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Azzolina intervento Terziario Donna Lab, giov20 ott16

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Le opportunità della cooperazione

nelle reti di impresa

Palermo, 20-10-2016

Laura Azzolina Università di Palermo [email protected]

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Una premessa: un dibattito che cambia segno

Il lavoro delle donne come fattore decisivo di crescita M. Ferrera (2008 ), Il fattore D. Perché il lavoro delle donne farà crescere l'Italia, Mondadori.

Il tema della partecipazione delle donne al mercato del lavoro e all’impresa riveste un interesse crescente:

-per economisti e sociologi dell’economia è sempre meno un problema di equità e sempre più di sviluppo;

-per i pubblici decisori è sempre meno una questione legata alle politiche di pari opportunità e sempre più di politiche per la crescita.

In questa prospettiva, il tema dell’imprenditorialità femminile si connota come un potenziale produttivo inespresso o sottodimensionato: in Italia le imprese femminili sono il 21,6% dell’intero patrimonio produttivo. Unioncamere (2016), Impresa in Genere, 3°rapporto nazionale sull’imprenditoria femminile

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Le caratteristiche dell’imprenditorialità femminile: più servizi e più primario

0

10

20

30

40

50

60

70

Femminili Maschili

Quota % di imprese nei servizi sui rispettivi totali

Elaborazioni su dati Unioncamere 2016

0

2

4

6

8

10

12

14

16

18

Femminili Maschili

Quota % di imprese nel primario sui rispettivi totali

Elaborazioni su dati Unioncamere 2016

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Le caratteristiche dell’imprenditorialità femminile: più piccole e meno strutturate

Quota % di imprese per forma giuridica sui rispettivi totali

Elaborazioni su dati Unioncamere 2016

94%

95%

95%

96%

96%

97%

97%

98%

Femminili Maschili

Quota % di micro-imprese (0-9 addetti) sui rispettivi totali

Elaborazioni su dati Unioncamere 2016

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

70%

Ditte indiv Società di persone Società di capitali

Femminili Maschili

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Le caratteristiche dell’imprenditorialità femminile: più rilevanti al Sud

Quota di Imprese femminili

sul totale di imprese dell’area, (%).

Sud 23,5%

Centro 22,4%

Nord 20%

Italia 21,6%

Dati Unioncamere 2016

28,3

26,5

25,7

24,7

23,9

23,3

23

22,9

22,7

22,6

22,5

22,4

22,1

22,1

22,1

21,7

21,6

20

19,3

18,2

17,3

Molise

Basilicata

Abruzzo

Umbria

Sicilia

calabria

Campania

Marche

Toscana

Puglia

Valle d'Aosta

Sardegna

Liguria

Piemonte

Friuli

Lazio

Italia

Emilia Romagna

Veneto

Lombardia

Trentino

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Potenziali elementi di fragilità

• Settori tradizionali, a minore valore aggiunto e minore tasso tecnologico (es. servizi alla persona)

• Più piccole e a minore complessità organizzativa

• Più concentrate nell’area del paese a più debole tessuto imprenditoriale

-------------------

Rischi per le strategie competitive basate su innovazione ed internazionalizzazione

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Una questione generale

La questione dimensionale delle imprese, insieme al dualismo territoriale costituiscono i tratti distintivi del modello capitalistico italiano. In altre aree del paese, in presenza di vincoli alla crescita quantitativo-dimensionale si è fatto ricorso ad altri modelli di crescita: il modello qualitativo-relazionale. Un modello in cui il mix fra competizione e cooperazione assume la forma di reti di prossimità Es. Aree distrettuali

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La cooperazione è una leva strategica, ma sono in crisi le reti tradizionali

Le reti di prossimità non si sono mai diffuse al Sud per:

- bassa densità imprenditoriale

- fattori istituzionali (cultura imprenditoriale, capitale sociale)

Inoltre la globalizzazione ha incrinato il modello di cooperazione in reti di prossimità anche al Nord

Studi e ricerche recenti mostrano che le performance di imprese coinvolte in una buona rete di cooperazione sono migliori delle imprese isolate, e che questo differenziale è maggiore al Sud che al Nord. Fondazione Res (2014) Collaborare per crescere, Donzelli.

