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VOCI DI CASA
PERIODICO DELLA
FONDAZIONE
VILLA GIOVANNI XXIII - ONLUS
“Un modello d’eccellenza per la buona scuola e la buona assistenza”, Anzibam spo-pola a Rimini
Pag. 3
La Festa Anzibam Pag. 4
“Cari nonni…”
La voce dei bambini prota-gonisti
Pag. 5
I nonni protagonisti Pag. 12
...e infine alcuni dei nostri compleanni
Pag. 14
SOMMARIO
ANZIBAM. IL PROGETTO
ESEMPIO DI BUONE PRASSI
ASSISTENZIALI
ED EDUCATIVE
Il giorno 5/06/2015 la comunità cittadina si è ritrovata a
rivivere sullo sfondo del bellissimo scenario naturale
N. 16
Luglio
2015
Anno V
offerto dai giardini di Villa Giovanni XXIII la terza edizione del Festival di Anzibam
che ha visto per protagonisti ancora una volta gli anziani, ospiti della Casa, gli alunni
delle classi III A, III D, III F del I° Circolo “N. Fornelli” e gli alunni della classe I H
dell‟Istituto Comprensivo C. Sylos. Tale evento, che è arrivato al culmine di una serie di
incontri effettuati durante l‟anno scolastico che avevano per tema “I mestieri di un
tempo” si inserisce in un progetto intergenerazionale iniziato tre anni fa e che a più
livelli è stato avvalorato nella sua importante valenza educativa e formativa per i
ragazzi in età evolutiva che hanno aderito al progetto.
In particolare la manifestazione ha avuto quest‟anno particolare riscontro ed eco
grazie anche ai mass-media locali che hanno sottolineato il riconoscimento ottenuto dal
progetto alla Convention 2015 organizzata l‟11-12 Maggio a Rimini dall‟ANSDIIP,
convention che ha sottolineato la validità del progetto elevandolo ad esempio tra i più
significativi di Buone prassi assistenziali ed educative del Territorio Nazionale.
L a D i r e z i o n e
dell‟Ente ha per
questo deciso di
dare con questo
n u m er o a mp i a
testimonianza al
progetto partendo
dalla pubblicazione
d e i p e n s i e r i
espressi in merito
dai protagonisti più
giovani, i ragazzi, in
modo che le loro
emozioni, i loro pensieri, ma soprattutto le loro scoperte relative ad un mondo
generazionale diverso per età ma ricco di esperienze, di valori, diventino stimoli per
una riflessione sul mondo degli anziani troppo spesso dimenticati e inascoltati da una
società dove c‟è poco spazio per relazioni intime.
Buona lettura a tutti!
VOCI DI CASA
Pagina 2
Dott.ssa Antonia Fallacara - psicologa
N. 16
Pagina 3
"UN MODELLO D'ECCELLENZA PER LA
BUONA SCUOLA E LA BUONA ASSISTENZA",
ANZIBAM SPOPOLA A RIMINI
Una “vetrina” nazionale
per Anzibam: il progetto
socio-educativo, che da
tre anni vede i bambini dei
corsi D – E - I - G della
scuola primaria “Nicola
Fornelli” impegnati in un
percorso con gli anziani
ospiti della Casa di riposo
Villa Giovanni XXIII, è
stato presentato nei giorni scorsi a Rimini, nel corso di una convention dell‟Ansdipp,
l‟Associazione nazionale dei manager del sociale.
Ad illustrare il progetto, che è stato definito "un modello di buone pratiche per la
buona scuola e la buona assistenza”, sono state la maestra Teresa Mastro, insegnate
promotrice dell‟iniziativa, e la dott.ssa Antonia Fallacara, psicologa della Casa di
Riposo.
In un tempo dai ritmi
sempre più frenetici che
relega spesso gli anziani ai
margini della società,
confinandol i in una
profonda sol i tud ine ,
Anzibam è un gioioso inno
alla vita, un forte invito
alla solidarietà. Un “ponte”
su cui piccoli e anziani si danno la mano per scambiarsi, tra passato e futuro, il
testimone della vita tra generazioni.
Fonte: www.dabitonto.com
I nonni sono un bene prezioso che
tutt i i bambini del mondo
dovrebbero apprezzare.
Ecco perché il 5 Giugno 2015 alcuni
alunni delle classi 3^A, 3^D e 3^F
del circolo didattico N. Fornelli
hanno organizzato con l‟aiuto delle
loro maestre il festival di Anzibam
per la terza volta consecutiva.
