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INVECCHIAMENTO E DETERIORAMENTO
COGNITIVO Uno strumento di previsione e di
programmazione di intervento (IQCODE)Dott.ssa Annapaola PRESTIA
Psicologa – Neuropsicologa – Psicologa Forense – Coordinatrice del centro diurno per Alzheimer “F.Candussi”
Romans d’Isonzo (GO)
STUDIO: Via San Maurizio,2
34129 Trieste
Tel: 331/4933554
E-mail: annapaolaprestia@annapaolaprestia.it
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INTRODUZIONEE’ diffusa l’opinione che
l’invecchiamento si accompagni inesorabilmente alla perdita di
numerose funzioni, sia fisiche che mentali
SENECTUS IPSA MORBUS
Secondo Shakespeare sono numerosi i tributi che si devono pagare alla vecchiaia: “senza memoria, senza denti, senza occhi,
senza tutto”.
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INTRODUZIONERecentemente, è stato dimostrato che,
accanto a fenomeni di perdita, di cellule e di collegamenti, nel cervello senescente
sono conservate capacità riparative e rigenerative; questa proprietà, nota col
termine di “plasticità neuronale”, potremmo immaginarla come quella di un orologiaio che intervenga a riparare alcuni
danni.
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UNA PANORAMICAL’anziano sano presenta delle
modificazioni delle funzioni cognitive che si differenziano da quelle di carattere PROGRESSIVO che intervengono nelle
demenze. La diffusione delle demenze, che in Italia colpisce circa il 5% degli uomini e
il 7% delle donne con più di 65 anni, riducendo sensibilmente le aspettative di
vita, è legata al mutato scenario demografico.
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INVECCHIAMENTOPerche’ si invecchia?
Invecchiamento cerebrale con
modifiche anatomo-strutturali nel
cervello e anatomo-funzionali nel metabolismo energetico,
modifiche nella barriera emato-
encefalica, modifiche ai
neurotrasmettitori
Fattori ambientali che compromettono
la funzionalità dell’organismo
???Studi su gemelli omozigoti ultraottantenni non danno risposte univoche sul peso di
questi due fattori
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L’ANZIANO CON DECLINO COGNITIVO
Quali rapporti tra invecchiamento e demenza?La demenza va intesa come una fase terminale
di un processo inesorabile di esaurimento funzionale del cervello (Drachman, 1994) o si tratta piuttosto di una patologia a tutti gli
effetti, distinta dall’invecchiamento, sebbene quest’ultimo ne rappresenti un fattore di rischio (Khachaturinan, 2000)?
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L’ANZIANO CON DECLINO COGNITIVOChi è?
VALUTAZIONE MULTIDIMENSIONALE PAZIENTE
CON DEMENZA
STRATEGIE D’INTERVENTO SMALL GAINS
Saute mentale(cognitività, affettività,
comportamento)
1) Farmacoterapia;2) Riabilitazione cognitiva;
Salute fisica(malattie)
Ottimizzazione della terapia;
Stato funzionale(grado di disabilità)
1) Riabilitazione;2) Protesizzazione;
Stato socio-ambientale(struttura familiare, barriere architettonche, condizioni
economiche)
1) Assistenza;2) Interventi sull’ambiente;3) Informazione caregiver
OBIETTIVO: qualità della vita di paziente e caregiver
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LE DEMENZEDEMENZA=malattia del cervello che comporta la
compromissione delle facoltà mentali (memoria, ragionamento, linguaggio) tale da pregiudicare la possibilità di una vita
autonoma.
N.B: LA DEMENZA NON COSTITUISCE UNA
CONSEGUENZA INESORABILE, UN
DESTINO INELUTTABILE DI CHI INVECCHIA!
La demenza è una sindrome, cioè un insieme di sintomi; circa il 10% degli ultra 65enni e il 20% degli ultra 80enni che risiedono al domicilio manifestano un grado variabile di deterioramento delle funzioni cognitive.
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DEPRESSIONE E DEMENZASoggetti con diagnosi di depressione sviluppano nel 72% dei
casi la demenza! (Jost et al., 1996) e questi risultati sono stati confermati da studi longitudinali e trasversali.
Ma…CHI VIENE PRIMA? Non si sa, anche se gli squilibri neurotrasmettitoriali a carico del sistema serotoninergico e
noradrenergico nei pazienti depressi e in quelli dementi coesistono (Zubenko et al., 1988).
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CLASSIFICAZIONE DELLE DEMENZECLASSIFICAZIONE EZIOLOGICA:
1. Demenze primarie su base degenerativa2. Demenze secondarie legate a patologie di varia natura e a patologie neurologiche (es.
