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Superstudio 50 una grande retrospettiva in occasione dei 50 anni della fondazione di uno dei gruppi più influenti dell’architettura radicale italiana 21 aprile - 4 settembre 2016 www.fondazionemaxxi.it #Superstudio50 La superarchitettura è l’architettura della superproduzione, del superconsumo, della superinduzione al superconsumo, del supermarket, del superman e della benzina super (Archizoom e Superstudio, 1966) Roma 20 aprile 2016. Trasversale, metafisico, indefinibile, sempre nuovo, sempre oltre, è Superstudio uno dei gruppi più influenti dell’architettura radicale italiana fondato nel 1966 da Adolfo Natalini e Cristiano Toraldo di Francia, ai quali si sono poi uniti Gian Piero Frassinelli, i fratelli Roberto e Alessandro Magris e Alessandro Poli. A 50 anni dalla sua fondazione il MAXXI dedica al gruppo una grande retrospettiva: SUPERSTUDIO 50 (dal 21 aprile al 4 settembre 2016), mostra ideata dagli stessi Natalini, Toraldo di Francia e Frassinelli insieme al curatore Gabriele Mastrigli. “Questa mostra è un doveroso omaggio a un gruppo di artisti straordinari, celebrati dalla critica di tutto il mondo - è di pochi giorni fa un bellissimo pezzo dedicato a loro sul New York Times - che hanno fatto la storia dell'architettura, influenzando l'immaginario collettivo e anticipando in modo impressionante e quasi profetico temi ancora oggi di assoluta attualità - dice Giovanna Melandri Presidente della Fondazione MAXXI. - Il MAXXI ha nel suo dna lo studio e la promozione non solo degli artisti contemporanei ma anche di tutti quei grandi maestri che ne hanno influenzato le creazioni, e il Superstudio è assolutamente tra questi”. “Questa mostra - dice Margherita Guccione Direttore MAXXI Architettura - è la più densa e completa retrospettiva mai organizzata, un vero e proprio viaggio nelle regioni del Superstudio. Un viaggio nello spazio e nel tempo, nelle immagini e nelle architetture, nelle utopie e nelle distopie del più influente gruppo di architettura radicale italiano”. "Le visioni del Superstudio sono espedienti retorici attraverso cui dimostrare ad absurdum le possibilità e i limiti dell’architettura come strumento critico della società moderna – dice Gabriele Mastrigli, curatore della mostra. Nei collage come nei disegni, nell'installazioni come nei film, ciò che impariamo dal Superstudio è che l'architettura non è solo un oggetto ma un modo di pensare il mondo." Conosciuto per la forza delle sue immagini e per l’estrema varietà della sua produzione, il lavoro del Superstudio è sempre sfuggito a etichette chiare e identificabili; questa mostra raccoglie e presenta oltre 200 tra installazioni, oggetti, opere grafiche, fotografie, pubblicazioni, che coprono l'intero percorso e l’evoluzione del gruppo, materiali provenienti in larga parte dal loro archivio, alcuni mai esposti prima e di cui molti entreranno progressivamente nella collezione di architettura del MAXXI. Una mostra sul Superstudio a cui Superstudio ha lavorato attivamente realizzando per l’occasione un progetto speciale di allestimento; una sorta di autobiografia scientifica, che ripercorre le tappe fondamentali della sua storia, a partire dalla mostra Superarchitettura (1966), nella quale insieme al gruppo Archizoom, propone per la prima volta un ripensamento radicale dell'architettura e del design, sostituendo al tradizionale immaginario domestico un mondo di oggetti e visioni stranianti. SUPERSTUDIO 50 è l’esplorazione dell'universo di uno dei gruppi più influenti dell'architettura del Novecento, agli albori dell’immaginario contemporaneo.

01 2016.04.20 MAXXI SUPERSTUDIO50 CS · SUPERSTUDIO 50 presenta, tra gli altri, i più importanti disegni, fotomontaggi e installazioni della serie Il Monumento Continuo (1969), gli

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Superstudio 50 una grande retrospettiva in occasione dei 50 anni della fondazione di uno dei gruppi più influenti dell’architettura radicale italiana

21 aprile - 4 settembre 2016 www.fondazionemaxxi.it

#Superstudio50

La superarchitettura è l’architettura della superproduzione, del superconsumo, della superinduzione al superconsumo,

del supermarket, del superman e della benzina super (Archizoom e Superstudio, 1966)

Roma 20 aprile 2016. Trasversale, metafisico, indefinibile, sempre nuovo, sempre oltre, è Superstudio uno dei gruppi più influenti dell’architettura radicale italiana fondato nel 1966 da Adolfo Natalini e Cristiano Toraldo di Francia, ai quali si sono poi uniti Gian Piero Frassinelli, i fratelli Roberto e Alessandro Magris e Alessandro Poli. A 50 anni dalla sua fondazione il MAXXI dedica al gruppo una grande retrospettiva: SUPERSTUDIO 50 (dal 21 aprile al 4 settembre 2016), mostra ideata dagli stessi Natalini, Toraldo di Francia e Frassinelli insieme al curatore Gabriele Mastrigli. “Questa mostra è un doveroso omaggio a un gruppo di artisti straordinari, celebrati dalla critica di tutto il mondo - è di pochi giorni fa un bellissimo pezzo dedicato a loro sul New York Times - che hanno fatto la storia dell'architettura, influenzando l'immaginario collettivo e anticipando in modo impressionante e quasi profetico temi ancora oggi di assoluta attualità - dice Giovanna Melandri Presidente della Fondazione MAXXI. - Il MAXXI ha nel suo dna lo studio e la promozione non solo degli artisti contemporanei ma anche di tutti quei grandi maestri che ne hanno influenzato le creazioni, e il Superstudio è assolutamente tra questi”. “Questa mostra - dice Margherita Guccione Direttore MAXXI Architettura - è la più densa e completa retrospettiva mai organizzata, un vero e proprio viaggio nelle regioni del Superstudio. Un viaggio nello spazio e nel tempo, nelle immagini e nelle architetture, nelle utopie e nelle distopie del più influente gruppo di architettura radicale italiano”. "Le visioni del Superstudio sono espedienti retorici attraverso cui dimostrare ad absurdum le possibilità e i limiti dell’architettura come strumento critico della società moderna – dice Gabriele Mastrigli, curatore della mostra. Nei collage come nei disegni, nell'installazioni come nei film, ciò che impariamo dal Superstudio è che l'architettura non è solo un oggetto ma un modo di pensare il mondo." Conosciuto per la forza delle sue immagini e per l’estrema varietà della sua produzione, il lavoro del Superstudio è sempre sfuggito a etichette chiare e identificabili; questa mostra raccoglie e presenta oltre 200 tra installazioni, oggetti, opere grafiche, fotografie, pubblicazioni, che coprono l'intero percorso e l’evoluzione del gruppo, materiali provenienti in larga parte dal loro archivio, alcuni mai esposti prima e di cui molti entreranno progressivamente nella collezione di architettura del MAXXI. Una mostra sul Superstudio a cui Superstudio ha lavorato attivamente realizzando per l’occasione un progetto speciale di allestimento; una sorta di autobiografia scientifica, che ripercorre le tappe fondamentali della sua storia, a partire dalla mostra Superarchitettura (1966), nella quale insieme al gruppo Archizoom, propone per la prima volta un ripensamento radicale dell'architettura e del design, sostituendo al tradizionale immaginario domestico un mondo di oggetti e visioni stranianti. SUPERSTUDIO 50 è l’esplorazione dell'universo di uno dei gruppi più influenti dell'architettura del Novecento, agli albori dell’immaginario contemporaneo.

