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6Il Sole 24 Ore
Lunedì2 Aprile 2012 - N. 92
La legge 240 del 2010Per i poli statali mandato unico di sei anni non rinnovabile:sono in 17 i «magnifici» con incarico esaurito già nel 2011
PROFESSORI NEL MIRINONei questionarivalutativi viene chiestodi segnalare le effettivepresenze dei docentiper tenere le lezioni
INTERVENTO
Fonte: elab. su dati Crui e delle singoleuniversità
AteneoAteneo RettoreRettore ElezioneElezione ScadenzaScadenza
Bari CorradoPertocelli 2006 2012
BariPolitecnico
NicolaCostantino 2009 2012
BasilicataPotenza
MauroFiorentino 2009 2014
BeneventoSannio
FilippoBencardino 2006 2013
Bergamo StefanoPaleari 2009 2013
Bologna Ivano Dionigi 2009 2013
Brescia SergioPecorelli 2010 2014
Cagliari GiovanniMelis 2009 2013
Calabria GiovanniLatorre 1999 2011
Camerino FlavioCorradini 2004 2017
Cassino CarloAttaianese 2009 2013
Catania AntonioRecca 2006 2013
CatanzaroM. Grecia
AldoQuattrone 2011 2017
Chieti FrancoCuccurullo 1997 2012
Ferrara PasqualeNappi 2010 2013
Firenze Alberto Tesi 2009 2013Firenze Sum Marco Citroni 2010 2014
Foggia GiulianoVolpe 2008 2011
Genova GiacomoDeferrari 2008 2012
L’Aquila Ferdinandodi Iorio 2004 2011
Lucca Imt FabioPammolli 2007 2011
Macerata Luigi Lacchè 2010 2014
Messina FrancescoTomasello 2004 2011
MilanoPolitecnico
GiovanniAzzone 2010 2016
MilanoBicocca
MarcelloFontanesi 1999 2012
MilanoStatale
EnricoDecleva 2001 2011
ModenaReggio E.
AldoTomasi 2008 2011
Molise GiovanniCannata 1995 2013
NapoliFederico II
MassimoMarrelli 2010 2014
Napoli II FrancescoRossi 2006 2014
NapoliOrientale
LidaViganoni 2008 2012
NapoliParthenope
ClaudioQuintano 2010 2016
Padova GiuseppeZaccaria 2009 2013
Palermo RobertoLagalla 2008 2011
Parma Gino Ferretti 2000 2011
Pavia AngiolinoStella 2005 2013
Pavia Iuss RobertoSchmidt 2005 2013
Perugia FrancescoBistoni 2000 2011
PerugiaStranieri
StefaniaGiannini 2004 2011
PiemonteOrientale
LucianoGarbarino 2004 2012
Pisa MassimoMario Augello 2010 2014
PisaNormale Fabio Beltram 2010 2014
PisaSant’Anna
Maria ChiaraCarrozza 2007 2013
PolitecnicaMarche
MarcoPacetti 1997 2012
Reggio C.Mediterra-nea
MassimoGiovannini 2007 2014
Roma 3 Guido Fabiani 1998 2012RomaLa Sapienza
LuigiFrati 2008 2012
RomaForo Italico
PaoloParisi 2007 2011
RomaTor Vergata
RenatoLauro 2008 2011
Salento DomenicoLaforgia 2007 2011
Salerno RaimondoPasquino 2001 2013
Sassari AttilioMastino 2009 2012
Siena AngeloRiccaboni 2010 2014
SienaStranieri
MassimoVedovelli 2004 2012
Teramo Rita TranquilliLeali 2009 2013
Torino EzioPellizzetti 2004 2012
TorinoPolitecnico
MarcoGilli 2012 2018
Trento Davide Bassi 2004 2012
Trieste FrancescoPeroni 2006 2012
Trieste Sissa GuidoMartinelli 2010 2013
Udine CristianaCompagno 2008 2011
Urbino StefanoPivato 2009 2012
VareseInsubria
RenzoDionigi 1998 2012
VeneziaCà Foscari
CarloCarraro 2009 2012
Venezia Iuav AmerigoRestucci 2009 2013
Verona AlessandroMazzucco 2004 2011
ViterboTuscia
MarcoMancini 1999 2011
di Stefano Semplici
RIFORMA DELL’UNIVERSITÀ
Lapartitadellepoltrone
Moltistudentiuniversita-ri, dovendo compilareilquestionariodivaluta-
zione dell’attività didattica deiloro docenti, sono chiamati aesprimere un’opinione non so-losulrispettodegliorari, laeffet-tiva reperibilità per chiarimentiespiegazioniepersinolacapaci-tà del professore di stimolarecon la sua esposizione l’interes-se verso la disciplina.
