Venerdì 13 Giugno Gravellona Toce - scienzenaturalivco.org Gravellona_Caponcelli.pdf · cocchi...

Preview:

Citation preview

Venerdì 13 Giugno Gravellona Toce

MALATTIE VEICOLATE DA ZECCHE

• Meningoencefalite da zecche

• Febbre ricorrente da zecche

• Tularemia

• Ehrlichiosi

• Febbre bottonosa

• BORRELIOSI DI LYME

ENCEFALITE DA ZECCHE (TBE) EZIOLOGIA

L'encefalite da zecche è dovuta a un

arbovirus della famiglia dei Flaviviridi

(virus TBE, tick-borne encephalitis),

trasmesso soprattutto attraverso la

puntura della zecca Ixodes ricinus.

ENCEFALITE DA ZECCHE (TBE) EPIDEMIOLOGIA

Nel nostro Paese la TBE è presente da

alcuni anni in aree geografiche ben

identificate (Regione Friuli Venezia

Giulia, Province di Belluno e Trento).

FEBBRE RICORRENTE DA ZECCHE

• L’uomo rappresenta un ospite occasionale

per questa zoonosi che, peraltro, è presente

in varie parti del mondo, tra cui alcuni

Paesi che si affacciano sul bacino del

Mediterraneo.

• La febbre ricorrente da zecche può essere

causata da molte differente specie di

Borrelie; vettori prevalenti sono zecche molli

del genere Ornithodorus, che possono

parassitare tanto l’uomo che piccoli animali

(roditori).

FEBBRE RICORRENTE DA ZECCHE

La borreliosi ricorrente da zecche si

manifesta, come la maggior parte delle

malattie trasmesse da zecche, con

sintomi di tipo simil-influenzali che si

presentano in cicli della durata di 2-9

giorni, alternati a periodi afebbrili.

FEBBRE RICORRENTE DA ZECCHE

• Nel periodo 1992-1998 sono giunte, al Ministero della Sanità, poche decine di segnalazioni di borreliosi (non meglio precisata), prevalentemente da alcune regioni del nord (P.A. di Trento, Friuli-Venezia Giulia) e del meridione (Puglia). La sottonotifica di cui soffrono le malattie incluse nella Classe V, ed il mancato invio, da parte di alcune regioni, dei riepiloghi annuali relativi a questa classe di malattia, rendono i dati in questione scarsamente attendibili.

TULAREMIA EZIOLOGIA

Sostenuta da batteri del genere

Francisella la malattia si presenta con

una grande varietà di manifestazioni

cliniche legate alla via di introduzione e

alla virulenza del ceppo.

• I batteri del genere Francisella sono

cocchi pleiomorfi Gram negativi

immobili aerobi intracellulari

facoltativi replicanti nei macrofagi.

TULAREMIA EPIDEMIOLOGIA

In Piemonte sono state recentemente

rilevate nel 2005 alcune positività per

tularemia in lepri acquistate a scopo di

ripopolamento che hanno indotto la

Direzione di sanità pubblica della

Regione Piemonte ad avviare un piano

di controllo per valutare o escludere la

presenza della malattia nel territorio

regionale.

EHRLICHIOSI

L’ehrlichiosi umana può presentarsi

sotto forma di ehrlichiosi monocitica

(EM), il cui agente eziologico è E.

chaffeensis, e di ehrlichiosi

granulocitica (EG), causata da agenti

strettamente correlati ad E. equi ed E.

phagocytophila.

EHRLICHIOSI

L’infezione da E. canis sembra essere tutt’altro che infrequente nei cani, mentre

positività degli anticorpi per E. phagocytophila sono state riscontrate, nelle

zone alpine, in soggetti appartenenti a categorie maggiormente esposte a rischio di punture da zecche (forestali, cacciatori) in percentuali significativamente più alte che

nei gruppi di controllo.

EHRLICHIOSI

Ad oggi, in Italia sono stati notificati 2

casi di Ehlichiosi granulocitica umana

in Sardegna nel 2004 della Sanità casi

di ehrlichiosi granulocitica, accertati

con PCR.

EHRLICHIOSI

Studi epidemiologici hanno però

dimostrato la presenza nell’Italia

centrale e settentrionale dell’infezione

da E. phagocytophila in zecche del

genere Ixodes ricinus.

FEBBRE BOTTONOSA DEL MEDITERRANEO

L’agente eziologico della febbre bottonosa del

Mediterraneo è rappresentato da Rickettsia

conorii (da A. Conor)

e da altri microrganismi strettamente correlati.

