che siamo molto brillanti noi
Alfa, una cosa di famiglia. Tu
non lavori per Loro, non ve-
ro?
- Chi sono Loro?
- Ti rispondo subito. La ra-
gazzina non si chiama Loreda-
na ma Beta dodici, allo stato
attuale diretta in Inghilterra a
bordo di un Tir in compagnia di
Beta nove.
- Come sa tutte queste cose?
lei Carla Moron?
- Non il mio nome, ma io so-
no lei, siamo identiche, noi Alfa
siamo tutte uguali e tutte in co-
munione psichica.
- Nel 92 ha lavorato al Pro-
gramma sperimentale presso la
Clinica per la fecondazione
artificiale?
- Nel 1992 ero reclusa al
Centro Sperimentale Alfa,
sottoposta continuamente ai te-
st, sai qual era la mia colpa?
- No. Non lo so.. .
- Essere me stessa. Loro mi
hanno prodotta. Dicono che so-
no pericolosa, unassassina. Ma
mi hanno creata Loro in questo
modo. Adesso sono in questo
posto, lunica ragione per cui
mi tengono in vita il Loro
progetto segreto.
- Quale progetto segreto? Di
che parla?
- Parlo d ibridazione aliena. Io
sono la prima, Alfa Uno.
Vengono qui, mi fanno i test,
mi studiano per vedere cosa
-- 1818 --
andato storto.
- Loro vengono? Chi vuole che
venga qui?
- Lo so, stai pensando che ho
fatto io gli esperimenti sulle
bambine Beta e che adesso mi
sto inventando tutto.
- Cosa andato storto?
- Non ci sono uomini tra noi, le
Alfa sono solo femmine. Noi
non possiamo partorire Non
possiamo generare quello che
Loro chiamano il Prototipo Al-
fa. Questo ci che andato
storto. Inoltre, in virt dell'alte-
razione genetica, abbiamo tutto
in eccesso, eccessiva forza,
eccessiva intelligenza, capacit
extrasensoriali, capacit di
percepire le onde cerebrali e i
pensieri altrui, ma abbiamo
eccessive paranoie, naturale
inclinazione all'omicidio e non
abbiamo emozioni. In breve,
siamo molto pericolose. Non
mi credi vero? Guarda quella
foto al muro, cosa vedi?
- Vedo bambine, tutte uguali,
sono tutte identiche a Lory
- Non sono Lory, siamo tutte
noi da piccole. Lory, come la
chiami tu, appartiene alla se-
conda generazione di Alfa, gli
Esemplari Beta. Loro stanno
continuando a replicarci
- Ma Loro chi sono
A n t r o p o m o r f o
-- 1919 --
-- 2020 --
-- 2121 --
L a c r i m e d i s p o s a
SSkkaann OLTRE LO skannatoiOMinuti ContatINEW AGE
-- 2222 --
N o n u n p a e s e p e r . . .
-- 2323 --
-- 2424 --
OLTRE LO skannatoiOUSAM - una storia al meseSSkkaannP i c c o l o
-- 2525 --
-- 2626 --
-- 2727 --
-- 2828 --
-- 2929 --
-- 3030 --
-- 3131 --
-- 3232 --
-- 3333 --
E r a u n m o n d o
-- 3434 --
LLee TTrree LLuunneeSSkkaann OLTRE LO skannatoiONuovi Autori di Sfi-Fi
I s e n t i e r id e g l i i n d i a n i
-- 3535 --
-- 3636 --
-- 3737 --
Nella pancia del Dragohttp://www.sulromanzo.it/redazione/andrea-atzori
SSoonnoo PPddoorr!! FFiigglliioo ddiiKKmmeerr!! DDeellllaa ttrriibbddeeggllii SSttaarr!!
SSkkaann
-- 3838 --
-- 3939 --
Diego Di Diovalutai romanzi storicidi Franco Forte
I BASTIONI DEL CORAGGIO
Il Giudizio... Di DioSSkkaann II rroommaannzzii ssttoorriicciiddii FFrraannccoo FFoorrttee
-- 4040 --
ROMA IN FIAMME
-- 4141 --
IL SEGNO DELL'UNTORE
-- 4242 --
Enginemandi Eric Brown
Il Libro da rileggereEEnnggiinneemmaann
ddii EErriicc BBrroowwnn
SSkkaann
-- 4343 --
-- 4444 --
Le Radici del Male di Alda TeodoraniIllustrazione di copertina di Alan M. ClarkMezzotints Ebook - Collana OmbreFormato ebook (epub, mobi)Pagine: 145 - Lingua: ItalianoISBN epub: 9788890814563ISBN mobi: 9788890814570Prezzo di copertina: 2,99Le Radici del Male contiene tre lunghi racconti: Gi, neldel irio, Specchi di sangue e Soluzione finale. Lautrice inquesta sua opera storica presenta un viaggio crudele e violentonella psiche umana, tra solitudine e delirio. Le Radici del Ma-le gi stato pubblicato in edizione cartacea, per Granata Pressnel 1993 e Addiction nel 2002. Lopera stata ampiamente edi-tata e aggiornata per questa nuova edizione digitale.I l Libro: Il velo viene squarciato, cos che noi possiamo os-servare l'abisso: non tanto per capire, quanto per conoscerela materia di cui siamo fatti. Questi tre racconti scavano l dovenessuno vorrebbe mai guardare, dentro il tessuto pi distortodella natura umana, e dissotterrano incubi scomodi, ma cosreali e vicini a noi da risultarci familiari, nella loro crudelt deva-stante. Antonio Giordani sembra aver toccato il fondo: percepi-sce il mondo percepisce l'amore attraverso la deformazioneallucinante delle droghe. Di professione fa il fotografo, le imma-gini che scatta sono il frutto di terribili torture e omicidi, atroci-t e depravazioni, lunico linguaggio che lo coinvolge a fondo quello del sesso, un sesso deviato, aggressivo, fatale. Al centrodel suo personale abisso trova un'anima affine in Grazia Greu-ter: la pittrice degli incubi, proprio come lui traduce in imma-gini le violenze umane, dipingendo tele tormentate e mostruose.
