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SCUOLA DI SCIENZE SOCIALI
CORSO DI SPECIALIZZAZIONE PER
L’ATTIVITÀ DI SOSTEGNO AGLI ALUNNI CON DISABILITÀ
Riservato ai docenti di classi in esubero
-COMUNICAZIONE AUMENTATIVA ALTERNATIVA-
Relatore: Dott.ssa Paola Meroni
Candidato: Claudia De Marchi
matricola n°4164931
ANNO ACCADEMICO 2014-2015
2
iNDICE
Introduzione ............................................................................................................ 5
LA COMUNICAZIONE AUMENTATIVA ALTERNATIVA ....................................... 10
Equipe di CAA ..................................................................................... 12
Scopi delle interazioni comunicative ....................................................... 12
Competenze linguistiche. .................................................................. 14
Competenza operazionale ................................................................. 14
Competenza sociale ......................................................................... 15
Competenza strategica ..................................................................... 15
Gestione dei messaggi ......................................................................... 16
I messaggi nella conversazione ......................................................... 16
Scelta del vocabolario ...................................................................... 18
Simboli .............................................................................................. 19
Simboli senza ausilio ........................................................................ 21
Tipi di sistemi di segni manuali .......................................................... 22
Simboli con ausilio ............................................................................... 22
Simboli tangibili .............................................................................. 22
Braille……………. ........................................................................ ……….23
Simboli pittografici .............................................................................. 23
La trasparenza ................................................................................ 23
Fotografie ....................................................................................... 24
Picture Communication Symbols PCS ................................................. 25
Widgit Symbols ............................................................................... 26
Bliss Le origini ................................................................................. 27
Il vocabolario Makaton ..................................................................... 27
Un sistema simbolico libero .............................................................. 27
Principi di valutazione. ......................................................................... 28
Fasi della valutazione ........................................................................... 28
Fase 1................................................................................................ 29
Fase 2................................................................................................ 29
Fase 3................................................................................................ 29
Fase 4................................................................................................ 30
3
Inclusione scolastica. ............................................................................................ 30
Metodologie didattiche ......................................................................... 31
Lezione frontale .................................................................................. 31
Lezione a piccoli gruppi ........................................................................ 32
Pianificare gli adattamenti per uno specifico studente .............................. 33
CONCLUSIONI ..................................................................................................... 35
Bibliografia ............................................................................................................ 36
Sitografia .............................................................................................................. 36
Allegato schema modello di partecipazione .......................................................... 36
4
“Il silenzio di chi non parla non è mai d’oro. Tutti noi abbiamo bisogno di comunicare e metterci in contatto con gli altri non in un solo modo, ma in tutti i modi possibili. È un fondamentale bisogno umano, un fondamentale diritto umano. Di più: è un potere fondamentale dell’uomo.” (Williams, Beneath the surface: Creative expressions of augmented
communicators)
5
Introduzione
Un insegnante principalmente basa il suo lavoro su due fattori: la propria
preparazione, che è in continua evoluzione, e la comunicazione.
La comunicazione intesa come capacità di condividere le conoscenze e la
capacità di relazionarsi.
Quest’ultima è importantissima: oltre a saper comunicare le conoscenze, si
devono capire gli sguardi, cogliere i gesti e saper ascoltare i silenzi e andare
oltre agli atteggiamenti, anche quelli non adeguati.
La comunicazione viaggia in modo bidirezionale e non ha un solo canale.
Negli ultimi trent’anni ho provato a fare comunicazione, ho cambiato i metodi,
le dinamiche, ho affinato le tecniche e continuo ad imparare.
Ho fatto mio lo slogan di una nota casa editrice: “imparare sempre”.
Comunicazione
[…]qualunque azione attraverso la quale una persona dà o riceve
informazioni da un’altra persona sui suoi bisogni, desideri, percezioni,
conoscenze o stati affettivi.
La comunicazione può essere intenzionale o involontaria, può utilizzare
segnali convenzionali o non convenzionali, può prendere forme linguistiche o
non linguistiche e può avvenire attraverso il canale verbale o attraverso altri
canali. (1992, p. 2)
National Joint Committee for the Communicative Needs of Persons
with severe disabilities
Se cerchiamo la parola comunicazione sul dizionario troveremo una semplice
definizione che spiega come, dal significato latino di “mettere in comune”, il
6
termine abbia assunto pian piano il valore di “condividere con gli altri
qualcosa”.
Una verità sulla comunicazione è che è impossibile per qualsiasi essere
umano non comunicare con gli altri. Questo perché la comunicazione non è
semplicemente parlare ma presuppone necessariamente una relazione e
quindi uno scambio tra individui di informazioni di vario genere. Non è, infatti,
possibile evitare di comunicare o di subire una comunicazione.
Ad esempio, sarà capitato a tutti di tornare a casa sereni e rilassati e trovare
un familiare con un’espressione triste o arrabbiata; questo interrompe
momentaneamente, in qualche modo, il nostro stato di serenità. Oppure,
quando si cammina per strada, può capitare di incrociare lo sguardo di uno
sconosciuto e di chiedersi che tipo di persona sia o quale sia il suo pensiero,
perché il suo sguardo o la sua postura o ancora il suo modo di camminare ci
trasmettono una sensazione o un’emozione. Senza pronunciare una sola
parola tutto ciò può avvenire.
La comunicazione, infatti, non è solamente linguaggio verbale ma l’unico
strumento in nostro possesso per interagire con la realtà che ci circonda,
ambiente compreso.