Una bellissima festa che ha visto
coinvolti i bambini e i nonni della Casa di riposo Villa Giovanni XXIII. Quest‟anno per la
prima volta hanno partecipato gli alunni della 1^H dell‟istituto comprensivo Sylos.
È stata una manifestazione in cui si sono esibiti con canti, balli e scenette, tutti, ma
proprio tutti i bambini, ragazzi e anziani. Per l‟occasione è stato allestito un palco nel
giardino della casa di riposo e sono stati invitati genitori, nonni (parenti) e soprattutto
le autorità. Non sono mancati il sindaco Michele Abbaticchio, l‟assessore Rocco
Mangini, il vicesindaco Rosa Calò i dirigenti delle due scuole partecipanti, i dirigenti
della casa di riposo ed infine anche il nuovo parroco della Basilica dei SS. Medici Don
Vito Piccinonna. Ognuno di loro ha espresso un parere favorevole verso questo tipo di
manifestazione ed in particolare tutti hanno fatto i complimenti alla maestra Teresa,
vera ideatrice del progetto.
Tante emozioni si sono susseguite sul palco, dove erano posizionati i nonno canterini,
attori, alcuni dei quali su sedie a rotelle. Ciò non ha impedito ai nonni di esibirsi in
canti, balli con i loro piccoli ospiti creando un‟atmosfera mitica, di altri tempi.
Anche io ho ballato un bellissimo valzer con Lorenzo, mentre Francesco e Stefania
hanno avuto la fortuna di danzare con i nonni Nella e Gioacchino. Si tratta di nonni
speciali, calmi, pazienti, giocosi e allegri, capaci di trasmettere felicità e amore a tutti.
LA FESTA ANZIBAM
VOCI DI CASA
Pagina 4
Ludovica Antonacci
N. 16
“CARI NONNI…”
LA VOCE DEI BAMBINI PROTAGONISTI
Pagina 5
Cari nonni,
grazie per avermi sempre accolto
con tanta gioia e felicità, ma
soprattutto per averci raccontato
sempre tante storie ed insegnato i
giochi dei vostri tempi.
In questi tre anni mi sono divertito
tantissimo e sono stato benissimo
con voi, ma il giorno che è rimasto
più impresso nella mia mente è il
carnevale. Tutti noi bambini
indossavamo una maschera diversa:
c‟era chi era vestito da Arlecchino,
da militare, da principessa, da leone e da tigre. Insomma mi sembrava di essere in un
mondo di fiabe! Poi abbiamo cantato, ballato ed io mi sono divertito a guardarvi perché
indossavate cappelli buffi ma soprattutto perché ero felice di vedervi sorridere.
Vi ringrazio per averci fatto trascorrere tre anni della nostra vita in vostra compagnia.
Francesco Lanciano
Cari nonni ,
in questi tre anni mi avete regalato
tanta felicità.
Ricordo quando in seconda abbiamo
giocato con i noccioli delle
albicocche, quando a Carnevale tutti
indossavamo i costumi e le maschere,
quando abbiamo giocato a tombola
con voi. Adoro il progetto “Anzibam”
ed ogni anno sono impaziente di
preparare il festival! In questi anni
sono molto soddisfatto! Ci permette
di imparare a conoscere un modo di
vita diverso da quello di noi bambini, ma elettrizzante allo stesso tempo. Insomma
grazie a voi abbiamo trascorso degli anni meravigliosi.
Giuseppe Trovato
VOCI DI CASA
Pagina 6
Cari nonni,
in questi tre anni insieme nel
progetto Anzibam abbiamo vissuto
con voi gioie e tanta emozioni.
Ricordo quando nonna Maria, mi ha
insegnato a realizzare bambole di
pezza. Nonno Ugo ci ha insegnato
alcuni giochi di quando erano
piccoli, in particolare il gioco dei
n oc c i o l i d e l l e a l b i c oc ch e .
Quest‟anno, invece, siamo andati
al la r icerca degl i oggett i
dimenticati. Noi bambini siamo venuti alla Villa Giovanni XXIII con alcuni oggetti dei
nostri nonni e con voi abbiamo viaggiato nel passato spiegando l‟uso di ogni oggetto.
Spero che nei prossimi anni, possiamo noi bambini scoprire e imparare nuove cose. Vi
abbraccio.
Stefania Amendolagine
Cari nonni,
ricordo il primo giorno in cui la mia classe è venuta alla casa di riposo e vi ho visto
molto tristi. Poi pian piano ho visto i
vostri volti cambiare e diventare
sorridenti e sono stato molto felice.
Alla fine dell‟anno abbiamo fatto il
Festival di Anzibam, cioè anziani e
bambini insieme. Questo è un modo
per unirci, per legare A e B, per
conoscere le vecchie canzoni,
oggetti, balletti, giochi.
