45
PRESENTAZIONE ING. LISCIA Distretti industriali ed ICT Milano, 17 Marzo 2008 VVA Consulting Consulenza di Direzione Corso Italia 13 - 20122 Milano Tel. +39 02 72.733.1 Fax +39 02 72733.350 www.vva.it

Distretti industriali ed ICT

Embed Size (px)

DESCRIPTION

Presentazione dell'Ing. Liscia Roberto al XII Forum Pluribus 11 Aprile 2008 Viareggio

Citation preview

Page 1: Distretti industriali ed ICT

PRESENTAZIONE ING. LISCIA

Distretti industriali ed ICT

Milano, 17 Marzo 2008

VVA ConsultingConsulenza di Direzione

Corso Italia 13 - 20122 MilanoTel. +39 02 72.733.1Fax +39 02 72733.350

www.vva.it

Page 2: Distretti industriali ed ICT

Materiale VVA-Valdani Vicari & Associati S.r.l. - Riproduzione vietata

Anno mese giorno Nome cliente - Titolo lavoro - pag. 1

AGENDA

Definizione di DistrettoDefinizione di Distretto

Il Valore del DistrettoIl Valore del Distretto

Elementi Critici Elementi Critici

Confronti InternazionaliConfronti Internazionali

Perché Nasce il DistrettoPerché Nasce il Distretto

Distretti ed ICTDistretti ed ICT

Futuro e ConclusioniFuturo e Conclusioni

Page 3: Distretti industriali ed ICT

Materiale VVA-Valdani Vicari & Associati S.r.l. - Riproduzione vietata

Anno mese giorno Nome cliente - Titolo lavoro - pag. 2

1. Definizione di Distretto (continua)

Secondo l'International Institute for Labour Studies i distretti industriali: "sono sistemi produttivi geograficamente definiti, caratterizzati da un alto numero di imprese impegnate in diversi stadi e in modi diversi nella produzione di un prodotto omogeneo. Una caratteristica significativa è costituita dal fatto che gran parte di queste imprese sono piccole o molto piccole." (F. Pyke, G. Beccattini, W Sengenberger, 1991, p. 16);

Il DM 317/91 in materia di "Interventi per l'innovazione e lo sviluppo delle piccole imprese“ all’art. 36 definisce distretti industriali: “le aree territoriali locali caratterizzate da elevata concentrazione di piccole imprese, con particolare riferimento al rapporto tra la presenza delle imprese e la popolazione residente nonché alla specializzazione produttiva dell'insieme delle imprese.”. Viene poi rimesso alle Regioni il compito di individuare effettivamente i distretti secondo parametri definti dallo stesso DM 317/91.

Non esiste una definizione univoca di distretto industriale

Page 4: Distretti industriali ed ICT

Materiale VVA-Valdani Vicari & Associati S.r.l. - Riproduzione vietata

Anno mese giorno Nome cliente - Titolo lavoro - pag. 3

1. Definizione di Distretto (continua)

L’identificazione dei distretti secondo parametri oggettivi resta comunque difficoltosa. Per tal motivo esistono diversi elenchi dei distretti italiani stilati da altrettanti enti;

La classificazione più utilizzata è quella fornita dall’ISTAT che basandosi sull’ultimo censimento (2001) ha individuato 156 realtà distrettuali;

E' chiaro che qualsiasi parametrizzazione atta a delimitare i confini dei distretti industriali si configura come una "forzatura necessaria" di realtà alquanto complesse.

Fonte dati: ISTAT

Page 5: Distretti industriali ed ICT

Materiale VVA-Valdani Vicari & Associati S.r.l. - Riproduzione vietata

Anno mese giorno Nome cliente - Titolo lavoro - pag. 4

1. Definizione di Distretto (continua)

Dei 686 sistemi locali del lavoro (SLL) che definiscono il sistema socio-economico italiano nel 2001, 156 sono stati individuati come Distretti Industriali. Essi rappresentano il 22,74% sul totale dei SLL;

I Distretti Industriali individuati si localizzano quasi esclusivamente nell’Italia centro-settentrionale;

La maggiore concentrazione si rileva nell’Italia nord-orientale (il 32,7%), seguita dal Centro Italia (30,2%) e dall’Italia nord-occidentale (29,6%), mentre nel Sud è presente solo il 7,5% dei distretti;

I distretti nord-occidentali sono in prevalenza caratterizzati da unità produttive di media dimensione (forte presenza di unità produttive da 50 a 249 addetti), quelli del Centro e del Sud, invece, da unità di piccola dimensione (fino a 49 addetti).

Fonte dati: L’esperienza Italiana dei Distretti Industriali (2003) e Censimento Istat 2001

Page 6: Distretti industriali ed ICT

Materiale VVA-Valdani Vicari & Associati S.r.l. - Riproduzione vietata

Anno mese giorno Nome cliente - Titolo lavoro - pag. 5

1. Definizione di Distretto (continua)

Il censimento Istat del 2001 individua 15,712 milioni di addetti sul territorio nazionale, di cui il 31,37% risulta impiegato in aziende distrettuali. Questo dato evidenzia l’importanza che ricoprono i distretti industriali nel nostro tessuto industriale;

In termini di occupazione la distribuzione dei distretti è diversa da quella precedentemente mostrata: il 41,5% (sul totale degli addetti distrettuali) lavora nei distretti nord-occidentali, il 37,6% in quelli nord-orientali, il 18,3% nei distretti del centro e solo il 2,7% in quelli meridionali;

Risulta chiaro, come precedentemente accennato, che i distretti del nord Italia (in particolare se localizzati a nord-ovest) sono caratterizzati da un’alta concentrazione di aziende di medie dimensione. Al decrescere della latitudine si registrano invece distretti con una maggiore concentrazione di piccole imprese.