Il loro rapporto sar benedizione e condanna, elevazione e ro-vina, perch il buio in cui Antonio si muove nasconde ben altreprofondit, e la sua discesa nel delirio non si ancora arrestata.Mac Ewan, invece, un sicario: spietato, infallibile, il coltello cheusa per uccidere unestensione del suo corpo. I suoi lavori so-no studiati nei dettagli, portati a termine con dovizia, ferocia eindifferenza. Nel succedersi delle efferatezze il suo lato oscuroemerge prepotente: vuole riscuotere il suo debito di vita e dimorte, vuole togliersi di dosso ogni inibizione, vuole mieterel'esistenza, strappare al mondo fino all'ultimo dei suoi servigiper soddisfare ogni suo pi osceno desiderio. Vuole provvedereche le sue piante acquatiche abbiano la migliore, la pi delicata ecommovente delle cure. E che nessuno osi mettersi davanti alsuo cammino insanguinato. In questa galleria implacabile tuttoritorna, i fili sbrogliati vengono a riallacciarsi al cospetto di uninvestigatore dalla mente deviata, contorta, che ha uno rapportodeformato con la madre e quindi con tutte le donne: secondolui Grazia deve per forza conoscere lautore dei feroci delitticommessi in citt, visto che i suoi dipinti ritraggono con disu-mana efficacia tali atrocit. Le indagini di Valenti proseguonocon metodica efficienza, portandolo sempre pi vicino alcollasso nervoso, mentre il suo fanatismo lo spinge a ergersi asolutore, giudice, giustiziere. Un testo ultra-violento, denso di unsesso esposto e sfrenato, la parola non fa sconti a niente e anessuno, sputa in faccia le sordide, perverse pieghe che luomocerca di mantenere sotterranee, e tenta di nascondere anche aipropri occhi. Radici che ci serrano nella loro morsa, sincuneanosempre pi a fondo, anche dentro di noi, nel nostro animo. E citrascinano gi, nel delirio.Lautore: Alda Teodorani ha spaziato tra vari generi letterari tracui l'horror, il giallo, l'erotico. All'attivit di scrittrice affiancaquella di traduttrice. Ha pubblicato racconti in antologie, quoti-diani e riviste. Ha esordito pubblicando il racconto Non haicapito in Nero Ital iano, 27 racconti metropolitani (OscarMondadori). Con Carlo Lucarelli, Loriano Macchiavelli eMarcello Fois ha fondato il Gruppo 13. Insegna scrittura allaScuola Internazionale di Comics di Roma. Gli altri suoi romanzi:Gi, nel del irio (Granata Press, 1991), Belve (Addictions,2003), La Signora delle torture (Addictions, 2004), Incubi(Halley Edizioni, 2005), BloodyRainbow (Hacca, 2006), I sacramenti del male (Il GialloMondadori, 2008). Suoi racconti sono pubblicati in diverseantologie da Stampa Alternativa, Einaudi, Giallo Mondadori.
L' Book nell' ReaderLLee RR aaddiiccii ddeell MM aallee
ddii AAllddaa TTeeooddoorraannii
SSkkaann
-- 4545 --
Narrativa InterattivaAAllaaddiinnoo EE lleePPeerrllee ddii SSaaggggeezzzzaaddii LLeeoonnaarrddoo BBoosseellllii
SSkkaann
-- 4646 --
Aladino e le Perle di SaggezzaUn'avventura testuale surrealedi Leonardo Boselli
-- 4747 --
-- 4848 --
-- 4949 --
-- 5050 --
VALE PIU' di mille paroleSuper in Par is
SSkkaann
-- 5151 --
VALE PIU' di mille paroleLady Blood
SSkkaann
-- 5252 --
&&SSkkaannAAMMAAZZIINNGGMMAAGGAAZZIINNEE
SSkkaannnnaattooiioo ssppeecciiaallee XXVVIIIIVVeennttiiqquuaattttrr''oorreenneell ttuunnnneell sseennzzaa ffiinneeSSkkaannnnaattooiioo eeddiizziioonnee XXVVIIIISSttaasseerraa ll''aarriiaa ffrreessccaa......
-- 5353 --
"La Terra sollev il capo
dall'oscurit cupa e minaccio-
sa.
La luce scomparve: atroce
terrore! E i suoi capelli coperti
di disperazione grigia"
(William Blake, "I canti
dell'esperienza)
Caro Oswald,
scrivo con la morte, la gelida
morte nel cuore. Anzi, dal pi
profondo di me, dal cuore stes-
so, mi pare che qualcosa mi
trafigga con acuminati
ghiaccioli i nervi percorsi da
una corrente di fuoco.
Rubo le parole dello scrittore
tedesco a te tanto caro perch
io stesso non potrei descrivere
meglio il mio stato d'animo
mentre, a malapena rassicurato
dal chiarore del lume, mi
appresto a lasciarti queste ri-
ghe, memoria e monito dei
miei errori.
L'orrore un tarlo che si annida
tra le pieghe del quotidiano e
lentamente rode, fino a lasciare
scoperte le nervature dell'ina-
spettato.
Ma affinch tu comprenda con
chiarezza necessario tornare
indietro, quando tutto ha avuto
inizio.
Come tu ben sai la divulgazio-
ne delle mie teorie scientifiche,
che ora riconosco avventata, e
l'accesa controversia con lo
strutturalismo di Wundt aveva-
no causato la perdita della mia
cattedra a Lipsia e l'allontana-
mento dagli ambienti accade-
mici.
