197
Centro Diocesano Vocazioni Patti (Me) Magnificat Riflessioni sul Vangelo del giorno per il Tempo Ordinario X - XXI (Anno A)

anteprima.qumran2.net  · Web viewÈ possibile scaricare i file Word e PDF dal sito ... Sant’Enrico II, imperatore. ... molti profeti e molti giusti hanno desiderato vedere

  • Upload
    phamtu

  • View
    215

  • Download
    0

Embed Size (px)

Citation preview

Centro Diocesano Vocazioni

Patti (Me)

Magnificat

Riflessioni sul Vangelo del giorno

per il Tempo Ordinario X - XXI

(Anno A)

Il volumetto stato curato da don Dino Lanza e dallequipe del Centro Diocesano Vocazioni.

I testi delle riflessioni sono stati preparati da don Basilio Rinaudo, rettore del Seminario Vescovile di Patti (Me).

2014 - Centro Diocesano Vocazioni

Seminario Vescovile di Patti

Piazza Cattedrale - 98066 Patti (ME)

Tel. 0941.21047

[email protected]

Per chi desidera inviare una offerta

CCP 11119989 OVS

IBAN IT90 D076 0116 5000 0001 1119 989

possibile scaricare i file Word e PDF dal sito www.qumran2.net inserendo il titolo del sussidio

Dallomelia del Santo Padre Francesco

Santa Messa nella Solennit dellAssunzione

della Beata Vergine Maria, 15 agosto 2013

I

l Magnificat: il cantico della speranza, il cantico del Popolo di Dio in cammino nella storia. E il cantico di tanti santi e sante, alcuni noti, altri, moltissimi, ignoti, ma ben conosciuti a Dio: mamme, pap, catechisti, missionari, preti, suore, giovani, anche bambini, nonni, nonne: questi hanno affrontato la lotta della vita portando nel cuore la speranza dei piccoli e degli umili. Maria dice: Lanima mia magnifica il Signore - anche oggi canta questo la Chiesa e lo canta in ogni parte del mondo. Questo cantico particolarmente intenso l dove il Corpo di Cristo patisce oggi la Passione. Dove c la Croce, per noi cristiani c la speranza, sempre. Se non c la speranza, noi non siamo cristiani. Per questo a me piace dire: non lasciatevi rubare la speranza. Che non ci rubino la speranza, perch questa forza una grazia, un dono di Dio che ci porta avanti guardando il Cielo. E Maria sempre l, vicina a queste comunit, a questi nostri fratelli, cammina con loro, soffre con loro, e canta con loro il Magnificat della speranza.

Cari fratelli e sorelle, uniamoci anche noi, con tutto il cuore, a questo cantico di pazienza e di vittoria, di lotta e di gioia, che unisce la Chiesa trionfante con quella pellegrinante, noi; che unisce la terra con il Cielo, che unisce la nostra storia con leternit, verso la quale camminiamo. Cos sia.

Francesco

TEMPO ORDINARIO

Settimane X- XXI

X Settimana del Tempo Ordinario

Luned 9 giugno 2014

SantEfrem, diacono e dottore della Chiesa

Liturgia della Parola

1Re 17,1-6; Sal 120; Mt 5,1-12a

La parola del Signore

ascoltata

In quel tempo, Ges vedendo le folle, sal sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo: Beati i poveri in spirito, perch di essi il regno dei cieli. Beati quelli che sono nel pianto, perch saranno consolati. Beati i miti, perch avranno in eredit la terra. Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perch saranno saziati. Beati i misericordiosi, perch troveranno misericordia. Beati i puri di cuore, perch vedranno Dio. Beati gli operatori di pace, perch saranno chiamati figli di Dio. Beati i perseguitati per la giustizia, perch di essi il regno dei cieli. Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perch grande la vostra ricompensa nei cieli.

meditata

La lezione classica, che rivel Ges Maestro, si chiama discorso della montagna. Ges, davanti a una folla di ascoltatori, pronuncia - come Mos sceso dal Sinai - le parole di Dio al suo popolo. Non c solo una grande moltitudine di gente venuta da ogni parte, si distinguono i discepoli affezionati e frequentatori abituali. E Ges comincia con linsegnamento destinato a durare nei secoli. Pi che un discorso elaborato secondo studio e rigore, una manciata di semi che Ges sparge: consolazione, speranza, fiducia per chi sembra sconfitto, si sente abbattuto, giace umiliato.

La Chiesa, esperta in umanit, chiamata a proclamare linsegnamento di Ges che edifica luomo. Fu papa Paolo VI nel suo discorso allONU (4 ottobre 1965) a presentarsi cos: Noi, quali esperti in umanit, e tracci il programma rispondente alle beatitudini: Gli uni e gli altri (convivenza pacifica), gli uni con gli altri (solidariet fraterna), non luno sopra laltro (non prepotenza), mai gli uni contro gli altri (non pi guerre).

ProVocazione

Mi impegno oggi a testimoniare le beatitudini di Ges mettendomi a disposizione di qualcuno che ha bisogno?

Riflessione personale

Proposito

________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

pregata

Signore la forza risanatrice del tuo Spirito ci guarisca dal male che ci separa da te e ci faccia essere cristiani esperti in umanit per testimoniare il tuo amore e la tua misericordia, la tua giustizia e la tua pace. Amen.

Marted 10 giugno 2014

San Maurino di Colonia, abate

Liturgia della Parola

1Re 17,7-16; Sal 4; Mt 5,13-16

La parola del Signore

ascoltata

In quel tempo, Ges disse ai suoi discepoli: Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si render salato? A nullaltro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente. Voi siete la luce del mondo; non pu restare nascosta una citt che sta sopra un monte, n si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e cos fa luce a tutti quelli che sono nella casa. Cos risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perch vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che nei cieli.

meditata

Voi siete la luce del mondo

Il sale, la luce, la citt costruita sopra il monte sono esempi che Ges utilizza per indicare la missione del cristiano nel mondo. Come il sale giova a dare sapore alle pietanze cos il cristiano chiamato a dare senso e significato alla realt in cui vive; se non fa questo non serve a nulla gettato via e calpestato dagli uomini. Ciascuno di noi deve impegnarsi costantemente a rendere migliore la societ; facile lamentarsi che questo e quellaltro non funziona, che ci sono tanti disservizi, che cos non si pu continuare e poi magari nel proprio piccolo contribuire ad un andazzo superficiale non facendo il proprio dovere. La societ cambia se prima cambiamo noi e ci impegniamo a migliorare lambito in cui viviamo con gesti e scelte coerenti con la nostra fede. Saremo come il sale che bench minimo riesce a dare sapore alla pietanza. Nella fedelt a Cristo ci che facciamo assume un significato nuovo: contribuire alla realizzazione del Regno. In questo non possiamo nasconderci dietro alle paure qualunquistiche ma non opportuno, tanto non cambia niente, ma perch devo essere io. Come la luce o la citt sopra il monte non pu occultarsi cos noi non possiamo tenere nascosta la nostra fede. Essa vera nella misura in cui ci aiuta ad essere migliori e ci spinge a rendere migliore la societ in cui viviamo.

ProVocazione

Il sale deve dare sapore; la luce deve fare luce. Sale e luce sono chiamati ad essere i discepoli di Ges nei confronti del mondo dove vivono. Nella tua vita sei sale? Sei luce? Sale e luce per chi? Sale e luce come?

Riflessione personale

Proposito

________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

pregata

Signore Ges, mi chiami ad essere nel tuo nome sale e luce, sale per dare sapore e luce per illuminare. Fammi comprendere, per, che potr essere sale e luce a condizione che rimanga sempre nel tuo amore. Il gusto della tua Parola e la luce della tua Grazia mi guidino oggi e sempre. Amen.

Mercoled 11 giugno 2014

San Barnaba, apostolo

Festa

Liturgia della Parola

At 11,21-26; 13,1-3 Salmo 97 Mt 10,7-13

La parola del Signore

ascoltata

In quel tempo, disse Ges ai suoi discepoli: Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. Non procuratevi oro n argento n denaro nelle vostre cinture, n sacca da viaggio, n due tuniche, n sandali, n bastone, perch chi lavora ha diritto al suo nutrimento. In qualunque citt o villaggio entriate, domandate chi l sia degno e rimanetevi finch non sarete partiti. Entrando nella casa, rivolgetele il saluto. Se quella casa ne degna, la vostra pace scenda su di essa; ma se non ne degna, la vostra pace ritorni a voi.

meditata

Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date.

La festa odierna dellapostolo Barnaba ci aiuta a capire che ogni vocazione cristiana missionaria. Ciascuno di noi per mezzo del Battesimo ha ricevuto il compito di annunciare Cristo Crocifisso e Risorto. Il brano evangelico di oggi, dunque, non vale solo per chi si reca in paesi lontani ad annunciare il Vangelo, riguarda invece tutti noi. Se prendiamo seriamente linvito rivoltoci da Ges ci accorgiamo che vale la pena gridare a tutti la gioia di aver incontrato la Salvezza. La redenzione del Signore diffusiva, non la possiamo tenere solo per noi altrimenti rassomigliamo a coloro che, annoiati e stanchi, si accontentano di una abitudinaria pratica religiosa intimistica ed individuale che certamente non pu essere con--tagiosa. Ges ci invita a comunicare la gioia di essere cristiani, senza paura, non contando sulle nostre forze, sui no-stri progetti, ma sulla sua grazia. Il nostro agire, carico della speranza di Cristo, sar luce per i nostri fratelli che guardandoci potranno rendere gloria a Dio.

ProVocazione

La fede cresce condividendola con gli altri. Lansia missionaria rivela pertanto una fede desiderosa di crescere. Desideri crescere nella fede, assumi uno stile missionario! Ti va la proposta?

Riflessione personale

Proposito

________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

pregata

Signore Ges, ravviva nel mio cuore il santo desiderio e il concreto impegno di saperti annunciare con gioia ai fratelli che poni sul mio cammino di ogni giorno. Fammi capire che la fede in te se non accompagnata da una ardente ansia missionaria destinata a rimanere tristemente rachitica. Amen.