FEBBRE BOTTONOSA DEL MEDITERRANEO

Nella maggior parte dei casi è chiaramente visibile,

in corrispondenza del morso della zecca, un’area

ulcero-necrotica del diametro di 2- 3 mm con una zona centrale nera (segno della

tache noire) e un alone rosso.

Talvolta i linfonodi regionali possono

essere tumefatti e dolenti.

Non provoca dolore e raramente dà

prurito .

BORRELIOSI DI LYME

• La malattia di Lyme deve il nome all'omonima cittadina americana in cui fu descritto il primo caso nel 1975.

• L'infezione, di origine batterica, colpisce prevalentemente la pelle, le articolazioni, il sistema nervoso e gli organi interni.

BORRELIOSI DI LYME

Un gruppo di scienziati ha concluso nel 2012 che anche l’uomo del Similaun, vissuto 5.300 anni fa, abbia sofferto

di Borreliosi di Lyme.

BORRELIOSI DI LYME

Può manifestarsi con sintomi talora gravi, persistenti e, se non viene curata,

assume un decorso cronico. L’agente patogeno è un genere di

batterio, la Borrelia, (Borrelia burgdorferi sensu stricto), presente in

Europa ed unico agente di infezione nel Nord America, Borrelia afzelii e Borrelia

garinii, presenti in Europa, Asia ed Africa).

BORRELIOSI DI LYME

Questi batteri vengono trasmessi all’uomo attraverso la puntura di zecche dure del

genere Ixodes e forse anche dalle Amblyomma e Dermacentor (le zecche del cane). I

principali serbatoi dell’infezione sono rappresentati da animali selvatici (roditori,

caprioli, cervi, volpi, lepri).

BORRELIOSI DI LYME

BORRELIOSI DI LYME

Malattia di Lyme : epidemiologia

• In Italia prime descrizioni nel 1984 (Liguria)

• Maggiore frequenza in Liguria, Veneto, Friuli-Venezia-Giulia, Trentino-Alto Adige.

• Prevalenza anticorpi nella popolazione va da

2.4 % (Sicilia) a 4.1% (Bologna)

• Mesi estivi-autunnali. Boschi, campagne

• Popolazioni rurali, cacciatori, campeggiatori

• Entrambi i sessi, qualsiasi età

MALATTIA DI LYME ASL V.C.O.

I numeri riportati si riferiscono ai casi diagnosticati nella ASL V.C.O. e segnalati alla SOC Igiene e Sanità Pubblica (prima del 2008 non risulta alcun caso segnalato)

2008 1 caso mese di giugno (residenza ANZOLA)

MALATTIA DI LYME ASL V.C.O.

2009 3 casi: 1 mese di Agosto (residenza VARZO) 1 mese di Agosto (residenza VANZONE) 1 mese di Novembre (residenza OMEGNA, riferisce un viaggio in Grecia in estate)

2010 3 casi: 1 mese di Marzo (residenza CASTIGLIONE) 1 mese di Giugno (residenza CANNOBIO) 1 mese di Ottobre (residenza VERBANIA)

MALATTIA DI LYME ASL V.C.O.

2011 4 casi: 1 mese di Ottobre (residenza BEURA) 1 mese di Ottobre (residenza CRODO) 1 mese di Novembre (residenza VERBANIA, riferisce di essere stata morsa a CAVANDONE) 1 mese di Dicembre (residenza VARZO)

MALATTIA DI LYME ASL V.C.O.

2012 zero notifiche

2013 1 caso mese di Marzo (residenza GHIFFA, guardaboschi)

2014 zero notifiche al 12 Giugno TOTALE CASI NOTIFICATI 12 Dati cortesemente forniti da Dr.ssa S. Iodice, Dr.ssa Bassetti, Assistente Sanitaria R. Ballestroni- SISP ASL VCO

BORRELIOSI DI LYME

IXODES RICINUS

IXODES RICINUS

BORRELIOSI DI LYME

La rapida asportazione della zecca rappresenta un’efficace misura di prevenzione poiché il rischio di infezione aumenta con il trascorrere del tempo ed è minore se la zecca viene rimossa entro le 24 ore. La terapia antibiotica a scopo di profilassi dopo il morso di zecca non è indicata perché potrebbe mascherare i sintomi.