Roman Jakobson (1896–1982), linguista statunitense di origine russa, ha
descritto il processo comunicativo indicando sei elementi essenziali, ricorrenti
in qualsiasi forma di comunicazione: mittente (o emittente), destinatario (o
ricevente), messaggio, contesto, canale e codice.
Il primo requisito di un qualsiasi tipo di comunicazione sta infatti nei due
componenti fondamentali: l’EMITTENTE, la persona che avvia la
comunicazione attraverso un messaggio, e il RICEVENTE, che a sua volta
accoglie il messaggio, lo decodifica, lo interpreta e lo comprende.
Per completare il quadro comunicativo sarà quindi necessario aggiungere i
seguenti componenti:
7
CODICE: è l’insieme di segni (e le regole per combinarli insieme) usati
per comunicare. Affinché il messaggio possa venire compreso deve
venire formulato mediante un codice (verbale o non verbale)
conosciuto sia dall’emittente sia dal destinatario;
CANALE: è il mezzo di propagazione fisica del codice: onde sonore,
scrittura, cinque sensi (soprattutto vista e udito) rappresentano i canali
fondamentali di comunicazione;
MESSAGGIO: è ciò che si vuole comunicare;
CONTESTO: è “l’ambiente” significativo all’interno del quale si situa
l’atto comunicativo quale, ad esempio, l’ambiente lavorativo o quello
familiare o una situazione formale rispetto a una informale.
A chiunque potrebbe capitare un incidente, una malattia, un ictus cerebrale
che inibisca il linguaggio, con il rischio di rimanere rinchiusi dentro il proprio
8
corpo senza avere la possibilità di interagire con l’esterno, manifestare
emozioni e bisogni. Tutti abbiamo paura che possa capitare.
Proviamo ad immaginare un bambino intrappolato nel suo mondo e noi fuori,
senza canali di comunicazione.
In tutti questi casi dobbiamo trovare un modo per far comunicare i due
mondi, dobbiamo trovare dei codici e adattare dei mezzi per creare una
relazione.
Questi sono i motivi per cui ho scelto di fare un approfondimento sulla
Comunicazione Aumentativa Alternativa.
9
Carta dei Diritti alla Comunicazione
(National Commitee for the Communication Needs of Person with Sever Disabilites, 1992)
Ogni persona, indipendentemente dal grado di disabilità, ha il diritto fondamentale di influenzare, mediante la comunicazione, le condizioni della sua vita. Oltre a questo diritto di base devono essere garantiti i seguenti diritti specifici:
I
Il diritto di chiedere oggetti, azioni, persone e di esprimere preferenze e sentimenti. II
Il diritto di scegliere tra alternative diverse. III
Il diritto di rifiutare oggetti, situazioni, azioni non desiderate e di non accettare tutte le scelte proposte.
IV Il diritto di chiedere e ottenere attenzione e di avere scambi con altre persone.
V Il diritto di richiedere informazioni riguardo oggetti, persone, situazioni o fatti che
interessano. VI
Il diritto di attivare tutti gli interventi che rendano loro possibile comunicare con messaggi in qualsiasi modo e nella maniera più efficace indipendentemente dal
grado di disabilità. VII
Il diritto di avere riconosciuto comunque il proprio atto comunicativo e di ottenere una risposta anche nel caso in cui non sia possibile soddisfare la richiesta.
VIII Il diritto ad avere accesso in qualsiasi momento ad ogni necessario ausilio di
comunicazione aumentativa alternativa, che faciliti e migliori la comunicazione e il diritto di averlo sempre aggiornato e in buone condizioni di funzionamento.
IX Il diritto a partecipare come partner comunicativo, con gli stessi diritti di ogni altra
persona, ai contesti, interazioni e opportunità della vita di ogni giorno. X
Il diritto ad essere informati riguardo a persone, cose e fatti relativi al proprio ambiente di vita.
XI Il diritto di ricevere informazioni per poter partecipare ai discorsi che avvengono
nell’ambiente di vita, nel rispetto della dignità della persona disabile. XII
Il diritto di ricevere messaggi in modo comprensibile e appropriato dal punto di vista culturale e linguistico
10
LA COMUNICAZIONE AUMENTATIVA ALTERNATIVA
Non a tutti è possibile comunicare senza sforzo, vi sono alcune persone che
non sono in grado di gestire il proprio desiderio di comunicazione attraverso
un linguaggio naturale.
Comunicare in modo efficace è fondamentale per lo sviluppo e per
apprendere, per una partecipazione sociale, per l’istruzione e per il lavoro.
L’American Speech Language Hearing Association ha definito la CAA come
segue:
“la Comunicazione Aumentativa Alternativa (CAA) si riferisce ad un’area di
ricerca e di pratica clinica ed educativa. La CAA studia e, quando necessario,
tenta di compensare disabilità comunicative temporanee o permanenti,
limitazioni nelle attività e restrinzioni alla partecipazione di persone con
severi disordini della produzione del linguaggio (language), e/o della parola
(speech), e/o di comprensione relativamente a modalità di comunicazione
orale e scritta.” (ASHA, 2005).
La CAA non è utilizzata da persone definite ma da tutti i generi, di qualunque
estrazione sociale ed età diverse.
La caratteristica comune è che tutti richiedono particolari attenzioni per
parlare e/o scrivere perché sono temporaneamente o permanentemente
compromessi nella comunicazione e quini inadeguati.
Le principali cause congenite di questi gravi disordini includono disabilità
intellettive severe, paralisi cerebrali infantili, autismo e aprassia del
linguaggio.
