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Utopie dell‘ abitare
"In qual parte del nuovo mondo si trovi Utopia, né a me è venuto in mente di domandare, né a lui di dire«
Nel 1516 viene pubblicata la prima edizione di Utopia, l’opera con cui ThomasMore non inventa un genere letterario e filosofico, ma gli assegna un nome. Daallora, le opere che descrivono un mondo altro, separato nello spazio e/o neltempo dal mondo dell’autore, si definiscono utopie, un termine di naturapiuttosto ambigua, che potrebbe procedere etimologicamente da ou-topos(non-luogo) o eu-topos (luogo buono), oppure da una fusione dei due prefissi.
A 500 anni dalla sua prima pubblicazione, si celebra il testo di More nonsemplicemente in quanto opera letteraria di importanza capitale, ma comeoccasione per ricordare come Utopia non sia un luogo a cui approdare, quantopiù una direzione a cui tendere, un’ipotesi di alterità che ci permetta diripensare il nostro mondo da una prospettiva radicalmente differente.
Klimahouse è la sede ideale di questa celebrazione, perché la sua vocazioneutopistica, che si traduce in una spinta costante verso l’innovazione, sembrarigenerarsi anno dopo anno, progetto dopo progetto, proposta dopo proposta.Da qui il senso più profondo dell’ideale utopico: non un progetto inattuabile,ma una tendenza inesauribile.
"Chi conosce una sola città le conosce tutte, tanto sono interamente simili tra loro, per quel che consente la natura del luogo"
Utopia a Klimahouse prende le forme di due «isole di isole», due luoghiimmaginari – eppure visitabili – in cui sono raccolte, e in qualche modoraccontate, un certo numero di utopie.
Da una parte vi è l’isola dell’architettura contemporanea, nata dall’appelloagli architetti proposto da Klimahouse in collaborazione con l’unionearchitetti delle alto adige. L’invito è stato di partecipare con il propriocontributo, sotto forma di schizzo di progetto, a una riflessione collettivasull’utopia dell’abitare: idee di città, edifici e interni libere dalle costrizionidelle contingenze, immaginate per un mondo che non è ancora.
Dall’altra vi è l’isola della storia dell’utopia letteraria, la mappa originaledella terra immaginata nel 1516 da More le cui 54 città sono, in questainstallazione, altrettante opere significative all’interno del variegato universoletterario dell’utopia. A partire dalla capitale Utopia (posta nel luogo in cuiMore immagina la capitale del suo regno utopico, Amauroto), si puòesplorare la storia della letteratura utopica come se fosse un Paesesconosciuto, con le sue prossimità e le sue differenze. Oltre alla capitale,altri nove «capoluoghi» – ovvero nove testi chiave – orientano questa ipotesidi riepilogazione, traducendosi in edifici immaginari, che voglionoraccontare il senso del testo da cui traggono origine.
L’invito al pubblico è di esplorare queste isole, alla ricerca della propriautopia…
Wohnutopien
"Weder ist es mir in den Sinn gekommen, danach zu fragen, noch ihm, es zu sagen, in welcher Gegend jenes neuen Erdteils Utopia liegt."
1516 erscheint die erste Ausgabe von „Utopia“ des englischen Staatsmannesund Humanisten Thomas More. Mit diesem Werk erfand More zwar keinliterarisches und philosophisches Genre, er gab aber den Anstoß zum Genreder Sozialutopie. Seitdem werden nämlich Romane, die eine erfundene Weltbeschreiben, die räumlich und/oder zeitlich von der Welt des Autors entferntsind, als Utopien definiert, ein recht zweideutiger Begriff, dessenetymologische Herkunft ou-topos („Nichtort“) oder eu-topos („guter“ Ort)oder eine Fusion beider Präfixe sein könnte.
500 Jahre nach seiner Erstauflage feiert man den Test von More nichteinfach als literarisches Werk grundlegender Bedeutung, sondern mannutzt den Anlass, um daran zu erinnern, dass Utopia kein Ort ist, den manerreichen muss, sondern vielmehr eine Richtung vorgeben will, der manfolgen soll, eine Vermutung der Alterität, die es uns erlaubt, unsere Weltaus einer völlig anderen Perspektive neu zu überdenken.
