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BOLLETTINO TRIMESTRALE DI CULTURA VEGETARIANA. A NNO 2, N UMERO 2. A PRILE 2004. Se ami la vita e la rispetti, se vuoi che qualcosa cambi in meglio, comincia da te stesso: prendi l’impegno di non nutrirti di violenza: diventa VEGETARIANO e ti accorgerai che è l’inizio di un cammino giusto e utile per la tua salute e quella del Pianeta. La nostra associazione ti può aiutare in questa tua scelta. http://web.tiscali.it/gruppovegetariano [email protected]

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Bollettino trimestrale dell'AVA - Associazione Vegetarina Animalista

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BOLLETTINO TRIMESTRALE DI CULTURA VEGETARIANA.

ANNO 2, NUMERO 2. APRILE 2004. Se ami la vita e la rispetti, se vuoi che qualcosa cambi in meglio, comincia da te stesso: prendi l’impegno di non nutrirti di violenza: diventa VEGETARIANO e ti accorgerai che è l’inizio di un cammino giusto e utile per la tua salute e quella del Pianeta. La nostra associazione ti può aiutare in questa tua scelta. http://web.tiscali.it/gruppovegetariano [email protected]

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Mondo Vegetariano. Pagina 2. Aprile 2004.

C H I S I A M O . L’Associazione Vegetariana Animalista “Armando D’Elia”, già Gruppo Vegetariano “Armando D’Elia”, nasce nell’anno 2002 co-me Movimento Indipendente di ispirazione o-listica. Il nostro interesse nasce dal ripudio di ogni espressione violenta nei confronti del-l’uomo, degli animali e della natura, dall’amo-re verso la Vita e dalla consapevolezza che so-lo da un corretto modo di vivere e di alimen-tarsi (secondo le leggi naturali conformi alle nostre esigenze fisiologiche di esseri fruttaria-ni) è possibile conservare la salute del corpo, l’equilibrio mentale, i valori morali e spirituali. Infatti la pratica del vegetarismo favorisce lo sviluppo di una coscienza umana piú giusta e sensibile, una mentalità di pace e di disponibi-lità verso il prossimo, il superamento dello sfruttamento degli animali e delle risorse natu-rali, e l’eliminazione della fame nel mondo.

C O L L A B O R A Z I O N E . La collaborazione a Mondo Vegetariano è gratuita. Le opinioni degli articolisti possono non coincidere perfettamente con la filosofia che anima l'Associazione. Ogni articolista re-sta, pertanto, responsabile delle sue afferma-zioni. Coloro che intendono collaborare con il Bollettino possono inviare i loro articoli per posta ordinaria a Franco Libero Manco, in Via Cesena 14, 00182 Roma, oppure per posta e-lettronica. a: [email protected]. Quanto ricevuto non verrà restituito e la Redazione si riserva di ridurre, in caso di utilizzo, la sua lunghezza. Per ricevere il bollettino occorre iscri-versi all’Associazione per un anno. Socio sostenitore: 60 Euro; socio ordinario: 30 Euro; studenti, pensionati e minori: 20 Euro. Sede: via Cesena 14, 00182 Roma, tel. 06 7 022 863. E-mail: [email protected]. Conto corrente postale: 37 741 048 intestato a Grup-po Vegetariano Armando D’Elia, Via Venosa 42, 00178 Roma. Verrà il tempo in cui l’uccisione di un animale sarà considerata alla stessa stregua dell’ucci-sione di un uomo. Leonardo Da Vinci.

N O S T R E C O N F E R E N Z E dei Giovedí alle 17 e 30 nell'Anno 2004, a Roma in Via Celsa 5 (fra Piazza Venezia e Largo Argentina; l'ingresso è gratuito). 8 Gennaio: Dottor Giovanni Princivalli, medico chirurgo specializzato in medicina a-yurvedica. “Medicina ayurvedica e guarigio-ne integrale”. 22 Gennaio. Consigli di pratica alimen-tazione vegetariana. Segue dibattito con Fran-co Libero Manco sul tema: “Gli animali han-no un’anima?” Segue spazio conviviale con spuntino vegetariano. 5 Febbraio. Dottoressa Maria Teresa Maresca, medico chirurgo, naturopata: “Disin-tossicazione e potenziamento delle difese immunitarie”. 19 Febbraio. Consigli di pratica alimen-tazione vegetariana. Segue dibattito con Fran-co Libero Manco sul tema: “Come si diventa vegetariani”. Segue spazio conviviale con spuntino vegetariano. 4 Marzo. Dottor Rosario Falabella, me-dico psichiatra, omeopata, nutrizionista. “Il ve-getarismo nelle diverse fasi della vita”. 18 Marzo. Consigli di pratica alimen-tazione vegetariana. Segue dibattito con Fran-co Libero Manco sul tema: “Il vegetarismo nelle religioni del mondo” Segue spazio con-viviale con spuntino vegetariano. 1 Aprile. Professor Marco Ferrini, e-sperto in psicologia indovedica e ayurveda. “Spiritualità ed alimentazione vegetariana nei Veda”. 29 Aprile. Consigli di pratica alimen-tazione vegetariana. Segue dibattito con Fran-co Libero Manco sul tema: “Verità e bugie su latte e derivati”. Segue spazio conviviale con spuntino vegetariano. 13 Maggio. Rita Cola Donato e Rossella Russo, esperte di alimentazione naturale ed erbe officinali. “Usi culinarî e terapeutici delle erbe officinali”. 27 Maggio. Consigli di pratica alimen-tazione vegetariana. Segue dibattito con Fran-co Libero Manco sul tema: “I filosofi e gli a-nimali”. Segue spazio conviviale con spuntino vegetariano.

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Mondo Vegetariano. Pagina 3. Aprile 2004. 10 Giugno. Dottor Mauro Damiani, chi- mico, presidente dell’Associazione Scienza della salute. “Importanza delle combinazioni alimentari”. 30 Settembre. Dottor Giorgio Vitali, presidente della Federazione Nazionale Infor-mazione Scientifica e Ricerca. “I danni da farmaci nella cura delle malattie”. 14 Ottobre. Consigli di pratica alimen-tazione vegetariana. Segue dibattito con Fran-co Libero Manco sul tema: “Gesú era vegeta-riano?” Segue spazio conviviale con spuntino vegetariano. 28 Ottobre. Avvocato Domenico De Si-mone, esperto di problemi monetarî ed eco-nomia ambientale. “Vegetarismo, una ten-

denza che cambierà il mondo”. 11 Novembre. Consigli di pratica ali-mentazione vegetariana. Segue dibattito con Franco Libero Manco sul tema: “Teoria ed e-sercizî di autoguarigione”. Segue spazio con-viviale con spuntino vegetariano. 25 Novembre. Dottor Bruno Fedi, ex primario patologo e docente all’Università La Sapienza di Roma. “Prevenzione e cura delle malattie degenerative”. 9 Dicembre. Consigli di pratica alimen-tazione vegetariana. Segue dibattito con Fran-co Libero Manco sul tema: “Vegetarismo e Vangeli Apocrifi”. Segue spazio conviviale con spuntino vegetariano.

Il Dieci Febbraio scorso ci ha prematuramente lasciati il nostro caro presidente Dottor Piergiorgio Lucarini. Addolorati per la perdita, rinviamo a momenti piú sereni il parlare di lui.

A R G O M E N T I E L O R O P A G I N E . Calendario delle nostre conferenze. 2. Indice degli argomenti. 3. Storia e cronaca. 3. Alimentazione e salute. 8. Medicine «soft» e tradizionali. 10. Scienza e coscienza. 12. Animalismo. 14. Spiritualità e religioni. 15. L’angolo della poesia. 15. Ricette di cucina vegetariana. 15.

Indirizzi utili. 16.

S T O R I A E C R O N A C A .

