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Scritture e Regimi contabili
Parte I
Le scritture contabili obbligatorie
secondo il Codice Civile e le norme fiscali
Torino, 4 marzo 2014
Dott. Piercarlo Bausola - Dott. Alberto Marengo - Dott. Umberto Terzuolo
2
Quadro generale
Le scritture contabili sono documenti che contengono la rappresentazione quantitativa
dell'attività di impresa e dei suoi risultati, sulla cui base il sistema di contabilità determina
ed esprime i fatti e le operazioni aziendali.
Alla fine di ogni anno, tali operazioni, determinano la situazione
economico patrimoniale dell'impresa, così come riassunta dal
Bilancio d'esercizio.
3
Oltre ad essere uno strumento informativo essenziale per l'impresa
stessa e per i terzi le scritture sono
obbligatorie
ai sensi di diverse disposizioni normative
civilistiche e fiscali
che ne disciplinano il contenuto e le modalità di tenuta e
conservazione.
art. 2082 C.C. Imprenditore
E’ chi esercita professionalmente una attività economica organizzata al fine della produzione o dello scambio di beni o di servizi.
art. 2195. C.C. Imprenditori soggetti a registrazione.
Sono soggetti all'obbligo dell'iscrizione nel registro delle imprese gli imprenditori che esercitano
1) 1) un'attività industriale diretta alla produzione di beni o di servizi
2) 2) un'attività intermediaria nella circolazione dei beni
3) 3) un'attività di trasporto per terra per acqua o per aria;
4) 4) un'attività bancaria o assicurativa;
5) 5) altre attività ausiliarie delle precedenti.
art. 2083 c.c. Piccoli imprenditori.
Sono piccoli imprenditori i coltivatori diretti del fondo, gli artigiani, i piccoli
commercianti e coloro che esercitano un'attività professionale organizzata
prevalentemente con il lavoro proprio e dei componenti della famiglia
art. 2238 cc. Rinvio.
Se l'esercizio della professione costituisce elemento di un'attività organizzata in
forma di impresa, si applicano anche le disposizioni del titolo II.
In ogni caso, se l'esercente una professione intellettuale impiega sostituti o ausiliari,
si applicano le disposizioni delle sezioni II, III e IV del capo I del titolo II.
Art. 2214 Codice Civile Libri obbligatori e altre scritture contabili
-[1] L'imprenditore che esercita un'attività commerciale deve tenere
il libro giornale
il libro degli inventari
-[2] Deve altresì tenere le altre scritture contabili che siano richieste dalla natura e dalle dimensioni dell'impresa e conservare ordinatamente per ciascun affare gli originali
delle lettere, dei telegrammi e delle fatture ricevute, nonché le copie delle lettere, dei
telegrammi e delle fatture spedite.
- [3] Le disposizioni di questo paragrafo non si applicano ai piccoli imprenditori.
Art. 2083 C.C. Sono piccoli imprenditori i coltivatori diretti del fondo (1647, 2139), gli artigiani, i piccoli
commercianti e coloro che esercitano un’attività professionale organizzata prevalentemente con il
lavoro proprio e dei componenti della famiglia (2202, 2214, 2221).
Non sono obbligati alla tenuta della contabilità ai fini civilistici
(perché non rientrano fra i soggetti di cui all’art.2082 c.c.)
MA
Devono tenere la contabilità a fini fiscali
Artisti e professionisti
La tenuta delle scritture contabili è
altresì obbligatoria, ai sensi dell'articolo 2238 codice civile,
anche per i soggetti che esercitino arti o professioni,
quando l'esercizio della professione costituisce elemento di
un'attività organizzata in forma d'impresa.
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L’OBBLIGO CONTABILE
Art. 13 DPR 600/73:
E’ la norma FISCALE ad identificare nel dettaglio i soggetti obbligati
alla tenuta delle scritture contabili sopra elencati
(Tra i quali rientrano anche i soggetti esercenti arti e professioni
individuati dall’art.2238 C.C.)
- Imprenditori persone fisiche esercenti attività commerciali,
- Società commerciali, di persone e di capitali;
- Società cooperative;
- Persone fisiche che esercitino arti e professioni e le società o associazioni fra essi
- Enti pubblici che hanno per oggetto anche non esclusivo o principale, l'esercizio di un'attività commerciale;
- Le associazioni e le fondazioni esercenti imprese commerciali;
La legge sancisce pertanto due tipologie di
OBBLIGHI E FINALITA’
1) Profilo civilistico Capitale e Reddito
2) Profilo fiscale definizione del reddito e IVA
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Le scritture contabili che le società commerciali e gli imprenditori individuali devono tenere
ai fini fiscali variano in relazione al regime contabile adottato.