BORRELIOSI DI LYME

• Dal punto di vista clinico la BL si presenta suddivisa in

tre fasi.

• 1) FASE PRECOCE LOCALIZZATA, interviene mediamente entro 30 giorni dalla puntura ed è caratterizzata nel 60-80% dei pazienti, dalla comparsa dell’Eritema Migrante (EM) nella sede cutanea colpita dalla zecca;

BORRELIOSI DI LYME

CLINICA

• ;

• L’eritema migrante è patognomonico della

BL e, nella sua forma più tipica, è una

lesione eritematosa che si espande

lentamente, nell'arco di giorni o settimane,

in modo anulare fino a formare un’ampia

area tondeggiante che tende a risolvere al

centro lasciando un margine periferico in

espansione centrifuga.

BORRELIOSI DI LYME

• 2)FASE PRECOCE DISSEMINATA, interviene mediamente entro settimane o mesi dall’infezione, è caratterizzata da artralgie migranti, mialgie, rigidità nucale, meningite, polineuriti, paralisi del VII nervo cranico, linfocitoma cutaneo, EM multipli, miocardite e disturbi della conduzione atrio-ventricolare

BORRELIOSI DI LYME

3) FASE TARDIVA, a distanza di mesi o anni dall’infezione, è

caratterizzata da alterazioni a carico dell'apparato muscolo-scheletrico (artrite cronica), del sistema

nervoso centrale e periferico (meningite, encefalomielite, atassia cerebellare, polineuropatie

sensitivo–motorie, disturbi del sonno e comportamentali), della cute (acrodermatite

cronica atrofica) e dell'apparato cardiovascolare

(miopericardite, cardiomegalia).

BORRELIOSI DI LYME

BORRELIOSI DI LYME

• Il decorso dell’artrite, in assenza di trattamento, si risolve di solito entro 3-4 anni. I sintomi neurologici possono perdurare per 10 anni

• I sintomi cardiaci possono sfociare in blocco atrio-ventricolare che richiede il posizionamento di pace-maker

BORRELIOSI DI LYME

• Non vi sono studi approfonditi sulla mortalità da M. di Lyme. Negli Stati Uniti sono descritti reperti autoptici occasionali di decessi causati da cardite da Borrelia

BORRELIOSI DI LYME

DIAGNOSI:

La diagnosi precoce è fondamentalmente

clinica.

• poichè la sierologia risulta quasi sempre

negativa nello stadio precoce localizzato

della malattia.

BORRELIOSI DI LYME

Gli esami di laboratorio indicati consistono in test ELISA o IFA per la dimostrazione di anticorpi anti-Borrelia, con successivo test di conferma Western-Blot (WB) in caso di risultato positivo-

Il ricorso al WB in prima istanza non è utile, così come è sconsigliato l’utilizzo degli

esami di laboratorio come test di screening

BORRELIOSI DI LYME

Sierologia: Problemi di sensibilità e specificità Positività 40 % in fase acuta 70 % dopo 4 settimane 90 % dopo 6 settimane Elisa IgM e IgG + WB ( test di conferma ) IgM positive nel 1° mese Nella neuroborreliosi valutazione Ig specifiche

Sangue/Liquor PCR sensibile in artriti, in neuroborreliosi

BORRELIOSI DI LYME

Per le donne in stato di gravidanza

la malattia è ancora più pericolosa

perchè l'infezione può essere

trasmessa al nascituro e può

aumentare il rischio di aborto.

BORRELIOSI DI LYME

La malattia non dà luogo allo sviluppo

di immunità: l’infezione può quindi

essere contratta più volte nel corso

della vita.

BORRELIOSI DI LYME TERAPIA-INFEZIONE PRECOCE

LOCALIZZATA

ADULTI Doxiciclina 100 mg. 1 cpr x 2 per 20 giorni.

Amoxicillina/Clavulanato: 1 grammo x 3 per 20 giorni.

BAMBINI Amoxicillina/Clavulanato: 40-50

mg/Kg/die in 3 dosi frazionate per 20 giorni

BORRELIOSI DI LYME TERAPIA-INFEZIONE PRECOCE DISSEMINATA ED INFEZIONE

TARDIVA

ADULTI

Ceftriaxone 2 grammi e.v. per 21-28

giorni

BAMBINI

Ceftriaxone 75-100 mg/Kg/die per 21-

28 giorni

BORRELIOSI DI LYME PROFILASSI

• Negli Stati Uniti sono disponibili vaccini contro la borreliosi di Lyme ottenuti con tecniche di ingegneria genetica: l’efficacia e la sicurezza di questi vaccini sono state dimostrate mediante studi clinici controllati su larga scala in persone di età compresa tra 15 e 70 anni residenti in zone endemiche del Paese. Non si conosce ancora la durata dell’immunità conferita.