Gioved 12 giugno 2014

San Gaspare Luigi Bertoni, sacerdote

Liturgia della Parola

1Re 18,41-46; Sal 63; Mt 5,20-26

La parola del Signore

ascoltata

In quel tempo, Ges disse ai suoi discepoli: Io vi dico infatti: se la vostra giustizia non superer quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli. Avete inteso che fu detto agli antichi: Non ucciderai; chi avr ucciso dovr essere sottoposto al giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovr essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: Stupido, dovr essere sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: Pazzo, sar destinato al fuoco della Genna. Se dunque tu presenti la tua offerta allaltare e l ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia l il tuo dono davanti allaltare, va prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono. Mettiti presto daccordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui, perch lavversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu venga gettato in prigione. In verit io ti dico: non uscirai di l finch non avrai pagato fino allultimo spicciolo!

meditata

Chiunque si adira con il proprio fratello,

sar sottoposto a giudizio.

Ges oggi ci invita ad essere esigenti con noi stessi: se la vostra giustizia non superer non entrerete nel regno dei cieli. Il cammino cristiano comporta un ascesi continua, cio uno sforzo costante che passo dopo passo ci permetter di entrare nel dinamismo della carit evangelica. La sapienza popolare ha coniato un proverbio che sintetizza quello che cerco di dire meglio essere buoni che giusti. La bont di cuore ci permette di superare una giustizia di comodo, ci fa scardinare una logica di vita fondata sulla ripicca tu mi hai fatto e allora meriti. La bont la nostra giustizia, essere buoni con tutti questa la forma del nostro rapportarci agli altri. Ges con la sua vita e con i suoi insegnamenti ci mostra che la via della bont quella maestra per entrare nel Regno dei cieli. Daltronde noi per primi ogni giorno facciamo esperienza della bont di Dio che ci ripaga non secondo le nostre opere, ma secondo il suo cuore di Padre.

ProVocazione

Va prima a riconciliarti. indispensabile ricucire eventuali fratture o ferite con il prossimo. Non per nulla qualcosa di opzionale Tu ritieni di essere pienamente riconciliato con tutti?

Riflessione personale

Proposito

________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

pregata

Signore Ges, senza la tua grazia non sar mai in grado di fare il primo e decisivo passo verso la piena riconciliazione nei confronti di chi eventualmente mi ha ferito con unoffesa o mi ha arrecato un torto. Rendimi la gioia di presentare con tutta sincerit la mia offerta in ogni liturgia in attesa di cantare per sempre le tue lodi in Paradiso. Amen.

Venerd 13 giugno 2014

SantAntonio da Padova, sacerdote e dottore della Chiesa

Liturgia della Parola

1Re 19,9a.11-16; Sal 26; Mt 5,27-32

La parola del Signore

ascoltata

In quel tempo, Ges disse ai suoi discepoli: Avete inteso che fu detto: Non commettere adul-te-rio; ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha gi commesso adulterio con lei nel suo cuore. Se il tuo occhio destro ti occasione di scandalo, cavalo e gettalo via da te: conviene che perisca uno dei tuoi mem--bri, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nel-la Geenna. E se la tua mano destra ti occasione di scandalo, tagliala e gettala via da te: con-vie-ne che perisca uno dei tuoi membri, piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Ge-enna. Fu pure detto: Chi ripudia la propria moglie, le dia latto di ripudio; ma io vi dico: chiun-que ripudia sua moglie, eccetto il caso di concubinato, la espone alladulterio e chiun-que sposa una ripudiata, commette adulterio.

meditata

Chiunque guarda una donna per desiderarla,

ha gi commesso adulterio.

Ges attraverso delle immagini ci fa comprendere che tutta la nostra vita deve essere in sintonia con la buona novella evan-gelica. Locchio, la mano sono sinonimi di volont e azione. Il Signore, dunque, ci dice: se la tua volont non forte e non ti spinge al bene allora sii radicale, impegnati con tutte le tue forze. Se le tue azioni non sono conseguenza della tua fede allora cambiale, sforzati di agire sempre secondo coscienza e in conformit alla vocazione ricevuta. La vita dei san-ti ci fa comprendere meglio cosa volesse dire Ges. Un giorno S. Benedetto da Norcia venne assalito dal ricordo di una bella ragazza e tanto bast per incendiargli il cuore, la mente, le membra. Benedetto spense quel fuoco accen-den-do-ne un altro pi materiale, ma pi tormentoso: si ravvoltol nudo tra spine ed ortiche, cos di fuori bruci per lo strazio e den-tro si estinse il fuoco del peccato. Anche S. Francesco per lo stesso problema scelse di immergersi nella neve gelata. Am-bedue compresero che non si pu mai curare lardore dei sensi affidandosi solo ad elevazioni spirituali.

ProVocazione

Ladesione personale a Ges esigente e richiede sempre scelte radicali. Tale radicalit ti affascina o ti fa paura?

Riflessione personale

Proposito

________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

pregata

Signore Ges, tu apri il tuo regno a coloro che hanno un cuore puro, leale e pronto al perdono. Convincimi con la luce del tuo Santo Spirito che la mediocrit non premia mai e che solamente nella piena adesione alle esigenze del tuo amore c il segreto della santit vera. Amen.

Sabato 14 giugno 2014

San Marciano, vescovo e martire

Liturgia della Parola

1Re 19,19-21; Sal 15; Mt 5,33-37

La parola del Signore

ascoltata

In quel tempo, Ges disse ai suoi discepoli: Avete anche inteso che fu detto agli antichi: Non giurerai il falso, ma adempirai verso il Signore i tuoi giuramenti. Ma io vi dico: non giurate affatto, n per il cielo, perch il trono di Dio, n per la terra, perch lo sgabello dei suoi piedi, n per Gerusalemme, perch la citt del grande Re. Non giurare neppure per la tua testa, perch non hai il potere di rendere bianco o nero un solo capello. Sia invece il vostro parlare: S, s, No, no; il di pi viene dal Maligno.

meditata

Io vi dico: non giurate affatto.

Ges invita i suoi discepoli ad essere coerenti con la scelta di averlo voluto seguire. Egli dice il vostro parlare sia si, si; no, no; non possibile essere titubanti e superficiali. Se infatti non prendiamo sul serio la proposta di Ges, allora nella no-stra vita saltiamo da una esperienza allaltra senza mai fare esperienza di Cristo. Si, si; no, no la coerenza, la fedelt; essere sicuri che Cristo ci basta, il di pi viene dal maligno. Oggi purtroppo il contesto in cui viviamo ci pro-po-ne il principio dellusa e getta e del soddisfatti o rimborsati, cos siamo spinti a passare da un capo allaltro senza mai riu-scire a capire ci che vale sul serio. Contempliamo il Signore che sprigiona da noi il meglio che possediamo, fondiamo la nostra vita su di lui cardine indispensabile che ci permette di guardarci intorno senza paura di disperderci o di fare con-fusione. Non abbiamo pi bisogno di dimostrare niente, n di giurare per attestare di essere nel vero perch ogni no-stra esperienza promana dallunica e fondamentale scelta di vita: Ges Cristo.

ProVocazione

Il vostro parlare sia s, s; no, no. Chiara e assai stringente lindicazione contenuta in questo singolare versetto evangelico. Il tuo parlare com? Sprechi parole? Dici sempre lessenziale? Confermi con la vita ci che sostieni con le parole?

Riflessione personale

Proposito

________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

pregata

Signore Ges, tienimi lontano da ogni forma di doppiezza; concedimi il garbo e la finezza necessari per poter dire sem-pre la parola al momento giusto. Siano sempre la lealt e la rettitudine la misura delle mie parole. Amen.

XI Settimana del Tempo Ordinario

Domenica 15 giugno 2014

Santissima Trinit

Solennit

Liturgia della Parola

Es 34,4b-6.8-9; Sal Dn 3,52-56; 2Cor 13,11-13; Gv 3,16-18

La parola del Signore

ascoltata

In quel tempo, disse Ges a Nicodemo: Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perch chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perch il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in lui non condannato; ma chi non crede gi stato condannato, perch non ha creduto nel nome dellunigenito Figlio di Dio.

meditata

La conoscenza pi alta di Dio si pu conseguire con lamore, che consiste nelladerire alla verit, per vivere nella giustizia, Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio. Vi sono tre cose nella relazione damore: colui che ama, colui che amato, lamore stesso. lo schema originario, vitale della Trinit: il Padre che ama, il Figlio amato e riama, lo Spirito lamore. Ecco allora lapplicazione rivelatrice, cos come ci invita SantAgostino: Quando uno ama il fratello, non detto che ne sia riamato. Una cosa per certa: conosce lamore, sperimenta Dio che amore. Allora Dio ti pi noto del fratello, pi noto perch pi presente, pi noto perch pi interiore, pi noto perch pi certo. Abbraccia Dio-Amore e con lamore abbraccia Dio (De Trinitate 8,8,12).

ProVocazione

Il segno di croce che noi tracciamo sulla nostra persona non serve forse a segnalare che Dio dimora nel nostro cuore? Se cos non fosse, affrettiamoci a restituire a Dio-Trinit la signoria del nostro cuore.

Riflessione personale

Proposito

________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

pregata

Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo, come era nel principio ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen

Luned 16 giugno 2014

San Mamiliano, vescovo e martire

Liturgia della Parola

1Re 21,1b-16; Sal 5; Mt 5,38-42

La parola del Signore

ascoltata

In quel tempo, Ges disse ai suoi discepoli: Avete inteso che fu detto: Occhio per occhio e dente per dente. Ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti d uno schiaffo sulla guancia destra, tu prgigli anche laltra, e a chi vuole portarti in tribunale e toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello. E se uno ti costringer ad accompagnarlo per un miglio, tu con lui fanne due. Da a chi ti chiede, e a chi desidera da te un prestito non voltare le spalle.

meditata

Io vi dico di non opporvi al malvagio.

