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Corriere dell’Alto Adige Sabato 14 Maggio 2016 BZ 17 Cultura Tempo libero Il weekend Matiacic e musica La famiglia festeggia al Muse La Giornata internazionale della famiglia, istituita dall’Organizzazione delle Nazioni Unite nel 1993, è celebrata in tutto il mondo. Per festeggiare questa occasione, oggi e domani, il Muse di Trento propone tante attività per grandi e piccini. Si parte alle 15 con Andrea Matiacic che offrirà uno sguardo speciale sulla mostra dedicata alla matematica. Alle 16.30, OrigamiMania, tassellazione puffy star. E poi visite guidate alla mostra a prezzi ridotti. Domani dalle 18 «Distretto 38», l’esperienza glaciale della musica elettronica. Per tutti, ingresso gratuito ma suddiviso in gruppi , organizzato dal Centro Servizi Culturali S. Chiara. L’evento è una sonorizzazione dal vivo del tunnel «Esperienza glaciale», situato al quarto piano del Muse. © RIPRODUZIONE RISERVATA La storia È rispuntato alla Cornell University, negli Usa, il Malleus maleficarum Il manuale del 1519 fu utilizzato nel famoso processo di Castel Rodengo Il responsabile della biblioteca: lo acquistammo in Europa a fine Ottocento Il martello delle streghe Ithaca, con l’acca, è una città dello Stato di New York nota soprattutto per la sua universi- tà, la «Cornell», apprezzata in tutto il mondo per la qualità della sua ricerca scientifica per cui spende, ogni anno, oltre mezzo miliardo di dollari. La biblioteca della Cornell, suddi- visa in venti divisioni, possie- de circa 7 milioni e mezzo di volumi, i manoscritti e i testi più rari sono conservati alla «Carl A. Kroch Library» che ospita anche una speciale divi- sione, la «Witchcraft Collec- tion» (la collezione sulla stre- goneria) che mostra, tra i suoi «fiori all’occhiello», una copia del Malleus Maleficarum (Il martello delle streghe) il più famoso manuale contro la stregoneria della storia, scrit- to, nel 1487, in latino, dai frati domenicani Jacob Sprenger e Heinrich Institor Kramer. Ma la copia posseduta dalla biblioteca della Cornell non è una qualunque, ma quella che venne pubblicata nel 1519, e acquistata qualche mese, do- po dai conti Wolkenstein-Ro- denegg, del Castello di Roden- go, maniero all’imbocco della Val Pusteria noto in tutto l’Alto Adige per i suoi processi alle streghe, anzi a dire il vero agli stregoni, in particolare a uno, «Matheus Perger», detto «Lauterfresser» (Masticabro- do) giustiziato il 3 ottobre 1645 dopo un processo che non poté non trarre insegnamento e direttive dal Malleus Malefi- carum. Difficile sapere se i giudici che condannarono a morte «Masticabrodo» avessero con- sultato proprio la copia del vo- lume conservato oggi alla Cor- nell, è, invece, più facile sapere come il manuale antistregone- ria abbia lasciato la Val Puste- ria per destinazione Ithaca. I dettagli ce li fornisce Laurent Ferri, viso sorridente da ame- ricano, ma nato in Francia con cognome italiano. Il mese scorso è stato nominato «Che- valier de l’ordre des Arts et des Lettres» (Cavaliere dell’ordine delle Arti e delle Lettere) dal Ministero della cultura france- se, ma a noi interessa in quan- to curatore della collezione pre-1800 della divisione «Rari e manoscritti» della «Kroch Library»: «Il volume fa parte del materiale assemblato da Se il segnalibro diventa un’opera d’arte. E un amico Hortus Artieri, ultimo giorno per visitare la mostra. Esposti trecento «rettangoli» preziosi Segni preziosi La mostra dedicata ai segnalibro chiude oggi Nell’intimità della lettura ognuno di noi si misura col se- gno. Non solo, ovviamente col segno della parola scritta, ma col segno che tracciamo col di- to, a volte, leggendo, come fanno i bambini, o col segno della sottolineatura per ricor- darci di qualche frase o capo- verso che ci interessano o rag- giungono particolarmente. C’è un modo, però, di segnare il li- bro che è davvero particolare: quello di utilizzare un rettan- golo di carta di qualche tipo per ricordare la pagina dove siamo arrivati a leggere, quan- do, o per scelta o per necessi- tà, dobbiamo sospendere la nostra lettura. Quei rettangoli di carta sono di ogni tipo e mi- sura. Ne producono gli editori per proporre, intanto, altri li- bri; ne produciamo noi usan- do una cartolina o un post-it, o riciclando altri pezzi di carta più o meno significativi, in ba- se alla nostra esperienza. A volte, semplicemente pieghia- mo una pagina, facendo un cosiddetto «orecchio», che tanto indispettiva qualche no- stro insegnante bibliofilo o