E’ possibile distinguere tra:
A)imprese in contabilità ordinaria (artt. 14 - 16 del DPR 600/73);
B) imprese in contabilità semplificata (art. 18 del DPR 600/73). ______________________________________________________
Particolari scritture contabili sono poi previste per:
• le imprese di allevamento di animali che eccedono i limiti di cui all'art. 32 co. 2 lett. b) del TUIR;
• le imprese esercenti attività agricole che si avvalgono dei regimi forfetari di cui all'art. 56-bis TUIR;
• le imprese esercenti attività di agriturismo di cui all'art. 5 della L. 413/91.
Regimi contabili
Specifiche ipotesi di esclusione dai suddetti obblighi di tenuta sono previste per i soggetti
che si avvalgono delle seguenti disposizioni:
• regime sostitutivo per le nuove iniziative produttive (art. 13 della L. 388/2000) - FORFETTINO;
• regime di vantaggio per l'imprenditoria giovanile e i lavoratori in mobilità (art. 1 co. 96 - 117 della
L. 244/2007 e art. 27 co. 1 e 2 del DL 98/2011) – REGIME DEI MINIMI;
• regime contabile agevolato per i c.d. “EX-MINIMI" (art. 27 co. 3 - 5 del DL 98/2011);
• regime premiale per favorire la trasparenza (art. 10 co. 1 - 8 del DL 201/2011).
Regimi contabili particolari
Modalità di esercizio dell'opzione (o della revoca)
Ai sensi dell'art. 1 co. 1 del DPR 10.11.97 n. 442,
l'opzione o la revoca di regimi di determinazione dell'imposta o di regimi contabili si
desumono dal comportamento concludente del contribuente stesso o dalle modalità di
tenuta delle scritture contabili nel corso del periodo d'imposta.
Per comportamento concludente si intende l'effettuazione, da parte del contribuente, di
adempimenti che presuppongono inequivocabilmente la scelta di un determinato regime,
osservandone i relativi obblighi, in luogo di quello operante come regime di base;
Resta ferma la necessità di sussistenza dei presupposti soggettivi e oggettivi necessari
per avvalersi del regime opzionale (C.M. 27.8.98 n. 209/E).
LE OPZIONI
…SEGUE…. Modalità di esercizio dell'opzione (o della revoca)
Indicazione nella dichiarazione IVA
Le opzioni e le revoche previste in materia di IVA e di imposte dirette devono essere comunicate nella
prima dichiarazione annuale IVA da presentare successivamente alla scelta operata.(art. 2,DPR 442/97)
Deve essere barrata l'apposita casella del quadro VO
Il quadro va compilato per comunicare l'opzione di un regime contabile diverso da quello proprio
IN CASO DI ESONERO da dichiarazione annuale IVA:
il quadro VO deve essere presentato in allegato alla dichiarazione dei redditi.
(nel frontespizio di UNICO, c’è una specifica casella per segnalare la presenza del quadro VO compilato)
In linea generale quindi la comunicazione di qualsiasi opzione e/o revoca avviene soltanto a posteriori.
L’Art. 14 DPR 600/73 prevede che
- Il Libro GIORNALE (contabilità ordinaria) - Il Libro INVENTARI (2217 C.C. e art. 15 DPR 600/73)
- I libri previsti dalla normativa IVA (acquisti, vendite, riepilogativo)
- Le scritture ausiliarie (riepilogo elementi patrimoniali ed economici
in categorie omogenee): cosiddetti “partitari”
I soggetti di cui all’art. 13 pertanto debbano tenere le seguenti scritture:
- Le Scritture ausiliarie di magazzino (solo al superamento dei limiti dimensionali)
-Il Registro beni ammortizzabili (art. 16 DPR.600) :
NB:(reso facoltativo dal DPR 695/96 se le annotazioni sono effettuate su:
Soggetti ORDINARI: Libro inventari
Soggetti SEMPLIFICATI: Acquisti IVA
- Libri sociali ex art. 2412 C.C. (obbligatori per le società di capitali):
- Libro soci
- Libro assemblee
- Libro CDA
..Segue..