11
Le disabilità acquisite che più spesso richiedono la CAA comprendono la
sclerosi laterale amiotrofica, la sclerosi multipla, traumi cranio encefalici e
ictus del tronco cerebrale.
In Italia più del 2% della popolazione tra 0 e 18 anni è disabile e almeno un
quarto di essa presenta disturbi di comunicazione transitori o permanenti, per
un totale di circa 50.000 ragazzi e famiglie, all’interno di diagnosi anche
molto diverse: paralisi cerebrale infantile, autismo, sindrome di Angelman e
altre sindromi genetiche, sindrome di Down, ritardo mentale, disfasia grave,
amiotrofia muscolare spinale, distrofia muscolare, malattie progressive, ecc.
(Costantino e Bergamaschi, 2005).
Spesso ci si chiede quali siano i prerequisiti per la comunicazione. Così
risponde Pat Mirenda (1992), uno delle principali fondatrici dell’ISAAC
(Società Internazionale per la Comunicazione Aumentativa Alternativa):
“[…]ci siamo resi progressivamente conto di come la comunicazione abbia
un unico prerequisito, che non ha nulla a che fare con l’età mentale, l’età
cronologica, i prerequisiti cognitivi, le formule matematiche o qualunque altro
modello che sia stato sviluppato nel tempo per stabilire chi possa essere[...]
candidato all’intervento e chi no.
L’unico vero prerequisito necessario per comunicare è respirare.”
Un prerequisito alla CAA esiste: esso non riguarda gli utenti ma la
disponibilità dell’ambiente a vedere una persona con bisogni comunicativi e
ad aprirsi per offrire contesti di partecipazione.
12
Equipe di CAA
L’equipe che si occupa delle persone con complessi bisogni comunicativi è di
solito composta da tutte quelle persone che guidano il processo relativo
all’intervento di CAA. L’equipe è in genere formata dalla persona stessa
(quando è possibile), dai membri della sua famiglia o da chi si prende cura di
lei e da professionisti, intesi come neuropsichiatri, psicologi, logopedisti,
educatori e insegnanti.
Scopi delle interazioni comunicative
Lo scopo finale della CAA non è solo trovare una soluzione tecnologica ai
problemi di comunicazione ma anche quello di consentire alle persone di
partecipare attivamente e essere coinvolte in tutte le attività di loro scelta.
Light (1988) dopo un’approfondita ricerca ha identificato quattro funzioni delle
interazioni comunicative:
Comunicazione di bisogni/desideri. Comunicare per ottenere da parte
dell’ascoltatore un’azione: il contenuto del messaggio è importante.
Trasferimento di informazioni. Riguarda messaggi più complessi e
difficili da trasferire con una grande varietà di argomenti.
Contatti sociali. L’obiettivo di questo tipo di interazione è stabilire,
mantenere e sviluppare contatti sociali. Sono molto importanti nella
comunicazione perché coinvolgono sentimenti di vicinanza ed intimità.
13
Comportamenti sociali. Consistono nell’adeguarsi a quelle che sono le
convenzioni sociali dell’educazione. Ad esempio: i genitori insegnano
a propri figli che una richiesta è preceduta da “per favore” e seguita da
un “grazie”.
La competenza comunicativa, vista da chi usa la CAA, consiste nel
trasmettere con efficacia messaggi in tutte le categorie di interazione, sulla
base dei personali interessi, ambiti e abilità.
Light suggerisce che chi usa la CAA possieda anche una serie di abilità
aggiuntive.
Essi sono in grado di:
Fornire un'immagine positiva di sé;
Mostrare interesse verso gli altri e coinvolgerli;
Partecipare attivamente;
Fare commenti pertinenti, ponendo domande precise e discutendo su
argomenti specifici;
Mettere a proprio agio chi comunica con loro.
Certamente gli ausili tecnologici nel campo della comunicazione possono
cambiare la vita delle persone. Tuttavia non sono magici.
Da sola la tecnologia CAA non trasforma una persona con disabilità verbale
in un comunicatore efficiente.
Sempre Light e collaboratori hanno descritto le competenze comunicative di
coloro che usano la CAA .
14
Competenze linguistiche
La competenza linguistica si riferisce alle abilità linguistiche ricettive ed
espressive della propria lingua. Riguarda anche la conoscenza dello
specifico codice linguistico di ciascun sistema di CAA, come simboli, parole,
segni. È anche importante che le persone che si affidano alla CAA imparino il
linguaggio parlato dai loro partner comunicativi, al fine di poter ricevere
messaggi. In ambienti bilingue, ciò può significare imparare la lingua madre
parlata in famiglia e anche quella parlata nella comunità. (Light, 1989b).
Le persone che hanno acquisito una disabilità possiedono già molte di
queste capacità e potranno affrontare soltanto gli specifici obiettivi della CAA.
Per le persone che hanno una disabilità congenita, invece, queste dovranno
essere apprese tenendo conto delle limitazioni fisiche, sensoriali e cognitive.
Competenza operazionale
La competenza operazionale si riferisce alle abilità tecniche per utilizzare un
sistema CAA.
Coloro che utilizzano la CAA e coloro che li supportano hanno l'esigenza di
apprendere adeguate competenze operazionali e manutenzionali del
sistema.
Spesso il destinatario di queste istruzioni non è la persona che utilizza la
CAA ma chi si occupa di lui: genitori, coniugi, operatori, educatori e
insegnanti.