in- dispettisce anche noi. Quei rettangoli di carta si possono impreziosire e diven- tare oggetti di arte, fino a tra- sformarsi in compagni fedeli da trasferire da libro a libro. In questo modo divengono «il» segnalibro e non più un se- gnalibro qualsiasi. Cosicché al cambiare del libro permane e ci fa compagnia l’oggetto con cui lo segniamo. Una mostra delicata e densa di significato sta esponendo in questi giorni, a Trento e Rove- reto, rispettivamente all’Hortus Artieri (oggi l’ultimo giorno) e alla Biblioteca Civica G. Tarta- rotti, una collezione pregiata di segnalibri d’artista. L’iniziativa mostra opere di particolare bel- lezza, realizzate da un significa- tivo numero di artisti, che si so- no cimentati con la realizzazio- ne di opere d’arte in piccoli su- perfici della dimensione di un segnalibro, appunto. Non ne ci- teremo qui nessuno per nome, tranne una, non solo per non far torto ad alcuno, ma soprat- tutto perché le opere sono tutte di raffinata e intensa fattura. Un elevato livello di originalità emerge dai tratti degli artisti e pare proprio che lavorare su su- perfici costrittive aiuti la creati- vità. Fa riflettere in particolare la festa dei colori, unitamente alla varietà delle ispirazioni, che vanno dalla natura all’astra- zione, dalla meditazione alla materia. Ci immaginiamo, quindi, le mani di coloro che utilizzeranno quelle piccole opere d’arte per accompagnare i tempi della lettura e siamo presi da un moto di coinvolgi- mento e di libertà. Quella liber- tà che la lettura di ogni libro, in diversa misura ci induce. Il se- gnalibro diventa un viatico, un compagno di viaggio per quel- l’avventura. L’eccezione nel citare un no- me d’artista presente alla mo- stra è per Mariolina Damonte: il suo lavoro è l’esito di un’elabo- razione personale e poetica di rara intensità, in dialogo col mondo interno e la natura del mondo in cui viviamo, un «se- gnadentro» che non si dimen- tica. © RIPRODUZIONE RISERVATA Andrew Dickson White, primo presidente della Cornell e dal suo bibliotecario, George Lin- coln Burr. Entrambi passarono molto tempo in Europa, il pri- mo anche come ambasciatore in Russia e Germania, e gran parte del materiale che con- serviamo oggi alla Cornell sul- la demonologia è frutto dei lo- ro acquisti compiuti tra il 1880 e il 1890. Burr si autodefiniva, scherzando, un cacciatore di streghe da librerie. I due por- tarono alla Cornell molte co- pie del Malleus, entrambi era- no particolarmente interessati al legame tra teoria (demono- logia come superstizione dei dotti) e pratica (Inquisizione e punizione)». Ma cosa aveva di speciale questo Malleus Maleficarum? oltre trentacinquemila copie. Tutte parecchio misogine. Il volume, che si trova anche tradotto in italiano, è suddivi- so in tre parti, la prima sulla natura della stregoneria in cui vengono poste domande a vol- te essenziali a volte meno, per esempio: «Esiste la stregone- ria?», «Il diavolo collabora con lo stregone?», o «Le streghe possono operare tali prodigio- se illusioni per cui sembri che il membro virile venga com- pletamente staccato dal cor- po?». Giusto per soddisfare la curiosità del lettore, la rispo- sta è sì. «Senza dubbio certe streghe operano prodigi sui membri virili come molti han- no visto e sentito dire, anzi è cosa di dominio pubblico, in quanto la verità di questo membro era nota attraverso la vista e il tatto». La seconda parte, invece, si dedica al «Modo di fare le stre- gonerie e il modo in cui si pos- sono facilmente eliminare» mentre la terza, probabilmen- te la più importante per l’epo- ca «Riguarda l’azione giudizia- ria, sia nel foro ecclesiastico sia nel foro civile, contro gli stregoni e tutti gli eretici». Spiega quindi, come si inizia un processo, chi deve essere il giudice competente per le streghe, chi può essere am- messo a testimoniare, e tanto per intenderci «Che sentenza si debba emettere su una per- sona denunciata da un’altra strega bruciata o da brucia- re?». © RIPRODUZIONE RISERVATA Medievali Castel Rodengo, in val Pusteria. Qui si tenne uno dei più famosi processi alle streghe, o meglio, allo stregone, il Lauterfresser. Sotto la copia del «Malleus Maleficarum» custodita nella biblioteca della Cornell University Intanto va precisato che non fu mai ufficialmente adottato dalla Chiesa cattolica, ma que- sto non gli impedì di ottenere grande successo tra gli inqui- sitori e i giudici. Solo per dare alcuni numeri ne vennero pubblicate trentaquattro edi- zioni e ne vennero stampate di Massimiliano Boschi di Ugo Morelli