Art. 14 e seguenti DPR 600/73
Art. 14 e seguenti DPR 600/73
Ambito soggettivo
Quello ordinario può essere un regime contabile
obbligatorio od opzionale,
in relazione:
• alla natura giuridica del contribuente;
• all'ammontare di ricavi da questi conseguito.
La Contabilità Ordinaria
Art. 14 e seguenti DPR 600/73 - Contabilità Ordinaria
Soggetti in contabilità ordinaria PER OBBLIGO indipendentemente dal volume di ricavi conseguito:
• le spa, le srl, le sapa, le cooperative e le mutue assicuratrici;
• gli enti pubblici e privati, diversi dalle società, con oggetto esclusivo o principale l'esercizio
di attività commerciali;
• i trust , se hanno per oggetto esclusivo o principale l'esercizio di attività commerciali;
• le stabili organizzazioni di società ed enti non residenti nel territorio dello Stato;
• le associazioni non riconosciute, i consorzi e le altre organizzazioni non appartenenti
ad altri soggetti passivi, che hanno per oggetto esclusivo o principale l'esercizio di attività
commerciali.
Art. 14 e seguenti DPR 600/73
Modalità di accesso al regime Il contribuente in contabilità ordinaria per obbligo:
• non è tenuto ad indicare il regime in sede di inizio attività (attraverso il modello AA9/11
ovvero il modello AA7/10, a seconda che sia imprenditore individuale oppure soggetto
diverso da una persona fisica);
• applica il regime di contabilità ordinaria (comportamento concludente);
• NON deve barrare alcuna casella del quadro VO della dichiarazione IVA.
Soggetti in contabilità ordinaria PER OBBLIGO
Soggetti in contabilità ordinaria per SUPERAMENTO DEI LIMITI
Per gli altri titolari di reddito d'impresa, il regime di contabilità ordinaria si applica
obbligatoriamente SOLO se i ricavi eccedono i limiti quantitativi previsti per
l'accesso al regime di contabilità semplificata
Tali soggetti sono i seguenti:
• le persone fisiche che esercitano imprese commerciali ai sensi dell'art. 55 del TUIR;
• le snc, le sas e i soggetti ad esse equiparati ai sensi dell'art. 5 del TUIR;
• gli enti non commerciali che esercitino anche un'attività commerciale non prevalente;
• i trust , se esercitano un'attività commerciale in via non prevalente.
Art. 14 e seguenti DPR 600/73 - Contabilità Ordinaria
Soggetti in contabilità ordinaria PER OPZIONE
Ai sensi degli artt. 18 (modificato dal D.L.70/2011- "decreto sviluppo“) e 20 del DPR 600/73,
il regime delle imprese minori si applica
alle imprese individuali,
alle snc,
alle sas (ed equiparati art. 5 TUIR),
agli enti non commerciali (residenti e non) esercenti un'attività commerciale in via non
prevalente
che hanno conseguito, nel periodo d'imposta precedente, ricavi non superiori a: • euro 400.000,00, per le imprese aventi per oggetto prestazioni di servizi;
• euro 700.000,00, per le imprese aventi per oggetto altre attività.
(in precedenza i limiti erano pari ad euro 309.874,14, per le imprese di servizi, e euro 516.456,90, per altre attività)
Segue …Soggetti in contabilità ordinaria per opzione Tali soggetti "naturalmente" in contabilità semplificata hanno la facoltà di optare per il
regime ordinario (art. 18 co. 6 del DPR 600/73).
Modalità di esercizio dell'opzione (o della revoca)
Il contribuente che intende esercitare l'opzione per il regime di contabilità ordinaria:
• non è tenuto ad indicare il regime in sede di inizio attività (attraverso il modello
AA9/11 ovvero il modello AA7/10,
• applica il regime di contabilità ordinaria (comportamento concludente);
• DEVE barrare la relativa casella del quadro VO della dichiarazione IVA da presentare
successivamente alla scelta operata.
Art. 18 DPR 600/73 – Contabilità Semplificata Ambito soggettivo
Il regime delle imprese minori è applicabile (artt. 18 e 20 del DPR 600/73):
• alle imprese individuali;
• alle snc, alle sas e ai soggetti equiparati ai sensi dell'art. 5 del TUIR;
• agli enti non commerciali (residenti e non) esercenti un'attività commerciale in via non
prevalente.