Nella scuola, ogni anno scolastico, data la continua rotazione degli
insegnanti, si dovrebbero sempre addestrare nuove persone all'utilizzo dei
sistemi CAA. Lo studente è posto al centro dell’azione educativa in tutti i suoi
15
aspetti; in questa prospettiva i docenti dovranno essere sensibilizzati per
pensare e realizzare i processi educativi e didattici adatti non per individui
astratti ma per persone che vivono qui e ora, che sollevano precise domande
esistenziali e che vanno alla ricerca di prospettive.
Le famiglie degli studenti con difficoltà comunicative devono trovare nella
scuola un adeguato supporto capace di promuovere le risorse dei loro figli
attraverso la costruzione di ambienti educativi accoglienti e inclusivi, in modo
tale che ciascun studente possa trovare attenzioni specifiche ai propri bisogni
e condividere con gli altri il proprio percorso di formazione.
I docenti si dovranno ispirare a criteri di ascolto, interazione partecipata,
mediazione comunicativa, sostegno e presa in carico del mondo dello
studente.
Competenza sociale
La competenza sociale si riferisce alle abilità sociali quali iniziare, mantenere,
sviluppare, terminare le interazioni comunicative.
Competenza strategica
La competenza strategica si riferisce alle strategie di compensazione delle
persone che usano la CAA per affrontare le limitazioni del funzionamento del
sistema stesso.
Ad esempio, la persona che utilizza la CAA può imparare a trasmettere il
messaggio “per favore parla più lentamente” o imparare a usare dei gesti
con il significato ad esempio “no, non hai capito”.
16
Questo è un evento da cui ambedue, emittente e ricevente, possono trarre
beneficio.
Ritorna il concetto che non solo l'utilizzatore CAA debba essere formato ma
anche tutte le persone che sono coinvolte nella sua vita.
Gestione dei messaggi
Le persone che si affidano alla comunicazione aumentativa e alternativa
possono presentare un ampio range di capacità e di preferenze
relativamente alla costruzione del messaggio.
Alcuni preferiscono formulare i loro messaggi utilizzando la strategia della
lettera per lettera. Per le persone che posseggono le capacità necessarie
questa strategia consente di formulare messaggi di qualunque tipo decidano
di esprimere.
Altri aumentano la suddetta strategia scegliendo singole parole da un elenco
di vocaboli proposti inseriti nei loro ausili. Infine alcuni si affidano a sistemi
che comunicano attraverso messaggi completi o parziali programmati
personalmente o immagazzinati dai produttori di sistemi CAA.
I messaggi nella conversazione
La maggior parte delle conversazioni ha una struttura piuttosto prevedibile.
Di solito s’inizia con un saluto, seguito da una frase convenzionale.
Alcune conversazioni diventano poi condivisione di informazioni, altre no. Lo
scambio delle informazioni può avere varie forme: un racconto, una
descrizione, una procedura o una conversazione con contenuti specifici. Le
conversazioni quasi sempre terminano con frasi conclusive e saluti.
17
Questo è il profilo colloquiale; bisogna tener conto di ciò per organizzare e
selezionare i messaggi CAA.
Le parole con cui le persone comunicano sono notevolmente influenzate dai
diversi contesti e dalle modalità di conversazione.
È importante che il team di CAA abbia una conoscenza di questi differenti
partner di utilizzo quando vengono selezionati i vocaboli per un sistema di
CAA.
Il linguaggio a scuola, ad esempio, può avere differenze dal linguaggio a
casa.
Il fruitore a scuola non impiega lo stesso linguaggio per lo stesso scopo che
potrebbe avere a casa. Anche i diversi contesti scolastici e diversi gradi di
scuola comportano cambiamenti dei vocaboli con variazioni anche
settimanali. Uno studente che segue le lezioni di scienze può variare gli
argomenti settimanalmente. Ad esempio: Le piante, i batteri, i vulcani.
Le ricerche suggeriscono che l'età, il sesso e le differenze culturali o etniche
possono altresì influenzare gli argomenti e il vocabolario che una persona
utilizza durante le interazioni.
L'utilizzo del linguaggio varia tra adulti e adulti più anziani, con l'età
diminuisce la varietà lessicale, i riferimenti sono più ambigui e i nomi propri
diminuiscono.
Anche il genere influenza l'utilizzo del linguaggio e delle parole, anche solo
per la tipologia degli argomenti.
18
Un ulteriore e importante fattore che un team di CAA dovrebbe
considerare è la valutazione delle competenze comunicative della persona
che dovrà utilizzare il sistema.
Nello specifico il vocabolario è anche scelto in base a:
Soggetti prealfabetizzati, ad esempio i bambini in età prescolare.
Non alfabetizzabili, come coloro che non sono in grado di leggere e
scrivere o che hanno perso questa capacità a causa di menomazione.
Persone alfabetizzate.
Scelta del vocabolario
Le persone prealfabetizzate non hanno ancora sviluppato la capacità di
lettura e scrittura. Possono essere bambini piccoli ma anche adulti che non
hanno mai ricevuto un'istruzione. In genere le esigenze di vocabolario delle
persone prealfabetizzate possono essere divise in:
Un vocabolario per comunicare messaggi essenziali.
Un vocabolario per sviluppare le abilità linguistiche.
Le persone non alfabetizzabili sono incapaci di formulare sufficientemente
bene lettera per lettera i loro messaggi.
La maggior parte è anche incapace di leggere, eccetto alcune parole
funzionali che ha memorizzato. Il processo di selezione del vocabolario ha lo
scopo di rispondere ai loro bisogni comunicativi quotidiani in una molteplicità
di ambienti. Le scelte sono fatte sempre da una prospettiva funzionale
piuttosto che da una prospettiva di sviluppo.