La cultura dellodio e della violenza non si addice al cristiano. Ges scardina la logica del contraccambio invitandoci alla ca-rit non fondata su una emozione ma sullesperienza della misericordia. Spesse volte quando parliamo di odio e di vio-len-za pensiamo a chi commette gravi delitti oppure ai paesi in guerra dove si uccide in nome del diritto e della rivendica-zio-ne e ci dimentichiamo tanti nostri atteggiamenti frutto di odio e violenza camuffati da buon senso. Quando non riu-scia-mo a dimenticare i torti subiti, quando pensiamo bene fargliela pagare, quando addirittura utilizziamo la violenza fi-si-ca o verbale per punire chi ha sbagliato allora siamo lontani dal cuore di Dio. Il Signore sconvolge il nostro rapporto con gli altri, infatti sembra invitarci a soccombere dinnanzi alla prevaricazione a chi ti percuote tu porgi anche laltra. In verit Ges ci prospetta la forza dellamore che distrugge lodio, prima quello che nel nostro cuore e poi quello dei no-stri fratelli. Lamore come il fuoco prima ci incendia e poi possiamo incendiare il mondo. Ges dice sono venuto a por-tare il fuoco sulla terra e come vorrei che fosse gi acceso. Sta a noi realizzare questo desiderio del Signore attraverso una vita di carit sincera.

ProVocazione

Occorre reagire sempre al male con il bene. La violenza genera sempre altra violenza. Ci che Ges insegna valido per tutti ed valido sempre. Questa pagina di vangelo tenti di interpretarla (per ridimensionarne le esigenze), oppure ti sforzi di metterla in pratica?

Riflessione personale

Proposito

________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

pregata

Signore Ges, tu mi inviti a porgere laltra guancia; aiutami a compiere questo gesto, che non mi verr mai spontaneo, con la grazia che hai meritato per tutti gli uomini quando, sulla Croce, hai pregato per i tuoi crocifissori. Amen.

Marted 17 giugno 2014

San Nicandro, martire

Liturgia della Parola

1Re 21,17-29; Sal 50; Mt 5,43-48

La parola del Signore

ascoltata

In quel tempo, Ges disse ai suoi discepoli: Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinch siate figli del Padre vostro che nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno cos anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno cos anche i pagani? Voi, dunque, siate perfetti come perfetto il Padre vostro celeste.

meditata

Amate i vostri nemici.

Ges ci prospetta come ideale di vita la perfezione di Dio; egli dice siate perfetti come perfetto il Padre vostro che nei cieli. Noi pensiamo la perfezione come un ideale irraggiungibile dimenticandoci che essa frutto di un intenso rapporto con il Signore. La presenza di Cristo nella nostra vita ci permette di realizzare quel qualcosa di pi che ci distingue dagli altri e ci fa capire il profondo significato dellaccoglienza di tutti, amici e nemici. Il cristiano, dunque, non diverso dagli altri perch pi bravo, ma perch riconosce nella perfezione di Dio la chiamata ad una vita vissuta in Cristo. Per mezzo dello Spirito Santo questa vita esprimer il massimo attraverso lamore ai nemici. Il mondo ha unaltra perfezione, quella basata sugli istinti o sulla legge del pi forte. Esso ci prospetta come virt la prevaricazione, larrivismo, la vendetta. La legge dellamore, invece, ci porta a realizzare con spontaneit la pazienza, la benignit, lamorevolezza, laccoglienza, la bont e ci avvicina cos alla perfezione di Dio.

ProVocazione

ora di proporre a tutti la convinzione che la misura alta della vita cristiana ordinaria (NMI, 31). Con queste parole il Papa esorta tutti i battezzati nella sua Lettera Apostolica al termine del Grande Giubileo. Quali sono, secondo te, le coordinate fondamentali della misura alta per la tua vita cristiana di tutti i giorni?

Riflessione personale

Proposito

________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

pregata

Signore Ges, tu chiami anche me alla carit perfetta chiedendomi di amare eventuali nemici e pregare per quanti pos-sa-no avermi fatto del male. Rendimi capace di questo amore che v ben al di l delle mie sole forze e liberami dalle insi-die della mediocrit, cos da saper puntare sempre in alto. Amen.

Mercoled 18 giugno 2014

San Calogero, eremita

Liturgia della Parola

2Re 2,1.6-14; Sal 30; Mt 6,1-6.16-18

La parola del Signore

ascoltata

In quel tempo, Ges disse ai suoi discepoli: State attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere ammirati da loro, altrimenti non c ricompensa per voi presso il Padre vostro che nei cieli. Dunque, quando fai lelemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere lodati dalla gente. In verit io vi dico: hanno gi ricevuto la loro ricompensa. Invece, mentre tu fai lelemosina, non sappia la tua sinistra ci che fa la tua destra, perch la tua elemosina resti nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenser. E quando pregate, non siate simili agli ipocriti che, nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, amano pregare stando ritti, per essere visti dalla gente. In verit io vi dico: hanno gi ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenser. E quando digiunate, non diventate malinconici come gli ipocriti, che assumono unaria disfatta per far vedere agli altri che digiunano. In verit io vi dico: hanno gi ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu digiuni, profmati la testa e lvati il volto, perch la gente non veda che tu digiuni, ma solo il Padre tuo, che nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenser.

meditata

Il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenser.

Ancora una volta Ges ci mette in guardia contro la ipocrisia che rende vani i nostri sforzi di perfezione. Se le nostre azioni, anche quelle pi nobili, sono intrise di ipocrisia ed orgoglio, non valgono niente. Ges richiama agli ascoltatori lelemosina, la preghiera ed il digiuno indicando che queste tre opere buone, importanti per un cammino di fede, sono nullificate dalla ipocrisia. Lelemosina permette al discepolo del Signore di farsi prossimo a chi nel bisogno; scopo di que-sta azione confessare di essere tutti figli dello stesso Padre e di essere stati salvati tutti da Ges; segno di quel-la-per-tura di cuore che ci fa testimoniare lamore verso Dio. Lostentazione distrugge tutto questo, lelemosina diventa un mo-do per mettersi in mostra e dire quanto sono bravo. La preghiera ci fa entrare in intimit con Dio, lo spazio che ci per-mette un dialogo con il Signore per far aderire le nostre volont alla sua. Nel segreto essa ci comunica la presenza di Dio; la pratica superficiale e formale uccide la preghiera chiudendoci nel nostro piccolo e angusto mondo di apparenze. Il digiuno ci fa dire che Dio lorigine della nostra vita, da soli non possiamo far niente. Astenersi dal cibo significa non di solo pane vive luomo e quindi impegnarsi a dare spazio a Dio; digiunare per essere visti invece un atto di orgoglio che ripone in s la capacit di vivere. La ricompensa appartiene solo a chi si riconosce in Dio nellumilt e nel nascondimento.

ProVocazione

Per essere graditi al Padre bisogna rifuggire le apparenze e fare tutto nel segreto. Di solito tu la ricompensa da chi laspetti?

Riflessione personale

Proposito

________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

pregata

Signore Ges, aiutami a fare in modo che la mia generosit, la mia preghiera e le mie rinunce non siano mai ispirate dal desiderio di essere ammirato e apprezzato dagli altri. Tu che ben conosci i miei sforzi pi segreti, donami di agire sem-pre e solo in vista della ricompensa eterna. Amen.

Gioved 19 giugno 2014

San Romualdo, abate

Liturgia della Parola

Sir 48,1-14; Sal 96; Mt 6,7-15

La parola del Signore

ascoltata

In quel tempo, Ges disse ai suoi discepoli: Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perch il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate. Voi dunque pregate cos: Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volont, come in cielo cos in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non abbandonarci alla tentazione, ma liberaci dal male. Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che nei cieli perdoner anche a voi; ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdoner le vostre colpe.

meditata

Pregate dunque cos.

Ges insegna ai suoi discepoli a pregare e dice che nella preghiera non sono importanti le parole. Quante volte noi pre-gan-do pensiamo, a furia di parole, di convincere Dio a volere il bene per noi come se lui non sapesse di che cosa ab-bia-mo bisogno. La preghiera non costringere Dio a fare quello che vogliamo noi, ma un aderire della nostra volont alla sua. La preghiera del Padre Nostro, che Ges propone ai suoi discepoli, sintetizza in modo straordinario cosa vuol dire pre-gare: adorazione, lode, ringraziamento, supplica, pentimento, domanda di perdono. Sono questi gli atteg-gia-menti prin-cipali che devono caratterizzare il nostro rapporto con il Signore perch da questi atteggiamenti derivano la ca-pacit di amare e di saper perdonare.

ProVocazione

Recitare il Padre nostro significa prendere coscienza degli atteggiamenti che Dio attende da noi e chiedergli di rendercene capaci. Dicendo questa preghiera a chi pensi? Prova a tirare alcune conseguenze pratiche nella tua vita di ogni giorno

Riflessione personale

Proposito

________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

pregata

Signore Ges, ti ringrazio per avermi autorizzato a chiamare Dio con il dolce appellativo di Padre; fa che la preghiera che hai insegnato ai tuoi discepoli non sia mai una formula vuota, ma rinnovi in me e in tutti, sempre pi, un autentico spirito filiale. Amen.