ENCEFALITE DA ZECCHE (TBE) EZIOLOGIA

L'encefalite da zecche è dovuta a un

arbovirus della famiglia dei Flaviviridi

(virus TBE, tick-borne encephalitis),

trasmesso soprattutto attraverso la

puntura della zecca Ixodes ricinus.

VIRUS TBE

ENCEFALITE DA ZECCHE (TBE)

EPIDEMIOLOGIA

Le zone endemiche riguardano quasi tutti i paesi Europei.

ENCEFALITE DA ZECCHE (TBE) EPIDEMIOLOGIA

Nel nostro Paese la TBE è presente da

alcuni anni in aree geografiche ben

identificate (Regione Friuli Venezia

Giulia, Province di Belluno e Trento).

ENCEFALITE DA ZECCHE (TBE) EPIDEMIOLOGIA

Il virus trasmesso dalle zecche infetta

diversi animali, selvatici o domestici, fra

cui roditori, caprioli, ovini, caprini che

contribuiscono al mantenimento del

ciclo di trasmissione dell’infezione. Gli

uccelli, molto probabilmente,

contribuiscono a trasportare

passivamente zecche infette anche a

notevole distanza durante le loro

migrazioni.

ENCEFALITE DA ZECCHE (TBE) CLINICA

Dopo il morso di zecca infetta nell’uomo, nel 70% dei casi circa, si manifesta

un’infezione senza o con sintomi poco rilevanti, che può passare inosservata. Nel restante 30% dei casi, dopo 3-28 giorni dal

morso di zecca si ha una prima fase con sintomi similinfluenzali come febbre alta,

mal di testa importante, mal di gola, stanchezza, dolori ai muscoli e alle

articolazioni per 2-4 giorni.

ENCEFALITE DA ZECCHE (TBE) CLINICA

Poi la temperatura scende e in genere non ci sono ulteriori conseguenze. Nel 10-20% di

questi casi, dopo un intervallo senza disturbi di 8-20 giorni, inizia una seconda fase caratterizzata da disturbi del sistema

nervoso centrale (encefalite, paralisi flaccida a esito mortale nell’1% dei casi).

ENCEFALITE DA ZECCHE (TBE) CLINICA

Nei bambini e nei soggetti più giovani

la TBE mostra generalmente un

decorso più mite, con progressivo

aumento della severità al progredire

dell’età.

ENCEFALITE DA ZECCHE DIAGNOSI

La diagnosi posta su base clinica

necessita di conferma laboratoristica,

vista la aspecificità della sintomatologia,

con particolare attenzione alla diagnosi

differenziale nei confronti di altre

affezioni virali e batteriche (polio,

Coxsackie, Herpes virus, TBC,

tularemia, febbre Q, etc.).

ENCEFALITE DA ZECCHE DIAGNOSI

Viene considerato significativo un incremento pari ad almeno due volte del

titolo anticorpale determinato con metodiche di fissazione del complemento,

neutralizzazione anticorpale, inibizione dell'emoaglutinazione, oppure il riscontro di

IgM con metodiche RIA e ELISA.

• Altresì possibile la diagnosi mediante amplificazione genomica (PCR).

ENCEFALITE DA ZECCHE (TBE) PROFILASSI

La vaccinazione delle persone a rischio d'infezione e la somministrazione precoce di immunoglobuline prevengono la malattia. La mortalità è dell'1-2%. Possono persistere

per diversi mesi alcuni postumi, come la cefalea, la paralisi, le vertigini o i disturbi

sensitivi.

ENCEFALITE DA ZECCHE (TBE) PROFILASSI ATTIVA

la vaccinazione è raccomandata a tutti coloro che si recano nelle zone endemiche, in particolare per coloro che vivono nelle

zone rurali e boschive (es. contadini, campeggiatori, soldati). Il vaccino è allestito

con virus inattivato.

ENCEFALITE DA ZECCHE (TBE) PROFILASSI ATTIVA

Il vaccino attualmente utilizzato è il vaccino inattivato, registrato in Italia nell’Agosto del

2005 (TICOVAC – Baxter). Si tratta di un vaccino sicuro ed efficace e, rispetto ai

precedenti vaccini antiTBE (importati da Paesi confinanti, come l’Austria e la

Svizzera), ha fatto registrare una minor incidenza di reazioni avverse.

