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VisioTrade Torino Magazine Ottobre 2015

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Torino è nota non solo per essere statanella storia la prima capitale d’Italia.Dall’avvento dell’Eiar, poi mutata in Rai,alla moda, al cinema, alla telefonia (chinon ricorda la celebre Sip, antesignanadella moderna Telecom?), il capoluogo

sabaudo, anche in tempi di modernità, prosegue nellapropria naturale vocazione di apripista. Dal 2010 aoggi è infatti la capitale del baratto fra imprese: unsistema che coniuga ieri oggi e domani dell’economiain una formula vincente, capace di favorire l’incrementodelle relazioni commerciali (e il conseguente aumentodi fatturato per chi le produce), disegnando scenaripossibili di sviluppo per chi ha scelto di avvalersene. Nella sola Torino, hinterland e provincia, sono oltre2500 le Pmi, declinate dal piccolo dettagliante di quar-tiere ad aziende di forma più strutturata e complessa,che commerciano in valuta complementare. Tale nuovamoneta, per usare un eufemismo, fior di conio informato informatico, ha per nome EuroCredito: è figliadi VisioTrade Spa, la prima innovativa banca italianacapace di erogare crediti commerciali in forma di benie servizi ai titolari di partite Iva di qualsivoglia genere,natura e tipologia, titolari ciascuna di un progetto dibusiness sostenibile, realmente produttivo e debitamentearticolato.Dal centro città alle periferie urbane più estreme (com-presi i comuni di prossimità), da quartieri rinomati comeSanta Rita, Crocetta e il pre Collina, la moneta com-plementare dispensa benessere a profusione con innu-merevoli vantaggi: risparmio di liquidità, trasformazionedegli invenduti in beni e servizi utili alla vita dell’impresa,abbattimento dei costi di magazzino, incremento dellaclientela, acquisizione di nuove fasce di mercato, con-solidamento aziendale, regolarità contributiva e fiscaleottenuta proprio grazie al denaro risparmiato. Il tutto azero rischio insoluto. A differenza delle banche.E così è per fruttivendoli, autofficine, autoconcessionariedi ogni marca e dimensione, boutique di abbigliamento,ma anche bar, ristoranti, fast food, hotel. E ancora cartolerie, falegnamerie, botteghe di artigianatovario, studi legali, di consulenza fiscale e commerciale,studi di progettazione, architettura e ingegneria, ateliere mobilifici. Sono solo alcune delle molteplici categoriemerceologiche presenti in Torino che hanno fatto diVisioTrade Spa e dei suoi derivati (corporate barter emoneta complementare) il motore di successo del pro-prio sviluppo.

Moneta complementare, analisi di un successo

Che l’economia italiana stenti a decollare, non è piùuna novità. E questo è quanto, da almeno sette anni aquesta parte. Le ragioni, al di là di una persistenteinstabilità politica che, dal 2011 a oggi, ha visto susse-guirsi nel Belpaese ben quattro governi non eletti dalpopolo (non è certo questo il senso di ‘democrazia’

teorizzato da Platone nei suoi celeberrimi ‘Dialoghi’),vanno individuate principalmente nell’assenza di unapolitica economica capace di guardare al prodottointerno lordo con occhi lungimiranti e retrogradi insieme:passato e futuro devono necessariamente incontrarsinel presente. Come dire, la fortuna dell’Italia nel dopo-guerra, con il conseguente boom economico daglianni Sessanta sino almeno alla crisi petrolifera del1974, è coincisa con un fiorire e rifiorire del settoreedile (complice, anche, l’esigenza della ricostruzionenel dopoguerra), divenuto conseguenza e gancio ditraino di tutti gli altri comparti che il mondo ci invidia:artigianato, tessile, agricolo, alimentare, turistico, conl’insieme degli indotti che ciascuno di essi singolarmentecomporta. Nell’arco di un cinquantennio e poco piùappena, il paese culla della civiltà occidentale è passatodall’essere la quinta superpotenza mondiale a occuparegli ultimi posti della classifica dei trenta paesi più pro-duttivi, in termini di ricchezza procapite, al mondo. L’assenza di un’altrettanto necessaria politica di rin-novamento fiscale, imperniata su una netta e decisariduzione del cuneo fiscale, della tassazione sul redditoe sugli immobili, specialmente quelli a uso abitativo, dicui l’82% degli italiani è proprietario, favorisce l’impassedello Stivale nei confronti della Ue, in termini di continuae crescente dipendenza dalle contribuzioni europee:le quali non fanno altro che ingigantire in manieraincontrollata, incontrollabile e pressoché infinita il debitopubblico. Se un neonato avesse facoltà di parola al momentodella nascita, chiunque a buon diritto riterrebbe chequest’ultimo non sarebbe affatto contento di saperedi avere in capo, quale spada di Damocle sulla testa,

