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Un anno difficile
È finito da poco l’anno scolastico e all‟I.C. Mater Domini si ripresentano i problemi di sempre. Que-st‟anno è stato un anno travagliato, vuoi per l‟as-senza del Dirigente Scola-stico per motivi di salute, vuoi per i numerosi pro-blemi di gestione di una scuola di 1300 alunni cir-ca, fortemente caratteriz-zata per la qualità di una offerta formativa che da anni la contraddistingue. Per chi non ne fosse an-cora al corrente, l‟anno scolastico appena conclu-so si è caratterizzato per l‟accorpamento al nostro Istituto anche dell‟Istituto comprensivo di Gagliano. Riassumere in poche bat-tute quello che è accaduto nello spazio di circa 200 giorni di scuola è pratica-mente impossibile. C‟è da fare qualche semplice considerazione, un altro
anno scolastico è passato, è stato un anno intenso, un anno molto faticoso, un anno in cui grazie anche alla dott.ssa Macrillò reg-gente pro tempore fino ai primissimi giorni di marzo, tutto è andato liscio per-ché con il suo garbo ha saputo unire le anime dei due istituti accorpati ha saputo mediare con do-centi e genitori fino a quando non è rientrata la dott.ssa Cannistrà, titolare della sede, assente da circa un anno per motivi di salute. Il rientro della nostra Diri-gente ha dato nuovo im-pulso e nuova vitalità a tutti gli operatori del nostro istituto. In estrema sintesi possiamo dire che l‟anno trascorso, anche se trava-gliato, ha lasciato in chi ha operato fra mille difficoltà, la convinzione di aver speso bene il proprio tem-
po e di aver come sem-pre, dato agli alunni e alle famiglie un servizio abba-stanza soddisfacente. Alla fine dell‟anno scolastico, però, la dott.ssa Cannistrà rientrata in sede da pochi mesi, oltre all‟onere di ge-stione di una scuola molto complessa, si è trovata nelle condizioni di doversi rapportare, ancora una volta, come due anni fa, con i genitori dell‟istituto che ancora una volta con-fondono le competenze della scuola e le compe-tenze dell‟Amministrazio-ne Comunale, per ciò che riguarda la mensa scola-stica. Deve essere chiaro per tutti che il problema men-sa non è il Dirigente Sco-lastico, a doverlo risolvere ma è una competenza specifica dell‟Amministra-zione Comunale. Nulla deve essere chiesto ai Dirigenti scolastici e tanto-meno alla nostra che, per risolvere problemi della scuola, è sempre in “prima linea”. Le scuole non sono stazioni appaltanti, né lo Stato Centrale ha dato delega di gestione delle mense ai Dirigenti scola-stici. Lo Stato demanda agli enti locali Comuni, Province e Regioni la ge-stione dei servizi essen-ziali relativi alla Pubblica Istruzione e la mensa sco-lastica è una di questi.
Il gruppo di redazione.
Un ringraziamento particolare
ad
ACQUA LEO
che sostiene sempre le iniziative
della nostra scuola
Pagine di diario: ritorno a scuola
Pag.2
la festa dell’albero Pag.3
Razzismo e diversità: nelson Mandela
Pag.5
Progetto legalità Pag.6
Progetto Gutenberg Pag.12
Il giorno della memoria Pag.13
I diritti delle donne Pag.14
Dedicato al mio papà Pag.15
La nostra aula botanica Pag.17
XIX giornata della me-
moria e dell’impegno in
ricordo delle vittime
delle mafie.
Pag.18
Giardino di orticole a
scuola
Pag.20
XI Giornata Nazionale
del Giardino
Pag.21
Pasqua Pag.22
La fattoria didattica del
miele
Pag.23
Progetto Scuole Asso-
ciate UNESCO rete Ita-
lia
Pag.24
Alla scoperta dei vigili
del fuoco
Pag.26
Progetto Unesco Pag.27
Visita guidata a Reggio
Calabria
Pag.28
Dedicato alla mamma Pag.29
Viaggio d’istruzione Pag.30
Finisce la scuola prima-
ria ricordi e propositi
Pag.32
Educazione ambientale Pag.33
Sommario:
Giornalino dell’ I.C. Mater Domini di Catanzaro Anno scolastico 2013-2014
Sito: www.icmaterdominicz.gov.it ; E-mail CZIC85800N@ISTRUZIONE.IT
IN ALTO
IN ALTO Pagina 2
Disegno di Alice Lamanna
Caro diario, io amo il mare perché posso fare tanti giochi. Quest‟anno, quando ero al mare, mi sono successe tante cose. La cosa più rischiosa che mi è successa è che stavo affogando nell‟acqua del mare. Grazie a Dio vicino a me c‟erano i miei cugini più grandi. Dopo questa brutta esperien-za mi sono fatto coraggio e piano piano ho imparato a nuotare. Ho nuotato tanto, ho giocato con i miei amici Matteo e Marco e mi sono di-vertito un mondo, infatti sono rimasto tutto il giorno in acqua. Quest‟estate mi sono proprio davve-ro divertito.