« C U R R I C U L U M V I T A E » D I A R M A N D O D ’ E L I A .

Mauro Damiani. Nell’estate 1999 il mondo vegetariano - igienista italiano è stato colpito dall’improvvi-sa scomparsa del caro professore Armando

D’Elia, il maestro di tutti i vegetariani e igieni-sti italiani, il punto di riferimento scientifico, la cui calda umanità e il cui esempio hanno sti-molato e sostenuto ogni nostra azione in difesa della Natura. Soltanto dieci anni fà ebbi la fortuna di conoscerlo e devo dire che mai ho avuto amico

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Mondo Vegetariano. Pagina 4. Aprile 2004. piú caro e maestro di scienza e di vita piú pro-ficuo. Spesso in questo lungo sodalizio intellet-tuale e nei momenti di piú intensa partecipa-zione alla lotta ideale ho presagito con vero e proprio terrore il momento dannato della sua mancanza. Adesso che fisicamente non c’è piú, al cocente dolore è subentrato uno strano senso di forza, perché rimangono il suo pensiero e il suo esempio come bagaglio, per fronteggiare qualsiasi situazione. È quindi con orgoglio e con sicumera che ho accettato l’invito di Michele Manca, l’instancabile pioniere dell’igienismo italiano, a stendere questa nota in memoria del grande amico scomparso. Non nascondo che, al momento di scri-vere, ho avuto qualche difficoltà, se non pro-prio un senso di panico: parlare di Armando alle persone che hanno avuto il privilegio di conoscerlo ha poco senso, perché le parole, per quanto ricercate, non sono che povera cosa di fronte alla statura del pensiero e dell’azione; cercherò, comunque, di fornire un quadro e-sauriente della sua vita e delle sue opere, per-ché possa essere di stimolo per la crescita per-sonale e per l’impegno nell’azione. Armando nacque a Lecce il 6 Ottobre 1912 da famiglia borghese; si laurea in chimi-ca a Genova, dove il casuale incontro con col-leghi austriaci vegetariani lo porta rapidamente alla pratica del vegetarismo, di cui scopre gli immensi vantaggi, in termini psicofisici. Affa-scinato dai risultati, sente l’incompletezza del-la sua preparazione scientifica (il laureato in chimica approfondisce la conoscenza della materia, ma, in pratica, ben poco sa di quanto è connesso con i fenomeni vitali), e chiede al pa-dre, che generosamente accondiscende, il per-messo di continuare a Modena gli studî in Scienze Naturali, dove si laurea brillantemen-te. Nel 1938 il giovane D’Elia, in cerca di prima occupazione, fa domanda d’insegna-mento per le scuole italiane all’estero ed ha un punteggio molto basso. In quel periodo Mus-solini nomina governatore dell’isola di Rodi u-na personalità con scarsa pratica scolastica. È vacante la cattedra di Chimica e Scienze Natu-

rali nel locale liceo e il governatore dispone che l’incarico debba essere assegnato a un pro-fessore laureato in entrambe le discipline. Ar-mando era l’unico insegnante a possedere en-trambi i titoli. Cosí il Professor D’Elia comin-cia la sua carriera di educatore, unendo, alla competenza scientifica, la conoscenza della filosofia e uno spiccato interesse ai rapporti u-mani. Con la fine della guerra e la perdita del Dodecanneso si chiude per Armando la splen-dida parentesi greca, e rientra in Italia, prose-guendo la sua attività d’insegnante presso il Liceo Augusto Righi di Roma. Il successo con gli studenti nella diffu-sione degli ideali e della pratica vegetariana, e soprattutto le sue idee di libertà e di dignità, danno fastidio al sistema politico repressivo, e un superiore gli prospetta la possibilità di svol-gere un’attività didattica piú incisiva, con van-taggi economici, presso il Centro Nazionale Sussidî Audiovisivi, per gestire un ambizioso programma di produzione di filmati didattici per le scuole. Armando è costretto a prendere in gran fretta una decisione, senza poter con-sultare nessuno del settore, ed accetta l’incari-co. Ben presto si accorge dell’inganno; quanto alla produzione di filmati, essa resterà nei de-positi ministeriali, senza essere diffusa. Ar-mando non può piú tornare dai suoi allievi, e rimarrà fino alla pensione «prigioniero politi-co» in quell’ufficio. Per contro, la disponibilità di mezzi in-formativi e di tempo permetteranno ad Arman-do di accrescere enormemente la sua cono-scenza delle tematiche connesse alla salute e all’alimentazione; inoltre la rabbia per l’ingan-no subito lo porterà ad approfondire le temati-che filosofiche e quelle connesse con la politi-ca e la gestione del potere. Questo periodo ha creato le condizioni in cui il Professor D’Elia si è formato come un «combattente» per la verità e la libertà. Nell’Aprile del 1987, a 75 anni, diviene responsabile della sezione laziale dell’Associa-zione Vegetariana Italiana, mettendo a disposi-zione la propria abitazione, appositamente ri-strutturata, per poter svolgere i famosi giovedí culturali dell’AVI. Molti soci si assoggettano a lunghi viaggi (Milano, Brunico, Sicilia e cosí

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Mondo Vegetariano. Pagina 5. Aprile 2004. via) pur di non mancare alle conferenze, e una stanza sarà destinata a camera degli ospiti, in modo che qualunque vegetariano o attivista di movimenti libertarî, di passaggio per Roma, possa essere caldamente ospitato. Armando dedica tutto il suo tempo e la sua energia alla propaganda con qualsiasi mezzo, e alla forma-zione di uno stuolo di allievi, che possano con-tinuare la sua azione. Qualunque azione in di-fesa della libertà, della pace e della dignità ot-tiene il suo contributo in mezzi e in attività. Spesso confesserà che la battaglia in favore del vegetarismo era la sua ragione di vita e il moti-vo della sua longevità. In quegli anni la sua già notevole bi-blioteca subisce un fortissimo incremento, rag-giungendo il numero complessivo di circa sei-mila volumi, divenendo una delle piú complete raccolte italiane di testi su vegetarismo, igieni-smo e alimentazione, con note e richiami, sot-tolineati a mano dal professore, che ne impre-ziosiscono il valore. Circa seicento dossiers, nei quali sono raccolti articoli e ritagli, com-pletano l’intera documentazione. Parallelamente al lavoro di studio e di approfondimento, Armando si cimentò nell’at-tività di scrittore, e i suoi articoli pubblicati dall’Idea Vegetariana hanno costituito, per molti argomenti, la base scientifica del movi-mento vegetariano degli ultimi dieci anni in I-talia. Intorno al 1988 fornisce il contributo fondamentale per la preparazione del libro “Diventare Vegetariani: perché e come”, Mi-chele Manca editore, che diventerà una prezio-sa guida per molti vegetariani vecchî e nuovi. Il suo lavoro piú importante è “Miti e realtà dell’Alimentazione umana”, «Le ragioni del vegetarismo in un’analisi scientifica del rap-porto tra alimentazione e salute», 348 pagine edite in proprio, che costituisce l’opera piú ag-giornata e completa sull’argomento, a corona-mento di una vita lunga e operosa, dedicata e spesa per la conoscenza, la dignità e la verità.

I L “ F O R U M V E G E T A R I A N O ” A L C A M P I D O G L I O .