19
Le persone alfabetizzate capaci di effettuare lo spelling hanno accesso a una
più ampia gamma di opzioni per preparare i loro messaggi. La selezione del
vocabolario non è l'unica scelta che deve fare l’equipe della CAA: alcuni
messaggi richiedono una precisa tempistica, devono essere espressi in
modo veloce.
Oltre al miglioramento della tempistica si possono selezionare vocaboli per
accelerare la velocità complessiva della comunicazione, inserendo le parole
o i messaggi che ricorrono spesso e che sono lunghi. Tutti questi
accorgimenti portano ad ottenere un’importante riduzione dell'affaticamento
della persona che usa il sistema.
Simboli
“Come mi siedo qui al tavolo per fare colazione, vedo il mio giornale del mattino con
tanti testi stampati; c'è un grafico che spiega come sarà speso il budget nazionale,
una mappa che cerca di darmi informazioni sul tempo, una scheda di statistiche sul
basket, un disegno schematico [...]. Sul muro di fronte a me è attaccato un
calendario e sopra un orologio. Tutto questo e altro[...] e non ho ancora acceso la tv
o il computer.” (Ittelson, 1996).
Questa descrizione ci fa notare che siamo circondati da simboli durante tutta
la nostra vita, domestica e lavorativa, quando guidiamo e quando scriviamo
messaggi con il telefono.
Con i simboli possiamo trasmettere empatia, affetto e approvazione. In
particolar modo noi italiani abbiamo una grande capacità di inviare messaggi
20
con i gesti, con il linguaggio del corpo, arricchendo così la nostra
comunicazione.
La forza della CAA risiede anche nell'utilizzo di una vasta gamma di simboli e
segnali, diversi da quelli utilizzati nel parlato con cui le persone possono
inviare messaggi. In particolar modo, per le persone che non sono in grado di
leggere o scrivere la capacità di rappresentare messaggi e concetti in modo
alternativo risulta fondamentale per la comunicazione. Per questo ricercatori
e medici si sono dedicati alla ricerca e allo sviluppo di sistemi simbolici facili
da imparare e da usare.
Molte sono le definizioni che sono state impiegate per descrivere i simboli .
Il simbolo è qualcosa che sta per o che rappresenta qualcos'altro.
I simboli possono essere descritti secondo molte caratteristiche, quali la
concretezza, l'iconicità, l'ambiguità, la complessità, la chiarezza percettiva,
l'accettabilità, l'efficienza, i colori e le dimensioni.
All’iconicità è stata dedicata maggiormente l'attenzione da parte dei
ricercatori della CAA.
I simboli possono essere divisi fra quelli con l'ausilio (aided), che richiedono
un supporto esterno come un dispositivo per la loro produzione e quelli che
non richiedono un dispositivo perciò definiti senza ausilio (unaided).
I simboli con l'ausilio comprendono ad esempio gli oggetti reali e i simboli
stilizzati in bianco e nero, mentre i simboli senza ausilio comprendono le
espressioni del viso e i gesti, le parole espresse naturalmente e le
vocalizzazioni. Esistono set di simboli che comprendono l'uso di elementi con
e senza ausilio.
21
Simboli senza ausilio
I gesti e le vocalizzazioni sono le forme più comunicative di comportamento
non verbale.
Il comportamento gestuale comprende movimenti fini e grossolani del corpo,
espressioni facciali, comportamenti di sguardo e posture.
Alcuni sistemi di segni manuali, originalmente progettati per persone sorde e
da esse utilizzati, sono stati estesi anche a persone con complessi bisogni
comunicativi, senza difficoltà uditive. Ad esempio le persone affette da
autismo comprendono meglio gli stimoli visivi rispetto a quelli uditivo –
verbali.
Lloyd e Karlan (1984) suggeriscono sei ragioni per cui gli approcci con segni
manuali possono essere un'alternativa appropriata ad approcci puramente
verbali:
L’input linguistico è semplificato e la velocità di presentazione si
presenta più lenta quando i segni manuali sono combinati con la
parola.
La risposta espressiva è più facile perché diminuisce la pressione sul
parlare.
Può essere insegnato un vocabolario limitato ma funzionale
mantenendo l'attenzione della persona.
I disegni manuali permettono un input linguistico semplificato
diminuendo l'impegno della memoria uditiva e l'elaborazione.
L’elaborazione degli stimoli è facilitata dall'uso della modalità visiva.
22
Tipi di sistemi di segni manuali
Il termine sistema di segni manuali si riferisce a tre tipi di sistemi:
Quelli che sono alternativi al linguaggio parlato di un particolare
paese.
Quelli che seguono esattamente il linguaggio parlato.
Quelli che interagiscono con o che integrano un altro mezzo di
trasmissione del linguaggio parlato come ad esempio lo spelling con
l'alfabeto muto fatto con le dita.
La lingua italiana dei segni (o lingua dei segni italiana), spesso chiamata con
la sigla LIS, è la lingua adottata nella comunicazione dalle persone italiane
sorde che si riconoscono membri di una comunità minoritaria. La LIS è anche
lingua materna di alcuni udenti italiani, per lo più figli di persone sorde, ed è
lingua seconda di molti altri udenti, generalmente operatori dei settori
scolastico e socioassistenziale. Le persone che formulano messaggi in
lingua dei segni sono dette segnanti.
Simboli con ausilio
Simboli tangibili
Il termine si riferisce ai simboli che possono essere discriminati sulla base di
proprietà tangibili quali ad esempio la forma, le caratteristiche della
superficie, la consistenza.