ENCEFALITE DA ZECCHE (TBE) PROFILASSI ATTIVA

• Calendario vaccinale: il ciclo vaccinale richiede tre dosi a

• tempo 0,

• 1-3 mesi dopo,

• 9-12 mesi dopo

Il ciclo garantisce una copertura del 96-100%.

Sono previsti richiami: il primo dopo 3 anni e i successivi ogni 5 anni per

mantenere un livello anticorpale protettivo.

ENCEFALITE DA ZECCHE (TBE) PROFILASSI

Controindicazioni: reazione allergica

grave alle uova o a prodotti che

contengono uova oppure ad altri

componenti del vaccino. In caso di

malattia acuta in atto grave o moderata

la vaccinazione va effettuata dopo il

miglioramento clinico o la guarigione.

ENCEFALITE DA ZECCHE (TBE) PROFILASSI ATTIVA

Effetti Collaterali: dolore sul sito di

iniezione è molto comune, mentre

edema, tumefazione ed ematoma sono

poco frequenti. Possono presentarsi

reazioni sistemiche quali nausea,

cefalea, mialgia e artralgia, Le reazioni

allergiche sono molto rare.

ENCEFALITE DA ZECCHE (TBE) PROFILASSI ATTIVA

L’opportunità di effettuare la

vaccinazione va valutata attentamente

in caso di malattie autoimmunitarie o

immunodepressione (HIV, leucemie,

linfomi, terapie cortisoniche, ecc.) o di

pregresse malattie neurologiche.

RINGRAZIAMENTI

FIMP Verbano Cusio Ossola

• http://www.fimpvco.it/tbe_encefalite_

trasmessa_da_zecca.html

FEBBRE RICORRENTE DA ZECCHE

• L’uomo rappresenta un ospite occasionale

per questa zoonosi che, peraltro, è presente

in varie parti del mondo, tra cui alcuni

Paesi che si affacciano sul bacino del

Mediterraneo.

• La febbre ricorrente da zecche può essere

causata da molte differente specie di

Borrelie; vettori prevalenti sono zecche molli

del genere Ornithodorus, che possono

parassitare tanto l’uomo che piccoli animali

(roditori).

FEBBRE RICORRENTE DA ZECCHE

La borreliosi ricorrente da zecche si

manifesta, come la maggior parte delle

malattie trasmesse da zecche, con

sintomi di tipo simil-influenzali che si

presentano in cicli della durata di 2-9

giorni, alternati a periodi afebbrili.

FEBBRE RICORRENTE DA ZECCHE

Le complicazioni, generalmente a carico del fegato e del sistema nervoso centrale, sono

estremamente rare nei bambini e nelle persone più giovani, ma possono essere più frequenti negli anziani e nelle persone con

patologie preesistenti.

FEBBRE RICORRENTE DA ZECCHE

In assenza di trattamento, possono succedersi da tre a cinque attacchi ad

intervalli settimanali prima dell’estinzione dell’infezione. La letalità, anche in assenza

di terapia specifica, è bassa nei climi temperati, ma può raggiungere il 10-30% in alcune regioni africane e del medio-oriente,

e in soggetti con condizioni di salute già compromesse.

FEBBRE RICORRENTE DA ZECCHE

• tetraciclina o eritromicina 500 mg PO q 6 h per 5-10 giorni;

• Ugualmente efficace è la doxiciclina 100 mg PO bid per 5-10 giorni.

• L'eritromicina estolato si somministra ai bambini < 8 anni a dosi di 40 mg/ kg/die

PO in 2-3 dosi frazionate.

TULAREMIA EZIOLOGIA

Sostenuta da batteri del genere

Francisella la malattia si presenta con

una grande varietà di manifestazioni

cliniche legate alla via di introduzione e

alla virulenza del ceppo.

• I batteri del genere Francisella sono

cocchi pleiomorfi Gram negativi

immobili aerobi intracellulari

facoltativi replicanti nei macrofagi.

TULAREMIA EZIOLOGIA

TULAREMIA EPIDEMIOLOGIA

La Tularemia è una patologia

estremamente contagiosa; basti pensare

che anche solo 10 microrganismi

introdotti per via inalatoria, tramite la

cute o le mucose, possono provocare la

malattia.