Sini Jonathan
...al mare mi diverto davvero tanto e faccio tante cose. Ho visto con la maschera un vero delfino e anche uno squalo; al mare ho imparato a fare la ruota sott‟acqua e a pescare alici e gamberetti, che ho anche mangiato. Sulla spiaggia ho fatto un falò e ho anche costruito un castello di sabbia.
Guzzo Giuseppe
...io amo il mare perché posso diver-tirmi facendo tante cose. Quest‟anno
quando ero al mare mi sono suc-cesse tante cose, la più bella è che sono diventato abile a nuotare. Mi sono allontanato da solo a largo con un canotto e ho dovuto sbattere i piedi con tanta forza per raggiungere la riva. Un giorno il mare era agitato e uno dei miei amici è stato travolto dalle onde, infatti è uscito dall‟acqua con il costume abbassato. Sono anche andato a Capo Colonna e ho osservato resti storici sia all‟a-perto sia dentro il museo. Ho così imparato che la mia città ha ospitato i grandi uomini dell‟antica Grecia. Sulla spiaggia ho giocato a calcio, a bocce e a scavare buche profonde.
Luca Errico
...preferisco il mare perché posso fare tanti giochi. Al mare mi sono successe tante cose: ho imparato ad andare sott‟acqua e a nuotare senza braccioli. Nel mese di Agosto ho vi-sto le meduse. Mio padre è andato al largo e ha visto un pesce lungo quasi venti metri e la mia amica Giu-lia ha pescato un calamaro. Mi sono divertita un mondo.
Serena Curto
...io amo il mare perché posso fare
tanti giochi. Quest‟anno, quando ero al mare, mi sono successe tante cose: ho conosciuto nuovi amici, ho fatto tanti bagni, ho giocato a carte con tutti i miei amici, sono anche andata sul gommone di mio padre e siamo arrivati fino a Soverato dai miei cugini. Certe volte in spiaggia ci mangiavo e facevamo anche il “Karaoke”, mio padre cantava sem-pre. Io stavo spesso in acqua con la tavola a motore che mi hanno com-prato i miei genitori.
Ambra Antolini
PAGINA DI DIARIO: RIPENSANDO ALLE VACANZE ESTIVE
a cura della III B plesso L. D’Errico
LA GIORNATA MONDIALE DELL’ALIMENTAZIONE
di Magdalena Gigliotti III B scuola primaria L. D’Errico
Ieri, 16 Ottobre, si sono svolte diver-se attività sul tema della fame nel mondo. Con la LIM abbiamo usato un pro-gramma scaricato da Internet: abbia-mo eseguito una lettura e dei giochi interattivi. La lettura riguardava alcuni alunni stranieri che parlavano dei “cibi” tipici dei loro paesi di provenienza. Alla fine della lezione abbiamo visto, sempre alla LIM, il video musicale di “HEAL THE WORLD” di Michael Jack-son. La canzone, che abbiamo anche impa-rato a cantare ha una bella musica e delle parole piene di significato. Il vi-
deo ci mostra invece immagini toccan-ti, che ci hanno fatto riflettere sulla sofferenza di molti bambini che soffro-no per la fame, la guerra, le malattie o per il fatto di non avere più i genitori. La canzone e il video, con le sue im-magini toccanti, mi hanno fatto diven-tare gli occhi lucidi e mi sono com-mossa, soprattutto nella parte finale del video, quando i bambini hanno alzato le candele e hanno iniziato a pregare. Perciò penso che nessuno dovrebbe morire di fame e che in nessuna parte del mondo ci dovrebbero essere per-sone che soffrono.
IN ALTO Pagina 3
Una scuola grande come il mondo
di Gianni Rodari C'è una scuola grande come il mondo.
Ci insegnano maestri e professori,
avvocati, muratori,
televisori, giornali,
cartelli stradali,
il sole, i temporali, le stelle.
Ci sono lezioni facili
e lezioni difficili,
brutte, belle e così così...
Si impara a parlare, a giocare,
a dormire, a svegliarsi,
a voler bene e perfino
ad arrabbiarsi.
Ci sono esami tutti i momenti,
ma non ci sono ripetenti:
nessuno puo' fermarsi a dieci anni,
a quindici, a venti,
e riposare un pochino.
Di imparare non si finisce mai,
e quel che non si sa
è sempre più importante
di quel che si sa già.
Questa scuola è il mondo intero
quanto è grosso:
apri gli occhi e anche tu sarai promosso!
Il perché di una corretta alimentazione A cura della IV A L. D’Errico
Quante volte avete sentito i brontolii nello stomaco o avete esclamato: “ho fame!” e subito dopo avete mangiato un frutto o una merendina? Nel mondo ci sono 925 milioni di persone, su una popolazione complessiva di oltre 7 miliardi, che sof-frono la fame. Tutti abbiamo bisogno del cibo che ci da energia e ci fornisce le sostanze nutritive, di cui il nostro corpo e la nostra mente hanno bisogno per crescere, svilup-parsi. Così potremmo condurre una vita sana ed atti-va, avere una dieta varia, con gli alimenti giusti che forniscono proteine, vitamine e minerali. Si parla di cattiva alimentazione quando non si man-gia a sufficienza (sotto alimentazione), quando si mangia cibo povero di importanti vitamine o minerali (malnutrizione) o quando si mangia troppo e male (rischiando l’obesità).