Parkinson) che secondariamente portano allo sviluppo di un quadro dementigenoDEMENZE PRIMARIE CORTICALI
-AD-FTD-Pick
SOTTOCORTICALI-LBD-Idrocefalo-Corea di Huntington-PSN-Degenerazione cortico basale
DEMENZE SECONDARIE VASCOLARI STATI CARENZIALISOSTANZE TOSSICHE
DISTURBI ENDOCRINO-METABOLICI-tiroide-insufficienza renaleDisidratazione
PROCESSI ESPANSIVI INTRACRANICI-neoplasie-ematomi o ascessi cerebrali
MALATTIE INFETTIVE E INFIAMMATORIE DEL SNC-meningiti e encefaliti-sclerosi multiplaCreutzfeld-Jacob-AIDS
MISCELLANEA-traumi craniciMalattie cardiovascolari e respiratorie
CLASSIFICAZIONE DELLE DEMENZECLASSIFICAZIONE NEUROPATOLOGICA:
1. Demenze CORTICALI caratterizzate da disturbi di apprendimento, deficit corticali, afasia, disinibizione o indifferenza, motilità normale fino negli stadi avanzati
2. Demenze SOTTOCORTICALI (Parkinson) caratterizzate da disturbi del richiamo del materiale menstico, apprendimento relativamente conservato, disartria, ipofonia, bradifrenia, apatia, sintomi extrapiramidali (rigidità, tremore, paralisi dello sguardo).
CLASSIFICAZIONE PROGNOSTICA:1. Demenze IRREVERSIBILI ad esempio VAD o PSP2. Demenze REVERSIBILI perché trattabili con interventi
chirurgici o farmacologici
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LA MALATTIA DI ALZHEIMERESORDIO: Clinicamente è caratterizzata da un
deterioramento ingravescente delle capacità cognitive e dalla comparsa di disturbi comportamentali e
dell’affettività che portano il malato ad una perdita dell’autonomia funzionale e all’impossibilità di
mantenere rapporti con altre persone e con l’ambiente.
DECORSO: La durata media della malattia è pari a 7-10 anni (dall’insorgenza dei primi sintomi al decesso)
SINTOMI: L’AD è caratterizzata da disturbi cognitivi, comportamentali e perdita progressiva dell’autonomia
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LA MALATTIA DI ALZHEIMEREZIOLOGIA:
L’ipotesi eziopatogenetica più accreditata, la CASCATA DELL’AMILOIDE, indica la deposizione extracellulare dell’amiloide non fibrillare come causa dell’AD, sottoforma di placche diffuse o immature che, maturando, assumono la forma di un’area di neuroni distrofici ricchi di grovigli neurofibrillari. Questo processo è mediato dall’incremento della produzione di radicali liberi, dalla presenza di alluminio, di ferro…Si va quindi affermando l’idea che l’accumulo di beta amiloide sia un fattore necessario ma non sufficiente nel determinare la comparsa dei sintomi dell’Alzheimer.
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PERCHE’ CI SI AMMALA DI ALZHEIMER?L’amiloide come neurotossinaL’amiloide come neurotossina
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IL DANNO CEREBRALE NELLA MALATTIA DI ALZHEIMER
Cervello normale: non atrofico
Cervello Alzheimer:atrofico
Gomitoli neurofibrillariPlacche di beta amiloide
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DIAGNOSI PRECOCEMarcatori di malattia Alzheimer Risonanza
Magneticaa alta definizione
Alz
heim
er
Normal
CSF
tota
l tau
CSF Abeta42
PunturaLombare
PET: Tomografiaa Emissione diPositroni con Glucosio
IPOTESI:La malattia di Alzheimer rappresenta la conseguenza dell’eccessivo
accumulo di frammenti insolubili della proteina beta-amiloide, principale costituente delle placche senili; il problema starebbe nella sua eccessiva produzione oppure nel suo difettoso smaltimento. Tutte le mutazioni genetiche associate alla comparsa di malattia di Alzheimer (3-5% dei casi) comportano un eccessivo accumulo di beta-amiloide.
PROSPETTIVE TERAPEUTICHE:Risiedono fondamentalmente nella possibilità di impedire l’eccessivo
accumulo di proteina beta-amiloide, oppure favorendone lo smaltimento; gli sforzi proseguono in questa direzione.
PROSPETTIVE PREVENTIVE:I fattori di rischio noti per l’arteriosclerosi quali l’ipertensione
arteriosa, il diabete, l’ipercolesterolemia, il fumo e le aritmie cardiache, sono stati dimostrati rilevanti anche per l’Alzheimer. Interventi preventivi su questi fattori di rischio potrebbero influenzare positivamente anche la diffusione della malattia di Alzheimer.
