The Frog Story

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Progetto di Cognizione e Linguaggio, un'analisi sulle carenze linguistiche infantili a partire dalla frog story.

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Università degli studi Milano-Bicocca

Laurea magistrale in Teoria e Tecnologia della Comunicazione

Materia: Cognizione e Linguaggio | Docente: Maria Teresa Guasti

LA FROG STORY

Daniela Belotti mat. 728896 d.belotti@campus.unimib.itGiulia Cicchinè mat.779150g.cicchine@campus.unimib.it

La Frog Story è composta da un insieme di immagini che stimolano la produzione di un racconto esteso. Nel nostro progetto essa è stata utilizzata per bambini di 9,11 e 13 anni in forma orale. È composta da 24 pagine. Attraverso l’analisi del linguaggio prodotto è stato possibile ricavare informazioni relative a:- complessità o povertà della struttura frasale- errori morfo-sintattici presenti- capacità di tenere il filo del discorso- uso dei pronomi

FROG STORY: WHERE ARE YOU?

Il problema del contesto

Nel nostro progetto non era presente alcun contesto di riferimento quindi i bambini non conoscevano sulla storia.

Inoltre, non erano presenti informazioni nei riguardi delle immagini che succedevano quella corrente, perciò il compito risultava complesso soprattutto per le età degli intervistati. Una visione globale avrebbe aiutato la comprensione

Da segnalare anche l’assenza di un titolo, in quanto le immagini venivano presentate senza nessuna informazione aggiuntiva.Il titolo per definizione serve per creare delle aspettative che in questo caso sono venute a mancare, perciò per i bambini non c’è stato nemmeno un appiglio possibile.

A partire da queste considerazioni abbiamo analizzato tutti quei fattori che avrebbero potuto esserne influenzati.

Tra questi ci sono:

- Pause- Tempi di racconto- Numero di parole utilizzate- Ripetizioni delle parole - Possibili errori ed eventuali correzioni

Conteggio delle pause

Abbiamo poi notato che le pause sono principalmente concentrate nei passaggi da una diapositiva ad un’altra.

Questo potrebbe essere relativo al fatto che i bambini hanno bisogno di tempo per elaborare la nuova immagine e collegarla con la precedente.

Tempi

Abbiamo tenuto in considerazione i tempi di esposizione, facendone la media in base all’età.

La nostra ipotesi indicava che i bambini più piccoli avessero bisogno di più tempo per l’elaborazione.

I dati confermano la nostra ipotesi solo per i bambini tra 11 e 13 anni: è stato effettuato un T TEST che risulta non significativo.

Invece tra 9 e 11 anni risulta che i bambini di 11 anni hanno tempi maggiori.

La nostra ipotesi è parzialmente confermata.

Conteggio parole

Abbiamo contato il numero di parole per ogni testo e ne abbiamo fatto la media per età.

Non era stata fatta nessuna ipotesi al riguardo ma volevamo avere un’idea complessiva di come, nelle varie fasce di età, vengono elaborate frasi che compongono un testo.

È anche vero che dai dati non è possibile vedere differenze statisticamente significative tra le fasce studiate.

Uso delle parole

VERBI AGGETTIVI NOMI

FRANCESCA 9 ANNI 53 10 66

MARTA 55 5 75

GIANNI 59 3 73

media 55,66666667 6 71,33333333

GIULIA 11 ANNI 62 15 77

CHIARA 59 13 78

ALEISA 58 16 76

media 59,66666667 14,66666667 77

FRANCESCO 13 ANNI 72 18 82

PABLO 75 17 79

CLARISSA 69 15 83

media 72 16,66666667 81,33333333

Abbiamo analizzato le parole più usate dai bambini nelle diverse fasce d’età.

Dai dati emerge che esistono differenze nell’uso delle categorie di parole: tutte le categorie subiscono un aumento in base all’età.

La categoria più usata è quella dei nomi; seguono i verbi e per ultimi gli aggettivi.

Ripetizione parole

Abbiamo contato quante volte i bambini ripetevano le parole.Abbiamo considerato i tre personaggi principali: BAMBINO, CANE e RANA.

In via teorica le ripetizioni dovrebbero diminuire con l’età.Da questi dati emerge che questa tendenza non è valida nella coppia 9-11 anni.

Repeat name penalty

Si parla di Penalità riferendosi alla “Massima della Quantità” di Grice. Questa dice che non bisogna dire troppo ne dire troppo poco.

L’essere espliciti non sempre aiuta la comprensione, anzi.

I nomi possono essere inseriti all’interno di una narrazione ma genericamente servono per aggiungere delle informazioni nuove, oppure quando il referente risulta lontano e la frase potrebbe essere incoerente.

Repeat name penalty nei bambini

Da queste storie emerge che i bambini hanno la tendenza a ripetere i nomi anche quando non sono necessari.