Nonostante le difficoltà economiche, la città dimostrasignificativi segni di ripresa. Grazie a una tradizionalecapacità innovativa, ultimo esempio la monetacomplementare

La moneta complementareconquista Torino

di MAURIZIO LORYS SCANDURRAfoto ARCHIVIO VISIOTRADE SPA

Nella sola Torino,hinterland e

provincia, sonooltre 2500 le Pmi,

declinate dal piccolodettagliante di quartiere ad aziende di forma più strutturata

e complessa, checommerciano in valuta

complementare

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«Chi entra a far parte di unsistema di monetacomplementare,diminuisce il rischio

di affidamento totale del business della propria impresa

agli istituti di credito

tradizionalmenteintesi: banche e finanziarie»

Moneta complementare, moneta del futuro

Si comprende dunque come, in un momento storicoin cui l’utente medio fatica già di suo a corrisponderepienamente il prezzo di un bene necessario, sia folliapura parlare di interessi. «Il segreto dell’Italia del dopo-guerra sta qui: nel saper correlare, con equilibrio esenza avidità di sorta né di parte, esigenze e opportunità,distribuendo uniformemente il binomio crescita-benes-sere. La moneta complementare – prosegue CristianoBilucaglia – non è altro che l’applicazione del teoremache insegna come, nei corsi e ricorsi della storia, chinon conosce il passato non può avere futuro. Il barattofra imprese esiste da quasi cent’anni a questa parte.Ha funzionato in America, in Svizzera e in Australia,ove oggi è un fatto abitudinale e ovvio come il mangiaree il bere ogni giorno. Noi di VisioTrade Spa non abbiamoinventato nulla di nuovo. Semplicemente abbiamo get-tato lo sguardo dietro le nostre spalle, fatto tesorodegli insegnamenti dei nostri padri economici e avviatoun processo di attualizzazione degli stessi con l’ausiliodell’ingegneria informatica, per rendere il servizio dimoneta complementare fruibile anche nel presente: ilpunto d’incontro e di equilibrio massimo tra ieri edomani». È questo l’assunto di partenza che ha permesso aVisioTrade Spa di trasformarsi, dal 2009 a oggi, «indirezione ostinata e contraria, per dirla con il buonFabrizio De Andrè, in una soluzione anticrisi dimostratadai confortanti volumi prodotti dagli aderenti. È scontatoricordare che per esistere tutti abbiamo bisogno ditutti e di tutto. Spesso, le parti che compongono iltutto divengono inaccessibili per carenza di denaro.Non però di beni e servizi da scambiare. Se un’aziendao un’attività commerciale di qualsivoglia tipologia pos-siedono un accantonamento in termini di magazzinodi cui non riescono a disfarsi, tale merce, grazie all’Eu-roCredito, può essere monetizzata in una possibilità dispesa di valore equivalente con cui approvvigionareall’interno del circuito VisioTrade Spa ciò di cui l’azienda

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un debito personale nei confrontidello Stato superiore ai 7mila eurosenza esserne responsabile. Soloper colpa dell’insipienza di chi loprecede sulla linea della vita.

Non esistono probemi, solo

soluzioni

«Il denaro rappresenta nellastoria la penultima evoluzionedegli antichi strumenti di scam-bio con cui misurare le relazionicommerciali tra differenti attoridel mercato economico. Oggiesso ha pressoché perso deltutto l’antica funzione, deter-minando il deterioramentoprogressivo e inarrestabile

non solo del divario tra ricchi e poveri con la cancella-zione della cosiddetta classe media, ma anche l’invo-luzione delle possibilità di sviluppo dei paesi europei.Urgono infatti nuovi orizzonti: motivo per cui le monetecomplementari ne sono l’ultima evoluzione. Il tentativoestremo di invertire la tendenza in atto, per ripartiredavvero. Perché sia realmente ripresa». Sono paroledi Cristiano Bilucaglia, ingegnere biomedico e infor-matico noto soprattutto per essere stato il padre diVisioTrade Spa: la casa della moneta complementareitaliana per antonomasia, l’EuroCredito.«Assistiamo con piacere crescente alla diffusione inItalia di circuiti di mutuo credito, sparsi ovunque per lapenisola, aventi per obiettivo il trasformarsi in pungoloe stimolo per le realtà economiche locali in cui ciascunodi essi affonda le proprie radici. Nell’ultimo biennio,sono almeno una quindicina le monete complementariaccessibili in rete al popolo italiano, che si tratti diprivati o titolari di partita Iva o imprese di vario ordine,genere e grandezza. Da qui l’esigenza di far chiarezzasul nuovo sistema, perché divenga sempre più familiare