© RIPRODUZIONE RISERVATA di La storia · 2019-11-08 · del Malleus Maleficarum (Il martello delle streghe) il più famoso manuale contro la stregoneria della storia, scrit-to, nel

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Page 1: © RIPRODUZIONE RISERVATA di La storia · 2019-11-08 · del Malleus Maleficarum (Il martello delle streghe) il più famoso manuale contro la stregoneria della storia, scrit-to, nel

Corriere dell’Alto Adige Sabato 14 Maggio 2016 BZ17

Cultura!Tempo libero

Il weekendMatiacic e musica La famiglia festeggia al Muse

La Giornata internazionale della famiglia, istituita dall’Organizzazione delle Nazioni Unite nel 1993, è celebrata in tutto il mondo. Per festeggiare questa occasione, oggi e domani, il Muse di Trento propone tante attività per grandi e piccini. Si parte alle 15 con Andrea Matiacic che offrirà uno sguardo speciale sulla mostra dedicata alla matematica. Alle 16.30, OrigamiMania, tassellazione puffy star. E

poi visite guidate alla mostra a prezzi ridotti. Domani dalle 18 «Distretto 38», l’esperienza glaciale della musica elettronica. Per tutti, ingresso gratuito ma suddiviso in gruppi , organizzato dal Centro Servizi Culturali S. Chiara. L’evento è una sonorizzazione dal vivo del tunnel «Esperienza glaciale», situato al quarto piano del Muse.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

La storia È rispuntato alla Cornell University, negli Usa, il Malleus maleficarumIl manuale del 1519 fu utilizzato nel famoso processo di Castel RodengoIl responsabile della biblioteca: lo acquistammo in Europa a fine Ottocento

Il martello delle streghe

Ithaca, con l’acca, è una cittàdello Stato di New York notasoprattutto per la sua universi-tà, la «Cornell», apprezzata intutto il mondo per la qualitàdella sua ricerca scientifica percui spende, ogni anno, oltremezzo miliardo di dollari. Labiblioteca della Cornell, suddi-visa in venti divisioni, possie-de circa 7 milioni e mezzo divolumi, i manoscritti e i testipiù rari sono conservati alla«Carl A. Kroch Library» cheospita anche una speciale divi-sione, la «Witchcraft Collec-tion» (la collezione sulla stre-goneria) che mostra, tra i suoi«fiori all’occhiello», una copiadel Malleus Maleficarum (Ilmartello delle streghe) il piùfamoso manuale contro lastregoneria della storia, scrit-to, nel 1487, in latino, dai fratidomenicani Jacob Sprenger eHeinrich Institor Kramer.

