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1. La differenza tra il Lavoro-Come-Immaginato e il Lavoro-Come-Fatto
2. Le competenze riflessive e la consapevolezza situazionale
3. La Prova del 9 della sicurezza
GLI ARGOMENTI DI QUESTO INCONTRO
1. La differenza tra il Lavoro-Come-Immaginato (LCI) e il Lavoro-Come-Fatto (LCF)
Può presentarsi una divaricazione tra il Lavoro-Come-Immaginato (a esempio nel POS) e il Lavoro-Come-Fatto.
1. La differenza tra il Lavoro-Come-Immaginato (LCI) e il Lavoro-Come-Fatto (LCF)
Può produrre nuove e/o acute situazioni di pericolo e di rischio.
È alimentata e alimenta processi patologici come la normalizzazione della devianza.
1. La differenza tra il Lavoro-Come-Immaginato (LCI) e il Lavoro-Come-Fatto (LCF)
Per questi motivi va contrastata (senza cedere all’illusione di eliminarla del tutto).
Sono possibili due strategie NON alternative.
1. La differenza tra il Lavoro-Come-Immaginato (LCI) e il Lavoro-Come-Fatto (LCF)
1a strategia CONTROLLO E DISCIPLINA
Necessaria ma non sufficiente
1. La differenza tra il Lavoro-Come-Immaginato (LCI) e il Lavoro-Come-Fatto (LCF)
1a strategia CONTROLLO E DISCIPLINA
•Controllo e disciplina funzionano meglio se i controllati danno alle procedure un significato convergente con quello dato dalla gerarchia. •Va svolto un lavoro su percezione del rischio e riconduzione delle procedure ai loro criteri.
1. La differenza tra il Lavoro-Come-Immaginato (LCI) e il Lavoro-Come-Fatto (LCF)
2a strategia COMPRENDERE I MOTIVI DELLA DIFFERENZA E AGIRE SU DI ESSI
Il miglioramento del Lavoro-Come-Immaginato può trovare ostacoli cognitivi dall’esistenza della ‘cornice’ da cui i progettisti vedono il lavoro.Da qui l’importanza di un ri-avvicinamento diretto e indiretto al Lavoro-Come-Fatto.
1. La differenza tra il Lavoro-Come-Immaginato (LCI) e il Lavoro-Come-Fatto (LCF)
Il progetto LA PROVA DEL 9 DELLA SICUREZZA agisce su entrambe le strategie con lo sviluppo della consapevolezza situazionale e di competenze riflessive
CONSAPEVOLEZZA SITUAZIONALE
Raccogliere informazioni dal contesto, dare significati a queste informazioni e elaborare scenari dei possibili sviluppi futuri.
2. Le competenze riflessive e la consapevolezza situazionale
La maturazione verso una competenza riflessiva:
•Penso su quello che ho fatto
Può essere la base per agire diversamente, ma non sempre basta perché non aiuta a uscire da schemi operativi già sperimentati.
2. Le competenze riflessive e la consapevolezza situazionale
La maturazione verso una competenza riflessiva:
•Penso su quello che ho fatto•Penso su quello che sto facendo
È una base più solida per agire diversamente, ma sempre entro una gamma di opzioni limitata da processi cognitivi non controllati.
2. Le competenze riflessive e la consapevolezza situazionale
La maturazione verso una competenza riflessiva:
•Penso su quello che ho fatto•Penso su quello che sto facendo •Penso su come penso a quello che sto facendo
È la condizioni necessaria per agire diversamente, quando il cambiamento operativo non basta e serve un cambiamento di interpretazione della situazione.
2. Le competenze riflessive e la consapevolezza situazionale
Come favorire la maturazione all'esercizio riflessivo delle competenze nei diversi soggetti del sistema di prevenzione?
La sorpresa
L’osservazione descrittiva
L’autosservazione
2. Le competenze riflessive e la consapevolezza situazionale
Il corso è articolato in tre parti:1. il pericolo e le caratteristiche dell’attenzione;2. le trappole della percezione e del giudizio sull’intensità del rischio;3. la prova del 9 della sicurezza.
3. LA PROVA DEL 9 DELLA SICUREZZA
9 passi che accompagnano la riflessione sulla rischiosità di una lavorazione appena effettuata per fare emergere a) i criteri utilizzati per valutare il rischio;b) la considerazione della variabilità del contesto in cui la lavorazione ha avuto luogo;c) la coerenza (o in-coerenza) tra il proprio comportamento e il rischio.
3. LA PROVA DEL 9 DELLA SICUREZZA