Tali soggetti adottano "naturalmente" tale regime qualora i ricavi conseguiti in un anno intero non siano superiori a
• euro 400.000,00, per le imprese aventi per oggetto prestazioni di servizi;
• euro 700.000,00, per le imprese aventi per oggetto altre attività.
Modalità di accesso al regime Il contribuente in possesso dei requisiti per l'applicazione del regime delle imprese minori:
• non è tenuto ad indicare il regime in sede di inizio attività; • applica il regime di contabilità semplificata (comportamento concludente);
• non deve barrare alcuna casella del quadro VO della dichiarazione IVA.
Adeguamento agli studi di settore
Il superamento del suddetto limite di ricavi per effetto dell'adeguamento ai parametri contabili o agli
studi di settore non comporta l'obbligo di tenuta della contabilità ordinaria per il periodo successivo
Art. 18 DPR 600/73 – Contabilità Semplificata
Esercizio congiunto di attività di prestazioni di servizi e altre attività
Per le imprese che effettuano
contemporaneamente prestazioni di servizi e altre attività,
si fa riferimento all'ammontare dei ricavi relativi all'attività prevalente (art. 18 co. 1 del
DPR 600/73), intendendosi per tale
quella da cui sono stati conseguiti i maggiori ricavi nell'esercizio
(circ. Agenzia delle Entrate 24.8.2001 n. 80/E).
Art. 18 DPR 600/73 – Contabilità Semplificata
ESEMPIO 1
Se nell'anno n la snc Alfa, esercente attività di produzione di beni,
consegue un ammontare di ricavi pari a 500.000 euro,
a partire dall'anno n+1 cade naturalmente nel regime di contabilità semplificata,
salvo opzione per quella ordinaria.
Se nell'esercizio n+1 l'ammontare di ricavi risulta pari a 750.000 euro,
dall'esercizio n+2 deve essere adottato il regime di contabilità ordinaria.
NB:In caso di inizio attività, è possibile scegliere il regime contabile (ordinario o semplificato)
sulla base dell'ammontare ragguagliato ad anno dei ricavi che saranno presumibilmente
conseguiti nell'anno stesso (art. 18 co. 7 del DPR 600/73).
Art. 18 DPR 600/73 – Contabilità Semplificata
ESEMPIO 2
Così, in caso di inizio attività il primo giorno del mese di luglio dell'anno n, per lo stesso
anno n è possibile adottare il regime di contabilità semplificata qualora si presuma di
conseguire un ammontare di ricavi non superiore a:
• 201.643,84 euro, se l'impresa ha per oggetto la prestazione di servizi;
• 352.876,71 euro, se l'impresa ha per oggetto attività diverse da quella di prestazione di
servizi.
Se, alla fine dell'anno n, i predetti limiti vengono superati, per lo stesso anno n resta
applicabile il regime "semplificato", mentre a partire dall'anno n+1 occorre applicare
il regime di contabilità ordinaria.
Art. 18 DPR 600/73 – Contabilità Semplificata
Abrogazione dell’obbligo di bollatura dei libri contabili L.383 – 18/10/2001
(ENTRATA IN VIGORE IL 25/10/2001)
l'art. 8, L. 383/2001 ha modificato l'art. 2215, comma 2, c.c.
Abrogato Obbligo di bollatura
per il libro giornale e per il libro degli inventari E per i libri e registri previsti dalle norme fiscali
N.B.: E’ rimasto in vigore l'obbligo di numerazione progressiva delle pagine.
Questa modifica segue quella i introdotta in precedenza (art. 7-bis, D.L. 357/1994),
che aveva soppresso l'obbligo di vidimazione annuale
del libro giornale e del libro degli inventari.
…Segue… Abrogazione dell’obbligo di bollatura dei libri contabili
L.383 – 18/10/2001 (ENTRATA IN VIGORE IL 25/10/2001)
Restano esclusi da tale disposizione i libri sociali obbligatori
previsti dall'art. 2421, c.c.
libro dei soci, libro delle obbligazioni, libro delle adunanze e delle deliberazioni delle
assemblee, libro delle adunanze e delle deliberazioni del consiglio di amministrazione, libro
delle adunanze e delle deliberazioni del collegio sindacale (ovvero consiglio di sorveglianza o
del comitato per il controllo sulla gestione), libro degli strumenti finanziari, libro delle
adunanze e delle deliberazioni del comitato esecutivo, libro delle adunanze e delle
deliberazioni delle assemblee degli obbligazionisti
ed ogni altro libro o registro per i quali l'obbligo della bollatura o della vidimazione
(fatto salvo la numerazione progressiva) è previsto da norme speciali.