Fonte dati: L’esperienza Italiana dei Distretti Industriali (2003) e Censimento Istat 2001

Page 7: Distretti industriali ed ICT

Materiale VVA-Valdani Vicari & Associati S.r.l. - Riproduzione vietata

Anno mese giorno Nome cliente - Titolo lavoro - pag. 6

1. Definizione di Distretto (continua)

La Lombardia è la regione con il maggior numero di Distretti Industriali (42 distretti, pari al 21,1% del totale), seguita da Veneto e Marche (entrambe con 34 distretti, pari al 17,1%);

In queste tre regioni si concentra oltre la metà dei Distretti Industriali italiani;

Consistente è anche la quota di distretti dell’Emilia-Romagna (24 distretti, pari al 12,1%), della Toscana (19 distretti, pari al 9,5%) e del Piemonte (16 distretti, pari all’8%);

In queste sei regioni si localizza l’85% di tutti i distretti italiani.

Fonte dati: L’esperienza Italiana dei Distretti Industriali (2003)

Assai diversificato risulta il ruolo delle singole regioni

Page 8: Distretti industriali ed ICT

Materiale VVA-Valdani Vicari & Associati S.r.l. - Riproduzione vietata

Anno mese giorno Nome cliente - Titolo lavoro - pag. 7

1. Definizione di Distretto (continua)

I distretti specializzati nel tessile e abbigliamento sono i più numerosi (35,18%), seguiti dai distretti specializzati nei beni per la casa (18,59%), nella meccanica (16,58%) e nella pelletteria e calzature (14,07%). Troviamo anche distretti specializzati nell’industria alimentare (8,54%), nella fabbricazione di prodotti di carta (3,02%), nell’oreficeria (1,52%), nella fabbricazione di prodotti in gomma e plastica (2,0%), e perfino nella metallurgia (0,5%).

Fonte dati: Istat

Specializzazione produttiva dei distretti

35,18%

18,59%16,58%

14,07%

8,54%

3,02% 4,02%

0,00%

5,00%

10,00%

15,00%

20,00%

25,00%

30,00%

35,00%

40,00%

Tessile-Abbigliamento Prodotti per la casa MeccanicaPelli, Cuoio e Calzature Alimentari Carta e poligraficheAtro

Page 9: Distretti industriali ed ICT

Materiale VVA-Valdani Vicari & Associati S.r.l. - Riproduzione vietata

Anno mese giorno Nome cliente - Titolo lavoro - pag. 8

1. Definizione di Distretto (segue)

I distretti specializzati nel tessile-abbigliamento contribuiscono alle esportazioni italiane di questo gruppo di beni per il 42,6% (da solo, il distretto industriale di Prato, in Toscana, contribuisce per il 10,8%);

I distretti della pelletteria contribuiscono per il 47,4% (da solo, il distretto industriale di Santa Croce sull’Arno, in Toscana, contribuisce per l’8,0%);

I distretti specializzati nei beni per la casa contribuiscono per il 37,9% (da solo, il distretto industriale di Sassuolo, in Emilia-Romagna, contribuisce per il 9,3%);

I distretti specializzati nell’oreficeria, strumenti musicali etc. contribuiscono per il 39,6% (da solo, il distretto industriale di Arezzo, in Toscana, contribuisce per il 25,5%);

I distretti della meccanica contribuiscono per il 18,1%.Fonte dati: L’esperienza Italiana dei

Distretti Industriali (2003)

Nel 1996 le esportazioni delle imprese manifatturiere e commerciali dei distretti hanno rappresentano il 43,3% del totale nazionale (Istat, 1999);

Page 10: Distretti industriali ed ICT

Materiale VVA-Valdani Vicari & Associati S.r.l. - Riproduzione vietata

Anno mese giorno Nome cliente - Titolo lavoro - pag. 9

2. Perchè Nasce il Distretto (continua)

1. Disponibilità di risorse naturali e di fattori produttivi in loco, in particolare capitale umano e risorse finanziarie. Essendo la crescita demografica in Italia piuttosto limitata, per la disponibilità di capitale umano risultano molto importanti i flussi migratori ed emigratori della forza lavoro, sia con l’estero sia tra Regioni;

2. “Saper fare” diffuso: nei casi più fortunati è ereditato dalle tradizioni artigianali, commerciali, culturali, che esistono in ogni regione; in altri casi il saper fare è acquisito attraverso l’osservazione e quindi l’imitazione di quanto accade altrove. L’accumularsi di saper fare dipende da un mix fra culture locali e saperi esterni, fra la capacità di valorizzare le proprie tradizioni e l’abilità di importare idee e conoscenze dall’esterno; i distretti nascono laddove vi è cultura sedimentata, ma anche laddove vi sono meno barriere alla circolazione delle idee, degli uomini e dei capitali. Questo probabilmente ha premiato la tradizionale imprenditorialità levantina dei baresi.

Quattro motivi principali:

Page 11: Distretti industriali ed ICT

Materiale VVA-Valdani Vicari & Associati S.r.l. - Riproduzione vietata

Anno mese giorno Nome cliente - Titolo lavoro - pag. 10

2. Perchè Nasce il Distretto (segue)

3. Presenza di imprese motrici: i distretti nascono laddove sono presenti queste imprese e con il loro sviluppo hanno determinato direttamente o indirettamente, la nascita di fornitori, di imitatori, di imprese di servizi. Perché si passi da un’impresa ad un distretto, c’è bisogno di specifiche condizioni di contesto: un minimo capitale per avviare la produzione ed un’attitudine al rischio d’impresa diffusa nella cultura locale;

4. Fornitura di beni pubblici di qualità, principalmente: istruzione, infrastrutture ed un effettivo esercizio della giustizia. L’ipotesi che la mafia e la corruzione siano stati fortissimi ostacoli allo sviluppo dei distretti in Sicilia, e il fatto che la diffusa presenza camorristica abbia impedito un pieno sviluppo delle produzioni distrettuali meridionali appaiono largamente plausibili.