SUPERSTUDIO 50 presenta, tra gli altri, i più importanti disegni, fotomontaggi e installazioni della serie Il Monumento Continuo (1969), gli Istogrammi d'architettura (1969-70) e Le dodici Città Ideali (1971), progetti attraverso i quali dimostrarono, le possibilità ma anche i limiti dell’architettura intesa come strumento critico della società. Accanto a questi materiali, installazioni come La moglie di Lot presentata alla Biennale d’Arte di Venezia nel 1978 e l’ingresso alla mostra Superarchitettura del 1966, oggetti di design come i divani Bazaar (1968 prodotto da Giovannetti) e Sofo (1968 di Poltronova), o le lampade Passiflora (1968 di Poltronova) e Gherpe (1967 di Poltronova), oltre alla nota serie di tavoli Quaderna (Zanotta, 1970). Una parte dell'esposizione è dedicata alla produzione video tra cui viene esposto per la prima volta Il Monumento Continuo, un progetto del 1969 di cui esisteva soltanto lo storyboard, prodotto dal MAXXI in occasione di questa mostra e realizzato dal video maker Lucio La Pietra. Insieme a questo anche i 5 film de Gli Atti Fondamentali (Vita, Educazione, Cerimonia, Amore, Morte, 1972-73), il più ambizioso tentativo di Superstudio di affrontare la relazione fra vita e progetto, che se da una parte propone una rifondazione antropologica e filosofica dell'architettura, dall’altra libera progressivamente le energie individuali dei componenti del gruppo, che si scioglie ufficialmente all'inizio degli anni Ottanta. La retrospettiva comprende quindi anche una serie di materiali, tra cui manifesti, pubblicazioni, e un'ampia rassegna di foto di "backstage", realizzati dal gruppo sin dall’inizio delle sue attività. La mostra è completata inoltre dal lavoro di alcuni artisti che hanno interpretato in maniera specifica il lavoro del Superstudio – dalle opere dei video maker Hironaka & Suib e Rene Daalder, sino alla ricerca documentaristica del fotografo Stefano Graziani – aiutandoci ad apprezzarne la freschezza e l'attualità del messaggio. In occasione della mostra la casa editrice Quodlibet presenta Superstudio. Opere 1966 – 1978, volume a cura di Gabriele Mastrigli, che raccoglie, per la prima volta in una edizione ragionata, le opere, i testi e i progetti, del celebre gruppo, dai più noti a quelli più estremi, generosamente illustrati da un’enorme mole di immagini e documenti inediti, frutto di un lungo e accurato lavoro di ricostruzione archivistica. La cartella stampa e le immagini della mostra sono scaricabili nell’Area Riservata del sito della Fondazione MAXXI all’indirizzo http://www.fondazionemaxxi.it/area-riservata/ inserendo la password areariservatamaxxi MAXXI - Museo nazionale delle arti del XXI secolo www.fondazionemaxxi.it - info: 06.320.19.54; [email protected] orario di apertura: 11.00 – 19.00 (mart, merc, giov, ven, dom) |11.00 – 22.00 (sabato) | chiuso il lunedì, Ingresso gratuito per studenti di arte e architettura dal martedì al venerdì UFFICIO STAMPA MAXXI +39 06 324861 [email protected]

Superstudio 50 21 aprile - 4 settembre 2016 INTRODUZIONE Fondato nel dicembre del 1966 da Adolfo Natalini e Cristiano Toraldo di Francia, raggiunti poi da Gian Piero Frassinelli, i fratelli Roberto e Alessandro Magris e Alessandro Poli, Superstudio è stato tra i gruppi più influenti della scena mondiale delle neo-avanguardie degli anni ’60 e ’70. Nella Firenze ancora invasa dal fango dell’alluvione, dai banchi di un’università agli albori della contestazione, Superstudio avvia il suo percorso di ricerca incentrato sul significato dell’architettura nell’epoca della «società dello spettacolo», nelle sue molteplici forme di rappresentazione. Superstudio 50 raccoglie e presenta cronologicamente e analiticamente le installazioni, gli oggetti, i disegni, i fotomontaggi insieme alle stampe, alle pubblicazioni e ad una serie di film realizzati dal Superstudio tra il ’66 e la fine degli anni ’70. In una sorta di viaggio di formazione autobiografico, il Superstudio attinge agli immaginari del proprio tempo: la pittura pop di Adolfo Natalini, la fotografia di Cristiano Toraldo di Francia, gli interessi per l’antropologia di Gian Piero Frassinelli. Rifiutando un generico approccio interdisciplinare, il gruppo propone un allargamento di campo e un ripensamento radicale dell’architettura e del design, sostituendo al tradizionale immaginario domestico un universo di oggetti stranianti e visioni distopiche. Nella mostra fondativa Superarchitettura (1966), realizzata a Pistoia insieme ad Archizoom, gli oggetti perdono i riferimenti funzionali e potenziano la loro carica figurativa per offrirsi insieme come «cose e immagini delle cose». Proponendo un «disegno unico» privo di ridondanze estetiche e ridotto ai suoi elementi essenziali, gli Istogrammi d’architettura (1969) e i mobili della serie Misura (1969-70), svelano invece come ogni ricerca di oggetti definitivi – l’utopia della modernità – sia destinata fisiologicamente al fallimento. Per contro Il Monumento Continuo (1969) e Le dodici Città Ideali (1971) sono deliberate utopie negative, espedienti retorici attraverso cui dimostrare ad absurdum le possibilità e i limiti dell’architettura come strumento critico della società moderna. Nel 1972 Superstudio partecipa alla celebre mostra Italy. The New Domestic Landscape al MoMA di New York, dando avvio ad un programma di film dedicati a quelli che definiscono Gli Atti Fondamentali: Vita, Educazione, Cerimonia, Amore, Morte (1972-73). I film rappresentano il più ambizioso tentativo di affrontare la relazione fra vita e progetto, da un lato proponendo una radicale rifondazione antropologica e filosofica dell’architettura, dall’altro liberando le energie individuali in una nuova, conclusiva fase del Superstudio, all’insegna della didattica e della professionalità. (Gabriele Mastrigli) Superarchitettura Si ricordi che «è la poesia che fa abitare», e che la vita si svolge non solo in scatole ermetiche per piccole vite parallele, ma anche nelle città e nelle auto, nei supermarket, nei cinematografi, sulle autostrade... E un oggetto può essere un’avventura dello spazio, o un oggetto di culto e venerazione, e diventare un nodo luminoso di relazioni... Così il design d’evasione vuol costituire un’ipotesi di introduzione di corpi estranei nel sistema: oggetti col maggior numero possibile di proprietà sensoriali (cromatiche, tattili ecc.), carichi di figuratività e immagini, nell’intento di destare l’attenzione, di richiamare l’interesse, di costituire una dimostrazione e di ispirare azioni e comportamenti. ( 1967 ) Un viaggio nelle regioni della ragione Il nostro lavoro si è sempre svolto per inventari e cataloghi, e forse l’unico lavoro oggi possibile è l’autobiografia come progetto di vita. Dal ’65 al ’68 abbiamo lavorato con la convinzione che l’architettura fosse un mezzo per cambiare il mondo. I progetti erano l’ipotesi di trasformazioni fisiche, erano modi di ipotizzare qualità e quantità diverse. Questi progetti sono stati raccolti nel primo catalogo: Un viaggio nelle regioni della ragione. Un viaggio come ‘Pilgrim’s Progress’, o guida per giovani architetti, attraverso l’architettura dei monumenti, l’architettura delle immagini, l’architettura tecnomorfa, l’architettura della ragione... ( 1969 ) Istogrammi d’architettura Tra il ’68 e il ’69 abbiamo iniziato ad interessarci di trasposizioni e metamorfosi: l’architettura cessava di essere uno «specifico», perdeva i suoi connotati di «scala» per diventare una progettazione astratta di entità platoniche, neutrali e disponibili. Preparammo un catalogo di diagrammi tridimensionali non-continui, un catalogo d’istogrammi d’architettura con riferimento a un reticolo trasportabile in aree o scale diverse per l’edificazione di una natura serena e immobile in cui finalmente riconoscersi. Dal catalogo degli istogrammi