ALZHEIMER E FATTORI DI RISCHIOwww.obiettivopsicologia.it
RIABILITAZIONE COGNITIVAL’IPOTESI DELLA RISERVA CEREBRALE (Scarmeas et al. Neurology,2001, 12; 2236-42):“LE ATTIVITA’ PIACEVOLI CON CUI UNA PERSONA SI TIENE
OCCUPATA NEL TEMPO LIBERO HANNO UN EFFETTO POSITIVO NEL PROTEGGERE DALLO SVILUPPO DI
DECADIMENTO COGNITIVO” probabilmente perché ciò fornisce una “RISERVA” che
ritarda l’inizio delle manifestazioni cliniche del disturbo.
Tenere impegnata una Tenere impegnata una persona in un compito persona in un compito gradevole è comunque gradevole è comunque
positivo ed ha un valore positivo ed ha un valore protettivo e terapeutico protettivo e terapeutico
scientificamente scientificamente dimostratodimostrato
Tenersi cognitivamente Tenersi cognitivamente impegnati ha un impegnati ha un VALORE VALORE
PROTETTIVOPROTETTIVO; infatti persone ; infatti persone con livello di educazione con livello di educazione
maggiore sono soggette a maggiore sono soggette a minor rischio di sviluppare minor rischio di sviluppare
demenza (o la sviluppano più demenza (o la sviluppano più tardi)tardi)
LE DEMENZE
INTERVENTI RIABILITATIVISono strategie finalizzate a ridurre l’impatto della
malattia sul livello di autosufficienza, permettono di mantenere il più elevato livello di autonomia e di qualità della vita compatibile con una determinata condizione
clinica. L’obiettivo è quello di RALLENTARE LA PROGRESSIONE DEI DEFICIT COGNITIVI E FUNZIONALI
SEBBENE LA POSSIBILITA’ DI OTTENERE DEI
MIGLIORAMENTI NELLE PERFORMANCES
MNESICHE SIA RIDOTTA, ESSA NON E’
COMPLETAMENTE COMPROMESSA!
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La Riabilitazione Cognitiva è un processo terapeutico volto a migliorare la capacità dell’individuo di percepire ed elaborare le informazioni provenienti dall’ambiente che lo circonda.
Per la persona con diagnosi di demenza, esistono interventi riabilitativi specifici per i diversi stadi di malattia.
LA RIABILITAZIONE COGNITIVAwww.obiettivopsicologia.it
Reality Orientation Therapy (ROT) La ROT è una terapia che attraverso RIPETUTE stimolazioni
multimodali si prefigge di rafforzare e potenziare l’orientamento nello spazio, nel tempo e personale del paziente.
Fu ideata da FOLSTON circa 40 anni fa e inizialmente utilizzata con i reduci del Vietnam;
L’intervento è rivolto a pazienti con AD e decadimento cognitivo medio/lieve.
Può essere FORMALE e INFORMALE. Quella FORMALE consiste in sedute riabilitative di piccolo gruppo. Quella INFORMALE è il complesso di stimolazioni che durano l’arco di una giornata e sono utili a riorientare il paziente nella sua quotidianità.
E’ la più diffusa terapia cognitiva utilizzata con pazienti con decadimento cognitivo.
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Validation Therapy o Terapia di Valorizzazione
Consiste in una serie di interventi destinati ad anziani affetti da diversi gradi di deterioramento mentale ed è particolarmente indicata per persone con decadimento cognitivo moderato o moderato severo, grandemente disorientati e con disturbi del comportamento e del linguaggio. E’ un intervento riabilitativo basato sulla relazione tra l’operatore ed il paziente, influenzato da un approccio di tipo umanistico che attribuisce maggior importanza all’ottica personale del soggetto rispetto alla realtà dei fatti.
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Chi è il principale caregiver?
Da un recente studio del Gruppo italiano di gerontologia e geriatria (GSIC-SIGG) è emerso che sono soprattutto le donne a fornire assistenza (la figlia o la moglie), soggetti in età lavorativa con un’età inferiore ai 60 anni nel 56% dei casi, e che il 76% dei caregivers coabita con il malato.