Venerd 20 giugno 2014

San Ettore, martire

Liturgia della Parola

2Re 11,1-4.9-18.20; Sal 131; Mt 6,19-23

La parola del Signore

ascoltata

In quel tempo, Ges disse: Non accumulate per voi tesori sulla terra, dove tarma e ruggine consumano e dove ladri scassnano e rubano; accumulate invece per voi tesori in cielo, dove n tarma n ruggine consumano e dove ladri non scassnano e non rubano. Perch, dov il tuo tesoro, l sar anche il tuo cuore. La lampada del corpo locchio; perci, se il tuo occhio semplice, tutto il tuo corpo sar luminoso; ma se il tuo occhio cattivo, tutto il tuo corpo sar tenebroso. Se dunque la luce che in te tenebra, quanto grande sar la tenebra!.

meditata

Attenti allinganno delle cose che esercitano un fascino, ma non possono assicurare durevole ricchezza, un tesoro, che viene posto in serbo e merita di non esser perduto. Ges insegna che luomo non deve raccogliere beni terreni e materiali, ma compiere buone azioni grazie alle quali accumula un tesoro nel cielo presso Dio, per sempre, inalterabile e non deperibile. Non cassette di sicurezza a prova di lancia termica: basta la mano di Dio, il cuore di Cristo, che annoti sul libro eterno il bene incancellabile.

Si racconta che vicino a un vecchio monaco, famoso per la sua laboriosit, abitava un giovane novizio, il quale entrava da lui e gli portava via quanto gli trovava in cella. Il vecchio vedeva, ma non gli diceva nulla, e piuttosto si sforzava di lavorare di pi, dicendo: Credo che cotesto monaco abbia veramente bisogno e si imponeva maggior fatica del solito per lavorare e procurarsi il necessario per lui e per laltro. Finalmente venuto a morte, tutti i monaci vennero intorno al suo letto ed egli, rivolti gli occhi al fratello che gli rubava, disse: Accostati a me e gli prese e gli baci le mani esclamando Ringrazio queste tue mani, fratello, perch per esse io vado al regno dei cieli. Ci detto, spir. E quel fratello, compunto e mutato, fece penitenza e divent anchegli buon monaco, impegnato e operoso. C un falso e un vero tesoro, a cui si attacca il nostro cuore: a noi la scelta.

ProVocazione

Cos il nostro tesoro? Sono attaccato ai beni materiali o mi impegno ad accrescere il mio tesoro di opere buone che mi arricchiscono al cospetto del Signore?

Riflessione personale

Proposito

________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

pregata

Donaci, o Signore, la grazia di vivere sempre nel tuo amore e di comprendere che il nostro tesoro sei Tu e le opere di bene che con la tua presenza ci permetti di compiere. Amen.

Sabato 21 giugno 2014

San Luigi Gonzaga, religioso

Liturgia della Parola

2Cr 24,17-25; Sal 88; Mt 6,24-34

La parola del Signore

ascoltata

In quel tempo Ges disse ai suoi discepoli: Nessuno pu servire due padroni, perch o odier luno e amer laltro, oppure si affezioner alluno e disprezzer laltro. Non potete servire Dio e la ricchezza. Perci io vi dico: non preoccupatevi per la vostra vita, di quello che mangerete o berrete, n per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita non vale forse pi del cibo e il corpo pi del vestito? Guardate gli uccelli del cielo: non sminano e non mietono, n raccolgono nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non valete forse pi di loro? E chi di voi, per quanto si preoccupi, pu allungare anche di poco la propria vita? E per il vestito, perch vi preoccupate? Osservate come crescono i gigli del campo: non faticano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. Ora, se Dio veste cos lerba del campo, che oggi c e domani si getta nel forno, non far molto di pi per voi, gente di poca fede? Non preoccupatevi dunque dicendo: Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo?. Di tutte queste cose vanno in cerca i pagani. Il Padre vostro celeste, infatti, sa che ne avete bisogno. Cercate invece, anzitutto, il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta. Non preoccupatevi dunque del domani, perch il domani si preoccuper di se stesso. A ciascun giorno basta la sua pena.

meditata

Non affannatevi per il domani.

Ges oggi ci invita a scegliere e a realizzare la nostra vita in base alla scelta fatta. Non possibile vivere una doppia espe-rienza: essere cristiani quando non abbiamo niente da fare e riferirci alla logica del mondo per realizzare i nostri de-si-deri. Non si possono servire due padroni o accettiamo Cristo e il suo vangelo oppure rinunciamo a Lui per immergerci ne-gli affanni del mondo. Il Signore ci invita a mettere a primo posto lui perch tutto il resto possa avere il giusto valore nel-la vita di ciascuno. Infatti Ges Cristo soltanto ci pu aiutare a capire ci che importante e ci che affanno e su-per-ficialit. Se facciamo dipendere la nostra vita da lui allora comprenderemo il valore della Provvidenza che non la ba-nale chiusura mentale o la sprovvedutezza, ma la fiducia piena in colui che ci ama veramente e che insieme a noi co-strui-sce la nostra vita aiutandoci ad affrontare la pena di ogni giorno.

ProVocazione

Nellodierna pagina evangelica per ben 4 volte veniamo vivamente esortati a non vivere nellaffanno. In concreto, nella tua vita, ti consideri affannato, oppure confidi con estrema serenit nel Padre celeste che ben conosce i tuoi veri bisogni?

Riflessione personale

Proposito

________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

pregata

Signore Ges, ravviva la mia fede nella premurosa sollecitudine del Padre celeste e donami, nonostante le preoccupa-zio-ni della vita, di cercare prima di tutto il Regno e la sua giustizia. Amen.

XII Settimana del Tempo Ordinario

Domenica 22 giugno 2014

Santissimo Corpo e Sangue di Cristo

Solennit

Liturgia della Parola

Dt 8,2-3.14b-16a; Sal 147; 1Cor 10,16-17; Gv 6,51-58

La parola del Signore

ascoltata

In quel tempo, Ges disse alla folla: Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivr in eterno e il pane che io dar la mia carne per la vita del mondo. Allora i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: Come pu costui darci la sua carne da mangiare?. Ges disse loro: In verit, in verit io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio delluomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciter nellultimo giorno. Perch la mia carne vero cibo e il mio sangue vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, cos anche colui che mangia me vivr per me. Questo il pane disceso dal cielo; non come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivr in eterno.

meditata

LEucaristia il centro e il fulcro del cristianesimo, la sua teologia, la sua morale, la sua vita perch Ges stesso, in persona, che si offre nel dono supremo della vita per salvare il mondo. Chi mangia questo pane vivr in eterno: mangiare lAmore, che Cristo, per divenire segno e strumento di questo Amore in mezzo ai fratelli. Il nostro amore, dunque, cresce alla scuola dellEucaristia. Essa il cuore della Chiesa, lalimento della sua carit. LEucaristia deve accendere linventiva della carit e la perseveranza nelle opere di bene.Si racconta che i fedeli di una piccola comunit erano incuriositi dal fatto che il loro sacerdote ogni settimana spariva alla vigilia della domenica. Sospettavano che incontrasse in segreto Dio, lOnnipotente. Decisero daffidare a uno di loro lincarico di seguirlo. Ecco ci che luomo vide. Il sacerdote si vestiva da contadino e andava a servire una donna paralizzata, pulendole la casa e preparandole il pranzo per la domenica. Quando la spia torn, i fedeli chiesero: Dov andato il prete? salito al cielo?. No - rispose luomo - andato molto pi su.

ProVocazione

Non sarebbe bello che - quale conseguenza della Messa - si possa dire la stessa cosa anche di noi, alimentati dalla carit di Cristo, che per noi ha dato tutto se stesso, consegnando al Calvario e in ogni Eucaristia la propria vita?

Riflessione personale

Proposito

________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

pregata

Ravviva Signore il desiderio di te; fa che sostenuti dal tuo corpo possiamo compiere opere di bene e di carit per entrare nella gioia dei Santi, tuoi convitati al banchetto del Regno. Amen.

Luned 23 giugno 2014

Santa Agrippina, vergine e martire

Liturgia della Parola

2Re 17,5-8.13-15a.18; Sal 59; Mt 7,1-5

La parola del Signore

ascoltata

In quel tempo, Ges disse ai suoi discepoli: Non giudicate, per non essere giudicati; perch con il giudizio con il quale giudicate sarete giudicati voi e con la misura con la quale misurate sar misurato a voi. Perch guardi la pagliuzza che nellocchio del tuo fratello, e non ti accorgi della trave che nel tuo occhio? O come dirai al tuo fratello: Lascia che tolga la pagliuzza dal tuo occhio, mentre nel tuo occhio c la trave? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dallocchio del tuo fratello.

meditata

Togli prima la trave dal tuo occhio.

Il Signore Ges in maniera chiara e senza mezzi termini ci dice che non possiamo giudicare nessuno se non vogliamo essere giudicati. proprio il contrario di quello che siamo soliti fare. Per noi naturale giudicare severamente gli altri e essere tolleranti con noi stessi: quando sono gli altri a sbagliare la scure del nostro giudizio inarrestabile, quando invece a sbagliare siamo noi allora ci giustifichiamo e troviamo tutte le attenuanti possibili. Questo modo di fare spesso si ripercuote anche nei rapporti con il Signore per cui quando sbagliano gli altri noi vorremmo che il Signore giusto giudice punisse senza alcuna piet, mentre quando sbagliamo noi vorremmo il Signore misericordioso e buono. Ges ci dice che noi, con il nostro modo di fare, stabiliamo il criterio di giudizio con il quale essere giudicati: con la misura con la quale misurate sarete misurati. Forse pi opportuno essere giudici severi con noi stessi e misericordiosi e buoni con gli altri, infatti solo togliendo la trave dal nostro occhio possiamo vedere la pagliuzza degli altri. La misericordia sovrabbondante di Dio deve trasparire dai nostri giudizi e dalle nostre azioni perch solo cos sar efficace anche per noi.

ProVocazione

bene correggere in primo luogo i propri difetti, invece di segnare a dito quelli degli altri. questa la linea che ti sforzi do seguire?

Riflessione personale

Proposito

________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

pregata

Signore Ges, dalla misericordia che riesco ad esprimere oggi, dipende la sentenza che tu, giudice supremo, pronun-ce-rai su di me alla fine dei tempi. Aiutami a non esprimere sul conto del mio prossimo un giudizio duro e severo, ma a imi-ta-re la tua bont per essere cos pronto ad accogliere in me la pienezza del tuo amore. Amen.