Può capitare che si trovino difronte anche ad un’altra richie-sta, che nel caso della mia uni-versità, dove si è deciso di intro-durla quest’anno, è formulatasenza giri di parole. L’ammini-strazione vuole sapere quantevolte il professore si è presenta-to in aula per tenere "personal-mente" le sue lezioni: quasi maio saltuariamente (da 0 a 25%);per una piccola parte (da 25 a50%); per una buona parte (da50 a 75%); per tutte o quasi tutte(da 75 a 100%). Credo che que-stadomandadebbaessereconsi-derata sorprendente e spesso
malposta,maanche coraggiosa.È sorprendente, perché ci la-
scia temere uno scenario nelquale un numero significativodi docenti elude sistematica-menteunodeisuoiprincipalido-veri. Il minimo che si possa fareè chiedere ai rettori di rendereimmediatamente pubblici que-stirisultati,peressererassicura-ti sul fatto che la totalità o quasideiprofessoritieneregolarmen-te le sue lezioni. In caso contra-rio,ènecessariosapere quali so-nolemisureche leuniversità in-tendono prendere, naturalmen-tedopoaververificatolemotiva-zionidegli interessati.
Proponendoi3/4dellepresen-ze come la soglia dell’eccellenzainquestoparticolaretipodivalu-tazione–comeaccadeaTorVer-
gata – si rischia di trasformare ilcomportamento che dovrebbeessere assolutamente normalein una improbabile eccezione,non si sa se eroica o fastidiosa-mente inopportuna. Sorprese diquesto tipo, purtroppo, sono inagguato ovunque. Penso, peresempio,al «premiorelativoallaperformance 2010» dell’Ama diRoma(l’aziendaraccoltarifiuti),conilsuorequisitodiunapercen-tualediassenzenelcorsodell’an-noinferioreal 50per cento...
La richiesta, inoltre, è in molticasimalposta,perchénondistin-gue quelle situazioni nelle qualila lezione semplicemente non èstata tenuta, così come quellenelle quali, viceversa, il docenteerapresenteinaulamasierafat-toaffiancaredauncollegaperaf-frontare un argomento specifi-co. E perché, soprattutto, un si-mile controllo non può spettareagli studenti. Il fatto stesso chevenga demandato a loro esplici-ta l’incapacità degli organi com-petenti di garantire in modo si-stematicoquestaverifica.Èfaci-le immaginare quale sarebbe la
reazioneallapropostadiuncon-trollo affidato a figure esterne alcorpo docente e possibilmenteallastessaamministrazione.
Ma è arrivato probabilmenteil momento di dire che i docentidel100%oanchedel90%dipre-senze sono stufi di essere coin-volti in quell’atmosfera diffusadiinsofferenzaperiprivilegidel-la"casta"chequestionaridique-sto genere, di fatto, presuppon-gonoealimentano.
Nonostantequestievidenti li-miti, tuttavia, la scelta di mette-re nero su bianco una domandadiquestotipoècoraggiosaecon-sente finalmente di aprire il di-scorso su un capitolo finora so-stanzialmente ignorato nellacorsa al "merito" partita in que-stiultimianni.Questanuovasen-sibilità rappresenta senza dub-biounasana epurtroppotardivareazione ai nepotismi, agli abusie allo spreco di denaro pubblicoche hanno pesantemente com-promesso l’immagine dell’uni-versità e dei suoi professori.