Celebrata nel plesso Laura D’Errico il 5 dicembre insieme a Corpo Forestale dello Stato e Legambiente
La Giornata Nazionale dell’Albero
SOLIDALI CON LA NATURA di Raffaele Greco classe V A
La gente continua ad inquinare il paesaggio con rifiuti che potrebbero essere riutilizzati in modo più appro-priato. Nelle periferie delle grandi città d‟America alcuni ragazzi hanno colto l‟occasione per guadagnare qualche dollaro raccogliendo lattine vuote per poi rivenderle. Mi stupisce e mi impaurisce pensare che finché un piatto di plastica si decomponga ci vogliono cento anni, cosi come i mozziconi di sigaretta, che addirittu-ra potrebbero incendiare il paesag-gio. C‟è gente che rispetta il mondo circostante, ma c‟è anche gente che non lo fa. Molti ragazzacci distruggo-no o imbrattano monumenti storici, con bombolette di tanti colori e, se
venissero scoperti, verrebbero addi-rittura mandati in prigione. Da alcune indagini è emerso che per i senza tetto e i barboni trovare un cassonet-to è come trovare un tesoro, perché all‟interno riescono a trovare del cibo e in casi più estremi ci dormono. Grande rispetto meritano gli Indiani d‟America di 150 anni fa, i quali ri-spettavano il territorio come se fosse la loro madre, mai sfruttando la natu-ra, al contrario di come fa invece la maggior parte di persone al giorno d‟oggi. Non possiamo dimenticare che la natura è fondamentale per vivere: pensiamo all‟ossigeno, ai frutti, agli animali selvatici e al piacere che possono dare paesaggi incantevoli ai nostri occhi.
IN ALTO Pagina 4
L’importanza degli alberi
di Magda Gigliotti classe III B
Gli alberi sono indispensabili per la nostra sopravvivenza. E‟ a loro che dobbiamo la vita di uomini e animali. Gli alberi ci permettono di respirare aria pulita, ottenuta attraverso il pro-cesso della fotosintesi clorofilliana che trasforma l‟acqua e l‟anidride carbonica in ossigeno, utilizzando l‟energia proveniente dai raggi solari che colpiscono le foglie. Le radici degli alberi sono necessa-rie per trattenere il terreno e per as-sorbire l‟acqua in eccesso, limitando così le frane. Dagli alberi si ricava la carta e il car-tone che usiamo tutti i giorni a scuo-la e a casa sotto forma di quaderni,
Disegno di Jennifer Raso III B
Disegno di Giulia Sinopoli III A
Disegno di Francesca Cosentino III A
libri, scatole, tovaglioli giornali ecc. Gli alberi ci danno anche la legna da ardere nei caminetti e nelle stufe, così possiamo riscaldarci in inverno. Dagli alberi si ricava il legno per fare i mobili che fanno belle le nostre ca-se. Gli alberi poi ci danno fiori e frutti. Alcuni alberi da frutto sono ad esem-pio il melo, il pero, il caffè, il noce, il susino, il ciliegio, il mandarino e tanti altri. Grazie a questi alberi possiamo mangiare frutta fresca di stagione, oppure possiamo fare delle belle marmellate. Gli alberi infine ci rega-lano tanta ombra fresca per difen-derci dal caldo. Gli anni di un albero si contano con segni circolari visibili sul tronco reciso.
Come sarebbe la nostra vita
senza alberi? Sicuramente
più grigia, più inquinata, più
rumorosa.
Per sottolineare l'importan-
za delle piante, non solo ne-
gli equilibri globali ma an-
che nella vita di tutti i giorni,
sin dalla fine dall’antichità
viene celebrata annualmen-
te la Festa degli alberi, che
trova il suo momento più
simbolico nell’innesto di
nuove piante nel terreno.
Ogni anno il 21 novembre
celebriamo gli alberi e il loro
indispensabile contributo
alla vita.
Essi assorbono anidride
carbonica restituendo ossi-
geno, proteggono la biodi-
versità, hanno un ruolo fon-
damentale nella prevenzio-
ne del dissesto idrogeologi-
co. Insieme ai giovani e gio-
vanissimi studenti di tutte le
scuole italiane bisogna met-
tere a dimora giovani alberi
per fare più belle e verdi le
nostre città.
IN ALTO Pagina 5
THE TREE DAY
RADICI = roots
TRONCO = trunk
CORTECCIA = bark
RAMI = branches
FOGLIE = leaves
GEMME = gems
FIORI = flowers
FRUTTI = fruit
Disegno di Giorgia Tallarico III B Disegno di Giulia Natali III B
Nel mondo ci sono moltissime per-
sone che non comprendono il fatto
che tutti quanti siamo fratelli, figli di
un unico Padre e, soprattutto, che
non ci sono distinzioni.
A volte ci lasciamo condizionare dal
fatto che una persona abbia un ca-
rattere differente dal nostro, un difet-
to particolare, una malattia o un co-
lore di pelle diverso dal nostro.
Spesso si considerano queste per-
sone diverse e capita anche di ridere
di loro. Ma il mondo è appunto bello
perché c‟è diversità fra la gente: una
bambina castana è uguale ad una
bambina nera, a una bionda, ad una
disabile o ad una malata.