Leila Nicoletti. Il 16 Marzo scorso si è svolto a Roma, nella Sala del Carroccio del Campidoglio, il Primo Convegno Interdisciplinare del Forum Vegetariano, sul tema: “Alimenti nocivi e sponsorizzazioni”, con il patrocinio del Comu-ne di Roma. Scopo del convegno era di sollecitare lo Stato a: - proibire la pubblicità diretta e indiretta sui prodotti nocivi alla salute umana e al pro-gresso morale dei cittadini, come carne, pesce e derivati; - fare scrivere su ogni confezione di carne o di pesce la dicitura: «Questo prodotto può nuocere alla salute», come avviene per le siga-rette; - risarcire chi abbia subito danni dagli ali-menti carnei; - dare la possibilità ad esponenti della cul-tura vegetariana di essere presenti nei dibattiti televisivi inerenti questioni nutrizionali; - includere nei programmi scolastici di o-gni ordine e grado una corretta educazione ali-mentare, al fine di prevenire le malattie. Il Convegno è stato presieduto dal Dot-tor Franco Libero Manco, presidente dell’As-sociazione Vegetariana Animalista, e si è pro-tratto per tutta la mattinata con un’attiva pre-senza di pubblico. Si sono alternati numerosi relatori (medi-ci, chimici, biologi) a sostegno della nocività della carne dal punto di vista scientifico, e al-cuni avvocati, per suggerire strategie di lotta contro chi pubblicizza o vende, direttamente o indirettamente, prodotti carnei. L’Onorevole Monica Cirinnà, vicepresi-dente del Consiglio Comunale, ha aperto i la-vori, dichiarando il suo impegno nel seguire e diffondere i principî dell’alimentazione vege-tariana e la sensibilità riscontrata nel Comune di Roma riguardo alle mense scolastiche. Non poteva trattenersi fino alla conclusione della conferenza perché era attesa nello studio di u-na trasmissione radiofonica, alla quale non a-vrebbe mancato di riferire sulla contempora-neità di questo pubblico incontro.

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Mondo Vegetariano. Pagina 6. Aprile 2004. Il primo relatore è stato il Dottor Giaco-mo Mangiaracina, docente di Salute Pubblica presso l’Università Roma Due, che, ricordando il suo impegno nella lotta al tabagismo, ha messo in discussione l’intero sistema scientifi-co: per esempio la stessa istituzione delle cat-tedre di Scienza dell’Alimentazione, che han-no la pretesa di scomporre in parti semplici u-n’esigenza fisiologica, che è anche culturale ed implica emozioni profonde. Il Dottore ha fatto notare che il modo di alimentarsi non è soltan-to un insieme di fabbisogni, con tabelle di mi-cro e macronutrienti, che allontanano gli indi-vidui dalla percezione dei segnali del proprio corpo e, rammentando la diffusione degli omo-geneizzati al «plasmon», ha illustrato come le logiche del profitto si sono impossessate delle conoscenze scientifiche, per promuovere una modalità nutritiva a proprio vantaggio. Il secondo relatore è stato la Dottoressa Maria Teresa Maresca, naturopata, esperta in problemi di disintossicazione alimentare pro-veniente da Napoli, che ha elencato i piú im-portanti danni tossici derivanti dal consumo di carni: al fegato, ai reni, al sistema immunita-rio, e ha citato alcune ricerche epidemiologi-che, tra le quali: uno studio eseguito a Tolosa, in Francia, e pubblicato nel “Bollettino sul cancro” del 1997, che ha evidenziato la forte correlazione tra mortalità per cancro del colon e consumo di carne, e gli atti del congresso in-ternazionale vegetariano di Edimburgo del Lu-glio 2002, nel quale è stato affermato che «un regime vegetariano sembra confermare effetti benefici sulla salute a lungo termine». Il terzo relatore è stato il professor Bruno Fedi, ex primario patologo dell’ospedale di Terni, che, ricordando le principali malattie derivanti dal consumo di prodotti carnei, ha e-videnziato in quale senso non si può applicare alla carne la definizione di veleno (sostanza che l’organismo non riesce a metabolizzare), anche se molti studî hanno dimostrato che la carne fa male. Inoltre ha ricordato come, in tanti programmi televisivi, viene diffuso in modo subdolo, attraverso ricette di cuochi so-stenute volta per volta da pareri di nutrizioni-sti, che la carne faccia bene alla salute. Dal pubblico in sala c’è stato un inter-vento che ha ricordato l’inevitabilità delle car-

ni nei pasti forniti giornalmente negli ospedali e, a questo proposito, il Dottor Manco ha ri-sposto invitando quante piú persone a far arri-vare la propria protesta, in forma scritta, pres-so il Tribunale del Malato, che ha sede in ogni ospedale, in quanto l’Associazione Vegetaria-na Animalista ha già inoltrato una sua protesta contro il fatto che non è prevista la facoltà di un pasto vegetariano nelle diete ospedaliere, ed è in attesa di un riscontro. Successivamente ha preso la parola il dottor Rosario Falabella, psichiatra e nutrizio-nista di Napoli, che ha illustrato la composi-zione chimica della carne ed i rischî per la sa-lute umana derivanti dai farmaci, ormoni e a-nabolizzanti utilizzati nelle pratiche zootecni-che degli allevamenti intensivi, oltre che da microorganismi patogeni, responsabili di infe-zioni e infestazioni negli stessi. E il fatto che appunto, anche prescindendo da quei rischî, i costituenti stessi delle carni (grassi, colestero-lo, eccesso di proteine, sostanze azotate non proteiche e cosí via) sono artefici delle princi-pali malattie umane. A supporto di quanto e-sposto, ha ricordato importanti studî epide-miologici. Il quinto relatore è stato il dottor Mauro Damiani, chimico, presidente dell’Associazio-ne Scienza della Salute, che ha messo in luce la dannosità della carne, non solo per la som-matoria delle varie sostanze chimiche che l’a-nimale assume, direttamente o indirettamente, ma anche per la struttura anatomica dell’inte-stino umano, che facilita con la sua lunghezza l’assorbimento delle sostanze tossiche, fra le quali per esempio le purine che si trasformano in acido urico. Ha ricordato che nel 1985 negli USA si è costitutito il PCRM (Comitato di Medici per la Medicina Responsabile), al qua-le hanno aderito piú di cinquemila medici e scienziati, con funzioni di informazione e di pressione sugli organismi statali competenti. Il quale Comitato pubblica ogni cinque anni le “Linee Guida Dietetiche per gli Americani”, le quali nel 1996 hanno dichiarato che «la dieta vegetariana non solo non ha alcuna controindi-cazione, ma è addirittura una valida via per la salute». Il sesto relatore è stato il dottor Giorgio Vitali, chimico, presidente nazionale della

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Mondo Vegetariano. Pagina 7. Aprile 2004. “Federazione Informazione Scientifica e Ri-cerca”, il quale ha evidenziato quanto l’indu-stria alimentare controlla l’alimentazione (ne-gli USA per il 90 %, in Europa per il 70 %) e ha consigliato la lettura del libro “L’invasione del pesce fragola”. Le carni contengono dosi massicce di antibiotici, che servono per far au-mentare di peso gli animali, mentre l’ambiente si inquina sempre piú anche a causa dei farma-ci presenti nelle deiezioni umane ed animali. Nei loro grassi si accumulano: diossine, DDT, PCB (derivanti da processi di rottamazione o smaltimento), idrocarburi policiclici, mercurio; quest’ultimo sta per essere eliminato dall’elen-co delle sostanze tossico - nocive. Il centro di sorveglianza epidemiologica di Atlanta ha di-chiarato che ci sono ottanta milioni di intos-sicazioni alimentari ogni anno, con novemila decessi. La sicurezza alimentare a lungo termi-ne non si basa sull’intensificazione dell’agri-coltura a qualsiasi costo, ma sulla diversità biologica delle sue comunità. È intervenuto dal pubblico Michele Rie-poli, vicepresidente dell’associazione Coscien-za e Salute, proveniente da Milano, che, con riguardo a quanto ascoltato sulle sostanze ri-tenute nocive, ha chiesto di fare in modo che sulle etichette dei prodotti vengano scritte la quantità di sostanza ritenuta innocua, sospetta o nociva in essi contenuta e la quantità massi-ma della medesima che l’organismo umano può accumulare in una giornata senza danno. Al che è intervenuto il professor Fedi, preci-sando che tutta la ricerca scientifica viene fatta prima sugli animali (con il problema della loro sofferenza), senza con questo avere alcuna cer-tezza sulla veridicità degli effetti, e poi estesa all’uomo. L’ultimo relatore per la parte scientifica è stato la dottoressa Leila Nicoletti, biologa, docente di Scienze nei licei, segretaria dell’As-sociazione Vegetariana Animalista, la quale ha precisato che nel termine carne non è incluso il pesce, che, a sua volta, nel senso comune, comprende, impropriamente, anche organismi invertebrati. In tutti gli studî epidemiologi i vegetaria-ni (che non si nutrono né di carne né di pesce) risultano avere una salute migliore dei carnivo-ri, ma, da molti decenni, i medici ribadiscono