e diffuso», dichiara il presidente di VisioTrade Spa. Eaggiunge: «Perché una moneta complementare possadefinirsi tale, devono sussistere alcuni imprescindibiliparametri: la certezza del pagamento in primis, unasolida struttura informatica a prova di hacker, camale-ontica e capace di fornire un termometro costante intempo reale della misura degli scambi e delle relazionieconomiche all’interno del mercato privato parallelocomposto da chi fa abitualmente uso della monetacomplementare stessa. Non ultimo per importanza, ilprocesso di filiera: il meccanismo perfetto che consenteai titolari di un circuito di mutuo credito di far sì che uncliente divenga fornitore, che i nuovi aderenti indichinoquali prossimi membri i fornitori stessi dai quali acqui-stano abitualmente in valuta corrente, cioè in euro, ècosì via». Per poi proseguire: «In questo modo saràpossibile porre le basi per la crescita e la progressivaimplementazione di un network di Pmi le quali, oltreall’euro, avranno altresì la possibilità di usufruire diuno strumento alternativo mediante il quale conquistarenuovi orizzonti di fatturato altrimenti impossibili».La moneta complementare consente a un’azienda,per la propria sopravvivenza mensile, di acquistare ciòche le occorre in EuroCrediti, restituendo al contempoquanto approvvigionato pagandolo semplicementecon il frutto del proprio lavoro, i propri prodotti, leproprie prestazioni professionali. Ma c’è di più. «Chientra a far parte di un sistema di moneta complemen-tare, diminuisce il rischio di affidamento totale del busi-ness della propria impresa agli istituti di credito tradi-zionalmente intesi: banche e finanziarie. E scusate seè poco. Con una differenza sostanziale: l’EuroCredito,a differenza del suo fratello gemello fior di conio, nongenera interessi. Tanto spendi, tanto rendi, in parolepovere: perché il presupposto di partenza di ogni sanamoneta complementare sta nel ridar fiato in manieraconcreta all’economia reale. Il che è l’esatto oppostodella speculazione finanziaria, sulla quale si basa lamoderna economia globalizzata in ogni dove della terra».

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La moneta complementareconsente aun’azienda, per la propriasopravvivenza

mensile, di acquistare ciòche le occorre in EuroCrediti,restituendo al

contempo quanto approvvigionato

pagandolo semplicemente con il frutto delproprio lavoro

ha bisogno per andare avanti», continua l’ingegnerBilucaglia. «Così facendo, la poca liquidità circolantepotrà essere impiegata per garantire la continuità nelversamento delle imposte, fondamentale per mantenereposti di lavoro sia privati che pubblici. Questo perquanto riguarda il versante imprenditoriale. Sono moltiinfatti i Comuni che, limitatamente alle reali possibilitàdi autonomia in loro possesso, tentano di percorrerela strada della moneta complementare per facilitarealle imprese indebitate con i tributi locali la regolarizza-zione di questi ultimi mediante l’erogazione di prestazioniprofessionali. Con un positivo effetto di ricaduta sullacollettività. Gli stessi enti pubblici possono a loro voltaottenere benefici mettendo a disposizione in valutacomplementare edifici dismessi, strutture in disuso espazi che altrimenti rimarrebbero improduttivi, in predaa un declino inesorabile, oltre a gravare in termini dicontabilità sui bilanci già duramente provati di Comuni,Province, Regioni. Il passivo di bilancio diverrebbe cosìuna voce in grado, se non di scomparire totalmentedai documenti contabili, quantomeno di ridursi inmaniera consistente. Se moltiplichiamo ciò per il numerodei Comuni italiani, potremmo abbattere il debito pub-blico nazionale di almeno un abbondante 20% annuoin tempi brevi». Sul sito visiotrade.com è possibile riparlare concreta-mente di ripresa. Già oltre 3mila aziende lo hannofatto in tempi non sospetti: dall’edilizia all’informatica,dalle scarpe all’abbigliamento, al cibo e ai produttoriagroalimentari, dalla più piccola bottega di quartierealla grande industria, dal Piemonte alla Sicilia. «Visio-Trade Spa non ha bisogno di pubblicità: il passaparola,quella stretta di mano che ha cambiato l’Italia per bendue volte durante i conflitti mondiali, sono le sole armia nostra disposizione per continuare a espandere ilmercato». wwI

Cristiano Bilucaglia