Ma la copia posseduta dallabiblioteca della Cornell non è una qualunque, ma quella chevenne pubblicata nel 1519, eacquistata qualche mese, do-po dai conti Wolkenstein-Ro-denegg, del Castello di Roden-go, maniero all’imbocco dellaVal Pusteria noto in tutto l’AltoAdige per i suoi processi allestreghe, anzi a dire il vero aglistregoni, in particolare a uno,«Matheus Perger», detto«Lauterfresser» (Masticabro-do) giustiziato il 3 ottobre 1645dopo un processo che nonpoté non trarre insegnamentoe direttive dal Malleus Malefi-carum.

Difficile sapere se i giudiciche condannarono a morte«Masticabrodo» avessero con-sultato proprio la copia del vo-lume conservato oggi alla Cor-nell, è, invece, più facile saperecome il manuale antistregone-ria abbia lasciato la Val Puste-ria per destinazione Ithaca. Idettagli ce li fornisce LaurentFerri, viso sorridente da ame-ricano, ma nato in Francia concognome italiano. Il mesescorso è stato nominato «Che-valier de l’ordre des Arts et desLettres» (Cavaliere dell’ordinedelle Arti e delle Lettere) dalMinistero della cultura france-se, ma a noi interessa in quan-to curatore della collezionepre-1800 della divisione «Rarie manoscritti» della «KrochLibrary»: «Il volume fa partedel materiale assemblato da

Se il segnalibro diventa un’opera d’arte. E un amicoHortus Artieri, ultimo giorno per visitare la mostra. Esposti trecento «rettangoli» preziosi

Segni preziosi La mostra dedicata ai segnalibro chiude oggi

Nell’intimità della letturaognuno di noi si misura col se-gno. Non solo, ovviamente colsegno della parola scritta, macol segno che tracciamo col di-to, a volte, leggendo, comefanno i bambini, o col segnodella sottolineatura per ricor-darci di qualche frase o capo-verso che ci interessano o rag-giungono particolarmente. C’èun modo, però, di segnare il li-bro che è davvero particolare:quello di utilizzare un rettan-golo di carta di qualche tipoper ricordare la pagina dovesiamo arrivati a leggere, quan-

do, o per scelta o per necessi-tà, dobbiamo sospendere lanostra lettura. Quei rettangolidi carta sono di ogni tipo e mi-sura. Ne producono gli editoriper proporre, intanto, altri li-bri; ne produciamo noi usan-do una cartolina o un post-it, oriciclando altri pezzi di cartapiù o meno significativi, in ba-se alla nostra esperienza. Avolte, semplicemente pieghia-mo una pagina, facendo uncosiddetto «orecchio», chetanto indispettiva qualche no-stro insegnante bibliofilo o in-dispettisce anche noi.

Quei rettangoli di carta sipossono impreziosire e diven-tare oggetti di arte, fino a tra-

sformarsi in compagni fedelida trasferire da libro a libro. Inquesto modo divengono «il»segnalibro e non più un se-gnalibro qualsiasi. Cosicché alcambiare del libro permane eci fa compagnia l’oggetto concui lo segniamo.