Trovandomi quindi in ri-
strettezze economiche accettai
di buon grado l'invito dell'ami-
co Theo, figlio di quel Wolfart
4
gi allievo di Mesmer, a trasfe-
rirmi presso di lui a Berlino per
continuare i miei studi.
Prima di continuare permettimi
di spendere alcune parole ri-
guardo il mio singolare mece-
nate. Rubizzo e gioviale, Theo
Wolfart assomigliava pi
all'oste di una taverna che non a
un uomo di cultura. Istrione
apprezzato e ricercato, era co-
nosciuto nei salotti per le feste
straordinarie organizzate nella
grande casa sul
Kurfrstendamm. Le male-
lingue degli esclusi volevano
questi ricevimenti come crapu-
le ai limiti della lascivia, dove
il padrone di casa in abiti da
dandy, il pince-nez ben calato
sul naso, si aggirava irretendo
le nobildonne come Priapo
nella favola milesia.
Se mi dilungo in questi dettagli,
all'apparenza privi di interesse,
per farti comprendere la mia
cecit. Chi meglio di me, da
sempre esploratore attento della
mente umana, avrebbe dovuto
leggere in quelle pulsioni,
neppure troppo celate, il seme
degli eventi che sarebbero se-
guiti? Devo dire a mia discolpa
che mai una volta egli aveva te-
nuto in mia presenza atteggia-
menti sconvenienti, portandomi
a liquidare le voci sul suo conto
come dicerie prive di fonda-
mento.
Nel corso della nostra amicizia,
nata ai tempi dell'universit, si
era anzi rivelato uomo di
grande ingegno e di ampie ve-
dute. Al di fuori dell'ambiente
mondano il suo temperamento
subiva una profonda trasforma-
zione, rendendolo esasperante
agli occhi dei pi: non si
stancava mai infatti di sminuire
l'interesse per le scienze esatte,
contrapponendolo alla dedizio-
ne verso l'empirico e il tra-
scendente. I suoi delatori lo de-
finivano un illuso, ma gli
ammiratori, di fronte al suo
ardente zelo, quasi si vergogna-
vano di avere aspirazioni estra-
nee alla sfera della conoscenza
pura.
Giunsi nella capitale pochi
giorni prima di Natale, accolto
dallo scampanio festoso del
rorate coeli. Attraverso i fi-
nestrini della vettura vedevo
soavi volti di angeli sorridermi
dalle bancarelle illuminate,
mentre il fumo acre delle casta-
gne arrosto si mescolava ai
profumi della festa.
Theo mi accolse con gioia
fraterna, come se gli anni di
lontananza, appena stemperati
dalla saltuaria corrispondenza,
avessero rinsaldato la nostra
amicizia anzich quietarla.
La casa, un sontuoso edificio
barocco nel centro di Gru-
newald, era se possibile ancora
pi bella di quanto mi aspettas-
si: l'opulenza architettonica era
infatti messa in ombra, una
volta varcato l'ingresso, dalle
opere straordinarie custodite
nelle sale. Statue greche dalle
forme aggraziate facevano
bella mostra tra quadri del ma-
E f f i m e r o p a n i c oSSkkaann
-- 5454 --
nierismo italiano in un bisticcio
di forme e colori. Nei corridoi
dalle volte affrescate, bronzi
mediterranei accompagnavano
arazzi di Leyda dalle trame
perfette.
Ma ci che pi colpiva
l'attenzione erano gli scuri idoli
lignei che Theo aveva portato
con se dai suoi viaggi in
oriente, esseri mostruosi e
malsani dei quali mi guardavo
bene del chiedere il nome.
Altrettanto sinistra ai miei
occhi appariva la servit: figure
scure e minute, dagli occhi a
mandorla, provenienti, seppi,
da quelle remote regioni
dell'Asia dove si dice il pensie-
ro permetta di volare e gli uo-
mini conoscano ancora la
lingua degli dei.
Nonostante le mie insistenze
Theo non volle parlarmi subito
dei suoi progetti, preferendo
posticiparli dopo le feste. Anzi,
versatomi un congruo anticipo
per quelle che lui defin future
consulenze, mi invit ad assa-
porare la gioiosa vita berlinese,
imbarazzandomi non poco.
Il giorno di Natale, dopo la
messa solenne alla quale il mio
ospite prefer non accompa-
gnarmi, pranzammo in compa-
gnia di alcuni cittadini notabili,
tra i quali lo stesso consigliere
di giustizia, invitati per l'occa-
sione. Fu una giornata di sana e
piacevole allegria, impreziosita
dall'oratoria brillante del padro-
ne di casa, e questo non fece
che allontanare gli ultimi dubbi
riguardo i pettegolezzi sul
conto del mio amico.
Ma sto divagando.
Conobbi Elizabeta il giorno pri-
ma di San Silvestro.
Quella mattina mi ero alzato
presto per studiare alcune carte
che Theo aveva messo a mia
disposizione. Si trattava della
corrispondenza del padre con
Mesmer, risalente agli ultimi
anni di vita del maestro. Le
lettere erano un ricettacolo di
considerazioni, maturate nello
scienziato durante il suo esilio
di Meersburg e mai condivise
con altri, se non l'amato disce-
polo. Mi ero persuaso che tra
quegli appunti avrei trovato
prove inconfutabili delle teorie,
riguardo l'origine dei sogni e il
loro legame con alcune patolo-
gie, che mi avevano trascinato
in disgrazia e provocato la deri-
sione dei colleghi.
Assorto nella lettura non udii
l'arrivo della carrozza n mi
accorsi di Theo finch, giunto
alle mie spalle, non mi chiam
per nome.
Mi voltai per rispondere ma le
parole morirono in gola.