sono stati in seguito generati senza sforzo oggetti, mobili, environment, architetture. Gli Istogrammi erano anche chiamati Le Tombe degli Architetti. ( 1969 ) Un catalogo di Ville Progettare una villa è un problema inesistente: l’architettura moderna ha già risolto tutti i problemi relativi e d’altronde ne è già stata ampiamente dimostrata l’assurdità economica, sociale e funzionale. Comunque rimane una delle rare occasioni di «fare architettura». Così, rifiutandoci di pensare ai problemi particolari dei clienti o alla salvazione dell’anima, e cercando di pensare solo a una vita serena e ad una felice costruzione intesa come minuscola parte del «sistema dell’architettura», abbiamo compilato Un catalogo di Ville. Il catalogo comprende quattro serie di sei ville l’una: A. Ville suburbane, B. Ville al mare, C. Ville in montagna, D. Grandi ville italiane. ( 1968/70 ) Il Monumento Continuo Crediamo in un futuro di architettura ritrovata, in un futuro in cui l’architettura riprenda i suoi pieni poteri abbandonando ogni sua ambigua designazione e ponendosi come unica alternativa alla natura. Nel binomio natura naturans e natura naturata scegliamo il secondo termine. Eliminando miraggi e fate morgane di architetture spontanee, architetture della sensibilità, architetture senza architetti, architetture biologiche e fantastiche, ci dirigiamo verso il «monumento continuo»: un’architettura tutta egualmente emergente in un unico ambiente continuo: la terra resa omogenea dalla tecnica, dalla cultura e da tutti gli altri imperialismi. ( 1969 ) La serie Misura Mobili e oggetti in legno rivestiti in laminato plastico stampato PRINT. La particolarità del disegno consiste nel presentarsi omogeneo ed isotropo su tutta la superficie, così da poter essere messo in opera secondo le tre direzioni cartesiane principali. (...) Ci interessano solo «mobili mentali»: oggetti cioè da tenere davanti come uno specchio, cose da toccare, da guardare da vicino e da lontano come esorcismi contro la confusione e il consumo ingiustificato. Ci interessano mobili per la calma e la serenità, pietre costitutive di una natura calma e immobile in cui finalmente riconoscerci. ( 1969 ) Architettura didattica Tra il ’70 e il ’71 abbiamo intrapreso a produrre progetti didattici, discorsi critici sull’architettura, abbiamo usato l’architettura come autocritica, cercando di indagarne i meccanismi promozionali e i modi di lavoro. Sono progetti didattici L’architettura riflessa, Le dodici Città Ideali, i Salvataggi dei centri storici italiani e alcuni concorsi. ( 1970/71 ) Le dodici Città Ideali Dodici (più una) descrizioni di città che rappresentano altrettanti processi di tendenza dell’urbanistica e dell’architettura. Una serie di racconti (di fantasia, di fantascienza, dell’orrore) premonitori delle angosce che attendono i fiduciosi assertori della scienza della città. Pubblicate su innumerevoli riviste di architettura (finora hanno totalizzato traduzioni in nove lingue diverse) hanno costituito un reattivo mentale per innumerevoli archimaniaci. Gregotti ha parlato di terrorismo religioso. C’è anche chi le ha prese sul serio (col Monumento Continuo). Peggio per loro. ( 1971 ) Salvataggi di centri storici italiani Il solo salvataggio è ancora una volta la distruzione, la sterilizzazione totale di quell’organismo che, nato per essere la casa dell’uomo, ne è diventato prigione ed infine sepolcro... Solo uscendo dalla città e dimenticandola definitivamente l’uomo potrà sottrarre la propria vista all’angusta prigione delle mura ed aprirla ai grandi orizzonti... ( 1972 ) Gli Atti Fondamentali I grandi temi, i temi fondamentali della nostra vita, non sono mai toccati dall’architettura. L’architettura se ne sta ai margini, ed interviene solo ad un certo punto del processo di relazione, quando di solito tutto il comportamento è già stato codificato, fornendo risposte a problemi rigidamente posti. Diviene allora un atto di coerenza, o un ultimo tentativo di salvezza, concentrarsi sulla ridefinizione degli atti primari, ed esaminare in prima istanza quali sono le relazioni tra l’architettura e tali atti: Vita, Educazione, Cerimonia, Amore, Morte. ( 1971/73 )

Dall’architettura all’uomo Vengono analizzati oggetti d’uso semplici, processi di trasformazione autogestiti (come l’agricoltura e l’artigianato) e le culture materiali extraurbane, come campi d’indagine. Il metodo antropologico viene usato come strumento di analisi e d’interpretazione. La sperimentazione diretta (il fare come pensare), la manualità, l’uso ed il comportamento vengono usati come strumenti di riappropriazione personale e dell’ambiente. (1978) La moglie di Lot Una struttura metallica zincata, simile a un tavolo, sorregge cinque piccole architetture di sale in altrettante vasche di zinco. L’acqua scorre lentamente in un tubo da fleboclisi e scendendo goccia a goccia sulla prima architettura di sale la scioglie. L’architettura sta al tempo come il sale sta all’acqua. Le architetture di sale, sciogliendosi, rivelano al loro interno oggetti che rappresentano ciò in cui il tempo le ha trasformate. ( 1978 ) Dentro il Superstudio Quando si producevano i progetti e le immagini, gli scritti e gli oggetti dell’«architettura radicale», l’architettura radicale non esisteva. Ora che questa etichetta esiste, l’architettura radicale non esiste più. In altre parole, non si trattava di un ennesimo movimento o scuola con caratteri omogenei ben definiti, ma di una serie di situazioni, intenzioni e comportamenti. ( 1977 ) Al limite tra progetto e performance, il lavoro del Superstudio è stato sempre caratterizzato da una dialettica, intensa e dichiarata, tra l’oggetto e la sua rappresentazione. «I miti della società prendono forma nelle immagini che la società produce», dichiarano già agli esordi della Superarchitettura, nel 1966. Processo creativo in continuo divenire più che prodotto finito, Dentro il Superstudio presenta l’attività del gruppo vista nel suo farsi attraverso la documentazione fotografica di Cristiano Toraldo di Francia, i manifesti e le pubblicazioni disegnati dal Superstudio per promuovere e non di rado dare forma ai propri progetti e la ricerca fotografica di Stefano Graziani sull’archivio Superstudio, traccia concreta e uncut del metodo di lavoro del gruppo. Infine il documentario di Matteo Giacomelli dà voce ai protagonisti di questa vicenda mentre i lavori dei video-maker Hironaka & Suib [e Rene Daalder] ne dimostano l’attualità e la freschezza del pensiero. BIOGRAFIA Adolfo Natalini, Cristiano Toraldo di Francia, Roberto Magris, Gian Piero Frassinelli, Alessandro Magris. Alessandro Poli è stato associato allo studio dal 1970 al 1972. Superstudio nasce a Firenze nel dicembre 1966, in occasione della mostra Superarchitettura presso la Galleria d’arte Jolly 2 a Pistoia. Tra gli iniziatori della cosiddetta «architettura radicale», ha svolto una ricerca paziente sugli oggetti, gli ambienti, il design industriale e l’architettura. Il lavoro critico del Superstudio si è svolto attraverso progetti teorici come gli Istogrammi d’architettura, Il Monumento Continuo e Le dodici Città Ideali, esponendo in mostre in Italia e all’estero, tenendo corsi e conferenze, pubblicando articoli, saggi e una propria serie di stampati. Nel 1970 Superstudio ha dato vita, in collaborazione col gruppo 9999, a un’organizzazione didattica per lo scambio di informazioni, la Scuola Separata per l’Architettura Concettuale Espansa (S-SPACE). Tra il 1971 e il 1973, ha lavorato nel campo della critica operativa, producendo una serie di film divulgativi sugli Atti Fondamentali (Vita, Educazione, Cerimonia, Amore, Morte): un tentativo di rifondazione filosofica e antropologica dell’architettura. Dal 1973 al 1975 è stato co-fondatore della Global Tools, un sistema di laboratori per lo sviluppo della creatività collettiva. Dal 1973, il gruppo si è p articolarmente dedicato alla ricerca e alla didattica, insegnando nella Facoltà di Architettura di Firenze e in varie scuole internazionali. Tra i più noti gruppi di avanguardia del panorama internazionale degli anni ’60 e ’70, Superstudio ha partecipato alla mostra Italy: The New Domestic Landscape al Museum of Modern Art di New York nel 1972 e a entrambe le mostre internazionali della XV Triennale di Milano del 1973 (Architettura-Città, curata da Aldo Rossi e la sezione dell’industrial design, curata da Ettore Sottsass jr.). La mostra Superstudio: Fragmente aus einem persönlichen Museum, ha circolato in Europa nel 1973/74 mentre la mostra Sottsass Superstudio: Mindscapes è stata esposta in vari musei negli Stati Uniti tra il 1973 e il 1975. Nel 1978 il gruppo ha tenuto una mostra monografica all’Istituto Nazionale di Architettura di Roma ed ha partecipato alla 38. Biennale d’Arte di Venezia, per poi sciogliersi verso la metà degli anni ’80 e dedicarsi progressivamente ad attività individuali.