Una mostra delicata e densadi significato sta esponendo inquesti giorni, a Trento e Rove-reto, rispettivamente all’HortusArtieri (oggi l’ultimo giorno) ealla Biblioteca Civica G. Tarta-rotti, una collezione pregiata disegnalibri d’artista. L’iniziativamostra opere di particolare bel-lezza, realizzate da un significa-tivo numero di artisti, che si so-no cimentati con la realizzazio-

ne di opere d’arte in piccoli su-perfici della dimensione di unsegnalibro, appunto. Non ne ci-teremo qui nessuno per nome,tranne una, non solo per nonfar torto ad alcuno, ma soprat-tutto perché le opere sono tuttedi raffinata e intensa fattura. Unelevato livello di originalitàemerge dai tratti degli artisti epare proprio che lavorare su su-perfici costrittive aiuti la creati-vità. Fa riflettere in particolarela festa dei colori, unitamentealla varietà delle ispirazioni,che vanno dalla natura all’astra-zione, dalla meditazione allamateria. Ci immaginiamo,quindi, le mani di coloro cheutilizzeranno quelle piccole

opere d’arte per accompagnarei tempi della lettura e siamopresi da un moto di coinvolgi-mento e di libertà. Quella liber-tà che la lettura di ogni libro, indiversa misura ci induce. Il se-gnalibro diventa un viatico, uncompagno di viaggio per quel-l’avventura.

L’eccezione nel citare un no-me d’artista presente alla mo-stra è per Mariolina Damonte: ilsuo lavoro è l’esito di un’elabo-razione personale e poetica dirara intensità, in dialogo colmondo interno e la natura delmondo in cui viviamo, un «se-gnadentro» che non si dimen-tica.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Andrew Dickson White, primopresidente della Cornell e dalsuo bibliotecario, George Lin-coln Burr. Entrambi passaronomolto tempo in Europa, il pri-mo anche come ambasciatorein Russia e Germania, e granparte del materiale che con-serviamo oggi alla Cornell sul-la demonologia è frutto dei lo-ro acquisti compiuti tra il 1880e il 1890. Burr si autodefiniva,scherzando, un cacciatore distreghe da librerie. I due por-tarono alla Cornell molte co-pie del Malleus, entrambi era-no particolarmente interessatial legame tra teoria (demono-logia come superstizione deidotti) e pratica (Inquisizione epunizione)».

Ma cosa aveva di specialequesto Malleus Maleficarum?

oltre trentacinquemila copie.Tutte parecchio misogine.

Il volume, che si trova anchetradotto in italiano, è suddivi-so in tre parti, la prima sullanatura della stregoneria in cuivengono poste domande a vol-te essenziali a volte meno, peresempio: «Esiste la stregone-ria?», «Il diavolo collabora conlo stregone?», o «Le streghepossono operare tali prodigio-se illusioni per cui sembri cheil membro virile venga com-pletamente staccato dal cor-po?». Giusto per soddisfare lacuriosità del lettore, la rispo-sta è sì. «Senza dubbio certestreghe operano prodigi suimembri virili come molti han-no visto e sentito dire, anzi ècosa di dominio pubblico, inquanto la verità di questo

membro era nota attraverso lavista e il tatto».

La seconda parte, invece, sidedica al «Modo di fare le stre-gonerie e il modo in cui si pos-sono facilmente eliminare»mentre la terza, probabilmen-te la più importante per l’epo-ca «Riguarda l’azione giudizia-ria, sia nel foro ecclesiasticosia nel foro civile, contro glistregoni e tutti gli eretici».Spiega quindi, come si iniziaun processo, chi deve essere ilgiudice competente per lestreghe, chi può essere am-messo a testimoniare, e tanto per intenderci «Che sentenza si debba emettere su una per-sona denunciata da un’altrastrega bruciata o da brucia-re?».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

MedievaliCastel Rodengo, in val Pusteria. Qui si tenne uno dei più famosi processi alle streghe, o meglio, allo stregone, il Lauterfresser. Sotto la copia del «Malleus Maleficarum» custodita nella biblioteca della Cornell University

Intanto va precisato che non fumai ufficialmente adottatodalla Chiesa cattolica, ma que-sto non gli impedì di otteneregrande successo tra gli inqui-sitori e i giudici. Solo per darealcuni numeri ne venneropubblicate trentaquattro edi-zioni e ne vennero stampate

di Massimiliano Boschi

di Ugo Morelli