…Segue… Abrogazione dell’obbligo di bollatura dei libri contabili - L.383 – 18/10/2001
…Segue… Abrogazione dell’obbligo di bollatura dei libri contabili - L.383 – 18/10/2001
Numerazione progressiva
Per effetto della soppressione della bollatura iniziale non serve più l'intervento dell'Ufficio del Registro delle Imprese o del notaio.
La numerazione è eseguita direttamente dal contribuente.
E’ sufficiente che il contribuente attribuisca un numero progressivo a ciascuna pagina
prima di utilizzare la stessa.
N.B. Per i registri a fogli mobili o di registri tenuti in forma meccanizzata, è sufficiente che il singolo
foglio o le singole pagine del registro meccanizzato siano numerati prima dell’utilizzo del foglio o
prima della stampa della singola pagina del registro meccanizzato
(e non più prima della messa in uso dell’intero registro o per blocchi)
Bollatura dei registri previsti da norme fiscali
L'art. 8, L. 383/2001, ha modificato gli articoli
Art. 39, D.P.R. 633/1972 (testo IVA)
E
Art.22, D.P.R. 600/1973
Estesa l'abolizione dell'obbligo della bollatura
ai registri previsti dalle norme fiscali (libri IVA e altri libri fiscali).
Anche per questi registri resta, comunque, confermato l'obbligo della
numerazione progressiva delle pagine che li compongono.
IMPOSTA DI BOLLO e TASSA DI CONCESSIONE GOVERNATIVA
Per libro giornale e libro degli inventari
PER SOCIETA’ DI CAPITALI: È previsto l’assolvimento dell'imposta di bollo
da € 16,00 per ogni 100 pagine o frazione di esse.
(art. 8, L. 383/2001)
PER SOCIETA’ DI PERSONE: È prevista la maggiorazione dell'imposta di bollo
da € 16,00 ad € 32,00 per ogni 100 pagine o frazione di esse.
(art. 8, L. 383/2001)
N.B.: L'imposta di bollo, dovuta per la formalità della numerazione,
va assolta prima che il registro sia posto in uso
(cioè prima di effettuare le annotazioni sulle prime pagine)
IMPOSTA DI BOLLO e TASSA DI CONCESSIONE GOVERNATIVA
Le società di capitali
assolvono in modo forfetario la tassa
e versano annualmente
la tassa di concessione governativa di € 309,87
(ovvero € 516,46, se il capitale sociale o il fondo di dotazione supera al
1° gennaio dell'anno di riferimento € 516.456,90)
A prescindere dal numero dei libri o dei registri tenuti e delle
relative pagine.
L’imposta può essere assolta mediante marche da bollo o bollo a punzone da applicarsi
sulla prima pagina numerata ovvero mediante versamento presso gli sportelli bancari, postali
o dei concessionari del servizio riscossione dei tributi, utilizzando
il modello di pagamento F23 ed indicando
il codice tributo per il versamento «458T - Imposta di bollo su libri e registri».
In quest'ultimo caso gli estremi della relativa ricevuta di pagamento devono essere riportati
sulla prima pagina di ciascun libro o registro.
IMPOSTA DI BOLLO e TASSA DI CONCESSIONE GOVERNATIVA
Modalità di assolvimento
La tassa annuale relativa agli anni successivi a quello di inizio attività
Deve
essere pagata entro il termine di versamento del saldo dell'Iva
dovuta per l'anno precedente, mediante presentazione del
modello F24 al concessionario, in banca o in posta (codice
tributo 7085).
La scadenza per il 2014 è fissata per il 17 marzo p.v.
IMPOSTA DI BOLLO e TASSA DI CONCESSIONE GOVERNATIVA
REGIME SANZIONATORIO
(art. 9, D.Lgs. 471/1997)
L’irregolare o l'omessa tenuta o conservazione
dei registri e delle scritture contabili,
è punita con la sanzione amministrativa da € 1.032 a € 7.746.
C.M. 25 gennaio 1999, n. 23/E
la violazione in esame ricorre anche quando sia stata omessa la bollatura
a norma dell'art. 2215, c.c.