Marted 24 giugno 2014

Nativit di S. Giovanni Battista

Solennit

Liturgia della Parola

Is 49,1-6; Sal 138; At 13,22-26; Lc 1,57-66.80

La parola del Signore

ascoltata

Per Elisabetta intanto si comp il tempo del parto e diede alla luce un figlio. I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva manifestato in lei la sua grande misericordia, e si rallegravano con lei. Otto giorni dopo vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo con il nome di suo padre, Zaccaria. Ma sua madre intervenne: No, si chiamer Giovanni. Le dissero: Non c nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome. Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli chiese una tavoletta e scrisse: Giovanni il suo nome. Tutti furono meravigliati. Allistante gli si apr la bocca e gli si sciolse la lingua, e parlava benedicendo Dio. Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. Tutti coloro che le udivano, le custodivano in cuor loro, dicendo: Che sar mai questo bambino?. E davvero la mano del Signore era con lui. Il bambino cresceva e si fortificava nello spirito. Visse in regioni deserte fino al giorno della sua manifestazione a Israele.

meditata

Giovanni il suo nome.

In questo giorno celebriamo la festa di S. Giovanni Battista che con la sua predicazione ha preparato la via al Signore. La figura di questo santo ci fa capire che ognuno di noi nel progetto di Dio occupa un posto particolarissimo e ha da compiere una missione unica che nessun altro pu realizzare. Il vangelo di oggi ci racconta della nascita di S. Giovanni presentandoci degli elementi che descrivono la missione che questo bambino dovr compiere. Egli nasce da una madre sterile ed frutto della misericordia del Signore: niente impossibile a Dio, se il Signore ci chiama a compiere una missione ci metter nella condizione di poterla realizzare; malgrado il costume di imporre un nome che della parentela, il bambino viene chiamato Giovanni: quando il Signore chiama, ci trasforma e ci inserisce in una tradizione che ha la sua origine nella sua volont misericordiosa; la mano del Signore era con il fanciullo che cresceva e si fortificava nello Spirito: il Signore non abbandona a se stessi coloro che sceglie, ma li accompagna perch possano essere idonei alla missione affidata. S. Giovanni Battista ci fa capire, dunque, che non dobbiamo avere paura di seguire il Signore ovunque ci chiama a testimoniarlo perch lui sar sempre con noi.

ProVocazione

Nessuno nasce per sbaglio ma, al contrario, ognuno voluto da Dio per una missione specifica. Cosa stai facendo per scoprire e accogliere o progetto che Dio ha su di te?

Riflessione personale

Proposito

________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

pregata

Signore Ges, ti rendo grazie per la testimonianza di Giovanni Battista e per quella di tutti i precursori che, ancora oggi, preparano e favoriscono lincontro con te; aiutami a ritenermi in ogni istante pensato da te e amato di amore eterno, per-ch, con la forza del tuo Santo Spirito, non abbia a deludere le tue attese. Amen.

Mercoled 25 giugno 2014

San Massimo di Torino, vescovo

Liturgia della Parola

2Re 22,8-13;23,1-3; Sal 118; Mt 7,15-20

La parola del Signore

ascoltata

In quel tempo, Ges disse ai suoi discepoli: Guardatevi dai falsi profeti, che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro sono lupi rapaci! Dai loro frutti li riconoscerete. Si raccoglie forse uva dagli spini, o fichi dai rovi? Cos ogni albero buono produce frutti buoni e ogni albero cattivo produce frutti cattivi; un albero buono non pu produrre frutti cattivi, n un albero cattivo produrre frutti buoni. Ogni albero che non d buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco. Dai loro frutti dunque li riconoscerete.

meditata

Dai loro frutti li riconoscerete.

Il Signore ci mette in guardia dai falsi profeti che vengono in veste di pecore, ma sono lupi rapaci. Falsi profeti sono coloro che annacquano la nostra mente con discorsi allettanti che non ci fanno ragionare e ci spingono a ricercare solo ci che piacevole e comodo. Falsi profeti sono coloro che ci rinchiudono nella mediocrit, che non ci aiutano a migliorare e andare avanti. Ges dice che questo genere di persone possono essere riconosciute e smascherate dalle loro opere. Chi dice e non rende testimonianza a quanto dice, non pu essere credibile e le sue parole restano vane ed inefficaci. Il Signore oltre a metterci in guardia contro i falsi profeti, ci invita alla coerenza e alla testimonianza autentica. Pure noi possiamo essere come i falsi profeti quando creiamo un enorme divario tra la nostra fede e la vita, quando tra ci che crediamo e diciamo e le nostre opere c enorme differenza, se non contraddizione. Se non cambiamo il cuore inutile nasconderci dietro le convinzioni buone perch opereremmo il male: non si possono raccogliere fichi dai rovi. Solo un cuore buono ci rende capaci di opere buone che rendono credibile la nostra fede e il nostro dire.

ProVocazione

Quali mezzi usi di solito per scovare i falsi profeti ?

Riflessione personale

Proposito

________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

pregata

Signore Ges, molte voci oggi si richiamano a te, ma non tutte allo stesso modo. Insegnami a sapere sempre distin-gue-re i falsi profeti da chi, invece, profeta autentico, anche se dice cose inconsuete. Aiutami a fare pi attenzione ai frut-ti che alle parole, per poter riconoscere quelli che parlano davvero nel tuo nome. Amen.

Gioved 26 giugno 2014

San Rodolfo, vescovo

Liturgia della Parola

2Re 24,8-17; Sal 78; Mt 7,21-29

La parola del Signore

ascoltata

In quel tempo, Ges disse ai suoi discepoli: Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrer nel regno dei cieli, ma colui che fa la volont del Padre mio che nei cieli. In quel giorno molti mi diranno: Signore, Signore, non abbiamo forse profetato nel tuo nome? E nel tuo nome non abbiamo forse scacciato demni? E nel tuo nome non abbiamo forse compiuto molti prodigi?. Ma allora io dichiarer loro: Non vi ho mai conosciuti. Allontanatevi da me, voi che operate liniquit!. Perci chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sar simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perch era fondata sulla roccia. Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, sar simile a un uomo stolto, che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde e la sua rovina fu grande. Quando Ges ebbe terminato questi discorsi, le folle erano stupite del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorit, e non come i loro scribi.

meditata

La casa costruita sulla roccia

e la casa costruita sulla sabbia.

Ges invita i suoi discepoli ad essere saggi, capaci cio di aderire ogni giorno e per ogni azione alla volont di Dio: solo cos si pu entrare nel Regno dei cieli. Anche noi possiamo correre il rischio di illuderci e di pensare che per aver partecipato a messa di tanto in tanto o per aver letto il vangelo qualche volta, meritiamo il Regno di Dio. Ges ammonisce non chi dice Signore, Signore Si pu andare a messa, si pu leggere la Parola del Signore e si pu pure pregare, ma se tutto questo non ci cambia e noi restiamo chiusi alla Grazia, allora vale anche per noi quello che dice Ges non vi ho mai conosciuto, allontanatevi da me. Fare la volont di Dio come costruire la casa sulla roccia, ben salda e sicura nel momento della bufera. Fondare la propria vita sulla volont di Dio ci permette di resistere agli assalti del maligno; al contrario piegarsi su se stessi e sui propri voleri come costruire la casa sulla sabbia, alla prima intemperia cade gi senza rimedio. Quando non ci fidiamo di Dio, siamo in balia di noi stessi e non riusciremo a realizzare niente di stabile e duraturo.

ProVocazione

Le semplici parole non bastano; occorrono, invece, i fatti che vengono a confermare, con la dovuta coerenza, la decisione di voler seguire Ges. Nella tua vita a prevalere sono le parole o i fatti?

Riflessione personale

Proposito

________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

pregata

Signore Ges, rendi la mia vita coerente con ci che professano le mie labbra; fammi comprendere che per essere tuo discepolo necessaria la fedelt alla tua parola e aiutami a saperti dimostrare con la vita che ti amo per davvero. Amen.

Venerd 27 giugno 2014

Sacratissimo Cuore di Ges

Solennit

GIORNATA MONDIALE DI SANTIFICAZIONE SACERDOTALE

Liturgia della Parola

Dt 7,6-11; Sal 102; 1Gv 4,7-16; Mt 11,25-30

La parola del Signore

ascoltata

In quel tempo Ges disse: Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perch hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. S, o Padre, perch cos hai deciso nella tua benevolenza. Tutto stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorr rivelarlo. Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi dar ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti dolce e il mio peso leggero.

meditata

Nella festa del Cuore di Ges contempliamo lamore misericordioso di Dio che ci inonda con ogni grazia. Il Signore ci dice: Venite a me; accogliamo questo invito e andiamo a Cristo, immergiamoci nel flusso mirabile del suo amore che ci salva e ci fortifica. Egli ci libera da ogni oppressione e fatica e ci dona il suo riposo che pace e gioia. Andiamo a Cristo e prendiamo il suo giogo sopra di noi: difficile, a volte ci sembra impossibile amare come Cristo, testimoniare il suo amore fino in fondo; ma il Signore ci rassicura e incoraggia: il mio giogo dolce e il mio carico leggero.

Hai mai pensato che portare con gioia il giogo di Cristo significa impegnarsi a testimoniare il suo amore misericordioso compiendo un atto di carit verso un qualcuno che ha bisogno e che conosci?