La giovane che mi trovai da-
vanti era di una bellezza tale da
indurmi ad abbassare lo
sguardo, come se il fissarla pi
del dovuto avesse potuto farmi
perdere il senno. Il volto,
incorniciato dai capelli ramati,
sembrava uscito da un pennello
fiammingo; non doveva avere
pi di quattordici anni, ma la
pienezza delle forme faceva gi
presagire la donna che, di l a
poco, sarebbe sbocciata.
Mi vergogno a lasciarmi andare
a certe confidenze, ma ammetto
di essere rimasto immobile, co-
me colpito all'improvviso da un
sortilegio, finch Theo,
afferratomi il braccio, mi scos-
se con delicatezza.
- Georg, - disse, riavuta la mia
imbarazzata attenzione - lascia
che ti presenti mia figlia Eliza-
beta.
Balbettai qualcosa, ricevendo
in cambio un compito inchino.
A dire il vero ero piuttosto
interdetto: Theo non aveva mai
accennato a una moglie, tanto
meno a una figlia.
Lui continu tuttavia a parlare,
incurante della mia perplessit.
- Normalmente frequenta un
collegio a Knigsberg, ma ho
ritenuto opportuno farla tornare
a casa affinch potessi cono-
scerla. per lei infatti che ho
richiesto la tua consulenza,
nella speranza che la tua
scienza prevalga l dove la mia
ha fallito.
Eravamo seduti in uno dei
grandi salotti del pianterreno,
dominato da Venere, Amore, la
Follia e il Tempo del Bronzino
che avrei detto autentico. Nella
luce del mattino i capelli di Eli-
zabeta sembravano avvampare
e non potei fare a meno di assi-
milare la sua figura a quella
della dea del dipinto. Per un
istante immaginai me stesso, in
luogo di Eros, baciare quelle
labbra e saggiare la morbidezza
del corpo e fu con grande
sforzo che mi strappai a quelle
visioni, aggrappandomi alle
parole di Theo come un naufra-
go a uno scoglio tra i marosi.
- Da sempre mia figlia soffre di
disturbi del sonno - continu il
mio amico, dopo aver servito
da bere a entrambi. - Incubi
terribili che le impediscono da
anni di riposare senza l'ausilio
-- 5555 --
di medicine e misture, minando
la sua salute gi cagionevole.
inoltre spesso preda di attacchi
di sonnambulismo. Ho cercato
in tutti i modi di venire a capo
della causa di tali fenomeni,
inutilmente. Ho piena fiducia
nel tuo lavoro Georg e poco mi
importa dell'opinione altrui.
Elizabeta era rimasta fino ad
allora in silenzio, giocando
nervosamente con l'orlo del ve-
stito.
Solo alla fine sollev lo
sguardo, cercandomi.
Quando incrociai quegli occhi,
Oswald, capii di essere perdu-
to.
Ricordare importante, ma lo
altrettanto dimenticare. Tra
questi due estremi si muoveva-
no le mie teorie tanto
osteggiate.
Ho sempre ritenuto la malattia
originata da un dolore che, a
sua volta, scaturisce dalla co-
scienza. Se la patologia esterna
sintomo di una causa interna,
curare il disturbo del corpo
equivale ad arginare, non a eli-
minare il problema. Come la
chiocciola, se minacciata, si ri-
trae nel suo guscio cos i traumi
della mente si annidano nel
profondo della coscienza, sva-
nendo nei recessi della memo-
ria laddove non possono essere
trovati e quindi combattuti.
Elizabeta non ricordava nulla
dei suoi incubi, se non il senso
di angoscia che la perseguitava,
ma era certamente in loro a es-
sere celata la chiave per la sua
guarigione.
Theo mi disse di aver gi pro-
vato pi volte ad accedere alla
mente della figlia tramite il
sonno mesmerico, inutilmente.
Nei miei studi avevo pi volte
postulato, partendo dalle teorie
di Mesmer, la possibilit di uti-
lizzare il fluido universale co-
me veicolo per la coscienza
senza tuttavia supportare la mia
intuizione con prove effettive.
Con mio grande stupore appresi
come Theo fosse riuscito a tra-
sporre il tutto nella pratica.
Durante i suoi viaggi in oriente
era entrato in contatto con alcu-
ne pratiche mediche, come
l'agopuntura e la moxibustione,
molto simili nei principi a
quelle del medico viennese. Da
questi presupposti aveva de-
dotto la possibilit di utilizzare
alcuni punti del corpo come
porte attraverso le quali pe-
netrare in quella regione extra-
mondana che non faceva miste-
ro di definire anima.
Se mi fossi soffermato a ragio-
nare sull'entusiasmo con il qua-
le mi esponeva le sue scoperte
forse avrei agito in maniera
meno avventata, ma troppo era
il desiderio di rivalsa verso i
miei delatori.
Fissammo l'esperimento di l a
due giorni.
La sera di Capodanno Theo
organizz una grande festa alla
quale furono invitati il fior fio-
re della societ berlinese. Era
presente, tra gli altri, quel gio-
vane Ries
5
famoso per le sue
suite per violino e pianoforte.
Avrei preferito rimanere nelle
mie stanze ma l'insistenza del
mio ospite mi fece desistere.
Al termine della cena la
compagnia si spost nel salone
inferiore a sorseggiare punch; il
virtuoso compositore si era se-
duto al pianoforte, calamitando
l'attenzione, e io ne approfitti
per tornare al piano di sopra in
cerca di solitudine.
Uscii sulla terrazza per fumare,
potevo sentire la musica festosa
degli organetti provenire dalle
strade. Sui tetti delle case le
banderuole stridevano, come se
i meccanismi del tempo si fos-
sero messi in moto per scalzare
il vecchio anno dalla sua sede,
scagliandolo nell'oblio.
Una brezza gelida aveva ini-
ziato a soffiare, increspando le
acque della Sprea e
frammentando il riflesso della
luna; sembrava che l'astro fosse
esploso, spargendosi nel cielo.