Purtroppo non tutti la pensano così,
e dovremmo renderci conto che que-
sti “particolari” fanno parte della vita,
siamo tutti esseri umani e non cose
o animali, che pur meritano il rispetto
di tutti.
Spesso le persone che vengono
“escluse” dalla vita sociale sono pro-
prio quelle di colore. Secondo me le
cose che dovrebbero contare nella
vita sono ben altre e bisognerebbe
non fermarsi mai solo all‟apparenza.
DIVERSITA’ = RAZZISMO?!? di Valentina Fratto V A Scuola primaria Laura D’Errico
nessuno è nato schiavo, né padrone,
che tutti siamo nati liberi e siamo
fratelli e che nessuno merita di vive-
re nella miseria.
Il mondo sarà sempre grato a Man-
dela per aver realizzato il miracolo
politico di sconfiggere il razzismo e d
aver contribuito a liberare e tenere
unita una nazione, che era stata at-
taccata dalla più radicale delle ingiu-
stizie: l‟apartheid che costringeva i
neri a vivere separati dai bianchi.
Nelson Mandela è stato il leader
del Sudafrica e, per tutta la vita, ha
combattuto il razzismo.
È morto il 5 dicembre 2013, a 95
anni, dopo mesi di sofferenza, en-
trando nella storia come simbolo di
giustizia sociale e libertà.
Nel 1993 gli venne conferito il Pre-
mio Nobel per la pace e nel 1947,
dopo 27 anni di carcere, divenne il
presidente del Sudafrica.
Il messaggio che ha diffuso è che
Nelson Mandela,
paladino dei diritti umani di Gianmario Collia V A Scuola primaria Laura D’Errico
Essere liberi non significa
solo sbarazzarsi delle pro-
prie catene, ma vivere in un
modo che rispetta e valoriz-
za la libertà degli altri.
IN ALTO Pagina 6
Progetto ”Io Tu Noi e… le regole dello Stato Italiano” Breve sintesi del percorso di educazione alla legalità effettuato dalle classi V B e V A
del plesso T. Campanella.
Siamo partiti con due domande alle quali ognuno di noi ha dato una risposta . Per capire quali sono i nostri
diritti, ma anche i nostri doveri
1. Cosa possiamo fare noi ragazzi a casa e a scuola.
2. Cosa non possiamo fare noi ragazzi a casa e a scuola.
ci ECCO LE NOSTRE RISPOSTE:
COSA SI FA
A CASA A SCUOLA
SI AIUTA LA MAMMA QUANDO NE HA BISOGNO SI ASCOLTA LA MAESTRA
SI RISPETTANO IN CASA E FUORI LE PERSONE
ADULTE
SI SALUTA QUANDO SI ENTRA IN CLASSE
CI SI COMPORTA BENE A TAVOLA SI ARRIVA PUNTUALI A SCUOLA
SI CURA LA PROPRIA IGIENE PERSONALE SI CHIEDE IL PERMESSO PER PARLARE
SI OBBEDISCE AI PROPRI GENITORI SI CHIEDONO SPIEGAZIONI ALLA MAESTRA QUANDO
NON CAPIAMO I COMPITI
SI RISPETTANO LE PIANTE DELLA MAMMA SI RISPETTANO I COMPAGNI
SI STA COMPOSTI SULLA SEDIA
SI RISPETTANO LE REGOLE DEL LABORATORIO IN-
FORMATICO
SI RISPETTA IL REGOLAMENTO DI CLASSE
A CASA A SCUOLA
GUARDARE LA TV MENTRE SI MANGIA ANDARE CONTINUAMENTE IN BAGNO
DISTURBARE I VICINI LITIGARE CON I COMPAGNI
ALZARSI DA TAVOLA PRIMA CHE TUTTI FINISCA-
NO
RISPONDERE MALE ALLA MAESTRA
SALTARE SUI DIVANI O GIOCARE A PALLA IN CA-
SA
CHIACCHIERARE DURANTE LA SPIEGAZIONE
URLARE IN CASA INTERROMPERE CONTINUAMENTE
DIRE PAROLACCE COPIARE DAI COMPAGNI
STARE CONTINUAMENTE ALLA TV GRIDARE O LANCIARE OGGETTI
RISPONDERE MALE ALLE PERSONE ADULTE CORRERE NEI CORRIDOIO O TRA I BANCHI
USCIRE DA CASA SENZA PERMESSO PRENDERE LE COSE DEGLI ALTRI
FARE IN CASA GIOCHI VIOLENTI BUTTARE IL CIBO NELLA SPAZZATURA
LANCIARE GLI OGGETTI DAL BALCONE
COSA NON SI FA
IN ALTO Pagina 7
Abbiamo stilato in classe il nostro Regolamento, basandoci su ciò che abbiamo ritenuto
necessario nelle nostre comunità classi
Nel regolamento della classe da noi elaborato ci sono le regole che, a scuola, dovremmo Nel regolamento della classe da noi elaborato ci sono le regole che, a scuola, dovremmo
rispettare sempre per essere alunni educati, rispettosi delle regole e della civile conviven-rispettare sempre per essere alunni educati, rispettosi delle regole e della civile conviven-
za.za.