La soppressione dell'obbligo della bollatura produce effetti sulle sanzioni per le violazioni
commesse prima dell'entrata in vigore della legge
Non più applicabili per principio di legalità (del «favor rei»)
(art. 3, comma 2, D.Lgs. 472/1972)
REGIME SANZIONATORIO
(art. 9, D.Lgs. 471/1997)
TENUTA e CONSERVAZIONE delle SCRITTURE CONTABILI
NORME di ORDINATA CONTABILITA’
art. 2219, c.c
le scritture contabili devono essere tenute secondo le norme di un'ordinata
contabilità:
- senza spazi in bianco;
- senza interlinee;
- senza trasporti in margine;
- senza abrasioni: se è necessaria qualche cancellazione, questa deve
eseguirsi in modo che le parole cancellate siano leggibili.
TENUTA della CONTABILITÀ con SISTEMI MECCANOGRAFICI
art. 7, comma 4-ter, L. 489/1994 (conversione del D.L. 357/1994)
ha apportato significative modifiche alla precedente disciplina della tenuta della contabilità
a mezzo di sistemi meccanografici.
Le scritture si considerano
regolarmente tenute anche in assenza di trascrizione su supporto cartaceo
quando siano aggiornate sul supporto magnetico
purché:
• si tratti di scritture relative all'anno di imposta in corso;
• sia effettuata la stampa a richiesta e in presenza dei verificatori.
TENUTA della CONTABILITÀ con SISTEMI MECCANOGRAFICI
Riguardo alle modalità di tenuta informatica, l'art. 2215-bis c.c.
(come modificato dall'art. 6 co. 2 lett. f-quater ) del DL 70/2011)
stabilisce che le registrazioni dei dati contenute, tra l'altro, nei libri sociali:
• devono essere rese consultabili in ogni momento con i mezzi messi a disposizione dal
soggetto tenutario;
• costituiscono informazione primaria e originale da cui è possibile effettuare, su diversi
tipi di supporto, riproduzioni e copie per gli usi consentiti dalla legge.
…Segue…TENUTA della CONTABILITÀ con SISTEMI MECCANOGRAFICI
Le scritture si considerano aggiornate sul supporto magnetico
se effettuate entro il termine di
60 giorni
Ai fini Iva le modalità di aggiornamento delle scritture contabili
devono consentire il rispetto dei termini previsti per le liquidazioni periodiche
(mensili o trimestrali).
Rimane fisso il termine di aggiornamento di 60 giorni sia ai fini Iva che delle
imposte dirette per la stampa dei registri relativi alle scritture dell'ultimo
periodo.
CONSERVAZIONE delle SCRITTURE CONTABILI:
art. 2220 c.c.
le scritture contabili vanno conservate per almeno 10 anni dalla data dell'ultima
registrazione.
In presenza di accertamenti relativi al corrispondente periodo d'imposta devono
essere conservate fino a quando non siano stati definiti, anche oltre il termine dei
10 anni dalla data dell'ultima registrazione.
(l'Autorità adita in sede di contenzioso può limitare l'obbligo di conservazione alle scritture rilevanti per la risoluzione
della controversia in corso)
Sempre per 10 anni vanno conservati, ordinatamente, per ciascun affare, gli
originali delle lettere, dei telegrammi e delle fatture ricevuti e le copie delle lettere e
dei telegrammi spediti e delle fatture emesse.
LUOGO di CONSERVAZIONE delle SCRITTURE CONTABILI
il luogo dove devono essere tenuti i registri contabili deve essere segnalato
nella dichiarazione di inizio attività da presentare all'Agenzia delle Entrate
(e nelle successive dichiarazioni di variazione dei dati).
Qualora il contribuente dichiari che le scritture contabili sono tenute presso altri soggetti
(ad es.commercialista) deve esibire un'attestazione predisposta dai soggetti medesimi
depositari delle scritture
L’ATTESTAZIONE
Deve riportare il luogo in cui le scritture sono conservate e la
specifica delle scritture contabili in loro possesso del soggetto
(art. 52, comma 10, D.P.R. 633/1972)
LUOGO di CONSERVAZIONE delle SCRITTURE CONTABILI
LUOGO di CONSERVAZIONE delle SCRITTURE CONTABILI
MANCATA ESIBIZIONE dell'ATTESTAZIONE
Se in sede di verifica l'attestazione non viene esibita e se il soggetto che
l'ha rilasciata si oppone all'accesso o non esibisce in tutto o in parte le
scritture, si applicano le disposizioni previste nel caso di rifiuto di
esibizione delle scritture contabili
(art. 52, comma 5, D.P.R. 633/1972).