Oggetti come specchi L’utopia critica del Superstudio di Gabriele Mastrigli

Un uomo si propone lo scopo di disegnare il mondo. Col passar degli anni popola uno spazio di immagini di regioni, regni, montagne, golfi, navi, isole, pesci, case,

strumenti, astri, cavalli e persone. Poco prima di morire scopre che questo paziente labirinto di idee traccia

l’immagine del suo volto. Jorge Luis Borges, L’artefice, 1960.

Leggendo del Superstudio corre alla mente il celebre adagio citato da Borges, Novelty is but oblivion (≪la novità non è nient’altro che dimenticanza≫). In effetti nel lavoro del gruppo fiorentino non c’e nulla di nuovo: rituali e miti fondativi, archetipi e forme simboliche, assemblaggi e objets trouvés, sono questi i ≪ ≫materiali della vasta produzione di quella che pure e stata tra le compagini più influenti della scena neo-avanguardistica mondiale degli anni Sessanta e Settanta. E non v’e dubbio che il lavoro del Superstudio sia stato essenzialmente un incessante processo di accumulazione, selezione e catalogazione dei frammenti di una memoria collettiva, riconosciuta nella cultura pop come nella tradizione classica, nella fenomenologia della modernità come nello sguardo antropologico, nelle prospettive della ricerca scientifica come nelle indagini sulle culture marginali. In questo processo il prodotto finito, il nuovo ≪ordine delle cose≫, per dirla con Foucault1, e proprio lo svelamento della possibilità delle cose stesse, apparentemente innocue, ma non per questo meno definitive: le cose iniziano ad apparire per quello che possono essere, sino a materializzarsi, pian piano, per quello che, in effetti, già sono. Nelle storie del Superstudio ciò che si prefigura e il compimento del loro destino. Questo e il motivo per cui, a rigore, non c’e nulla di utopico nel lavoro del Superstudio. Certamente, nei ≪ ≫cataloghi , la forma narrativa attraverso cui il gruppo fiorentino raccoglieva e presentava disegni e progetti di architettura e design, si fa spesso riferimento a una storia lineare, prospettica, come in Un viaggio nelle regioni della ragione, sorta di rito di iniziazione agli archetipi formali dell’architettura non che vera e propria metafora dell’intero percorso del Superstudio2. Ma si tratta di una dimensione storica annullata nella struttura stessa del racconto, ovvero in una dimensione narrativa che, contenendola e strutturandola, conferisce alla sequenza delle vicende un carattere assoluto e a-storico, rivelandosi come il ≪sistema ≫ del suo funzionamento. Raramente nella storia dell’architettura il rapporto tra scrittura e immagine e cosi circolare e serrato come nell’opera del Superstudio. Sospesa tra arte, letteratura, scienza e filosofia, la narrazione architettonica del Superstudio appare infatti come portatrice di valore in se, senza alcuna necessita di rimandare ad una verità esterna, ad un contenuto più o meno segreto, ad una promessa, ad una salvezza. E, in fondo, nulla più che un sistema di misura – denominazione comune a molti dispositivi progettuali del Superstudio –, un meccanismo di comparazione, e quindi di verifica, della capacita di circolazione e di scambio delle idee, della loro possibilità di trasformare l’economia del discorso, del loro essere beni finiti, limitati, desiderabili, utili; beni che, lungi dall’essere riducibili all’innocuo orizzonte dell’effimero, pongono il vero problema del potere, in questo senso costituendo, come sostiene Foucault, ≪l’oggetto di una lotta, e di una lotta politica≫3. ≪I miti della società prendono forma nelle immagini che la società produce. I nuovi oggetti sono insieme cose e immagini delle cose≫4. L’esordio del Superstudio insieme ad Archizoom, a Firenze nel 1966, e insieme una dichiarazione di intenti e una lucida analisi del contesto in cui l’architetto si trova ad operare. Sono gli anni della crisi trionfante del modernismo in tutti i suoi risvolti politici, sociali, culturali: dalle ≪ ≫mitologie del quotidiano, elencate da Roland Barthes5, alle figure che personificano il movimentato spirito del tempo, da John Fitzgerald Kennedy a Nikita Chruščev, a Martin Luther King. E poi, ovviamente, i profeti della musica di massa, Dylan, i Beatles, i Rolling Stones. Per l’architettura sono gli ultimi, intensi anni dei maestri del Movimento moderno, Mies, Gropius, e soprattutto Le Corbusier, il piu ingombrante di tutti, con la cui scomparsa si apre simbolicamente una densa e controversa stagione di riflessione teorica dentro la disciplina: ne sono un segnale i libri di Aldo Rossi e Robert Venturi, entrambi pubblicati nel 19666. In questo contesto, tuttavia, il manifesto dei giovani fiorentini preannuncia