Quattro motivi principali:

Page 12: Distretti industriali ed ICT

Materiale VVA-Valdani Vicari & Associati S.r.l. - Riproduzione vietata

Anno mese giorno Nome cliente - Titolo lavoro - pag. 11

3. Il Valore del Distretto (continua)

Redditività delle imprese nei Distretti Industriali e fuori dai Distretti: 1982-1995(VALORI PERCENTUALI)

Fonte dati: L’esperienza Italiana dei Distretti Industriali (2003)

Page 13: Distretti industriali ed ICT

Materiale VVA-Valdani Vicari & Associati S.r.l. - Riproduzione vietata

Anno mese giorno Nome cliente - Titolo lavoro - pag. 12

3. Il Valore del Distretto (continua)

Un “effetto distretto” sulla produttività e competitività delle imprese appare evidente. All’origine della più elevata redditività delle imprese distrettuali si trovano minori costi del lavoro e del capitale, ma soprattutto una maggiore produttività (misurata in termini di valore aggiunto per addetto);

La “Teoria dei Distretti Industriali” è un modo con il quale si tenta di sciogliere il paradosso della competitività italiana: il paradosso, cioè, di un’economia caratterizzata da una struttura industriale da paese in via di sviluppo (piccole imprese, settori tradizionali) e salari da paese ricco. Ciononostante, nel lungo periodo, mostra performance soddisfacenti in termini di sviluppo e di competizione sul mercato mondiale (Signorini 2000);

Quale che sia la supposta natura dei vantaggi, resta il problema che la gran parte della letteratura sui distretti ha natura solo qualitativa, ed afferma, più che provare, l’esistenza di vantaggi competitivi e di certi specifici meccanismi che li determinano. Uno studio della Banca d’Italia del 2001 sui distretti industriali si è posto l’obiettivo di fornire spiegazioni quantitative delle predizioni della teoria dei distretti.

Page 14: Distretti industriali ed ICT

Materiale VVA-Valdani Vicari & Associati S.r.l. - Riproduzione vietata

Anno mese giorno Nome cliente - Titolo lavoro - pag. 13

3. Il Valore del Distretto (continua)

I motivi dell’esistenza di economie distrettuali sono da ricercare nei vantaggi ottenibili su due mercati fondamentali:

1. Mercato del lavoro: uno dei principali vantaggi concorrenziali del distretto industriale è rappresentato dalla disponibilità di un pool di risorse di lavoro specializzate, dotate di un’elevata mobilità fra un’impresa e l’altra - mobilità che viene facilitata dall’insieme di relazioni comunitarie che caratterizzano il distretto:

In presenza di aumenti transitori dei livelli produttivi, le imprese distrettuali intensificano in media il ricorso al lavoro a domicilio e alla sub-fornitura nel 41% dei casi, contro il 27% negli altri sistemi locali. Nell’eventualità di una diminuzione dei livelli produttivi, le imprese distrettuali riducono gli ordini ai sub-fornitori o ai lavoratori a domicilio nel 44% dei casi, a fronte del 27% circa nelle aree non distrettuali considerate;Viene così certificata la maggior flessibilità di cui godono le aziende facenti parte di un distretto.

Fonte dati: Banca d’Italia 2001

Page 15: Distretti industriali ed ICT

Materiale VVA-Valdani Vicari & Associati S.r.l. - Riproduzione vietata

Anno mese giorno Nome cliente - Titolo lavoro - pag. 14

3. Il Valore del Distretto (continua)

I motivi dell’esistenza di economie distrettuali sono da ricercare nei vantaggi ottenibili su due mercati fondamentali:

2. Mercato dei beni intermedi alle imprese: le relazioni di subfornitura per le imprese finali si sviluppano principalmente all’interno del distretto ed anche i clienti delle aziende intermedie sono fortemente focalizzati tra i soggetti del distretto:

Per le imprese finali, in particolare, la maggior parte della propria rete di relazioni di subfornitura continua a svilupparsi nell’ambito distrettuale: il 61% degli acquisti in subfornitura proviene dall’interno del distretto, il 27% dal resto d’Italia e il 12% dall’estero; Per le imprese subfornitrici la diversificazione dei mercati di sbocco appare invece molto più elevata: il 23% del fatturato realizzato in subfornitura è destinato ad altre imprese del distretto, il 49% a imprese italiane al di fuori del distretto e il restante 28% è destinato all’estero.

Fonte dati: Banca d’Italia 2001

Page 16: Distretti industriali ed ICT

Materiale VVA-Valdani Vicari & Associati S.r.l. - Riproduzione vietata

Anno mese giorno Nome cliente - Titolo lavoro - pag. 15

3. Il Valore del Distretto (segue)

“Nel confronto con il formichiere non è la formica che conta, ma il formicaio; e,

così come un formicaio, nel distretto industriale comportamenti semplici,

apparentemente anarchici da parte dei singoli elementi di un gruppo danno

luogo (o quantomeno possono dare luogo) a comportamenti aggregati

complessi, organizzati ed efficienti.” (L.F. Signorini & M. Omiccioli 2001).

Page 17: Distretti industriali ed ICT

Materiale VVA-Valdani Vicari & Associati S.r.l. - Riproduzione vietata

Anno mese giorno Nome cliente - Titolo lavoro - pag. 16

4. Elementi Critici

Insufficiente massa critica delle imprese a causa della scarsità di risorse;

Scarso coordinamento sotto l’aspetto marketing del distretto;

Difficoltà di accesso alle fonti di finanziamento;

Scarso coordinamento con il sistema di ricerca del Paese (Università, centri di ricerca, ecc.).

Grande flessibilità organizzativa, sia a livello distrettuale che aziendale;

Capacità di creare imprenditorialità;

Cooperazione tra le imprese del distretto che talvolta genera progetti collettivi sulle cosiddette economie esterne;

Informalità delle relazioni.

Punti di debolezzaPunti di forza

Page 18: Distretti industriali ed ICT

Materiale VVA-Valdani Vicari & Associati S.r.l. - Riproduzione vietata

Anno mese giorno Nome cliente - Titolo lavoro - pag. 17

5. Confronti internazionali (continua)

Silicon Valley

La Silicon Valley si estende a sud di San Francisco fino a San Jose e comprende parte delle contee di Santa Clara, San Mateo, Santa Cruz e Alameda;I semi dell’area furono gettati a Palo Alto negli anni ’40, quando William Hewlette David Packard, compagni di studi all’Università di Stanford, crearono in un garage l’embrione di quella che sarebbe diventata una delle più grandi e famose imprese ad alta intensità tecnologica: la Hewlett-Packard. Da quel momento in poi il futuro dell’area sarà sempre più orientato alla ricerca di base e applicata;L’economia dell’area tenderà progressivamente a specializzarsi nella ricerca e nelle applicazioni dei settori basati sulla elettronica dando vita ai semiconduttori prima e ai microprocessori poi, fino ad arrivare, all’inizio degli anni ’80, all’emergere di un nuovo e importante paradigma tecnologico costituito dal Personal Computer.