Riflessione personale

Proposito

________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

pregata

Dolce Cuore di Ges fa che io tami sempre pi. Amen

Sabato 28 giugno 2014

Cuore Immacolato della Beata Vergine Maria

Liturgia della Parola

Is 61,9-11; Sal 1Sam 2,1.4-8; Lc 2,41-51

La parola del Signore

ascoltata

I genitori di Ges si recavano ogni anno a Gerusalemme per la festa di Pasqua. Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono secondo la consuetudine della festa. Ma, trascorsi i giorni, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Ges rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero. Credendo che egli fosse nella comitiva, fecero una giornata di viaggio e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme. Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai maestri, mentre li ascoltava e li interrogava. E tutti quelli che ludivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte. Al vederlo restarono stupiti, e sua madre gli disse: Figlio, perch ci hai fatto questo? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo. Ed egli rispose loro: Perch mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?. Ma essi non compresero ci che aveva detto loro. Scese dunque con loro e venne a Nzaret e stava loro sottomesso. Sua madre custodiva tutte queste cose nel suo cuore.

meditata

Ges dodicenne sembr un tipo davvero strano, incomprensibile nelloccasione in cui - senza avvertire i suoi - si trattenne a Gerusalemme, nel tempio. Forse era la prima volta che anche Maria e Giuseppe sentivano laffermazione consapevole del suo essere figlio di un padre, che non era Giuseppe, ma Dio, ai cui ordini la sua vita umana era posta. Devo occuparmi delle cose del Padre mio. Poi Ges ritorna alla quiete laboriosa di Nazaret, figlio esemplare e ubbidiente a Maria e Giuseppe, per maturare la suprema obbedienza della Croce. Maria dal canto suo serbava nel cuore ogni cosa: le parole del figlio, gli avvenimenti.

Serbare e custodire nel cuore; questo latteggiamento vero del discepolo che nel proprio cuore accoglie la parola di Ges per farla fruttificare in opere di bene.

ProVocazione

Come Maria sono capace ad accogliere e custodire le parole del Signore per trasformare la mia vita alla luce del Vangelo?

Riflessione personale

Proposito

________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

pregata

O Signore aiutaci perch sullesempio della Beata Vergine Maria possiamo accoglire la tua Parola nel nostro cuore e collaborare alla tua opera di salvezza. Amen.

XIII Settimana del Tempo Ordinario

Domenica 29 giugno 2014

Santi Pietro e Paolo Apostoli

Solennit

GIORNATA PER LA CARIT DEL PAPA

Liturgia della Parola

At 12,1-11; Sal 33; 2Tm 4,6-8.17-18; Mt 16,13-19

La parola del Signore

ascoltata

In quel tempo, Ges, giunto nella regione di Cesara di Filippo, domand ai suoi discepoli: La gente, chi dice che sia il Figlio delluomo?. Risposero: Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei profeti. Disse loro: Ma voi, chi dite che io sia?. Rispose Simon Pietro: Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente. E Ges gli disse: Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perch n carne n sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificher la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te dar le chiavi del regno dei cieli: tutto ci che legherai sulla terra sar legato nei cieli, e tutto ci che scioglierai sulla terra sar sciolto nei cieli.

meditata

Tu sei Pietro: a te dar le chiavi del regno dei cieli.

In questa domenica celebriamo la festa dei SS. Apostoli Pietro e Paolo. Ambedue, sebbene in modo differente, hanno testimoniato fino alla fine lincontro che hanno avuto con il Signore e che ha segnato la loro vita. Ambedue hanno creduto nel Cristo Risorto e hanno costruito la loro vita alla luce di questa certezza. Il vangelo di oggi ci invita a rispondere a una domanda che fondamentale per la nostra vita di credenti come lo fu per la vita di Pietro e Paolo: chi Ges per noi? La gente contemporanea al Signore ha molteplici opinioni sul suo conto; alcuni pensano che sia Giovanni Battista, altri Elia, altri qualcuno dei profeti. Noi cosa pensiamo realmente di Ges? un bravo ed eccellente profeta che ha detto e fatto cose straordinarie oppure riteniamo che Egli sia il nostro unico e vero Dio? necessario dare la risposta a queste domande con la propria vita. Se viviamo come se Ges non centrasse con quello che facciamo allora lo riteniamo uno dei tanti profeti, magari il pi bravo, ma ormai morto e sepolto; se invece facciamo le nostre scelte e impostiamo la nostra vita guidati dalla sua parola e dalla sua presenza, allora condividiamo la fede della Chiesa espressa dallapostolo Pietro tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente.

ProVocazione

E tu chi dici che io sia? la domanda di sempre Ges oggi viene a rivolgerla a te. Pensi che la tua risposta sia pienamente armonizzata con quella dellapostolo Pietro?

Riflessione personale

Proposito

________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

pregata

Signore Ges, su di te, unico fondamento, i santi Apostoli Pietro e Paolo hanno costruito, secondo i carismi ricevuti, ledificio vivente della Chiesa, una nella diversit. Ti riconosco, con lapostolo Pietro, il Figlio del Dio vivente e spero nella tua misericordia di essere ammesso un giorno a godere, insieme a tutti i santi, leterna gioia del Paradiso. Amen.

Luned 30 giugno 2014

Santi Protomartiri della Chiesa di Roma

Liturgia della Parola

Am 2,6-10.13-16; Sal 49; Mt 8,18-22

La parola del Signore

ascoltata

In quel tempo, vedendo Ges una gran folla intorno a s, ordin di passare allaltra riva. Allora uno scri-ba si avvicin e gli disse: Maestro, io ti seguir dovunque tu andrai. Gli rispose Ges: Le volpi hanno le lo-ro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio delluomo non ha dove posare il capo. E un altro dei di-scepoli gli disse: Signore, permettimi di andar prima a seppellire mio padre. Ma Ges gli rispose: Seguimi e lascia i morti seppellire i loro morti.

meditata

Seguimi.

Volere seguire il Signore equivale a essere disposti a lasciare ogni cosa. Il Figlio dellUomo non ha dove posare il ca-po, seguirlo significa essere come lui, disposti a non avere sicurezze umane. La scelta di stare con Cristo non pu es-se-re frutto di un ragionamento calcolatore perch altrimenti diventerebbe scelta di comodo e alla prima difficolt o si torna in-dietro oppure si vive ambiguamente nascondendosi dietro il Cristo per fare i propri comodi ed interessi. Se invece il no-stro voler seguire Ges conseguenza di una esperienza di amore, allora per lui si accetteranno ogni genere di difficolt e sacrifici e saremo pure pronti a seguirlo ovunque senza possedere nulla dove poggiare il capo. Nella sequela di Cristo importante anche la determinazione della scelta, non possiamo anteporre nulla alla esigenza di essere subito con il Signore. Al discepolo che prima voleva seppellire suo padre, Ges risponde i morti seppelliscano i loro morti: vale a dire che chi decide di camminare dietro il Signore non pu attardarsi in faccende proprie neanche in quelle necessarie. Non possibile resistere alla grazia della chiamata, farlo mettersi contro il Signore e scegliere di essere morti che seppelliscono altri morti.

ProVocazione

Che cosa, in questo momento della mia vita, mi viene difficile lasciare per seguire realmente il Signore?

Riflessione personale

Proposito

________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

pregata

Signore Ges, tu esigi molto da quelli che si dichiarano pronti a seguirti. Donami di non lasciarmi spaventare dalle tue esi--genze e aiutami a camminare sempre dietro a te col cuore libero e con la borsa leggera. Amen.

LUGLIO

Marted 1 luglio 2014

Santa Ester, regina

Liturgia della Parola

Am 3,1-8;4,11-12; Sal 5: Mt 8,23-27

La parola del Signore

ascoltata

In quel tempo, Ges, salito sulla barca, i suoi discepoli lo seguirono. Ed ecco, avvenne nel mare un grande sconvolgimento, tanto che la barca era coperta dalle onde; ma egli dormiva. Allora si accostarono a lui e lo svegliarono, dicendo: Salvaci, Signore, siamo perduti!. Ed egli disse loro: Perch avete paura, gente di poca fede?. Poi si alz, minacci i venti e il mare e ci fu grande bonaccia. Tutti, pieni di stupore, dicevano: Chi mai costui, che perfino i venti e il mare gli obbediscono?.

meditata

Chi mai costui al quale i venti e il mare obbediscono?: questa domanda con la risposta che ne seguita ha cambiato la vita degli apostoli. Loro hanno percepito che Ges non era come gli altri maestri, la sua parola realizzava ci che diceva e dunque per i discepoli valsa la pena di mettere in gioco la propria vita per seguire il Signore. Per noi chi Ges? La risposta che ciascuno d a questa domanda pu cambiare la vita: Ges uno dei tanti maestri che insegna una dottrina interessante, oppure il Maestro che riesce a quietare la tempesta della nostra vita, colui che calma il vento burrascoso del male che spesso ci sballotta dove non vorremmo andare. Se riusciamo a sperimentare la presenza significativa di Cristo, allora saremo capaci, come gli apostoli, a mettere noi stessi nelle sue mani e a fare della nostra vita un dono ai fratelli.

ProVocazione

Anche nella nostra vita non mancano delle burrasche improvvise. Quando ti senti sballottato di qua e di l a chi ti aggrappi?

Riflessione personale

Proposito

________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

pregata

Rendi salda, o Signore, la nostra fede perch non ci esaltiamo nel successo, non ci abbattiamo nelle tempeste, ma in ogni evento riconosciamo che tu sei presente e ci accompagni nel cammino della storia. Amen

Mercoled 2 luglio 2014

San Lidano da Sezze, abate

Liturgia della Parola

Am 5,14-15.21-24; Sal 49; Mt 8,28-34

La parola del Signore

ascoltata

In quel tempo, essendo Ges giunto allaltra riva, nel paese dei Gadarni, due indemoniati, uscendo dai sepolcri, gli andarono incontro; erano tanto furiosi che nessuno poteva passare per quella strada. Ed ecco, si misero a gridare: Che vuoi da noi, Figlio di Dio? Sei venuto qui a tormentarci prima del tempo?. A qualche distanza da loro cera una numerosa mandria di porci al pascolo; e i demni lo scongiuravano dicendo: Se ci scacci, mandaci nella mandria dei porci. Egli disse loro: Andate!. Ed essi uscirono, ed entrarono nei porci: ed ecco, tutta la mandria si precipit gi dalla rupe nel mare e morirono nelle acque. I mandriani allora fuggirono e, entrati in citt, raccontarono ogni cosa e anche il fatto degli indemoniati. Tutta la citt allora usc incontro a Ges: quando lo videro, lo pregarono di allontanarsi dal loro territorio.

meditata

Sei venuto qui prima del tempo a tormentarci?