Abbiamo vissuto tanti bei momenti
durante tutto l‟anno: la festa
dell‟autunno, carnevale, Pasqua e
soprattutto il Natale, quando
abbiamo con voi giocato a tombola alla casa di riposo e vi abbiamo portato sorrisi e
gioia.
Ricorderò sempre che al II Festival di Anzibam, ho recitato con nonno Di Donna e
nonna Nella. È stato molto bello e nonno Mimmo si è legato molto a me, infatti mi
chiede sempre:” Quando recitiamo di nuovo insieme , Nicolò?”.
Mi piace vivere questi momenti con i nostri nonni speciali, perché per un po‟
rallegriamo la loro vita.
Nicolò Lovascio
N. 16
Pagina 7
Cari nonni,
vi dico grazie perché in questi tre anni abbiamo provato emozioni e divertimenti e
perché voi siete e sarete sempre i nostri nonni speciali. Mi ricordo che in 2°, un giorno
giocammo al gioco delle albicocche ed un nonno speciale vinceva sempre: era
bravissimo. Ricordo anche il canto “O surdato innamurato”. Quando la cantavamo, i
nonni la cantavano con noi e battevano le mani. Ci divertivamo tanto perché con loro
passava il tempo e quando ce ne dovevamo andare sia noi che i nonni eravamo tristi. Ci
raccontavano tante storie di quando erano piccoli come quando non avevano tanti
giochi e giocavano con la ”patess” o la “marm”. Mi ricordo un ballo che feci con la mia
amica Antonella sulle note della canzone “Reginella campagnola”.
Cari nonni speciali, anzi specialissimi, vi voglio un mondo di bene, siete spettacolari
anzi fantastici. Vi voglio bene.
Alessandra Vacca
Cari nonni della casa di riposo “Villa Giovanni XXIII”, dopo questi tre anni passati
insieme, quattro qualità mi sono rimaste impresse di voi: la tranquillità, l‟allegria, la
simpatia e l‟essere pensierosi. Quando vengo a trovarvi sono tanto felice, però il
giorno in cui siamo venuti a trovarvi e ci avete spiegato il gioco dei noccioli delle
albicocche è stato il più interessante, perché ho visto molti di voi nonni tornare
bambini.
Ora vi parlo di Anzibam, il festival che conclude ogni anno il nostro progetto: anzi vuol
dire anziani e bam bambini. Di questi tre anni mi è piaciuto tutto, però la festa di
quest‟anno è stata la più bella. Per questo ringrazio tutti i nonni della casa di riposo!
Lorenzo Losito
VOCI DI CASA
Pagina 8
Cari nonni,
voglio dirvi che sono molto felice quando vengo a trovarvi alla casa di riposo. Mi piace
ricordare quando a Carnevale, io e i miei amici, vestiti a maschera, veniamo a farvi
compagnia. Con i canti e la nostra presenza vi rendiamo subito felici e siamo pure noi
felici di vedervi. È bello stare in vostra compagnia perché insieme raccontiamo
barzellette, scherziamo e ridiamo. L‟ultimo nostro incontro è stato durante il festival
di Anzibam. Ci siamo divertiti recitando insieme a voi. Abbiamo insieme cantato
canzoni di quando eravate bambini. Abbiamo avuto così l‟occasione di conoscerci
meglio. Non vedo l‟ora di vedervi e di riabbracciarvi. A presto.
Paolo
Cari nonni,
grazie per essere felici, gioiosi, sorridenti e interessati alle cose che facciamo quando
noi veniamo a trovarvi per rallegrarvi. Mi sono divertito quando noi bambini con voi
abbiamo giocato ad un gioco che si faceva tanto tempo fa, con i noccioli delle
albicocche e si deve colpire uno dei noccioli. Mio nonno ha inventato un altro gioco, si
prende un bicchiere e con le nocciole devi fare canestro. Un giorno siamo andati a
trovarli e un nonno ha compiuto 100 anni. Cari nonni speciali vi voglio tanto bene.
Gian Marco Ruggiero
Cari nonni,
mi ricordo quando noi siamo venuti alla casa di riposo a festeggiare tutte le festività.
Ogni volta l‟abbiamo festeggiato con canti, balli, tantissimo divertimento e con un
bigliettino. Per me queste sono tutte emozioni perché ci fate venire allegria ed è per
questo che vi chiamiamo i nonni speciali. In questi tre anni a me e alla mia classe è
piaciuto stare con voi ed anche il progetto Anzibam che vuol dire anziani e bambini
insieme! Grazie nonni per tutto quello che fate per noi e con tutto il cuore vi dico che
siete per me…molto speciali!