Page 19: Distretti industriali ed ICT

Materiale VVA-Valdani Vicari & Associati S.r.l. - Riproduzione vietata

Anno mese giorno Nome cliente - Titolo lavoro - pag. 18

5. Confronti internazionali (continua)

Silicon Valley

Il legame con alcune delle più prestigiose università del paese (Università di Stanford, Berkeley, San Jose ed una serie di college minori, ma che comunque forniscono una preparazione di alto livello) ha rafforzato la capacità di reazione della Silicon Valley e le ha permesso di superare momenti difficili (ad esempio la forte concorrenza estera agli inizi degli anni ’90), consentendole di rimanere il distretto industriale ad alta tecnologia in cui si mettono a punto le innovazioni tecnologiche più significative della nostra epoca;

Risulta quindi fondamentale il connubio Imprese-Istituzioni Universitarie;

Altre aziende di rilevante fama nate nella Valle che hanno fortemente beneficiato di tale connubio sono: Sun Microsystems, fondata nel 1982 da un gruppo di ex-studenti dell’università di Stanford (e l’acronimo SUN significa proprio Stanford University Network) e Cisco Systems, fondata nel 1986 da una coppia di ricercatori di Stanford.

Page 20: Distretti industriali ed ICT

Materiale VVA-Valdani Vicari & Associati S.r.l. - Riproduzione vietata

Anno mese giorno Nome cliente - Titolo lavoro - pag. 19

5. Confronti internazionali (continua)

Il distretto ICT di Oulu (Finlandia)

La Finlandia è una delle nazioni che più seriamente hanno intrapreso la strada della costruzione di distretti in regioni caratterizzate da un forte declino industriale; Un esempio dell’efficacia di questo approccio è rappresentato dal caso di Oulu, una città di 100.000 abitanti la cui tradizione industriale poggiava sull’estrazione di catrame dalle pinete. Negli anni ’70 l’industria del catrame entrò in una crisi irreversibile ed il governo, per ovviare a questa crisi, localizzò a Oulu un’Università scientifica e la facoltà di ingegneria;Proprio quest’ultima si dimostrerà uno dei fattori chiave per il successo del futuro cluster ICT di Oulu. A ciò si aggiunsero: i comparti di elettronica e di automazione del Centro Ricerche Tecnologiche Statale nel 1974, il Parco Tecnologico nel 1982 e il Parco scientifico specializzato in medicina nel 1990;Nel frattempo, nel 1960 Nokia localizzò a Oulu uno stabilimento specializzato nella produzione di cavi e il suo primo impianto ad alta tecnologia negli anni settanta.

Fonte dati: Rootledge, 2002.

Page 21: Distretti industriali ed ICT

Materiale VVA-Valdani Vicari & Associati S.r.l. - Riproduzione vietata

Anno mese giorno Nome cliente - Titolo lavoro - pag. 20

5. Confronti internazionali (continua)

Il distretto ICT di Oulu (Finlandia)

Dal 1996 sono presenti sul territorio di Oulu sei divisioni di Nokia per un totale di 4.700 occupati sia all’interno che all’esterno del parco tecnologico;Senza considerare l’apporto di Nokia, nel 1996 il parco tecnologico contava 1.200 occupati ripartiti fra 120 aziende, per la maggior parte operanti nel settore della ricerca nel campo delle telecomunicazioni;In conclusione possiamo affermare che alla base del successo del distretto ICT di Oulu vi sono:- investimenti pubblici a sostegno dello sviluppo;- disponibilità di forza lavoro altamente qualificata; - la combinazione di tre diverse tipologie di componenti: Università e laboratori pubblici; grandi imprese multinazionali, loro fornitori e nuove start-up; venture capital.

Fonte dati: Rootledge, 2002.

Page 22: Distretti industriali ed ICT

Materiale VVA-Valdani Vicari & Associati S.r.l. - Riproduzione vietata

Anno mese giorno Nome cliente - Titolo lavoro - pag. 21

5. Confronti internazionali (continua)

Il distretto di Sassuolo

Le aziende italiane che producono piastrelle di ceramica sono circa 253, con oltre 31.100 occupati. Più dell’80 per cento della produzione e quasi il 70 per cento degli occupati è localizzato nel distretto di Sassuolo;

La principale caratteristica locale che appare significativa per la nascita del distretto è la disponibilità di materia prima fornita dalle cave presenti nella zona appenninica. Altri fattori che ne anno facilitato la costituzione sono le tradizioni civili e politiche locali e la disponibilità di capitale proveniente dall’agricoltura;

Lo sviluppo del distretto è stato favorito anche dalle caratteristiche della produzione del settore all’inizio del secolo: relativa semplicità della tecnologia, scarsa presenza di economie di scala e la ridotta soglia minima di capitale necessario per l’avvio dell’attività hanno mantenuto basse le barriere all’entrata, favorendo la nascita di nuove imprese.