Il maligno dinnanzi alla potenza del Signore urla e si dibatte perch riconosce la sua fine. Il vangelo di oggi ci fa com-pren-dere che se vogliamo essere liberati dal male dobbiamo contare solo sul Signore. Lautoredenzione non possibile, autoredimersi equivale ad assimilarsi a ci da cui si vorrebbe essere liberati. Volersi liberare da soli dalla cattiveria equivale a restare cattivi e magari pensare di essere diventati buoni. Il punto di riferimento per comprendere ci che be-ne e ci che male non siamo noi stessi o le nostre convinzioni, ma Qualcuno al di sopra del bene e del male: Ges Cri-sto Signore vincitore del maligno. Sei venuto a tormentarci gridano gli spiriti immondi perch dinnanzi alla potenza vit-toriosa di Cristo non si pu stare tranquilli e bisogna fare una scelta: essere liberi per lodare il Signore oppure restare pri-gionieri del male ed essere come maiali immondi e stupidi da perire nei flutti del mare.

ProVocazione

Quando scopri che Ges comincia ad essere esigente, anche tu lo preghi di allontanarsi dal tuo territorio?

Riflessione personale

Proposito

________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

pregata

Signore Ges, tu porti la libert agli uomini posseduti da ogni genere di male: la ricchezza, la sessualit, la violenza. Aiu-tami ad accettare le rotture che si impongono a chi vuole seguirti, e anche se mi sembra duro, donami di non preferire mai le mie soddisfazioni alla pura gioia della tua presenza. Amen.

Gioved 3 luglio 2014

San Tommaso, apostolo

Festa

Primo gioved del mese: preghiera per le vocazioni

Liturgia della Parola

Ef 2,19-22 Salmo 116 Gv 20,24-29

La parola del Signore

ascoltata

Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Ddimo, non era con loro quando venne Ges. Gli dicevano gli altri discepoli: Abbiamo visto il Signore!. Ma egli disse loro: Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo. Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e cera con loro anche Tommaso. Venne Ges, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: Pace a voi!. Poi disse a Tommaso: Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!. Gli rispose Tommaso: Mio Signore e mio Dio!. Ges gli disse: Perch mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!.

meditata

Mio Signore e mio Dio!

Oggi celebriamo la festa dellapostolo Tommaso il quale vuole vedere e toccare il Signore per poter credere. Lessenza dellatto del credere un atto di volont, di affidamento personale, da persona a persona, come fa Tommaso che dice: Mio Signore, mio Dio, per legarsi liberamente e gioiosamente, vinto ormai dallevidenza. Ges lo invita a toccarlo. Che significa toccare se non credere? Cristo lo si tocca con la fede. Toccare Cristo con le mani non fu cosa eccezionale; lo toccarono anche i Giudei quando lo catturarono; lo toccarono, ma con animo perverso, e persero ci che toccavano. Bisogna toccarlo con la fede, anzich palparlo con le mani, senza fede. Liberato cos da ogni appoggio terreno illusorio, perch inaffidabile, lanimo umano, come avvenne per Tommaso, vuole puntare sullunico sostegno plausibile, il solo che salva, Ges Cristo, Signore e Dio, credendo nel Quale si ha la vita vera, indefettibile.

ProVocazione

Cosa intendi fare per poter superare linsidia della incredulit?

Riflessione personale

Proposito

________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

pregata

Signore Ges, io credo in te e ti riconosco come mio Signore e mio Dio. Accresci la mia fede e rendimi desideroso di condividerla con chi mi sta accanto e, a volte, invoca sommessamente la mia testimonianza cristiana. Amen.

Venerd 4 luglio 2014

Santa Elisabetta del Portogallo, regina

Liturgia della Parola

Am 8,4-6.9-12; Sal 118; Mt 9,9-13

La parola del Signore

ascoltata

In quel tempo, Ges vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: Seguimi. Ed egli si alz e lo segu. Mentre sedeva a tavola nella casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e se ne stavano a tavola con Ges e con i suoi discepoli. Vedendo ci, i farisei dicevano ai suoi discepoli: Come mai il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?. Udito questo, disse: Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate a imparare che cosa vuol dire: Misericordia io voglio e non sacrifici. Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti, ma i peccatori.

meditata

Non sono i sani che hanno bisogno del medico.

Misericordia io voglio e non sacrificio.

Il vangelo odierno ci racconta la chiamata di Matteo e lintenzione di Ges di essere il medico dei peccatori. Nella Chiesa di S. Luigi dei Francesi a Roma c un quadro di Caravaggio che raffigura la vocazione di S. Matteo. Nella copertina del presente volumetto riportato un particolare del quadro. Caravaggio raffigura Cristo che fa irruzione nella vita di Matteo e questi reagisce puntandosi il dito al petto. Cristo raffigurato con il braccio levato e il dito puntato su Matteo che, intento a raccogliere tributi al banco delle imposte, interrompe la sua attivit guardando il dito di Ges. Il dipinto, in maniera straordinaria, descrive lintervento del Signore nella vita di Matteo: quando Cristo chiama non si pu resistere. La sua chiamata cambia la vita facendo fare un salto di qualit che trasforma: ci che prima era necessario e indispensabile diventa superfluo e noioso e ci che era sconosciuto assume un significato particolare che impegna per sempre. La grazia del Signore trasforma soprattutto chi nel peccato e ha gli orecchi sordi alla Sua voce che ancora oggi continua a dire Seguimi!.

ProVocazione

Appartieni anche tu al partito di coloro che si reputano giusti?

Riflessione personale

Proposito

________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

pregata

Signore Ges, tu non sei venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori. Liberami da ogni presunzione, rendimi pienamente consapevole delle mie debolezze e ravviva in me la certezza che solo tu puoi guarirmi, e nessun altro. Amen.

Sabato 5 luglio 2014

Santa Febronia, vergine e martire

Liturgia della Parola

Am 9,11-15; Sal 84; Mt 9,14-17

La parola del Signore

ascoltata

In quel tempo, si avvicinarono a Ges i discepoli di Giovanni e gli dissero: Perch noi e i farisei digiuniamo molte volte, mentre i tuoi discepoli non digiunano?. E Ges disse loro: Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto finch lo sposo con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sar loro tolto, e allora digiuneranno. Nessuno mette un pezzo di stoffa grezza su un vestito vecchio, perch il rattoppo porta via qualcosa dal vestito e lo strappo diventa peggiore. N si versa vino nuovo in otri vecchi, altrimenti si spaccano gli otri e il vino si spande e gli otri vanno perduti. Ma si versa vino nuovo in otri nuovi, e cos luno e gli altri si conservano.

meditata

Gli amici possono forse essere in lutto

mentre lo sposo con loro?

La presenza di Cristo nella nostra vita ci trasforma rinnovandoci in tutto ci che siamo e facciamo. Innanzitutto questa presenza ci procura grande gioia: la gioia di sapersi amati e liberati da Cristo. la gioia di vedere rinnovata la nostra vita e di percepire che abbiamo qualcosa di nuovo che ci aiuta ad essere coerenti con la scelta cristiana. Ma questa novit pu essere perduta se non corrisponde un impegno di vita. Ges attraverso le immagini del vestito e degli otri vuole dire che necessario corrispondere alla Grazia. Come non si cuce una stoffa grezza su un vestito vecchio perch altrimenti si strappa e come non si versa vino nuovo in otri vecchi perch questi si rompono cos per la novit evangelica: se non si provvede a rinnovare tutte le dimensioni della propria vita difficilmente si riuscir a contenere la forza rinnovatrice dello Spirito e presto si perder tutto senza possibilit di rimedio.

ProVocazione

La presenza di Ges assicura lautentico rinnovamento e la piena novit di vita. Se in te dovessero essere pochi i segni di rinnovamento interiore, potresti ancora sostenere che Ges davvero presente nella tua esistenza?

Riflessione personale

Proposito

________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

pregata

Signore Ges, aiutami a riconoscere solo in te la vera novit di vita; non permettere che la mia vita spirituale sia piena di rattoppi e insegnami a digiunare con coraggio per ravvivare nella mia anima il desiderio del tuo ritorno. Amen.

XIV Settimana del Tempo Ordinario

Domenica 6 luglio 2014

Santa Maria Goretti, vergine e martire

Liturgia della Parola

Zc 9,9-10; Sal 144; Rm 8,9.11-13; Mt 11,25-30

La parola del Signore

ascoltata

In quel tempo Ges disse: Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perch hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. S, o Padre, perch cos hai deciso nella tua benevolenza. Tutto stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorr rivelarlo. Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi dar ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti dolce e il mio peso leggero.

meditata

In questa domenica molte comunit cristiane festeggiano la Madonna delle Grazie. Venite a me voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorer. Sono parole di Ges, e sono tra le pi belle e consolanti di tutto il Vangelo. Oggi queste parole arrivano a noi rese ancora pi dolci dalla voce di Maria. lei oggi a ripetercele con cuore di madre, perch ci sia pi facile ascoltarle con animo aperto e siamo sollecitati a cercare nel Signore crocifisso e risorto il conforto ai nostri disagi e ai nostri mali. Vogliamo chiedere, dunque, la grazia di una pi approfondita intelligenza damore di Ges, lunico e necessario Salvatore di tutti; noi vogliamo chiedere la grazia di una sincera e pi radicale conversione interiore, della quale abbiamo tutti sempre bisogno; vogliamo chiedere la grazia che ogni nostra pena si trasformi in unoccasione di carit apostolica a vantaggio dellumanit intera. Nei momenti di desolazione e di tormento interiore non semplice rispondere alla domanda pungente che nasce spontaneamente in chi soffre: Perch sono sottoposto a questa prova?. Oggi per la Madre del Signore e la Madre di ogni grazia ci aiuta; ci aiuta non tanto a trovare risposte umane convincenti (che non ci sono), quanto a conformarci per quel che possibile alla volont di Dio, a persuaderci che c sopra di noi un disegno di benevolenza paterna (anche se a noi appare ancora misteriosa), a lasciarci investire e permeare della energia ineffabile del suo amore.