23
I simboli tangibili sono usati tipicamente con persone con difficoltà visiva o
doppia disabilità sensoriale e con gravi disabilità cognitive.
I simboli tangibili possono essere costruiti selezionando forme materiali che
possono essere associate al significato o all'azione che l'oggetto
rappresenta. Esempio: Io spazzolino da denti potrebbe rappresentare
nell'ambito della propria casa il messaggio del lavarsi i denti.
Braille
Il Braille è un sistema simbolico tattile per la lettura e la scrittura usato dalle
persone con disabilità visiva o con doppia disabilità sensoriale. I caratteri
sono formati dalla combinazione di 6 punti in rilievo contenuti in una cella di
due colonne verticali formate da tre punti ciascuna. Dall'alto verso il basso i
punti sono numerate da 1 a 3 sulla colonna di sinistra e da 4 a 6 sulla
colonna di destra. I caratteri rappresentano lettere parte di parole o parole
intere.
Simboli pittografici
Per rappresentare i vari concetti si possono utilizzare molti tipi di simboli
pittografici incluse fotografie, simboli stilizzati e simboli astratti.
La trasparenza
Si parla di trasparenza di una modalità di rappresentazione riferendosi al
grado di riconoscibilità immediata dei suoi elementi. All’estremo di più alta
24
trasparenza ci sarà la fotografia, o comunque una riproduzione naturale,
all’estremo opposto troviamo i sistemi alfabetici, dove la corrispondenza fra
segno e significato è puramente arbitraria.
I simboli più diffusi nel contesto italiano sono:
Picture Communication Symbols(PCS);
Widgit Literacy Symbols(WLS);
Blissymbolics(Bliss).
I suddetti simboli rispetto alla trasparenza si posizionano nel modo seguente:
0 Trasparenza
Fotografie
Le fotografie di alta qualità a colori o in bianco e nero possono essere
utilizzate per rappresentare oggetti, verbi, luoghi e attività. Alcuni studi hanno
messo in evidenza che persone con disabilità intellettive associavano meglio
il messaggio a foto in bianco e nero piuttosto che a simboli stilizzati. Altre
ricerche hanno messo in evidenza che studenti con gravi disabilità erano in
grado di associare meglio gli oggetti alle rispettive foto a colori se gli oggetti
Bliss WLS PCS
25
fotografati erano ritagliati rispetto a quando non lo erano, oppure il
messaggio era più riconoscibile se appariva di fianco all'oggetto stesso.
Picture Communication Symbols PCS
PCS è la raccolta di simboli più largamente utilizzata del mondo; la libreria
contiene più di 18000 simboli pittografici che rappresentano parole, frasi,
concetti relativi ad un ampia gamma di argomenti.
Sono disponibili vari software della Boardmaker per generare tabelle di
comunicazione che possono essere composte da simboli a colori o in bianco
e nero. Per alcuni di questi prodotti sono anche disponibili PCS animati in
relazione a molti verbi che rappresentano azioni.
Principale punto di forza del PCS è la trasparenza della grafica che, pur con
qualche stilizzazione, mantiene una buona riconoscibilità immediata.
Ciò vale in particolar modo per gli oggetti e alcuni verbi, mentre i simboli
relativi a concetti astratti risultano comunque poco trasparenti.
Evolvendosi nel tempo, i PCS si sono focalizzati soprattutto sulla facilità di
apprendimento immediato dei simboli da parte di bambini piccoli o con
significative difficoltà cognitive.
26
Il vocabolario in simboli è quindi molto ricco per quanto riguarda nomi e
termini legati al concreto, mentre risulta decisamente meno fornito di concetti
astratti.
Widgit Symbols
Il sistema di simboli WLS è stato sviluppato nel corso degli ultimi venticinque
anni ed è oggi utilizzato in molti paesi nel mondo.
I simboli sono stilizzati e realizzati con una grafica essenziale, adatta a utenti
di tutte le età. Sono stati progettati avendo cura di illustrare un singolo
concetto in ogni simbolo, evitando di aggiungere informazioni non
necessarie.
Lo schema dei simboli segue una struttura precisa che mira a facilitare la
acquisizione di migliori competenze linguistiche.
Vi sono oltre 7000 immagini, riprodotte sia a colori che in bianco e nero, in
grado di rappresentare un vocabolario di oltre 30000 parole nella lingua
italiana. Questo vocabolario viene continuamente ampliato per consentire
l'accesso coi simboli ad un numero sempre crescente di argomenti e aree
curricolari.
27
Bliss Le origini
È il capostipite dei sistemi di simboli, nato con l'intenzione di essere una
lingua ausiliaria, internazionale, semplice da imparare, non particolarmente
dedicata alla disabilità; solo successivamente si è sviluppato l’utilizzo in tale
ambito.
Il vocabolario Makaton
Il Makaton è un programma di linguaggio che offre un approccio strutturato e
multimodale per l'insegnamento delle abilità di comunicazione. Esso
rappresenta un sistema di simboli con e senza ausili.
Questi sistemi combinati sono diversi dai sistemi di comunicazione
individualizzati in quanto i simboli sono combinati in un pacchetto standard
d’intervento.
Un sistema simbolico libero
Nella comunità degli utilizzatori di CAA e delle associazioni viene presentata
in modo crescente l’esigenza della disponibilità di un sistema simbolico
libero, in cui naturalmente il lavoro di disegno, di sviluppo e di manutenzione
venga riconosciuto a livello generale, non a carico di chi utilizza quel
particolare alfabeto.
28
Principi di valutazione.