TULAREMIA EPIDEMIOLOGIA

TULAREMIA EPIDEMIOLOGIA

Nel 1982, nell’Aretino vi fu un’epidemia

in cui 85 paziente si infettarono,

presumibilmente, a seguito d’ingestione

di acqua contaminata da carcasse di

animali infetti.

TULAREMIA EPIDEMIOLOGIA

In Piemonte sono state recentemente

rilevate nel 2005 alcune positività per

tularemia in lepri acquistate a scopo di

ripopolamento che hanno indotto la

Direzione di sanità pubblica della

Regione Piemonte ad avviare un piano

di controllo per valutare o escludere la

presenza della malattia nel territorio

regionale.

TULAREMIA EPIDEMIOLOGIA

La tularemia è una patologia che colpisce prevalentemente i lagomorfi ed i roditori, in cui si manifesta clinicamente con un quadro

generico di anoressia, abbattimento, debolezza e generalmente esito letale.

TULAREMIA EPIDEMIOLOGIA

Un importante serbatoio dell’infezione è

rappresentato dalle zecche che possono

trasmettere la malattia agli animali

domestici (specialmente agli ovini) e

pertanto costituiscono un importante

elemento per verificare la presenza di

Francisella nel territorio.

TULAREMIA EPIDEMIOLOGIA

Anche mosche (Chrysops discalis) e zanzare (Aedes cinereus) possono fungere da vettori.

TULAREMIA PATOGENESI

Francisella tularensis penetra nell'organismo per ingestione, inoculazione, inalazione e

penetrazione attraverso lesioni o microlesioni cutanee.

TULAREMIA ANATOMIA PATOLOGICA

Caratteristiche lesioni necrotiche focali in

vari stadi di evoluzione, di colorito bianco

giallastro varianti da 1 mm a 8 cm;

• sono visibili all'esterno sul punto

d’ingresso (dita, sugli occhi o sulla

bocca) e nelle forme disseminate sono

comunemente rinvenute anche nei

linfonodi, milza, fegato, rene e polmone.

TULAREMIA CLINICA

I primi sintomi possono verificarsi tra i

due e i dieci giorni dopo aver contratto

l’infezione; molto spesso tra i tre e i

cinque giorni.

• Si distinguono 6 forme cliniche:

TULAREMIA CLINICA

1) Forma ulcero-ghiandolare:

21-87% dei casi per contatto diretto con animali infetti o punture di zecche.

• Si presenta inizialmente una lesione cutanea in sede d’inoculazione seguita da tumefazione linfonodale; dopo alcuni giorni compare una

papula rossa e dolente in sede di drenaggio dei linfonodi coinvolti.

• La lesione va incontro a necrosi lasciando un'ulcera con bordo rilevato.

TULAREMIA CLINICA

2) Forma ghiandolare:

3-20% dei casi: lesione cutanea iniziale seguita da linfoadenopatia senza presenza di

ulcere cutanee.

3) Forma oculoghiandolare :

0-5% dei casi; i batteri penetrano per via congiuntivale per contatto con dita

contaminate schizzi o aerosol. sintomi: fotofobia,lacrimazione poi congiuntivite con

papule o ulcere congiuntivali giallastre.

TULAREMIA CLINICA

4) Forma faringea: 0-12% dei casi; solitamente di origine alimentare

per cui spesso vi sono più casi nella stessa famiglia. E' presente faringodinia con faringite o tonsillite essudativa con o senza ulcere.Sono di solito coinvolto i linfonodi regionali (retrofarigei,

della loggia parotidea, cervicali).

5) Forma polmonare: 7-20% dei casi; quadro polmonare conseguente ad inalazione diretta o della disseminazione ematica dei microorganismi, con febbre, tosse, costrizione

retrosternale, dolore toracico.

TULAREMIA CLINICA

6) Forma tifoidea:

5-30% dei casi forma febbrile non associata ad adenopatia, conseguente a qualsiasi modalità di

esposizione.

Inizia con febbre, cefalea, mialgie anoressia, nausea, vomito, diarrea dolore addominale, tosse.

In un secondo momento possono insorgere disidratazione modica faringite.

La diarrea è quasi sempre presente è acquosa e solo raramente ematica.

TULAREMIA

Nel punto d’ingresso cutaneo

compare una papula->pustola-

>ulcera

TULAREMIA

TULAREMIA DIAGNOSI

L'isolamento del microrganismo dalle lesioni, dai linfonodi o dall'escreato, anche se

potenzialmente pericoloso per il personale di laboratorio, è determinante per la diagnosi.