ProVocazione

Riconosciamo nella nostra vita la presenza consolante del Signore che ci invita a restare in lui per trovare il senso e il significato della nostra vita?

Riflessione personale

Proposito

________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

pregata

O Padre, che hai voluto Maria Madre dellAutore della grazia, per la potenza della sua preghiera, donaci labbondanza delle tue grazie e guidaci al porto della tua salvezza. Amen.

Luned 7 luglio 2014

SantAntonino Fantosati, martire

Liturgia della Parola

Os 2,16.17b-18.21-22; Sal 144; Mt 9,18-26

La parola del Signore

ascoltata

In quel tempo, mentre Ges parlava, giunse uno dei capi, gli si prostr dinanzi e disse: Mia figlia morta proprio ora; ma vieni, imponi la tua mano su di lei ed ella vivr. Ges si alz e lo segu con i suoi discepoli. Ed ecco, una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni, gli si avvicin alle spalle e tocc il lembo del suo mantello. Diceva infatti tra s: Se riuscir anche solo a toccare il suo mantello, sar salvata. Ges si volt, la vide e disse: Coraggio, figlia, la tua fede ti ha salvata. E da quellistante la donna fu salvata. Arrivato poi nella casa del capo e veduti i flautisti e la folla in agitazione, Ges disse: Andate via! La fanciulla infatti non morta, ma dorme. E lo deridevano. Ma dopo che la folla fu cacciata via, egli entr, le prese la mano e la fanciulla si alz. E questa notizia si diffuse in tutta quella regione.

meditata

Mia figlia morta proprio ora; ma vieni e vivr.

Un capo di Israele si prostra dinnanzi a Ges e gli domanda di risuscitare la sua figlioletta: una richiesta audace resa plausibile da una grande fede. Una donna sofferente di emorragia convinta di guarire toccando solamente il mantello del Signore: una convinzione reale perch frutto di una fede semplice ma schietta. Cristo esaudisce tutti e due: la donna guar e la fanciulla si alz. Questi due avvenimenti ci aiutano a capire la estrema importanza che riveste ladesione di fede al Signore. Infatti solo per mezzo di essa possibile sperare anche dinnanzi alla evidenza. Il padre della fanciulla spera ugualmente bench questa sia morta, la gente invece che non ha fede deride il Signore. La donna emorragica crede in Ges e spera in lui, la gente che non ha fede non si accorge di nulla. Come possiamo pretendere che il Signore si manifesti nella nostra vita se pensiamo di razionalizzare e adeguare la nostra fiducia al possibile che noi riteniamo reale? La fede ci permettere di accogliere anche limpossibile e ci fa essere certi anche di ci che umanamente non potr mai accadere.

ProVocazione

Nulla impossibile a Dio (Lc 1,37). Credi tu questo? (Gv 11,26)

Riflessione personale

Proposito

________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

pregata

Signore Ges, accresci in me la fiducia che nasce dalla fede; rendimi capace di accogliere senza esitazione la salvezza, e aiutami a non deridere mai coloro che agiscono nel tuo amore. Amen.

Marted 8 luglio 2014

SantAdriano III, papa

Liturgia della Parola

Os 8,4-7.11-13; Sal 113B; Mt 9,32-38

La parola del Signore

ascoltata

In quel tempo, gli presentarono un muto indemoniato. E dopo che il demonio fu scacciato, quel muto cominci a parlare. E le folle, prese da stupore, dicevano: Non si mai vista una cosa simile in Israele!. Ma i farisei dicevano: Egli scaccia i demni per opera del principe dei demni. Ges percorreva tutte le citt e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni malattia e ogni infermit. Vedendo le folle, ne sent compassione, perch erano stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore. Allora disse ai suoi discepoli: La messe abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perch mandi operai nella sua messe!

meditata

La messe molta, ma gli operai sono pochi.

Ges libera un uomo da un demonio che lo costringeva a restare muto. Quante volte anche noi siamo rimasti muti per paura di testimoniare la nostra appartenenza a Cristo. E quante volte ci siamo vergognati di essere cristiani e non siamo rimasti fedeli ai nostri principi per paura che gli altri ci tacciassero per bigotti. Anche nella nostra vita il demonio fa scempio ammutolendo la nostra coscienza e la nostra volont. Per liberarci da questa nefanda influenza dobbiamo solo affidarci a Cristo, alla sua misericordia. Lui il compassionevole, certamente ci verr incontro liberandoci da ogni male. Forti di questa esperienza saremo testimoni credibili della sua misericordia e ci renderemo conto che per mezzo nostro il Signore manifester la sua salvezza al mondo intero. Ecco perch non possiamo non ricordarci di pregarlo affinch mai manchino operai nella sua messe.

ProVocazione

La folla dinanzi a Ges era presa dallo stupore. Anche a te capita la stessa cosa? Oppure ti sei abituato a Ges?

Riflessione personale

Proposito

________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

pregata

Signore Ges, aiutami a non essere come chi pensa di aver gi visto e capito tutto, e ha perduto la capacit di stupirsi. Fammi scoprire ogni giorno la novit della tua salvezza, perch la mia testimonianza sia sempre pi autentica e viva. Amen.

Mercoled 9 luglio 2014

San Pancrazio, vescovo e martire

Liturgia della Parola

Os 10,1-3.7-8.12; Sal 104; Mt 10,1-7

La parola del Signore

ascoltata

In quel tempo Ges, chiamati a s i suoi dodici discepoli, diede loro potere sugli spiriti impuri per scacciarli e guarire ogni malattia e ogni infermit. I nomi dei dodici apostoli sono: primo, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello; Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello; Filippo e Bartolomeo; Tommaso e Matteo il pubblicano; Giacomo, figlio di Alfeo, e Taddeo; Simone il Cananeo e Giuda lIscariota, colui che poi lo trad. Questi sono i Dodici che Ges invi, ordinando loro: Non andate fra i pagani e non entrate nelle citt dei Samaritani; rivolgetevi piuttosto alle pecore perdute della casa dIsraele. Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli vicino.

meditata

Il vangelo di oggi ci racconta la chiamata dei dodici. Gli apostoli sono i testimoni diretti di ci che Cristo ha detto e ha fatto. Per mezzo della loro testimonianza la Buona Novella si diffusa nel mondo intero ed giunta fino ai nostri giorni. I dodici sono il fondamento, le colonne della Chiesa perch hanno attinto la salvezza da Cristo e lhanno trasmessa ai loro successori e questi a coloro che sono venuti dopo fino a raggiungere noi. chiaro che non possiamo esimerci dal continuare la tradizione cristiana trasmettendo a coloro che sono dopo di noi il messaggio di salvezza. Il Signore continua a chiamare per fare giungere a tutti la Redenzione e noi ci impegniamo a testimoniare ci che abbiamo ricevuto, la fede, mediante la nostra vita e il nostro impegno.

ProVocazione

Hai mai pensato che il Signore ti chiama per inviarti a portare il lieto annunzio ai fratelli?

Riflessione personale

Proposito

________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

pregata

Dio onnipotente e eterno, che scegli le creature miti e deboli per confondere le potenze del mondo, concedi di perseverare nel tuo amore per essere testimoni credibili della tua bont. Amen.

Gioved 10 luglio 2014

Santa Vittoria, martire

Liturgia della Parola

Os 11,1-4.8c-9; Sal 79; Mt 10,7-15

La parola del Signore

ascoltata

In quel tempo, Ges disse ai suoi discepoli: Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. Non procuratevi oro n argento n denaro nelle vostre cinture, n sacca da viaggio, n due tuniche, n sandali, n bastone, perch chi lavora ha diritto al suo nutrimento. In qualunque citt o villaggio entriate, domandate chi l sia degno e rimanetevi finch non sarete partiti. Entrando nella casa, rivolgetele il saluto. Se quella casa ne degna, la vostra pace scenda su di essa; ma se non ne degna, la vostra pace ritorni a voi. Se qualcuno poi non vi accoglie e non d ascolto alle vostre parole, uscite da quella casa o da quella citt e scuotete la polvere dei vostri piedi. In verit io vi dico: nel giorno del giudizio la terra di Sdoma e Gomorra sar trattata meno duramente di quella citt.

meditata

Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date.

Il Signore Ges invia i suoi discepoli a predicare che il Regno vicino. In questa missione essi devono esprimere la misericordia di Dio che precede e sostiene ogni azione. La gratuit, il disinteresse scaturiscono dalla esperienza di grazia che ogni discepolo fa. Questo comando viene rivolto, oggi, ad ognuno di noi. Facciamo ogni giorno lesperienza della misericordia di Dio, accogliamo la sua salvezza: tutto questo non lo possiamo tenere solo per noi, lo dobbiamo donare agli altri attraverso la testimonianza disinteressata, vale a dire attraverso un agire conseguente alla misericordia che il Signore ci comunica, per grazia, in maniera sovrabbondante. Ges invita i suoi ad andare senza nessuna sicurezza umana: n oro, n argento, n bisacce, n due tuniche. Il primato di ogni missione spetta a Dio, non possiamo illuderci di essere noi a convertire gli altri: noi siamo strumenti per mezzo dei quali Dio si serve per continuare a manifestare la sua salvezza. Solo riconoscendo che il Signore la nostra forza, noi possiamo ogni giorno testimoniare la nostra fede in lui.

ProVocazione

Nella tua vita evidente lo stile della gratuit? Oppure segui la logica di chi dice: non faccio niente, per niente?

Riflessione personale

Proposito

________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

pregata

Signore Ges, ai tuoi missionari tu hai imposto la povert dei mezzi perch risplenda la forza del tuo messaggio di salvezza. Liberami dallossessione del benessere e del denaro e insegnami lo stile della gratuit sincera. Amen.