Fonte dati: Bentivogli & Scillitani 2002

Page 23: Distretti industriali ed ICT

Materiale VVA-Valdani Vicari & Associati S.r.l. - Riproduzione vietata

Anno mese giorno Nome cliente - Titolo lavoro - pag. 22

5. Confronti internazionali (continua)

Il distretto di Sassuolo

La costituzione delle imprese è stata incoraggiata da due provvedimenti legislativi che, pur non riguardando esclusivamente il settore ceramico, ne hanno influenzato la concentrazione territoriale: - La legge n. 635 del 1957, che prevedeva l’esonero decennale delle imposte dirette sul reddito per le nuove imprese artigianali costituite nelle aree depresse (fra cui erano inclusi molti comuni delle province di Modena e Reggio Emilia); - La legge n. 623 del 1959, che concedeva il credito agevolato alle piccole e medie imprese, localizzate nelle aree depresse, per la costruzione e l’ampliamento di impianti industriali;

Allo sviluppo del distretto ha contribuito anche la presenza di un’industria meccanica regionale, fattore che a sua volta ha permesso l’attivazione di un circolo virtuoso: mentre le imprese ceramiche si concentravano sul core business, ricercando sul mercato la fornitura di prodotti e servizi complementari, nell’area si sviluppava un notevole indotto sia nel settore industriale che in quello terziario. Fonte dati: Bentivogli & Scillitani 2002

Page 24: Distretti industriali ed ICT

Materiale VVA-Valdani Vicari & Associati S.r.l. - Riproduzione vietata

Anno mese giorno Nome cliente - Titolo lavoro - pag. 23

5. Confronti internazionali (continua)

Il distretto di Prato

Il distretto industriale pratese si estende su un'area di 700 kmq dove risiedono poco più di 300.000 persone. Situato a pochi km da Firenze, è a metà strada tra Milano e Roma e nel suo territorio si intersecano due autostrade (A1 e A11) e due linee ferroviarie. La prossimità delle vie di comunicazione gioca ed ha giocato un ruolo fondamentale per lo sviluppo del distretto;

Quello di Prato è il più importante centro dell'industria Tessile Abbigliamento in Italia, con circa 7.000 imprese per un totale di 43.000 addetti. Lo stacco rispetto agli altri principali centri è netto: Milano 37.000 addetti; Varese 34.000; Biella e Bergamo 32.000; Modena 22.000. La specializzazione di Prato nelle produzioni tessili risale al XII secolo quando le produzioni di vestiti erano regolate dalla corporazione dell'Arte della Lana;

Il vero boom del distretto pratese inizia nel secondo dopoguerra. Tra il 1950 ed il 1981 il numero degli addetti tessili balza da 22.000 a 60.000 e questo avviene in un periodo in cui, in tutta Europa, il settore registra emorragie occupazionali traumatiche; Fonte dati: www.ui.prato.it

Page 25: Distretti industriali ed ICT

Materiale VVA-Valdani Vicari & Associati S.r.l. - Riproduzione vietata

Anno mese giorno Nome cliente - Titolo lavoro - pag. 24

5. Confronti internazionali (continua)

Il distretto di Prato

Gli anni '80, per il distretto tessile pratese, sono stati un periodo difficile, che ha fatto pensare ad un processo di deindustrializzazione: il numero degli addetti nell'industria tessile scende da 60.000 a 45.000 (-25%); quello delle imprese precipita da 16.000 a 10.000 (-35%). Le motivazioni sono da ricondurre al cambiamento radicale della domanda più orientata a tessuti di cotone, di lino e sintetici mentre il distretto risultava ancora focalizzato su produzioni basate sulla lana;

Ad oggi l'offerta locale comprende quote consistenti di articoli in lana pettinata (più del 40%), cotone, viscosa, lino e seta. II nuovo mix produttivo ha ampliato gli orizzonti operativi del distretto: la maggior parte dei lanifici intrattiene rapporti con "terzisti" di aree diverse da Prato; quasi tutti, inoltre, acquistano filati e tessuti da imprese non pratesi.

Fonte dati: www.ui.prato.it

Page 26: Distretti industriali ed ICT

Materiale VVA-Valdani Vicari & Associati S.r.l. - Riproduzione vietata

Anno mese giorno Nome cliente - Titolo lavoro - pag. 25

5. Confronti internazionali (continua)

Peculiarità dei distretti italiani

I fattori critici di successo dei distretti industriali italiani risultano essere lo spirito imprenditoriale e la dotazione di risorse naturali.

La presenza di un’attività produttiva principale svolta da un insieme di piccole imprese indipendenti, che però sono altamente specializzate in fasi diverse di uno stesso processo produttivo, determina una produzione più efficiente rispetto a quanto accadrebbe all’interno di un singolo grande stabilimento;

“Le imprese straniere non devono competere con una sola impresa, e neppure con un gruppo di imprese, ma con un’intera cultura. La natura organica di questo sistema è la più difficile da duplicare e di conseguenza rappresenta il vantaggio più sostenibile delle imprese di Sassuolo” (Porter 1991);

Page 27: Distretti industriali ed ICT

Materiale VVA-Valdani Vicari & Associati S.r.l. - Riproduzione vietata

Anno mese giorno Nome cliente - Titolo lavoro - pag. 26

5. Confronti internazionali (segue)

Si possono identificare diversi “fattori trainanti” che hanno da un lato provocato la nascita dei distretti e dall’altro hanno agevolato la loro evoluzione nel tempo:

Presenza di risorse naturali: i.e. distretto di Sassuolo e le sue cave minerarie;Altri fattori localizzativi: i.e. Solfora che ha giovato di abbondante presenza di acqua, della presenza di boschi per l’estrazione del tannino e della vicinanza con il porto di Salerno;Effetto trainante di un’azienda leader: i.e. distretto di Matera nato grazie all’intuizione di Pasquale Natuzzi delle potenzialità dell’area;Know-how specifico: i.e. distretto di Prato con la sua cultura tessile risalente al XII secolo; Stimolo pianificazione territoriale: i.e. Lavello nato sotto la spinta di un consorzio voluto dalla CNA;Tradizione culturale: i.e. polo calzaturiero di Aversa;

Peculiarità dei distretti italiani

Page 28: Distretti industriali ed ICT

Materiale VVA-Valdani Vicari & Associati S.r.l. - Riproduzione vietata

Anno mese giorno Nome cliente - Titolo lavoro - pag. 27

6. Distretti ed ICT (continua)

I Distretti oggiI distretti industriali italiani sono chiamati a rinnovarsi per effetto di un processo di globalizzazione dell’economia che spinge a ridefinire le fonti del vantaggio competitivo per l’impresa, in congiunzione con un innovazione tecnologica che favorisce processi organizzativi efficienti e ricche abilità comunicative all’interno di una rete estesa di interlocutori;

I vantaggi derivanti dal forte legame con il territorio e dal presidio diretto dei processi manifatturieri sono messi a dura prova dalla delocalizzazione della produzione. Tali dinamiche invitano a riflettere sulle conseguenze che avrà la separazione tra impresa e territorio sul sistema distrettuale nel suo complesso;

Su questo tema il TeDIS Center ha focalizzato l’attenzione con un recente Osservatorio su “Reti e Tecnologie per le PMI” realizzato nel 2003. L’indagine mira a cogliere i processi di investimento in tecnologie di rete in corso nelle PMI italiane in connessione con i processi d’internazionalizzazione della produzione.