il concetto che la carne è necessaria per le sue proteine, contenenti tutti gli amminoacidi es-senzali. Oggi si sa che l’unico amminoacido essenziale è la treonina, contenuta in gran par-te nella frutta oleosa. Pertanto le carni in gene-re, oltre ad essere tossiche, non sono neppure necessarie per i loro nutrienti. Nella tarda mattinata sono intervenuti gli avvocati, cercando di delineare come portare avanti l’iniziativa. L’Avvocato Domenico De Simone, e-sperto in economia ambientale, ha dichiarato che il primo aspetto da comprendere è: «qual’è la logica del consumo di carne e perché la gente continua a consumarne sempre di piú». Negli USA il 64 % delle malattie deriva dall’a-limentazione, ma l’alimentazione carnea è dannosa non solo al singolo, ma al mondo in-tero. Un bene è economico se è scarso, e pro-durre carne significa produrre scarsità, la quale produce capitale. Questa società che mette al centro il capitale è destinata all’autodistruzio-ne. Basterebbe mettere al centro l’uomo. Il secondo avvocato, la Dottoressa Gior-gia Leone, civilista proveniente da Milano, im-maginando di difendere un consumatore che abbia utilizzato un prodotto nocivo, ha illustra-to un paragone col caso concretamente proba-bile di un utente di una ipotetica azienda ISP (cioè fornitrice di servizî telematici), articolan-do dettagliatamente sulla casistica le relative norme di legge. L’ultimo intervento è stato dell’Avvoca-to Vittorio Marinelli, promotore di “European-consumers”, che ricorda come il consumo di acqua minerale al posto dell’acqua da rubinet-to è indotto nei consumatori da motivi di pro-fitto, e che tale dinamica è la stessa che si è a-vuta con il consumo di carni. Invita quindi tutti i presenti, le associazioni e i personaggi illustri a impegnarsi in nuove iniziative, incisive sullo stesso tema, poiché si tratta di una battaglia di civiltà, che ci eleva tutti. Ringraziamo vivamente tutti i parteci-panti che ci hanno arricchito con la loro pre-senza e le loro testimonianze, ed anche coloro che, pur non essendo fisicamente presenti, hanno fatto pervenire le loro relazioni scritte, accrescendo cosí, in tutti noi, la consapevolez-za e il coraggio che continueranno a sostenere

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Mondo Vegetariano. Pagina 8. Aprile 2004. quanto intrapreso. Ricordiamo in particolare il Sindaco Valter Veltroni, l’Onorevole Pecoraro Scanio, il Dottor Eckhard W. Heine della FAO, la Dot-toressa Antonella Cinque del Ministero della

Salute, il Giudice Amedeo Postiglione, l’ex Provveditore agli Studî di Ascoli Piceno Giu-seppe Maraglino, la giornalista del Comune di Roma Maria Paola Gianni e tutti i giornalisti intervenuti al convegno.

La Domenica Sedici Maggio di quest’anno a Roma l’ampio spazio centrale della Piazza Re Di Roma sarà dedicato per tutto il giorno alla Seconda Festa Annuale dei Vegetariani. Dalle Nove alle Diciannove vi si succederanno ininterrottamente e gratuitamente esecuzioni musicali, discorsi informativi, esibizioni artistiche, assaggi, e si troveranno prodotti, oggetti e pubblicazioni in vendita.

A L I M E N T A Z I O N E E S A L U T E .

I L M I T O D E L L E P R O T E I N E .

Giacomo Mangiaracina. Dal “Forum Vegetariano” del Campidoglio.

Può sembrare un paradosso, ma i proble-mi dell’alimentazione umana nella società o-pulenta, di marcusiana memoria, si sono acuiti con la nascita delle cattedre di Scienza dell’A-limentazione. Quando cioè una certa scienza ha preteso di analizzare e scomporre in parti semplici ciò che è prima di tutto un aspetto culturale tra i piú radicati nelle popolazioni. Mangiare è una esigenza fisiologica, ma anche un’espressione culturale, che ha risvolti pro-fondi nell’immaginario comune e nella sfera psichica dei singoli individui. Un animale mangia per fame e per istinto, l’uomo no. O al-meno non solo. Appaga anche emozioni pro-fonde. La scienza ha un duplice ruolo: in prima battuta quello di conoscere e di promuovere la conoscenza, su basi analitiche che rispondono a rigorose prassi. In una seconda fase, quello di suggerire, orientare, prescrivere. Il problema con la nutrizione nasce qui. La scomposizione del tutto a macronutrienti e micronutrienti ha ingenerato una perdita di valore psichico e per-sino etico del nutrirsi. Per fare un esempio, non va affatto dimenticato il rapporto atropolo-gico, magico e mistico esistente tra cibo e reli-gioni. La scienza ha dunque spiegato la fisio-logia della nutrizione e fissato parametri che hanno avuto la pretesa di oggettivizzare il mo-

do di alimentarsi e di nutrirsi. Tutto ciò negli ultimi trent’anni della nostra storia. Ma tren-t’anni maledetti per due motivi. Uno: il modus di alimentarsi, in questo arco di tempo contrassegnato dalla maggiore conoscenza nel campo della nutrizione, è peg-giorato al punto da costituire un grave proble-ma di salute pubblica; lo testimonia la recente campagna di educazione alla salute del Mini-stero della Salute per la dissuasione dal Fumo e per una corretta alimentazione. Due: le logiche del profitto, prima di chi-unque altro, si sono impossessate di conoscen-ze «scientifiche» per promuovere un modus nutriendi a modo loro «politically correct», va-le a dire garantendo fabbisogni nutrizionali e-nunciati e codificati. Su questo ultimo aspetto si fondano le campagne che ancora oggi promuovono le me-rendine «sane», gli «snack leggeri», lo scatola-me «buono» e, ahimè, per molto tempo anche gli omogeneizzati per neonati. La strategia promozionale degli anni Sessanta partiva dalla rinascita del dopoguerra, epoca in cui la carne veniva consumata nelle feste comandate e con-sigliata ai malati. Il boom economico ha inve-stito dunque sulle Proteine come risorsa princi-pale di benessere. In verità bisogna osservare che le popolazioni hanno sperimentato da sem-pre che la carenza di alimenti carnei non ha mai provocato morie né carestie. Le popola-zioni venivano decimate semmai dalla penuria di farina e cereali.