Cristian Levita
N. 16
Pagina 9
Cari nonni,
ho capito che in questi tre anni che siamo venuti a trovarvi per noi siete stati una
risorsa, come un albero di ulivo che ci dà i suoi frutti per farci crescere bene e così
siete voi. Ci abbracciate con i vostri rami e noi vi vogliamo tanto bene. Anche perché
abbiamo vissuto insieme i canti, i balli, le emozioni e gli spettacoli. Abbiamo capito da
quando per noi è iniziata la scuola, cioè dalla prima elementare che Anzi vuol dire
anziani e Bam bambini! Questo progetto lo porteremo a termine fino alla quinta. È
stata una bellissima esperienza conclusa e spero che continuerà con i nonni!
Antonella Calamita
Cari nonni,
in questo terzo anno mi è rimasta impressa una cosa emozionante ed un po‟
competitiva! Quando siamo venuti per festeggiare con voi il Carnevale, là si che mi
sono divertito: ho provato una sensazione di affetto, divertimento e anche di
sicurezza… Ah, senza parlare dei vostri cappelli che erano proprio belli, mettevano
proprio allegria! Quando parlavo di competitivo mi riferivo al fatto che dovevamo
sfilare e voi nonni dovevate decidere il costume più bello. Tra le varie classi anche in
base agli applausi ha vinto il nostro amico Giorgio. È stato davvero bello! Vi voglio
molto bene nonni.
Flavio Vacca 3° D
Cari nonni,
quando veniamo alla casa di riposo voi vi emozionate e poi vi divertite perché quando
andiamo ad un nonno dice a noi bambini che siamo degli angeli custodi! Ci raccontano
che tanto tempo fa c‟era la guerra… cantano delle canzoni che cantavano le loro
mamme. Quando i nonni cantano le canzoni sembra che non stiano sul palco a cantare,
ma tornano indietro con la memoria. I nonni di Villa Giovanni XXIII sono come i nostri
nonni e vivranno sempre nei nostri cuori.
Antonio Palmieri
VOCI DI CASA
Pagina 10
Cari nonni,
quando ho cantato sono finito nei
loro ricordi più belli! Io ero stupito
dei ricordi che avevano e ho
provato la più bella sensazione e
non dimenticherò quella sensazione
perché è un ricordo molto
importante! Il mio ricordo più bello
è quando abbiamo cantato “ U
surdato nammorato”.
Giuseppe DeSantis
I nonni ci vogliono molto bene, ci danno molto affetto e ci proteggono. Anche noi
vogliamo molto bene a loro e vogliamo stare sempre con loro, perciò abbiamo creato il
progetto Anzibam per stare insieme a loro, per essere felici e per divertirci stando in
compagnia in modo da non scordare mai il passato che loro stessi ci fanno vivere. Ecco
perché i nonni per noi sono speciali.
Alessia Dolceamore
Cari nonni,
vorrei cominciare la mia lettera con una frase: “Per me voi siete dei gioielli”. Quando
sono con voi e vi abbraccio è come
se abbracciassi i miei veri nonni.
Siete molto bravi a raccontare di
quando eravate piccoli! E quando
abbiamo fatto le bambole di pezza,
dopo ho giocato molto spesso
perché mi faceva ritornare indietro
nel tempo. È stato bello vedere che
con un pezzo di stoffa si può
rendere felici una bambina e mi ha
riempito di gioia vedere i nonni che
si divertivano e giocavano con noi.
Queste esperienze mi hanno aiutato
a diventare una bambina sensibile, felice e semplice.
Anna Rita
N. 16
Pagina 11
Cari nonni,
sono stato felice di questi tre anni che sono stato qui con voi. La notte penso sempre
di andare alla casa di riposo! Nel mio sogno ho deciso di far venire la mia classe per
rendere i nonni felici. Quest‟anno mi sono tanto divertito, perché ho cantato, recitato
e addirittura sul palco ho anche giocato a basket con i miei amici. Quest‟anno sono
venuti anche i clown a farci ridere tanto. Mi sono accorto che con voi anche i miei
genitori cantavano e anche i nonni. Spero che a settembre ci rivedremo cari nonnini,
così vi racconto le mie vacanze.