Klimahouse bietet den idealen Rahmen für diese Feier, denn ihreutopistische Formel, die stets zur Innovation drängt, scheint sich Jahr umJahr, Projekt nach Projekt, Vorschlag nach Vorschlag zu regenerieren. Soerklärt sich der tiefere Sinn des utopischen Ideals: kein nicht umsetzbaresProjekt, sondern eine grenzenlose Tendenz.
"Wer eine Stadt kennt, kennt alle: so völlig ähnlich sind sie einander, soweit nicht die Beschaffenheit des Geländes dem entgegensteht."
„Utopia“ nimmt auf der Klimahouse die Formen von zwei „Inseln vonInseln“, zweier Fantasieorte ein – die man aber besichtigen kann – in deneneine gewisse Anzahl von Utopien versammelt sind und auch erzählt werden.Auf der einen Seite ist da die Insel der zeitgenössischen Architektur. Sieentstand aus dem an die Architekten gerichteten Appell, der vonKlimahouse in Zusammenarbeit mit der Architektengemeinschaft Südtirolvorgeschlagen wurde. Die Architekten waren eingeladen, mit einerProjektskizze zu einer gemeinsamen Überlegung zur Utopie des Wohnensbeizutragen: Ideen von Städten, Gebäuden und Innenbereichen, die frei vonKontingenzzwängen sind und für eine Welt ersonnen wurden, die noch nichtist.
Dem gegenüber steht die Insel der Geschichte der literarischen Utopie, die1516 von More ersonnene originale Weltkarte, deren 54 Städte - bei dieserInstallation - ebenso viele bedeutende Werke innerhalb desabwechslungsreichen literarischen Universums der Utopie sind. Ausgehendvon der Hauptstadt Utopia (die an dem Ort liegt, an dem More sich dieHauptstadt seines utopischen Inselreichs Amauroto vorstellt), kann man dieGeschichte der utopischen Literatur wie ein unbekanntes Land mit seinenÄhnlichkeiten und Unterschieden erforschen. Neben der Hauptstadt richtensich weitere neun „Städte“ – d. h. neun Schlüsseltexte – nach dieserZusammenfassungstheorie aus und zeigen imaginäre Bauwerke, die denSinn des Textes, dem sie entsprungen sind, erzählen möchten.
Das Publikum ist dazu eingeladen, diese Inseln auf der Suche nach ihrereigenen Utopie zu erforschen
• Präsident KlimaHausAgentur
• Presidente AgenziaCasaClima
• www.klimahaus.itwww.agenziacasaclima.it
Stefano Fattor
www.klimahaus.itwww.agenziacasaclima.it
Ulrich Klammsteiner
"Vorrei dare una riflessione collettiva sull’utopia dell’abitare e lo vorrei fare con la mia Tesi di Laurea che il recupero e la ridestinazione delle aree militari dismesse
della città di Corinto, in Grecia attraverso una nuova caratterizzazione che ne privilegi la dimensione pubblica,
rappresentativa e ambientale. L’introduzione di connessioni geometriche circolari permette di integrare
l’attuale disgregazione volumetrica e il verde diviene elemento costruttivo in grado di risolvere
ambientalmente e figurativamente lo spazio pubblico. Il nuovo complesso potrà essere utilizzato per il riposo, il gioco, il pranzo, fiere settimanali o altro attraverso la realizzazione di un palasport uno studentato, palazzi amministrativi, il parco urbano, aree commerciali e di
primo servizio. Con questa riprogrammazione di elementi, il complesso
risulterà attrezzato in tutte le sue superfici e alla gerarchia spaziale stabilita dai volumi corrisponderà il carattere pubblico degli edifici con un forte carattere
unitario, quale segnale d’identità. "
Diego Speraddio
Ariadne Radi Cor
• Phenomenological House - where we hugged
• Studio Chantilly Cream (London, UK)
• www.chantillycream.co.uk
“The plan has been traced over the
calendar August 2014 -August 2015 (each
room being a month). The dotted areas
represent the time spent with my partner,
an architect.”