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Mondo Vegetariano. Pagina 9. Aprile 2004. La questione della promozione degli o-mogeneizzati di carne rappresenta forse la fase piú acuta di questa forma di schizofrenia so-ciale che puntava sulla floridezza abnorme e o-stentata, del neonato francamente obeso, che si accompagnava al messaggio: «Mamma, al tuo bambino dài le proteine ad alto valore biologi-co». Il valore biologico delle proteine corri-sponde alla presenza, nella struttura della mo-lecola proteica, di aminoacidi cosiddetti «es-senzali», presenti principalmente in alimenti di origine animale. Quello che la pubblicità sotta-ceva in modo ingannevole era il fatto che le proteine in odore di nobiltà, qualitativamente migliori, si trovavano nelle uova e nel latte. Quelle della carne arrivano al terzo posto, ma con molto distacco nella graduatoria. Per ov-viare a questo fatto si inventò l’aggiunta di proteine del latte negli omogeneizzati: il “Pla-smon”. Per conoscere piú da vicino il fenomeno Plasmon degli anni Sessanta e Settanta, mi re-cai personalmente a visitare uno degli stabili-menti in cui si producevano gli omogeneizzati per neonati. La visita si rivelò quanto mai chiarificatrice di come il mercato e la logica del profitto avevano deturpato in modo orren-do la naturalezza della nutrizione. Assistemmo cosí a camion che si ribaltavano scaricando blocchi enormi di carne disossata congelata, proveniente dal Sudamerica, in giganteschi frullatori che la riducevano in poltiglia. Il trita-to passava in un altro frullatore di sei metri di diametro, dove si mescolava ad una polvere giallastra che cadeva dall’alto, il Plasmon. La miscela veniva dunque omogeneizzata, ossia frullata ad altissima velocità, rendendola pron-ta per la pastorizzazione ad alta temperatura e per l’inscatolamento nei vasetti. Un coperchio e un’etichetta colorati ne facevano il prodotto rassicurante e ambito da tante mamme scrupo-lose, che allevarono una generazione di obesi dai denti fragilissimi, per il semplice fatto che i bambini non masticavano piú. Ingoiavano di-rettamente. Gli anni Ottanta furono gli anni di revi-sione critica sulla questione proteica, dove vennero addirittura ridimensionate le quote di fabbisogno proteico minimo indispensabile, che scesero di molto al di sotto di un grammo

per chilo di peso corporeo. Persino negli atleti. È il tempo in cui gli americani scoprono la «dieta mediterranea», specie dopo i risultati dei grandi studî epidemiologici di Framingham e del Nord Karelia finlandese, che ridiedero forza al consumo di vegetali e di fibre alimen-tari. Nel frattempo il cancro del colon e del ret-to aveva sterminato molti mangiatori di carne. Merita un ricordo speciale un certo Tro-well, medico olandese quasi dimenticato, che genialmente seguí dal Sessanta al Settanta, per ben dieci anni, due confraternite di monaci, i frati Trappisti e i Benedettini. Rilevò che i Trappisti, i quali osservavano regole alimentari piú rigide rispetto ai Benedettini, avevano un colesterolo piú basso e vivevano piú a lungo e con minori problemi al cuore e alle arterie. E ancor prima, alla fine degli Anni Cin-quanta, Ernst Wynder, presso il centro ricerche dello Sloan Kettering Institute di New York, studiando l’effetto dei carcinogeni su animali da esperimento, propose di esaminare campio-ni di popolazione americana raffrontandola con gruppi ad alimentazione ed abitudini con-trollate come gli aderenti alla comunità degli Avventisti del Settimo Giorno. Uno studio su undicimila maschî avventisti dai trentacinque ai cinquantacinque anni, raffrontati con la po-polazione generale, dimostrò in modo inequi-vocabile il crollo del mito proteico. Se ne era già avvantaggiato un insolito militante della comunità avventista, un certo John Harvey Kellogg, che dei fiocchi di cereali ha fatto la piú grande fortuna mai considerata prima.

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M E D I C I N E « S O F T » E T R A D I Z I O N A L I .

I N T R O D U Z I O N E A L L ’ A Y U R V E D A . Leila Nicoletti.

(Dalla conferenza, tenuta presso di noi Giovedí Otto Gennaio dal Dottor Giovanni Princivalli, sul tema: “Medicina ayurvedica e guarigione integrale”). Il termine «ayurveda» contiene i due significati di vita (Ayu) e conoscenza (Veda). La salute (non intesa come assenza di malattia) è un requisito che permette lo svilup-po spirituale. I sapienti e i veggenti dell’India antica, per portare sollievo alle popolazioni, riunitisi in meditazione, trasmisero la conoscenza del-l’Ayurveda, che quindi discende da Brahman. Successivamente essa è stata trasmessa agli il-luminati, da persona a persona. L’India riuscí a far fronte a malattie, co-me la sifilide, portata dai portoghesi, con la medicina Ayurveda, ma, in seguito, gli inglesi vollero chiudere le cliniche Ayurveda, e per 200 - 300 anni tale medicina è stata tramandata da padre a figlio, riuscendo a sopravvivere fino a oggi. Tutto l’Universo creato è formato da cin-que elementi: etere (inteso come spazio vuoto), aria, acqua, fuoco, terra. Nel nostro corpo, l’etere è nelle cavità, per esempio fra le cellule, nelle cellule e in or-gani come i polmoni. Il fuoco è la forza che trasforma, come gli enzimi. L’acqua è presente come costituente nel-le secrezioni e nelle mucose. La terra è presente come costituente del-le ossa. I cinque elementi si accoppiano per for-mare i tre «dosha» (tipi di forze o di energie): Vata (etere piú aria), Pitta (fuoco piú acqua), Kafa (terra piú acqua). Vata è una forza mobile, determinata dallo spazio, è secca, ruvida, leggera come l’a-

ria, astringente, degenerativa (gli spostamenti aumentano la vibrazione Vata). Pitta ha poca mobilità, è calda in quanto fuoco, è pungente e penetrante, leggermente untuosa, piccante. Kafa non è mobile, è fredda, untuosa, pesante. Queste tre essenze sono presenti in tutto l’universo: per esempio il vento che spira è Vata, il Sole è Pitta, e cosí via. Nei nostri corpi: Vata è responsabile dei movimenti e del sistema nervoso, e provoca movimenti rapidi, secchezza della pelle e dei capelli, pelle ruvi-da, poca secrezione nelle mucose, freddolosità. Pitta è il fuoco digestivo che trasforma gli alimenti, gli stimoli luminosi, le nostre e-sperienze. Kafa serve a lubrificare tutte le parti in movimento, per esempio la pleura che avvolge i polmoni. Il buon funzionamento dei tre Dosha si ha quando essi sono in equilibrio, e dunque ne-gli individui che non stanno bene uno di essi prevale sugli altri due, se non addirittura due prevalgono sul terzo. Le persone con predominanza Vata non sono emozionalmente stabili, non riescono a mettere in pratica tutte le idee, sono creative e non possono lavorare in maniera ripetitiva; per lo piú estroverse, vanno incontro a malattie de-generative. Le persone con predominanza Pitta vivo-no con passione tutti i sentimenti, tendono a essere irritabili, nervose, aggressive, per l’ec-cesso di calore. Sono bravi organizzatori. Le malattie tipiche da eccesso di Pitta sono: ga-stroenteriti, psoriasi, eruzioni cutanee, capelli grassi. Le persone con predominanza Kafa sono stabili mentalmente ed emozionalmente, hanno ottima memoria, tendono all’obesità, alle pato-logie respiratorie per freddo, al diabete, hanno pelle untuosa, sonno profondo. Fino a qualche decennio fà c’era una maggioranza di persone Kafa; oggi sono quasi scomparse (1 – 2 %) e sono aumentate le per-sone Vata. Obiettivo della medicina Ayurveda è