una ulteriore, inedita apertura di campo che prende atto di questa crisi in una forma ancora piu radicale. I termini del discorso sono quelli che Guy Debord mette in fila nell’incipit de La società dello spettacolo (1967), parafrasando l’apertura del Capitale di Marx: ≪Tutta la vita delle società nelle quali predominano le condizioni moderne di produzione si presenta come un’immensa accumulazione di spettacoli. Tutto cio che era direttamente vissuto si e allontanato in una rappresentazione≫7. Vita, società, modernità, produzione, accumulazione, rappresentazione. Sono queste le condizioni di partenza e insieme il ≪catalogo degli attrezzi ≫ del Superstudio e dei suoi compagni di viaggio della cosiddetta architettura radicale8. Ecco perche i due aspetti più rilevanti del lavoro del Superstudio – da un lato l’invenzione narrativa, dall’altro la critica sprezzante e radicale al ruolo dell’architettura nella società contemporanea, sino alla messa in discussione dei suoi stessi fondamenti – vanno tenuti e compresi insieme. Tutto il percorso del Superstudio, a ben vedere, può essere tematizzato in una serie di passaggi che indagano sempre più a fondo il rapporto tra rappresentazione e critica del sistema. Il presupposto e che l’architettura, dagli albori della modernità in poi dispersa in un profluvio di saperi tecnici, possa soltanto svolgere il ruolo ideologico di ≪ ≫rappresentare questa condizione, prospettandone le (drammatiche) conseguenze. In un celebre saggio di quegli anni lo storico Manfredo Tafuri definisce emblematicamente questo processo ≪ ≫le avventure della ragione 9, facendolo risalire alla meta del Settecento, momento in cui emergono quelle costanti della ≪dialettica dell’illuminismo≫ destinate a caratterizzare l’intero percorso dell’arte e dell’architettura moderne: ≪formazione dell’architetto come ideologo del “sociale”, individuazione del campo adeguato di intervento nella fenomenologia urbana, ruolo persuasivo della forma nei confronti del pubblico e autocritico nei confronti della propria stessa ricerca, dialettica – al livello dell’indagine formale – fra ruolo dell’“oggetto” architettonico e ruolo dell’organizzazione urbana ≫10. La missione ≪ ≫sociale dell’intellettuale borghese si prospetta dunque, fin da subito, come quella di ≪ ≫allontanare l’angoscia prodotta dalla percezione di liberta dell’individuo moderno a fronte dei meccanismi generati dalla nuova condizione sociale, in particolare quella legata alla dimensione urbana. L’arte e l’architettura moderne nascono cosi in seno alla metropoli, macchina alienante ma necessaria. Per esse, sostiene Tafuri, l’imperativo etico e quello di ≪comprendere e introiettare≫ le cause di questa angoscia. Un dovere che, lungi dall’essere una mera questione estetica, si configura come un vero lavoro: mediare e gestire i processi di crisi che sono alla base dei meccanismi di produzione (e riproduzione) del sistema capitalistico. E in questa luce che l’opera del Superstudio, in tutta la sua variegata e anticonvenzionale sequenza di prodotti (manifesti, installazioni, performance, racconti, stampati, progetti, manufatti, oggetti di design, etc.), appare tutt’altro che una fuga dai presunti compiti dell’architettura11. Al contrario essa rappresenta la punta piu avanzata della riflessione e dell’azione architettonica, non solo dal punto di vista storico, come ultimo capitolo della lunga stagione delle avanguardie, ma proprio come percorso in se: un viaggio attraverso quelle ≪ ≫regioni della ragione dove l’architettura, pur muovendo da istanze individuali, svela la sua natura eminentemente razionale e, attraverso un processo di sistematica autocritica della propria ricerca, illumina il senso del suo fare e dunque il suo ruolo nella società. 1 ≪L’ordine e, a un tempo, cio che si da nelle cose come loro legge interna, il reticolo segreto attraverso cui queste in qualche modo si guardano a vicenda, e cio che non esiste se non attraverso la griglia di uno sguardo, di un’attenzione, di un linguaggio; soltanto nelle caselle bianche di tale quadrettatura esso puo manifestarsi in profondita come gia presente, in silenziosa attesa del momento in cui verra enunciato≫. Cfr. Michel Foucault, Les mots et les choses, Gallimard, Paris 1966; tr. it. Le parole e le cose. Un’archeologia delle scienze umane, Rizzoli, Milano 1969, p. 10. 2 Superstudio, Un viaggio nelle regioni della ragione (1969), infra, pp. 96-99. 3 Michel Foucault, L’archéologie du savoir, Gallimard, Paris 1969; tr. it. L’archeologia del sapere, Rizzoli, Milano 1971, p. 140. 4 Archizoom, Superstudio, Superarchitettura [1967], infra, p. 4. 5 Roland Barthes, Mythologies, Editions du Seuil, Paris 1957; tr. it. Miti d’oggi, Einaudi, Torino 1974. 6 Cfr. Robert Venturi, Complexity and Contradiction in Architecture, Museum of Modern Art, New York 1966, e Aldo Rossi, L’architettura della città, Marsilio, Padova 1966; nuova edizione Quodlibet, Macerata 2011. Le Corbusier, scompare nelle acque di Roquebrune-Cap-Martin, in Costa azzurra, il 27 agosto 1965. 7 Come e noto, per l’inizio del suo libro Debord riprende l’incipit del Capitale di Marx sostituendo al termine ≪ ≫ ≪ ≫merce il termine spettacolo . Guy Debord, La Société du Spectacle, Buchet-Chastel, Paris 1967; La società dello spettacolo, Baldini&Castoldi, Milano 1997, p. 53. 8 Sulla scorta dell’esperienza di Archizoom e Superstudio in quegli anni a Firenze si formano i gruppi Ufo, 9999, Zziggurat e si mettono in luce le figure di Remo Buti e Gianni Pettena; ai fiorentini si affiancano a Milano Ugo La Pietra, a Napoli Riccardo Dalisi, a Torino il Gruppo Strum. Mentore del ≪ ≫movimento e Ettore Sottsass jr., che dal 1957 e consulente artistico per la Poltronova di Agliana (Pistoia), l’azienda che realizzera i primi oggetti di Archizoom e Superstudio. Il termine ≪architettura radicale ≫ viene coniato da Germano Celant nel 1971 con il saggio Senza titolo, pubblicato nel numero monografico della rivista ≪ ≫in curato da Archizoom e Superstudio e dedicato al tema La distruzione dell’oggetto. Celant fa riferimento ad una ≪lettura radicale del sistema del fare e dell’essere in architettura≫ e ad una espansione di campo al

valore filosofico-intenzionale dell’architettura. Pertanto non solo i progetti, gli oggetti e i manufatti sono architettura, ma lo sono la committenza, i media, l’informazione, la scrittura e l’architetto stesso. Germano Celant, Senza titolo, ≪in. Argomenti e immagini di design≫, 2-3, marzo-giugno 1971, pp. 76-81. 9 Manfredo Tafuri, Per una critica dell’ideologia architettonica, ≪ ≫Contropiano , 1, 1969, pp. 31-79; poi ripubblicato in Progetto e utopia. Architettura e sviluppo capitalistico, Laterza, Roma-Bari 1973, pp. 5 sgg. 10 Ivi, p. 7. 11 Va detto che Manfredo Tafuri non fu in grado di apprezzare il contributo dell’avanguardia fiorentina, come emerge proprio nelle pagine di Progetto e utopia, sino ad osteggiarli apertamente. Cio sorprende giacche le loro posizioni (soprattutto di Archizoom) furono vicine all’approccio dello storico romano, almeno degli inizi. Cfr. Pier Vittorio Aureli, The Project of Autonomy. Politics and Architecture whitin and against Capitalism, Buell Center / FORuM Project-Princeton Architectural Press, New York 2008; ed. it. Il progetto dell’autonomia. Politica e architettura dentro e contro il capitalismo, Quodlibet, Macerata 2016. testo estratto dal libro Superstudio Opere 1966-1978 edito da Quodlibet

Novità 2016 Quodlibet

Questo volume è il Meridiano del Superstudio. Raccoglie per la prima volta tutte le opere, i testi e i progetti, del più celebre gruppo di “architettura radicale”, secondo la definizione canonica di Germano Celant.

Il Meridiano del Superstudio. Il più celebre gruppo di architettura radicale.

Dopo cinquant’anni in cui alle rimozioni storiografiche si sono alternati continui revival sia in ambito nazionale che internazionale, sono maturati i tempi per un bilancio definitivo di questa eccezionale esperienza collettiva dell’architettura del Novecento. Oggi i disegni, i modelli, i celebri fotomontaggi, le lampade, i tavoli e gli altri oggetti di design creati dal Superstudio sono esposti in molti musei del mondo, fra cui il MoMA di New York, il Centre Pompidou di Parigi, il Frac di Orléans, il Centro per l’arte contemporanea Pecci di Prato e il MAXXI di Roma. Non deve quindi meravigliare che il Superstudio sia diventato un classico, come è nel destino di tutte le avanguardie che una volta storicizzate e musealizzate non riflettono più solo istanze rivoluzionarie, ma costituiscono un nuovo orizzonte di valori condivisi, molto meno astratti e atemporali, che travalicano i confini specialistici per diventare modelli estetici di liberazione.Tutti i progetti del Superstudio, dai più noti Il Monumento Continuo e Le dodici Città Ideali a quelli più estremi generati dal ciclo della Cultura materiale extra-urbana, sono qui generosamente illustrati da un’enorme mole di disegni e documenti inediti, frutto di un lungo e accurato lavoro di ricostruzione archivistica.