MaMa
Noi bambini sappiamo che cos’è una regola? Dove si trovano le regole ?Noi bambini sappiamo che cos’è una regola? Dove si trovano le regole ?
La regola è una maniera di comportarsi in modo molto diligente e implica un comporta-La regola è una maniera di comportarsi in modo molto diligente e implica un comporta-
mento sempre corretto e civile ovunque. mento sempre corretto e civile ovunque.
REGOLAMENTO DI CLASSE
1. Si arriva puntuali a scuola
2. Si saluta quando si entra in classe
3. Si deve portare sempre l’ occorrente
4. Si deve ascoltare chi parla
5. Non si interrompe quando qualcuno parla
6. Si devono rispettare le consegne
7. Si devono rispettare arredi e oggetti scolastici
8. Si aiutano i compagni in difficoltà
9. Si collabora con i compagni
10. Si deve tenere in ordine il materiale scolastico
11. Non si disturba durante la lezione
12. Non si dicono le parolacce
13. Non si disprezza il cibo servito dalla mensa
W LA
SCUOLA
IN ALTO Pagina 8
E per saperne di piùE per saperne di più Per saperne di più ci siamo posti delle semplici domande alle quali abbiamo voluto dare delle sem-
plici risposte anche aiutandoci con l’uso del vocabolario…
Che cosa è un regolamento?
Il regolamento è un insieme di norme fissate da organi pubblici o da enti privati che ha lo scopo di
disciplinare certi settori di attività o il proprio funzionamento.
Che cosa è il regolamento della scuola?
È un insieme di regole che ha lo scopo di disciplinare il nostro comportamento a scuola.
Cosa è una regola?
La regola è una norma di comportamento dettata per lo più dalla consuetudine o dall’esperienza.
Che cosa è una norma?
È una regola di comportamento, un modello positivo a cui attenersi.
Che cos’ è una legge?
Una legge è una norma o un insieme di norme che regolano il comportamento morale e sociale de-
gli uomini.
Esempio:
La Costituzione italiana è un insieme di norme che regolano il comportamento dei cittadini.
Quindi è la legge degli italiani.
Che cos’è un comportamento morale?
Il comportamento morale è quello che riguarda la vita pratica dei cittadini considerata come un atto
di scelta tra bene e male, giusto e ingiusto.
Che cos’ è la moralità?
È un insieme di leggi e norme accettate dai componenti di una società e che sono alla base del
comportamento di ognuno.
Chi può fare la regola?
In ogni società le regole sono fatte dagli uomini che rappresentano le istituzioni.
Ma… chi ha fatto le prime regole scritte?
UN PO’ DI STORIA …
A partire dal Paleolitico, ogni co-
munità si è data delle regole per raf-
forzare i legami tra i suoi membri e
farli sentire rassicurati e protetti. Le
regole, in un primo momento, venne-
ro tramandate oralmente perché i
gruppi sociali erano poco numerosi,
perciò condividevano le stesse abitu-
dini di vita. Quando le società diven-
nero più grandi e più complesse nac-
que il bisogno di regolare i rapporti
tra le persone e quindi tramandare le
regole oralmente non bastava più.
La scrittura che era nota inizialmente
con lo scopo di registrare la quantità
delle merci e dei tributi che i cittadini
versavano venne in seguito anche
utilizzata per annotare le norme che
regolavano la vita sociale.
CHI ERA HAMMURABI?
Hammurabi fu il più importante re
di Babilonia, una delle tante città-
stato della Mesopotamia, prima che
diventasse capitale del regno Babilo-
nese. Hammurabi fu un grande con-
dottiero, apparteneva a una tribù
nomade: gli Amorrei che abitavano
nella regione di Amur, a occidente
dell‟Eufrate. Intorno al 1800 a.C. il re
Hammurabi era riuscito a creare un
grandissimo regno, al cui interno
però ogni città conservava la propria
lingua, i propri usi e le proprie tradi-
zioni. Per cercare di unificare tutte
quelle genti, il re Hammurabi intro-
dusse una raccolta di leggi scritte
che oggi conosciamo come il
“Codice di Hammurabi”. In questo
codice fece raccogliere e scrivere su
grandi lastre di pietra tutte le leggi
tradizionali del suo popolo. Le lastre
furono affisse in tutte le città del re-
gno di Babilonia. In questo modo il
re volle che tutti i popoli del suo im-
pero avessero le stesse leggi, che
tutti i cittadini dell‟impero avessero
la possibilità di conoscere le leggi e
di rispettarle. Le leggi, una volta
scritte, restavano sempre uguali e
non cambiavano anche se cambia-
va il re o il giudice.
IN ALTO Pagina 9
Hammurabi impose a tutte le popo-
lazioni del suo impero le stesse leg-
gi, perciò tutti dovevano osservare
le stesse regole, anche se, il codice
di Hammurabi prescriveva facil-
mente la morte se il colpevole era
un debole (schiavo o libero senza
soldi), mentre, se si trattava di un
nobile si applicava la legge del ta-
glione, perciò diritti e doveri non
erano uguali per tutti.
Ai bambini delle classi V A e V B del plesso T.