N.B.: R.M. 21 aprile 1986, n. 355676
non comporta il ricorso all'accertamento induttivo la sola mancata
esibizione dell'attestazione.
IL LIBRO GIORNALE
Nel libro giornale vanno annotate
cronologicamente
giorno per giorno,
tutte le operazioni relative alla gestione aziendale.
- Le annotazioni devono essere effettuate non oltre 60 giorni dall'effettuazione dell'operazione, a norma dell'art. 22, D.P.R. 600/1973
- Sono ammesse scritture riepilogative giornaliere e giornali sezionali, aventi lo scopo di
superare le difficoltà e gli svantaggi legati alla tenuta di un unico libro giornale.
- Il libro giornale può essere tenuto pure con i moderni sistemi informatici e meccanografici.
IL LIBRO GIORNALE
Art. 2216 C.C. il libro giornale riporta giorno per giorno le operazioni relative all'esercizio
dell'impresa
pertanto è necessario registrare le operazioni:
-singolarmente (con alcune eccezioni, qualora l'attività svolta non permetta di effettuare una
registrazione delle singole voci)
-in modo analitico (quindi non in maniera riassuntiva o sintetica)
IL LIBRO GIORNALE
II libro giornale deve essere conservato per dieci anni (art. 2220, c.c.) a
partire dalla data dell'ultima registrazione
ovvero
finché gli accertamenti riguardanti quel determinato periodo d'imposta
non siano divenuti definitivi
(art. 22, comma 2, D.P.R. 29 settembre 1973, n. 600 ).
LA STAMPA
deve avvenire entro 3 mesi dal termine per la presentazione della
dichiarazione annulae dei redditi
IL LIBRO GIORNALE
II libro è oggetto anche di disciplina fiscale e
può sostituire i registri Iva:
1) se le registrazioni sono effettuate nel libro giornale (nel registro cronologico per
i professionisti) nei termini previsti dalla disciplina Iva;
2) su richiesta dell'Amministrazione finanziaria sono forniti, in forma sistematica,
gli stessi dati che si sarebbero dovuti annotare nei registri suddetti.
Tenuta dei libri sociali e delle scritture contabili in via informatica
L'art. 2215-bis c.c., introdotto dall'art. 16, comma 12-bis, del D.L. 29 novembre
2008, n. 185 (convertito dalla L. 28 gennaio 2009, n. 2)
disciplina la tenuta informatica delle scritture contabili.
Esso riguarda le scritture contabili rappresentate esclusivamente in forma
informatica
Non riguarda quindi:
-quelle scritture che, pur essendo redatte attraverso un elaboratore, assumono la
forma giuridicamente rilevante di supporti cartacei;
-i libri cartacei conservati in via informatica.
L’art. 6, comma 2, lett. f-quater) del D.L. 13 maggio 2011, n. 70, convertito dalla L.
12 luglio 2011, n. 106, ha apportato alcune modifiche alla disciplina in esame.
la disciplina in esame si applica:
-alle scritture contabili obbligatorie di cui all'art. 2214 c.c. (libro giornale, libro degli inventari e altre
scritture contabili richieste dalla natura e dalla dimensione dell'impresa, come il libro cassa e il libro magazzino);
-alle scritture contabili richieste da normative fiscali
(es. registri IVA, scritture ausiliarie - c.d. conti di mastro, scritture ausiliarie di magazzino, registro dei beni ammortizzabili);
-ai libri sociali obbligatori di cui all'art. 2421 c.c.
-ai libri richiesti dal D.Lgs. 7 settembre 2005, n. 209 (Codice delle assicurazioni private).
Tenuta dei libri sociali e delle scritture contabili in via informatica
Tenuta dei libri sociali e delle scritture contabili in via informatica
Modalità di tenuta informatica
tutti i libri e le scritture di cui sopra possono essere formati e tenuti con strumenti informatici.
L'art. 2215-bis c.c. stabilisce che le registrazioni dei dati contenute nei predetti documenti devono
essere rese consultabili in ogni momento con i mezzi messi a disposizione del soggetto tenutario
e costituiscono informazione primaria e originale da cui è possibile effettuare, su diversi tipi di
supporto, riproduzioni e copie per gli usi consentiti dalla legge.