Page 29: Distretti industriali ed ICT

Materiale VVA-Valdani Vicari & Associati S.r.l. - Riproduzione vietata

Anno mese giorno Nome cliente - Titolo lavoro - pag. 28

6. Distretti ed ICT (continua)

I Risultati dell’Osservatorio TeDIS

“Quando la produzione è distribuita dal punto di vista geografico in uno o più paesi esteri, la capacità di controllo dei processi, delle commesse, dei tempi di consegna, della qualità dell’output e del servizio non può prescindere dall’investimento in tecnologie di rete” (Chiarvesio & Micelli 2003);

L’Osservatorio consiste di un’indagine quantitativa condotta su 527 imprese appartenenti ai 29 principali distretti industriali italiani; i distretti in esame appartengono principalmente al Centro Italia (42,5%) seguito dal Nord Ovest (30,2%) e dal Nord Est (27,3%). I comparti produttivi analizzati sono quello Moda (42,9%), Meccanico (31,9%) e dell’Arredo-Casa (25,2%).

Page 30: Distretti industriali ed ICT

Materiale VVA-Valdani Vicari & Associati S.r.l. - Riproduzione vietata

Anno mese giorno Nome cliente - Titolo lavoro - pag. 29

6. Distretti ed ICT (continua)

L’Osservatorio TeDIS:

Il rapporto dei Distretti con l’estero

Rispetto ai mercati di sbocco del campione, metà del fatturato aziendale è realizzato sui mercati esteri (46%);

Il 37% degli intervistati dichiara di avere aziende consociate o filiali commerciali per la vendita all’estero;

L’analisi delle caratteristiche della supply-chain rivela che l’apertura internazionale della catena del valore coinvolge il 34% delle aziende intervistate; tale apertura non avviene solo tramite i tradizionali Investimenti Diretti Esteri (forma privilegiata dalle grandi multinazionali) ma piuttosto consta di un processo molto più articolato.

Page 31: Distretti industriali ed ICT

Materiale VVA-Valdani Vicari & Associati S.r.l. - Riproduzione vietata

Anno mese giorno Nome cliente - Titolo lavoro - pag. 30

6. Distretti ed ICT (continua)

L’Osservatorio TeDIS:

Il rapporto dei Distretti con l’estero

La modalità di internazionalizzazione più frequente è data dalla costituzione di relazioni di partnership con fornitori strategici, attuata dal 64,2% delle imprese che hanno rapporti produttivi con l’estero;

L’opzione di costituire stabilimenti produttivi oltre confine è stata scelta dal 32,4% del campione;

Solo il 21,6% delle imprese fa inoltre ricorso a contoterzisti esteri.

Page 32: Distretti industriali ed ICT

Materiale VVA-Valdani Vicari & Associati S.r.l. - Riproduzione vietata

Anno mese giorno Nome cliente - Titolo lavoro - pag. 31

6. Distretti ed ICT (continua)

Il rapporto dei Distretti con l’esteroI dati raccolti mostrano alcune difficoltà delle imprese distrettuali nella gestione delle nuove reti per dividere il lavoro su scala transnazionale. Sono infatti richieste capacità manageriali e forme di coordinamento più evolute, con particolare riferimento all’uso delle tecnologie;

A livello internazionale le imprese distrettuali tendono infatti a replicare lo stesso modello organizzativo e gestionale sviluppato a livello locale, dando ampio spazio agli incontri ed al telefono e facendo scarso ricorso a strumenti di comunicazione più innovativi;

Mentre le PMI dei distretti hanno fatto del territorio l’infrastruttura che ha sostenuto ed alimentato i processi d’innovazione e di condivisione del sapere tra le imprese, al contrario le grandi organizzazioni hanno creato attraverso l’ICT dei contesti di natura virtuale sia a livello interno sia coinvolgendo interlocutori privilegiati lungo la supply-chain. Nelle grandi corporation è stata migliorata la trasparenza ed il controllo dei processi produttivi interni (ERP) ed è stato riorganizzato il lavoro su nuove basi grazie a piattaforme tecnologiche condivise (gropuware).

Page 33: Distretti industriali ed ICT

Materiale VVA-Valdani Vicari & Associati S.r.l. - Riproduzione vietata

Anno mese giorno Nome cliente - Titolo lavoro - pag. 32

6. Distretti ed ICT (continua)

L’utilizzo degli strumenti di comunicazione con i fornitori strategici

Come si evince dal grafico le imprese distrettuali, in termini di strumenti di comunicazione con i propri fornitori, non mostrano una grande differenza dei mezzi utilizzati con i fornitori nazionali e quelli esteri. Si evince quindi una scarsa abilità delle imprese distrettuali ad adattarsi a differenti tipi di relazioni;

I mezzi di comunicazione più innovativi sono usati solo in una piccolissima percentuale dei casi.

0 0,5 1 1,5 2 2,5 3

Videconferenza

Groupware

Edi

IntegrazioneGestionali

Condivisione Cad

E-mail

Fax

Telefono

Incontri

Fornitori Esteri Fornitori Locali

Fonte: elaborazione dati TeDIS Center

Page 34: Distretti industriali ed ICT

Materiale VVA-Valdani Vicari & Associati S.r.l. - Riproduzione vietata

Anno mese giorno Nome cliente - Titolo lavoro - pag. 33

6. Distretti ed ICT (continua)

L’utilizzo degli strumentidi comunicazione con subfornitori conto terzi

Il grafico accanto mostra che l’utilizzo dei più moderni mezzi di coordinamento è limitato anche nei confronti dei subfornitori conto terzi;

Si può inoltre notare come ci sia una differenza notevole tra l’utilizzo degli incontri con i subfornitori locali e quelli esteri;

La stessa differenza si riscontra con segno opposto nell’utilizzo delle e-mail facendo presumere una sostituzione degli incontri diretti con l’utilizzo della posta elettronica (strumento elementare dell’ICT).