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Mondo Vegetariano. Pagina 11. Aprile 2004. quello di equilibrare i tre Dosha, tenendo a ba-da Vata, controllando Pitta, aumentando Kafa. Se c’è predominanza di Vata, le persone sono magre (alte o basse), hanno denti irrego-lari, capelli secchi, occhî piccoli, pelle secca, ruvida, appetito variabile, vasi sanguigni visi-bili, tendono a un sonno irregolare, all’artrosi e alle artriti per carenza di acqua, hanno stipsi e un transito intestinale irregolare. Sono persone che vivono fra le nuvole, possono avere paure o depressione. Se c’è predominanza di Pitta, le persone hanno un grande appetito di cibi freschi, hanno capelli che cadono per eccesso di caldo, hanno troppe tossine; il sentimento della rabbia è au-mentato da Pitta, del quale si alimenta. Le tossine, denotate in Ayurveda anche con la sigla «AAM», sono il risultato di una cattiva digestione e non equivalgono alle feci; esse portano confusione nei comportamenti delle persone. Quando la digestione spezzetta i varî alimenti attraverso «agni» (fuoco digesti-vo), se quest’ultimo non è forte si formano le tossine, frammiste alle feci. Gli stati emozio-nali e mentali influenzano molto la digestione, come anche gli alimenti non adatti alla tipolo-gia della persona o troppo pesanti. Il nutrimento del corpo avviene secondo una cascata; l’essenza del cibo, sottoposta al-l’azione degli enzimi, formerà il plasma e la linfa. Nell’Ayurveda si tende a distinguere la parte piú liquida del sangue da quella che esat-tamente liquida non è, intendendo dunque co-me sangue vero e proprio il complesso dei suoi corpuscoli, come piastrine, globuli rossi e cosí via, dunque una parte maggiormente viva, e come plasma la sua parte esclusivamente liqui-da. C’è una progressione che, nei processi enzimatici di trasformazione, compie i seguen-ti otto trasferimenti: dal contenuto intestinale al plasma; dal plasma al «sangue»; dal «sangue» ai muscoli; dai muscoli all’adipe; dall’adipe alle ossa; dalle ossa al tessuto nervoso; dal tessuto nervoso al tessuto riprodotto-re;

dal tessuto riproduttore a «ojas». «Ojas» corrisponde al complesso delle difese immunitarie. Se le tossine vanno a bloccare tale pro-gressione tutti i tessuti al di sotto non sono ben nutriti e compaiono le malattie degenerative. In Ayurveda, un tumore è dovuto a un blocco di tossine, per cui i tessuti a monte del blocco della progressione si ingrandiscono. Per esem-pio se ci sono troppe tossine compaiono alcuni segni: feci che rimangono attaccate alla tazza del gabinetto, pelle unta. Il colesterolo è un e-sempio di tossina perché è un grasso non dige-rito. Tutti i Dosha sono coinvolti nel processo digestivo: per esempio la saliva è Kafa, lo sto-maco è Vata, gli enzimi dello stomaco sono Pitta, e cosí via. Ci sono accorgimenti alimentari che ten-dono a equilibrare i Dosha. Nelle persone con squilibrio da eccesso di Vata, cioè in quelle, come detto sopra, del-l’attuale maggioranza, sono da evitare: pane, pasta, fette biscottate, frutta secca e, in genera-le, tutto ciò che è asciutto, perché aumenta la tendenza alla secchezza, le solanacee, lo yo-gurt, i formaggi fermentati, i pomodori e l’ace-to, perché aumentano l’acidità e, quindi, la ten-denza degenerativa, e i legumi, perché poten-ziano l’elemento aria, già presente nei soggetti con eccesso di Vata. Invece vanno consumati tutti i cereali, a eccezione del grano, che tende a formare una colla (che è una tossina), la frut-ta matura e dolce, i formaggi freschi e la soia verde, le lenticchie rosse, il Turdal (lenticchie gialle) e le uova. Qualsiasi olio, che lubrifica, è un antitodo all’eccesso di Vata. La frutta sec-ca può essere messa a bagno, per eliminare la secchezza. Il pepe e lo zenzero vanno bene, mentre il peperoncino aumenta Vata e Pitta. Il pepe contiene in sè i sei sapori: dolce, salato, «piccante», «astringente», acido e «pungente». In Ayurveda la diagnosi si fa con il polso e si imposta l’alimentazione, aggiungendo le erbe in forma di compresse e gli olî, perché la maggior parte dei problemi è dovuta ad ecces-so di Vata. La dieta ideale è di tipo vegetaria-no, ma se c’è un paziente abituato all’uso di carni è necessario rispettarlo.

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Mondo Vegetariano. Pagina 12. Aprile 2004. Gli alimenti sono distinti secondo i tre «guna» (vibrazioni, colori) in: sattvici, rajasici, tamasici. I cibi sattvici conferiscono luce alla mente, come la frutta, la verdura, i cereali. I cibi rajasici danno passione o anche violenza: per esempio cibi troppo dolci o trop-po speziati, prodotti nervini e vino, funghi (perché si nutrono di ciò che è morto).

I cibi tamasici sono scuri e ottundono la mente; per esempio tutti i cibi conservati.

S C I E N Z A E C O S C I E N Z A .

D I R I T T I E T U T E L A D E I C O N S U M A T O R I D I F A R M A C I .

Giorgio Vitali. [Articolo tanto datato quanto attuale.] Il Martedí 23 Aprile 2002 si è tenuto presso il “CNEL” un seminario dedicato al nuovo “Libro Verde” sulla tutela dei consuma-tori nell’Unione Europea. Dalla sicurezza alimentare ai trasporti, dal diritto all'informazione alla pubblicità in-gannevole, dal credito al consumo, alle promo-zioni delle vendite, dal commercio elettronico alla televisione senza frontiere, lo scenario in cui si muove il consumatore europeo appare caratterizzato da un assetto legislativo com-plesso che non assicura una regolazione esau-stiva e un'attuazione efficiente, e dove sussi-stono ancora troppe differenze nelle scelte nor-mative dei singoli Stati. In quest'ottica, sono tre gli obbiettivi individuati dalla Commissio-ne Europea: garantire il livello di tutela dei consumatori - utenti piú alto possibile al costo minore per le imprese, creare un sistema di re-golamentazione semplice e flessibile per reagi-re rapidamente al mercato coinvolgendo le parti interessate, offrire certezza giuridica e u-n'applicazione efficace in particolare nelle controversie transfrontaliere. Durante il convegno, al quale hanno par-tecipato esponenti del Governo (il Ministro Buttiglione), delle Associazioni consumeresti-che, delle Associazioni dei produttori, sono e-mersi concetti molto importanti per la tutela, quali, ad esempio, la necessità della valorizza-zione delle esperienze di autoregolamentazio-

ne delle categorie produttive, la necessità di approfondire la metodologia degli accordi vo-lontarî fra le parti, la necessità di regolamenta-re definitivamente, con l'inserimento a pieno titolo nel Codice Civile di tante «leggi specie-li» cui il sistema Italia è ricorso fino a oggi per far fronte ai repentini cambiamenti sociali, la necessità della redazione di un Codice Nazio-nale del Consumo, la istituzionalizzazione del-la Carta dei Servizi, che deve passare da una autodichiarazione dei fornitore alla veste di contratto con le Associazione dei consumatori - utenti e dalla necessità dell' autocontrollo in-tegrale su tutta la filiera alla doverosa informa-zione - formazione degli utenti. Tutti questi concetti, che chiunque ormai considera essenziali per una nuova società, che deve fare i conti da una parte con le esigenze di salute, sicurezza e interessi economici di milioni di cittadini, tenendo conto anche che l'Europa è destinata ad ampliarsi all'Est inglo-bando paesi come l'Ungheria e la Polonia da tempo al di fuori delle regole sulle quali si è e-voluta la produzione dei paesi del cosiddetto «mondo libero», e dall' altra con il fatto che garantire la qualità significa allargare il merca-to, coinvolgono necessariamente anche il mer-cato farmaceutico, che non viene citato sem-plicemente perché è talmente prioritario da es-ser stato fra i primi a essere regolamentato dal-l'Unione Europea. Infatti, il processo di armonizzazione a livello comunitario delle norme, che prima tut-ti gli Stati avevano emanato per la tutela dei malati, si è concluso con le Direttive 92 / 25 CEE, 92 / 26 CEE, 92 / 27 CEE e 92 / 28 CEE. Per quanto riguarda la regolamentazione