Il gruppo Superstudio nasce a Firenze nel dicembre 1966 contemporaneamente ad Archizoom. I membri sono stati Adolfo Natalini, Cristiano Toraldo di Francia, Roberto Magris, Piero Frassinelli e Alessandro Magris; Alessandro Poli è stato associato allo studio dal 1970 al 1972. Tra i fondatori della cosiddetta “architettura radicale”, il Superstudio ha svolto una ricerca paziente anche sugli oggetti, gli ambienti e il design industriale.

autore

Superstudio titolo

Opere1966-1978

A cura di Gabriele Mastrigli

44 progetti illustrati con 570 immagini a colori

collana Habitat

formato 167x240

pagine 780

legatura Cartonato stampato

isbn 978-88-7462-813-1

prezzo Euro 80,00

Quodlibet via Mozzi 2362100 Maceratat. 0733 264965www.quodlibet.it

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ENEL PRIMO SOCIO FONDATORE PRIVATO DEL MAXXI – MUSEO NAZIONALE DELLE ARTI DEL XXI SECOLO

Enel è il primo socio fondatore privato della Fondazione MAXXI. L’adesione alla Fondazione MAXXI

comporta da parte di Enel un contributo sociale per tre anni. Enel, inoltre, affianca la Fondazione MAXXI

in un ambizioso piano di efficientamento energetico del museo, all’insegna della sostenibilità e del

risparmio.

Cultura, valore e responsabilità sono le linee guida che spingono Enel a sostenere partnership con le più

importanti istituzioni nazionali e internazionali nella realizzazione di progetti innovativi che intendono

offrire ai cittadini una visione dell’energia orientata al futuro. In particolare Enel è impegnata nella

promozione dell’arte e della grande musica e dei giovani artisti: è socio fondatore dell’Accademia

Nazionale di Santa Cecilia e del Teatro alla Scala dal 2003 e del Maggio Musicale Fiorentino dal 2015.

L’impegno di Enel è da sempre quello di trovare le migliori soluzioni per lo sviluppo economico e sociale

nei Paesi in cui opera, delle imprese che ne producono la ricchezza e delle persone che ne

rappresentano il motore. Nel rispetto per l’ambiente e per le comunità che ospitano le sue attività.

Il mondo è cambiato. Sempre più persone accedono a tecnologie più potenti che mai. La nostra vita è

sempre più connessa, l'energia deve consentire a tutti di poter fare di più. È per questo che Enel si

impegna ad aprire l'energia a più persone, tecnologie, usi e partner.

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Operiamo in oltre 30 paesi in Europa, Nord America, America Latina, Africa e Asia. Fornisce energia

sempre più sostenibile e più affidabile a più di 61 milioni di clienti, contando su una capacità netta

installata di oltre 89 GW. Gestisce 1,9 milioni di chilometri di rete, con fornitura alla più grande base di

clienti di qualsiasi società energetica europea.

Alcantara e MAXXI: eccellenza e creatività nell’arte Materiale senza tempo, dalle molteplici potenzialità espressive e unico nel suo genere, Alcantara incontra l’arte e l’architettura aprendosi a nuovi linguaggi interpretativi. Dopo il successo delle 3 mostre Can you imagine?, Shape your life! e Playful inter-action (i cui risultati sono stati raccolti in un catalogo dedicato) continua la collaborazione tra l’azienda italiana che produce l’omonimo materiale e il Museo nazionale delle arti del XXI secolo. Nel corso dei tre anni di collaborazione, il progetto Alcantara-MAXXI ha visto le due realtà - museo e azienda - confrontarsi e cimentarsi in uno scambio continuo di competenze ed esperienze, dando vita ad un modello di collaborazione e di dialogo di grande intensità creativa, che negli anni ha impegnato oltre venti tra designer affermati e giovani talenti internazionali. “Quella tra MAXXI e Alcantara è una partnership strategica che percorre una nuova forma di collaborazione tra una istituzione e un’azienda - dice Giovanna Melandri, Presidente Fondazione MAXXI. Se nel ‘core business’ del MAXXI come in quello di Alcantara c’è il sostegno e la promozione dei talenti creativi emergenti, questa modalità di progetto comune, che va ben oltre il tradizionale concetto di sponsorizzazione, permette una collaborazione creativa che arricchisce tutti i soggetti coinvolti”. “E’ nostra ferma convinzione - sostiene Andrea Boragno, Presidente e Amministratore Delegato di Alcantara S.p.A. - che il senso di una relazione efficace tra azienda e museo vada oggi ricercato nella volontà concreta di sondare nuovi territori interpretativi, svincolandosi dal ruolo di mero mecenate per scegliere invece la via di una collaborazione reale, che venga innanzitutto dallo scambio di conoscenze”. Una visione condivisa anche da Margherita Guccione, Direttore MAXXI Architettura, che sottolinea: “Alcantara-MAXXI è un nuovo modello di collaborazione tra azienda e museo di architettura, in cui entrambe le parti hanno nello scambio un’occasione di dialogo reale per una visione comune e innovativa. In questi tre anni, grazie al coinvolgimento di 21 designer internazionali, abbiamo, negli spazi del MAXXI, guardato al futuro, sperimentando la creatività e la versatilità di questo incredibile materiale”.

Fondata nel 1972, Alcantara rappresenta una delle eccellenze del Made in Italy. Marchio registrato di Alcantara S.p.A. e frutto di una tecnologia unica e proprietaria, Alcantara® è un materiale altamente innovativo, potendo offrire una combinazione di sensorialità, estetica e funzionalità che non ha paragoni. Grazie alla sua straordinaria versatilità, Alcantara è la scelta dei brand più prestigiosi in numerosi campi di applicazione: moda e accessori, automotive, interior design e home décor, consumer-electronics. Grazie a queste caratteristiche, unite ad un serio e certificato impegno in materia di sostenibilità, Alcantara esprime e definisce lo stile di vita contemporaneo: quello di chi ama godere appieno dei prodotti che usa ogni giorno nel rispetto dell’ambiente. Dal 2009 Alcantara è certificata “Carbon Neutral”, avendo definito, ridotto e compensato tutte le emissioni di CO2 legate alla propria attività. Nel 2011 la rendicontazione è stata estesa fino a comprendere l’intero ciclo di vita del prodotto, includendo quindi le fasi di uso e smaltimento (“from cradle to grave”). Per documentare il percorso dell’azienda in questo ambito, ogni anno Alcantara redige e pubblica il proprio Bilancio di Sostenibilità, certificato dall’ente internazionale TÜV SÜD e consultabile anche attraverso il sito aziendale. L’headquarter di Alcantara si trova a Milano, mentre lo stabilimento produttivo e il centro ricerche sono situati a Nera Montoro, nel cuore dell’Umbria (Terni).