Dal momento che questo microrganismo è così altamente infettivo, il laboratorio non deve tentarne l'isolamento senza l'uso di cappe

protettive.

È necessaria una cautela estrema nella manipolazione dei tessuti infetti o dei terreni di

coltura.

TULAREMIA DIAGNOSI

I test di agglutinazione divengono positivi di regola dopo il decimo giorno, ma quasi mai prima dell'ottavo giorno di malattia.

La diagnosi è confermata dall'incremento di un titolo agglutinante.

TULAREMIA TERAPIA

Il farmaco di scelta è la Streptomicina

al dosaggio di 0,5 g IM q 12 h per 10

giorni.

Altresì efficaci sono:

Gentamicina, 3-5 mg/kg/die IM o EV

in 3 dosi frazionate per 10 giorni.

Tetracicline: 7,5 mg/Kg/die x 4 per 10

giorni

TULAREMIA PROGNOSI

Solitamente favorevole, ad eccezione

della forma polmonare.

In epoca pre-antibiotica provocava il

decesso in un terzo dei casi.

Un lungo periodo di immunità segue

dopo l’infezione da tularemia, tuttavia,

in letteratura, casi di reinfezione sono

stati riportati.

TULAREMIA PROFILASSI Le vaccinazioni:

non danno i risultati sperati: i vaccini spenti non danno immunità

mentre quelli vivi attenuati permettono un'attenuazione dei

sintomi correlati allo sviluppo della malattia ma non danno immunità

completa.

Profilassi antibiotica post-esposizione:

è di provata efficacia: protegge dall'infezione sintomatica purchè eseguita immediatamente dopo

l‘esposizione.

EHRLICHIOSI

L’ehrlichiosi umana può presentarsi

sotto forma di ehrlichiosi monocitica

(EM), il cui agente eziologico è E.

chaffeensis, e di ehrlichiosi

granulocitica (EG), causata da agenti

strettamente correlati ad E. equi ed E.

phagocytophila.

EHRLICHIOSI

Ad oggi, in Italia sono stati notificati 2

casi di Ehlichiosi granulocitica umana

in Sardegna nel 2004 della Sanità casi

di ehrlichiosi granulocitica, accertati

con PCR.

EHRLICHIOSI

Studi epidemiologici hanno però

dimostrato la presenza nell’Italia

centrale dell’infezione da E.

phagocytophila in zecche del genere

Ixodes ricinus, e dell’infezione da

ehrlichie simili all’agente dell’Ehrichiosi

granulocitica nell’Italia settentrionale.

EHRLICHIOSI

L’infezione da E. canis sembra essere tutt’altro che infrequente nei cani, mentre

positività degli anticorpi per E. phagocytophila sono state riscontrate, nelle

zone alpine, in soggetti appartenenti a categorie maggiormente esposte a rischio di punture da zecche (forestali, cacciatori) in percentuali significativamente più alte che

nei gruppi di controllo.

EHRLICHIOSI

Le Ehrlichie appartengono alla famiglia

delle Rickettsiacee e, come le Rickettsie,

sono parassiti intracellulari obbligati,

da tempo conosciuti come agenti

patogeni di interesse veterinario.

EHRLICHIOSI

Vettori prevalenti sono le zecche del

genere Amblyomma americanum nel

caso della EM, e del genere Ixodes

scapularis nel caso della EG; i serbatoi

dell’infezione non sono stati identificati

con certezza, anche se verosimilmente

sono rappresentati da cani ed animali

selvatici.

EHRLICHIOSI Le caratteristiche cliniche e laboratoristiche

delle due forme sono molto simili e, per

entrambi, le infezioni inapparenti sono

frequenti (dal 10% al 40%). La presentazione

clinica abituale, dopo un periodo di

incubazione di 7-21 giorni, è di tipo simil-

influenzale con leucopenia e trombocitopenia

e, soprattutto nei bambini, manifestazioni

esantematiche generalmente di tipo

morbilliforme.

EHRLICHIOSI

La malattia è ad evoluzione benigna,

soprattutto nei bambini e nei soggetti

più giovani, anche in assenza di

qualsiasi trattamento; gli adulti e le

persone in età avanzata possono andare

incontro a complicazioni, anche gravi, a

livello renale, vascolare ed encefalico

(insufficienza renale, coagulazione

intravasale disseminata,

meningoencefaliti).