Luca Pazienza
Cari nonni speciali, durante questi tre anni ho capito che voi siete speciali perché ogni
volta che veniamo ci salutate con un applauso. C‟‟è anche chi afferra la mano e ci fa le
carezze come ogni nonno. Ci dite che siamo proprio carini. Nonni, vi ricordate
Carnevale quando abbiamo festeggiato? È stato bellissimo! O quando abbiamo giocato
con i noccioli delle albicocche? Ma la festa più bella è stata a Natale quando abbiamo
giocato a Tombola! Poi ricordate a Pasqua quando vi abbiamo portato i fiorellini? Nonni
fate attenzione, vi sto per dire un segreto! Sapete che quando vi vedo, sento che il
mio cuore batte all‟infinito? Nonni voi siete speciali anzi specialissimi!
Valeria Dolceamore
Cari nonni,
io con voi mi diverto sempre perché voi siete vivaci e allegri. A Natale abbiamo giocato
a tombola e anche se non ho vinto mi sono divertita. A Carnevale abbiamo fatto una
bella festa, noi bambini ci siamo vestiti da animali della Savana, e voi con dei simpatici
cappellini. Con voi abbiamo svolto il festival di Anzibam ma quando è arrivato il vostro
momento di recitare, voi avete cambiato sempre le parole! Ci avete raccontato come
avete vissuto ai vostri tempi e siete stati più bravi di noi. Noi ci divertiamo sempre
insieme e per questo vi chiamiamo nonni speciali!
Lucrezia Cazzolla
VOCI DI CASA
Pagina 12
I NONNI PROTAGONISTI
Nel programma è scritto “Nonna Lauta racconta…”. Che cosa posso raccontare se non
alcuni episodi della scuola di un tempo passato remoto? E il tempo passato remoto a
che cosa corrisponde? Esattamente al tempo della seconda guerra mondiale quando
fame, freddo e indigenze varie avevano colpito il popolo italiano.
Io ho sperimentato questa miseria, cioè la mancanza di quelle cose indispensabili alla
vita, per esempio avere un cappotto d‟inverno era per pochi bambini, gli altri venivano
coperti da grandi “scialli”, che erano delle mamme o delle nonne.
Ora vi racconto brevemente alcune cose vissute da me. Ho frequentato la prima classe
elementare alla scuola N. Fornelli. Un giorno si stava in classe ad ascoltare la maestra,
quando all‟improvviso la sirena della scuola si mise a suonare a tutto volume.
Era il segnale che nel porto di Bari aerei nemici avevano sganciato delle bombe e le
loro schegge arrivavano sui paesi vicini e fra questi a Bitonto. Si tornò tutti a casa e si
cercava rifugio negli scantinati, si rimaneva lì fino a quando cessava il rumore forte e
cupo degli aerei.
N. 16
Pagina 13
Non si torno più a frequentare alla scuola Fornelli sempre a causa della guerra.
Le classi furono spostate nelle sacrestie delle parrocchie. Qui non c‟erano i banchi
della scuola. Si stava seduti su lunghi banchi senza spalliera e si ascoltava la maestra.
Quando dovevamo scrivere ci alzavamo, ci mettevamo in ginocchio e scrivevamo sul
posto lì dove eravamo seduti.
Finita la guerra si tornò nelle scuole. Io fui assegnata alla scuola San Pietro, ora Don
Milani. In questa scuola, c‟era il servizio mensa che consisteva solamente nella
distribuzione di una scodella di latte. Nel corridoio c‟erano delle lunghe tavole senza
tovaglia. Tutti i bambini in piedi, attorno a queste tavole, con delle scodelle vuote,
aspettavano che delle signore con un grande tegame di latte versassero un mestolo di
latte in ogni scodella. Gli occhi si aprivano e in men che non si dica di latte non ne
avanzava neanche una goccia.
Come materiale didattico avevamo dalla scuola l„indispensabile: i quadernetti, gli album,
i libri tutti timbrati. Il resto del materiale occorrente, come la scatoletta, la gomma,
la penna con il pennino, i colori, il compasso, li compravano i nostri genitori facendo
grossi sacrifici perché i soldini erano pochi per cui nulla andava sprecato.
Comunque anche con queste ristrettezze si studiava bene. Quello era anche il tempo
della bacchetta e se qualche bambino non studiava, prendeva le bacchettate sulle
mani. C‟è da dire però che alla fine dei cinque anni di scuola elementare, i bambini
sapevano benissimo le
tabelline, sapevano fare
tutte le operazioni:
addizione, sottrazione,
m o l t i p l i c a z i o n e ,
divisione e problemi
vari e sapevano di
a r i t m e t i c a , d i
geometria, di scienze.
E che dire poi dei
componimenti o testi
che la maestra leggeva
speditamente grazie anche alla stessa lettura. Avere l‟elogio della maestra, in quel
tempo maestra unica, ci faceva sentire orgogliosi e felici.
M. Lauta
Recommended