Il freddo e l'inquietudine mi
spinsero a rientrare alla ricerca
di un cappotto. Il primo piano
era vuoto e silenzioso, le luci
erano state smorzate lasciando
il tutto in penombra.
Giunto a met del corridoio mi
fermai, attirato dal chiarore
proveniente da una porta
socchiusa.
Accostai l'occhio, vergo-
gnandomi per quel gesto
sconveniente, e ci che vidi mi
fece gelare il sangue.
Seduta sul sof del salotto, Eli-
zabeta si era slacciata il
corsetto per rivelare i seni
candidi che il commissario di
giustizia succhiava avidamente,
emettendo grugniti sommessi.
Ero impietrito, incapace di
muovermi, eppure sentivo una
rabbia bruciante ardermi
dentro, avvampandomi il volto.
Lei alz gli occhi e guard
nella mia direzione, o almeno
-- 5656 --
ne ebbi l'illusione, poi sollev
la veste e dischiuse le gambe.
So di darti un dolore, mio buon
amico, ma necessario che tu
conosca ogni dettaglio,
affinch possa comprendere
l'orrore e venga preservato da-
gli errori ai quali la follia mi ha
condotto.
Irruppi nella stanza urlando e
afferrato un bastone da pas-
seggio da un'ombrelliera lo
brand minacciosamente. Al
mio ingresso il commissario
era trasalito, pallido in volto
balbettava scuse, coprendosi il
viso con le mani.
- Se ne vada! - intimai in un
soffio. L'uomo non se lo fece
ripetere e corse via, senza
neppure ricomporsi.
Elizabeta era rimasta immobile,
lo sguardo vacuo perso tra le
fiamme del camino. Provai a
toccarle il braccio senza ottene-
re reazione. Avevo abbastanza
dimestichezza con gli episodi
di sonnambulismo da escludere
una simile possibilit; lo stato
della giovane era ascrivibile
alla catatonia lucida, effetto del
sonno mesmerico.
All'improvviso mi afferr il
polso, guardandomi con occhi
ora vivi e presenti.
- Un amant qui craint les vo-
leurs, - sussurr, guidando la
mia mano tra le rotondit del
suo petto - n'est point digne
d'amour.
Sotto le dita la pelle era calda e
morbida. Dimentico di me stes-
so mi ritrovai a stringerle con
forza il seno, cercando le sue
labbra come la fonte un asse-
tato.
Oswald, fossi stato in grado di
fermarmi sa Dio se lo avrei
fatto, ma in quell'istante non
potevo, non volevo.
Mentre le strappavo i vestiti di
dosso e la voltavo, per posse-
derla come fanno le bestie, ve-
devo la realt cambiare: sentivo
le ginocchia sprofondare nella
terra umida, mentre attorno a
noi alberi secolari prendevano
il posto delle pareti; nell'aria ri-
suonava una musica assordante
e canti, simili a grida disperate,
si innalzavano da figure
danzanti perse nell'oscurit.
Sentivo Elizabeta dibattersi
sotto di me mentre le mie mani
le cingevano i lombi e a ogni
mio affondo la vedevo mutare:
fu un leone e poi una tigre, un
caprone scalpitante, una lince e
un delfino; infine fu di nuovo
donna e io mi persi in lei, gri-
dando, per poi crollare. Edera e
tralci di vite erano cresciuti
attorno a noi, avviluppandoci.
Una figura emerse allora dal
buio, le corna arcuate si
confondevano con l'argentea
falce di Luna.
Parl, e pur non avendole
comprese ricordo le sue parole.
- pi '
pi, pi
6
.
Non fu un sogno, anche se cos
pu sembrare.
Quando riapr gli occhi mi tro-
vai sul pavimento del salotto,
ancora avvinto al corpo di lei, i
vestiti a brandelli. Attorno a noi
i servitori dalla pelle scura ci
osservavano, continuando a
cantare.
Cercai d'istinto di coprirmi con
quello che restava del cappotto.
Poi Iddio ebbe misericordia, e
svenni.
Quando mi svegliai Theo era al
mio fianco.
Riconobbi la mia stanza. Il sole
del tramonto gi allungava le
ombre.
- Amico mio, credo che tu desi-
deri della spiegazioni disse,
nel porgermi un bicchiere di
cordiale che bevvi d'un fiato.
Annuii senza parlare.
Mi raccont di come avesse
trovato la giovane pi di
vent'anni prima, durante un
viaggio nelle profonde regioni
dell'India. Gli anziani di quel
popolo raccontavano leggende
su di lei, su come fosse giunta
da occidente cavalcando la luce
della Luna.
Avevano parlato a lungo, del
mondo e di come fosse
cambiato nel corso dei secoli.
Theo le aveva raccontato dei
progressi della scienza e della
tecnica, delle innovazioni della
medicina e delle grandi conqui-
ste dell'uomo. Infine le aveva
proposto di seguirlo e lei aveva
accettato.
Alcuni dei khasi li avevano se-
guiti, rifiutandosi di abbando-
nare la loro divinit.
- Per anni ho appreso da lei se-
greti cos profondi da temerne
il solo ricordo, - la voce di
Theo era poco pi che un sus-
surro, mentre le ombre della
sera ci avvolgevano - eppure
non sono che granello sul
fondo di un oceano di sapienza.
Non mi basterebbe una vita,
molte vite, per apprenderlo
tutto. Ma ora noi abbiamo la
possibilit di farlo Georg, tu e
io. Abbiamo la possibilit di
-- 5757 --
entrare in diretto contatto con la
sua mente, di condividerne l'inte-
ra esistenza. So di averti mentito,
ma ora non pi necessario. Aiu-
tami, e saremo grandi insieme.
Dalla finestra la falce lunare ri-
versava su di me la sua luce.
- Cosa ti fa pensare che accetter
di farlo? - chiesi infine.
Theo mi strinse le mani, lo senti-
vo tremare. - Lo ha gi fatto.