Campanella è stata posta questa domanda:
I diritti sono dei bisogni a cui non è possibile rinun-
ciare, essi sono fondamentali e necessari, ci con-
sentono di vivere serenamente, in pace, nella liber-
tà e nell‟ armonia. I diritti vanno difesi e non vanno
confusi con i capricci. Quali secondo te sono i più
importanti? E qual è l‟organismo internazionale che
si interessa della difesa dei diritti dell‟infanzia?
Ecco le loro risposte:
1. il diritto di ricevere un‟ istruzione. 2. il diritto di avere una casa. 3. il diritto di avere una famiglia. 4. il diritto all‟ alimentazione. 5. il diritto di essere curato. 6. il diritto di giocare. 7. il diritto di avere una propria identità.
8. il diritto di avere un nome. 9. il diritto di esprimere la mia opinione. 10. il diritto di avere una nazionalità. 11. il diritto di praticare la mia religione. 12. il diritto ad avere un ambiente pulito. 13. il diritto di essere rispettato nella mia diversità. 14. il diritto di venire al mondo. 15. il diritto di non essere sfruttato. 16. il diritto ad avere un ambiente verde dove poter
giocare. 17. il diritto a non essere rapito né venduto. 18. il diritto a non essere maltrattato.
L’ organismo internazionale che ha il
compito di intervenire in difesa dei di-
ritti dei bambini è l’UNICEF.
ABBIAMO CAPITO CHE….
LA CONVENZIONE DEI DIRITTI DEI BAMBINI È COME UNO SCUDO
difende da:
1. Lo sfruttamento sul lavoro.
2. Il rapimento e la vendita.
3. I maltrattamenti.
4. L‟abuso e lo sfruttamento sessuale
5. La droga.
6. La tortura.
7. La pena di morte.
8. Comportamenti prepotenti (fatti anche da altri
bambini)
9. La guerra.
10. La fame.
IN ALTO Pagina 10
ABBIAMO CAPITO CHE:
I DIRITTI UMANI CON-
SENTONO AD OGNUNO DI
VIVERE CON DIGNITÀ
DOVE VENGONO RISPET-
TATI C’E LIBERTÀ, GIU-
STIZIA, PACE E DEMO-
CRAZIA.
I DIRITTI UMANI DEVO-
NO APPARTENERE A
TUTTI GLI UOMINI E LE
DONNE DELLA TERRA,
CIOÈ ALL’INTERA UMA-
NITÀ
Dalle discussioni in classe sui diritti dei
bambini abbiamo scoperto anche il con-
cetto di responsabilità. Il concetto di re-
sponsabilità ci ha fatto pensare immedia-
tamente che i diritti sono importanti, ma
questi devono essere necessariamente
accompagnati dai doveri. I doveri sono
delle regole che dobbiamo assolutamente
rispettare per poter vivere pacificamente,
con gli altri, in assenza di guerre e di con-
flitti per poter crescere in modo sano e fe-
lice.
Tra i tanti doveri che noi bambini abbiamo ci
sono:
1. Ascoltare i genitori e gli adulti a noi vicini.
2. Non trascorrere tutto il tempo libero davanti ai vi-
deogiochi.
3. Essere ubbidienti.
4. Essere educati.
5. Ordinare la propria cameretta.
6. Spegnere la luce quando si esce da una stanza.
7. Lavarsi i denti dopo aver mangiato.
8. Aiutare la mamma a sparecchiare.
9. Consumare i pasti per non buttare il cibo nella
spazzatura.
10. Andare sempre a scuola.
11. Arrivare puntuale a scuola.
12. Eseguire i compiti a casa.
13. Ascoltare le lezioni.
14. Curare la propria igiene personale.
15. Non dare confidenza agli estranei.
Il diritto al gioco Per saperne di più
I diritti umani sono ripor-
tati in alcuni documenti
speciali, prima fra tutte la
Dichiarazione Universale
dei Diritti Umani, emanata
dall’ONU nel 1948, e la
Convenzione Internazio-
nale dei Diritti dell’Infan-
zia, emanata dall’ONU nel
1989.
IN ALTO Pagina 11
La giustizia
Abbiamo capito che ad ogni
diritto deve corrispondere ne-
cessariamente un dovere e
che da questo deriva il concet-
to di Democrazia fatta di diritti,
ma anche di doveri.
PER SAPERNE DI PIU’
DIRITTI E DOVERI DEGLI UOMINI
Diritti e doveri degli uomini sono regolati da
documenti che possono essere nazionali e
internazionali. Noi conosciamo la Convenzio-
ne sui Diritti dell’infanzia e dell’adolescen-
za approvata all‟assemblea generale delle Na-
zioni Unite il 20 novembre 1989, ratificata in
Italia il 27 maggio 1991.
La dichiarazione dei diritti dell’uomo
e del cittadino
È un testo giuridico che è stato elaborato nel
corso della rivoluzione francese e contiene
l‟elenco dei diritti fondamentali dell‟uomo e del
cittadino. Fra questi il diritto alla libertà della
persona. Innanzitutto viene dichiarato il diritto
di uguaglianza di tutti gli esseri umani …Dalla
dichiarazione dei diritti dell‟uomo e del cittadi-
no prendono spunto parecchie Costituzioni
delle nazioni moderne.