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Comunicato stampa N. M004/16 San Donato Milanese, 23 febbraio 2016 MINI e MAXXI, una partnership in nome del designMINI e MAXXI, una partnership in nome del designMINI e MAXXI, una partnership in nome del designMINI e MAXXI, una partnership in nome del design In occasione della presentazione delle mostre e delle attività di MAXXI per il 2016, viene annunciata la partnership tra il Museo e MINI. Una reading room brandizzata MINI accompagnerà i visitatori nel viaggio culturale del Museo. San Donato MilaneseSan Donato MilaneseSan Donato MilaneseSan Donato Milanese. . . . Sin dalla Mini Classica disegnata dalla matita di Sir Alec Issigonis nel 1959, ogni MINI è molto più di un’icona automobilistica. Rappresenta una vera e propria filosofia esistenziale, uno spazio vitale, un oggetto d’arredamento urbano e, persino, una creazione artistica. Per ribadire la sua vocazione, MINI ha avviato una partnership con il MAXXI di Roma, realtà con la quale condivide valori comuni legati al mondo del design, dell’arte e delle nuove tendenze. La partnership viene annunciata oggi, 23 febbraio 2016, in occasione della conferenza stampa in cui il Presidente della Fondazione MAXXI, Giovanna Melandri, insieme al Direttore Artistico Hou Hanru, presentano le mostre e le attività del Museo per il 2016. “La collaborazione con MAXXI è quasi naturale per noi perché condividiamo con il Museo non solo la passione per il design, ma anche l’artista che ha realizzato questo magnifico luogo, Zaha Hadid, che per noi ha realizzato la fabbrica di Lipsia. È particolarmente significativo poi – racconta Sergio Solero, Presidente e Amministratore Delegato di BMW Italia S.p.A. – che questa partnership nasca proprio nel 2016, quando celebriamo i 100 anni del BMW Group e i 50 anni di BMW in Italia. Siamo orgogliosi di cooperare con le più importanti istituzioni culturali del Paese, e il MAXXI è una di queste”. Il MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo è la prima istituzione nazionale dedicata alla creatività contemporanea, che propone un palinsesto ricco di esposizioni, workshop, convegni, laboratori, spettacoli, proiezioni, progetti formativi all’interno del quale si colloca anche la presenza di MINI. MINI e MAXXIMINI e MAXXIMINI e MAXXIMINI e MAXXI MINI è la trasposizione di un lifestyle globale e trasversale che viene amato da persone di culture, lingue ed estrazioni sociali diverse. Da sempre attenta all’arte e al design, MINI ha una grande predisposizione alla ricerca e all’innovazione, anticipando le ultime tendenze. Valori che la accomunano al MAXXI e che la compatto premium britannica oggi rivive anche con la Nuova MINI Clubman. “MINI ha una forte connotazione di heritage, ma al tempo stesso è da sempre terreno fertile per esperimenti creativi – spiega Federico Izzo, Head of MINI - e ha scelto di unirsi a MAXXI in quanto luogo di valorizzazione del patrimonio culturale, ma, al tempo stesso, laboratorio di sperimentazione, innovazione e produzione di nuovi contenuti estetici contemporanei”. Il connubio apre a MINI una nuova opportunità per spingersi ancora una volta oltre i confini del semplice “oggetto automobile” e, per questo motivo, insieme al MAXXI è stato scritto un vero e proprio “Manifesto”, che esalta i valori comuni su cui si basa la partnership:

MINIMINIMINIMINI CORPORATE COMMUNICATIONS CORPORATE COMMUNICATIONS CORPORATE COMMUNICATIONS CORPORATE COMMUNICATIONS

“Opposti solo nei nomi, speculari nei valori che li animano. Come MINI da sempre sfida i canoni culturali del tempo, così MAXXI si inserisce in una Roma millenaria per affermarsi come luogo aperto, dove le pratiche artistiche diventano laboratorio di futuro. Ecco dunque che i loro percorsi volti a promuovere avanguardia, sperimentazione e innovazione si incontrano, in un viaggio che vuole contribuire alla creazione di nuovi linguaggi e alla visione di mondi nuovi.” Uno spazio culturaleUno spazio culturaleUno spazio culturaleUno spazio culturale di formazione di formazione di formazione di formazione powered by MINpowered by MINpowered by MINpowered by MINIIII MINI, partner dei Public Programs di MAXXI, ossia di tutti quegli appuntamenti parte integrante della programmazione che approfondiscono e arricchiscono i temi sviluppati dalle mostre, ha scelto di allestire una reading room per dare un valore aggiunto al momento di formazione culturale dei visitatori del Museo. Verrà, infatti, creato uno spazio itinerante, dedicato a meeting e conferenze di arte e design, ma anche un luogo di sharing sempre disponibile per i visitatori, dove trovare materiale informativo sulle mostre. Durante l’anno verranno poi realizzate iniziative specifiche volte a valorizzare i due mondi, MINI e MAXXI, e ad avvicinare i rispettivi clienti e visitatori. Per ulteriori informazioni contattare: Cristiana Lattuada PR & Communication Coordinator MINI Telefono: 02.51610.710 Fax: 02.51610.0710 E-mail: [email protected] Media website: www.press.bmwgroup.com (comunicati e foto) e http://bmw.lulop.com (filmati) Il BMW Group Il BMW Group Il BMW Group Il BMW Group Con i suoi tre marchi BMW, MINI e Rolls-Royce, il BMW Group è il costruttore leader mondiale di auto e moto premium e offre anche servizi finanziari e di mobilità premium. Come azienda globale, il BMW Group gestisce 30 stabilimenti di produzione e montaggio in 14 paesi ed ha una rete di vendita globale in oltre 140 paesi. Nel 2015, il BMW Group ha venduto circa 2,247 milioni di automobili e 137.000 motocicli nel mondo. L’utile al lordo delle imposte per l’esercizio 2014 è stato di 8,71 miliardi di Euro con ricavi pari a circa 80,40 miliardi di euro. Al 31 dicembre 2014, il BMW Group contava 116.324 dipendenti. Il successo del BMW Group si fonda da sempre su una visione sul lungo periodo e su un’azione responsabile. Perciò, come parte integrante della propria strategia, l’azienda ha istituito la sostenibilità ecologica e sociale in tutta la catena di valore, la responsabilità globale del prodotto e un chiaro impegno a preservare le risorse. www.bmwgroup.com Facebook: http://www.facebook.com/BMWGroup Twitter: http://twitter.com/BMWGroup YouTube: http://www.youtube.com/BMWGroupview Google+:http://googleplus.bmwgroup.com

Monteroberto, 18 aprile 2016

Gagliardini. Storia di un’impresa e di un’impresa culturale

Gagliardini Srl è un’azienda commerciale per la fornitura di beni e servizi legati all’abitare, al costruire, al progettare fondata nel 1958 da Vittorio Gagliardini. Sede in Vallesina, provincia di Ancona, da oltre vent’anni affianca alla mission aziendale un progetto editoriale e culturale dedicato al progetto contemporaneo – arte, architettura, design – dapprima con la rivista Progetti, dal 2012 evoluta in Mappe, una testata registrata divenuta riferimento per le filiere professionali e la community del progetto marchigiano e adriatico delle due sponde. Nata per volontà dell’imprenditore la rivista ha valorizzato e promosso la qualità architettonica del territorio attraverso una narrazione puntuale e disciplinare riconosciuta in più contesti con dignità di fonte, e con un costante e significativo investimento sui programmi culturali ha consentito di realizzare mostre, convegni di studio, eventi seminari e workshop come utili piattaforme intorno ai quali costruire e sedimentare progetti, riflessioni e azioni. La scelta dell’investimento in cultura, strategico per lo sviluppo dell’impresa, ha portato alla costruzione di un progetto editoriale articolato in format interconnessi che caratterizzano il sistema Mappelab: Mappe con cadenza semestrale – direttore editoriale Cristiano Toraldo di Francia; Demanio

Marittimo-Km-278 – un evento culturale realizzato con il contributo di un’imponente infrastruttura di relazioni pubblico/privata, nazionale e internazionale; MStore il social commerce che mette in relazione chi progetta e chi produce, e investe una quota stabile in format concorsuali per il giovane talento. L’azienda – per i contenuti espositivi dello showroom – in cui è rappresentata la miglior produzione di qualità, nazionale e internazionale si caratterizza per profili di innovazione del servizio, della vendita, della relazione rispetto a progettualità, qualità del processo, reputazione e autorevolezza. Considerata dagli operatori del settore un’avanguardia in Italia, è un laboratorio in continua trasformazione dove rappresentazione, consulenza commerciale e conoscenza culturale offrono l’esperienza del marchio e dello stile. Forte di un modello di business affinato sui desideri e i bisogni del consumatore, come dimostrano le partnership storiche con marchi leader dell’arredo e del design, e le relazioni con i migliori produttori del made in Italy. I tre figli di Vittorio Gagliardini – Mario, Cristiana e Francesca – lo affiancano nella governance dell’azienda con ruoli di responsabilità, a conferma di un riuscito passaggio generazionale. www.gagliardini.it

Jesi, 18 aprile 2016

L’Associazione DEMANIO MARITTIMO.KM-278 è stata fondata il 10 giugno 2013 a Monteroberto. La sua missione è quella di favorire lo sviluppo dell’impresa culturale e il dialogo tra i soggetti della filiera del progetto contemporaneo – arte, architettura, design, impresa, reti della produzione culturale - con attività e iniziative sul territorio in collaborazione con istituzioni, università, centri di ricerca, imprese, istituzioni pubbliche e private. La compagine dei soci fondatori restituisce la trasversalità e la ricchezza dei processi che l’Associazione si propone di favorire e accompagnare. Il panel delle testimonianze è costituito da storie individuali, esperienze di impresa innovativa caratterizzata da politiche di qualità, sostenibilità e responsabilità sociale, dalla partecipazione delle reti associative e istituzionali che con la loro azione favoriscono e accompagnano la modernizzazione del territorio.