Quando raggiungemmo il labo-
ratorio lei era gi l. Contornata
dai suoi oscuri servitori, attende-
va.
Nessuno di noi parl mentre pre-
paravamo le vasche di rame,
riempiendole di acqua magne-
tizzata. Elizabeta si spogli, per
permettere a Theo di segnarle
sulla pelle i punti esatti in cui
avrei inserito gli aghi polarizzati
e io tremai nel rivedere quella
carne che tanto barbaramente
avevo posseduto.
Poi il mio amico le prese le mani,
baciandone i palmi. - gi da
molto che ti cammino a fianco.
Ora lascia che continui da solo
per questa strada.
Sentivo dentro di me un'inquietu-
dine crescente mentre, terminate
le operazioni, mi sedevo alla
glassarmonica
7
e iniziavo a suo-
nare.
Da principio non accadde nulla,
immersi nell'acqua Theo ed Eli-
zabeta rimanevano immobili
mentre le note dello strumento
armonizzavano i loro fluidi, spro-
fondandoli nel sonno magnetico.
Poi all'improvviso una nota
esplose nell'aria, e poi un'altra e
un'altra ancora, sempre pi forti.
Theo apr gli occhi e spalanc la
bocca come per urlare, ma al po-
sto del grido fuoriusc la voce del
mio sogno. - '
.
8
.
Il suo corpo cominci a dibattersi
mentre la carne di sfaldava, come
divorata dall'interno, scoprendo
le ossa.
Urla e canti provenivano ora da
ogni direzione mentre vedevo i
muri distorcersi e scomparire.
Oltre quel velo di sogno uomini e
donne danzavano e si dibattevano
in un'orgia ancestrale: lo spirito
primordiale della pulsione umana
prostrato al cospetto del Dio che,
reggendo il Tiaso, guida la mente
nelle regioni ctonie del del delirio
e della trascendenza.
Dio mi perdoni per ci che ho
fatto!
Ricordo a malapena la fuga
disperata dalla casa. Fui ritrovato
la mattina dopo, febbricitante e in
stato confusionale, o almeno cos
mi dissero, lungo la riva dell'Ha-
vel.
Ovviamente avvert le autorit,
ma non trovarono nulla: la resi-
denza dei Wolfart era in ordine e i
servitori riferirono che il padrone
era nuovamente partito per segui-
re gli affari, senza lasciare nessu-
na consegna.
Ho pensato a lungo di aver
immaginato tutto, di essere stato
io stesso vittima di quei deliri che
per anni ho cercato di
comprendere e combattere. Eppu-
re ogni volta che chiudo gli
occhi, odo ancora il suono grotte-
sco dei baccanali e sento dentro
di me un richiamo che a stento
riesco a dominare.
Ti lascio queste mie memorie per
metterti in guardia, affinch la tua
ricerca non si spinga troppo a
fondo negli abissi insondabili
della mente umana.
L'uomo ha creato in se delle pri-
gioni per trattenere le forze che,
dalla notte dei tempi, ancora
albergano, sopite ma non defunte,
dentro di noi.
A queste influenze, giunte a noi
sotto spoglie mitologiche e
cultuali provenienti da un tempo
immemore, per grazia di Dio la
storia ha posto un veto.
Note:
1: Si tratta di Oswald Kulpe
(1862-1915), psicologo e filosofo
tedesco della scuola di Wurzburg.
considerato il precursore del
moderno metodo introspettivo.
2: La frase tratta da Le
avventure della notte di San
Silvestro di E.T.A. Hoffmann.
3: Willhelm Wundt (1 832-1920),
psicologi e fisiologo tedesco,
considerato tra i padri fondatori
del metodo sperimentale.
4: Hans Wolfart, allievo di Me-
smer e suo esecutore testamenta-
rio. Dal 1 811 detentore Berlino
della Cattedra di Magnetismo
Animale.
5: Franz Ries (1 846-1932), violi-
nista e compositore tedesco.
6: Dopo che Bacco, avendo gri-
dato euoi, colpito, sangue, fuo-
co e polvere si mischieranno,
inno sacrificale ascritto alla co-
munit dionisiaca di Perinto.
7: strumento musicale utilizzato
da Mesmer nelle sue pratiche.
8: Ritiratevi, fate posto al dio!
Perch egli vuole, eretto e turgi-
do, procedere in mezzo a voi,
canto dei fallofori del poeta Se-
mos di Delo.
-- 5858 --
C o b a l t oe s t a t i c od i a l i z z a m il ' a n i m a
SSkkaann
-- 5959 --
-- 6060 --
-- 6161 --
L a s c e l t aSSkkaann
-- 6262 --
-- 6363 --
-- 6464 --
G r i g i o d ' a m o rp e r d u t o
SSkkaann
-- 6565 --
-- 6666 --
I see faces staring.
Other faces staring.
Don't talk, don't tell.
[Theatre ofTragedy, Starlit]
Apro gli occhi sul
soffitto del cubo.
Il gelo del cromo
accoglie il mio ri-
sveglio.
Vorrei l'azzurro e
nuvole tra cui
abbandonare
l'anima.
Il cortex rileva i
miei pensieri e
per un istante vo-
lo tra i gabbiani.
Com' misterioso il cielo, esi-
ste da sempre, lass, tra-
scendendo il tempo. L'eternit,
forse, il cielo stesso.
La voce mi accompagna
mentre mi alzo verso il sole.
Tutto scompare e sono di nuo-
vo tra le pareti d'acciaio.
Spalanca le tue ali e goditi la
libert. Compra il tuo cielo.
SkyUp, dalla Gibson-Mayanet
direttamente sul tuo cortex.
Il prezzo lampeggia sulla retina
come una sentenza. Lo scaccio
in un battito di ciglia.