Fonte: elaborazione dati TeDIS Center

0 0,5 1 1,5 2 2,5 3

Edi

Groupware

videoconferenza

Integrazionigestionali

Condivisione Cad

E-mail

Fax

Telefono

Incontri

Subfornitori Esteri Subfornitori Locali

Page 35: Distretti industriali ed ICT

Materiale VVA-Valdani Vicari & Associati S.r.l. - Riproduzione vietata

Anno mese giorno Nome cliente - Titolo lavoro - pag. 34

6. Distretti ed ICT (continua)

La diffusione delle tecnologie di rete

Nonostante permanga ancora un gap tra adozione di tecnologie commodity, come la posta elettronica ed il sito web, e tecnologie a progetto (ERP, groupware) che richiedono un maggior impegno strategico ed organizzativo, la dotazione interna delle imprese distrettuali risulta al di sopra delle aspettative;

Continuano però ad esserci carenze nell’utilizzo di soluzioni più complesse.

Fonte: elaborazione dati TeDIS Center

7,8

13,4

14,7

21

33,7

53,2

69,9

71,9

74,1

91,2

99,4

0 20 40 60 80 100 120

E-commerce

Videoconferenza

Edi

Groupware

Erp

Adsl

Comunicazione mobile

Isdn

Corporate banking

Sito web

E-mail

Page 36: Distretti industriali ed ICT

Materiale VVA-Valdani Vicari & Associati S.r.l. - Riproduzione vietata

Anno mese giorno Nome cliente - Titolo lavoro - pag. 35

6. Distretti ed ICT (continua)

La diffusione delle tecnologie di rete per dimensioni aziendali

Ovviamente le imprese di maggiori dimensioni possiedono una dotazione tecnologica più avanzata;

In particolare, nelle imprese con oltre 26 ml € di fatturato, risultano progressivamente sempre più diffusi gli ERP (specie nelle imprese del comparto meccanico);

Le piccole e micro imprese risultano particolarmente arretrate dal punto di vista tecnologico.

Fonte: elaborazione dati TeDIS Center

0 20 40 60 80 100 120

E-commerce

Groupware

Videoconferenza

Edi

ERP

Adsl

Corporate banking

Isdn

Comunicazione mobile

Sito web

E-mail

Oltre 26 ml € 13-26 ml € Fino a 13 ml €

Page 37: Distretti industriali ed ICT

Materiale VVA-Valdani Vicari & Associati S.r.l. - Riproduzione vietata

Anno mese giorno Nome cliente - Titolo lavoro - pag. 36

6. Distretti ed ICT (segue)

Future aree di intervento

Come emerge dal grafico, risulta critico il fabbisogno di integrazione e l’arricchimento del canale di comunicazione con il cliente;

Il fatto che l’investimento tecnologico non possa essere rimandato, sembrerebbe essere ben chiaro agli intervistati, infatti l’85% delle aziende attribuisce all’ICT un’importanza medio-alta;

Crescono anche i budget destinati alle funzioni dell’ICT, ma il 50% del campione dichiara ancora un budget inferiore all’1% del fatturato.

Fonte: elaborazione dati TeDIS Center

63,7

51,3

31,2

29

18,1

0 10 20 30 40 50 60 70

Arricchimento sitoweb

Sviluppo soluzioni perintegrazione rete

commerciale

Sviluppo soluzioni perintegrazione fornitori

Acquisto sistemigestionali integrati

Sviluppo soluzionigroupware

Page 38: Distretti industriali ed ICT

Materiale VVA-Valdani Vicari & Associati S.r.l. - Riproduzione vietata

Anno mese giorno Nome cliente - Titolo lavoro - pag. 37

7. Futuro e Conclusioni (continua)

Domanda e Offerta

Fonte Dati: Rapporto Assinform 2007

Dal punto di vista della domanda, la lentezza nell’adozione delle nuove tecnologie può attribuirsi alle caratteristiche comportamentalidelle PMI: i loro manager, infatti, spesso non conoscono le nuove tecnologie, non sanno riconoscere i potenziali di miglioramento, oppure mancano delle capacità finanziarie, organizzative e gestionali per implementare le nuove tecnologie o anche solo per ottenere consulenze esterne;

Dal punto di vista dell’offerta, generalmente i fornitori di tecnologie e i consulenti non realizzano prodotti su misura per le PMI. I costi per far arrivare le informazioni adatte alle piccole aziende sono infatti relativamente alti , come pure i costi per adattare le attrezzature alle loro specifiche esigenze.

Page 39: Distretti industriali ed ICT

Materiale VVA-Valdani Vicari & Associati S.r.l. - Riproduzione vietata

Anno mese giorno Nome cliente - Titolo lavoro - pag. 38

Il Mercato

Fonte Dati: Rapporto Assinform 2007

Secondo l’ultimo Rapporto Assinform nel 2007 il mercato italiano dell’ICT è cresciuto dello 0,9% assestandosi ad un valore di 64.390 milioni di Euro. Il divario con la crescita dell’anno precedente registrata dal mercato ICT (+2%) è da imputare alla minor crescita del comparto delle telecomunicazioni (+0,4%), fisse e mobili, rispetto all’anno precedente (+2,1%). Il divario con i tassi di crescita degli altri paesi europei resta ancora molto ampio;

Il comparto dell’informatica è invece cresciuto del 2%, raggiungendo il valore di 20.190 milioni di Euro. Tale crescita è dovuta all’accresciuta domanda di apparecchiature (Hardware +4,8%) ed in particolare di PC (+13,1% in unità, +5,5% in valore);

Dal punto di vista delle aziende il quadro è meno allegro se si considera che la domanda consumer è cresciuta del 10,5%, mentre per quanto riguarda le imprese (pari al 95% del mercato IT) la domanda complessiva è cresciuta solo del 1,55%.