EHRLICHIOSI

DIAGNOSI: Reazione a catena della polimerasi (PCR).

Questo test consente di identificare specifici geni unici dell'ehrlichiosi.

Immunofluorescenza indiretta (IFA). Questo test, non utilizzato come comunemente come il test PCR, misura la quantità di

anticorpi i batteri che causano l'ehrlichiosi.

EHRLICHIOSI

TERAPIA

Tetraciclina

(500 mg 4 volte al giorno),

Doxiciclina

(100 mg 2 volte al giorno o 4 mg/kg/die

in 2 dosi frazionate nei bambini)

possono essere somministrate PO o EV.

La terapia andrà protratta per almeno

7 gg.

EHRLICHIOSI

TERAPIA

Al posto delle tetracicline, nelle donne

gravide e nei bambini si può usare la

Rifampicina.

FEBBRE BOTTONOSA DEL MEDITERRANEO

L’agente eziologico della febbre bottonosa del

Mediterraneo è rappresentato da Rickettsia

conorii (da A. Conor)

e da altri microrganismi strettamente correlati.

FEBBRE BOTTONOSA DEL MEDITERRANEO

La R.Conorii presenta una forma

coccobacillare, si moltiplica per fissione

binaria,

è un parassita endocellulare obbligato.

FEBBRE BOTTONOSA DEL MEDITERRANEO

Il vettore principale della febbre bottonosa del Mediterraneo è

Rhipicephalus sanguineus

zecca dura, parassita abituale del cane e di altri animali domestici e selvatici

(conigli e lepri, ma anche ovini, caprini e bovini)

RHIPHCEFALUS SANGUINEUS

FEBBRE BOTTONOSA DEL MEDITERRANEO

Può presentarsi con vari gradi di severità e con una

durata compresa tra i pochi giorni e le due settimane.

Il periodo di incubazione, dopo la puntura infettante,

va da 5 a 7 giorni.

L’esordio è improvviso, con sintomi di tipo simil-

influenzale (febbre di grado moderato-elevato

accompagnata da brividi, cefalea retrorbitale, astenia,

malessere generale).

In 3a-5a giornata compare un esantema maculo-

papuloso ad andamento centripeto, che interessa

anche le piante dei piedi ed i palmi delle mani,

espressione della vasculite provocata dall’infezione.

FEBBRE BOTTONOSA DEL MEDITERRANEO

Nella maggior parte dei casi è chiaramente visibile,

in corrispondenza del morso della zecca, un’area

ulcero-necrotica del diametro di 2- 3 mm con una zona centrale nera (segno della

tache noire) e un alone rosso.

Talvolta i linfonodi regionali possono

essere tumefatti e dolenti.

Non provoca dolore e raramente dà

prurito .

FEBBRE BOTTONOSA DEL MEDITERRANEO

E' presente nel 52% dei casi di F. B.; quando presente è patognomonica .

Le sedi prevalenti sono la testa e le gambe ma va ricercata anche

nei punti piu nascosti (nelle pieghe interdigitali o inguinali , nelle ascelle , fra i

capelli ).

FEBBRE BOTTONOSA DEL MEDITERRANEO

FEBBRE BOTTONOSA DEL MEDITERRANEO

Anche in assenza di terapia la letalità della febbre bottonosa è molto bassa (inferiore al 3%); la letalità

può tuttavia essere più alta in soggetti con condizioni di salute già compromesse.

Complicazioni della febbre bottonosa possono manifestarsi a carico dell’apparato cardiovascolare,

renale, del SNC.

Il trattamento antibiotico determina la risoluzione delle manifestazioni febbrili, nelle forme non

complicate, nel giro di 2-3 giorni.

FEBBRE BOTTONOSA DEL MEDITERRANEO

TERAPIA

Tetraciclina:25-50 mg/kg/diein 4 dosi

per 7 gg

Doxiciclina:100 mg x 2 al dì per 7 gg

Cloramfenicolo: 40-50 mg/kg/die in 4

dosi per 7 gg

FEBBRE BOTTONOSA DEL MEDITERRANEO

TERAPIA Nei bambini < 8 anni si può somministrare

Claritromicina o Azitromicina

PROFILASSI

Evitare il morso delle zecche e rimuovere al più presto e con delicatezza quelle che vengono trovate attaccate alla cute

GRAZIE PER L’ATTENZIONE!

Recommended