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Mondo Vegetariano. Pagina 13. Aprile 2004. della pubblicità e della propaganda presso i medici, è competente la 92 / 28 CEE, che è stata recepita dallo Stato italiano con il Decre-to Legislativo 541 del 30 / 12 / 1992. Mi sono soffermato su questi dati perché possono essere utili riferimenti per il lettore. Malgrado però questa sequela di Norme e le esigenze ormai chiaramente espresse dal-l'opinione pubblica e ampiamente recepite da-gli Organi di tutela, il mercato farmaceutico naviga a vista, come una zattera alla deriva, perché non solo non tiene conto di quanto si chiede per qualsiasi altro prodotto, ma ignora anche il fatto innegabile che il progresso scien-tifico continua a mettere a punto sistemi di stu-dio e di valutazione dell' efficacia dei prodotti capaci di ridimensionare drasticamente creden-ze ed abitudini radicate da decennî. Di questa situazione si fa portavoce, fi-nalmente, il "Bollettino di Informazione sui farmaci", che pubblica studî di largo respiro nonché considerazioni sul «conflitto di interes-si» dei medici dovuto ai loro rapporti con le Case farmaceutiche e, di recente, un volume spedito dal Ministero della salute a cinquanta-mila operatori sanitarî dal titolo: “Clinical Evi-dence - Edizione italiana”. In questo volume di ben 1.112 pagine sono presentate le valutazioni basate sull'evi-denza scientifica al momento disponibili su o-gni trattamento medico. Ogni trattamento vie-ne considerato solo sulla base dei risultati con-creti. A queste valutazioni, rigorosamente spe-rimentali, tutti i medici dovrebbero attenersi nelle loro prescrizioni, tanto di medicinali quanto di trattamenti specialistici. È lampante che la lettura e l'utilizzazione di questo volume richiede una particolare cultura, la cultura squisitamente scientifica della verifica speri-mentale. O meglio, della scelta personale, pro-fessionale e consapevole fra diverse possibilità precedentemente verificate. Cultura non facile a perseguirsi, per cui presumo che il nostro paese continuerà a crogiolarsi nelle vecchie e care disfunzioni, fra le quali occorre annovera-re la bassa percentuale di notificazioni di effet-ti secondarî ed indesiderati dei farmaci che ar-rivano al Ministero della salute (il quale, a sua volta, tarda a registrarle ed a farle circolare, come si è reso drammaticamente evidente con

il recente caso Lipobay). Su questo allarmante dato occorre riflettere, perché certamente l'Ita-lia non differisce dagli altri paesi europei per il numero di effetti secondarî dei farmaci. Do-vremmo essere fatti d'acciaio! Si tratta soltanto della mancata notificazione da parte di chi ne è obbligato dalla Legge, datane l'importanza per la salute pubblica, a rischio di pene molto gra-vi. Questa mancata segnalazione, piú che a in-fingardaggine o cinismo, credo si debba attri-buire ad analfabetismo scientifico, disinteresse per il dato scientifico in quanto tale, attitudine all’approssimazione, alla superficialità e alla mentalità veteromedica e paternalistica secon-do la quale, come nella pratica dei secoli anda-ti, la scienza era inapplicabile alla medicina, definita «arte» ma in realtà allineata a regole molto strette codificate molti secoli prima. (La farmaceutica galenica, - da Galeno che fu me-dico di Marco Aurelio - fu dogma incontrasta-to fino alla rivoluzione paracelsiana e la sua e-gemonia si protrasse fino alla nascita della mo-derna biochimica). Anche ai nostri giorni, peraltro, l'attento osservatore può notare i prodromi di una rivo-luzione culturale, agevolata dalla confluenza delle nuove scienze umane come, fra le altre, la psicologia, la psicoanalisi, la psicosomatica, la psiconeuroendocrinoimmunologia, (e delle conoscenze che queste scienze hanno fatto cir-colare attraverso l'informazione di massa) con la medicina convenzionale, per la soluzione di singoli problemi di salute. Ne fanno fede i nove milioni di italiani che ricorrono alle Medicine «alternative» e l'attenzione che viene dedicata dalla pubblica opinione a qualsiasi novità in campo medico, nonché l'autentico plebiscito decretato dal po-polo italiano alla «terapia Di Bella» del can-cro. Tutto ciò dovrebbe sollecitare un maggio-re impegno di conoscenza in chi fa professione di fede nelle sole «terapie convenzionali» e porta con sè la responsabilità di cura di miglia-ia di persone che a lui si affidano fiduciose, e ciò dovrebbe portare a un'ulteriore chiarifica-zione degli aspetti meno limpidi del mercato farmaceutico. Almeno ce lo auguriamo. Per il momento registriamo e comuni-chiamo l'organizzazione di un seminario dal ti-tolo significativo: “Difendere l'integrità della

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Mondo Vegetariano. Pagina 14. Aprile 2004. ricerca biomedica: un dovere della profes-sione medica”, organizzato presso l'Istituto Superiore di Sanità dal “Coordinamento per l'integrità della Ricerca Scientifica” per il giorno 17 maggio 2002. Il fatto che è stato costituito il citato co-

ordinamento la dice lunga sulla realtà nella quale viviamo, ma anche che, secondo una legge di natura, di fronte all'aggressione della disinformazione e della commercializzazione della salute è la società umana stessa che rie-sce a trovare gli anticorpi.

A N I M A L I S M O .

C A N I E G A T T I V E G E T A R I A N I .

Franco Libero Manco. [Articolo scritto quando il cane dell’au-tore, pace all’anima sua, non se ne era ancora andato anche lui, morendo serenamente di vec-chiaia.] Non è raro scoprire che una persona, fervidamente animalista, mangia la carne o che consuma regolarmente pesce e derivati anima-li. Il concetto che tutti gli animati debbano es-sere considerati alla stessa stregua (come u-guali sono tutti gli essere umani) stenta ad af-fermarsi anche tra gli animalisti, e credo che questo sia una grande incoerenza, come ho già detto altre volte.

Ma c’è un altro aspetto che deve essere affrontato: il problema dell’alimentazione car-nea dei nostri compagni cosiddetti d’affezione, specialmente del cane e del gatto. È un’assurda incoerenza lottare per la di-fesa degli animali se nello stesso tempo consi-deriamo legittimo che vengano uccisi per di-ventare pasto dei nostri compagni pensando che questi hanno necessità di mangiare la car-ne. E anche se è vero che le scatolette di car-ne di cui si fa molto uso sono scarti di macella-zione (tra l’altro con il pericolo che incombe relativo al morbo BSE) è il principio etico che non torna. L’ottica di dover alimentare con ci-bi carnei il nostro cane o il nostro gatto impli-ca necessariamente l’esistenza dei mattatoî: un male che supera qualunque beneficio e qua-lunque consolazione affettiva. Ma molti, invece delle solite scatolette, acquistano dal macellaio carne macinata. A mio avviso le macellerie sono degli obitorî ve-ri e propri, luoghi da non frequentare in nessun modo e da evitare come il punto piú oscuro