7. Futuro e Conclusioni (continua)

Page 40: Distretti industriali ed ICT

Materiale VVA-Valdani Vicari & Associati S.r.l. - Riproduzione vietata

Anno mese giorno Nome cliente - Titolo lavoro - pag. 39

Il Mercato

La suddivisione della domanda IT per classi dimensionali d’impresa risulta invariata rispetto al passato:- Le grandi aziende (più di 250 dipendenti) hanno una quota di mercato del 56,8%;- Le medie imprese (numero di dipendenti compreso tra 50 e 250) si assetano sul 24,9% del mercato;- Le piccole imprese (con meno di 49 dipendenti) coprono il 18,3% del mercato;

Il contributo delle piccole imprese risulta ancora evidentemente inferiore rispetto al peso che queste realtà hanno sia rispetto al PIL nazionale che in termini di occupazione;

I comparti trainanti la domanda sono risultati essere: Banche (+1,7%), Industria (+2,0%) e aziende di Distribuzione e Servizi (+3,2%).

Fonte Dati: Rapporto Assinform 2007

7. Futuro e Conclusioni (continua)

Page 41: Distretti industriali ed ICT

Materiale VVA-Valdani Vicari & Associati S.r.l. - Riproduzione vietata

Anno mese giorno Nome cliente - Titolo lavoro - pag. 40

Il Mercato

Suddividendo la domanda di IT, delle imprese nazionali, tra Hardware, Software e Servizi si ottiene il seguente spaccato:- Hardware: crescita del 4,8% per un totale di 5.733 milioni di Euro;- Software: con un valore di 4.325 milioni di Euro è cresciuto del 3,2%;- Servizi: crescita dello 0,3% per un totale di 9.317 milioni di Euro.

È evidente che la parte della domanda necessaria all’innovazione delle imprese, ovvero la richiesta di Software e Servizi, è quella con il minor tasso di crescita. Questo dato evidenzia l’ancor scarsa capacità delle aziende italiane, in particolare quelle di piccole dimensioni, ad individuare gli ambiti di investimento IT che maggiormente contribuiscono allo sviluppo duraturo aziendale.

Fonte Dati: Rapporto Assinform 2007

7. Futuro e Conclusioni (continua)

Page 42: Distretti industriali ed ICT

Materiale VVA-Valdani Vicari & Associati S.r.l. - Riproduzione vietata

Anno mese giorno Nome cliente - Titolo lavoro - pag. 41

Previsioni per il 2008

Riguardo l’anno in corso Assinform stima una crescita del mercato ICT di circa l’1,9%, cioè un tasso più alto di un punto percentuale rispetto alla crescita del 2007. Il valore totale del mercato si assesterà sul valore di 65.643 milioni di Euro;

La maggior crescita rispetto all’anno precedente avverrà grazie ad una ripresa del comparto delle telecomunicazioni per le quali è prevista una crescita del 2,1%;

Per quanto riguarda l’IT è invece ipotizzata una crescita dell’1,6%, lievemente inferiore a quella del 2007;

Ancora una volta il tasso di crescita nazionale sarà sensibilmente inferiore ai tassi di crescita Europei.

Fonte Dati: Rapporto Assinform 2007

7. Futuro e Conclusioni (continua)

Page 43: Distretti industriali ed ICT

Materiale VVA-Valdani Vicari & Associati S.r.l. - Riproduzione vietata

Anno mese giorno Nome cliente - Titolo lavoro - pag. 42

Conclusioni

La carenza d’innovazione, caratteristica peculiare delle piccole imprese italiane, trova le sue radici nella scarsa informazione;

Un’iniziativa di spicco, senza dubbio, è l’istituzione dei distretti tecnologici che, all’interno del più ampio Programma Nazionale di Riforma (PNR), è volta a promuovere l’innovazione tecnologica, soprattutto verso le piccole imprese, attraverso una stretta collaborazione tra differenti soggetti, pubblici e privati, e individuando, come soggetto target, le realtà distrettuali;

L’istituzione dei distretti digitali è finalizzata all’aumento della competitività e della capacità di innovazione di aree produttive, già esistenti e ad alta intensità di esportazioni, attraverso la collaborazione con Università e centri di ricerca, pubblici e privati, e il supporto di attori finanziari significativi a livello locale (banche, fondazioni bancarie, strutture di Venture Capital) e di finanziamenti pubblici.

7. Futuro e Conclusioni (continua)

Page 44: Distretti industriali ed ICT

Materiale VVA-Valdani Vicari & Associati S.r.l. - Riproduzione vietata

Anno mese giorno Nome cliente - Titolo lavoro - pag. 43

Conclusioni

I distretti virtuali intesi come Communities di soggetti diversi, raggruppati on-line intorno ad interessi comuni, possono godere di vantaggi specifici:

- contatti in tempo reale tra imprese;- contenimento dei costi;- maggiore circolazione del know-how;- maggiore competitività a livello globale;- maggiore possibilità d’informazione;- maggiore visibilità;- efficiente circolazione dei contenuti: ad esempio tra le imprese possono crearsi sistemi più veloci di subfornitura, gruppi d’acquisto e collaborazioni tecnologiche.

7. Futuro e Conclusioni (continua)

Page 45: Distretti industriali ed ICT

Materiale VVA-Valdani Vicari & Associati S.r.l. - Riproduzione vietata

Anno mese giorno Nome cliente - Titolo lavoro - pag. 44

7. Futuro e Conclusioni (segue)

Conclusioni

Il principale driver per la crescita della dotazione tecnologica dei distretti è il crescente livello (ad ogni modo ancora molto limitato) di informazioni sulle potenzialità dell’ICT a disposizione delle aziende;

Il più grande ostacolo all’adozione delle tecnologie informatiche è invece la riluttanza delle aziende alla condivisione di alcune informazioni ritenute private;

Un esempio di coordinamento basato sull’ICT è quello del “La città digitale della ceramica e dell’arredobagno” (http://www.tilesquare.com) “che si rivolge ai produttori di materiali da pavimento e arredobagno, ai rivenditori specializzati, ai progettisti: un luogo di aggregazione per gli operatori del settore, dove è possibile cercare ed essere trovati, dove si trovano strumenti informativi completi e funzionalità specifiche in grado di qualificare e ottimizzare il lavoro delle diverse aziende”.