Ciò non giustifica, tuttavia,la scelta di una sistematica sot-
tovalutazionedell’impegnonel-la didattica. È pericoloso con-centraretuttigli incentividelsi-stema,apartiredaquellipiùim-portanti, che sono inevitabil-mente i criteri per "fare carrie-ra", su prodotti, libri e articoli,mortificando,magariconilpre-testo della loro difficile "misu-rabilità", la capacità e la passio-ne per l’insegnamento.
Rischiamo in questo modo dipremiare solo coloro che passa-no la loro vita inseguendo l’im-pact factor, disinteressandosidell’impatto dei loro comporta-mentiedel loroesempiosuigio-vanichedovrebberoformare.
Si cominci piuttosto a direchechinonfalezione,salvolimi-tate e motivate eccezioni, vedràazzerati tutti i punteggi di meri-toacquisitisulfrontedellaricer-ca,almenofinoaquandononsa-ràunaleggeastabilirechesipuòricevere uno stipendio comeprofessori universitari e inse-gnarepocoemale.I"buoni"pro-fessori pensano quasi sempreche le due attività si arricchisca-no reciprocamente. E la doman-da sulla loro presenza in aula, infondo,ciaiuta a ricordarlo.
Professore ordinario di Etica sociale -
Università di Roma Tor Vergata
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Le variazioni
Rettoridelleuniversitàpubblicheitaliane:inrossosisegnalanoleposizioni"inproroga"perchéladatadiscadenzaègiàtrascorsa
Alla guida
Studenti guardiani dell’assenteismo
Gianni TrovatiTempi serrati nell’appro-
vazione dei decreti attuativi,minaccedicommissariamentiper le università troppo lentenell’adeguarsi, tutto un rullarditamburipercambiareinfret-ta dalle fondamenta l’organiz-zazione degli atenei. La fase"operativa" della riforma Gel-minièstatagiocataall’insegnadel ritmo, ma tanta corsa si èfermatasullesogliedegliufficipiù autorevoli e compassati diogniateneo: quellidei rettori.
In pratica, la legge 240/2010,varata ormai un anno e mezzofa, prevede che i rettori degliatenei pubblici possano rima-nere in carica per un mandatounico di sei anni, non rinnova-bile.Èunarivoluzione rispettoai rinnovamenti "a piacere"previsti finoaieri,cheavevanopermesso a qualche universitàdimantenere la stessa personaalla guida per più di un quartodi secolo, e ha bisogno di unatransizione morbida. Per per-correrla, lariformahafissatoladecadenza dei rettori da trop-po tempo in carica nell’annosuccessivo, appunto, all’ado-zionedeinuovi Statuti.
Ma qual è l’«adozione» chefascattarelatagliola?Nelleuni-versità si è scatenato un eleva-tissimo dibattito esegetico in-torno al concetto di «adozio-ne», che ora sta trovando nelleindicazioni ministeriali la ri-
sposta preferita dai rettori chegradiscono allungare la loropermanenza in sella. Per otte-nere una "proroga della proro-ga", più di un ateneo ha pensa-to che a far partire i termininonsia il momentodell’appro-vazione dello Statuto da partedell’ateneo ma quello, ovvia-mente successivo, del via libe-ra del Governo o della pubbli-cazione in «Gazzetta Ufficia-le». Con calma, insomma, vi-sto che dei 67 poli statali, a cuisi applicano direttamente le
nuove regole, solo 33 sono riu-scitiinquesti15mesiafartaglia-re il traguardo definitivo ai lo-ronuovi statuti.