Mentre bevo latte al
marshmallow gioco con
Pantouffle. Mi chiedo come sa-
rebbe essere l, oltre lo
schermo, a inseguire farfalle tra
i papaveri. Gli compro carote
azzurre e un nuovo pelo, rosso
come i fiori del prato.
La mia eidolon ammicca
mentre scorre il guardaroba. Le
scelgo un tubino lavanda e
scarpette d'argento. Vorrei farle
i capelli dello stesso colore, co-
me quelli di Ale dell'interlink,
ma il prezzo mi blocca. La la-
scio uscire nella ity, sola. Non
posso permettermi di acqui-
starle degli amici.
Il segnale del cortex mi scuote
con un brivido neurale. l'ora
del mio turno.
Esco dal cubo, nuda, e mi
incammino nella galleria.
Il corpo offerta sacrificale.
Dagli altoparlanti la voce mi
accompagna.
Il corpo implora il ritorno
all'inorganico, nel frattempo
non si nega nulla.
Entro nella campana e il vetro
nero diventa trasparente, sco-
prendomi.
Il corpo non importa, ci che
conta la mente.
Nel grande tunnel la gente
cammina e mi osserva.
Qualcuno si ferma
al terminale, scorre
i prezzi delle varie
prestazioni.
Immagina le possi-
bilit.
Richiamo nel
cortex Pantouffle e
lo guardo saltare
tra i fiori.
un giorno come
tanti, a OZ.
- - -
OZ, il Tunnel di Smeraldo. Do-
ve i sogni diventano realt.
Sei stanco delle stimolazioni
sensoriali indotte?
Nei nostri due chilometri di
esposizione potrai trovare il
meglio dell'intrattenimento,
completamente personalizzabi-
le, per dare corpo alle tue
fantasie segrete.
Dalle industrie genetiche Bio-
nomos, la nuova frontiera del
Ventiquattr'ore nelttuunnnneell sseennzzaa ffiinneeT a n zb a m b o l i n aSSkkaann
-- 6767 --
divertimento estremo.
OZ. Dove tutto possibile.
- - -
L'uomo mi guarda a lungo. Stu-
dia il mio corpo.
giovane. Troppo per il
completo severo da corporativo
in carriera.
Le luci verdi del tunnel si ri-
flettono sul biondo cenere dei
suoi capelli.
Ha gli occhi dolci. Tristi,
sconfitti.
Chino sull'interfaccia evita il
mio volto mentre inserisce i
dati.
Il vetro della campana si oscura
e io chiudo gli occhi.
Gli aghi penetrano nella carne,
le lame la incidono. Laser
azzurri suturano e cancellano le
cicatrici.
solo un istante prima che il
cortex rilasci le droghe, ma in
quell'attimo c' tutto il dolore
del mondo.
La stanza grande e luminosa,
dalla finestra posso vedere il
mare.
Allungo una mano per aprirla
ma incontro il freddo della
parete del tunnel. L'ologramma
sfarfalla appena.
Un grande specchio dalla
cornice dorata riflette la mia
immagine. Capelli scuri, lunghi
fino alle spalle.
Mi accarezzo il collo, la morbi-
da curva del seno. Sotto la pelle
sento il profilo delle costole.
Ho un neo, proprio a fianco
dell'ombelico, che mi fa sorri-
dere, senza ragione.
Sento la porta aprirsi. Lui l
davanti a me. I suoi occhi si
riempiono di lacrime.
- Emma - dice, con voce
strozzata. Poi si getta tra le mie
braccia.
Schiudo le labbra e cerco la sua
lingua. Le mani mi sfiorano
appena, come fossi di vetro.
Sussurra domande delle quali
non conosco risposta, il
cortex a parlare, leggendogli la
mente.
Tra le lenzuola di raso faccia-
mo l'amore con dolcezza. Al
culmine della passione lo tengo
in me e lui si adagia sul mio
petto.
Mentre gli accarezzo i capelli
dico di amarlo; che lo amer
per sempre.
Oltre le palpebre chiuse vedo i
NeoYen aumentare.
- - -
I due uomini sono cos simili
da poter essere gemelli.
Sotto le t-shirt in latex i musco-
li tesi sembrano esplodere.
Arrivano dal tunnel e si ferma-
no al terminale. Iniziano a digi-
tare senza neppure guardarmi.
Non gli importa chi sono, ma
chi potr essere.
Uno di loro ha un pugno chiu-
so, rosso, tatuato sul collo.
Gocce di sudore scivolano sul
cranio rasato.
Si guardano l'un l'altro un
istante e sorridono.
Poi il vetro si oscura.
Lo schiaffo mi colpisce in pie-
no volto. Cado a terra e sento
in bocca il sapore del sangue.
Provo a sfiorarmi le labbra
spaccate ma un calcio mi
raggiunge allo stomaco, to-
gliendomi il fiato.
Attorno a me nessuna immagi-
ne, solo le verdi pareti del
tunnel.
Uno degli uomini mi afferra
per i capelli e mi volta.
Si slaccia i pantaloni, mi
stringe le guance cercando di
aprirmi la bocca. Vorrei farlo
per evitare il dolore ma il
cortex me lo impedisce,
leggendo in lui il desiderio di
reticenza.
Alla fine cedo e lui mi infila il
cazzo fino in gola, soffocando-
mi.
Sento i conati stringermi lo sto-
maco mentre le lacrime
inondano il viso.
- Succhia, negra di merda! -
urla, spingendo pi a fondo.
Tossisco mentre lotto per respi-
rare.
L'altro intanto mi ha alzato la
gonna, penetra con le dita nella
fica e nel culo.
- Senti com' stretta la troia -
scoppia a ridere. - Togliti, vo-
glio sentirla gridare.
Come mi lascia andare crollo a
terra, sbavando. L'aria riempie i
polmoni.
un attimo, poi il dolore mi
pervade mentre, a turno, mi
scopano da dietro.