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I fattori di stress principali per il caregivers:
Psicologia del caregiverTipo di rapporto con il malatoModo in cui la demenza si manifesta (i disturbi
comportamentali aggravano fortemente il peso del caregiver il maggior punteggio ottenuto alla scala del di stress NPI sono l’apatia nel 61% dei casi intervistati e l’agitazione nel 44%)
Presenza di una rete di supporto Fatica fisica, stimata in 60/70 ore settimanali di
assistenza senza possibilità di tregua
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L’AMBIENTE E GLI AUSILI PER LE ATTIVITA’ QUOTIDIANE
In ogni fase della malattia, l’ambiente può compensare o accentuare le conseguenze del deficit cognitivo; lo spazio e l’ambiente possono rappresentare, per la persona affetta da demenza, da un lato una risorsa terapeutica, dall’altro il motivo scatenante di alterazioni
comportamentali apparentemente ingiustificate.SUGGERIMENTI GENERALI PER L’ADATTAMENTO DELL’AMBIENTE:SUGGERIMENTI GENERALI PER L’ADATTAMENTO DELL’AMBIENTE: Eliminare le fonti di pericolo; Semplificare al massimo l’ambiente e la disposizione degli oggetti, Evitare o ridurre al minino i cambiamenti (cambiare disposizione ai
mobili o ai quadri può comportare problemi; lo spostamento del letto può favorire la comparsa di incontinenza perché il paziente non riesce a trovare la via per il bagno;
Fornire indicazioni segnaletiche per orientarsi nelle varie stanze; Fare in modo che le stanze siano ben illuminate ed evitare la
presenza di rumori o suoni disturbanti;
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Il ruolo del professionistaDovrebbe garantire un rapporto di continuità con la
famiglia, costituendo per essa un punto di riferimento e al fine di fornire un aiuto adeguato
dovrebbe valutare:
- il livello di conoscenza della malattia da parte del caregiver,
- dei servizi territoriali, - il livello e il tipo di cultura della famiglia per
poter fornire un’informazione il più possibile utile e rispondente alle sue esigenze
-Esistenza di una rete sociale e disponibilità a fornire aiuto
-Conflitti intra-familiari
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L’IQCODE – QUESTIONARIO INFORMATIVO SUL DECADIMENTO COGNITIVO - IT
La possibilità di investigare il grado di compromissione cognitiva nel caso di pazienti non collaboranti per qualsiasi motivo (afasia,
disturbi comportamentali eccetera) può rivelarsi utile nella pratica clinica.
La maggior parte dei test di screening attualmente in uso (MMSE, MODA, MOCA eccetera) si è rivelata inadeguata per forme moderate
di deterioramento cognitivo in pazienti non collaboranti.E' stato, quindi, sviluppato un questionario informativo denominato
Informant questionnaire on Cognitive Decline in the Elderly (IQCODE), che viene somministrato ad un parente che vive a stretto contatto con il soggetto in esame (e non al soggetto stesso) e che lo
conosca da almeno 10 anni
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L’IQCODE – QUESTIONARIO INFORMATIVO SUL DECADIMENTO COGNITIVO - IT
L’IQCODE si differenzia dagli altri strumenti somministrati ai caregivers perché tende a misurare il CAMBIAMENTO di prestazione cognitiva e
funzionale piuttosto che l’attuale funzionamento. Lo strumento è stato sviluppato originariamente come intervista (Jorm AF e Korten AE, 1988) di 39 items, successivamente ridotti prima a 26 e poi a 16
(versione breve) (Jorm AF, Psychol Med 1994).L’IQCODE non è influenzato né dall’intelligenza premorbosa né dal
livello educativo o occupazionale del soggetto, ma è influenzato dallo stato affettivo, dalla personalità e dalla qualità della relazione
tra paziente e caregiver, oltre che dall’età del soggetto stesso.
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L’IQCODE – QUESTIONARIO INFORMATIVO SUL DECADIMENTO COGNITIVO - IT
Durata della somministrazione: al massimo 5-10 minuti.Punteggio: ogni item è valutato in 5 gradi su una scala di gravità
crescente che va da 1 (molto meglio) a 5 (molto peggio). Il punteggio finale (punteggio medio o score) è dato dalla somma dei punti attribuiti a ogni domanda divisa per il numero delle domande a cui il caregiver ha risposto. Se il punteggio così ottenuto è pari o
superiore a 3,313,31 si può sospettare un processo di natura demenziale.
L’IQ code ha valori di sensibilità e specificità sovrapponibili a quelli del MMSE, ma con un potere diagnostico superiore e, soprattutto, ha il
vantaggio di poter essere impiegato anche in soggetti non collaboranti
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COSA SI PUO’ APPRENDERE CON GLI ALTRI CORSI
Le competenze che si sviluppano con gli altri corsi dedicati all’anziano sono le seguenti:
1. Fondamenti e teoria dell’invecchiamento2. Diagnosi differenziale3. Valutazione sommaria di esami di neuroimaging4. Valutazione del tono dell’umore5. Tecniche di riabilitazione cognitiva per pazienti affetti da
demenza6. Tecniche di stimolazione cognitiva per anziani sani7. Consulenze ai familiari/caregiver/operatori che si occupano
di demenza8. Stesura di progetti inerenti la gestione/riabilitazione di
pazienti con demenza9. Valutazione neuropsicologica di screening e approfondita
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GRAZIEper la cortese attenzione!!!
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- Alla ricerca del Tempo perduto: tecniche e strumenti di Time Management
- Come prendere una decisione. Tecniche e strumenti di decision making
- Come scrivere il proprio curriculum, la lettera di motivazione e la lettera di presentazione
Docente: Dott. Edoardo Ercoli
Webinar registrati:
Da rivedere in qualsiasi momento e ogni volta che si desidera
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