Le finalità degli interventi di CAA sono;
Aiutare le persone a soddisfare i loro bisogni comunicativi attuali.
Prepararli ad affrontare i loro bisogni comunicativi futuri.
In CAA la valutazione comporta la raccolta e l'analisi delle informazioni in
modo tale che le persone che ne usufruiscono e coloro che le supportano
possano prendere decisioni informate su:
L'adeguatezza della loro attuale comunicazione.
I bisogni comunicativi attuali e futuri della persona.
Quali tecniche di CAA appaiono più appropriate.
Come fornire istruzioni all'uso di queste tecniche.
Valutare risultati.
Nel corso degli anni sono stati elaborati molti modelli per guidare il processo
di valutazione in CAA. Quello attualmente più usato è il modello della
partecipazione.
In allegato schema del modello di partecipazione .
Fasi della valutazione
Gli interventi di CAA sono di solito processi dinamici e di lunga durata poiché
le persone che li richiedono sono incapaci di parlare o scrivere a causa di
gravi disabilità motorie e cognitive, linguistiche e sensoriali che persistono nel
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tempo. Poiché queste persone crescono e invecchiano le loro esigenze e
abilità comunicative spesso si modificano.
Perciò la valutazione si suddivide in quattro fasi principali.
Fase 1
L'iter burocratico per avviare il processo di valutazione comincia dalla
persona con difficoltà o più spesso da un professionista che rileva l'esigenza
di un intervento di CAA .
Fase 2
Durante questa fase un team composto da uno o più specialisti valuta gli
attuali bisogni comunicativi e interattivi della persona, le sue capacità
motorie, cognitive, linguistiche e sensoriali per poter avviare un lavoro di
supporto il più velocemente possibile.
L'obiettivo di questa fase è quello di raccogliere informazioni per pianificare
un intervento iniziale adatto ai bisogni e alle abilità esistenti.
Fase 3
L'obiettivo della valutazione per il domani è quello di sviluppare un solido
sistema di comunicazione che supporti la persona nei vari ambienti oltre a
quelli famigliari da oggi per il futuro. Tali ambienti rispecchieranno lo stile di
vita della persona e potranno quindi comprendere la scuola, l'ambiente di
lavoro, la situazione residenziale (ad esempio se conduce una vita
indipendente, se hai bisogno di assistenza o vive in una residenza protetta)
ed infine il tempo libero.
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Un bambino ad esempio inserito in una classe deve avere accesso a un
sistema che gli permetta la partecipazione a livello scolastico e sociale.
Questa fase richiederà, inoltre, l'intervento di altri facilitatori quali insegnanti e
assistenti alla comunicazione.
Fase 4
La valutazione follow-up consiste generalmente nel mantenimento di un
sistema generale di CAA che si adegui all'evoluzione dello stile di vita e delle
abilità della persona. In questa fase la valutazione può consistere in una
verifica periodica dei supporti comunicativi, finalizzata ad individuare la
necessità di eventuali sostituzioni o riparazioni e una rivalutazione delle
abilità della persona se queste cambiano.
Inclusione scolastica
Usiamo il termine inclusione scolastica per riferirci alle pratiche e risultati
attesi che avvengono all'interno di una classe frequentata da studenti della
stessa età e dallo studente con complessi bisogni di comunicazione.
Per prima cosa l'inclusione scolastica richiede che lo studente sia un
membro effettivo della classe, che come tutti gli studenti partecipi
attivamente alle attività curricolari e sociali della classe. Partecipare alla vita
sociale significa ad esempio che stia con i compagni durante la ricreazione,
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che abbia un ruolo all'interno della classe, che partecipi a tutte quelle attività
che svolgono gli altri studenti.
Partecipare alla vita accademica della classe significa che con vari tipi di
supporto uno studente disabile venga coinvolto in attività didattiche all'interno
di un grande o piccolo gruppo, che risponda alle domande dell'insegnante e
che esegua dei compiti correlati al curriculum scolastico seguito dai suoi
compagni.
Indubbiamente tradurre in pratica tutto questo non è un compito semplice e
richiede una continua collaborazione tra insegnanti, operatori scolastici e tutti
i membri del team di CAA, inclusi lo studente e la sua famiglia. È molto
importante che un efficace sistema di CAA sia adeguato all'età e al contesto
e tenga conto delle varie abilità del soggetto.
Purtroppo questi studenti frequentano spesso la scuola per parecchi anni
senza avere accesso agli strumenti per comunicare, scrivere, leggere e
disegnare e perciò anche a tutti quegli strumenti aumentativi ai quali
avrebbero diritto.
Metodologie didattiche
Lezione frontale
La lezione frontale prevale nella maggior parte delle classi. Solitamente un
insegnante controlla molte delle interazioni e segue un programma
prestabilito di nozioni che dovranno essere acquisite dagli studenti.
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Data la struttura altamente pianificata delle lezioni frontali, gli insegnanti
possono fornire informazioni utili circa il vocabolario specifico di CAA che
sarebbe necessario. Ad esempio un insegnante potrebbe individuare alcune
parole chiave dell'argomento che dovrà trattare e comunicarle al docente di
sostegno il quale le inserirà nel vocabolario e programmerà l'ausilio per lo
studente. Si potrà altresì aumentare il vocabolario necessario con supporti
visivi e con l'uso dei media e condividerlo con tutta la classe.
Lezione a piccoli gruppi
Solitamente lo scopo della lezione a piccoli gruppi è quello di migliorare il
linguaggio, il problem solving, il pensiero critico e la comprensione dei testi
utilizzati.