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Nuove opportunità: i contratti di rete

Cosa sono:

Forme di aggregazione e coordinamento fra imprese introdotte nel nostro ordinamento nel 2009 (d.l.5/2009; d.l. 78/2010; d.l. 83/2012 e 179/2012)

Perché parlarne?

1) Interesse teorico: mantengono i vantaggi della cooperazione ma li coniugano con nuovi fabbisogni relazionali sono: ‘reti di nuova generazione’ (transettoriali, transterritoriali);

2) Interesse pratico: sono in continuo aumento, sono potenzialmente idonee a superare gli elementi di fragilità dell’imprenditorialità femminile

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La diffusione dei contratti di rete Dati Monitoraggio Unioncamere e Infocamere (al 3/09/2016)

2.880 2.699 2.542 2.348 2.208 2.012 1.881 1.728 1.590

14.462

13.518 12.770

11.879 11.158

10.099 9.436

8.646 7.870

settembre2016

giugno 2016marzo 2016dicembre 2015settembre2015

giugno 2015marzo 2015dicembre 2014settembre2014

giugno 2014

Contratti di rete Imprese in rete

15.433

3.056

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Sono reti medio-piccole ma in crescita, e sempre più trans-territoriali

Dati Monitoraggio Unioncamere e Infocamere (al 3/09/2016)

0

5

10

15

20

25

30

35

40

45

50

2-3 da 4 a 9 10 e più imprese

0

10

20

30

40

50

60

70

80

Una regione Due o più regioni

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Sono uno strumento per imprese dei

servizi e di ogni forma giuridica Dati Monitoraggio Unioncamere e Infocamere (al 3/09/2016)

0

10

20

30

40

50

60

Primario Costruzioni Manifattura Servizi

0,0

10,0

20,0

30,0

40,0

50,0

60,0

Soietà C Società P Ditte Coop Altre

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I contratti sono troppo poco sviluppati al sud e fra le donne

Ogni 1.000 imprese sono coinvolte in rete in media: Dati Monitoraggio Unioncamere e Infocamere (al 3/09/2016)

3,1 al Nord

2,9 al Centro

2,4 al Sud

2,5 in Italia

Solo l’8% delle imprese coinvolte in rete è impresa femminile

Solo 8 reti sono interamente formate da imprese femminili

(Dati al 1 marzo 1015 dal Rapporto Impresa in Genere 2016)

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Ma proprio al Sud hanno un valore strategico

Elevata soddisfazione per: - raggiungimento obiettivi dichiarati: commesse che nessuna impresa avrebbe avuto singolarmente; - esiti inattesi di reti lunghe: la possibilità di stabilire forme

di cooperazione con imprese del Centro-Nord più grandi, più strutturate, leader di settore.

Fondazione Res (2014) Collaborare per crescere, Donzelli.

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Un caso esemplare

Nel 2011 nasce start up nel settore dei servizi: organizzano eventi, meeting, fiere.

Un anno dopo crisi del settore. La start up aderisce a una rete, fra i partner leader di settore del Nord (20 dipendenti, 20 eventi al giorno).

Oggi la rete conta 8 imprese, in regioni diverse, hanno un brand, un sito e sono proiettati sui mercati esteri

«Difficile all’inizio affidarsi a un tuo competitor… difficile mettere insieme le teste.. arrivano momenti di sconforto senza le commesse.. .»

Ma

«..ora c’è massima fiducia e collaborazione, grande soddisfazione per l’esperienza e voglia di reinvestire per la promozione commerciale.»

Trasformazione inattesa della rete: «volevamo essere un’unione di territori, siamo diventati un’unione di competenze.»

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Conclusioni

Il contratto di rete può sostenere nuovi percorsi di crescita relazionale che consentano anche a imprese di piccole dimensioni di proiettarsi verso l’innovazione e l’internazionalizzazione.