In caso di tenuta con strumenti informatici, il citato art. 2215-bis c.c. stabilisce che
gli obblighi di
numerazione progressiva,
vidimazione
e gli altri obblighi
previsti da disposizioni di legge o di regolamento per la tenuta dei libri, repertori e
scritture,
si considerano assolti se vengono apposte, almeno una volta all’anno, la marca
temporale e la firma digitale.
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Gli obblighi di numerazione progressiva,
vidimazione o bollatura, già previsti dalla normativa per libri,
repertori e scritture di natura cartacea sono, quindi, sostituiti
dall'apposizione,
almeno una volta all’anno, della firma digitale e della marca
temporale.
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Efficacia probatoria
In base all'art. 2215-bis c.c., i libri, repertori e scritture, se tenuti con strumenti informatici
secondo le modalità indicate
Hanno l'efficacia probatoria definita dagli artt. 2709 e 2710 c.c.
Le scritture informatiche possono fare prova contro l'imprenditore, ma possono anche
fare prova a favoredell'imprenditore nei rapporti tra imprenditori e limitatamente ai
rapporti riguardanti l'esercizio dell'impresa
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Ai fini dell'applicazione del D.M. 23 gennaio 2004, vengono riprese le vigenti disposizioni in materia di "documento
informatico" e di"firma elettronica", di cui:
-al D.P.R. 28 gennaio 2000, n. 445, come modificato dal D.Lgs. 23 gennaio 2002, n. 10, di recepimento della Dir. 13-12-1999
-1999/93/CE, recante il Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di documentazione amministrativa;
n al D.P.C.M. 8 febbraio 1999, contenente le regole tecniche per la formazione, la trasmissione, la conservazione, la
duplicazione e la validazione, anche temporale, dei documenti informatici, ai sensi dell'art. 3, comma 1, del D.P.R. 10
novembre 1997, n. 513;
- alla delibera 13 dicembre 2001, n. 42 dell'"Autorità per l'informatica nella pubblica amministrazione" (A.I.P.A.), Tale delibera è
stata sostituita dalla delibera C.N.I.P.A. 19 febbraio 2004, n. 11
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Norme di riferimento
A tutt'oggi, la disciplina della conservazione dei documenti informatici ai fini fiscali non è
completa, in quanto devono ancora essere emanati:
-il provvedimento, previsto dall'art. 5, comma 2, del D.M. 23 gennaio 2004 , con il
quale le Agenzie fiscali indicano gli ulteriori dati ed elementi identificativi da trasmettere in
sede di comunicazione dell'"impronta" dell'archivio informatico oggetto di conservazione;
- i provvedimenti dei Direttori delle Agenzie fiscali relativi alla descrizione delle
modalità per l'esibizione in via telematica dei documenti conservati su supporto ottico.
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Norme di riferimento
Documenti informatici rilevanti ai fini tributari Per essere rilevanti ai fini tributari, i documenti informatici:
- devono avere la forma di "documenti statici non modificabili";
- devono essere emessi con l'apposizione del "riferimento temporale" e della "sottoscrizione elettronica", al
fine di garantire
l'attestazione della loro data, autenticità e integrità;
- in caso di verifiche, controlli o ispezioni, devono essere resi leggibili e, a richiesta, disponibili su supporto
cartaceo e informatico presso il luogo di conservazione delle scritture; il documento conservato può essere
esibito, anche per via telematica, secondo le modalità stabilite con provvedimenti dei Direttori delle
competenti Agenzie fiscali;
- devono essere memorizzati su qualsiasi supporto di cui sia garantita la leggibilità nel tempo, purché sia
assicurato l'ordine
cronologico e non vi sia soluzione di continuità per ciascun periodo d'imposta; inoltre, devono essere
consentite le funzioni di ricerca e di estrazione delle informazioni dagli archivi informatici in relazione al
cognome, al nome, alla denominazione, al codice fiscale, alla partita IVA, alla data o a loro associazioni
logiche.
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I requisiti che i documenti informatici devono possedere per essere rilevanti ai fini tributari, ossia - oltre alla staticità ed immodificabili - l'emissione con l'apposizione del riferimento temporale e della sottoscrizione elettronica,
devono essere presenti fin dal momento dell'emissione dei documenti.
In caso contrario, i documenti in oggetto sono documenti analogici formati tramite strumenti informatici e vanno necessariamente materializzati su un
supporto fisico per essere considerati giuridicamente rilevanti ai fini tributari.
Risoluzione dell'Agenzia delle Entrate 15 giugno 2009, n. 158
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