Se volete saperne di più sul nostro proget-
to della legalità potete scaricare l’intero
opuscolo dal sito: icmaterdominicz.gov.it
nella sezione “progetti”
a cura delle classi VB e VA scuola primaria
pl. T.Campanella
Vivere nella legalità...Vivere nella legalità...
Vivere nella legalità significa...
essere cittadini onesti
avere un lavoro
rispettare le regole
credere nella pace
capire che tutti gli uomini sono ugua-
li davanti alla legge
rispettare il punto di vista degli altri
essere liberi da condizionamenti da
bullismo
avere la propria dignità
credere nell’uguaglianza
avere un mondo senza guerre
avere un mondo senza alcun tipo di
mafie
avere la possibilità di esprimere le
proprie idee
decidere di fare ciò che si ritiene giu-
sto senza, però, danneggiare gli altri. E’ nostra convinzione che la
scuola sia luogo privilegiato di
trasmissione ed elaborazione dei
saperi, di formazione umana e
culturale. In essa si può e si
deve imparare “anche e soprat-
tutto” a divenire cittadini italiani.
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Ogni anno, quando si avvicina il 27
gennaio, che è la Giornata della Me-
moria, la nostre docenti ci fanno
riflettere sull‟Olocausto, cioè sul sa-
crificio degli Ebrei che sono stati uc-
cisi dai Tedeschi. Insieme ai compa-
gni vediamo alcuni film che raccon-
tano la storia di bambini che hanno
vissuto nel periodo del nazismo e
che sono morti ingiustamente, solo
perché considerati di una razza infe-
riore e impura. La parola Olocausto
deriva dal greco olokaustos,
“bruciato interamente”, ed ora que-
sto termine indica lo sterminio nazi-
sta nei confronti degli Ebrei e verso
tutte quelle persone ritenute
”indesiderabili”. A scuola abbiamo
visto alcuni film come “Il bambino
con il pigiama a righe” e “La vita è
bella” e abbiamo letto libri quali “I
chiodi di Spatausen” e “L‟albero del-
la memoria”. Siamo rimasti molto
colpiti dalla cattiveria dei Tedeschi
che, nei campi di concentramento,
hanno fatto morire tante persone
nelle camere a gas e nei forni cre-
matori. Abbiamo capito che nel
1939 è iniziata la seconda Guerra
Mondiale. I Tedeschi facevano guer-
ra ai Russi perché volevano conqui-
stare altri territori. A capo dei nazisti
c‟era Hitler, che voleva sterminare
tutti gli Ebrei. Nel 1942 vennero co-
struiti i campi di concentramento.
Essi erano circondati da filo spinato
così le persone che si trovavano al
loro interno non potevano evadere.
Gli Ebrei venivano arrestati e depor-
tati in questi campi e avevano la
stella di Davide sugli abiti, per esse-
re riconosciuti dai soldati. Molti mori-
rono per fame perché mangiavano
solo brodo fatto di acqua con dentro
qualche verdura, altri morirono di
stenti. Affinché non si sapesse della
loro morte Hitler fece in modo di
sterminarli nelle camere a gas. I
Russiarrivarono il 27 Gennaio 1945
nel campo di sterminio di Auschwitz
e tutto il mondo venne a conoscenza
delle atrocità commesse dai Tede-
schi. Il 27 gennaio 1945, pertanto, gli
ultimi superstiti del campo di Ausch-
witz furono liberati dall‟armata russa,
ecco perché oggi si ricorda questa
data come “Il giorno della Memoria”.
Celebrare questa giornata significa
per tutti noi esprimere un atteggia-
mento di ribellione nei confronti degli
atti di persecuzione che i soldati te-
deschi hanno perpetrato nei confron-
ti di coloro che furono dichiarati
“diversi”. Abbiamo sempre pensato
che è stata una cosa assurda e in-
giusta, perché noi esseri umani sia-
27 gennaio: Giorno della Memoria
LA SHOAH
a cura della cl V A scuola primaria pl . T. Campanella
mo tutti uguali e non è il colore della
pelle o la religione a renderci diversi.
Quello che è accaduto non può cam-
biare la storia. L‟unica cosa che si
può fare è sperare che non accada
mai più. Parlare della Shoah è un
po‟ deprimente per noi bambini, ma
non si può far finta di niente. Noi
abbiamo il diritto di sapere cosa è
successo prima della nostra nascita,
senza alcun timore, per evitare che
si possa ripetere.
Giorno 19 Maggio io ed altri miei compagni ci siamo recati presso il salone „‟Ameduri‟‟ del Liceo Classico di Catanzaro, per incontrare Michele D‟Ignazio, autore del libro “STORIA DI UNA MATITA”. E‟ un trentenne nato a Cosenza. Dall‟età di 18 anni ha sempre seguito la passione per la scrittura e alla fine ha coronato il suo sogno. Durante l‟estate gestisce una piccola locanda sull‟alto tirreno Co-sentino. Dopo essersi presentato, noi ragazzi abbiamo avuto la possi-bilità di rivolgere delle domande all‟
autore. La mia grande sorpresa è stata quando Michele D‟Ignazio ci ha fatto vedere la bozza della seconda parte del libro che s‟intitolerà „‟STORIA DI UNA MATITA, A SCUOLA‟‟. Molte classi hanno con-segnato i loro lavori all‟autore e dopo aver fatto autografare i nostri libri siamo ritornati a casa. Secondo me questa esperienza è stata molto di-vertente e istruttiva e l‟autore ci ha insegnato una cosa molto importan-te: bisogna sempre credere nei pro-pri sogni….!!!