A Parma e in altre universitàl’ipotesi che può permettere diprolungareilmandatodeiretto-ri fino al termine del 2012/2013,anziché del 2011/2012, ha avutol’avalloministeriale,epercono-scere lo stato dell’arte comples-sivo si può guardare la tabellaqui a fianco elaborata sui datidella Conferenza dei rettori. Ilsito internet della Crui (www.
crui.it) indica infatti le scaden-ze dei mandati di tutti i rettoriitaliani (tranne, curiosamente,quella del presidente MarcoMancini, rettore a Viterbo): peresempio per Giovanni Cannata,giunto al suo 17esimo anno alleredinidell’universitàdiCampo-basso, la dead line indicata è giàil 2013. E per 17 rettori risulta il"finemandato"giànel 2011.
Per avere lumi sulla com-plessa vicenda, comunque, cisi può affidare a FrancescoTomasello, rettore di Messi-na dal 2004, che a novembresi è visto bocciare dal Tar lapropria proroga e ha decisodi resistere ricorrendo in ap-pello: «È la pubblicazione inGazzetta del testo finale del-loStatuto – hachiarito Toma-sellosenza ricorrereal condi-zionale– avalere comedefini-tiva adozione a tutti gli effettidellariforma, secondol’inter-pretazione fornita dal mini-stero, univocamente e senzaincertezze applicata in tuttigli atenei italiani».
La stessa ratio, secondo ilrettore, ha ispirato un commadel decreto Semplificazioni(pubblicato in «Gazzetta Uffi-ciale» il 9 febbraio, che esten-de agli «organi monocraticielettivi»ilterminedidecaden-za già previsto per gli organicollegialialmomentodellaco-stituzione dei loro successori.Unalettura,questa,chehatro-
vato eco in molti atenei, manon trova conferma a livelloministeriale, dove si spiegache gli «organi monocraticielettivi» indicati dalla normasono quelli a capo delle variearticolazioniuniversitarie,manon i rettori, a cui continuanoadapplicarsilevecchieregole.
Regoleche,comunque,con-sentono a molti di rimaneresaldi al proprio posto anche seilcalendarioprevedeva la lorouscita dai rettorati nel 2011.Nell’anno in cui chiudeva ilsuo quarto mandato all’Uni-versità di Viterbo, per esem-pio,MarcoMancinièstatono-minatopresidentedellaConfe-renzadeirettori,doveilsuoin-carico scadrebbe nel 2013. Sul-la giostra delle proroghe, delresto, era salito anche il suopredecessore, Enrico Decle-va: secondo il calendario ordi-nario avrebbe dovuto abban-donare nel 2009 la casella piùalta nell’organigramma dellaStatale di Milano, a novembreè intervenuto anche il pensio-namento per limiti di età, maprima l’esigenza di guidare laCrui, poi l’intreccio fra vec-chie e nuove regole portatodallariformaeinfinelapossibi-lità (che però oggi è abrogata)di esercitare la carica anche infuori ruolo lo hanno tenuto fi-nora saldamente al comandoinviaFesta delPerdono.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
La proroga «nascosta» tiene i rettori in sellaMolti atenei interpretano le norme allungando le cariche scadute fino all’operatività dei nuovi statuti
ANSA
01 | LA REGOLANegliStatuti riscritti in basealla legge Gelmini (legge240/2010), le universitàdevono prevedere per ilrettore un mandato unico,non rinnovabile, della duratadi sei anni.
02 | LA TRANSIZIONEPer i rettori in carica, lanorma transitoria prevede ladecadenza al terminedell’anno accademicosuccessivo a quellodell’«adozione» del nuovoStatuto
03 | IL DIBATTITOAlcuniatenei hannoindividuato il momentodell’«adozione» in quellodell’approvazioneministeriale definitiva esuccessivapubblicazione in«Gazzetta Ufficiale», anzichénelmomento (precedente)dell’approvazione da partedell’università
04 | LA RISPOSTAIl ministero ha avallatoquesta interpretazione: oggigli Statuti pubblicati sono lametàdel totale, per cui èprobabile per molti loslittamento al 2013
AL RALLENTATORELapartita si giocacon l’aiuto dinote del Miuredel ritardo sul varodelle «costituzioni» interne:pubblicatesolo 33su 67