Probabilmente i bambini non hanno ancora del tutto sviluppato la capacità di collegare le frasi senza ripetere i nomi.

Ma questo emerge quasi esclusivamente per il soggetto e poco per il complemento oggetto: per quest’ultimo sono usati molti più pronomi (lessicali).

Pronomi

È stata analizzata la presenza di pronomi nulli e lessicali

Negli adulti:

Pronomi nulli antecedenti salientiPronomi lessicali antecedenti meno salienti

Abbiamo voluto verificare se questa ipotesi fosse veritiera anche nel nostro caso.

Nella nostra ipotesi il numero di pronomi nulli sarebbe dovuto aumentare all’aumentare dell’età. Questo non risulta confermato nel range 11-13 anni.

Nella nostra ipotesi i pronomi lessicali sarebbero dovuti aumentare all’aumentare dell’età.Ciò non risulta essere confermato per i bambini di 13 anni che presentano un numero più basso di pronomi lessicali.

Errori della produzione

Dal momento che ci siamo occupate di Frog Story in forma orale, abbiamo analizzato anche gli errori in fase di produzione delle storie.

Abbiamo diviso la nostra analisi in due macrocategorie:- Errori sematico-pragmatici- Errori grammaticali

Evidenziando per entrambi i gruppi l’eventuale presenza di autocorrezione.

Alcuni esempi di errori semantico-pragmatici

Errori Possibile Correzione

Cucciolo della rana Girino

“Aspetta che la rana vola”

Saltare

Figli della rana Girini

Nido di api Alveare

Errori Semantico-Pragmatici

Gli errori sematico-pragmatici, secondo la nostra ipotesi dovrebbero diminuire con l’aumentare dell’età, in quanto si acquisiscono nuove conoscenze.

Abbiamo effettuato un T TEST per confrontare le medie, pari a 0,05. In tal modo è possibile dire che esiste una differenza significativa.

Errori Grammaticali

Errori Possibile Correzione

Mettendo a disordine Mettendo in disordine

Mentre invece Mentre / invece / intanto / ecc

Solo che però Solo che / però / se non fosse che

C’era un cervo che lo montò

…che lo caricò / lo portò in sella

Verbi che non coincidono con i soggetti

Non c’è il rispetto dei tempi verbali, che cambiano di frase in frase.

Alcuni esempi di errori grammaticali

Gli errori grammaticali potrebbero essere legati all’età ma fondamentalmente per bambini di 9, 11 e 13 anni, è difficile attribuire la causa di questo tipo di errori.

È stato infatti effettuato un T TEST da cui risulta che è impossibile dire se esiste una differenza significativa tra le fasce di età.

Autocorrezione

Abbiamo notato che nella maggior parte dei casi non c’è autocorrezionein seguito ad un errore, indipendentemente dall’età.

Un elemento che ci ha però colpito è il fatto che 6 su 9 bambini, si siano autocorretti in una sola e medesima occasione.

“Il bambino si aggrappò a dei rami…”

“…ma non erano rami, era un cervo…”

Al passaggio alla diapositiva successiva, si è modificata una situazione, l’unica prontamente corretta.

Iconicità temporale

Basandoci sulle descrizioni delle immagini e sui racconti che ne venivano, abbiamo anche studiato l’iconicità temporale legata al Modello di Induzione di Eventi (EIM).

L’iconicità temporale indica che l’ordine in cui vengono menzionati gli eventi è l’ordine in cui essi tendenzialmente accadono.

Si basa su conoscenze pregresse:- Schemi posseduti - Indizi espliciti.

Nel nostro caso, l’ordine in cui abbiamo presentato gli eventi sotto forma di immagini, era tendenzialmente l’ordine in cui essi accadevano.

Perciò l’ordine in cui i bambini avrebbero dovuto raccontare la storia dipende da:

- Elementi in primo e secondo piano per la stessa diapositiva;

- Ordine di presentazione delle diapositive.

Partendo da questa ipotesi, abbiamo analizzato le locuzioni temporali come:

MENTREUtilizzato per descrivere scene parallele in cui sono coinvolti più personaggi.

“mentre il bambino ha trovato una talpa, il cane abbaia all’alveare…”

POI, DOPO

Viene utilizzato per passare da una scena ad un’altra, si sovrappone spesso al cambio di diapositiva.

“Il cane cascò dalla finestra…”

“…il bambino scese a prenderlo…”

“…poi andarono fuori casa a cercare la rana”

INFINE Viene usato solamente per la scena finale

“Infine il bambino prese un cucciolo della rana e se andò via”

Conclusioni

Possiamo concludere che:

- In generale i punti da noi analizzati presentano un miglioramento all’aumentare dell’età;

- In alcuni casi i dati non sono coerenti con le ipotesi ma ciò è probabilmente dovuto al fatto di avere pochi dati;

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