La governance dell’Associazione che ha sede legale a Jesi, è organizzata con un Direttivo presieduto da Cristiana Colli; un Comitato Scientifico di personalità indipendenti legate al progetto, alla cultura e all’impresa; un panel di Soci Onorari che accoglie rappresentanti delle Istituzioni di più immediato riferimento – Regione, Enti territoriali, Università, Autonomie funzionali, Corpi dell’organizzazione dello stato.

Sin dalla sua nascita l’Associazione è impegnata nella produzione di Demanio

Marittimo.Km-278, un evento/progetto che nasce nel 2011 e si rinnova ogni anno nel mese di luglio per una sola notte – 12 ore, 6 pm/ 6 am.

L’idea concettuale e la sua restituzione progettuale guardano alla spiaggia come spazio pubblico, e all’Adriatico come mare delle grandi questioni contemporanee, epicentro geopolitico e culturale, nodo e hub di metamorfosi antropologiche, demografiche, religiose, progettuali dell’Europa a venire che guarda a Oriente.

www.mappelab.it

http://www.mappelab.it/mappe/demanio-marittimo-km-278/associazione/

http://www.mappelab.it/demanio-marittimo-km-278/

SKY ARTE HD - CANALI 110, 130 e 400 di SKY –

PITTURA, SCULTURA, MUSICA, LETTERATURA,

TEATRO E DESIGN, FORME ESPRESSIVE ANTICHE E CONTEMPORANEE:

L’ARTE E IL SAPERE AL CENTRO DELLA

PIATTAFORMA

SKY ARTE HD, il primo canale televisivo italiano dedicato all’Arte in tutte le sue declinazioni, è visibile a tutti gli abbonati Sky (che dispongono dell’HD nel proprio abbonamento) alle posizioni 110, 130 e 400 della piattaforma. Pittura, scultura, architettura, musica, letteratura, teatro, design e tutte le forme di espressione artistica trovano spazio in un unico palinsesto dedicato sia agli appassionati, che hanno l’opportunità di approfondire i loro interessi, sia ai semplici curiosi che possono avvicinarsi all’arte in un modo nuovo attraverso le grandi produzioni internazionali (Sky Arts, BBC, Channel 4, Arte, PBS, Sundance Channel) e quelle originali del canale. Con un linguaggio contemporaneo e mai didascalico, che trova nella contaminazione dei generi la sua chiave narrativa, Sky Arte HD racconta le infinite risorse del patrimonio artistico mondiale, con un occhio di riguardo alla straordinaria tradizione italiana e al talento dei nostri artisti. Dalla Cappella Sistina, presentata su Sky Arte HD in tutta la sua potenza espressiva nella produzione originale Michelangelo – Il cuore e la pietra, che su Sky 3D è stata accompagnata, proprio il 1° novembre, da un esclusivo documentario sulla Cappella Sistina, alle provocazioni di Marina Abramovic, dal fascino di maestri del calibro di Daniel Baremboim alle leggende del rock come Jim Morrison, dai talenti eclettici alla Tom Ford alla regina della fotografia Annie Leibovitz, il canale ospiterà i mille linguaggi dell’arte. Tra le produzioni originali ci sono programmi appositamente creati per i più piccoli, come L’arte non è marte, che porta con allegria i bambini e i genitori alla scoperta dell’Arte come un elemento che può far parte della vita di tutti, e viaggi nel mondo dell’arte contemporanea, come Potevo farlo anch’io, condotto da Alessandro Cattelan e Francesco Bonami, che ci guidano con un approccio ironico tra le meraviglie e i paradossi dei maggiori capolavori della contemporaneità. Uno spazio importante è dedicato agli eventi sul territorio: rassegne, mostre e retrospettive saranno raccontate nel reportage Grandi Mostre, in cui il complesso meccanismo della realizzazione di una mostra viene raccontato passo dopo passo, dal

trasporto delle opere al vernissage. Ed ancora Sky Arte HD in occasione del Salone e Fuorisalone 2013 ha realizzato la produzione originale De.sign che ha portato gli spettatori nel cuore della design week milanese con le pillole quotidiane dedicate al Fuorisalone, con un reportage finale su tutta l’edizione 2013, e con un’importante serie di documentari dedicati alla storia del design. Un’altra produzione originale di Sky Arte è Bookshow, interamente dedicato ai libri e che li racconta attraverso una semplice ma esaustiva struttura tripartita: un libro, un luogo, un ospite. Ed ancora Destini Incrociati Hotel, un cartoon spensierato e colorato che racconta, ambientandoli in un Hotel dove le porte delle camere si aprono e si chiudono sui destini dei protagonisti, incontri che hanno cambiato la storia. Nel mese di giugno Sky Arte Hd ha presentato Contact un’altra produzione originale che in 10 episodi compie un viaggio straordinario e affascinante nella città proibita dei provini, a contatto dei celebri fotografi della Magnum Photos, la leggendaria agenzia fondata nel 1947. Nel mese di ottobre Sky Arte presenta Capolavori Svelati: Greta Scacchi mostrerà come un grande artista, oltre che uno straordinario interprete artistico, sia anche un vero e proprio narratore del suo tempo. Nel mese di novembre tornerà su Sky Arte una nuova serie di Contact e di Street Art una produzione originale interamente dedicata al mondo dell’arte di strada. Sky Arte HD si avvale del contributo di Enel, main sponsor del canale e dei suoi programmi di punta, come è accaduto per Michelangelo – Il cuore e la pietra, e che partecipa attivamente alla realizzazione di produzioni ad hoc come Corti di luce e gli speciali dedicati a Enel Contemporanea, il progetto di arte contemporanea promosso dall’azienda e giunto alla sesta edizione. Sky Arte HD ha inoltre stretto delle importanti partnership con l’Istituto Luce-Cinecittà e con festival, mostre e fiere per raccontare i principali eventi culturali italiani, quali il Festivaletteratura di Mantova, Roma Europa Festival e Artissima. Ancora, Sky Arte HD sarà media partner del MAXXI, dal mese di ottobre delle produzioni originali racconteranno le principali mostre della stagione del Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo. In linea con il linguaggio moderno della programmazione, il canale ha una forte presenza sul web e sui social network (Facebook, Twitter e Instagram), grazie al sito www.skyarte.it e a Sky Go, il servizio di streaming dei programmi che permette di vedere Sky su pc e smartphones. I contenuti principali di Sky Arte HD sono disponibili anche sul servizio Sky on Demand. «Quello che ci prendiamo è un grande impegno - spiega Roberto Pisoni, direttore di Sky Arte HD - perché raccontare l’Arte in televisione, in tutte le sue sfaccettature e in maniera nuova e originale, è una grande scommessa. Ma l’Arte, nelle sue molteplici espressioni, sia antiche che contemporanee, sia colte che popolari, è un’esperienza che migliora della vita e offre un serbatoio infinito di storie appassionanti che siamo fieri di offrire al pubblico di Sky.»

Ufficio stampa Sky Arte HD MN – Cristiana Zoni – [email protected] Marilena D’Asdia – MN [email protected] Tel 06.853763 Ufficio Stampa Sky – Elena Basso [email protected] Tel 02.308015837