Progetto Gutenberg di Marina Papasidero classe I D s. secondaria di I grado Lampasi-Todaro
Il 27 novembre del le truppe sovieti-
che aprirono finalmente i cancelli di
Auschwitz e liberarono i superstiti.
Io, quattro anni fa, sono andato a
visitare questo campo di concentra-
mento con la mia famiglia. Non ricor-
do molto, ma posso dire che è un
posto molto grande e anche “freddo”
e triste. Gabriele Gallelli
Hitler era un folle che ha ucciso e
fatto uccidere molte persone ed è
stato ripagato con la stessa moneta;
ma alla violenza non si risponde con
altra violenza.
In questi giorni la televisione ha tra-
smesso diversi film sulla Shoah, ma
a me questi film non piacciono mol-
Il Giorno della Memoria ci ricorda
un momento triste della storia, per-
ché ci ricorda che sono morte milioni
di persone per colpa del dittatore
Hitler.
Egli pensava che solo i tedeschi era-
no “perfetti” e superiori a tutte le raz-
ze, e iniziò a perseguitare gli ebrei e
tutti quelli che considerava inferiori.
Hitler ordinava ai suoi uomini di dire
ai prigionieri che venivano portati a
fare un doccia, invece venivano sof-
focati col gas o mitragliati. Hitler fa-
ceva dire agli impiegati-ebrei che gli
avrebbe fatto avere un buon lavoro,
invece li faceva caricare sui treni e
per condurli ai campi di concentra-
mento.
Secondo me è giusto celebrare que-
sta giornata, perché tutte quelle vitti-
me non avevano nessuna colpa e
anche perché non devono mai più
succedere tragedie come queste. Giada Guzzo
Molte persone pensano che basta
piangere per celebrare il ricordo di
eventi drammatici, che sono avvenu-
ti a causa delle azioni crudeli di per-
sone razziste. Invece no! Bisogna
ricordare studiando la storia, infor-
mandosi, leggendo documenti,
ascoltando testimonianze, parteci-
pando a dibattiti.
Questo giorno, che solo ai “razzisti”
e alle persone indifferenti può sem-
brare un giorno come tanti altri, è
invece un giorno speciale. Oggi le
nostre preghiere, i pensieri, i ricordi
sono rivolti soltanto a quelle persone
che hanno sofferto nei campi di con-
centramento, luoghi che hanno tolto
a loro due cose preziose: la dignità e
la vita!!! La cosa più brutta che capi-
tava a queste persone è che, prima
di ucciderli, li torturavano terribilmen-
te, ad esempio toglievano loro le
unghie dai piedi o dalle mani, li fru-
stavano a sangue e gli facevano
Durante la II Guerra Mondiale i
tedeschi sterminarono milioni di per-
sone solo perché le ritenevano di
razza inferiore alla loro. Soprattutto
perseguitarono gli Ebrei, uccidendo-
ne circa 6 milioni.
I tedeschi costruirono diversi campi
di sterminio, dove deportavano gli
Ebrei su carri di bestiame. In questi
campi li facevano lavorare come
schiavi, li torturavano e poi li uccide-
vano nelle camere a gas e ne brucia-
vano i cadaveri.
Io penso che l‟Olocausto rappresenti
una delle tragedie più orribili della
storia, perché milioni di persone in-
nocenti furono uccise soltanto per-
ché erano di razza e di religione di-
versa da quella tedesca. Per molto
tempo la gente ignorò l‟olocausto.
Negli ultimi anni però il 27 Gennaio si
commemora “La Giornata della Me-
moria”, per ricordare tutte quelle per-
sone innocenti che furono uccise dai
nazisti.
La Giornata della Memoria esiste per
ricordare a tutto il mondo la tragedia
dell‟olocausto e per far conoscere
quello che è successo alle persone
perseguitate dai tedeschi.
Disegno di Giorgia Longo
IL GIORNO DELLA MEMORIA: QUANTO ABBIAMO IMPARATO DAL NOSTRO PASSATO?
a cura della V A plesso Laura D’Errico
molte altre cose terribili che non vo-
glio ricordare.
Più di sei milioni di ebrei sono stati
uccisi per mano di Adolf Hitler e dei
suoi uomini.
Purtroppo, nonostante la storia ci
abbia dato testimonianza di queste
cose atroci, la situazione non è del
tutto cambiata, perché ancora oggi si
assiste a manifestazioni e atti di raz-
zismo in varie parti del mondo e que-
sto mi dispiace molto.
Significa che l‟uomo non ha imparato
molto dal passato. Marzia Squillace
PENSIERI SULLA SHOAH
a cura della IV A plesso Laura D’Errico
to, perché mi fanno venire in mente
quei brutti momenti. E se ripenso a
tutti quei bambini ebrei, allontanati
dalla loro famiglia e tenuti prigionieri
nei lager, penso che se fossi stato
al loro posto sarei stato molto triste
e non sarei stato per niente corag-
gioso. Francesco Sità
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