Ariadne Radi Cor
• Rigenerare la città
• Studio architettura italiana, Roma
• www.architettura-italiana.com
Claudio Ciccotti
"Il progetto "purtroppo" è slegato dal contesto reale nella misura in cui vuole
ripensare una porzione di tessuto urbano altamente degradata, secondo i principi di
semplice sostenibilità e ripensando l'habitat a misura d'uomo.
Spazi verdi, piste ciclabili, collegamenti su ferro, integrazione con sistemi naturali. Tutto all'insegna del minimo consumo di suolo e sviluppando gli edifici in altezza.Complicato pensare di rigenerare una
porzione "quartiere" di una città (nell'ipotesi verebbero ricollocati i circa
4.000 abitanti presenti), ma per me utopia è anche pensare che possiamo progettare per migliorare la qualità della vita nelle
nelle nostre città..."
Claudio Ciccotti
• Strukturen aus der Natur
• Foto: Pragser Wildseeam 02.01. 2016
• aichner_seidlArchitekten
• www.as-architekten.it
Dora Aichner
Julian Mahlknecht
• next european city
• freier Mitarbeiter Studio Lukas Mayr Architekt
• www.lukasmayr.com
• City of Organisms
• Studio di architettura Leonardo Roperti, Merano
• www.roperti.wix.com/roperti
Leonardo Roperti
Disegno fatto a mano
"Architetture naturali emergono dalla Terra in una spirale di emozioni
lontane. Vetro e materiali vegetali si uniscono dando vita a eteree
fortezze, ove la Natura cullerà e custodirà gli
Uomini."
Matteo Sargentini
"Veralterung der Bevölkerung, Mangel an Baugrund, Überteuerte Wohnungen, hohe Verkehrsaufkommen und kaum Freizeiteinrichtungen oder Parkanlagen:
diese Situationen treffen auch in einer Großstadt wie Madrid zu. Ziel meiner Arbeit ist es ein globales
System in die bestehende Stadtstruktur zu implementieren welches das Potential besitzt vorerst
nur das Problem der nicht vorhandenen Grünzonen/Freizeiteinrichtungen zu lösen.
Freistehende Baulücken werden mit einer imaginären Pflanze bespielt welche aus dem städtischen Gefüge
heraus nach oben wachsen soll, um sich dann oberirdisch zu vereinen. In einer sich entwickelnden
„Maschine“ soll der Mensch vom täglichen Stress und chaotischen urbanen Leben, mit wenigen
Rückzugsmöglichkeiten, gefiltert werden. Er soll die Möglichkeit erhalten, die Erlebniswelt welche sich
oberhalb der Dächer abspielt zu entdecken, um dabei die Erfahrung der Loslösung vom Alltäglichen zu
erfahren. Dabei soll ein außergewöhnlicher Kontrapunkt zu einer Stadt entstehen, die durch den Auto- und Busverkehr auf dem Straßenniveau immer
mehr an Lebensqualität einbüßt."Stephan Prossliner
• TurtleHome
• TurtleHome – Design
5B Fachoberschule für Bauwesen Bozen
"Peter Anich"
"TurtleHome ist eine mobile
Wohnunterkunft für Flüchtlinge und kann
durch das Nut und Feder System schnell und einfach auf- und abgebaut werden."
5B Fachoberschule für Bauwesen Bozen
"Peter Anich"
• Pockethouse 4 Travel
• [email protected]• [email protected]
Francesca BellucciFrancesco Verrazzani
Progetto a cura diKlimahouse
ideato e realizzato conil Funambolo
in collaborazione conFondazione Architettura Alto Adige
Realizzazioni grafiche delle illustrazioniil Funambolo (Marco Furgeri, Guido Laino, Tiziana Poli)
Progettazione installazionearch. Ute Oberrauch
Stampa materialiCuccia
Fornitura e montaggio Ditta UnionbauFornitura sedie Ditta PlankFornitura luce Selectra
ProjektleitungKlimahouse
Idee und Umsetzungil Funambolo
in Zusammenarbeit mitArchitekturstiftung Südtirol