Piango e urlo. La loro eccita-
zione riversa denaro sul mio
credito.
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- - -
La mia eidolon passeggia per le
strade della ity, vestita come
una diva del passato.
Pantouffle scappa felice dalle
onde della sua nuova spiaggia.
Mi costata il guadagno di
tutta la giornata ma bello ve-
derlo felice, anche se non esi-
ste.
La mia pelle di nuovo bianca,
le ferite sono scomparse. Sedu-
ta al terminale mangio orsetti
gommosi e angurie di marzapa-
ne.
Presto arriver il sonno e il
cortex canceller i brutti ri-
cordi, lasciando il dolce tepore
del vuoto.
Da qualche parte oltre l'arco-
baleno, lass in alto, c' un po-
sto di cui, una volta ho sentito
parlare in una ninnananna.
Da qualche parte oltre l'arcoba-
leno il cielo azzurro e i sogni
impossibili diventano realt.
Da qualche parte oltre l'arcoba-
leno volano uccelli azzurri, vo-
lano oltre l'arcobaleno, non
posso farlo anch'io?
Se ci volano felici gli uccellini,
oltre l'arcobaleno, non posso
volarci anch'io?
L'uomo attende nel tunnel
principale.
Il suo viso perfetto, scolpito
della bellezza dei sogni. Sotto
le luci smeraldo sembra irreale
come un principe da fiaba.
Mi vergogno della mia divisa
informe, l'unica che ci
concessa portare fuori servizio.
Mentre camminiamo mi prende
per mano. Ride, scherza. Ogni
tanto si ferma e gioca con i
miei capelli. A un distributore
automatico mi compra un ge-
lato a forma di unicorno.
stata la Corporazione a
mandarlo, dice, per propormi
un lavoro speciale. Il cliente
che lo ha richiesto molto
importante e facoltoso. Uno di
quegli uomini a cui non pos-
sibile dire di no.
Ovviamente la decisione finale
spetta a me, ma la Compagnia
mi chiede di ponderare bene un
eventuale rifiuto.
Annuisco appena mentre il ge-
lato si scioglie, sporcandomi le
dita.
Lui continua, senza smettere di
sorridere. Mi rassicura sul fatto
che la Bionomos si occuper di
me a lavoro terminato. Sar co-
me se non fosse successo nulla.
E verr pagata pi di quanto
possa immaginare.
- - -
Mi guardo. Sono bellissima.
Capelli rossi, ricci, scendono
sulla schiena nuda. I miei occhi
verdi sembrano splendere.
Mi specchio nel laghetto dove
le nuvole si riflettono mentre
corrono veloci, sospinte dal
vento.
Le pareti del tunnel sono
scomparse, lasciando alti alberi
a circondarmi.
Lui cammina verso di me,
canticchiando.
grassoccio e bonario. Gli
occhiali tondi lo fanno assomi-
gliare a un impiegato o a un
buffo professore.
- Ciao Stella - mi sorride.
Estrae la pistola e preme il
grilletto.
- - -
Mangio granita all'anice da un
bicchiere turchese e rido,
succhiando rumorosamente il
fondo con la cannuccia.
Pantouffle corre sulla neve ro-
sa, tra orsetti, foche e pinguini.
La mia eidolon scuote i capelli
d'argento mentre passeggia per
le strade di ity con Amber e
Dary, le sue amiche del cuore.
Mi sdraio sul letto, chiudo gli
occhi e sono nel cielo, a volare
tra i gabbiani.
Guardo l'azzurro e le nuvole.
Vorrei avere ancora un'anima
da lasciare andare.
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N o n c ' s c o p e r t as e n z a r i c e r c a
SSkkaann
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M a t e r i a p r i m aSSkkaann
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L a d a n s ed e l a M o r t
SSkkaann
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KKaarrll VVooggeellddii TTEETTRRAACCTTYYSSJl Lato Oscuro
L e v i s c e r ed e l l a m e n t e
SSkkaann
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TetractysintervistaSol Weintraub(stasera si replica a soggetto)
Domande retoricheSSkkaann
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-- 8888 --
-- 8989 --
-- 9090 --
risultati e classificheSSkkaann
NNoonn ppeerrddeetteeiill nnuummeerroo ddiiGGiiuuggnnoo 22001133NNeell mmeezzzzoo ddeellccaammmmiinn ddii nnoossttrraa vviittaa......
SSkkaannAAMMAAZZIINNGGMMAAGGAAZZIINNEEMMaaggggiioo 22001133 AAnnnnoo 11 NNuummeerroo 99LLaa rriivviissttaammuullttiiccaannaallee ddiinnaarrrraattiivvaa ffaannttaassttiiccaalliiooffiilliizzzzaattaa iissttaannttaanneeaa
ddii TTEETTRRAACCTTYYSSSSuuppeerr iinn PPaarriissddii GGiioorrggiioo SSaannggiioorrggii
Dark Side
SSttaasseerraa ll''aarriiaa ffrreessccaa......EEffffiimmeerroo ppaanniiccooddii SSooll WWeeiinnttrraauubbCCoobbaallttoo eessttaattiiccooddiiaalliizzzzaammii ll''aanniimmaaddii NNoozzoommii 22..00LLaa sscceellttaaddii PPoollllyy RRuusssseellllGGrriiggiioo dd''aammoorr ppeerrdduuttooddii SSmmiillooddoonnVVeennttiiqquuaattttrr''oorree nneellTTuunnnneell sseennzzaa ffiinneeTTaannzz bbaammbboolliinnaaddii SSooll WWeeiinnttrraauubbNNoonn cc'' ssccooppeerrttaa sseennzzaarriicceerrccaa ddii PPoollllyy RRuusssseellllMMaatteerriiaa pprriimmaaddii sshhaannddaa0066LLaa ddaannssee ddee llaa MMoorrttddii aannaarrkk22000000
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