Gli studenti con disabilità di sviluppo inseriti in classi normali sono
maggiormente coinvolti nelle lezioni in piccoli gruppi rispetto ad altre
metodiche didattiche.
Gli insegnanti spesso supportano la comprensione di ciò che dicono
utilizzando mappe, disegni, immagini e video. Lavagne multimediali e altri
media audiovisivi sono usati per aumentare il linguaggio orale, soprattutto
quando si introducono informazioni o concetti poco familiari.
Per gli studenti con complessi bisogni comunicativi, specialmente quelli con
ritardo o deficit di linguaggio, l'utilizzo da parte degli insegnanti di vari tipi di
supporto didattici può essere estremamente importante perché dà loro la
possibilità di apprendere anche solo i concetti di base.
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L’Insegnante di sostegno si dovrà impegnare ad affiancare i docenti delle
singole materie e a creare un collegamento con l’equipe di CAA per
migliorare e modificare eventualmente i dispositivi da utilizzare.
Pianificare gli adattamenti per uno specifico studente
Una volta che sono stati introdotti gli adattamenti più generali facendo
riferimento al modello di partecipazione si possono prendere decisioni
relative al PEI (Piano Educativo Individualizzato).
Ciò richiede il completamento di alcuni step:
Tracciare il profilo dello studente.
Sviluppare un PEI.
Pianificare lezioni che includano tutti gli studenti ed identificare gli
adattamenti individuali.
Punto focale di questi step è sviluppare annualmente un profilo dello
studente basato sui suoi punti di forza. Il profilo potrà essere utilizzato per
individuare obiettivi adeguati e per prendere decisioni.
Questo profilo potrà essere realizzato attraverso interviste informali ai
familiari e ad altre persone che conoscono bene lo studente o attraverso
procedimenti più formali, centrati sulla persona, qual è la raccolta di dati di
Social Networks.
A questo punto l’equipe di CAA ha completato tutta la necessaria
pianificazione. Sono stati valutati e date raccomandazioni sugli adattamenti
più generali per tutta la classe ed è stato completato il profilo dello studente e
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individuati gli obiettivi più importanti per il PEI. Si è così giunti alla valutazione
dei progressi dello studente.
Due sono le domande principali che ci si deve porre per ogni argomento e
attività:
Lo studente è in grado di partecipare attivamente e in modo
significativo per lui a questa unità didattica o lezione?
È in grado di lavorare e/o raggiungere uno o più obiettivi del PEI?
Se la risposta alle domande è no, si dovranno individuare gli aspetti più
problematici e introdurre possibili soluzioni nella futura pianificazione delle
lezione e attività sia per l'intera classe sia per il singolo studente.
L'esperienza insegna che quando l’operazione di pianificazione,
implementazione, valutazione e revisione si verifica più volte durante il
periodo scolastico, la quantità di energie e di tempo richiesta per ogni fase si
riduce notevolmente. Mano a mano che si prenderà confidenza con questo
processo sia gli studenti che gli insegnanti diventeranno più capaci di
strategie nel creare lezioni interessanti ed inclusive di cui tutti potranno
beneficiare.
Tutto questo duro lavoro dello studente con diversi livelli di abilità che si
affida alla CAA, della famiglia e di tutto il sistema scolastico avrà un senso
quando l'inclusione non sarà solo “stare lì” come presenza nella classe ma
un cambiamento di vita.
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CONCLUSIONI
Con questo lavoro sono venuta a contatto con un mondo a me quasi
totalmente sconosciuto ed ho potuto in parte comprendere le gravi
difficoltà comunicative che alcuni disabili devono affrontare
quotidianamente. Nella CAA non esistono soluzioni universali adatte ad ogni
soggetto. Al contrario, per ogni soggetto è necessario creare un intervento ad
hoc: ogni strumento va scelto in base alle caratteristiche della persona e al
momento particolare della sua vita in cui viene richiesto; dunque lo stesso va
migliorato, adattato o aggiustato secondo necessità, oltre ad essere
personalizzato per il soggetto stesso.
La CAA costituisce un ulteriore strumento di innovazione nelle metodologie
per il comune insegnamento e metodo verso una stimolazione di contesti
d’apprendimento cooperativo, nonché verso una didattica inclusiva positiva.
“Il docente comincia a interrogarsi su come facilitare la comprensione, come
semplificare e chiarire il lessico, i concetti, come favorire la memorizzazione,
come stimolare la motivazione, l’attenzione, l’autoregolazione, ecc.
Il docente riflette metacognitivamente su se stesso, su quello che fa per
aiutare un alunno in difficoltà ad elaborare delle competenze e usarle.
Questo processo lo fa crescere professionalmente, con benefici nella
didattica per tutti gli alunni, anche quelli “bravi”, che apprendono bene, ma
che imparano ancora meglio, se l’insegnamento aumenta di qualità.”
(Canevaro e Ianes, 2006)
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Bibliografia
ASHA. (s.d.). ASHA. (2005). Beukelman-Mirenda. (2014). Manuale di comunicazione aumentativa e
alternativa. Erickson. Ittelson, W. (1996). Visual perseptions of marketing. Light. (1989b). Ministero della Salute. (2015). Linee guida del sistema Nazionale. Rivarola, A. (2009). Comunicazione Aumentativa Alternativa. Milano. Williams, M. (2000). Beneath the surface:Creative expressions of
augmentated communicators. ISAAC.
Sitografia http://www.isaacitaly.it/index.htm
Nella Pagina dopo:
Allegato: schema modello di partecipazione
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