della terra. Il mio cane ha quattordici anni, è bellis-simo e in ottima salute, il suo pelo è lucentis-simo ed è quasi vegetariano: un po’ di carne glie la do quando riesco a rimediarla da coloro che sono ancora necrofagi (cioè mangiatori di carne); qualche altra volta aggiungo un uovo al suo pappone. Infatti il cane, essendo fonda-mentalmente classificabile tra gli animali onni-vori, può benissimo vivere senza carne nella sua dieta, in virtú dell’isovalenza tra le protei-ne animali e vegetali scoperta e dimostrata fin dal 1728 dal noto medico, chirurgo e professo-re all’università di Bologna Bartolomeo Bec-cari. E anche se per i gatti, essendo carnivori, il discorso è un po’ piú complesso, non sono rari i casi di felini alimentati a regime vegeta-riano, proprio perché le proteine, come affer-mò piú tardi anche lo stesso Herbert Shelton, una volta ingerite vengono scisse negli amino-acidi che formeranno a loro volta le proteine specifiche per quell’organismo, cosí che alla fine nella proteina risultante non resta alcuna caratteristica della proteina originale. Comunque da poco sono in circolazione alimenti per cani e gatti di origine vegetale che assicurano tutte le proteine di cui hanno biso-gno senza dover ricorrere alla carne. In ogni modo occorre evidenziare questa abissale incoerenza che vive un animalista che mangia la carne o il pesce in prima persona oppure che dà da mangiare ai suoi animati i corpi di altri animati barbaramente trucidati dal macellaio. La soluzione c’è: basta solo es-sere coerenti con il nostro ideale di nonviolen-za universale. I nostri amici con la coda non ne soffriranno, anzi vivranno meglio e vivremo meglio anche noi che non saremo responsabili di ciò che tentiamo di combattere, perché chi non fa parte della soluzione fa sicuramente parte del problema.

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Mondo Vegetariano. Pagina 15. Aprile 2004.

S P I R I T U A L I T À E R E L I G I O N I .

S A N T I V E G E T A R I A N I . Franco Libero Manco.

Agostino, Agnese da Moltepulciano, Alberto Magno, Ambrogio, Andrea, Angela Merici, Antonio, Atanasio, Basilio Magno, Benedetto, Benedetto D’Aniane, Benedetto Il Moro, Benedetto Labre, Bernardo Di Chiaravalle, Bonaventura Da Bagnoregio, Bruno, Caterina Da Siena, Chiara Da Moltefalco, Colombano, Edmondo Da Canterbury, Enda, Eusebio Da Vercelli, Filippo Neri, Francesca Romana, Francesco Di Paola, Fulgenzio Di Ruspe, Giovanni Battista Della Concezione, Giovanni Crisostomo,

Giovanni De Mata, Giovanni Macias, Giovanni Maria Vianney, Girolamo, Gregorio da Nazianzeno, Giuseppe Cottolengo, Giuseppe Oriol, Gregorio Magno, Guglielmo da Vercelli, Guido Abate, Leonardo Da Porto Maurizio, Margherita Da Cortona, Martino Di Tours, Nicola Da Tolentino, Paconio, Pier Damiani, Pietro D’Alcantara, Pietro Da Verona, Pietro Regalado, Romualdo, Tommaso D’Aquino, Vincenzo De Paoli, Vincenzo Ferrer. Questi sono fra i piú noti santi vegetaria-ni nel seno della cristianità. Perché dunque la Chiesa Cattolica innalzi agli onori degli altari i suoi santi se poi non ne segue l’esempio?

L ’ A N G O L O D E L L A P O E S I A .

L ’ E D U C A Z I O N E .

Rodolfo Caroselli (Roma, 1996).

Ora potete andare. Ora che avete imparato a torturarla

questa razza inferiore, cosí stupida e imbelle, traendone abilmente

l’utile scientifico.

Ora sapete che un topo,

recisa una zampetta, saltellerà con tre.

Sapete pure, l’avete scritto bene,

che un gatto nutrito ad insalata perderà il pelo

e morirà, piagato, dopo un mese.

E, strano a dirsi, privato del cervello,

un cane ancora,

al suo seviziatore, leccherà la mano.

Tutto questo sapete ed altro ancora.

Altri, come voi, quest’oggi, queste medesime, utilissime cose

hanno imparato.

Potete andare eredi di Galeno,

ma non lasciate qui ciò che di piú importante avete appreso,

ora che uscite dall’Università. Da dissezioni di visceri frementi

avete ricavato un gran tesoro. Portatelo con voi,

costante «vademecum», nell’amorosa cura

degli umani clienti. Sia, nella vostra scienza, punto fermo

la vostra educazione: l’educazione della crudeltà.

R I C E T T E D I C U C I N A V E G E T A R I A N A .

S U G G E R I M E N T I P E R

I N S A L A T E R U S S E S E N Z A U O V A . Questi suggerimenti non sono una ricet-

ta, per la ragione evidente che si possono inter-pretare in modi innumerevolmente diversi, e dunque non contengono la classica elencazio-ne di ingredienti e quantitativi.

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Mondo Vegetariano. Pagina 16. Aprile 2004. L'insalata russa poi è una cosa relativa-mente indefinibile di per sè, o libera se preferi-te. Il legante dell'insalata russa si chiama maionese, una crema gialla ottenuta da tuorli di uova, olio e succo di limone; il resto è un in-sieme di pezzetti di ortaggi prevalentemente cotti, ma non necessariamente tutti cotti; il ri-sultato complessivo è un oggetto relativamente solido e tagliabile, ma morbido, viscoso e poco consistente. Per fare quello che stiamo suggerendo sarebbe utile una pentola a vapore, e pratica-mente indispensabile un trituratore a lama ro-tante, di quelli che si trovano ormai a quattro soldi insieme ai frullatori immergibili. Per la miscela di pezzetti di ortaggi uti-lizzate patate, zucchine, carote, cotte o meglio ancora crude triturate con l'arnese di cui sopra, sedano, magari fettine di cetrioli crudi, cappe-ri, cipolla cotta se vi va, e insomma potete sbizzarrirvi. Per la crema da sostituire alla maionese regolatevi come segue. Sbucciate un avocado e mettetelo a pezzi nel trituratore. Raschiate moderatamente un limone in-tero con un coltello sotto l'acqua corrente per asportarne eventuali velenosità e sporcizia e-

sterne dalla buccia, tagliatelo a fettine, scartate le fattine «polari» prive di succo, levate i semi dalle rimanenti, tagliatele ulteriormente a pezzi senza toglierne la buccia e aggiungetene i pez-zi nel trituratore. Aggiungeteci, se vi va, un pomodoro a pezzi. Aggiungeteci i pezzi di uno o mezzo pe-perone crudo; se è giallo il risultato finale so-miglierà maggiormente all'insalata russa tradi-zionale. Avviate il trituratore e manovratelo fino a ricavarne una crema praticamente omogenea; rovesciatela sopra il mucchio dei pezzetti di ortaggi, mischiate il tutto e alla fine, ma questo non è indispensabile, sagomatelo. I risultati potranno essere anche autenti-che «leccornie».

I N D I R I Z Z I U T I L I A R O M A .

RISTORANTI VEGETARIANI. L’Insalatiera. Taverna vegetariana. Via Trionfale 92, 00195 (Piazzale Clodio, Piazzale degli Eroi). 06 39 742 975. Jaya Sai Ma. Via Angelo Bargoni 10, 00153 (Viale Trastevere, Via Ippolito Nievo). 06 5 812 840. Bibliothé. Cucina ayurvedica vegetaria-na. Via Celsa 5, 00186 (Piazza Venezia, Largo Argentina). 06 6 781 427.

Arancia Blu. Via dei Latini 55, 00185 (inizio Via Tiburtina). 06 4 454 105.

INDUMENTI BIOLOGICI. Vesti Natura. Via Prisciano 39 b, 00136 (Piazzale Medaglie d’Oro). 06 35 404 817. Eco Wear. Via del Vantaggio 26, 00186 (Piazza del Popolo). 06 3.222.404. Gusto e Salute. Via della Panetteria 8, 00187 (Largo Tritone). 06 6 796 259. Erboristeria Il Salice. Via Reggio Emi-lia 61 a, 00198 (Inizio Via Nomentana). 06 85 305 174.